Vi chiedo sulla base della vostra esperienza: chi vive pensando sempre al giudizio degli altri può e

21 risposte
Vi chiedo sulla base della vostra esperienza: chi vive pensando sempre al giudizio degli altri può essere felice o sarà sempre frenato? E poi: è possibile, seguendo un percorso di crescita personale, anche psicologica (quale percorso: cognitivo-comportamentale oppure?), riuscire a fregarsene sempre del giudizio degli altri? Per voi fregarsene del giudizio degli altri è fondamentale per raggiungere la felicità e il benessere mentale e psicologico nella propria vita?
Gentile utente, credo che non siano risposte oggettiva ma è importante valutare la soggettività. Per quanto riguarda l'approccio, non è tanto importante quello ma l'alleanza terapeutica che si crea tra paziente e psicologo.
Se dovesse avere dei dubbi, può contattarmi premendo il tasto 'messaggio' sul mio profilo.
Resto a disposizione attraverso consulenze online.
Dott. Luca Rochdi

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Buongiorno.
Il giudizio degli altri è un tema centrale per molte persone, poiché siamo esseri sociali e, inevitabilmente, le opinioni altrui possono avere un impatto su di noi. Spesso, ciò che gli altri pensano sembra avere più peso rispetto alle nostre convinzioni personali, il che può diventare un ostacolo per il nostro benessere.
Tuttavia, è importante ricordare che non tutti condivideranno i nostri valori e le nostre idee, e questo non diminuisce il nostro valore come individui. Il lavoro su noi stessi, sulle nostre emozioni e sul modo in cui ci relazioniamo con gli altri è fondamentale per vivere una vita più serena e consapevole. Riconoscere ciò che realmente ci fa stare bene e distinguere le persone che arricchiscono la nostra vita da quelle che invece la limitano è un passo essenziale verso il benessere.
Lavorare su noi stessi, su le nostre emozioni, su come ci relazioniamo con gli altri ci permette di vivere meglio la nostra quotidianità e capire cosa ci fa stare veramente bene. Se certe persone arricchiscono la nostra vita o se, al contrario, la spengono. La terapia ci aiuta a lavorare su questo e provare a modificare il nostro punto di vista, che talvolta, arrivati a un certo punto della vita, risulta poco funzionale e per provare, come dice lei, a "fregarsene" e andare oltre.
La ringrazio per la sua condivisione, Dott.sa Marta Calzari.

Buon pomeriggio, sicuramente intraprendere un percorso le può dare degli strumenti in più per conoscere se stessa e gestire le situazioni, cambiando anche interpretazione su di esse. La invito a riflettere in che misura il giudizio dell'altro la definisce? considerando che il potere che gli altri hanno su di noi siamo noi stessi a concederglielo.

Rimango a disposizione. Dott.ssa Manzini.
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso/a utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Gentile utente, focalizzarsi molto sul giudizio degli altri può inficiare sulla propria autostima, sull'autorealizzazione e sulle proprie aspettative. D'altro canto dare molta importanza a cosa dicono le persone potrebbe dipendere da sfiducia in se stessi e bassa autostima. E' possibile lavorare con un professionista per raggiungere un nuovo stato di benessere. Mi contatti pure per ulteriori chiarimenti o per prendere un appuntamento.
Dott.ssa Luciana de Pinto
Gentile utente, intraprendere un percorso può avere diversi vantaggi. Per superare il timore del giudizio in un primo momento va compresa l'origone di tale timore. Non è mai un caso se un individuo teme lo sguardo dell'altro, da qualche parte nella sua storia di vita qualcosa è accaduto, da qualche parte ha appreso questo timore. Per fortuna ogni pensiero e comportamento è modificabile per un modo di pensare e agire più funzionale per noi. La felicità poi sarà lei a capire che forma ha per lei. Se questo elemento una volta modificato la renderà più felice. La felicità non può essere descritta in termini generali e assoluti per tutti. Ognuno di noi da un volto, una forma, un senso alla felicità. Rimango a sua disposizione Dott.ssa Alessia D'Angelo
E' un discorso non così semplice, da un certo punto di vista il giudizio degli altri impatta nella misura in cui lei gli da peso. Da un altro punto di vista il problema non sta tanto nel giudizio degli altri, ma da quanto lei pensi alla possibilità di essere giudicato male e alle conseguenze che ciò potrebbe avere nella sua mente. Tutto ciò è ovviamente correlato ad una serie di processi psicologici che sono analizzabili in una terapia cognitivo-comportamentale, così come in altri approcci.
Gentile utente, il giudizio degli altri dipende da quanto potere su di n noi gli diamo. Se uno sconosciuto mi dice che sono brutta, posso rimanere indifferente, se me lo dice il mio fidanzato posso farne una tragedia. C'è anche chi la tragedia la fa per il giudizio dello sconosciuto. (ho preso un esempio banale). Dipende da quanta fiducia in te stesso e autostima hai. E' talmente legato ai propri valori, convinzioni, educazione ricevuta che non si può generalizzare. C'è poi l'autogiudizio, che può essere ancora più potente. Questo tema sembra appassionarla particolarmente. Rispetto agli orientamenti di psicoterapia non ne esiste uno più adatto. Conta la persona e la sintonia che si crea nella relazione, per far sì che le tecniche siano efficaci. Rimango a disposizione, cordiali saluti, dott.ssa Silvia Ragni
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Salve.
Chi vive costantemente preoccupato per il giudizio degli altri spesso si trova in una posizione di vulnerabilità emotiva. Questa preoccupazione può limitare la propria libertà di espressione e di azione, portando a una vita vissuta secondo le aspettative altrui piuttosto che secondo i propri desideri e valori. Questo può creare un senso di insoddisfazione e infelicità, poiché la persona non sta vivendo in modo autentico.

