UNA VITA DA RESETTARE E RIPROGRAMMARE Buonasera a tutti i dottori, e grazie come sempre per quest
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UNA VITA DA RESETTARE E RIPROGRAMMARE
Buonasera a tutti i dottori, e grazie come sempre per questo bel servizio che offrite. Il titolo che potrei dare a questo lungo messaggio, di cui mi scuso, è questo che leggete.
Ho 38 anni, e a tutt'oggi, mi sembra di non aver vissuto, o meglio di averlo fatto solo per gli altri, e questo, mi sta trascinando sempre piu giu.
Figlio unico di una famiglia benestante, dopo il liceo (in cui ero anche bravo), complice la delusione del voto di maturità, ho avuto una crisi di rigetto per lo studio, e sarei voluto andare a lavorare, ma i miei hanno insistito a farmi iscrivere all'università (scelsi giurisprudenza, che all'epoca mia, era la facoltà degli indecisi). Non c'è cosa piu brutta che violentarsi il cervello a immagazzinare concetti forzatamente (ma qualsiasi facolt sarebbe stato lo stesso, perche ripeto , era la voglia di stare sui libri che era venuta a mancare), ne ho parlato piu volte coi miei genitori, ma per tutta risposta mi son sentito dire frasi del tipo "e dove vuoi andare con un diploma di liceo, a zappare la terra?" "vuoi fare il fallito? tutti a te stanno aspettando per lavorare", "come si laureano gli altri ti laurei pure tu, quanti capricci", "proprio a noi doveva capitare un figlio cosi", frasi che alla fine, per orgoglio, mi hanno fatto prendere l'agognata laurea, ma al prezzo di un bell'esaurimento nervoso, che moi ha visto andare in terapia per due anni e assumere Zoloft e benzodiazepine di cui non ricordo il nome.
Solo allora i miei mi hanno chiesto scusa, ma da parte mia il rapporto non è mai piu stato lo stesso, infatti, complice il fatto che nella mia città c'è poco lavoro, mi sono trasferito, e li vedo solo alle feste comandate quando scendo.
Inizialmente ho lavorato in ambito amministrativo, e mi piaceva, poi con la crisi in quel settore non son piu riuscito a inserirmi, ho mandato curricula anche per lavori manuali, ma l'unico settore che mi ha accolto è stato quello commerciale....e qui altri problemi...sono una persona socievole, il contatto con la gente mi piace pure, non mi piace il dover essere poco trasparente (che spesso a un venditore è richiesto), e lo stress, che a volte rasenta anche il mobbing, sul raggiungimento degli obiettivi, proprio di tutti i lavori di vendita. E mi sento terribilmente frustrato. Non c'è cosa piu brutta che sbagliare per assecondare altre persone, perche una parte di me pensa sempre "se avessi lasciato l'università, magari a quest'ora avevo un lavoro migliore, potendo contare su una maggiore forbice di tempo per inserirmi nel mondo del lavoro"
In ultima analisi, da anni, cerco di dare una mano a una mia amica, una ragazza che hjo frequentato nella città dove vivo, e con cui sono stato anche pochi mesi insieme tanti anni fa, che soffre di bipolarismo, prende una pensione di invalidità, e per quanto cerchi di esserle vicino, anche piu della sua stessa famiglia (che un po' me l'ha "scaricata"), è una situazione chemi impegna tanto a livello psicologico. Con le donne in genere son sempre stato una persona insicura, ho avuto poche storie, ho paura di impegnarmi in una relazione seria, e a volte, il retaggio dell'ansia da prestazione da "voto d'esame" o ' "obiettivo di vendita" me lo porto anche sessualmente tra le lenzuola, specialmente all'inizio, mi è capitato quasi sempre con ogni donna con cui sono stato a letto.
Insomma, di dormire la notte dormo, (anche se faccio sogni strani), quando "scoppiai" all'università la prima cosa che se ne andò fu il sonno (passavo le ore a leggere fumetti o guardare il soffitto) questo mi fa capire che il baratro non l'abbia ancora raggiunto. Tuttavia, la mattina faccio fatica ad alzarmi, soffro di bruxismo nervoso, e, mi vergogno a dirlo, quando sento di qualche conoscente che si ammala o muore di qualche brutta malattia, una parte di me prova una certa invidia.
