Esperienze

Buongiorno, sono la dott.ssa Beata Bozena Rozborska. Sono una psicologa, mi occupo soprattutto di percorsi individuali volti ad accrescere la conoscenza di sé, che mirano a costruire una vita in pieno comfort, in modo che ognuno possa costruire passo dopo passo una comprensione di come funzioniamo come esseri umani, delle proprie risorse e potenzialità, incrementare l’autostima, gestire l’ansia e lo stress. Ciò significa, che impareremo fin dall'inizio come agire, come funzionare sul piano fisico, che si tratti di aspetti professionali, familiari o di relazione con gli altri, per costruire il proprio benessere.

Nei nostri incontri attraverso un rapporto di fiducia andremo prima di tutto a indagare quali siano i meccanismi nella nostra mente come programmi, modelli, credenze, che causano disagio e disarmonia. Una volta acquisita questa consapevolezza, ci dedicheremo a un potenziamento delle risorse interne e all’acquisizione di nuove abilità utili per raggiungere uno stato di benessere psicologico.

Sono laureata prima in Scienze e Tecniche Psicologiche e poi in Psicologia Cognitiva e Tecnologie, indirizzo Tecnologie di supporto clinico alla persona. Il corso mi ha preparato alla professione di Specialista in scienze psicologiche e psicoterapeutiche.
Ho svolto un anno di tirocinio presso L’ASP Città di Bologna, Azienda pubblica di servizi alla persona. Un programma di formazione approfondito dei disturbi neurocognitivi e delle attività individuali e di gruppo rivolte alle persone con demenza nei vari servizi dedicati: Caffè Alzheimer, Centro di Incontro, Gruppi di stimolazione cognitiva, Centro Diurno
Attraverso il percorso di suonoterapia ho acquisito e sviluppato delle tecniche di rilassamento e di equilibrio emozionale ed energetico del corpo e come conferma il dott. Andrew D.Fryer cardiologo pediatrico: “Possiamo vedere traumi e altre patologie come una zona locale di maggior entropia o disordine. Per ridurre l’entropia e migliorare la situazione è necessaria una certa quantità di energia di natura più armonica, un più alto grado di ordine.”

Esercito come psicologa libera professionista, strutturando interventi precisi, considerando la persona nella sua globalità, restituendo importanza alle sue emozioni e relazioni interpersonali, perché attraverso un genuino contatto umano può essere promosso il benessere emotivo.
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Chi desidera attuare strategie di prevenzione al declino cognitivo dovrebbe focalizzarsi sul mantenimento di una buona riserva cognitiva. l’isolamento sociale e l’assenza di stimoli cognitivi possono essere implicati nell’insorgenza della demenza e, in generale, del decadimento cognitivo. La stimolazione cognitiva è indicata principalmente per i soggetti con demenza e decadimento cognitivo, che viene consigliata in affiancamento alla terapia farmacologica.

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Grande cortesia e competenza, disponibilità e empatia

Dott.ssa Beata Bozena Rozborska

La ringrazio di aver rilasciato la sua esperienza.

E
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La signora Beata è una persona molto aperta, pronta ad ascoltare e molto professionale. La sua empatia e la sincera volontá di fornire il supporto aiuta molto a creare una relazione di intesa e di coinvolgimento. La sua attenzione ad ogni dettaglio, puntualitá e l'approccio molto positivo mi hanno fatto sentire al mio agio. La raccomando molto come psicologa. Grazie! Ewa

Dott.ssa Beata Bozena Rozborska


Sono contenta, grazie per le sue parole e la condivisione della sua esperienza.

E
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Da subito si è istaurato un rapporto di fiducia grazie alla professionalità della Dottoressa Beata . La sua disponibilità , cordialità e empatia mi ha fatto sentire a proprio agio. Consiglio vivamente.

Dott.ssa Beata Bozena Rozborska

“Grazie mille per il suo feedback positivo!
Buona giornata.

