Esperienze

Psicologo dello sport, Psicoterapeuta.
Lavoro da diversi anni in ambito sportivo e aziendale per ottimizzare la performance degli atleti e di chiunque voglia ottenere il massimo dalla propria professione.
Sono esperto in comunicazione e tecniche per il perfezionamento della performance.
Mi sono perfezionato in Psicologia dello sport.
Ho una specializzazione in Psicoterapia Ipnotica conseguita con una tesi su come allenare le abilità mentali.
Mi sono formato in medicina Psicosomatica, Psicologia della scrittura, Specializzazione in tecniche di comunicazione efficace, EMDR, formazione nella cura delle dipendenze.
Ho una laurea in Psicologia conseguita presso l’Università degli Studi di Torino.
Sono stato docente in vari corsi di formazione per istituti e aziende della Lombardia.
Sono vice presidente dell’associazione “ConVincenteMente” che si occupa di formare e sviluppare nello sport la mentalità vincente.
Opero come Mental Coach in diverse aziende, come Psicologo dello Sport per atleti di altissimo livello in varie discipline, oltre che come psicoterapeuta in ambito clinico.
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C
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Professionista molto preparato, estremamente disponibile e professionale

M
Presso: Studio Lainate colloquio psicologico

Il Dr. Zenaboni è una persona che sa mettere a proprio agio. Una qualità semplice ma fondamentale in questo tipo di lavoro.
Riesce a farmi esternare,in modo diretto e senza problemi, tutto quello che sento dentro e che voglio dire.
Grazie per il suo supporto


P
Presso: Studio Lainate colloquio psicologico

Un dottore puntuale, dettagliato nel discorso è attento ai suoi pazienti

M
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Il dottore e di una umanita che non si trova piu in questi tempi...lo consiglio con tutto il

L
Presso: Studio Bergamo colloquio psicologico

La seduta terapica di rilassamento è stata molto positiva e riflessiva.
Mi trovo molto bene

G
Presso: Studio Lainate colloquio psicologico

Professionalità empatia e una preparazione che non trovavo da anni,potessi andrei anche 2 volte a settimana

A
Presso: Studio Bergamo colloquio psicologico

Per essere stata la prima volta ,mi sono sentita a mio agio. Ero preoccupata ma poi mi sono aperta come non avrei mai detto. Spero davvero che possa essermi di aiuto.

C
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Molto disponibile e bravo nel metterti a tuo agio durante il colloquio

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Disponibile, accogliente, un vero profenionista, lo conosco da molto tempo lo consiglio

D
Presso: Consulenza online colloquio psicologico online

Professionista eccellente, anche se è stata solo la mia prima seduta e la prima esperienza con uno psicologo mi sono trovata subito a mio agio. È molto cortese, puntuale e disponibile. Non mi son sentita giudicata ma compresa.

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Risposte ai pazienti

ha risposto a 58 domande da parte di pazienti di MioDottore

Potrò sembrarvi provocatoria, ma voglio sapere chi potrà rispondermi senza facili conclusioni cui una media intelligenza può arrivarci da sola.

