Via dei Molini 454, Sarzana 19038
Numero di telefono dello specialista 0187961166
Leggi di più06/06/2023
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La mia concezione di cura e di relazione d'aiuto è direttamente connessa alla visione dell'essere umano e nasce dall'unione delle grande tradizioni spirituali - ciò che è sempre stato detto - con le nuove scoperte delle neuroscienze.
Li chiamo i quattro punti cardinali della relazione che cura:
Il primo punto è la naturale propensione dell’essere umano all’armonia, alla bellezza, alla connessione e alla condivisione. È sufficiente osservare come si comportano i bambini molto piccoli, sono naturalmente solidali e cooperativi. E tutti noi possiamo ricordare, almeno una volta, la nostra particolare sensazione di benessere assistendo uno spettacolo naturale, ascoltando una grande musica o guardando un’opera artistica. A volte la persona dimentica innanzitutto la bellezza e l’armonia che essa stessa esprime, perdendo il contatto con le proprie risorse. Allora il primo passaggio fondamentale è recuperare, riconnettersi con la propria natura intrinseca.
Quando non siamo in grado di esprimere naturalmente tutto questo da adulti significa che è accaduto qualcosa che ha impedito al nostro potenziale di dispiegarsi liberamente.
E allora il disagio che proviamo è perché in qualche modo sentiamo di essere prigionieri di qualcosa che non è autenticamente nostro, che sono i nostri condizionamenti e le abitudini automatiche.
Ecco allora il secondo punto: per uscire da questa confusione e liberarsi da questa prigionia è necessario innanzitutto riconoscere questi condizionamenti e come agiscono in noi sotto forma di pensieri e di azioni ricorrenti.
Molta di questa confusione nel presente nasce dal fatto che quando eravamo piccoli non abbiamo ricevuto tutto quello di cui avevamo bisogno. E questa è un’ingiustizia primaria, ma nessuno ci ha detto che avevamo ragione. Questa è una ferita relazionale e può guarire in una relazione di cura in cui ci sentiamo visti, accettati e riconosciuti nella dignità del nostro essere.
È questo il terzo punto: prima dei contenuti e della specifica competenza, è fondamentale uno spazio di libertà ed ascolto empatico privo di giudizio moralistico, che possa accogliere incondizionatamente - senza se e senza ma - nella propria sofferenza.
Questo ci porta al quarto punto, che è la parola integrazione: qualunque aspetto della nostra personalità e qualsiasi nostro comportamento, ha una ragione di esistere. Ci sarà capitato di maledire una parte del nostro carattere o un nostro limite. In realtà non c’è nulla da togliere, addestrare, estirpare dentro di noi.
Si tratta invece di sintonizzarsi con queste parti, coltivando una sguardo verso noi stessi che comprende, prendere-con, in modo da arricchirci quotidianamente di nuove possibilità.
Da questi quattro punti cardinali emerge un quinto punto, che sta sopra: la relazione di cura deve essere genuina, è un incontro tra due esseri umani che condividono la stessa condizione, una condizione di vulnerabilità esistenziale. Quando siamo in grado di vedere questa vulnerabilità senza paura, allora emerge la vera forza.
33 recensioni
Il Dott. Walter è un uomo disponibile e con un enorme tatto, competenza e pazienza. Mette a proprio agio e stimola al ragionamento e alla profonda osservazione interiore, senza giudizio. Trova - senza sforzi - la chiave di interpretazione e la lettura alla situazione vissuta sempre attraverso esempi e riflessioni stimolanti.
Ottima visita dottore molto professionale molto preparato
Coglie subito lo stato d’animo e aiuta ad esprimerlo anche ai fini della consulenze
Un angolo di tranquillità dove trovare rifugio, accompagnati da un professionista attento, empatico e rassicurante
Non esiste una recensione x un professionista così così eccellente preparato simpatico la sua energia va oltre le sue sedute ti accompagnano fino alla prossima.... felice di averlo conosciuto e di continuare...xke poi diventa difficile fare a meno di lui grazie
Ottimo terapeuta con grande capacità di ascolto e di elaborazione di tecniche e soluzioni rivolte a risolvere i/il problema/i
Ho avuto da subito una percezione di benessere, ho trovato una persona attenta con cui dialogare senza filtri e paure, quello che cercavo.