Scusate per lo sfogo, e per la lunghezza del messaggio. Da una parte credo che forse dovrei tornare in psicoterapia, dall'altra forse la ritengo inutile, nel mio caso, non perche nn abbai fiducia in essa (non potrei mai dato che molti anni fa mi ha "salvato"), ma perche credo che se non cambino certi parametri esterni (ad esempio, la tipologia di lavoro e a quasi 40 anni, di certo non cambia piu), non mi può aiutare nemmeno il buon Gesù in persona.
Grazie comunque anche a chi ha avuto solo la pazienza di leggere le righe di sfogo di un povero frustrato. Anche buttarle giu, cosi come ho fatto in questo momento, aiuta a sentirsi un po' meglio! Un caro saluto a tutti!
Buonasera a tutti i dottori, e grazie come sempre per questo bel servizio che offrite. Il titolo che potrei dare a questo lungo messaggio, di cui mi scuso, è questo che leggete.
Ho 38 anni, e a tutt'oggi, mi sembra di non aver vissuto, o meglio di averlo fatto solo per gli altri, e questo, mi sta trascinando sempre piu giu.
Figlio unico di una famiglia benestante, dopo il liceo (in cui ero anche bravo), complice la delusione del voto di maturità, ho avuto una crisi di rigetto per lo studio, e sarei voluto andare a lavorare, ma i miei hanno insistito a farmi iscrivere all'università (scelsi giurisprudenza, che all'epoca mia, era la facoltà degli indecisi). Non c'è cosa piu brutta che violentarsi il cervello a immagazzinare concetti forzatamente (ma qualsiasi facolt sarebbe stato lo stesso, perche ripeto , era la voglia di stare sui libri che era venuta a mancare), ne ho parlato piu volte coi miei genitori, ma per tutta risposta mi son sentito dire frasi del tipo "e dove vuoi andare con un diploma di liceo, a zappare la terra?" "vuoi fare il fallito? tutti a te stanno aspettando per lavorare", "come si laureano gli altri ti laurei pure tu, quanti capricci", "proprio a noi doveva capitare un figlio cosi", frasi che alla fine, per orgoglio, mi hanno fatto prendere l'agognata laurea, ma al prezzo di un bell'esaurimento nervoso, che moi ha visto andare in terapia per due anni e assumere Zoloft e benzodiazepine di cui non ricordo il nome.
Solo allora i miei mi hanno chiesto scusa, ma da parte mia il rapporto non è mai piu stato lo stesso, infatti, complice il fatto che nella mia città c'è poco lavoro, mi sono trasferito, e li vedo solo alle feste comandate quando scendo.
Inizialmente ho lavorato in ambito amministrativo, e mi piaceva, poi con la crisi in quel settore non son piu riuscito a inserirmi, ho mandato curricula anche per lavori manuali, ma l'unico settore che mi ha accolto è stato quello commerciale....e qui altri problemi...sono una persona socievole, il contatto con la gente mi piace pure, non mi piace il dover essere poco trasparente (che spesso a un venditore è richiesto), e lo stress, che a volte rasenta anche il mobbing, sul raggiungimento degli obiettivi, proprio di tutti i lavori di vendita. E mi sento terribilmente frustrato. Non c'è cosa piu brutta che sbagliare per assecondare altre persone, perche una parte di me pensa sempre "se avessi lasciato l'università, magari a quest'ora avevo un lavoro migliore, potendo contare su una maggiore forbice di tempo per inserirmi nel mondo del lavoro"
In ultima analisi, da anni, cerco di dare una mano a una mia amica, una ragazza che hjo frequentato nella città dove vivo, e con cui sono stato anche pochi mesi insieme tanti anni fa, che soffre di bipolarismo, prende una pensione di invalidità, e per quanto cerchi di esserle vicino, anche piu della sua stessa famiglia (che un po' me l'ha "scaricata"), è una situazione chemi impegna tanto a livello psicologico. Con le donne in genere son sempre stato una persona insicura, ho avuto poche storie, ho paura di impegnarmi in una relazione seria, e a volte, il retaggio dell'ansia da prestazione da "voto d'esame" o ' "obiettivo di vendita" me lo porto anche sessualmente tra le lenzuola, specialmente all'inizio, mi è capitato quasi sempre con ogni donna con cui sono stato a letto.
