Una volta una terapeuta mi disse "Ma lei come fa a dire che la sua è un'ansia sociale, se l'è autodi
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Una volta una terapeuta mi disse "Ma lei come fa a dire che la sua è un'ansia sociale, se l'è autodiagnosticata?", io non sapevo cosa rispondere perchè dalla precedente psicoterapia non mi è stata riferita la mia diagnosi per paura che io poi mi etichettassi con quel termine.
Ma tutti i sintomi e le paure che ho mi fanno pensare proprio all'ansia sociale, o addirittura una fobia, è che ho tanti sintomi e dare loro solo il nome di timidezza mi sembra inappropriato, è una cosa che sento a pelle.
Allo stesso tempo questa terapeuta aveva ragione, io non posso avere la certezza di come si chiama il mio problema, anzi problemi.
Sono tante cose, forse troppe..
Che cosa devo fare?
Farmi fare una diagnosi e rischiare però di farmi prendere dalla paura, shock di questa etichetta oppure fare psicoterapia senza saper spiegare le cose che sento, che nome dargli...
Scoprire di essere depressa sarebbe un colpo duro per me, non la prenderei bene e poi sapere di essere costretta a prendere dei farmaci per essere felice, rendiamoci conto, è il farmaco che mi deve dare felicità, serenità, forza, spensieratezza e positività?
Ma tutti i sintomi e le paure che ho mi fanno pensare proprio all'ansia sociale, o addirittura una fobia, è che ho tanti sintomi e dare loro solo il nome di timidezza mi sembra inappropriato, è una cosa che sento a pelle.
Allo stesso tempo questa terapeuta aveva ragione, io non posso avere la certezza di come si chiama il mio problema, anzi problemi.
Sono tante cose, forse troppe..
Che cosa devo fare?
Farmi fare una diagnosi e rischiare però di farmi prendere dalla paura, shock di questa etichetta oppure fare psicoterapia senza saper spiegare le cose che sento, che nome dargli...
Scoprire di essere depressa sarebbe un colpo duro per me, non la prenderei bene e poi sapere di essere costretta a prendere dei farmaci per essere felice, rendiamoci conto, è il farmaco che mi deve dare felicità, serenità, forza, spensieratezza e positività?
Buonasera, che cosa cambia per lei avere o non avere una diagnosi precisa? Che se ne fa di una diagnosi? È questo quello che conta ed è questa la cosa da mettere al lavoro. In secondo luogo non è la diagnosi in sé a rendere necessaria una terapia farmacologia, ma l'entità dei sintomi. sm
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Cara utente, non c’è bisogno di una diagnosi precisa per iniziare una psicoterapia e (come giustamente diceva la sua terapeuta) il rischio di farsi condizionare da un’etichetta è reale.
Se c’è, invece, una condizione di malessere che impedisce di vivere serenamente, fare progetti e conquistare obiettivi ė importante farsi aiutare.
Una seduta di psicoterapia è lo spazio in cui là propria sofferenza viene accolta, ascoltata senza nessun giudizio, lenita e finalmente fugata.
Si ricordi che nessun farmaco ma solo lei ha la possibilità di dare a se stessa serenità, forza, spensieratezza e positività.
E non è un’impresa impossibile basta darsi la possibilità di farlo investendo su se stessa.
Un caro saluto.
Daniela Benvenuti
Se c’è, invece, una condizione di malessere che impedisce di vivere serenamente, fare progetti e conquistare obiettivi ė importante farsi aiutare.
Una seduta di psicoterapia è lo spazio in cui là propria sofferenza viene accolta, ascoltata senza nessun giudizio, lenita e finalmente fugata.
Si ricordi che nessun farmaco ma solo lei ha la possibilità di dare a se stessa serenità, forza, spensieratezza e positività.
E non è un’impresa impossibile basta darsi la possibilità di farlo investendo su se stessa.
Un caro saluto.
Daniela Benvenuti
Dare un nome alle cose calma la mente, invece di diagnosi si potrebbe parlare anche di emozioni. Il tema delle diagnosi è un tema delicato. Non sempre con una diagnosi c'è bisogno di farmaci. La salute della nostra mente e psiche è importante quanto quella del corpo.
