Una domanda ma io non ci sto capendo nulla, ma come mai la psicologia sembra una opinione anziché un

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Una domanda ma io non ci sto capendo nulla, ma come mai la psicologia sembra una opinione anziché una scienza vera e propria? Come anche la medicina? Ma per quale motivo alcuni psicologi dicono una cosa e uno te ne dice un altra diversa??? Mi spiego meglio se noi si dice [è possibile guarire da ansia, disturbi ansiosi o ossessivi] per guarigione intendo la completa scomparsa dei sintomi e il ritorno ad uno stato di benessere... Io ho sentito uno psicologo una volta che mi disse (in realtà la possibilità di liberarsi dalla sofferenza cioè dai sintomi dipende da vari fattori, ma si può dire in linea di massima si, poi akvune volte quando una persona non rirsce a liberarsi dai sintomi ci sono tanti fattori che possono ostacolare una cura psicoterapica psicologica) ma semplicemente il fatto che alcuni psicologi sostengono che non si possa guarire e altri invece dicono che ristare bene si può dipende dall'approccio di psicoterapia che sposa un terapeuta? Cioè ad esempio uno che fa l'emdr che è un metodo che finora a tutte le persone ha concesso di liberarsi dai traumi ti dirà che si guarisce mentre chi sposa un approccio diverso ti può dire che non si guarisce perché è un approccio il suo più puntato alla gestione del sintomo anziché liberazione?? Attendo risposte.... Al di là del fatto che sia la psicologia e la medicina o qualsiasi specialità medica dovrebbe dire solo ciò che è scientifico e non la propria opinione. Poi inoltre quelli che fanno terrorismo psicologico spesso che danno informazioni false del tipo "non si può guarire ma bisogna rassegnarsi a conviverci male" sono per lo più psichiatri ,non sapete perché gli psicologi sembra avere un linguaggio più ottimista e incoraggiante e invece gli psichiatri tendono ad avere un linguaggio più allarmante?
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

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Buongiorno! Le sue domande sono legittime e la confusione comprensibile. Nonostante i limiti del contesto e dello strumento, credo sia doveroso assumersi la responsabilità professionale di una risposta, nonostante il terreno sia quanto meno scivoloso. Quindi provo ad offrirle una "posizione" ormai condivisa da chi fa questo lavoro (psicologi di diverso orientamento e psichiatri). Guarire è una parola delicata, che può nascondere problemi, pericoli e illusioni. Da una malattia seria della psiche non si guarisce ed è bene diffidare di chi promette il pieno recupero del precedente stato di salute. Perché curarsi? Perché affrontare una psicoterapia lunga e costosa sia in termini emotivi che economici? Perché se non si guarisce, si può cambiare, crescere, imparare a tollerare i propri limiti e le proprie fragilità. Si diventa più umani, più genuini, più sé stessi. E non sembra affatto poco. Spero di essere stato utile.