Genitori che non ti hanno aiutato ad individualizzarti, ad essere autonomo, e che non ti hanno aiutato a creare una buona autostima, fanno sì, come nel mio caso, che alla domanda Cosa farai da grande, io a 49 anni, non sappia rispondere.
O meglio, risponderei ciò che mi piace fare, che ho provato a fare, che poi ho abbandonato perché, non mi valorizzava, perché forse non credevo in me, perché le vicende familiari mi fagocitavano ed ero stanca.
A 24 anni, facevo teatro, mi impegnavo con tutta me ed ero brava, dicevano. Mi trovai pure un agente, e feci cose in TV o cinema ma dentro ero una farfalla e fuori un elefante, vale a dire, sempre problemi di obesità, più o meno alta (diverse diete e risultati altalenanti). Ma la gioventù, il sapermi portare bene il peso, mi facevano per un po', crederci in quel lavoro. Poi a differenza degli uomini, che pure se di peso, possono fare ruoli drammatici, le donne, o sono belle e hanno ruoli rispettabili, o sono macchiette, caratteriste, e vengono derise. Faranno sempre ruoli secondari. Legge della ns società? Ok ma a me non stava più bene. Io volevo esistere e che fosse vista la bravura della farfalla, non usata per l elefante. Ovvio il problema fosse di accettazione e inadeguatezza, pure quando fui più magra, comunque non mi accettavo perché non ero come io volevo essere vista. Le mie energie, sensibilità, capacità erano di chi voleva essere protagonista, non comparsa. Seppur in gergo cinematografico ebbi sempre o per quel poco, pose da attrice, ricordo pure il mio nome e Cognome sul camerino. E le comparse varie, un po' scocciate. Si sa che se sei famoso, non ti sogni di dialogare con un Nome, ma se non sei famoso, il generico si e ti chiede " ah sei un'attrice? “. Stonava pure me, mi sentivo quasi usurpare quel ruolo, e fingevo una sicurezza fuori, rispondendo, si sono attrice. Dentro mica ne ero così convinta, come se una bambina prova a fare l adulta, e le dicono" ehi che fai, sei piccola, non puoi farle queste cose“. E da piccola accadde, mia madre assente, mentre c erano gli ospiti, io mi permisi di prendere un vassoio, e un ospite mi fece sentire inadeguata. Dentro forse si smontó qualcosa. Mi sono permessa di fare una cosa, da grande, non posso.

Detto ciò, poi venne meno la voglia di fingere, che mi sentivo attrice non credendoci fino in fondo, non volevo mortificare mia dignità, per qualche posa su cui fare becere battute e con le varie disgrazie malattie problemi, ebbi l'alibi in parte, in parte la stanchezza effettiva dei problemi, che non vissi più di ciò che mi piaceva. Lo feci in altro modo come autrice, regista teatrale, ma a livello amatoriale. E nel teatro professionistico, per cui anche lì mi dicevano brava, non ebbi più il coraggio, di far provini. Tentai con il doppiaggio, altro sogno, li grazie alla mia voce bella, elefante o farfalla non contavano, ma solo se sei parente o amante di... Senno se non hai conoscenze, le porte in faccia. Poi volevo fare l'organizzatrice di eventi, ma anche qui, basta leggere il pregresso familiare dei nomi importanti. Dietro ci sono soldi e raccomandazioni. Perciò, restavano i lavori tristi, dei call center. Fatti ma ero ancora più depressa. Perché la farfalla e la sua indole artistica, credo non morirànno mai. E quando poi mi dovetti occupare di mamma per anni, restava l elefante, e la farfalla era stanca anch'essa. E con dolore, credo che la malattia materna, seppur la abbia pagata in termini di salute psicologica, mi ha dato l alibi per non diventare apatica con i lavori dei call center e similari. Almeno mi sono illusa e lo sono stata davvero, utile a mia madre. Persa lei, e durante gli ultimi anni di vita, la farfalla si muoveva, ma la memoria uno requisiti di un attore, non ci sta più. E se mi si dice allenala non lo so fare. Se mi si pagasse un corso di memoria, forse gratis lo farei. Dico forse perché, il punto irrisolvibile fino ad oggi è, che la Farfalla non vuole sentirsi elefante, il secondo pure se sta a dieta, magari è più piccolo, ma non può credersi farfalla. E io non posso più fare teatro o cinena, oltre che per il covid, perché ho troppa paura. Nonostante anni luce, quella bimba rimproverata o fatta sentire inadeguata, o autogiudicata, non vuole vedere facce finte, non vuole rifiuti, porte in faccia. Le ha avute troppe volte dalla e nella vita. Idem vale nelle relazioni sentimentali. Si è sentita o solo desiderata ma non amata o non giusta, non bella a tal punto da esser scelta. O ha boicottato lei stessa, perché non vuole abbandoni, rifiuti. Per la legge dei grandi numeri, considerando che il mio problema sia il non esser magra, o vabbe diciamo grassa, senza edulcorare, comunque grazie a Dio, ho bel viso, femminilità, e pure uno fosse, (sinceramente più di uno) me lo ha detto che ero bella, ma fosse pure il Papa, io non ci credo. La prima che dice a sé stessa, guardi non va bene, non è giusta, ecc, sono io.