Insomma, di dormire la notte dormo, (anche se faccio sogni strani), quando "scoppiai" all'università la prima cosa che se ne andò fu il sonno (passavo le ore a leggere fumetti o guardare il soffitto) questo mi fa capire che il baratro non l'abbia ancora raggiunto. Tuttavia, la mattina faccio fatica ad alzarmi, soffro di bruxismo nervoso, e, mi vergogno a dirlo, quando sento di qualche conoscente che si ammala o muore di qualche brutta malattia, una parte di me prova una certa invidia.
Scusate per lo sfogo, e per la lunghezza del messaggio. Da una parte credo che forse dovrei tornare in psicoterapia, dall'altra forse la ritengo inutile, nel mio caso, non perche nn abbai fiducia in essa (non potrei mai dato che molti anni fa mi ha "salvato"), ma perche credo che se non cambino certi parametri esterni (ad esempio, la tipologia di lavoro e a quasi 40 anni, di certo non cambia piu), non mi può aiutare nemmeno il buon Gesù in persona.
Grazie comunque anche a chi ha avuto solo la pazienza di leggere le righe di sfogo di un povero frustrato. Anche buttarle giu, cosi come ho fatto in questo momento, aiuta a sentirsi un po' meglio! Un caro saluto a tutti!
Gentile Utente,
ha un modo molto chiaro di comunicare la sua sofferenza, e quello che risalta maggiormente leggendo le sue parole è il rimpianto di aver preso determinate scelte. A suo tempo motivate da qualcosa che non ricorda più oppure non condivide più, ma che oggi non le permette di digerirle davvero. Quando ciò accade, raramente il passato è passato, ma in realtà intrude nel presente inquinandolo, attraverso una ruminazione più o meno continua che lascia in eredità solo tristezza ed impotenza. Come nel suo caso. Colgo una buona dose di consapevolezza nel raccontarsi, ed è una risorsa che la incoraggio a non lasciare sprecata; il tempo che ci ha dedicato scrivendoci di sé, è espressione di una parte di lei sana, che spera di ricevere ascolto e supporto, e non solo una critica invalidante come accadutole in passato. La ascolti, e si conceda di chiedere di nuovo aiuto ad uno psicoterapeuta; con la giusta gradualità e pazienza riuscirà a mettere ordine e ritrovare serenità. Un caro augurio di buona fortuna
ha un modo molto chiaro di comunicare la sua sofferenza, e quello che risalta maggiormente leggendo le sue parole è il rimpianto di aver preso determinate scelte. A suo tempo motivate da qualcosa che non ricorda più oppure non condivide più, ma che oggi non le permette di digerirle davvero. Quando ciò accade, raramente il passato è passato, ma in realtà intrude nel presente inquinandolo, attraverso una ruminazione più o meno continua che lascia in eredità solo tristezza ed impotenza. Come nel suo caso. Colgo una buona dose di consapevolezza nel raccontarsi, ed è una risorsa che la incoraggio a non lasciare sprecata; il tempo che ci ha dedicato scrivendoci di sé, è espressione di una parte di lei sana, che spera di ricevere ascolto e supporto, e non solo una critica invalidante come accadutole in passato. La ascolti, e si conceda di chiedere di nuovo aiuto ad uno psicoterapeuta; con la giusta gradualità e pazienza riuscirà a mettere ordine e ritrovare serenità. Un caro augurio di buona fortuna
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Buongiorno, desidero ringraziarla per la condivisione ed il coraggio che ha avuto nel comunicare con tanta chiarezza come si è sentito in passato e come si sente tutt'ora nel presente. Ciò che voglio rimandarle è che il cambiamento dei parametri esterni parte innanzitutto dall'interno. Poter comprendere e avere chiari: bisogni, pensieri, desideri, motivazioni sarà per lei un punto fondamentale di ri-partenza per questo la invito a non trascurare il desiderio di rivalsa che emerge dal suo racconto prendendosene cura all'interno di un percorso psicologico. In esso potrà trovare anche una certa dose di protezione, cura ed accudimento che potrebbe esserle mancata quando più ne aveva bisogno. Rimango a disposizione, un caro saluto