N
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Dottoressa Bozoborska,La ringraziamo vivamente per il Suo interessamento, indispensabile per la soluzione del nostro problema. Con l'augurio di una proficua carriera, La ringrazio, per la professionalità con cui ha agito. Che il Suo comportamento sia esempio di correttezza e di professionalità per tutti, La ringrazio.

Dott.ssa Beata Bozena Rozborska

Grazie di cuore per il feedback.

A
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Beata è una persona meravigliosa, cordiale e sorridente, che ti aiuta davvero a superare i momenti di vita difficili. È molto paziente, ascolta molto bene, pone domande molto precise e profonde, grazie alle quali il paziente può trovare la soluzione migliore per se stesso. È sempre di supporto, flessibile e disponibile. È una professionista con ampie conoscenze e competenze, crea immediatamente un clima di fiducia e il paziente può sentirsi sicuro durante la seduta. Utilizza numerosi metodi e strumenti , grazie ai quali si avvicina al paziente in modo olistico e individuale. La consiglio vivamente, con tutto il cuore.

Dott.ssa Beata Bozena Rozborska

Angelika ti ringrazio di cuore per queste bellissime parole.

N
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Dottoressa molto gentile, puntuale, ti ascolta,e consiglia al meglio

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Risposte ai pazienti

ha risposto a 36 domande da parte di pazienti di MioDottore

Buongiorno
Sono un po' in crisi con una ragazza
È un'amica con cui ho un bellissimo legame
È fidanzata da quasi 3 anni, anche se ha una relazione molto complicata, dove spesso discute con lui e non ci sta benissimo ma allo stesso tempo dice di voler continuare ad andare avanti.
Abbiamo avuto una forte discussione poco tempo fa, però ci siamo riavvicinati subito.
Dopo questi fatto, ho capito che lei non mi è più indifferente, anzi, provo forti emozioni per lei.
Ha ammesso che alcuni gesti che io ho avuto nei suoi confronti non gli sono stati indifferenti...la scorsa settimana mi aveva addirittura chiesto di fare una girata insieme in macchina, purtroppo non potevo per altri impegni...
Non so più che fare.
Non so come comportarmi.
Grazie del vostro aiuto

Gentile utente quando ti trovi in una situazione in cui i sentimenti sono coinvolti in una dinamica potenzialmente triangolare, è comprensibile sentirsi confusi e in conflitto. I sentimenti sono difficili da controllare, ma ciò che possiamo controllare è come agiamo in base ad essi.
Parlare o non parlare dei sentimenti?
Questa è una domanda cruciale. Parlare dei tuoi sentimenti può essere liberatorio, ma devi essere preparato a qualsiasi tipo di risposta. Se decidi di parlarle, devi farlo in modo rispettoso e consapevole, tenendo conto della sua situazione sentimentale attuale. Potrebbe essere meglio non mettere pressione su di lei e non aspettarsi una risposta immediata o positiva. Se senti che dichiarare i tuoi sentimenti può compromettere la sua relazione o la tua amicizia, potresti considerare di gestire quei sentimenti senza coinvolgerla direttamente, almeno per il momento.
Rifletti anche su come questa situazione potrebbe influenzare la tua amicizia a lungo termine. Se la tua relazione è importante, potresti trovare il modo di continuare a essere un amico senza complicare ulteriormente la situazione con i tuoi sentimenti romantici. Non è facile, ma a volte le amicizie solide possono sopravvivere anche a sentimenti non corrisposti, con il giusto equilibrio e rispetto reciproco.
A volte, l'unico modo per gestire questi sentimenti è accettare che non potranno essere espressi pienamente e cercare di andare avanti. Ciò non significa che i sentimenti siano sbagliati, ma che scegliere di rispettare la sua relazione e preservare l'amicizia potrebbe essere la via più matura e salutare. Potresti esplorare altre vie per sfogare le emozioni, come concentrarti su altre relazioni o progetti personali.
Dato che apprezzi il processo di auto-riflessione, potresti annotare i tuoi pensieri e sentimenti in modo da chiarirli e osservarli più obiettivamente. Cosa speri davvero da questa relazione? La scrittura può aiutarti a trovare un equilibrio tra i tuoi desideri e la realtà.
Un caro saluto. Dott.ssa Beata Bozena Rozborska

