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Esperienze

Salve a tutti,

sono la Dr.ssa Jessica Sesti.

Sono Psicologa, laureata in Psicologia Clinica, Psicoterapeuta in formazione ad orientamento cognitivo-comportamentale e Psicologa scolastica specializzata nel supporto allo studio e nel benessere di bambini e adolescenti.

Nel mio lavoro mi occupo di aiutare chi vive momenti difficili a ritrovare equilibrio, serenità e strumenti concreti per stare meglio. Se ti riconosci in situazioni di ansia, umore altalenante, fobie, difficoltà scolastiche, problemi di autostima, disturbi alimentari o momenti di crisi personale.

Ho avuto il privilegio di lavorare in Centri di Salute Mentale, Comunità Psichiatriche e RSA, oltre a fare esperienza in contesti delicati come l'Ospedale San Paolo (reparto Disturbi Alimentari) e il Tribunale dei Minori. Questo mi ha permesso di sviluppare uno sguardo attento, capace di comprendere le difficoltà anche più complesse e di adattare il percorso alle esigenze di ogni persona.

Il mio approccio? Accogliente, empatico, ma anche concreto: niente chiacchiere infinite senza una direzione, lavoriamo insieme per cambiare davvero le cose.

E sì, lo so: non è facile chiedere aiuto. Magari pensi “non ne ho bisogno, passerà da solo", oppure “non voglio raccontare i fatti miei a una sconosciuta". Ma la verità è che fare il primo passo può cambiare tutto. A volte basta una chiacchierata per iniziare a vedere le cose sotto una luce nuova.

Perché affidarsi proprio alla sottoscritta?

Perché credo davvero nelle persone, anche quando loro non ci credono più. Perché non offro “ricette pronte", ma percorsi personalizzati per risolvere le tue difficoltà. E perché sì, si può lavorare su cose serie senza perdere del tutto il sorriso (un po' di leggerezza in terapia non guasta mai).

Se sei pronto a cambiare, io sono qui. Il primo passo? Iniziare a parlarne. Il resto lo costruiamo insieme.

Altro Su di me

Approccio terapeutico

Psicoterapia cognitivo comportamentale

Aree di competenza principali:

  • Psicologia clinica
  • Psicodiagnostica
  • Psicologia scolastica
  • Psicosomatica

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Studio privato Jessica Sesti

Corso Magenta 45, Milano 20123

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Prestazioni e prezzi

  • Consulenza psicologica

    Da 0 €

  • Accompagnamento in gravidanza

    65 €

  • Sostegno psicologico adolescenti

    Da 50 €

  • Consulenza sessuologica di coppia

    90 € - 120 €

  • Consulenza Sessuologica

    60 € - 70 €

47 recensioni

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  • P

    Ho contattato la dottoressa dopo svariate crisi che non riuscivo ad identificare. Grazie a lei ho trovato sostegno e consapevolezza. Consiglio la sua professionalitá ed umanità.

     • Studio privato Jessica Sesti consulenza psicologica  • 

  • D

    Dottoressa, preparata
    disponibile all’ascolto.
    Appuntamento svolto in maniera professionale, mi sono sentito veramente capito.

     • Studio privato Jessica Sesti colloquio psicologico  • 

  • L

    La mia esperienza è stata molto positiva: la dottoressa è gentile, empatica e il dialogo sempre aperto e costruttivo. La consiglio vivamente.

     • Studio privato Jessica Sesti consulenza psicologica  • 

  • C

    Molto competente e empatica.
    Sono bastate poche sedute per cambiarmi le giornate.
    Grazie

     • Studio privato Jessica Sesti consulenza psicologica  • 

  • M

    Sono stata dalla dottoressa per un percorso psicoterapeutico, soffrivo di una forte depressione e grazie alla dottoressa sono riuscita a stare meglio. Consigliatissima

     • Studio privato Jessica Sesti consulenza psicologica  • 

  • L

    gentilissima, empatica, attenta e pronta ad offrire supporto in ogni occasione! grazie ancora

     • Poliambulatorio Ethically colloquio individuale  • 

  • S

    Ho incontrato Jessica in un momento di difficoltà, dalla prima visita mi ha aiutata tantissimo e se oggi sto bene lo devo anche al nostro percorso. Molto consigliata

