Esperienze
Attualmente, sto proseguendo la mia formazione come psicoterapeuta presso la Scuola IPPI, seguendo un percorso di terapia psicodinamica integrata ad indirizzo psicoanalitico. Questo mi permette di combinare diverse tecniche e approcci terapeutici, sempre con l'obiettivo di offrire un supporto personalizzato e rispondere alle esigenze specifiche di ciascun paziente.
La mia missione è creare uno spazio sicuro e accogliente dove le persone possano esplorare i propri pensieri e sentimenti senza paura di essere giudicate. Lavoro insieme ai miei pazienti per aiutarli a superare le sfide della vita, con empatia e professionalità. Offro anche consulenze online, in modo da poter essere vicina a chiunque ne abbia bisogno, ovunque si trovi.
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EM
Ho iniziato da poco un percorso di terapia con la Dottoressa D’Orsi e mi sono sentita da subito a mio agio, accolta ed ascoltata. Mi ha fatta sentire in un posto sicuro nel quale poter confessare tutto ciò che sento e penso senza paura di un giudizio. Una professionista davvero sensibile e disponibile.
Risposte ai pazienti
ha risposto a 7 domande da parte di pazienti di MioDottore
Salve, sono un ragazzo di 24 anni. Ho un diploma alberghiero, sono 5 anni che lavoro come cameriere ma non è il lavoro dei miei sogni e non vorrei farlo più. Ho intrapreso l’università telematica Pegaso, corso di laurea scienze motorie, ma non m’interessa, mi mancano pochi esami alla laurea. Non capisco se non sono soddisfatto per il sistema dell’università telematica, perché ho saputo che non va più fatto l’elaborato finale ovvero la tesi. Avevo il sogno di laurearmi, di stilare la tesi e di essere proclamato dottore. Proprio per cercare di cambiare vita. L’idea di fare l’università mi ha sempre affascinato, sono combattuto non so più cosa fare. Volevo passare alla statale ma la vedo dura, vedere gli esami che mi verrebbero convalidati e quelli no. Iniziare da capo nemmeno me la sento, sono 4 anni che sono all’università, per un’incidente stradale sono stato per due anni fermo, ora sono fuori corso. Non so se qualche psicologo potrebbe darmi un consiglio. Non so nemmeno se sono al posto giusto per fare questo tipo di richiesta.
Inizio a sentirmi fallito, svogliato di quello che sto facendo e come se avessi perso l’interesse.
Non sei "fallito". Sei in una fase di transizione, in cui stai cercando di capire cosa ti fa sentire realizzato. È naturale sentirsi persi in questi momenti, ma è anche da qui che spesso nascono le svolte più significative nella vita.
Questo momento di crisi potrebbe essere un’opportunità per riflettere su cosa davvero desideri per te stesso, non solo in termini di titolo accademico, ma anche di significato e realizzazione personale. Anche se non vuoi iniziare tutto da capo, potresti esplorare se ci sono modi per far coincidere il tuo bisogno di cambiamento con un percorso che ti faccia sentire vivo e coinvolto.
Buonasera a tutti, sono qui per esporvi quello che per me sta diventando un grande problema. Io sono una ragazza di 27 anni e sono fidanzata con quello che è il mio ragazzo da circa 5 anni. Allora, cominciamo dal principio. Io mi porto dietro una situazione familiare non leggerissima, che vuoi o non vuoi mi ha portata ad avere un carattere e mentalità diversi, rispetto magari ad altre ragazze e ragazzi della mia età. Io sono cresciuta con i miei zii, senza genitori, e mia zia in particolare per la me bambina era diventata come un punto di riferimento. Sono una ragazza timida, insicura di se stessa, matura su molte cose, ma meno su altre. Sono una ragazza anche intelligente mi dicono in molti, sensibile, sempre spesso titubante e incerta, ancora in fase di costruzione della vera me (sto infatti seguendo da pochi mesi un percorso di psicoterapia, per aiutarmi). Sono anche una persona empatica e se posso cerco sempre di evitare che gli altri possano stare male a causa mia, e attualmente ho solo due amiche serie, ho difficoltà nello stringere rapporti. Spero di essere riuscita a mostrarvi bene o male un quadro generale di me stessa, così da rendervi più chiaro quello che dirò adesso.
