Dott.ssa
Paola Cremaschi
Psicoterapeuta,
Psicologo
Psicologo clinico
Altro
Gallarate 2 indirizzi
Esperienze
Ultimamente, mi sto occupando anche molto di adolescenti poiché in seguito al Covid è cresciuta una richiesta di attenzione ed ascolto verso i ragazzi, che appaiono a volte duri nel comportamento ma al contempo fragili e delicati, portatori di una profonda sofferenza. "Fragili come cristalli, gli adolescenti racchiudono in sé stessi tutti i colori. Occorre soltanto che un raggio di luce li attraversi nel modo giusto affinché possano sprigionare l’intero arcobaleno".
Un altro ambito di intervento del mio lavoro riguarda la genitorialità ed il conflitto di coppia genitoriale. Il master in mediazione familiare e scolastica mi ha dato più strumenti di intervento nei casi di separazione conflittuale e gestione delle problematiche familiari, con l'obiettivo di garantire una piena genitorialità ad entrambe le figure di riferimento e di aiutare le famiglie nel superamento della crisi e nell'elaborazione della sofferenza. Il conflitto genitoriale, infatti, spesso crea importante dolore emotivo e può alimentare aspetti traumatici nei figli. "La genitorialità è genialità e originalità perché così è la vita; è risorsa e diritto dei figli l'avere la presenza di entrambe le figure genitoriali"
Esperto in:
- Mediatore familiare
- Psicologia giuridica
- Psicoterapia sistemico relazionale
Indirizzi (3)
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Psicoterapia • 70 €
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Consulenza tecnica di parte • 70 € +2 Altro
Mediazione familiare • 110 €
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8 recensioni
Punteggio generale
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Simona
La dottoressa Paola è molto professionale e allo stesso tempo molto umana. Ci sta accompagnando in questo momento un po' complicato che è l'adolescenza restando sempre molto disponibile anche extra incontri. Rimane per noi un grande punto di riferimento e appoggio durante questo percorso..Grazie per tutto.
Agrelli Simona
Gent ma Dottssa , desidero esprimere la mia più profonda gratitudine per la professionalità, dedizione, disponibilità e attenzione rivolta a mio figlio per averlo aiutato a superare il suo momento difficile.
Grazie infinite da parte di noi genitori ma soprattutto di mio figlio !
Alice M.
La Dottoressa Cremaschi é stata la mia prima esperienza in psicoterapia. Grazie a lei sento di essere migliorata molto e di aver imparato a capirmi meglio. La consiglio ogni volta a chi mi chiede: “Conosci un bravo psicologo?”.
Lidia
Paola è stata la mia psicologa, mi ha aiutata nel mio percorso di vita. le ho fatto vari invii di persone che si sono sempre trovate bene con lei. Dopo anni ho ancora in mente le sue parole e i suoi consigli.
Silvia De Cia
La dott.ssa Cremaschi è una professionista molto preparata e di grande esperienza. Le ho inviato dei pazienti che si sono trovati a loro agio e ben supportati anche grazie alle doti umane che la dottoressa sa esprimere. Molto consigliata
Risposte ai pazienti
ha risposto a 2 domande da parte di pazienti di MioDottore
Buongiorno, mio marito dopo anni di ludopatia (dipendenza della quale non ero assolutamente cosciente) ha deciso di affidarsi ad un gruppo per uscirne. Devo dire che, salvo probabili ricadute che so essere frequenti, non vedo più segnali che mi facciano pensare che abbia ricominciato. Ha, come immagine rete, chiesto soldi ai suoi genitori, ai miei, ed ha subito umiliazioni personali in ogni ambito... Io collegavo tutto al fatto che il suo lavoro non processe bene (agente immobiliare).. In realtà poi, dopo essersi speso tutti i soldi che avevo sul mio conto, ha deciso di andarsi a curare. Il problema è che, quando finalmente potevamo respirare economicamente (visto che intanto aveva iniziato anche a lavorare bene), ha pensato bene una sera (aveva bevuto un po') di dirmi che non mi ama più e che voleva trovarsi un'altra sistemazione in zona per provvedere a nostro figlio (ha sei anni) Noi siamo insieme da ben 17 anni e ovviamente il rapporto, visti i continui problemi, ammetto fosse passato in secondo piano... Nonostante tutto dopo un mese è ancora a casa e i rapporti sono civili. La cosa che mi fa pensare è che evita sia la sua famiglia che i miei genitori. Proprio le persone che lo hanno aiutato in quegli anni atroci. Ho parlato con la persona che lo segue nel gruppo ogni mercoledì, e mi conferma che spesso che inizia un percorso del genere poi ha questa reazione proprio verso chi lo ha sostenuto ma anche umiliato in quegli anni.... E mi consiglia solo di farlo sentire in famiglia. Per ora vivo di ansia ma riesco a tenere la tranquillità in casa, con molto sacrificio... E mi da anche la netta impressione che in tutto questo sia confuso e parecchio.. Cerco di dargli meno incombenze possibili e in casa quando rientra mi faccio vedere sorridente e tranquilla, anche è soprattutto per mio figlio, e devo dire che la cosa sta portando almeno pace... Ma come immaginerete mi chiedo continuamente di che morte dovrò morire, se questa sua reazione è davvero data dal fatto che il suo riscatto coincida con me che gli ricordo quei momenti... E vivo con l'ansia nella speranza che tutto rientri.. A voi è capitato di sentire di qualcuno che abbia avuto questa reazione? È giusto che mi comporti così con lui dandogli spazio? Tenete conto che oltre al lavoro non esce la sera, a parte quando va nel gruppo, e non vedo segnali che possano farmi pensare ad un'altra. Me lo direbbe o comunque lo capirei se mentisse, quando gli è stata fatta la domanda diretta.. Vi prego aiutatemi...