     • Studio privato Jessica Sesti consulenza psicologica  • 

  • E

    Iniziare il percorso con la Dtt.ssa Sesti è stato come trovare finalmente un po’ di luce dopo le tenebre. Non è una semplice psicologa ma una guida che ti accompagna attraverso il labirinto dei tuoi pensieri e delle
    Tue emozioni, con una pazienza ed una comprensione che vanno oltre le parole. Con una delicatezza incredibile riesce a toccare le corde più nascoste, quelle che temevo di affrontare.
    Il suo modo di ascoltare è autentico e fa sì che tu non ti senta mai sola.
    Grazie alla dottoressa ho imparato che non c’è nulla di sbagliato nell’essere vulnerabili ma anzi è proprio lì che risiede la nostra forza più grande.
    Se cercate un’anima capace di vedere ciò che siete senza giudizio, lei fa per voi.
    Grazie per salvarmi ogni giorno.

     • Studio privato Jessica Sesti consulenza psicologica  • 

  • N

    Eccezionale! Empatica, solare e attenta a cogliere ogni dettaglio. Sa tirare fuori tutto quello che hai dentro, efficace! Consiglio per tutte le età

     • Poliambulatorio Ethically consulenza psicologica  • 

  • G

    Professionista autentica, minuziosa e parsimoniosa, in grado di entrare in connessione e aiutare al meglio.
    La consiglio pienamente

     • Studio privato Jessica Sesti colloquio psicologico  • 

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Risposte ai pazienti

ha risposto a 24 domande da parte di pazienti di MioDottore

Premessa: Sono da più di dieci anni in depressione. Ho avuto diversi psicologi in passato, che non mi hanno aiutato molto. Sono da anni sotto farmaci, ma continuo ad essere psicologicamente fragile, depresso, e ad avere pensieri suicidari. Ho alle spalle un contesto familiare violento (niente abusi sessuali), e dopo aver subito bullismo in età giovane, ho vissuto la mia adolescenza solo e senza amici. Inizialmente, ero contento. Lei è una psicoterapeuta ad indirizzo psicoanalitico. Dopo anni di approccio cognitivo comportamentale, anni in cui mi sono aperto completamente davanti a diverse persone, raccontando ogni volta la mia storia, senza sentire di fare dei veri passi avanti, pensavo che l'analisi avrebbe finalmente sciolto i nodi traumatici del mio passato, portandomi finalmente a guarire dalla depressione. La terapeuta fin da subito ha dato credito alle mie parole. Seguendo le mie recenti vicissitudini, si è sempre collocata dalla mia parte, sostenendomi. Ho percepito affetto e vicinanza amicale da parte sua. Dopo alcuni mesi, tuttavia, mi accorsi che con la terapeuta non facevo altro che lamentare passati dolori e sfogarmi su quelli presenti. Ma gli sfoghi non mi portavano da nessuna parte. Tornavo a casa ed ero sempre lì, nell'appartamento che i miei avevano acconsentito a pagarmi (dopo che, a 27 anni, la convivenza era diventata impossibile), sempre da solo, senza amici, senza un lavoro. Sempre fermo in questa vita che non voglio vivere e in cui non trovo speranza. Più volte ho fatto presente alla psicoterapeuta il fatto che il sostegno morale, la possibilità di sfogarsi e di raccontarsi (cosa che avevo già fatto in passato) e anche di raggiungere nuovi livelli di consapevolezza, non bastavano alla terapia. Quando avrei cominciato a fare un vero lavoro su me stesso, a scardinare i meccanismi deleteri incancrenitisi negli anni nella mia mente? Come avrei disciolto la rabbia che mi consuma per il bullismo e l'emarginazione subiti in passato e che tutt'ora mi vedono come vittima? Quando avrei cominciato ad imparare a gestire le mie emozioni, ad essere più assertivo e sicuro di me in mezzo agli altri? Chiedevo inoltre alla mia psicologa di intervenire nei miei discorsi, di offrirmi dei suoi contributi, di propormi nuove linee di pensiero e spunti di riflessione, magari anche dandomi dei "compiti" da svolgere tra le nostre sedute. La mia psicoterapeuta si è mostrata piuttosto a disagio per queste mie richieste/critiche, talvolta anche indispettita. Sulle mie richieste ha preferito glissare, talvolta dichiarandosi disponibile, ma in pratica senza cambiare di una virgola il suo modus operandi. Così, alla fine di ogni seduta, mi ritrovo sempre a chiederle quando cominceremo il lavoro su di me di cui sopra, e ogni volta lei conclude "la prossima volta ne parliamo". Ogni volta che provo a interrompere il flusso dei miei racconti, ricordandole le mie richieste, ricevo silenzi imbarazzanti, oppure commenti che dire scontati è poco. Riguardo al bullismo, che purtroppo ho subito anche recentemente presso il CPS che frequentavo, la psicologa non sa dirmi come affrontare questi "bulli". Dice che non c'è un "sistema" per affrontare un bullo, e che se ci fosse me lo direbbe. A un certo punto, esasperato, le ho detto che stavo pensando di chiudere il nostro percorso se non ci fosse stato un cambio di rotta. Lei non concordava con la mia versione riguardo alle nostre interazioni durante le sedute, e con grande tranquillità si è detta disponibile a chiudere il percorso, se questa era la mia intenzione. Ho cercato di "rattoppare" e per un po' siamo andati avanti. Ma dopo un mese circa abbiamo avuto un acceso scambio e io sono stato un po' troppo veemente. Così è stata lei a decidere di interrompere le sedute. Mi ha detto espressamente che secondo lei non c'erano i presupposti per continuare la terapia e che i suoi "strumenti" di terapeuta erano inadeguati (nonostante la sua lunga formazione). Sono andato in crisi. Non potevo tollerare lo smacco di avere ancora una volta sprecato tempo, energie e denaro (dei miei genitori, che mi mantengono). Pregandola e scusandomi per i miei modi, sono riuscito a convincerla di nuovo a riprendere le sedute. Ma siamo tornati allo status quo.