Salve, le sue domande pongono molti interrogativi ai quali non è , per quanto possibile, rispondere in maniera univoca. Concordo con il parere espresso dal collega che mi ha preceduto. Posso aggiungere alcune riflessioni. Noi esseri umani abbiamo delle caratteristiche universali, che ci rendono uguali tra di noi per alcuni aspetti. Siamo però ognuno diverso dall'altro, abbiamo una propria soggettività che ci rende unici. La reazione ad una psicoterapia non è la stessa, così come la percezione del dolore o la sfumatura delle emozioni. Diciamo che l'essere umano non ha la risposta che ha la tecnologia ad uno stimolo. Detto questo, ogni approccio psicoterapeutico ha le sue teorie di riferimento, un metodo, delle tecniche e un'analisi dei risultati. Poi ogni percorso è unico, perchè unica è la storia di quella persona e le sue modalità di reazione. Il terapeuta deve essere onesto, non promettere miracoli per accaparrarsi il paziente. La relazione d'aiuto è l'arte del prendersi cura, non del curare. Insieme si può lavorare per migliorare la qualità di vita della persona, aiutarla a conoscere i suoi limiti e le sue risorse, rafforzare l'autostima per farsi un posto nel mondo. Alcuni sintomi miglioreranno, spariranno per un po', magari non torneranno più, dipende. La psicoterapia è un percorso a due: si chiama co-costruzione perchè il terapeuta ci mette la sua competenza ed umanità e la persona mette in gioco la sua esperienza. Da questa combinazione si sviluppa il processo terapeutico. E' un po' come per la musica. Non si può spiegare che cos è, bisogna provarla. Spero di esserle stata utile, cordiali saluti dott.ssa Silvia Ragni
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Buongiorno,
ognuno di noi è portatore di una storia e di un bagaglio a mano di esperienze diverse da tutti gli altri. I sintomi molto spesso sono l' espressione di una incapacità di base ad esprimere emozioni e sensazioni magari connesse ad esperienze che sono state particolarmente dolorose. Parlare di guarigione in alcuni casi è fuori luogo, piuttosto è possibile che i pazienti possano evolvere andando oltre le esperienze che sono stato frutto di sofferenza, accrescendo così il proprio stato di benessere grazie alla psicoterapia, ma la completa remissione dei sintomi dipende da tante cose. I sintomi assolvono a delle funzioni specifiche e per tanto in alcuni casi persistono proprio perché funzionali ai sistemi di appartenenza ( coppie, famiglie).
Ci sarebbe molto altro da dire, nel caso sarebbe possibile approfondire il tutto all' interno di uno spazio più ampio che solo un colloquio potrebbe fornirle.
Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
Buongiorno, provo a rispondere anche se c'è tanta approssimazione. Intanto uno psichiatra che non è anche psicoterapeuta cura i sintomi con un farmaco. Quindi come con la tachipirina se non passa l'influenza o non si rimuovono le cause della febbre quando l'effetto finisce il sintomo ritorna. Parliamo ora del nocciolo del discorso psicoterapia e tecniche terapeutiche. L'EMDR è una tecnica che è stat scoperta estremamente efficacie nella rimozione di traumi che esitano in sintomi da disturbo post traumatico da stress. Il meccanismo su cui si basa è neurofisiologico ed è un trattamento "scientifico" nel vero senso della parola. Alcuni poi usano l'emdr per trattare situazioni conflittuali e traumi minori, che si tratterebbero in psicoterapia, con risultati altalenanti.
La psicoterapia è un percorso di approfondimento e conoscenza di se stessi che deve portare alla separazione ed individuazione della persona. L'intervento sui sintomi è più puntiforme e può non riguardare la persona nel suo complesso, ecco perchè quindi talvolta i risultati sono parziali. In pratica più il percorso è focalizzato sul sintomo, più tende ad essere breve ma trascura degli aspetti. La psicoterapia non è un approccio scientifico in senso stretto perchè sono troppe le variabili in gioco che si influenzano reciprocamente.
Gentile utente, comprendo la sua confusione e mi fa piacere che abbia posto questa domanda, in quanto permette di chiarire alcuni aspetti fondamentali della psicologia e della psicoterapia e cosa differenzi quest’ultima dalla psichiatria
La psicologia è una scienza e, come tutte le scienze, si basa su studi, ricerche e dati empirici. Tuttavia, il comportamento umano e i processi mentali sono estremamente complessi e variabili da individuo a individuo. Questo può portare alla percezione che la psicologia sia "un'opinione" piuttosto che una scienza. In realtà, la variabilità delle risposte terapeutiche riflette la complessità della mente umana e la diversità delle esperienze personali.
E’ vero, esistono numerosi approcci terapeutici in psicologia, ciascuno con i propri metodi e tecniche perchè ciascuno vede il malessere del paziente da una prospettiva diversa. Queste diverse prospettive riflettono la complessità del comportamento umano e la necessità di approcci variegati per affrontarlo.
