Via Cesare Battisti, FI, Italia, Ponte a Cappiano 50054
Si richiede di contattare il professionista al numero di riferimento indicato prima di prenotare la prima visita.
Numero di telefono: 3473123988
22/01/2025
Prato 3 indirizzi
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20 recensioni
mi sono trovata benissimo con la dottoressa, consigliato questo percorso
Ho avuto la fortuna di incontrare la Dr.ssa Benvenuti Valentina( Prato). Ha rappresentato un punto di svolta per la mia vita, ha permesso di aprirmi con fiducia e senza timori di giudizi. In un ambiente di ascolto autentico, empatico ed accogliente, la Dr.ssa Valentina ha avuto la capacità di cogliere ciò che non riuscivo ad esprimere a parole. Ogni seduta è uno spazio di trasformativo e di ricerca, dandomi strumenti concreti per affrontare momenti complessi.
Consiglio vivamente la Dr.ssa Benvenuti, per me una vera alleata nel mio percorso di crescita personale.
La dottoressa Benvenuti mi ha seguito con professionalità e ha saputo instaurare con me un ottimo rapporto terapeutico, improntato alla fiducia reciproca e alla concretezza operativa. Le sedute mi hanno fatto progredire sul percorso della guarigione; ho notato nel suo approccio un vero interesse alla persona paziente. In seguito alla mia esperienza mi sento fortemente di consigliarla.
Mi sono trovata molto bene con Valentina sin dalla prima seduta. È riuscita a mettermi subito a mio agio, creando un ambiente accogliente e sereno. È una persona estremamente professionale, disponibile e attenta alle esigenze del paziente. Grazie alla sua competenza e al suo approccio empatico, mi sento davvero supportata nel mio percorso. Se state cercando una terapista che sappia ascoltare e accompagnarvi con serietà e sensibilità, Valentina è sicuramente la persona giusta
Buonasera, ho fatto un percorso con la Dottotessa Benvenuti, in un periodo molto difficile della mia vita...Mi ha aiutato a venirne fuori, a capire tanti miei comportamenti, e sopratutto a credere in me stessa...
Grazie di cuore Dottoressa, mi sento fortunata ad averla conosciuta...
Dott.ssa Valentina Benvenuti
Grazie di cuore per questo riscontro. Non c'è più bella gratificazione di stare al fianco delle persone in momenti difficili e favorire il contatto con le loro risorse interne. Un augurio speciale di buon proseguimento di vita!
La dottoressa Benvenuti mi ha aiutato davvero tanto in questo percorso, mettendomi subito a mio agio e ad analizzando in maniera accurata le mie difficoltà, fornendomi poi dei consigli e degli strumenti che ancora oggi utilizzo quotidianamente per affrontare al meglio le situazioni più delicate.
Dott.ssa Valentina Benvenuti
Grazie mille per il tuo feedback! Sono lieta che l'atmosfera e il mio approccio ti abbiano fatto sentire a tuo agio. Ti auguro il meglio! Cordiali saluti.
La dottoressa è molto preparata, lo studio è un ambiente tranquillo e rilassante. In orario diurno si può ammirare la vista sulle colline, in quello serale le luci soffuse rilassano molto rendono l'ambiente accogliente. Il mio percorso sta funzionando e sento di essere venuto nel posto giusto per risolvere i miei problemi.
Dott.ssa Valentina Benvenuti
grazie per le belle parole
Seria e attenta mi sono trovata bene Valentina Benvenuti brava professionista
Dott.ssa Valentina Benvenuti
Mi fa piacere trasmettere serietà e attenzione, credo sia una base importante da cui partire. Grazie molte per le sue parole
Mi sono trovata a mio agio e in completo stato di tranquillità, ha centrato la mia situazione di disagio e mi ha saputo condurre con dlicatezza, attenzione e massima comprensione a capire la causa de mio blocco. Grazie di cuore Valentina
Dott.ssa Valentina Benvenuti
Grazie Martina, è sempre molto utile conoscere il vissuto della persona che ho davanti, e tu sei stata molto precisa e attenta, grazie davvero.
Attenta, coinvolta e partecipativa. Ti fa sentire a tuo agio in poco tempo.