Caro utente, dalle sue parole traspare una grande forza nel non voler mollare ma di "resettare e riprogrammare". Ma come facciamo con un un computer, prima di resettare occorre far "pulizia" e riorganizzare il materiale buttato li da anni; cestinare file che non servono più, accorgersi di cartelle dimenticate ma da non buttare, ricordi e ricordi alcuni piacevoli talaltri spiacevoli. Forse è questo che sta cercando! Qualcuno che la aiuti a mettere ordine dentro di lei, nel caos della sua mente. Qualche tempo fa aveva già fatto una terapia che le ha giovato, forse è il caso di farne un altro pezzo. Mi contatti nel caso in cui abbia voglia di un confronto diretto. Un caro saluto Floriana Guccione
Buonasera, penso che in tutti questi anni della sua vita, che lei definisce da rifare da capo, penso che lei abbia dimostrato una caratteristica importante e fondamentale: la perseveranza. Nonostante tutto, ha sempre avuto la forza di adattarsi, di reinventarsi e di andare avanti. Forse oggi si vuole dare un'altra possibilità, reinventarsi nuovamente ma in un modo che per lei sia più congeniale, per quello che lei è oggi, e la frustrazione e la rabbia di queste righe che ha scritto mi fanno pensare questo. Personalmente penso che le vite non siano mai questione di "ormai è andata", c'è sempre modo e tempo per fare diversamente da come si è fatto e per farlo in maniera più idonea al momento attuale, ai bisogni e alle necessità di oggi. Penso che degli incontri con uno psicologo potrebbero darle un aiuto a rimettere un po' di ordine e a rivedere le priorità nella sua vita. Qualora volesse, sono a disposizione. Un saluto, Dott. Alessandro D'Agostini
Carissimo, già il fatto di mettere nero su bianco la sua esperienza e di sfogarsi è un grande passo in avanti. Si comprende che ha un forte bisogno di parlare, di elaborare una rabbia non ancora del tutto dimenticata; è per questo motivo che sarebbe utile riprendere un percorso psicoterapeutico dove avrà modo di analizzare in profondità tutti gli aspetti della sua vita che ha portato con il suo quesito.
La saluto, cordialmente Dr.ssa Sposini
La saluto, cordialmente Dr.ssa Sposini
Gentile utente, il desiderio di resettare e riprogrammare la sua vita rimanda a molte riflessioni sul modo in cui si sta ponendo di fronte al suo disagio. In quello che ha raccontato c'è molto da ripercorrere e da custodire. Una psicanalisi può accompagnarla ad incontrarsi in un modo diverso, nuovo. Ci pensi,
MG
MG
Buongiorno. Probabilmente l'ansia che ha riversato è un elemento di riflessione ancora attuale. Sicuramente ci sono dei fattori "oggettivi" cui fa riferimento. Al contempo mi viene da darle uno spunto di riflessione tratto da un bel.libro di Polito: "Prove tecniche di resurrezione ", in cui più che di resettare si affronta il tema del risorgere, ovvero imparare a filtrare, conservare ed eliminare dal nostro modo di vivere quei tratti autosabottanti e spesso fossilizzati. Può essere intanto una lettura intelligente, poi decida se riprendere la.psicoterapia e perché!
Carissimo,
quello che mi colpisce è il suo dubbio che se non cambiano alcuni parametri esterni la propria vita non possa migliorare.
E' vero che vi sono aspetti "esterni" che esulano dal nostro controllo. Tuttavia, è vero anche che buona parte del nostro benessere dipende proprio dal modo in cui reagiamo agli eventi ed alle circostanze esterne (ed anche il modo in cui contribuiamo a realizzarle, in modo più o meno consapevole) e su questo abbiamo moltissima possibilità di intervenire, così come lei stesso racconta di aver fatto in passato, attraverso il suo percorso di psicoterapia.
Proprio il fatto di essere riuscito a realizzare un cambiamento in passato può confortarla rispetto alla possibilità di riuscire a dare maggiormente alla sua vita la direzione che lei desidera.