Riguardo alla "guarigione" in psicoterapia, essa può avere significati diversi a seconda del contesto e delle aspettative. Ad esempio, per alcune persone, guarire significa una completa scomparsa dei sintomi; per altre, può significare imparare a gestire meglio i sintomi e vivere una vita soddisfacente nonostante la loro presenza. Entrambi gli obiettivi sono validi e raggiungibili, ma possono richiedere approcci e tempi diversi.
Passando alle differenze tra Psichiatria e Psicoterapia, sia gli psicoterapeuti che gli psichiatri fanno diagnosi utilizzando il DSM (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali). Tuttavia, il loro approccio alla cura differisce. Gli psicoterapeuti si concentrano sull'attivazione delle risorse interne del paziente, aiutandolo a sviluppare consapevolezza e strategie per affrontare e superare le difficoltà psicologiche attraverso varie tecniche terapeutiche. Gli psichiatri, invece, sono medici specializzati nella diagnosi e nel trattamento farmacologico dei disturbi mentali. Il loro intervento spesso si concentra sull'uso di farmaci per gestire i sintomi e stabilizzare il paziente. Forse, quello che lei chiama “ottimismo” degli psicoterapeuti e “allarmismo” degli psichiatri potrebbe avere a che fare con questa differente centratura professionale. Tuttavia, grazie a questa differenza, la collaborazione interdisciplinare può essere molto efficace in determinate circostanze, in quanto combina i benefici della terapia psicologica con il sostegno farmacologico, offrendo un approccio integrato al trattamento del disturbo. Infatti, quando ritiene opportuno, lo psicoterapeuta può chiedere il supporto del farmaco per aiutare l'emergere delle risorse del paziente. C’è un altro aspetto che caratterizza la psicoterapia e riguarda il ruolo del terapeuta. La qualità della relazione tra il terapeuta e il paziente - così come emerge dalla ricerca scirntifica- è infatti uno dei fattori piu’ importanti per il successo della psicoterapia perché facilita l’empatia, la comprensione e la collaborazione.
Spero che queste informazioni anche se scarne le siano state utili. La ringrazio per la sua domanda e le auguro il meglio nel suo percorso di benessere.
Cordiali saluti, Mariacarmine Miroddi
Buonasera, devo aderire al pensiero del collega che citava prima.
Non esiste una guarigione vera e propria, anche perché la vita stessa prima o poi tornerà a proporci dure prove e a colpire inesorabilmente il nostro tallone di Achille.
Risorse personali il complesso dei traumi che ci connotano e la capacità di rispondere alla terapia sono elementi fondamentali.
Ma sopra tutto se ne ha bisogno la invito a cercarsi lo psicoterapeuta a giusto incastro per lei.
Ci sono degli incontri tra diverse identità psichiche che sono curanti di per sé, unitamente alla modalità utilizzata dal terapeuta ovviamente.
Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
Buon giorno, comprendo la sua confusione ed anche la sua forte emozione che trasuda da queste righe.
La psicologia appartiene alle scienze umanistiche, e come la medicina alle così dette Scienze morbide ( soft sciences ), le quali non possono se non in rari casi per esempio il calcolo dei tempi di reazione, avere una misura precisa, a differenza della scienze dure come la matematica e la fisica.
Il discorso è complesso e potrebbe diventare molto tecnico perciò mi fermo qui.
Semplificando le numerose variabili in ballo rendono impossibile il loro controllo contemporaneamente, questo persino nell'ambito della ricerca sperimentale.
La psicologia clinica ( deve si colloca la psicoterapia ), è ancora più complessa in quanto lo scopo principale del terapeuta non è tanto dimostrare 'scientificamente' la validità di un metodo, ma migliorare il benessere psicofisico del paziente, anche qui molte ricerche dimostrano che funziona una componente aspecifica: tutte le metodologie funzionano quando funziona la relazione tra cliente e terapeuta. Naturalmente anche in quest'ambito non posso ulteriormente approfondire l'argomento.
Se vuole informazioni più specifiche sulle varie metodologie di cui sono esperta le consiglio di contattarmi privatamente. Alla luce di quanto detto le consiglio di concentrarsi su come sta in seduta col suo terapeuta e scegliere in base a come si sente con quella specifica ed esperta persona. Le auguro il meglio, buona giornata. Sara.