Tuttavia, è possibile lavorare su questo aspetto attraverso un percorso di crescita personale e psicologica. La terapia cognitivo-comportamentale (CBT) è una delle metodologie più efficaci in questo contesto. La CBT aiuta a identificare e modificare i pensieri disfunzionali e i comportamenti che alimentano la preoccupazione per il giudizio degli altri. Attraverso tecniche di ristrutturazione cognitiva e di esposizione graduale, una persona può imparare a ridurre l’importanza attribuita ai giudizi esterni e a sviluppare una maggiore autostima e sicurezza in se stessa.

Riuscire a “fregarsene” del giudizio degli altri non significa diventare insensibili o egoisti, ma piuttosto sviluppare una sana indifferenza che permette di vivere in modo più autentico e soddisfacente. Questo può essere fondamentale per raggiungere la felicità e il benessere mentale e psicologico, poiché permette di concentrarsi su ciò che è veramente importante per sé stessi, piuttosto che su ciò che gli altri potrebbero pensare.

Lavorare su se stessi per ridurre l’influenza del giudizio altrui può portare a una vita più libera e appagante. La terapia cognitivo-comportamentale è un ottimo punto di partenza per questo percorso di crescita personale. Dott. Andrea Boggero
Salve,é indubbio che concedere troppo peso al giudizio altrui crea una serie di condizionamenti che nuocciono a chi li vive.
Ma ancor più importante è l’esperienza che porta la persona ad essere facilmente condizionabile.
Per questo occorre un percorso di psicoterapia che rimetta a posto quelle componenti che promuovono il condizionamento. In questo modo, verranno così ridimensionate dando nuovo agio alla persona.
Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
Gentile utente, il giudizio degli altri è un tema molto delicato e soggettivo che può influenzare come una persona si percepisce. Penso sia importante capire le motivazioni che possano portare un individuo ad essere suscettibile al giudizio dell'altro ed eventualmente comprendere il disagio associato ad esso. Si può lavorare sul dare meno peso al giudizio altrui nei nostri confronti rafforzando la nostra autostima e la nostra efficacia personale. Rimango a disposizione, dott. Luca Demuro
Gentile utente, risponde alla sua domanda sulla ricerca della felicità é molto difficile. Posso però sbilanciarmi nel dire che un percorso cognitivo comportamentale per lavorare sull’ansia del giudizio degli altri può essere molto utile per trovare un nuovo equilibrio. Rimango a disposizione. Saluti, Dott. Antonello Deriu
Buongiorno,
Le rispondo con un pezzetto di un libro che tratta anche il tema del giudizio:
"Quando si parla di giudizio, dell'atto di giudicare, siamo portati a caricare questa parola di un significato negativo, pensando a qualcosa di inappropriato e da evitare il più possibile. Ma se riflettete con attenzione vi renderete conto che non è il giudizio a essere sotto attacco, bensì la critica, in particolare quella negativa. (...) Usiamo la parola giudizio ma in realtà intendiamo una persona che esprime una critica negativa su qualcuno o qualcosa.(...) In realtà dal giudizio non è possibile esimersi, ma questo non rappresenta un problema, anzi. Si tratta di una funzione cognitiva inevitabile, motivo per cui anche volendo non mi è possibile fare un esempio di qualcosa su cui non avere un giudizio, perchè nominando qualsiasi cosa la renderei pensabile e quindi giudicabile. Il giudizio è quindi una facoltà cognitiva automatica, più simile all'avere un'opinione che all'esprimere una critica, e non c'è motivo di considerarla un'azione riprorevole. (...) La mancanza di giudizio è problematica e non, al contrario di come si pensa, qualcosa da perseguire e che ci farebbe raggiungere una posizione di alto valore morale. (...) Non ricevere giudizio alcuno su di sè o sul proprio operato produce un senso di alienazione, invia il messaggio 'tu non esisti'. Ricevere un giudizio equivale invece all'essere pensati, anche quando si tratta di un commento negativo o un rifiuto. Presuppone infatti riconoscimento, seppur limitato, di quanto di rifiuta. Quindi è piuttosto l'assenza di giudizio a generare una condizione angosciante, quella di non esistere nella mente degli altri (...). Quando presente, il giudizio che genera conseguenze dannose è quello che si mescola ad altri ingredienti: deve essere non solo negativo ma costante, reiterato nel tempo, non compensato da considerazioni positive. Inoltre deve essere espresso da chi ha una posizione più alta e rivolto a chi ne occupa una inferiore all'interno di una dinamica asimmetrica, come quella tra genitore e figlio. (...)
Questi pazienti faticano o non riescono a pensarsi come pensati. L'idea di esistere nella mente degli altri presuppone che l'altro pensi qualcosa su di noi e questa condizione non è sostenibile per chi ha un'identità fragilissima, frammentata o un'autostima talmente deficitaria. (...)
Veniamo al mondo piangendo e senza sapere chi siamo, ed è per questo che abbiamo l'esigenza di essere considerati, visti, sentirci dire che siamo buoni e bravi. Per imparare a conoscerci abbiamo bisogno di uno specchio che rifletta chi siamo."