Cosa ne pensate? Avete consigli (tutti ben accetti) da elargirmi?

Saluti e grazie.

Ti ringrazio per la sincerità con cui hai raccontato la tua esperienza: non dev’essere facile mettere nero su bianco tutta questa fatica e la delusione legata a un percorso che speravi ti avrebbe finalmente dato sollievo.
Quello che descrivi tocca temi molto importanti: la cronicità della sofferenza depressiva, la difficoltà a trovare uno spazio terapeutico che senta davvero “tuo”, il senso di tempo e risorse sprecate, e la paura di rimanere intrappolato in una vita che percepisci senza sbocchi.

Ti condivido alcune riflessioni e possibili direzioni:

La tua frustrazione è legittima.
Non c’è nulla di sbagliato nel sentire che un percorso terapeutico non sta funzionando per te. È normale desiderare più concretezza, interventi più attivi, strumenti pratici. Alcuni approcci psicoterapeutici sono più centrati sull’ascolto e l’interpretazione, altri sul “fare” e sull’allenamento di nuove competenze. Non esiste un metodo giusto per tutti: esiste il metodo giusto per te in questo momento della tua vita.

Il rapporto con la terapeuta:

Hai provato a negoziare un cambiamento, ma la tua terapeuta sembra non poter o non voler modificare il suo approccio. Questo non significa che tu sia “irrecuperabile” o che la terapia non funzioni mai con te, ma che probabilmente non è il match giusto. È doloroso accettarlo, soprattutto dopo aver investito tanto, ma può anche aprire la strada a nuove possibilità più adatte.
Capisco benissimo le richieste da te espresse alla collega poichè il tuo obiettivo è chiaro e delineato e la psicoanalisi ha un modus operandi diverso.
Posso consigliarti di riprovare un approccio cognitivo-comportamentale fissando bene i tuoi obiettivi nel raggiungimento degli stessi; o anche un approccio integrato (Cos’è la psicoterapia integrata

È un modello flessibile, che non si limita a un unico orientamento (solo psicoanalisi, solo cognitivo-comportamentale, ecc.), ma combina tecniche diverse in base ai bisogni della persona.