Buongiorno, la ringrazio per le sue domande che sono importanti e che rappresentano anche uno stimolo di riflessione per la nostra categoria di professionisti.
E' importante precisare che in questo campo i termini "malattia" o "disturbo" hanno un significato metaforico e non reale come avviene per le malattie "organiche". Soltanto "i disturbi neurocognitivi (DNC) costituiscono la categoria (unica) di disturbi psichiatrici in cui la patologia sottostante e spesso anche l’eziologia possono potenzialmente essere determinate".
Pertanto anche il termine "guarigione" (o recovery), "psicoterapia" o altro tipo di "tecnica" va presa con le pinze, in quanto anche il loro significato è metaforico.
Se la terapia funzioni o meno dipende da diversi fattori: a) dalla difficoltà del contesto su cui essa si focalizza e si sviluppa; b) dalla durata temporale della sofferenza della persona; c) dalla capacità del terapeuta di lavorare sul "sintomo metaforico"; d) dal tipo di relazione psicoterapeutica che s'instaura tra la persona e il terapeuta; c) dal piano farmacologico del "paziente". Tutti questi fattori rendono complesso l'aspetto scientifico (che pur esiste) nel campo della psicologia. Il lavoro psicoterapeutico si svolge in una narrazione della persona all'interno di questi fattori. Rimango a disposizione per ulteriori chiarimenti. Cordiali Saluti G. Lombardo
Buonasera,
come saprà tutte le patologie, siano essa di natura medica o psicologica, pur annoverandosi sotto l'etichetta della stessa diagnosi, possono differire rispetto a determinate caratteristiche. Ad esempio se una persona ha una lesione al ginocchio questa può essere di natura degenerativa o traumatica e può avere una estensione variabile. Quindi la diagnosi dice poco, bisogna analizzare le caratteristiche della patologia. Nella diagnosi psicologica avviene qualcosa di simile, e la prognosi può dipendere da una serie di fattori clinici. I medici come gli psicologi hanno diversi protocolli di intervento e di conseguenza altrettante casistiche. Ovviamente chi si esprime su una diagnosi deve conoscere a fondo un caso ma il motivo per cui avviene ciò che ha descritto dipende dall'esperienza, dal metodo e dalle caratteristiche soggettive di chi è afflitto da una certa patologia.
Spero di esserle stata d'aiuto.
Buongiorno! La psicoterapia mira, tra le diverse azioni, all'aumento del benessere della persona che non è misurabile solo in termini di riduzione dei sintomi, ma anche di aumento delle abilità per comprendere, gestire i segnali interiori e la vita in generale. Ad es. la mindfulness, altro approccio scientificamente dimostrato efficace, è stato applicato nel dolore cronico. La patologia rimane, ma la capacità di rispondere alla malattia si modifica aumentando la qualità di vita. Si usa la metafora della freccia: la prima (la malattia) può essere inevitabile e ci colpisce, la seconda freccia (come reagiamo da un punto di vista emotivo e cognitivo), beh! possiamo imparare a "schivarla". Buone riflessioni, un saluto, Marco
Buonasera, intanto la ringrazio per la domanda lecita e interessante. Credo che di psicologia e del suo funzionamento ancora si sappia davvero poco e, soprattutto, si tenda a pensarla come un approccio medico classico: sintomo- farmaco prescritto. In realtà anche in medicina alcuni farmaci possono non ottenere lo stesso effetto su varie persone, ma in psicologia ciò è molto più complesso. I disturbi, in area nevrotica, hanno ottime possibilità di remissione totale ma ciò dipende dalla storia del paziente, dal legame con il professionista e dalla tecnica utilizzata. Non c'è una tecnica che vada bene per tutti. Solo una valutazione specifica e la collaborazione del paziente possono dare una stima degli obiettivi che si possono raggiungere. Spero di essere stata chiara, nonostante la sintesi di un argomento davvero vasto e interessante.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Salve, le psicoterapie servonono in primis a conoscere meglio se stessi e a gestire meglio le relazioni. I sintomi sono importanti, ma non centrali. A volte scompaiono a terapia conclusa. Occorre avere fiducia che la terapia ci aiuti a crescere o a riprendere il cammino inun momento di stallo. I disturbi psicologici non sono paragonabili ad un'otite ma un'otite in un certo frangente e in un certo soggetto può essere non solo un sintomo fisico ma anche un sintomo psicologico.