Rimango disponibile per ulteriori domande o chiarimenti.
Dott.ssa Chiara Pavia
Rimango disponibile per ulteriori domande o chiarimenti.
Dott.ssa Chiara Pavia
Salve, più che la diagnosi è importante lavorare nel qui ed ora.
Rimango a sua disposizione.
Buona serata.
Dott. Fiori
Rimango a sua disposizione.
Buona serata.
Dott. Fiori
Buonasera,
sento nelle sue parole tanta preoccupazione legata alla diagnosi, all'"etichetta", al dare un nome al malessere che sente e che vive. Mi sento di dirle che non è così importante focalizzarsi su quest'aspetto, ciò che invece conta è stare in contatto con se stessi, prendere consapevolezza del proprio malessere e decidere di darsi la possibilità di ritrovare il proprio benessere con l'aiuto di un terapeuta. Mi sento di dirle in aggiunta che non esiste alcun farmaco che possa regalarle felicità e spensieratezza. In alcuni casi (ma non in tutti) il farmaco può essere un valido supporto e un affiancamento alla terapia ma non è mai una "pillola magica"! Può lenire i sintomi e dare sollievo, certo, ma per raggiungere il proprio stato di benessere, soddisfazione, felicità e autorealizzazione è necessario lavorare su di sé. La terapia è fondamentale. Non si lasci frenare o spaventare dalle etichette!
Spero di esserle stata d'aiuto, se necessita di ulteriori chiarimenti non esiti a contattarmi!
Dott.ssa Genduso
sento nelle sue parole tanta preoccupazione legata alla diagnosi, all'"etichetta", al dare un nome al malessere che sente e che vive. Mi sento di dirle che non è così importante focalizzarsi su quest'aspetto, ciò che invece conta è stare in contatto con se stessi, prendere consapevolezza del proprio malessere e decidere di darsi la possibilità di ritrovare il proprio benessere con l'aiuto di un terapeuta. Mi sento di dirle in aggiunta che non esiste alcun farmaco che possa regalarle felicità e spensieratezza. In alcuni casi (ma non in tutti) il farmaco può essere un valido supporto e un affiancamento alla terapia ma non è mai una "pillola magica"! Può lenire i sintomi e dare sollievo, certo, ma per raggiungere il proprio stato di benessere, soddisfazione, felicità e autorealizzazione è necessario lavorare su di sé. La terapia è fondamentale. Non si lasci frenare o spaventare dalle etichette!
Spero di esserle stata d'aiuto, se necessita di ulteriori chiarimenti non esiti a contattarmi!
Dott.ssa Genduso
Si può e si deve lavorare sulle cause e i contesti delle proprie sofferenze per scioglierle; non ha alcun senso e non offre nessun vantaggio ridurre la complessità di un'esistenza a un'asettica e impersonale diagnosi. Non entri nel tunnel degli psicofarmaci; essi vanno, eventualmente, utilizzati solo se strettamente e per breve tempo necessari!
Le risposte che sta cercando sono importanti perché hanno l'obiettivo di dare un senso a ciò che sente. Penso che sia su questo che si debba concentrare: farsi aiutare a dare un nome e un senso suoi, senza entrare in nosologie che servono per avere un linguaggio comune tra tecnici ma non a costruire il senso della propria esistenza e scoprire le risorse per perseguire questo scopo.
Le auguro di trovare ciò che sta cercando, ne ha il diritto.
Saluti
Le auguro di trovare ciò che sta cercando, ne ha il diritto.
Saluti
Buongiorno, mi colpisce il suo timore di una diagnosi, che sentirebbe come un'etichetta, ma anche la perplessità a cominciare una psicoterapia senza averne una. Non è l'essere in possesso di una diagnosi la motivazione a cominciare una terapia : prendersi cura di se' parte dal sentire e accogliere un proprio disagio e dal desiderare di raggiungere un benessere migliore. E' uno degli scopi della terapia dare il giusto nome alle cose e accompagnare le persone alla consapevolezza di se': questo percorso è significativo per una crescita personale e presupposto per una vita meno condizionata da sintomi.
I farmaci, solo se e quando necessari, possono essere un aiuto momentaneo ma non possono dare magicamente la felicità.