Dott.ssa Valentina Benvenuti
Pensavo che queste caratteristiche fossero scontate in chi svolge il mio mestiere: ti ringrazio per averne sottolineato il valore.
ha risposto a 28 domande da parte di pazienti di MioDottore
Buonasera Dottori, se avrete la bontà di leggere tutto vorrei raccontarvi la mia storia, un pò per sfogo, un pò per condividere con dei professionisti il mio vissuto ma forse anche perché sono ancora alla ricerca, magari sbagliando, di un senso e di un perché a tutto quello che è successo. Vi premetto che ormai sono passati 10 mesi da quando tutto è finito, stò meglio, ho riflettuto tanto, e in qualche modo adesso cerco di andare avanti. Sono stato fidanzato con la mia ex per 16 anni dall età di 20 io e 19 lei. Non siamo sposati e non avevamo figli. Premetto che lei, figlia unica e sempre accontentata in tutto dai genitori, fà un lavoro a contatto con molte persone e che la porta a stare fuori a volte qualche giorno a settimana e alle volte anche per una settimana intera. Dopo circa 3 anni mi lascia. Le "motivazioni" sono state abbastanza banali, "non sentivo la tua mancanza quando ero fuori, per me non è normale questa cosa,non provo più niente per te". Il tutto di punto in bianco, senza nessuna avvisaglia, senza che io abbia percepito allora nessun tipo di malumore da parte sua, se non i classici bisticci che due fidanzatini possono avere a quell età. Dopo circa 2 mesi però vengo a sapere che ne aveva già parlato prima con le amiche di quello che avrebbe voluto fare e si era confidata che mi aveva lasciato per un altro, un collega. Quando lo vengo a sapere chiedo spiegazioni a lei. Da prima non ammette niente, anzi nega tutto, poi alla mia richiesta di chiamare "lui" per un chiarimento lei ammette il tradimento ma dice anche di aver capito di aver sbagliato che voleva stare con me e fà di tutto per farsi perdonare.Decido di non indagare per sapere come in realtà fossero andate le cose e "semplicemente" scelgo, anche se con molta difficoltà ma spinto soprattutto dal sentimento che provavo per lei, di perdonarla. Preciso che negli anni non le ho mai rinfacciato quello che è successo anche se, nonostante accaduto da "ragazzi", ha lasciato dentro di me un ombra che non sono mai riuscito a cancellare veramente. "Ombra" che a volte mi faceva pensare che avrebbe dovuto Lei fare sempre un qualcosa in più per me, come se dentro di me la reputassi in "debito" nei miei confronti per quanto accaduto. Mi spiego meglio. Non succedeva spesso di sentirmi così, ma per esempio a volte dopo un litigio anche banale, litigi davvero poco frequenti tra noi, questo "debito" mi faceva chiudere nel silenzio evitandola e aspettando che facesse Lei il primo passo per chiarire. Il tutto poteva durare al massimo un giorno, non di più. Inoltre se capitava di guardare un film con una scena di tradimento o se con la compagnia di amici veniva fuori qualche discorso di quel tipo la mia memoria tornava sempre all accaduto facendomi comunque incupire dentro anche se cercavo di non darlo a vedere. Posso dire oggi di aver forse sbagliato a non parlarne mai apertamente con Lei di come a volte mi sentivo ma non volevo riaffrontare il passato pensando che comunque avrebbe portato solo malumori inutili a entrambi. Passano comunque gli anni da quell episodio, viaggi, amici, insomma il tutto spensierati e felici. Non mi ha mai più dato modo di dubitare di lei e io abituato anche al suo carattere più forte e estroverso del mio non facevo tanto caso al suo voler, alle volte, essere un pò al centro dell attezione. Una sera però in cui eravamo in un pub con gli amici, lei se ne stava tranquilla un pò in disparte dalla compagnia a ridere e scherzare(lo definirei flirtare) con un amico comune e un tipo con cui aveva avuto una storiella prima di mettersi con me. E io? Invisibile?Ovviamente litighiamo e in quel caso non ce la faccio, gli rinfaccio quello successo anni prima, piange e dice che non stava facendo niente di male ma solo parlando, ma la mia testa in quel momento non ragiona, rinasce il dubbio, e se io non fossi stato lì? Cosa sarebbe successo? Ci chiariamo e decidiamo di andare a casa terminando lì la serata e il fatto "muore" li. Ma andiamo avanti. È il 2020 e insieme acquistiamo una casa traferendoci lì nel 2021. Non abbiamo mai convissuto prima ma dormivamo sempre insieme a casa mia o a casa sua. Eravamo entrambi molto presi, la casa e il giardino grande, lavoretti da fare