Gentile utente, mi aggiungo ai colleghi per dare il mio contributo al suo desiderio, lecito, di conoscenza.
La medicina, mi consenta la semplificazione, è un insieme di scoperte del funzionamento del nostro corpo, ossa, nervi, sistema immunitario, ecc. ecc. Ognuno di questi, preso a parte è sufficiente (non sempre in realtà) per curare il sintomo che la persona presenta. Per esempio, se rompo la gamba, vengo ingessato. Non è importante sapere come funziona il fegato.
Per la psicologia le cose sono differenti. Per aiutare/curare una persona, occorre rispondere alla domanda: "come funziona la mente?" occorre quindi una teoria generale, tramite la quale dedurre le modalità operative. Per esempio: se penso che l'inconscio sia la sede dei desideri rimossi, perché il mio modello di riferimento, la psicoanalisi, afferma questo, cercherò di aiutare la persona ad accedere al proprio inconscio. Se invece le cose dipendono da apprendimenti legati all'esperienza, pensiero più vicino alla visione cognitivo-comportamentale, cercherò di capire quali esperienze di vita sono stati importanti. Se invece sono le relazioni ad essere centrali nella costruzione della personalità, è il caso del modello interazionista e sistemico-famigliare, allora mi concentrerò, come professionista sulle relazioni. In realtà, nessuno di questi modelli ha un riscontro scientifico. Questo perché è troppo complesso verificare scientificamente i modelli. Ci sono troppe variabili. I modelli possono trovare un riscontro nella pratica clinica. E' li che ricevono una validazione. In base alla loro coerenza, alla capacità di dare un contributo positivo verso il superamento dei sintomi/guarigione e in accordo con il progresso scientifico come nel caso dell'EMDR. Per questi motivi troveremo opinioni differenti tra le varie discipline psicoterapiche. Però, questo è anche un bene, perché, più contributi aiutano ad avere più visioni e come in montagna, è l'unione delle forze delle persone che camminano in cordata a consentire di raggiungere la cima, ovvero la visione più completa del funzionamento della mente.
Per quanto riguarda la differenza con gli psichiatri, in sostanza questi hanno una formazione di tipo medico (gli psicologi no) e sono portati a dare maggiore rilievo alle dimensioni biologiche che intervengono sul funzionamenti psicologico, per cui agiscono più sul piano farmacologico. A onore del vero, molti psichiatri uniscono la psicoterapia alla somministrazione dei farmaci. Anche qui ci sono differenti approcci. Ricordiamoci per esempio del Prof. Basaglia, psichiatra, il quale ha chiuso i manicomi.
Spero di averle dato qualche risposta e spunti di riflessione.
Se ha avuto la pazienza di leggere per intero la mia risposta, la ringrazio molto per il suo tempo.
Buona vita.
Presso lo studio e online
Dott. Fabrizio Capra
Buongiorno, in ambito psicologico bisogna intendersi cosa vuol dire scientifico. Mi spiego: gli esseri umani non funzionano secondo le leggi scientifiche classiche (fisica, chimica,...), perchè sono molto più complessi. Nella storia una parte della psicologia ha continuato a cercare di essere in linea con la scienza cartesiana, un'altra invece ha provato a trovare una diversa scientificità, dove non serve che esista un numeroso campione di persone che funzionano in un certo modo per dire che esiste un determinato fenomeno, ne basta anche solo una!!! Io rispetto entrambe le ricerche, ma propendo per la seconda nel mio lavoro, non per fede o credenze varie, ma perchè io, per sentirmi più coerente con me stessa, mi sento più a mio agio con questa modalità. Ho cercato di fare la distinzione che penso sia alla base poi di tutte le altre diversità che si possono trovare in psicoterapia...Quanto è complesso l'essere umano così è complessa la psicoterapia. Spero di essere stata almeno un po' utile. Cari saluti, Barbara
Cara/o utente,
innanzitutto la ringrazio per aver posto qua il suo quesito.