I farmaci, solo se e quando necessari, possono essere un aiuto momentaneo ma non possono dare magicamente la felicità.
Buongiorno cara utente, il credo dalle sue parole di scorgere la necessità di dare un po'di ordine a tutte queste considerazioni ed emozioni. Io credo che il primo compito di una psicoterapia sia proprio questo, insieme al conoscere la natura e la specificità delle nostre difficoltà.solo così si possono affrontare
Buongiorno cara, penso che dare un nome al proprio disturbo sia alquanto riduttivo, perché si perde di vista l'obiettivo del percorso terapeutico. Inoltre quando si etichetta qualcosa si rischia di rimanere intrappolati in quella dimensione di significato, perdendo di vista l'intero nel complesso. Quindi penso possa essere utile concentrarsi sugli obiettivi terapeutici stabiliti con la sua terapeuta.
Buonasera, non colgo bene il come una terapeuta attuale le faccia tornare in mente che nella terapia passata non abbia dato un'identità a quanto affrontava nel suo percorso. E ancora mi chiedo perché non si confronta con chi le pone la questione e cerca altre risposte. Io credo che siamo noi stessi a dover far chiarezza, attraverso un professionista va bene, ma poi la palla torna a noi in quanto protagonisti del nostro cammino. Le auguro di darsi delle risposte.
Massimiliano
Massimiliano
Buonasera,
ritengo molto interessante la sua posizione, lei si è riconosciuto/a in quella descrizione di sintomi, a cui, per convenzione sociale i professionisti attribuiscono quel nome. Credo questo basti a lei, che non chiede di diventare uno/a psicologa. Piuttosto mi verrebbe da chiederle ora che se ne può fare della diagnosi? Ovvero, come può usarla? Che vantaggi o svantaggi offre? Ma potrei spingermi ben più in là e ad esempio chiederle, che ne vuol fare di quei "sintomi"? Li crede parti che la compongono in modo ineluttabile o indissolubile o pensa che siano piuttosto "segni", ovvero un peculiare modo di interpretare certi atti, modi di comunicare, pensieri, modalità d'interagire? Le va di modificarli o ritiene di doverseli tenere? Le interessa scoprire come può fare ? ..
Un saluto cordiale
dr.ssa Marzia Sellini
ritengo molto interessante la sua posizione, lei si è riconosciuto/a in quella descrizione di sintomi, a cui, per convenzione sociale i professionisti attribuiscono quel nome. Credo questo basti a lei, che non chiede di diventare uno/a psicologa. Piuttosto mi verrebbe da chiederle ora che se ne può fare della diagnosi? Ovvero, come può usarla? Che vantaggi o svantaggi offre? Ma potrei spingermi ben più in là e ad esempio chiederle, che ne vuol fare di quei "sintomi"? Li crede parti che la compongono in modo ineluttabile o indissolubile o pensa che siano piuttosto "segni", ovvero un peculiare modo di interpretare certi atti, modi di comunicare, pensieri, modalità d'interagire? Le va di modificarli o ritiene di doverseli tenere? Le interessa scoprire come può fare ? ..
Un saluto cordiale
dr.ssa Marzia Sellini
Buongiorno gentile utente concordo con i colleghi che le hanno precedentemente risposto. La mente per sua natura, ha bisogno di sapere, di spiegare,di ordinare e categorizzare e questo non è sbagliato di per sé. Ma quando si tratta di una sofferenza e di un malessere psicologico, è utile non tanto dare un etichetta,( che spesso imprigiona)quanto intraprendere una strada per iniziare a stare meglio. Resto a sua disposizione nel caso volesse condividere ulteriormente.
