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ha risposto a 2 domande da parte di pazienti di MioDottore
Ho 62 anni ,un compagno che mi vuole bene e con il quale sto bene,una casa mia,e niente di cui possa lamentarmi.Ma io sono caratterialmente una persona scontenta e due mesi fa è insorto il pianto,poi apatia e sempre più giù in cocomitanza con la primavera.Non è la prima volta che mi capita,ma dopo 2 mesi di pianti continui dono andata da uno psichistra che mi ha prescritto Brintellex 10 gocce.Dopo 2 settimane io sto peggio e piango ancora di più,anche perché mi danno fastidio gli effetti collateralj,ansia,mal di testa,di pancia.Insomma stavo meglio prima.Cosa faccio,? Interrompo o vado avanti? Lo psichiatra mi ha consigliato dei colloqui con una psicologa che io ho già iniziato ma ripeto piango adesso tutto il giono.grazie per la risposta
Per quanto io non sia un grande "fan" degli psicofarmaci, mi permetto di sconsigliarle vivamente l'interruzione nell'assunzione del Brintellex. Piuttosto ne parli con il suo psichiatra e si faccia prescrivere un percorso di scalaggio graduale affinché la situazione non peggiori ulteriormente.
Il supporto psicologico, in una situazione come quella da lei descritta, credo possa esserle di aiuto. Percepisco dalle sue parole, ma potrei sbagliare, una certa "fretta" nel volerne uscire. Purtroppo è necessario soffrire per smettere di soffrire. Il poeta Robert Frost affermava che per uscire fuori dal dolore occorre passarci attraverso. Non c'è altra strada.
Cordialmente
Buongiorno, mia figlia ha 13 anni. Frequenta la seconda media con ottimi risultati, va a scuola di danza 3 volte la settimana da quando aveva 3 anni, frequenta un gruppo parrocchiale, ma nonostante ciò non riesce ad avere un'amica. Ogni volta che sembrava la volta buona, è stata una delusione scoprire che veniva cercata solo perché volevano aiuto nello studio o perché in quel momento "faceva comodo". Lei chiaramente ci sta male, è una ragazzina molto sensibile e introversa, è bella, dolce, altruista, ma nonostante tante qualità non riesce a venire accettata. Anche a danza non ha stretto delle amicizie solide, e a scuola viene un po' messa da parte perché considerata secchiona e non ha atteggiamenti di esibizionismo come altre coetanee. Vorrei un parere su come aiutarla, ho provato di tutto e anche lei. La sua autostima continua a crollare. Viene evitata perché non è come le altre, ma lei mi dice che non riesce a conformarsi e un po' la capisco perché a lei ancora nn interessa uscire con i ragazzi, truccarsi o vestirsi in un certo modo. Aiutatemi e ditemi che questo passerà e troverà la sua strada. Grazie in anticipo per la risposta.
Da genitore capisco quanto possa mettere apprensione l'idea di avere una figlia "ai margini", ma dal mio punto di vista e dalle poche informazioni disponibili, se sua figlia trae ancora piacere dall'andare a danza, dallo studio e dalle frequentazioni parrocchiali, il problema può essere considerato "evolutivo" e nel tempo le cose potranno senz'altro migliorare.
Non solo.
Quello che viene visto attualmente come un problema, potrebbe essere considerato come un'opportunità, l'opportunità di imparare a stare bene con se stessi e a non dipendere troppo dagli altri. Affinchè le amicizie siano viste come un arricchimento della propria vita e non come un vuoto da riempire.
Ma nel caso la sua sofferenza di genitore dovesse diventare "importante" contatti un professionista che le possa essere di aiuto, anche perché alle volte noi genitori, animati dalle migliori intenzioni, non sempre produciamo i risultati sperati.
Cordialmente
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