Dott.ssa Beata Bozena Rozborska

Buongiorno a tutti. Da un po' di tempo sto prendendo in considerazione l'idea di contattare un terapeuta, ma prima avrei bisogno di ricevere alcuni chiarimenti in merito a un "sintomo" molto invalidante che mi porto dietro da tempo. Si tratta di uno schema di pensiero disfunzionale che mi impedisce di godermi la vita serenamente e che ha condizionato gran parte delle mie esperienze. Soffro di DOC da vari anni, disturbo che mi è stato diagnosticato da un professionista quando avevo 18 anni (ora ne ho 25), e una possibile spiegazione che mi è stata fornita è che questo sintomo sia riconducibile alla cosiddetta "Just Not Right Experience" che si riscontrerebbe spesso nei pazienti con DOC. Mi sono sempre trovato d'accordo con questa ipotesi, ma sentivo che mancasse qualcosa. Mi spiego meglio: da quando sono piccolo ho sempre vissuto con una forte paura del giudizio associata a un profondo senso di colpa, e questo in seguito a un episodio particolarmente traumatico avvenuto all'età di 7 anni, durante il quale, sorpreso a giocare al "gioco del dottore" con un mio compagno di classe, ero stato severamente rimproverato da una mia insegnante. Non a caso, le ossessioni che mi tormentavano e che mi tormentano tutt'ora ruotano attorno a un possibile giudizio o condanna di carattere etico/morale. A questo si aggiunge il fatto che io concepisca la vita come un processo complesso e sfidante, fatto di piccole o grandi sofferenze alternate a piccole o grandi soddisfazioni; una sorta di equilibrio costante, con lo svantaggio però che il dolore io lo veda come una fase inevitabile e compensatoria; allo stesso modo, per raggiungere obiettivi importanti, io ritengo che sia assolutamente necessario che si verifichino degli imprevisti, più o meno gravi, come se fosse proprio la loro presenza a conferire all'esperienza il suo vero significato. Se ciò non dovesse accadere, se io per esempio mi ritrovassi a vivere un'esperienza molto positiva, in cui tutto procede per il verso giusto, senza aver avuto grossi problemi, io avverto come una sensazione di disagio, come se fosse tutto troppo perfetto e quindi innaturale, artificioso, illusorio o comunque, sbagliato. Come se la gioia per il conseguimento di un obiettivo dipendesse esclusivamente dalle difficoltà che ho affrontato per raggiungerlo; con uno sforzo leggero o assente, mi capita spesso di sentirmi insoddisfatto e a disagio, il che sfocia talvolta in un senso di colpa vero e proprio per il quale non riesco a godermi il momento presente, come se mi ritenessi non all'altezza o comunque non meritevole di viverlo pienamente. A questo si accompagna spesso l'ansia che al momento positivo presente seguirà inevitabilmente un momento negativo futuro: più è positivo l'evento, più negativo sarà quello successivo, in uno strano bilanciamento esistenziale. Inutile dire che questo mi impedisce di essere felice al 100%, anche perché mi viene paura che, nel momento in cui raggiungerò i miei principali obiettivi, io non proverò gioia o soddisfazione ma un forte senso di vuoto e apatia per il fatto di aver ottenuto tutto ciò che volevo e non avere quindi altre sfide o problemi da affrontare che potrebbero di nuovo dare un senso alla mia esistenza. Vorrei semplicemente godermi la vita così com'è, senza che io debba per forza attraversare eventi spiacevoli per essere felici, né che la felicità debba poi essere compensata dalla negatività. Chiedo scusa per il disturbo e spero di aver fornito una spiegazione abbastanza chiara ed esaustiva. Vi auguro una buona serata