E' un piccolo spunto da cui poter partire magari, sicuramente da approfondire in un percorso di psicoterapia. Scelga il professionista con cui si sente più a suo agio: l'alleanza terapeutica e la relazione è la base necessaria e fondamentale per un buon lavoro.
Le auguro il meglio
Buongiorno , vedo che il tema che le sta tanto a cuore e' il giudizio altrui...beh mi viene da risponderle che INNANZITUTTO c'e' la considerazione che abbiamo di noi stessi e di come gestiamo le sconfitte e i successi . In mancanza di una solida autostima ,siamo delle canne al vento...perche' ogni persona che incontriamo potra' darci un' immagine di noi stessi , diversa e ma anche contraddittoria. Resta una certezza e cioe' che noi persone SIAMO ANIMALI SOCIALI abbiamo bisogno degli altri ma soprattutto abbiamo bisogno di chi ci apprezza per i nostri pregi e fragilita'. Le critiche sono importanti ,ci fanno migliorare ma non devono essere delle calunnie ,pettegolezzi e falsita' che avvantaggiano solo chi ci sta sferzando....Quindi come vede l'autostima e' importante per stare bene con se stessi e con gli altri..!!!Un lavoro su se stessi con un professionista non puo' che dare benefici alla salute mentale ...quindi resto a sua disposizione e la saluto cordialmente...dott.ssa Adriana Gaspari
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Buongiorno, il tema del giudizio altrui è un tema ricorrete e frequente che però assume tratti molto soggettivi e specifici a seconda delle situazioni. Posso consigliarle di intraprendere un percorso terapeutico che possa aiutarla nell'approfondire meglio questa tematica. Per quanto riguarda la tipologia di Psicoterapia ci sono numerose scuole di pensiero, tutte valide, l'importante che lei possa sentirsi accolta dal terapeuta e sentire che il percorso le porta un beneficio psichico nel tempo. Rimango a sua disposizione per qualsiasi evenienza. Cordiali saluti. Dott.ssa Elena Quattrini
Gentile utente, grazie per la condivisione di questo suo pensiero. Mi colpisce molto perché non parla direttamente di sé quando espone il pensiero del giudizio degli altri, sarebbe interessante affrontare le motivazioni che la spingono a parlarne in maniera distaccata all' interno della stanza della terapia. Per quanto riguarda l' approccio, ogni approccio ha una validità ed efficacia terapeutica, l' importante è l' alleanza che si riesce a creare col proprio terapeuta. Cordialità dott. Gaetano Marino
Buongiorno Gentile Utente, le domande che pone sono molto rilevanti e toccano aspetti fondamentali del benessere psicologico e della crescita personale. Ecco una risposta basata sulla mia esperienza e sulla ricerca psicologica:

Domanda 1) Chi vive costantemente preoccupato del giudizio altrui può trovare difficile raggiungere una felicità autentica. Questo perché il costante desiderio di approvazione esterna può impedire la realizzazione dei propri veri desideri e obiettivi. La preoccupazione eccessiva per il giudizio altrui spesso porta a sentirsi insoddisfatti e bloccati, poiché le decisioni e le azioni vengono influenzate più dalle aspettative degli altri che dai propri bisogni e valori personali.