Come ho detto inizialmente sto con questo ragazzo da circa 5 anni, i primi 3 anni e mezzo circa sono andati bene, tutto perfetto più o meno, qualche litigata ogni tanto, qualche considerazione, ma nulla di eccessivo. Da un annetto a questa parte invece, più o meno, la situazione è leggermente cambiata. Forse sbaglio io a renderlo troppo partecipe delle cose che succedono in casa mia e a me in generale, ma ultimamente si è messo a criticare non solo alcune mie scelte e modalità, ma anche quelle del resto della mia famiglia, in particolare mia zia. Quasi ogni volta che mi capita di dire "mia zia oggi ha fatto così per risolvere quello che ti dicevo ieri" e lui puntualmente mi risponde "mi sembra che tua zia faccia solo ca##ate" o frasi del genere, che comunque a prescindere vanno a degradare quello che fa lei. Giusto pochissime volte mi capita di sentirgli dire che mia zia ha fatto la scelta giusta a fare una determinata cosa. Ma questo adesso è il male minore, però una cosa che mi infastidisce, perchè comunque mia zia è una persona adulta che vuoi o no, nella vita ha svolto un lavoro importante, che nonostante i suoi mille problemi ha raggiunto la laurea, si è realizzata professionalmente e si realizza ogni singolo giorno della sua vita. E' una persona intelligente ed estremamente dinamica.
Comunque, a parte ciò, come dicevo è un periodo che le sue critiche nei miei confronti stanno aumentando sempre di più. Ogni scusa è buona per ricordarmi sempre le stesse cose. L'apice, però, lo abbiamo raggiunto circa due settimane fa, verso la fine della prima settimana di ottobre. Per una certa situazione ci siamo ritrovati a confrontarci al telefono per cercare insieme di trovare una escamotage, all'inizio tranquillamente, ma dopo un po' la situazione ha iniziato a degenerare ed io mi sono ritrovata ad alzare di tanto il tono della voce, cosa che cerco sempre di evitare perchè non sopporto quando si urla, fino a quando stremata ed esausta gli ho chiesto se potessimo riprendere a parlarne il giorno dopo, perchè in quel momento volevo solo staccare e riposare la testa. A quel punto lui mi ha detto di sì, e che però forse prima o poi avremmo dovuto iniziare a prendere in considerazione l'idea di staccare per un po' tra di noi, prenderci una pausa. Io gli ho detto di sì, che ero d'accordo e poi abbiamo chiuso. Per qualche giorno poi non ci siamo sentiti, nè messaggi, chiamate o altro, zero assoluto. Finchè circa quattro giorni dopo mi sono decisa io a scrivergli, per cercare un chiarimento e di parlare un attimo di quello che ci eravamo detti...ok tutto, ma quei giorni senza sentirlo li avevo vissuti male, forse più che altro avevo preso male il modo in cui ci eravamo salutati, non so, solo una mia idea. Comunque, lui mi risponde e concordiamo poi quando vederci. Ci vediamo e parliamo. Lui mi ha detto che di me non sopporta il mio essere troppo buona, dice che dovrei essere un pò più stronza, perchè secondo lui il resto del mondo è stronzo e quindi per non farmi fottere e sopraffare dagli altri dovrei diventare stronza anche io, meno sensibile ed empatica verso gli altri. Mi ha detto anche che secondo lui sono troppo dipendente da mia zia, e che secondo lui il giorno che non ci sarà più mia zia io non sarò in grado di camminare con le mie gambe, soprattutto dal momento che all'infuori di lei non ho altri parenti e che tanto anche le amiche un domani non ci saranno più perchè il destino di noi esseri umani in età adulta è quello di essere soli. Poi mi ha detto che non sono in grado di gestire bene i problemi, perchè mi faccio sempre condizionare da mia zia e sempre secondo lui, la maggior parte delle volte mando avanti lei per fare certe pratiche (commercialista, banca, notaio, assemblee, pagamento di bollette...). Io non mando avanti lei, semplicemente la casa è la sua e non è che posso andare e dirle "eh ma tu non capisci un ca##o, queste cose non le sai fare" e prendere io le redini così senza nemmeno curarmi delle sue scelte e desideri. In base a questo mio atteggiamento lui dice che sono debole e passiva, io invece lo chiamo rispetto. Rispetto verso qualcuno che quella casa in cui viviamo, se la sono sudata con il lavoro lei e mio zio. Dice che dovrei iniziare ad intromettermi io in queste cose, perchè lei inizia ad essere anziana e quindi certe cose devo iniziare a farle io, sennò poi non ci saprò nuotare in tutte le pratiche, perchè a quanto pare sono troppo scema per capire come pagare un bollettino o come chiedere un 730 al commercialista. Non serve che mi alleno per queste cose, e secondo me questa sua pretesa che io tolga le redini a lei perchè io devo imparare mi sembra troppo pretenziosa, mentre per lui è un mio atteggiamento di passività. Come allo stesso modo sono passiva quando si tratta di dover prendere delle decisioni, lui ritiene che non ho mai una opinione mia e che devo sempre aspettare che qualcuno si muova per me, che mi faccio trainare. Ma questo non è vero, semplicemente io dico la mia, lui dice la sua (o chiunque altro) e a quel punto si decide insieme cosa fare, dove andare. Ma non vuol dire essere passivi, vuol dire decidere insieme. Poi se sbaglio correggetemi voi, ma io non mi sento di essere proprio quello che ha descritto lui.