e l arredare il tutto, ci piaceva. Io sono sempre stato molto preso dal finire i vari lavori per vedere completato quello che avevamo iniziato e gran parte del mio tempo libero lo impiegavo a terminare e seguire quelli che erano i vari lavori e a tenere curato il fuori. Preciso che non ci siamo mai fatti mancare niente, cene, ferie, uscite con gli amici ecc. L ultimo anno è stato un pò più "faticoso" per me, tra il lavoro che comunque mi impegna 10 ore al giorno e seguire le ultime cose da finire a casa ero molto stanco e spesso tornando io prima di lei, lei come al solito rincasava alle 22 io intorno alle 18, la aspettavo sul divano un pò mezzo addormentato. Ripensandoci dopo e a mente fredda posso dire che il rapporto sicuramente si era"raffreddato" un pò, lei un pò più distante e io idem assorto nelle varie cose. Fatto stà che ad Aprile 2024 lamenta di sembrare essere diventati coinquilini, che da quando è un pò più a casa passiamo meno tempo insieme e che non sopporta che io stia a letto con il cellulare(cosa sempre fatta da entrambi in tutti questi anni). Tutto questo per l appunto dopo essere tornati da una settimana di ferie all estero. Banalmente pensando che il problema o il suo fastidio fosse il cellulare lo "tolgo" e non dice più niente a riguardo.Preciso che non siamo mai stata una coppia molto "chiaccherona", visti anche i diversi orari di lavoro e il fatto che alle volte era fuori il fine settimana ci vedevamo "poco", come del resto è sempre stato. Le serate passavano però tranquille tra amici, casa, TV, fine settimana al mare, insomma quello che una normale coppia fà. Passa l estate scorsa, in cui c'è stato qualche litigio per delle sciocchezze, la "distanza" tra noi aumenta ancora e, a seguito di un intervento da lei subito, una sera qualche giorno dopo essere ritornati a casa, "basta è finita"! Inizialmente mi accusa di non tenere più a lei, che dopo l intervento non le sono stato abbastanza vicino come avrei dovuto essere, accusandomi di essermi assentato 2/3 ore per cose che avrei potuto rimandare(preciso che sono stato con lei in clinica assistendola il giorno e la notte), che ci sono stati degli episodi(cavolate del tipo non averla portata al mare un fine settimana) che gli hanno fatto pensare che a me di lei non interessava più niente. Che non gli ho mai fatto trovare niente di pronto per cena quando rincasava, che si è sentita "trascurata" e poco desiderata da me, dicendomi che da un periodo
non la cercavo più come un tempo. Mi accusa di pensare solo a sistemare casa NOSTRA e a non pensare a noi come coppia, che voglio sempre fare quello che mi pare, che in fondo non abbiamo niente in comune non facendo lo stesso!?? Praticamente un fiume in piena di cose ma NON mi ha mai e dico mai espressamente detto nulla di simile o manifestato questo suo malessere prima altrimenti avendo saputo cosa le dava fastidio mi sarei sicuramente comportato di conseguenza. Io gli dico che da parte mia non è assolutamente così, che non può giudicare lei quello che provo io senza parlarmene ma risponde che ormai anche i suoi sentimenti per me sono cambiati e che lo stesso pensava fosse per me nei suoi confronti. Mi dice che addirittura da Marzo 2024 lei non sapeva più cosa provava per me(come fà a sapere da quando?), che non le sembravamo più una coppia, non eravamo più affiatati come un tempo, che secondo lei nel nostro rapporto c era qualcosa che non andava,che ha paragonato la nostra storia a quella di due sue amiche vedendole così prese e felici(entrambi stanno assieme con i "nuovi" ragazzi da circa 1 anno!)che si aspettava da me che le chiedessi più uscite fuori porta insieme e che comunque lei non era più felice da tempo. La porto fuori a fare una passeggiata per tranquillizzarla, la capisco, le chiedo se dopo avermi detto tutto era più tranquilla(risponde di si), gli dico di non preoccuparsi di andare a letto e che il giorno dopo ne avremmo riparlato. L indomani mi dice di aver preso forse una decisione troppo affrettata e che voleva passare del tempo distanti per capire meglio. Io non ero d accordo perché non ho mai creduto alle pause ma accetto. Mi chiede di non scriverle e non chiamarla, vuole capire se le manco. È però difficile e di fatto non ci riesco molto ma fatto stà che dopo una settimana le chiedo se voleva passare un fine settimana al mare, accetta e quando torniamo anche se non con entusiasmo mi dice di restare a casa e di "riprovarci".
