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Perché la Psicoterapia?
La psicoterapia, indipendentemente dallo specifico orientamento del terapeuta, può essere vista come un valido strumento attraverso cui possiamo richiedere un aiuto nel fronteggiare e trovare una soluzione, una via d’uscita ai nostri problemi che possono essere affettivi, emotivi, comportamentali, interpersonali nelle forme più varie e di alleviare quella sofferenza percepita che può riguardare un momento, una fase della nostra vita, un evento specifico accaduto o qualcosa con cui conviviamo da tempo più o meno consapevolmente, cercando di stare in equilibrio, talvolta investendo una gran parte delle nostre energie nel tentativo di lenire quel malessere. Tuttavia, spesso i nostri tentativi di migliorare le cose, passano attraverso modalità e comportamenti che svolgono in realtà più il compito di difenderci dalle turbolenze emotive con cui potremmo venire in contatto, piuttosto che verso un concreto cambiamento che sia effettivamente funzionale a rendere migliore la nostra vita. Prendere contatto con lo psicoterapeuta, può comprensibilmente generare ansia, dubbi, preoccupazioni e talvolta scetticismo o pregiudizio, a volte ci si arriva dopo avere rimandato più volte quel momento, altre dopo una decisione combattuta e travagliata e altre ancora senza pensarci troppo. E’ indubbiamente più semplice orientarsi verso una visita medica se il nostro corpo ci segnala che qualcosa non va e forse avremo meno remore nell’affidarci alle cure di un medico, ma quando riguarda la mente le cose si fanno un pò più complicate, ma è utile ricordare ciò che può apparire un’ovvietà, vale a dire che la mente dovrebbe essere considerata un organo esattamente come tutti gli altri e pertanto ci richiede di averne la medesima cura. Iniziare consapevolmente una psicoterapia, vuol dire anche essere motivati al cambiamento, abbandonando aspettative miracolistiche, del “tutto subito” che rischieranno di rimanere deluse se pensiamo di risolvere ciò che genera o ha generato malessere in tutta una vita con qualche seduta. Stabilire una relazione terapeutica e di fiducia, rispettosa della propria storia personale e dei propri tempi, qualunque cosa essa contenga, costruire uno spazio che per sua natura deve essere libero e non giudicante in cui potere condividere, affrontare ed elaborare aspetti di sé e della propria esperienza soggettiva di vita hanno bisogno di un tempo non comprimibile e soprattutto non lo stesso per tutti, ma appunto individualizzato, perché indipendentemente dalle difficoltà o dalle sofferenze che ci hanno accompagnato o che oggi sentiamo gravose nella nostra vita, ognuno di noi ha una propria storia, esperienza, sensibilità e un'altra infinita gamma di caratteristiche soggettive e personologiche ed è proprio questo che rende ogni persona un individuo unico e non ripetibile e non sovrapponibile ad un altro.
Psicoterapia Psicodinamica:
Cos’è? A chi si rivolge?
Sono molti e differenti i modelli teorici che fanno da cornice di riferimento ai vari approcci terapeutici, anche nell’ambito della stessa psicoterapia psicodinamica esistono differenze, purtuttavia condividendo aspetti identitari comuni come ad esempio i paradigmi dell’alleanza terapeutica, del transfert e controtransfert, resistenza ed elaborazione delle proprie emozioni e del proprio vissuto. La psicoterapia psicodinamica, affonda le proprie radici nella psicanalisi, ma si è evoluta nel tempo, differenziandosi, attraverso l’ampliamento e l’integrazione di nuove e più recenti teorie e modelli psicologici, ma ponendo sempre il focus sull’attribuzione di un significato della storia di vita della persona, “riannodando” i fili, attraverso una nuova narrazione coerente di sé e della propria esperienza di vita. Già leggendo separatamente le due parole Psico e dinamica si può rintracciare il significato che caratterizza questa terapia, “psico” fa riferimento alla mente, mentre “dinamica” ci indica appunto, sia il coinvolgimento attivo della persona che la presenza di istanze in movimento come i pensieri e le emozioni che molto più frequentemente di quanto noi pensiamo, confliggono tra loro, ad esempio una parte di noi potrebbe avere un obiettivo significativo, o un desiderio profondo a cui tendere e un’altra parte di noi che sfugge al controllo consapevole, lo trattiene, agendo forze e difese che ne ostacolano il raggiungimento o si oppongono a quel cambiamento, producendo inevitabilmente un conflitto interiore. In altre parole, sono quelle difese che si contrappongono ad un desiderio, ad una meta o a un impulso, generando disagio e sofferenza. Diventa perciò importante comprendere come quegli schemi disfunzionali e inconsci che hanno inciso un solco nella nostra esperienza soggettiva di vita, siano ancora attivi oggi nel nostro presente e siano causa di malessere. Il desiderio di comprendere se stessi, portare a consapevolezza il funzionamento del proprio sé supportati da una buona motivazione, sono tutti ingredienti utili e predittivi del buon esito della terapia e del raggiungimento degli obiettivi concordati e condivisi con il proprio terapeuta. Quando entra una persona dalla nostra porta l’ascoltiamo e lasciamo che ogni pensiero, dubbio, preoccupazione ed emozione si muova liberamente nella stanza, tutte nessuna esclusa, lì ognuna ha pieno diritto di cittadinanza, l’assimiliamo, aspettiamo, poi gli offriamo un appiglio, lo facciamo con le parole, risaliamo il fiume ed arriviamo al cuore ed alla mente di chi abbiamo di fronte, ma è importante sapere dire e scegliere le parole per raggiungere quella sintonizzazione emotiva, perché le parole sono anche il distillato di una storia, emotiva, cognitiva, culturale tipica solo e unicamente di proprietà di quella persona.
16/09/2024