Solo che ora appunto, ho meno anni di vita del passato alle spalle e voglio vivere, cosa mai fatta. Ma ho paura e soprattutto non importa esser single, che io non potrò mai essere la bella della situazione, ma mi serve un lavoro.

Per Le pulizie? Lo status fisico più tendente ancora all'elefante (leggere grassa) non mi trovano adatta, a meno che fossero nei grandi uffici ecc.

Commesse? Vabe età e taglia mi discriminano. Magari sono brutte di viso, antipatiche ma loro possono ed io no.

Professioni specifiche? Non lo so perché non ho fatto informatica, ingegnera, meccanica, idraulica, ma non le so fare.

Lavori meno depressogeni tipo lavorare in mense, aeroporti in molti tipi di qualifiche richiedono conoscenze e che resta?

Call center? Beh no mai più, non mi basterebbero i soldi per curare la mia psiche.

L'arte? Oh si, che darei per tornare ad esistere ma come sopra, non da elefante piccolo o medio..

Perciò, se mi steste per dire che ho bisogno di una psicoterapia, vi rispondo, che si concordo, ci ho creduto, l ho fatta, ma nessuno ha mai capito che il problema sta alla base. Puoi essere e vabbe io non lo sono comunque, una TG 42 ma se hai la psiche obesa, sarai sempre inadeguata. Poi in Italia, patria della esteriorità più che mai. Perció senza soldi, come pago una psicoterapia? Forse ci vorrebbe un mental coach? Non mi dite ASl, che la mia è fatta di medici matti.
Offro un caffè virtuale a chi può dare una risposta diversa, dal... Le occorre una psicoterapia..

Nb. Pure volessi mettere a tacere la farfalla insoddisfatta, i lavori tristi neppure si trovano e allora che si fa? Mi piglio I farmaci, per non pensare che non sarò mai Cenerentola, neppure la Strega che ha un suo perché, e che non sono e non voglio essere una sorellastra.

Buongiorno secondo me la farfalla non è ancora nata... il percorso che deve fare e’ ancora lungo magari passando dalla propria accettazione..
Io non le consiglio quale terapia o persona (dipenda da quello che lei vorrà accogliere come guida o consigliere) ma penso che sia il caso di rivalutare la propria visione del mondo e delle conseguenze che il mondo ha su di lei.
Buona vita

Dott. Stefano Zenaboni

Salve sono una studentessa quasi alla fine del suo percorso universitario triennale, quindi consapevole dell’esito finale che non è esattamente quello che volevo. Questo mi provoca ansia, la notte non riesco ad addormentarmi, mi vengono delle crisi di pianto improvvise, perché mi sento inferiore rispetto a tanti miei coetanei che invece hanno concluso questo percorso con risultati buoni se non eccellenti. Ho una vita apparentemente felice, mi consolo sperando che con l’inizio del nuovo percorso magistrale andrà meglio ma questo senso di inferiorità rispetto agli altri mi sta divorando e vorrei tanto sapere come superare questo momento.

Gentilissima la vita purtroppo e’ in sequenza di cambiamenti e diversità ma non per questo negativi.
Dobbiamo imparare ad essere anti fragili e flessibili ai salti di livello che possono cambiare le nostre abitudini, anche se ciò fa paura.
Il consiglio è quello di fare un percorso psicologico propio per allenare l’antifragilita e recuperare strumenti per renderla più forte.
Buona vita

Dott. Stefano Zenaboni
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