Cerchiamo di passare più tempo insieme, io cerco di farle capire quanto sia importante per me la nostra storia, che ci tengo veramente, che la amo, e cerco di darle le "attenzioni" che lamentava mancassero.Passano dei giorni però in cui lei quando torna a casa la sera non stà mai bene, è agitata, nervosa, io che le chiedo spesso come stà e lei che mi dice di non chiederglielo sempre perché le metto ansia così anche se era impossibile da parte mia perché non la vedevo quasi mai tranquilla. Le danno fastidio gli abbracci, i baci, il contatto, anche il semplice chiamarmi "amo". Insomma non la vedevo mai sincera nel voler recuperare il rapporto anche se diceva e mi scriveva il contrario, e comunque spesso mi ribadiva che non sapeva cosa provava, non lo capiva più. Io non riesco a sopportare di poter passare i giorni con Lei sempre con questo "dubbio" e dopo circa una settimana le dico che non ce la faccio più ad andare avanti così e che avrei chiuso io. Il giorno dopo la mia "scenata"(per modo di dire) mi dice di aver capito di non volermi perdere e piano piano le cose sembrano migliorare e tornare alla normalità. Insomma iniziamo a parlare di più. Passano circa 2 mesi e mezzo, parte per un fine settimana fuori a lavoro. Prima di partire le chiedo se mi ama e se fosse felice, risponde di si ma quando torna: "Ho capito che non provo più niente, non mi sei mancato e non è stata normale questa cosa visto quello che abbiamo passato.Comunque per me era sicuramente finita prima di "riprovarci", ci ho riprovato solo perché mi sembrava giusto così". Mi ha detto che tutto quello che abbiamo fatto insieme dopo la prima rottura lei ne avrebbe avuto bisogno prima perché ormai era tardi, che non mi ha più riconosciuto perché mi comportavo come non avevo mai fatto(cercando di essere più presente) e che comunque mi comportavo così perché c era stata appunto la prima rottura e che quindi ha dovuto dirmi lei le cose che non andavano facendole pensare che io non fossi più spontaneo(ancora non riesco a leggere nel pensiero!) Ovviamente sono stato malissimo anche perché mi sono sentito preso in giro negli ultimi 2/3 mesi per poi essere scartato così. E dopo tutto mi ha pure detto che comunque le "colpe" le abbiamo al 50% se la storia è finita. Che è finita per tutta una serie di piccole cose che sommate l hanno portata a lasciarmi, che nell ultimo anno non sopportava più il mio carettere, che penso troppo alle cose in generale e che secondo lei saremmo dovuto essere diversi, più spensierati. Insomma non sopportava più niente di me anche se non mi ha mai dato niente a vedere. A distanza di 2 mesi poi della rottura definitiva mi ha comunicato che aveva iniziato a sentirsi con un suo collega. Collega con cui tutt ora si frequenta. È "normale" elaborare una rottura in così poco tempo? Non riesco a capire se tutte le cose dette siano una la marea di scuse inventate e se sia lui il motivo reale della rottura. Ovviamente gliel ho chiesto ma è stata ovvia anche la sua risposta negativa, ribadendo che è riuscita a uscire subito con un altro perché la nostra storia era per lei finita da tempo. Come può allora, anche chi decide di rompere, cancellare il passato e una persona nel giro di pochi mesi e andare avanti così? Forse la verità non la saprò mai o forse come tutti mi dicono ce l ho sotto gli occhi da tempo ma non voglio vederla. Scusate lo sfogo e grazie a chi vorrà darmi il suo parere.
carissimo,
in tutto questo "sfogo" ci sono ancora molti sentimenti, emozioni, sensi di colpa da esplorare. Sicuramente è importante farlo, per poter lasciare il campo ad una nuova dimensione, se vogliamo anche di coppia. L'"elaborazione", a giudicare dalle vostre diverse tempistiche, è una pratica individuale e va ricercata assolutamente, dando priorità alla propria. La ricerca di senso a questa trama gioverebbe sicuramente, l'aiuto di un professionista può essere davvero risolutivo. Entrare in "ciò che non si vuole vedere", sarebbe di nuovo doloroso e frustrante, ma rappresenta un passaggio obbligato per dare senso e valore a questi anni e compiere il salto: un presente di nuovo vivo . A disposizione anche on line. In bocca al lupo!