Domanda 2) È possibile, attraverso un percorso di crescita personale e psicologica, ridurre l'influenza del giudizio altrui e migliorare il proprio benessere. La Terapia Cognitivo-Comportamentale (TCC) è uno degli approcci che può aiutare in questo processo. La TCC può lavorare sul modificare i pensieri disfunzionali e i comportamenti, aiutando a sviluppare una maggiore autoaccettazione e a ridurre l'ansia legata al giudizio esterno. Altri approcci, come la terapia basata sulla mindfulness, possono anche aiutare a migliorare la consapevolezza e l'accettazione di sé, riducendo l'importanza del giudizio degli altri.

Domanda 3) Fregarsene completamente del giudizio degli altri non è realistico o necessario per tutti, ma imparare a gestirlo e a darle meno peso può essere molto utile. La felicità e il benessere mentale spesso derivano dal vivere in accordo con i propri valori e desideri, piuttosto che dalla costante ricerca di approvazione esterna. Lavorare su questo aspetto può portare a una maggiore autostima e a una vita più soddisfacente.

In sintesi, è possibile migliorare la propria felicità e benessere mentale lavorando sulla gestione del giudizio altrui attraverso percorsi di crescita personale e psicologica. Ridurre l'influenza del giudizio esterno, non eliminandolo completamente, ma imparando a dare maggiore valore ai propri bisogni e valori, è fondamentale per raggiungere una vita più felice e appagante.

Per ulteriori consigli o per intraprendere un percorso di supporto psicologico resto a disposizione. Augurandole di superare al più presto questo momento di difficoltà le porgo cordiali saluti.
Dott. Luca Vocino
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Salve, per ogni persona il raggiungimento della felicità passa per cose e modalità diverse. Sarebbe più interessante comprendere come mai per lei il giudizio degli altri è così importante, come la fa sentire un giudizio positivo/negativo e il perchè. Poi si potrebbe comprendere cosa la rende felice perchè non esiste una "ricetta" uguale per tutti per la felicità. E' possibile, attraverso un percorso psicologico, riuscire a comprendere come mai il giudizio degli altri è così centrale per lei e ridurre il dolore che le causa, però bisogna prestare attenzione al fatto che "fregarsene completamente" sia un'aspettativa irrealistica.
Se volesse approfondire rimango a disposizione.
Dott.ssa Irene Ragaini

Gentilissimo, ognuno di noi intende per "felicità" un qualcosa di diverso, sarebbe sicuramente interessante per lei scoprire quali caratteristiche dovrebbe avere la sua vita per definirsi "felice". Inoltre, essendo esposti inevitabilmente a relazioni intersoggettive, siamo esposti in automatico ai pareri altrui; quanto questi pareri preoccupano o interferiscono con la vita di un individuo, può dipendere la diversi fattori e variano da persona a persona. E' necessario quindi affrontare un percorso individuale per rispondere alle sue domande e per lasciar andare la grande attenzione che pone al giudizio altrui, se questo è ciò che desidera.
Buongiorno, il tema del giudizio degli altri è sempre molto importante da tenere in considerazione per un percorso di crescita personale. Perché indispensabile per il raggiungimento della felicità? No. Nulla è indispensabile proprio perché la felicità e il benessere hanno moltissimi aspetti legati alla soggettività: quello che può essere indispensabile per me può non esserlo per lei. Piuttosto che porsi queste domande, la inviterei a riflettere su una leggermente diversa: "La preoccupazione per il giudizio altrui le crea disagio? è un disagio significativo da spingerla a trovare un modo per diminuirne l'impatto?" Se sì, in un percorso psicologico in cui si indaga più approfonditamente che cosa significa per lei e che valore ha il giudizio altrui, si possono trovare insieme gli strumenti utili per ridurre l'impatto che ha sulla sua vita. Per qualsiasi necessità non esiti a contattarmi, sono disponibile per consulenze online. Saluti, Dott.ssa Mini
Salve, il concetto di felicità è sempre molto relativo e vago, ciò a cui darei più importanza è a cosa le serve avere/temere il giudizio degli altri e soprattutto qual é il suo giudizio di sè. Sarebbe utile per lei parlarne in terapia per poter esplorare quali sono le dinamiche relazionali al di sotto di questa sua paura. Per qualsiasi cosa resto a sua disposizione.
Dr.ssa Russo Fabiola

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