Dott. Federico Picchetti

Fisioterapista Altro

Esperienze

Una delle domande più frequenti che mi viene posta è: 'Quando posso tornare ad allenarmi/giocare?' oppure 'Quando posso camminare?' oppure 'Quando mi passerà il dolore?'
Dare la risposta corretta ad una di queste domande è una delle sfide più belle del mio lavoro.

Laureato in Fisioterapia nel 2014, ho intrapreso la specialistica nel settore Ortopedico e Sportivo Traumatologico laureandomi prima con Master in Fisioterapia Sportiva (2016) e successivamente con Laurea Magistrale in Scienze e Tecniche dello Sport (2017). Ho lavorato in tre diverse cliniche private tra Pisa (Kinetic Center), Londra e Bologna (Isokinetic) imparando tecniche e metodologie di lavoro differenti. Credo fortemente nella Terapia Manuale e l'Esercizio Terapeutico impostato a seguito di una precisa Valutazione; questo percorso ti permetterà di risolvere la causa del dolore prendendo coscienza del proprio corpo. Se sei alla ricerca di una terapia farmacologica o passiva, non sono il professionista adatto a te.

Il corpo e la mente non sono scindibili l'uno dall'altra.

Infine, se hai 10 minuti di tempo leggi quello che segue, voglio citare uno dei miei mentor, donna ricca di esperienza ed umanità.

'Immagino immediatamente penserai: 'In conclusione quale è l'uso corretto del proprio corpo? Come affrontare la vita di tutti i giorni conoscendo le funzioni negative che colpiscono il meccanismo scheletrico-nervoso-muscolare e quindi prevenirle?'.
Tutti noi abbiamo una vita da svolgere e una famiglia a cui accudire; quale è la combinazione vincente salute e vita? Nessuno ha un'esistenza facile e quel che più conta, non per sempre. Vorrei soffermarmi su questa affermazione.
Nella teoria degli equilibri la bilancia deve essere in equilibrio, solo cosi è possibile considerare l'aspetto positivo e negativo in questione. C'è chi guardando un bicchiere riempito d'acqua a metà lo vede semivuoto o semipieno: la nostra mente ci trasmette il messaggio della realtà esterna, quale sia questa realtà è puramente soggettivo. Le persone, vivendo sperimentano, conoscono, agiscono e poi, spesso, subiscono. Un'esistenza è fatta di realtà fisiche, movimenti ripetitivi e quotidiani, ma, nello stesso tempo, anche di atteggiamenti psico-somatici per affrontarla. Per chiarire questa affermazione prendiamo un individuo qualsiasi con una vita normale, ad esempio un impiegato di età media, in buona salute. La considerazione di base da farsi è che questi è la fusione di una rapporto dentro (psiche) / fuori (scheletro-muscoli). Non c'è separazione tra i due elementi, neppure se le consideriamo dal punto di vista anatomico - fisiologico - strutturale. Mentalmente una persona di età media può reagire al contesto socio-familiare o subirlo. Il suo atteggiamento nei confronti del mondo esterno lo mette in condizione di reagire o di essere passivo. Vuol dire che la felicità o l'infelicità causata da una vita non facile lo porrà nella condizione psichica di metterla in relazione a quella fisica.
Si può svolgere il lavoro di dipendente statale, bancario o privato con entusiasmo e soddisfazione oppure annoiandosi e adirandosi. Avere un'età media significa assumersi maggiori responsabilità, essere gravati da pesi, essere in grado di gestire una o più situazioni complesse, prendere delle decisioni sempre più importanti. Allora camminare o guidare di buon mattino per raggiungere il posto di lavoro può essere l'occasione per dare il buongiorno al mondo diversamente per provare noia o timore di altri problemi. L'intensità delle emozioni causate dai problemi quotidiani nei rapporti di lavoro è un indiscutibile messaggio respiratorio - nervoso - ormonale - gastrico. La buona salute perciò è definita tano non solo per l'assenza di patologie ma serie, ma anche come status generale che non consenta l'insorgere di tali patologie.
Un lavoratore dipendente o in proprio, di media età, con uno o due figli, è spesso a dir poco, stressato. Nel qual caso scivolerà sulla sedia e poi sulla scrivania, cercando, compatibilmente con la schiena, di trovare una postura 'comoda' in una vita che di comodo ha ben poco.
'Comodamente' seduto davanti al computer, al telefono e al televisore, la sua schiena non manterrà certo una postura corretta. Anche nella camminata mattutina, se la farà incontro ai problemi, le sue spalle non si apriranno al mondo e la sua respirazione, nella tensione generale, sarà corretta? E la digestione post-arrabbiature come sarà? Ma questa sarà davvero salute?
I nostri muscoli possiedono un meccanismo cellulare di ricezione neurologica, ci difendono contraendosi, strano connubio di vertebre e in postura non corretta e di massa muscolare contratta. Ecco perché se osserviamo le persone intorno a noi, le vediamo storte, nervose e contratte.
La soluzione alternativa c'è senz'altro. Assumere un atteggiamento positivo e di reazione nei confronti della vita, ricordando che quanto ci sta accadendo non è per sempre. E' risaputo che l'inattività è nemica dell'uomo. Il nostro corpo è fatto per vivere, non per stagnare. La teoria del 'riposati e prendila con calma' deve essere chiarita. La nostra massa muscolare ha un grado di tonicità che può diventare ipotonicità o ipertonicità. Ovviamente esiste quel famoso equilibrio che può diventare la formula magica della nostra esistenza.
Il percorso degenerativo della persona deve essere vissuto in armonia fisica e psichica. Questa deve essere la formula magica. Una minima conoscenza dell'uso quotidiano dello scheletro e la felicità interna possono e devono essere la migliore medicina di ogni essere umano che affronti l'esistenza con consapevolezza ed intelligenza. Gli sport ci salvano il fisico e la mente, se praticati in maniera corretta e nel rispetto dell'equilibrio scheletrico. Si possono e si devono sempre e comunque controbilanciare le asimmetrie dei movimenti ripetitivi, cioè alla passione per il tennis o per la bicicletta si deve abbinare una programma di biomeccanica posturale che annulli i movimenti che non si trovano in assetto anatomico - posturale. Lo stesso valga per l'insieme delle ore trascorse durante il proprio lavoro giornaliero a tavolino o in piedi. Tutto questo deve essere fatto nella gioia del sentirsi bene e dell'ascoltare se stessi dentro e fuori, percependo la vita che ogni singolo muscolo produce in piena tonicità ed armonia di movimento, vivendo ogni istante della propria vita nella consapevolezza dell'essere 'per sempre' se stessi, forti e sani dentro, per affrontare con animo leggero il domani e il suo carico di incombenze. Tutto ciò è possibile.
Buon lavoro!.
di Fiorella Giannì

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