Ciao a tutti volevo raccontarvi la mia esperienza riguardo le mie diverse terapie. È un discorso un po’ complesso, cercherò di spiegarlo come meglio posso. Mi sono reso conto che in terapia a volte ci sono delle interferenze filosofiche. Faccio un esempio. Fanno passare per mente ciò che io invece sento nel corpo, oppure faccio un sogno io sento che veniva proprio dalla mia anima e il terapeuta mi dice scopriamo cosa la mente sta cercando di dirci. Questi errori di sintonizzazione mi fanno chiudere anziché aprire. In più mi danno la sensazione che il terapeuta non sia sintonizzato col suo sentire. Mi sembra che a volte é come se non distinguessero la differenza fra ciò che appartiene alla mente e ciò che appartiene all’anima, creando moltissima confusione. Come se parlassimo due lingue diverse. Per anima intendo quella energia, presenza, conoscenza che sentiamo nel corpo, che ci fa sentire presenti, che esistiamo e cosa siamo, senza il bisogno di pensare. Questo è un tema che mi tocca da sempre, da quando sono piccolo e mi ha sempre creato tantissima confusione. Io una mente neanche la sentivo, sentivo solo il mio corpo, la mia energia interna e il campo emozionale (io lo chiamo così) intorno a me. La mente poi l’ho iniziata a costruire negli anni, ma non mi è stato per niente d’aiuto, perché mi allontana da me stesso e poi ci sono principalmente i miei genitori lì dentro, almeno in origine, poi si è aggiunta più roba. Infatti é la mente a condizionarsi e non l’anima. Non mi è mai piaciuta la filosofia perché io sento che si allontana dalla reale esperienza umana, portando le persone a vivere nella mente. Quello che ho riscontrato con tristezza però é quanti di questi presupposti filosofici si ritrovino in terapia, ma anche nel mondo in generale e secondo me ostacolano le persone a comprendere, sentire se stesse e il mondo, per lo meno ostacolano me perché non sento il contatto col terapeuta, o se lo sento é vacillante. Ma non perché c’è una reale incompatibilità tra me e lui/lei ma perché sento che c’è una mente di mezzo. Vedo anche terapeuti che ripetono cose che hanno studiato e boh io provo pure ad ascoltarli e a convincermi ma poi mi chiedo, ma perché? non sento neanche che le dicano in modo sentito. Poi a me sinceramente non risuonano per niente dentro e mi sembrano appunto dei soli concetti mentali. E mi chiedo anche ma che senso ha portarli in terapia? Vi scrivo perché volevo sapere un po’ delle vostre esperienze. Non penso di essere l’unico ad avere avuto questa sensazione, e in passato magari avrei anche accettato di adattarmi a ciò che il terapeuta mi diceva pur di avere qualcuno, come ho fatto, però adesso sinceramente non mi sento più di voler tradire me stesso (anche perché mi sono reso conto di aver sbagliato in passato), ma allo stesso tempo ho bisogno di un contatto sentito con qualcuno per continuare il mio percorso di cura. In più non sento neanche di fare terapia perché è come se fosse spostata su un piano mentale e intellettuale.
Buonasera gentile utente, trovo il suo quesito molto interessante. "La mancata sintonizzazione" con il terapeuta può dipendere dal suo approccio: ha mai cercato di rivolgersi a indirizzi esistenziali oppure psicosintetici in cui la dimensione trans-personale, la nostra unicità, il contatto con il nostro centro e quindi con la nostra anima è di primaria importanza? Se sente di "adattarsi" ad un terapeuta forse è già sbagliato in partenza. L'alleanza terapeutica, in quanto altro elemento che cura, farebbe fatica a costruirsi. Se lei sente il suo corpo ed è attento alle sue sensazioni questo lo sentirà e basterà trovare la persona giusta. Per l'altro quesito che porta mi trovo a confermare che il solo piano mentale non basta per fare terapia: l'essere umano ha tante altre funzioni psicologiche (immaginazione, intuizione, impulso/desiderio, emozione/sentimento, sensazione, che se armonizzati attorno ad un centro, e quindi all'anima può immergersi in un bel percorso terapeutico, ma soprattutto umano. Per cui fiducia, e buona ricerca! Se vuole possiamo sentirci online, il mio approccio è psicosintetico.
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