Gentile utente, grazie per la sua condivisione, spero che ciò che scrivo possa essere di aiuto in una certa misura a trovare le risposte ad alcune delle sue domande.
L'ansia, che un momento positivo possa essere seguito da uno negativo è una sensazione comune, legata spesso alla paura dell'incertezza o all'idea che la felicità deve essere "bilanciata" da esperienze difficili. Questo può innescare un ciclo mentale che ci impedisce di goderci appieno il presente, perché ci aspettiamo sempre il peggio.

La mente si basa sulle emozioni che proviamo e la comprensione di come funziona e che le persone sono direttamente influenzate dai meccanismi che sono nella nostra mente sotto forma di bisogni, modelli e credenze e proprio questa comprensione permette imparare fin dall'inizio come agire e di creare consapevolmente una vita felice e cosciente.

Verificare quale bisogno è dominante in me e quale deve essere bilanciato è molto importane.
Ad esempio, un desiderio eccessivo di realizzazioni straordinarie può farci percepire come "non abbastanza" le piccole vittorie quotidiane o farci sentire insoddisfatti anche quando otteniamo qualcosa di importante, perché l'attenzione si sposta subito alla prossima sfida. Questo approccio rischia di farci vivere in uno stato di perenne "lotta", in cui la gioia dipende sempre dal superare nuove difficoltà, e ci allontana dalla capacità di apprezzare la vita per quello che è, qui e ora.
È fondamentale esaminare ciascuno dei bisogni per trovare un equilibrio, perché il bisogno non equilibrato, attiverà automaticamente meccanismi di difesa relativi a questo bisogno.
Ad esempio, il bisogno di compiere grandi imprese o affrontare sfide impegnative può attivare un meccanismo di difesa come la mobilitazione eccessiva, che si manifesta con una preparazione intensificata per affrontare le difficoltà previste o temute. Questo meccanismo spesso nasce dalla paura di fallire o di non essere all'altezza delle proprie aspettative, e porta a uno stato di continua allerta e iperattivazione. In pratica, la persona entra in una modalità di "sopravvivenza", accumulando energie fisiche e mentali per affrontare le sfide, anche quando queste non sono imminenti. Questa tensione costante può provocare stress, ansia e stanchezza cronica, perché il corpo e la mente rimangono in uno stato di vigilanza continua, come se ci fosse sempre qualcosa di urgente da risolvere. Anche se questo stato di mobilitazione può sembrare utile a breve termine, alla lunga può esaurire le risorse personali, creando un ciclo negativo in cui ogni nuova sfida sembra richiedere sforzi ancora maggiori.
Inoltre, un'eccessiva mobilitazione può portare a un perfezionismo paralizzante, dove il tentativo di controllare ogni possibile difficoltà diventa così dominante da bloccare il progresso o ridurre la capacità di godere dei successi.
L'insorgenza di meccanismi di difesa è un fenomeno normale, ma un'eccessiva manifestazione provoca esagerato consumano di energia mentale per "difendersi" dalla paura o dall’ansia quando questa energia dovrebbe essere utilizzata per sviluppare meccanismi di adattamento più creativi e in grado di padroneggiare la realtà.
Può trattarlo come un'esperienza di apprendimento e divertimento per sé stesso.
Il punto chiave è imparare a conoscere sé stessi, identificare i propri bisogni — sia fisici che emotivi — e rispondere a essi senza lasciare che uno prevalga sugli altri
Ogni persona ha un modo unico di funzionare, ed è fondamentale riconoscere e prendersi cura dei propri bisogni in modo equilibrato per poter vivere una vita serena.
Un caro saluto. Dott.ssa Beata Bozena Rozborska

Dott.ssa Beata Bozena Rozborska
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