Una domanda ma resistenza alla terapia nel caso della psicoterapia mi disse un collega una volta che

19 risposte
Una domanda ma resistenza alla terapia nel caso della psicoterapia mi disse un collega una volta che significa quando il paziente nel caso di un disagio ha delle resistenze più o meno consce verso la terapia?
Buongiorno gentile utente, le resistenze alla terapia possono essere più o meno consapevoli. In linea generale quando si tratta di "affidarsi" a qualcuno di esterno per poter cambiare qualcosa di noi stessi non è mai un'esperienza semplice. Può emergere la volontà di tirarsi indietro per restare sui propri passi, e rimanere su un territorio conosciuto che anche se limitante viene vissuto dalla persona come rassicurante. Le resistenze al cambiamento possono verificarsi in svariati modi, la maggior parte delle quali vengono messe in atto in modo quasi "automatico", come una sorta di automatismo che sfugge alla volontà della persona. Se si riesce ad instaurare una "buona alleanza terapeutica" il terapeuta le farà notare in modo appropriato e graduale, per favorire un processo interno alla persona che sia il più delicato possibile. Le resistenze hanno anche una loro utilità: in poche parole direi "maneggiare cin cura". Sono disponibile anche online per un primo incontro conoscitivo. In bocca al lupo, Valentina