Durante un periodo di grande smarrimento ho optato nuovamente per la terapia psicologica anche se mi sentivo piuttosto disillusa nei confronti di quest’ultima. Fin dalla prima seduta il Dott. Sammi ha fatto la differenza: fin dalla prima seduta mi sono sentita compresa, accolta ed ho avuto la sensazione che la serenità potesse realmente abitare i miei giorni. Il Dott. Sammi ha la capacità di comprendere esattamente ciò di cui hai bisogno in un determinato momento, se di un sorriso o un fazzoletto con cui asciugare le lacrime. Con lui è possibile parlare della propria storia personale ma anche riflettere sui temi alla base delle nostre più grandi domande esistenziali. È in grado di prenderti per mano e accompagnarti nel dolore aiutandoti a capire ciò che è giusto per te, per la tua persona e per la tua vita. Le sedute con il Dott. Sammi sono un momento di profonda crescita personale e conoscenza di sé, scoperta di chi siamo e chi vorremmo essere senza tralasciare i momenti in cui ridere ma ridere di cuore. Parlare con lui è un’esperienza che tutti dovrebbero fare: è in grado di cambiare il tuo sguardo al passato, al presente, al futuro e alla vita in generale.
Walter e' una guida eccellente per ogni momento della vita. Professionalita', conoscenza, intuito, nonche' grande sensibilita'
Persona molto empatica ,attenta e preparata!sono stata da altri prima di lui e non ho ricevuto la stessa attenzione e sensibilità nell' ascolto e nel metodo .molto cortese ,puntuale ,disponibile e attento .
ha risposto a 8 domande da parte di pazienti di MioDottore
Salve dottori, a causa della fine di una relazione, avvenuta 6 mesi fa,ho perso l'appetito e di conseguenza molti chili, ero sovrappeso e adesso porto la taglia 36. Per i primi 3/4 mesi sono stata inappetente, dopodiché l'appetito mi è tornato ma, nonostante mi dicano di essere eccessivamente magra, ora ho paura di prendere i chili persi e non riesco a mangiare più la quantità di cibo di un tempo. Oltretutto guardandomi allo specchio non riesco a vedermi così magra. Mi sembra di non riuscire a vedere effettivamente il mio corpo per ciò che è. Mi chiedo se la mia reazione è normale dopo un forte periodo di stress o se sono diventata anoressica senza averlo "programmato". Grazie per l'attenzione e buona serata.
Buonasera, concordo con i colleghi che le hanno indicato alcuni punti "oggettivi" che le consentano, confrontandosi con i dati di realtà, di avere un quadro equilibrato della situazione.
Il suo peso è più del 20-25% inferiore alla norma?
Che relazione instaura, dal punto di vista emotivo e di significati, con il cibo e il momento dei pasti?
Ha contattato un nutrizionista e ha chiesto il suo parere medico?
Queste sono alcune domande utili per lei ad orientarsi con maggiore obiettività, perché potrebbe essere - e mi auguro che sia il suo caso - che lei giustamente desideri non tornare alla condizione precedente di sovrappeso e che il suo organismo si sia riprogrammato in maniera "non patologica" in modo da non assumere più la quantità di cibo assunta in precedente.
Detto questo è assolutamente fondamentale che lei prenoti una visita con uno specialista nutrizionista per confrontarsi su questo delicato passaggio di vita.
Salve,
ho perso mia suocera ad aprile 2020 per covid. mio marito sembra tranquillo apparentemente ma da mesi ha iniziato a sviluppare momenti di rabbia estrema anche per delle sciocchezze e questo accade soprattutto quando la mancanza della mamma si fa sentire di più. non si da pace del fatto di non averla potuta più vedere e che sia morta da sola in ospedale. Visto che non vuole farsi aiutare da uno psicologo, chiedo a voi un consiglio di come posso stargli vicino e provare almeno a gestire questa sua rabbia visto che lui da uno psicologo non ci vuole andare. Vi ringrazio.
Quello che lei può fare ha due direzioni parallele: da un lato proteggersi da una rabbia non elaborata che comunque rischia di ferire, intendo dire che il primo punto doveroso è aiutare se stessa a stare in questa situazione. Dall'altro lato è giusto aiutare suo marito ed in questi casi molto spesso può essere utile proporgli di parlare con lei di questa situazione, in modo che i sentimenti non espressi e le emozioni represse non si traducano in comportamenti dannosi o pericolosi. Può essere un inizio, affinché si creino le condizioni per suo marito di comprendere l'importanza di parlare di questi eventi luttuosi: questo potrebbe essere il primo passo, per suo marito, verso un percorso di psicoterapia volto ad elaborare questo evento luttuoso, aggravato in questi periodi dal senso di ingiustizia e di frustrazione profonda di non poter vedere i propri cari defunti.
Mi auguro di esserle stato d'aiuto, un caro saluto.
Walter Sammi
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