La saluto cordialmente
Dott.ssa Francesca Caputo
La saluto cordialmente
Dott.ssa Francesca Caputo
Gentile Signora forse è arrivato il momento di rivolgere queste domande ad uno psicoterapeuta. Sicuramente troverete insieme delle risposte e anche le ragioni di queste domande. Un cordiale saluto
Salve, è interessante questa sua ricerca di una diagnosi, così importante da farne una questione centrale. E' comprensibile, quando si prova una sensazione di malessere si cerca di attribuirgli una causa, di trovarne la fonte, di dargli un nome. Ma...più che dargli un nome, tappare la sua questione con una diagnosi, provi a cercare le parole per dire, per esprimere il suo malessere. La parola è un mezzo potente e, soprattutto, quasi senza limite. Potrà spaziare come vuole e provare a dirsi per quello che è. Ne avrà un effetto di apertura e di conoscenza di sé. La ricerca di una diagnosi rischia di catturare tutta la sua attenzione e distrarla da quella che è veramente la sua questione. Buona ricerca. La saluto, Marina Montuori
Gentilissima,
il tema della diagnosi è un tema delicato. Dare un nome al proprio malessere a volte può essere spaventante, in altri casi tranquillizzante, a volte indica la strada giusta su cui muoversi, a volte è bloccante.
Insomma, i fattori in gioco sono tanti.
Mi sento di suggerirle di portare in terapia tutti i suoi dubbi e le sue paure, ed esplorare insieme alla sua terapeuta questo tema. Vi aiuterà a trovare insieme la strada giusta su cui camminare.
Le auguro una buona continuazione del suo cammino
il tema della diagnosi è un tema delicato. Dare un nome al proprio malessere a volte può essere spaventante, in altri casi tranquillizzante, a volte indica la strada giusta su cui muoversi, a volte è bloccante.
Insomma, i fattori in gioco sono tanti.
Mi sento di suggerirle di portare in terapia tutti i suoi dubbi e le sue paure, ed esplorare insieme alla sua terapeuta questo tema. Vi aiuterà a trovare insieme la strada giusta su cui camminare.
Le auguro una buona continuazione del suo cammino
Buona sera, in situazioni di forte disagio nonchè durature nel tempo sarebbe importante rivolgersi ad uno specialista per poter meglio comprendere ed elaborare questa sua problemtica. Preferibilmente le consiglierei di rivolgersi ad uno psicologo psicoterapeuta così che possa intraprendere un percorso di terapia anche in videochiamata WhatsApp. Cordiali saluti, Dott.ssa Beatrice Planas. Psicologa psicoterapeuta per consulenze online
Gentile utente, mi chiedo se l'obiettivo del suo andare da una psicoterapeuta sia quello di avere una diagnosi oppure una migliore qualità di vita. Glielo chiedo perchè se così fosse, per avere una diagnosi certa le converrebbe andare da uno psicodiagnosta, farsi somministrare una batteria di test per avere un profilo di personalità e pertanto una diagnosi funzionale, che le indichi come funziona la sua personalità. Se invece vuole avere una migliore qualità di vita, fare un lavoro di consapevolezza che la porti a fare le scelte di vita più funzionali per lei, allora conviene andare da uno psicoterapeuta, rinunciare ad un'etichettatura che ai fini del nostro benessere, serve a ben poco, e provare a dare un nome, piuttosto che ai disturbi psichici, alle sue emozioni, ai suoi disagi e a tutto ciò che per lei vale la pena di essere detto all'interno di una relazione di aiuto.
Cordiali saluti,
Rosella Pettinari
Cordiali saluti,
Rosella Pettinari
Gentile utente di mio Dottore,
quanta confusione sento nelle sue parole...
Ho la sensazione che stia cercando delle risposte in questo spazio a tutte le sue perplessità.
Le risposte però può darle solo lei a Se stessa nella misura in cui sceglie un percorso che la mette in condizione di potersi riappropiare della sua vita, indipendentemente dalla ricerca affannosa di etichette e diagnosi.
Apra le sue mani e non abbia timore di affidarsi ad un professionista, si riappropri della sua libertà.
Resto a sua disposizione per qualsiasi chiarimento.
Saluti,
Dottore Diego Ferrara
quanta confusione sento nelle sue parole...
Ho la sensazione che stia cercando delle risposte in questo spazio a tutte le sue perplessità.
Le risposte però può darle solo lei a Se stessa nella misura in cui sceglie un percorso che la mette in condizione di potersi riappropiare della sua vita, indipendentemente dalla ricerca affannosa di etichette e diagnosi.
Apra le sue mani e non abbia timore di affidarsi ad un professionista, si riappropri della sua libertà.
Resto a sua disposizione per qualsiasi chiarimento.
Saluti,
Dottore Diego Ferrara
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