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Salve nel concetto di resistenza alla terapia possiamo far rientrare tutto ciò che rende difficile alla persona affidarsi al terapeuta, ostacolando così il processo di cambiamento. un'iniziale resistenza la possiamo considerare naturale, in quanto non è facile affidarsi a un professionista e inoltre spesso non è facile avere consapevolezza di tutti i processi e del proprio funzionamento interno. In alcuni casi può essere il terapeuta stessa a favorire le resistenze del paziente
Buona sera, non è del tutto chiaro cosa intende, suppongo che si tratti del momento della terapia in cui il paziente ha preso consapevolezza di come funziona in modo non adeguato e quindi deve decidere se cambiare oppure no. Questo cambiamento che porterà il paziente a stare meglio richiede però un impegno forte e doloroso che non tutti siamo disposti a prenderci.
Rimango comunque a disposizione per qualsiasi chiarimento.
Cordiali saluti
Dottoressa Monika Elisabeth Ronge
Tecnicamente si parla di resistenza al cambiamento quando la persona nonostante sia diventata consia dei suoi conflitti/problemi non se la sente o non riesce a compiere i passi necessari proprio per una sorta di blocco/paura nei confronti del cambiamento, continuando paradossalmente a stare male
Spesso la resistenza alla terapia si ha quando si toccano temi importanti e significativi per il paziente e ciò fa leva su quelle che possono chiamarsi resistenze.
tuttavia, ogni caso è soggettivo quindi la invito a parlarne con chi la segue per capirci meglio e poterci lavorare insieme.
Buonasera,
si, si tratta di meccanismi più o meno automatici che si mettono in atto, spesso non in modo consapevole, che portano la persona a non accogliere tutto ciò che emerge in terapia e poi a non tradurlo in azione. Questo può accadere per diversi motivi, tra i quali il fatto che si stanno toccando temi e meccanismi di pensiero e comportamento ben sedimentati nella persona.
Salve, la resistenza alla psicoterapia si manifesta quando una persona, consapevolmente o meno, si oppone o si mostra riluttante a collaborare pienamente nel processo terapeutico. Questa resistenza può interferire con il progresso del trattamento e ostacolare il raggiungimento degli obiettivi terapeutici. La resistenza può avere diverse cause e non è necessariamente negativa; può fornire importanti informazioni sui conflitti interni del paziente e diventare un'opportunità per un lavoro psicoterapeutico più profondo ed efficace.
Buonasera, la resistenza in psicoterapia si riferisce a comportamenti, atteggiamenti o pensieri, spesso inconsci, con cui il paziente ostacola il processo terapeutico. Può manifestarsi in vari modi, come evitare di affrontare temi difficili, minimizzare il disagio, saltare le sedute o deviare dalle indicazioni del terapeuta. Questo accade perché la terapia richiede di esplorare emozioni o cambiamenti che possono spaventare o mettere in discussione equilibri personali consolidati, anche se disfunzionali.
Gentile utente di mio dottore,
la resistenza in terapia ha a che fare con un vecchio concetto psicoanalitico secondo cui il paziente avrebbe paura di fare emergere in analisi ciò che è inconscio. Ad ogni modo sarebbe interessante comprendere meglio le ragioni per cui pone tale domanda.
Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
Gentile utente grazie per la condivisione di questo suo disagio. Certo, potrebbe essere una resistenza al percorso terapeutico. Le consiglio di confrontarsi su un terapeuta su questa tematica. Il mio approccio consiste in una prima call gratuita telefonica dove viene fatta una prima raccolta anamnestica e viene circoscritta la problematica a cui far seguire un percorso terapeutico in presenza oppure online. Per ulteriori delucidazioni non esiti a contattarmi. Cordialità dott. Gaetano Marino
Gentilissima, effettivamente quando un paziente ha un disagio importante a livello inconscio mette in atto delle resistenze nella psicoterapia perché non riesce ad affrontare le problematiche più profonde che lo fanno soffrire. La saluto cordialmente.
Dott.ssa Daniela La Porta
Buongiorno e grazie della domanda.
Le resistenze al cambiamento in psicoterapia possono essere riassumibili come:
- vorrei stare meglio ma non so come/cosa fare
- vorrei stare meglio, ma non posso (es. vantaggi secondari, il cambiamento viene percepito come troppo faticoso, temo gli effetti)
- non credo possa essermi di aiuto o non voglio le cose cambino
- resistenza valorale fortemente irrigidita o la persona non si rende conto della realtà (chiaramente quest'ultimo caso in contesti di estremo malessere).
In generale ognuno di noi, nel bene o nel male, può avere delle resistenze nel mettersi in gioco per timore di modificare il proprio equilibrio.
Spero di averle risposto in maniera esaustiva e sintetica.
A disposizione eventualmente.
Saluti
La resistenza in psicoterapia è un atteggiamento spesso inconscio che ostacola il cambiamento richiesto per affrontare il disagio e si manifesta evitando temi dolorosi, saltando sedute, criticando la terapia o non applicando strategie concordate, riflettendo paure o difficoltà a modificare schemi consolidati.
Buon giorno, grazie per la domanda. La "resistenza" in psicoterapia è un concetto fondamentale che si riferisce ai meccanismi, più o meno consci, che una persona può mettere in atto per evitare o bloccare il processo terapeutico, nonostante il desiderio di risolvere un disagio o un problema. La resistenza può manifestarsi in molti modi: ad esempio, il paziente potrebbe procrastinare gli appuntamenti, evitare di parlare di certi temi, minimizzare o negare certi problemi.
Queste resistenze sono spesso legate a paure profonde, come la paura di affrontare emozioni dolorose, di cambiare, o di mettere in discussione aspetti centrali della propria identità. In altre parole, anche se una persona desidera guarire o migliorare, ci sono parti di sé che possono sentirsi minacciate da quel cambiamento, e quindi si difendono inconsapevolmente.
La resistenza non è necessariamente un "ostacolo" da combattere, ma piuttosto un fenomeno da esplorare insieme in terapia. Spesso, quando riusciamo a comprendere la radice di queste resistenze, possiamo trasformarle in opportunità di crescita.
Un caro saluto Dott.ssa Lorena Ghiotto Psicologa e Psicoterapeuta
Salve,
la risposta alla sua domanda richiederebbe uno scritto tanto lungo. Di solito si può associare la resistenza alla terapia alla resistenza al cambiamento. Non tutti siamo pronti. Il cambiamento richiede un profondo lavoro interiore.
Buongiorno, significa non aver creato una relazione di fiducia con il terapeuta e opporre resistenza alla terapia.
Cordiali saluti
Dott.ssa Laura Francesca Bambara
Ciao, quando si parla di resistenza alla terapia la questione può essere duplice: può esserci o una resistenza più globale al contesto di aiuto, soprattutto nei casi in cui la motivazione all'intervento non è ottimale o semplicemente non ci si sente davvero pronti ad iniziare a ritagliarsi un proprio spazio e un proprio tempo, oppure in maniera più specifica, una resistenza nella relazione con il terapeuta stesso, che riguarda le eventuali complicazioni della relazione instauratasi.
Salve, si, la resistenza che si manifesta durante la psicoterapia sottende il fatto che il paziente mette in moto meccanismi di difesa inconsapevoli, in genere per non esporsi troppo o troppo presto, ed evitare così di rientrare in ferite emotive presenti nella sua storia che tentano di tornare in superficie nel lavoro terapeutico. La resistenza è al tempo stesso, un ostacolo alla guarigione nel percorso psicoterapeutico perché non permette di proseguire verso l'analisi delle cause dei disturbi o dei sintomi provati, ma anche una risorsa importante da esplorare perchè mette in luce meccanismi relazionali inconsci ed automatici di protezione. La cosa che può sembrare paradossale è che il paziente stesso la mette in atto in modo inconscio come se, nonostante avesse motivazioni consapevoli a stare meglio, al tempo stesso una parte di lui inconscia volesse evitare di soffrire nuovamente andando verso la guarigione. Questo avviene perché in genere, il paziente si difende da contenuti molto fastidiosi o dolorosi, psicologici ed emotivi, che sono divenuti attraverso il meccanismo della rimozione, rimossi nell'inconscio, vale a dire tolti dalla sfera della coscienza perché troppo conflittuali ed inaccettabili. Il meccanismo di rimozione dei contenuti psicologici ed emotivi nell'inconscio è stato scoperto e descritto dal grande Sigmund Freud padre della psicoanalisi, cioè della tecniche terapeutica che mira proprio ad analizzare questi contenuti inconsci, importantissimi nel percorso terapeutico. La resistenza che il cliente mette in atto durante la terapia è proprio una difficoltà importante (che il terapeuta deve accogliere, rispettare e comprendere al massimo) del cliente a rientrare in questi contenuti che comunque, si possono anche manifestare nei sogni, negli atti mancati, ed anche nelle tensioni muscolari croniche del corpo e nel linguaggio non verbale della persona (si entra così nell'affascinante mondo della analisi psicocorporea, evoluzione della tecnica psicoanalitica)..
Se interessa, sono disponibile per approfondimenti.
Cordiali saluti, dr. Stefano Angeletti
Gentile utente, i motivi della resistenza ad un percorso terapeutico possono essere molteplici. Potrebbe essere dovute a difficoltà strutturali, a tendenze ad opporsi, ad una mancata consapevolezza del disagio, ecc. Più che inconsce, sono tendenze/inclinazioni della persona, che potrebbero diventare oggetto di approfondimento nel corso dello stesso percorso intrapreso. Cordiali saluti, Dott.ssa Antonella Cramarossa

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