Uomo 28 anni.Ho da circa 20 giorni una fascicolazione fra sterno e stomaco: dieci giorni fa sono s
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Uomo 28 anni.
Ho da circa 20 giorni una fascicolazione fra sterno e stomaco: dieci giorni fa sono stato da un neurologo che ha attribuito il tutto ad ansia dicendomi da andare da uno psicologo. Ho iniziato la psicoterapia per l'ansia; tuttavia, oltre la fascicolazione che persiste sotto lo sterno, si sono aggiunte, specialmente al pomeriggio e alla sera, come nuovi sintomi, delle parestesie intermittenti e spesso "random" ai piedi, alle mani e al ginocchio o, più raramente, fastidi al petto e contratture alle gambe. Ad esempio in un istante ho una strana sensazione al piede e pochi secondi dopo (o addirittura nello stesso tempo) la sensazione compare sul palmo della mano per poi spostarsi all'altro braccio pochi istanti dopo per poi migrare al calcagno e cosi via. La situazione mi causa uno stress invalidante.
Devo tornare dal neurologo o è inutile?
Ho da circa 20 giorni una fascicolazione fra sterno e stomaco: dieci giorni fa sono stato da un neurologo che ha attribuito il tutto ad ansia dicendomi da andare da uno psicologo. Ho iniziato la psicoterapia per l'ansia; tuttavia, oltre la fascicolazione che persiste sotto lo sterno, si sono aggiunte, specialmente al pomeriggio e alla sera, come nuovi sintomi, delle parestesie intermittenti e spesso "random" ai piedi, alle mani e al ginocchio o, più raramente, fastidi al petto e contratture alle gambe. Ad esempio in un istante ho una strana sensazione al piede e pochi secondi dopo (o addirittura nello stesso tempo) la sensazione compare sul palmo della mano per poi spostarsi all'altro braccio pochi istanti dopo per poi migrare al calcagno e cosi via. La situazione mi causa uno stress invalidante.
Devo tornare dal neurologo o è inutile?
Buongiorno,
la descrizione dei suoi disturbi fa pensare, in prima ipotesi, ad un'origine psichica degli stessi (disturbo di conversione somatica dell'ansia).
Si tratta naturalmente di sintomi NON immaginari (come talvolta erroneamente viene detto) ma la cui genesi anziché essere neurologica organica è psicobiologica.
Il suo disturbo è meritevole perciò di una cura farmacologica con farmaci specifici per l'ansia (non semplicemente ansiolitici palliativi ma più mirati e "curativi") .
Questo tipo di terapia può nell' arco di 30-40 giorni ridurre cospicuamente i suoi sintomi e affiancare validamente per qualche mese la psicoterapia che, come cura basata sulla parola, ha bisogno logicamente di tempi più lunghi per esercitare il suo effetto.
Torni perciò dal neurologo per le indicazioni farmacologiche del caso.
la descrizione dei suoi disturbi fa pensare, in prima ipotesi, ad un'origine psichica degli stessi (disturbo di conversione somatica dell'ansia).
Si tratta naturalmente di sintomi NON immaginari (come talvolta erroneamente viene detto) ma la cui genesi anziché essere neurologica organica è psicobiologica.
Il suo disturbo è meritevole perciò di una cura farmacologica con farmaci specifici per l'ansia (non semplicemente ansiolitici palliativi ma più mirati e "curativi") .
Questo tipo di terapia può nell' arco di 30-40 giorni ridurre cospicuamente i suoi sintomi e affiancare validamente per qualche mese la psicoterapia che, come cura basata sulla parola, ha bisogno logicamente di tempi più lunghi per esercitare il suo effetto.
Torni perciò dal neurologo per le indicazioni farmacologiche del caso.
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secondo me sì dovrebbe fare una visita
Concordo con il collega sull'opportunità di una valida cura farmacologica insieme alla psicoterapia
Buongiorno
la rivalutazione neurologica va senz'altro fatta in quanto la sintomatologia è persistente e il quadro sembra in qualche modo peggiorato rispetto alla prima visita neurologica.
Mi permetto di aggiungere che sarebbe utile anche una valutazione reumatologica e internistica per valutare eventuali disfunzioni del sistema immunitario e/o alterazione metaboliche ed elettrolitiche.
la rivalutazione neurologica va senz'altro fatta in quanto la sintomatologia è persistente e il quadro sembra in qualche modo peggiorato rispetto alla prima visita neurologica.
Mi permetto di aggiungere che sarebbe utile anche una valutazione reumatologica e internistica per valutare eventuali disfunzioni del sistema immunitario e/o alterazione metaboliche ed elettrolitiche.
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