Le faccio un grande in bocca al lupo!
quello che mi colpisce è il suo dubbio che se non cambiano alcuni parametri esterni la propria vita non possa migliorare.
E' vero che vi sono aspetti "esterni" che esulano dal nostro controllo. Tuttavia, è vero anche che buona parte del nostro benessere dipende proprio dal modo in cui reagiamo agli eventi ed alle circostanze esterne (ed anche il modo in cui contribuiamo a realizzarle, in modo più o meno consapevole) e su questo abbiamo moltissima possibilità di intervenire, così come lei stesso racconta di aver fatto in passato, attraverso il suo percorso di psicoterapia.
Proprio il fatto di essere riuscito a realizzare un cambiamento in passato può confortarla rispetto alla possibilità di riuscire a dare maggiormente alla sua vita la direzione che lei desidera.
Le faccio un grande in bocca al lupo!
Salve, "Una vita da riprogrammare"
potrebbe essere il titolo di un capitolo della sua "leggenda personale", il raccontarsi di per se è terapeutico le potrebbe essere di aiuto tenere un diario. Sento dalle sue parole che tutto ruota attorno alle decisioni che gli altri prendono per lei e fino a che non ribalta questo atteggiamento, dandosi la possibilità di essere aiutato a riscoprire chi è lei veramente, percepirà la vita e il mondo come un luogo ostile .
Consulti la sua terapeuta o intraprenda un percorso di crescita personale , decida di trasformare i limiti in risorsa ritroverà ciò che ora non riesce a vedere . "Scriva un nuovo capitolo della sua Vita ! "
Grazie a lei per la domanda la saluto cordialmente con la speranza di poter esserle stata di aiuto.
potrebbe essere il titolo di un capitolo della sua "leggenda personale", il raccontarsi di per se è terapeutico le potrebbe essere di aiuto tenere un diario. Sento dalle sue parole che tutto ruota attorno alle decisioni che gli altri prendono per lei e fino a che non ribalta questo atteggiamento, dandosi la possibilità di essere aiutato a riscoprire chi è lei veramente, percepirà la vita e il mondo come un luogo ostile .
Consulti la sua terapeuta o intraprenda un percorso di crescita personale , decida di trasformare i limiti in risorsa ritroverà ciò che ora non riesce a vedere . "Scriva un nuovo capitolo della sua Vita ! "
Grazie a lei per la domanda la saluto cordialmente con la speranza di poter esserle stata di aiuto.
Buongiorno. Complimenti innanzitutto per la chiara stesura. È stato piacevole leggerla, immagino non scriverla. Rivedere la propria vita, il proprio percorso è una decisione che porterà ad uno stravolgimento tale che sarà fondamentale essere supportati. Ne parli con un terapeuta mi raccomando per non essere in solitaria in questo percorso. Mi raccomando.
Cordialità
MT
Cordialità
MT
Gentile utente leggo tanta amarezza e delusione, ma anche dall'altro lato voglia di farcela. Sullo sfondo di tale contrapposizione c'è un desiderio di mollare tutto che mi desta preoccupazione. Certo la vita fin ora è stata complessa : genitori esigenti a cui ha risposto per amore affermativamente alle loro richieste, perdendo qualcosa di sé, ma con fatica nella sofferenza è riuscito comunque a definirsi come individuo. Oggi è ancora in sofferenza, cosa manca? Di cosa ha bisogno? Cosa vuole per sé oggi e per il suo futuro? Credo che come ha specificato un percorso di psicoterapia le può fare davvero bene, anche stavolta. Certo il contesto all'esterno non può mutare,ma qual è questo contesto? Con quali occhi lo vede? Oggi può scegliere ancora di crescere interiormente lei, elaborare come vive se stesso, comprendere cosa cerca dal mondo e dove lo cerca, con quali occhi si vede e vede tutto il resto, e magari, se la visione che oggi ha di tutto questo non le piace, cambiarla. Saluti.
Gentile Utente,
intanto la ringrazio per il coraggio e la sincerità con cui ha condiviso la sua storia.