L’idea di fondo è che i problemi complessi (come una depressione cronica intrecciata a traumi, bullismo, difficoltà relazionali e familiari) spesso non si risolvono con un solo strumento.

Ogni fase del percorso può richiedere un “registro” diverso: ascolto e sostegno in certi momenti, tecniche pratiche e compiti in altri, lavoro sul trauma in altri ancora.
Dal tuo racconto emerge chiaramente che tu sai cosa ti serve: più intervento, più guida, più strumenti pratici. Questo è un punto di forza enorme. Potresti portarlo con chiarezza al prossimo terapeuta, quasi come fosse una “condizione iniziale”: “Ho bisogno che tu non stia solo in ascolto, ma che mi dia strumenti e compiti concreti”. Un professionista che lavora in modo flessibile accoglierà questa richiesta.
Non sei solo, e la tua vita vale molto più della sofferenza che ora ti fa pensare il contrario

Dott.ssa Jessica Sesti

Buona sera, sono affetto da diabete da tipo 1 con le relative complicanze (tiroidite, colesterolo alto, iperteso ecc) con un evidente crollo psicologico. È possibile che all'interno dell'ambiente familiare, sta qualcuno che è capace di dire che grazie ai soldi dei farmaci si stanno spedendo troppi soldi? Nonostante si abbia il 19% indietro dalla dichiarazione dei redditi e nonostante quando riesco anticipo dai miei soldi (borse di studio ecc). Non so se è una vera crisi o no. Come mi suggerite di affrontare questa situazione? Grazie

Capisco la tua fatica, quello che stai vivendo non è affatto semplice.
Gestire una malattia cronica come il diabete di tipo 1, con complicanze e altre condizioni associate, già comporta un grande carico fisico ed emotivo. Se in più nell’ambiente familiare non c’è comprensione o addirittura emergono frasi che fanno sentire “di peso”, è normale che tu possa sentirti crollare psicologicamente.

Ti propongo alcuni spunti che potrebbero aiutarti ad affrontare meglio la situazione:

1. Sul piano pratico

Chiarezza economica: se puoi, cerca di mettere per iscritto entrate e uscite (cure, farmaci, agevolazioni, rimborsi). Avere dati concreti spesso riduce le tensioni e mostra che i costi non sono “sprechi”, ma necessità per la salute.

Agevolazioni aggiuntive: oltre alla detrazione del 19%, potrebbero esserci altre forme di supporto (esenzioni ticket, invalidità civile, contributi regionali). Un patronato o un’associazione pazienti (come l’Associazione Diabetici della tua zona) può aiutarti a verificare tutto ciò a cui hai diritto.

2. Sul piano relazionale

Comunicazione assertiva: se ti senti in grado, prova a spiegare con calma che i farmaci non sono “un costo inutile”, ma ciò che ti permette di vivere. Può aiutare usare frasi come: “Capisco la preoccupazione per le spese, ma senza cure la mia salute peggiora e i costi sarebbero anche maggiori.”

Sostegno esterno: se in famiglia non trovi la comprensione che ti serve, non è colpa tua. Cercare supporto altrove (amici, gruppi di auto-aiuto per diabetici, psicologo) è un modo per proteggerti.

3. Sul piano psicologico

Legittima il tuo malessere: quello che senti non è segno di debolezza, ma una reazione comprensibile.

Supporto psicologico: tanti centri diabetologici hanno psicologi dedicati ai pazienti cronici, proprio perché il peso emotivo della malattia è forte. Potresti chiedere se nella tua ASL/ospedale ci sono servizi gratuiti o a basso costo.

Piccoli spazi per te: anche se difficile, ritagliati momenti che non abbiano a che fare con la malattia (hobby, passeggiate, musica). Non annullarti nel pensiero della cura.

4. Se senti che la crisi è forte

Se ti capita di pensare che non ce la fai più o di sentirti senza via d’uscita, ti invito a chiedere aiuto subito:

parlane con il tuo medico di base,

oppure chiama il 118 in caso di emergenza,

o il numero 1522 (attivo h24, gratuito, anche per sostegno psicologico).

Non sei solo, e chiedere aiuto in questi momenti è un passo di forza, non di debolezza.

Dott.ssa Jessica Sesti
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