Comunque, io più o meno ho finito, diciamo il grosso è questo. Adesso siamo rimasti che ci diamo qualche mese di tempo e poi vediamo...lui ha detto "eh poi bisogna vedere se cambi carattere". E' una cosa che mi ha dato alquanto fastidio, soprattutto perchè anche io ho detto delle cose che non mi vanno bene di lui, invece qui pare che l'unica persona a dover cambiare sono io. Scusate il lunghissimo papiro che ho scritto, ma le cose da dire erano molte. Principalmente vi ho scritto per chiedervi un parere...intanto siccome già immagino, già vi dico che di fare terapia di coppia non se ne parla, non è assolutamente il tempo e nemmeno il tipo. Io vi chiedo un parere su quello che secondo voi dovrei fare. Perchè da una parte la testa mi dice di mandarlo a quel paese, mentre il cuore no, perchè vuoi o non vuoi stiamo insieme da tanto ed io gli voglio bene. Non so proprio quello che devo fare, sono veramente angosciata. Su alcune cose posso anche lavorarci, ma su altre credo sia impossibile.
Grazie a tutti quelli che mi risponderanno, vi prego ma ho davvero bisogno del vostro aiuto
Grazie per aver condiviso una parte così intima della sua vita. È evidente che lei sta vivendo un momento di grande confusione e tensione emotiva, tra il legame profondo che ha con il suo compagno e le difficoltà che stanno emergendo nella vostra relazione.
Mi sembra che il suo partner stia esprimendo frustrazione riguardo ad aspetti del suo comportamento che interpreta come "passività," ma lei ha una visione diversa, basata su rispetto e sensibilità verso le persone che la circondano, soprattutto verso sua zia, figura cruciale nella sua vita. Questa divergenza nei punti di vista sembra essere al centro dei conflitti che stanno emergendo.
Le critiche che riceve, come quella di "dover cambiare carattere", possono sembrare invasive, e ciò che mi colpisce è come queste siano mirate a modificare aspetti profondi di lei, invece di promuovere una crescita congiunta. Mi sembra importante sottolineare che in una relazione sana, il cambiamento non dovrebbe essere unilaterale o imposto, ma frutto di un dialogo costruttivo, dove entrambi i partner si mettono in gioco.
Un altro punto che emerge è il suo bisogno di affermare la sua indipendenza, non solo da sua zia, ma anche all'interno della relazione. Mi sembra che lei abbia già chiara l'idea che questa non sia una forma di passività, ma una scelta di rispetto verso la persona che le ha dato tanto.
Riguardo alla sua domanda su cosa fare, mi sento di consigliarle di continuare a lavorare su se stessa, senza fretta di "cambiare" per qualcun altro. Questo tempo di riflessione potrebbe aiutarla a chiarire quali sono i suoi desideri profondi e capire se questa relazione le permette di esprimere la sua vera essenza, o se invece sta diventando un vincolo che limita la sua crescita personale.
In ogni caso, è importante che continui il suo percorso di psicoterapia, poiché questo potrà aiutarla a sviluppare una maggiore consapevolezza e a prendere decisioni più allineate ai suoi bisogni.
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