Domanda interessante e allo stesso tempo abbastanza preoccupante.
Quello che le posso dire è che personalmente ho scelto come approccio psicoterapeutico quello cognitivo-comportamentale perchè so (e può verificare anche lei) che è fondato su metodo scientifico. Questo vuol dire che:
• Gli interventi terapeutici sono testati attraverso studi clinici controllati, dove i risultati vengono confrontati con gruppi di controllo o altre terapie per determinare la loro efficacia.
• La validità di questi approcci è dimostrata da dati oggettivi, raccolti in modo sistematico.
• Gli interventi devono poter essere riprodotti da altri ricercatori e terapeuti in contesti simili. Se uno stesso intervento produce risultati simili in più studi indipendenti, ciò rafforza la sua validità scientifica.
• Questo aspetto assicura che i risultati positivi non siano casuali o dipendenti da un singolo contesto o terapeuta.
• Un approccio basato su metodo scientifico deve essere formulato in modo da poter essere messo alla prova e potenzialmente falsificato. Ciò significa che devono esserci dei criteri chiari per verificare se funziona o meno.
• Se i dati mostrano che un approccio non è efficace, esso può essere rivisto o abbandonato.
• La misurazione dei risultati terapeutici deve essere fatta utilizzando strumenti affidabili e validati (ad es. questionari, scale di misurazione clinica) per valutare il miglioramento del paziente in modo quantificabile e standardizzato.
• Le ricerche e le teorie che sostengono un approccio devono essere pubblicate in riviste scientifiche sottoposte a revisione tra pari. Questo significa che altri esperti del campo valutano la qualità e l'affidabilità della ricerca prima che essa sia accettata come valida.
• La scienza è in continua evoluzione, e gli approcci terapeutici basati sul metodo scientifico devono aggiornarsi in base a nuove scoperte e ricerche. Ciò implica una costante verifica dell'efficacia e, se necessario, modifiche alle tecniche e agli interventi.

Poi, ovviamente, bisogna sempre però tenere conto del fatto che non siamo dei robot e ogni individuo è diverso, perciò tutti gli interventi effettuati devono essere adattati alla persona.

Spero di esserle stata d'aiuto,

Dott.ssa Giada Valmonte
Buongiorno,
quanto scrive solleva numerose riflessioni e posizioni per cui è complesso sintetizzare il tutto in un'unica risposta.

La mente umana è estremamente complessa. Le persone percepisco e reagiscono a una stessa situazione in maniera molto variabile (es. per esperienze, credenze, logiche di funzionamento, valori, resistenze, limiti). Semplificando, si pensi alla differente percezione della temperatura che le persone possono avere stando in una stessa stanza lo stesso momento.
Nella terapia è essenziale considerare questo aspetto e aiutare la persona a percepire, ma anche agire, differentemente per poter vivere al meglio (non il meglio, ideale). In alcune situazioni i sintomi effettivamente non si presentano più, in altre si possono trascinare dei "residui", altre ancora si possono essere strutturate cosi strutturalmente-saldamente da poter intervenire solo parzialmente.
La cura, per quanto vi siano protocolli di intervento che variano in base agli approcci, è comunque un intreccio a due: una squadra-alleanza tra paziente e terapeuta in un preciso momento di vita di entrambi. La psicologia non è una disciplina "dura" (oggettivare tutto renderebbe robotica e distante l'intervento dalla cura necessaria). Diversamente cavalcare anche gli aspetti relazionali, oltre che situazionali, è utile al miglior benessere possibile in quel momento, per quella persona.
Spero di aver sintetizzato quanto più possibile.
Un saluto

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