Ci ha detto tante cose, ed è difficile elaborarle nel modo che meritano in così poco spazio. Tornare a sentire di essere i protagonisti della propria vita, pronunciando dei no e dei sì che siano in accordo con i nostri progetti e le nostre emozioni è vitale. Per questo la invito a darsi lo spazio di una consulenza psicologica, per riordinare e riscoprire le sue potenzialità.
non c'è regalo più bello che ci si possa fare!
Buone cose
dr. Ventura
intanto la ringrazio per il coraggio e la sincerità con cui ha condiviso la sua storia.
Ci ha detto tante cose, ed è difficile elaborarle nel modo che meritano in così poco spazio. Tornare a sentire di essere i protagonisti della propria vita, pronunciando dei no e dei sì che siano in accordo con i nostri progetti e le nostre emozioni è vitale. Per questo la invito a darsi lo spazio di una consulenza psicologica, per riordinare e riscoprire le sue potenzialità.
non c'è regalo più bello che ci si possa fare!
Buone cose
dr. Ventura
Gentile utente,
Credo che non sia per lei conveniente resettare il suo passato perché la vita vissuta fino ad oggi le offre l'opportunità di avere elementi per RI-pensare ai suoi obiettivi e ai suoi progetti futuri (se acquisisce le giuste categorie di lettura della realtà). Nessuno può dirle se sia stato meglio prendere una laurea o no. Se vuole dare la priorità al suo lavoro, le assicuro che non è tardi, a quasi 40 anni, ricercare un'occupazione che possa darle soddisfazione. Ha pensato ad un percorso di orientamento? Per le altre questioni che lei descrive è bene parlarne a voce per capire meglio quali vissuti si porta ancora dietro che le impediscono di vivere con serenità. È questo un momento importante per decidere in autonomia e in piena libertà (finalmente) della sua vita. Non perda questa opportunità. Un cordiale saluto
Credo che non sia per lei conveniente resettare il suo passato perché la vita vissuta fino ad oggi le offre l'opportunità di avere elementi per RI-pensare ai suoi obiettivi e ai suoi progetti futuri (se acquisisce le giuste categorie di lettura della realtà). Nessuno può dirle se sia stato meglio prendere una laurea o no. Se vuole dare la priorità al suo lavoro, le assicuro che non è tardi, a quasi 40 anni, ricercare un'occupazione che possa darle soddisfazione. Ha pensato ad un percorso di orientamento? Per le altre questioni che lei descrive è bene parlarne a voce per capire meglio quali vissuti si porta ancora dietro che le impediscono di vivere con serenità. È questo un momento importante per decidere in autonomia e in piena libertà (finalmente) della sua vita. Non perda questa opportunità. Un cordiale saluto
Forza e coraggio, ha una idea precisa delle origini dei suoi problemi, val la pena di affrontarlo e risolverli. Se con le precedenti terapie non ha funzionato non si scoraggia, o non era ancora il momento giusto oppure non era il terapeuta adatto. Continuo a cercare finché non trova la persona con cui sente di riuscire a lavorare efficacemente
Carissimo, ho letto attentamente quello che scrive ed emerge prepotente la sua voce e il suo bisogno di ascolto. Ha una buona capacità di analisi e una buona consapevolezza di se stesso e dei suoi meccanismi, probabilmente dovuti alla sua sensibilità unita al percorso psicologico che ha già fatto. Alla fine si chiede se abbia un senso intraprendere un nuovo percorso psicologico, dato che prima dovrebbero cambiare gli elementi di contesto che la fanno stare male. Ma è pur vero che ci sono mille modi di affrontare quel contesto inospitale. Una psicoterapia può aiutarla ad affrontare il contesto inospitale nel modo migliore e a trovare soluzioni alternative per evolvere. Nello specifico, dato che ha già intrapreso una psicoterapia classica, io le proporrei un percorso nuovo, basato sulla scrittura (dato che la utilizza come sfogo) che sto sperimentando con molti pazienti e sta dando risultati eccellenti. Mi contatti che le spiego meglio nello specifico di cosa si tratta. Un caro saluto.
