Esperienze
Laureata in psicologia clinica e della riabilitazione con la votazione di 110/110 e lode; nel percorso post-lauream mi sono occupata molto di ricerca in diversi aspetti della psicologia e della psicoterapia all'interno di strutture ospedaliere e in collaborazione con i dipartimenti universitari.
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ha risposto a 3 domande da parte di pazienti di MioDottore
Avverto a volte una improvvisa, inspiegabile paura nel percepire alcuni stimoli sensoriali esterni, sia di tipo visivo (l'espressione di alcuni volti, o il disegno delle mattonelle sul pavimento, tanto per fare degli esempi...), sia uditivo (il rumore di un'auto dalla strada), sia tattile (il contatto con il mio corpo, di cui mi sembra di diventare consapevole in maniera abnorme, eccessiva...) ; si tratta di deformazioni in senso delirante delle mie percezioni? La parte razionale di me, quella che io sostengo e in cui mi riconosco, mi esorta a rafforzare l'idea che non esiste alcun pericolo che si nasconda in quelle percezioni, e dhe dunque non ho motivo di sentirmene minacciato; eppure c'è un'altra parte di me che dubita della mia razionalità, che mette in discussione la visione del mondo approvata dal senso comune, che sembra ostinarsi a insinuarmi che sbaglio a tranquillizzarmi: di fronte ad essa, sento l'obbligo a uno sforzo logorante per persuadermi che le cose che mi spaventano sono solo fantasmi, e che il mio stato di allarme è infondato. Ma tale opera di autoconvincimento non è mai del tutto efficace, e io sono qui a temere che sia l'inizio di una psicosi...
Salve, mi dispiace molto per la situazione che sta vivendo, immagino quanta ansietà essa possa causare; mi sembra, tuttavia, che i suoi pensieri possano alimentare queste percezioni di cui parla non facendo altro che aumentare la paura ad esse legata.
In ogni caso, sarebbe bene non sottovalutare la condizione e rivolgersi prontamente ad un professionista.
Resto a disposizione, eventualmente anche online.
Dott.ssa Misici Ilaria
Salve dottori,
Sono una ragazza di 23 anni con un grande dubbio alle spalle.
Ho lasciato l’università a causa di attacchi d’ansia e tristezza, soprattutto in seguito alla scoperta del mio amore per la musica; in poche parole ho deciso di farne un lavoro, voglio provarci, è una cosa in cui credo.
Questo ovviamente è stato fortemente criticato dalla mia famiglia, e da una parte dispiace anche a me non aver potuto continuare, mi sarebbe piaciuto avere un’arma in più per il futuro, ma ovviamente all’epoca, sentendomi in trappola, scelsi la via della salute mentale.
Il sol pensiero dell’Università mi provoca prima uno strano rumore alle orecchie, in seguito sento salire un magone e mi viene da piangere, è come se qualcosa dentro mi me urlasse che quella non è la via giusta.
Devo sottolineare che da poco ho scoperto, guardandomi dentro, di essere troppo severa con me stessa, troppo pretenziosa, eppure devo dire che proprio all’università non ho mai avuto grande urgenza di eccellere, anzi, studiando pochissimo riuscivo a portare a casa il necessario per proseguire e mi andava bene così. Ricordo molto bene una volta in cui, subito dopo un esame andato bene, tornai a casa e scoppiai in lacrime: mi sembrava di aver imposto un qualcosa a me stessa.
Ultimamente ho passato molto tempo a rimuginare su questa storia, cercando con me stessa di razionalizzare e alleggerire mentalmente il peso che un’eventuale ripresa degli studi comporterebbe, dicendomi che ognuno ha i suoi tempi, che questo non mi toglierebbe la possibilità di coltivare tanti altri aspetti di me stessa, dicendomi che ho tutto il tempo e tutta la vita davanti per laurearmi, eppure quei sintomi ripiombano su di me ogni volta. È davvero un peccato, credo sia bello poter raggiungere un traguardo simile, poter avere un “piano B” qualora con la musica proprio non dovesse andare, ma ovviamente se questo deve compromettere la mia quotidianità allora rinuncio volentieri.
La domanda è: secondo voi, a cosa è dovuto tutto questo?
Grazie per l’attenzione e cordiali saluti.
Ciao! Sei una ragazza molto giovane e il periodo di vita in cui ti trovi è sicuramente caratterizzato da moltissimi dubbi e poche certezze. Il fatto di avere un obiettivo è un'enorme risorsa da non sottovalutare, ma il percorso da affrontare è molto delicato.
Dal mio punto di vista, un supporto psicologico durante questa fase di vita potrebbe essere molto utile a chiarificare le idee ed evitare il caos.
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