Buongiorno, leggo le sue parole e capisco quanta sofferenza ci può essere nello stare accanto ad una persona in difficoltà e sofferente, e poi la frustrazione di vedere l’altro così diverso in un momento in cui invece bisognerebbe ripartire in una condizione di maggiore serenità. Entrambi avrete affrontato una situazione complessa e faticosa, che lascia cicatrici e dolore e che può poi, paradossalmente, avere conseguenze negative quando tutto si normalizza. Se la coppia fatica in questa fase, sarebbe importante concentrarsi sul cercare di ricostruire l’unione e trovare un nuovo modo di stare insieme, dato che la sofferenza inevitabilmente cambia le persone. Mi sembra di intuire, inoltre, che la comunicazione fra voi sia un problema e lei non comprenda cosa stia succedendo a suo marito, forse anche perché fatica a confrontarsi direttamente con lui chiedendo delle spiegazioni o di conoscere le sue idee ed i pensieri più profondi. Le consiglierei di rivolgervi ad un terapeuta di coppia che possa aiutarvi a comprendere come possiate affrontare quello che vi sta succedendo e trovare una nuova modalità per ristrutturare il rapporto e stare insieme in maniera più rispondente ai vostri bisogni.
Buonasera a tutti,ho 43 anni. Nel 1994 ho intrapreso un percorso di psicoterapia, terminato nel 2001. Con esiti,considerando le basi di partenza, più che accettabili. Tuttavia negli ultimi cinque anni anni la situazione è nuovamente peggiorata...sono ritornato quasi al punto partenza. Al lavoro comincio a fare fatica a mantenere la concentrazione; nel tempo libero è un disastro. Mangio male,dormo male, la rabbia e l'inquietudine galoppano, ho tendenze autodistruttive. Passo un sacco di tempo al computer, e a parte i colleghi di lavoro non vedo nessuno. In precedenza ho tentato di fare nuove conoscenze con vacanze,cene,corsi,incontri...tutto un buco nell'acqua. Quando ero in compagnia,che bramavo, paradossalmente non vedevo l'ora che finisse la serata/vacanza/corso/incontro...mi sono sempre sentito inadeguato e terribilmente a disagio.
Mi sto domandando,da qualche mese,se potrebbe essermi utile riprendere un percorso psicoterapico oppure se sarebbe tempo perso perché ormai a quest'età sono irrecuperabile. Sono molto combattuto, non ho ancora trovato la risposta. Grazie a tutti.
Buongiorno, leggendo la sua domanda osservo che ha fatto un lungo percorso di psicoterapia che le ha dato positivi risultati. Nella vita di tutte le persone ci possono essere momenti più facili o difficili e non bisogna certo pensare che, se in alcuni momenti si ricade nelle stesse modalità che ci hanno bloccato in passato, non si possa comunque stare meglio e trovare strategie migliori e più soddisfacenti per affrontare le difficoltà. Probabilmente è frustrante e difficile per lei trovarsi “al punto di partenza”, ma se già si accorge di stare male e si chiede cosa non stia funzionando, lei non è al punto di partenza perché ha già una consapevolezza rispetto alla sofferenza, che è un importante inizio. Io le consiglio di provare a farsi aiutare, perché ogni fase del ciclo di vita ha le sue difficoltà ma anche le sue possibilità di migliorare, soprattutto per le persone che sono in grado di approfittare positivamente di un percorso introspettivo di cura.
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