Buongiorno. Ha descritto dettagliatamente il suo disagio, andando a menzionare importanti e precisi eventi di vita che hanno contribuito a perpetuare (se non ad aggravare) il suo stato, questo denota una grande consapevolezza. Proprio questa consapevolezza dovrà essere il suo punto di partenza e la sua arma migliore. Concordo pienamente con lei che il percorso di psicoterapia "da solo" non è una bacchetta magica, e che sono necessari cambiamenti nella sua vita. Come fare allora? io ritengo che proprio la psicoterapia possa darle il sostegno e gli strumenti adeguati a poter ridurre i fattori di rischio e poter rafforzare i fattori di protezione. Dalla sua storia evinco una stabile tendenza a pensare agli altri prima che a se stesso. Situazione esemplare che ha descritto è il farsi carico della sua amica quando lei stesso in questo momento soffre un forte disagio, atto sicuramente nobile, ma probabilmente poco in linea con i suoi bisogni attuali. Ritengo che cosa più importante che può ottenere da una psicoterapia (ore stata sui giusti obiettivi) è quello di imparare ad amare se stesso e darsi le cure e le attenzioni (e il rispetto) che giustamente merita. Cambiato questo tutto cambierà.
Salve, le consiglio di rivolgersi ad un professionista anche perché ha già fatto una psicoterapia nel passato che la potrebbe aiutare a capire alcune cose più velocemente.
I "parametri esterni" a volte cambiano se cambiamo alcune cose di noi stessi.
Buona giornata.
Dott. Fiori
I "parametri esterni" a volte cambiano se cambiamo alcune cose di noi stessi.
Buona giornata.
Dott. Fiori
Salve,
la vita vissuta non può essere cancellata (resettata e riprogrammata),
ben sì utilizzata per raggiungere nuove mete, e integrata con altre riflessioni.
Esistere vuol dire "includere", mai "escludere".
Un saluto,
MMM
la vita vissuta non può essere cancellata (resettata e riprogrammata),
ben sì utilizzata per raggiungere nuove mete, e integrata con altre riflessioni.
Esistere vuol dire "includere", mai "escludere".
Un saluto,
MMM
Salve,
Potrebbe esser utile prendere in considerazione ricominciare la terapia.
In quello che scrive porta tantissimi contenuti che andrebbero approfonditi. Questo é uno spazio e che limita da questo punto di vista. La psicoterapia potrebbe rivelarsi il luogo ideale dove poter cominciare a vedere gli aspetti della sua vita da altra angolazione.
Solo rivisitando gli eventi che hanno caratterizzato il suo percorso potrebbe cominciare a dare un senso a quanto le é accaduto.
Non demorda, riprenda il cammino psicoterapico e vedrà che pian piano potrà tornare a stare meglio.
Un caro Saluto
Dott. Diego Ferrara
Potrebbe esser utile prendere in considerazione ricominciare la terapia.
In quello che scrive porta tantissimi contenuti che andrebbero approfonditi. Questo é uno spazio e che limita da questo punto di vista. La psicoterapia potrebbe rivelarsi il luogo ideale dove poter cominciare a vedere gli aspetti della sua vita da altra angolazione.
Solo rivisitando gli eventi che hanno caratterizzato il suo percorso potrebbe cominciare a dare un senso a quanto le é accaduto.
Non demorda, riprenda il cammino psicoterapico e vedrà che pian piano potrà tornare a stare meglio.
Un caro Saluto
Dott. Diego Ferrara
Buongiorno, “una vita da resettare e riprogrammare” questo è il titolo che lei dà alla sua vita E da quello che scrive ne comprendo il motivo.mi dispiace per il suo disagio
Più che il titolo di una vita potrebbe essere il titolo di un capitolo della sua vita.il passato non si può cambiare non si può rivivere però possiamo impedire che in parte condizioni il nostro futuro le consiglioIntraprendere un percorso con un professionista al fine di riuscire a capire quali siano i suoi desideri e le possibilità attuali.a partire da quello per costruire un nuovo futuro. Cordiali saluti Dottor Luca Ferretti
Più che il titolo di una vita potrebbe essere il titolo di un capitolo della sua vita.il passato non si può cambiare non si può rivivere però possiamo impedire che in parte condizioni il nostro futuro le consiglioIntraprendere un percorso con un professionista al fine di riuscire a capire quali siano i suoi desideri e le possibilità attuali.a partire da quello per costruire un nuovo futuro. Cordiali saluti Dottor Luca Ferretti
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