Sto notando una cosa di me stessa, ho un forte bisogno di scrivere dei miei problemi o di parlarne a

17 risposte
Sto notando una cosa di me stessa, ho un forte bisogno di scrivere dei miei problemi o di parlarne a qualcuno di cui posso fidarmi (solo la mia psicoterapeuta), e come in questo momento vorrei tanto scriverle un messaggio ma non finirei più perchè sono infinite le cose che ho da dire.

Un pò di tempo fa con un'altra psicoterapeuta ho esagerato con lo scrivere troppi messaggi, ed infatti poi la terapeuta mi spiegò che quel metodo non andava più bene. Insomma poi proprio a causa di questo motivo la terapia è fallita, nel senso che lei è stata costretta a bloccarmi perchè io non riuscivo a stare senza scriverle, era più forte di me...

Ora, con questa nuova psicoterapeuta mi succede la stessa cosa, sento questo forte bisogno di scriverle adesso, proprio in questo momento, non ce la faccio ad aspettare anche solo un giorno o due. È una tortura per me tutto questo....
A chi devo chiedere aiuto?
Non posso permettermi una seduta quotidiana e nemmeno settimanale, per adesso ci vado una volta ogni due settimane più per il fattore economico, se fosse per me starei h24 a parlare.

Lei ha già dei miei scritti, abbiamo già parlato di diversi argomenti, ma la cosa che mi crea più frustrazione di tutte è che anche se trattiamo determinati argomenti, una volta ritornata a casa o dopo un paio di giorni è come se non avessi parlato di nulla, non so come spiegarla questa cosa....infatti la stessa cosa mi succedeva con la precedente psicoterapeuta.
Cioè praticamente sto parlando con l'attuale psicologa di argomenti che ho già trattato in passato ma che continuano ad essere qui con me, a farmi sentire il forte bisogno di parlarne...riuscite a capirmi?
Vorrei tanto scriverle un messaggio ma non posso, rovinerei tutto come ho fatto in passato, ma cosa posso fare adesso? Mi sembra di impazzire....
Io non ci riesco a sopportarli questi momenti, la precedente psicoterapeuta mi diceva che in questo non poteva aiutarmi, che non poteva essere sempre con me, che dovevo cavarmela da sola...a me viene da piangere perchè se riuscivo da sola non chiedevo aiuto, non starei qui a scrivere...
Vi prego cercate di capirmi..di mettervi nei miei panni...
Ma perchè sono fatta così?
Funziono male...
A chi posso chiedere aiuto?
Chi posso contattare?
Salve, no stia tranquilla, non “funziona male”.
Scrive che ha già intrapreso un percorso psicologico, cerchi di confrontarsi con la terapeuta che la segue per trovare una soluzione al problema. Comprendo la frustrazione ma si dia del tempo.
Buona giornata.
Dott. Fiori

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Dalle sue parole sembra attraversare un momento davvero particolare che meriterebbe di essere condiviso. I suoi vissuti, anch'essi così importanti e delicati, necessiterebbero di essere ascoltati e approfonditi in un contesto terapeutico, certamente un percorso psicologico la aiuterebbe a fare chiarezza e ad affrontare questo momento. La psicoterapia è prima di tutto un viaggio, un'esplorazione di noi stessi con la compagnia di qualcuno a cui affidarsi e su cui poter contare che può aiutarci a conoscerci meglio, a sondare parti di noi emozioni, pensieri, prospettive ancora sconosciuti che è arrivato il momento di incontrare. Le suggerisco di valutare l'inizio di un percorso di terapia con la compagnia di qualcuno che si sintonizzi al meglio con le sue necessità e aspettative, in caso mi trova disponibile ad riceverla (attraverso la video-consulenza online) e, se mi permette, la invito con piacere a ritagliarsi qualche minuto per leggere la mia descrizione presente su questa piattaforma e farsi una prima idea di me del mio approccio; se la lettura le piacerà e se la motiverà a mettersi in gioco (scegliere di affrontare il nostro dolore è una scelta molto coraggiosa e una scommessa su noi stessi!), mi troverà felice di accoglierla. Resto a sua disposizione e, se vuole, la aspetto. Un gentile saluto
Buonasera, purtroppo ma anche per fortuna non c'è un modo di "funzionare" bene o male, ogni persona ha una sua unicità. La psicoterapia ha una struttura e delle regole ben precise perchè è una terapia. Io le consiglio inanzittuto di chiedersi a cosa le serve questa presenza/contatto costante con la sua terapeuta e poi di parlarne con la sua terapeuta e lavorare su questo.
Dr.ssa Antonella Cecca
Buonasera, stia tranquilla, non funziona male. Probabilmente ci sono delle cose che La preoccupano, per le quali ha bisogno di aiuto e il tempo della seduta di solito passa in fretta. Non abbia paura di parlarne apertamente con la Sua terapeuta. Qualche volta aiuta scrivere i propri pensieri tra una seduta e l'altra, in modo da dare loro uno spazio. Se ne sente la necessità, si possono poi affrontare alla seduta successiva. Ogni terapeuta ha il suo modo di lavorare ed è per questo motivo che Le consiglierei di parlarne direttamente con lei. Cordialmente, Dott.ssa Katarina Faggionato
Mio credo che lei si debba fermare ed accettare che esistono dei limiti e che lei ha un suo spazio nel quale deve abitare e che deve conoscere e non può pretendere di abitare quello degli altri, una relazione non è voracità. Quindi scelga una persona con cui lavorare, provi a fidarsi, e la rispetti.
Buonasera! Credo che lei abbia molto bisogno di essere accolta e che parlarne in terapia sia il setting più adeguato. Può provare a scrivere un diario, a tirare fuori ciò che prova e pensa e a parlarne con la sua terapeuta; so che già lo fa ma se continua ad averne bisogno, evidentemente le emozioni associate vanno vissute e rivissute fino a quando cambiano da sé. Se la terapeuta le dice di parlarne solo in seduta non lo fa perché la rifiuta ma perché stare dentro al contesto appropriato è una tutela e una terapia anche per lei. Spero di essere stata chiara.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Salve, l'urgenza di raccontare durante la terapia i propri pensieri e vissuti è comprensibile, ma va contenuta nei tempi del setting terapeutico. Tanto più se l'esercizio di raccontarsi diventa fine a se stesso perché non fa parte di un processo di conoscenza di sé. Dovrebbe mettere giù i pensieri in un diario semmai, ma rispettando le direttive della sua terapeuta in quanto a tempi e modi. Saluti, dr.ssa Daniela Benvenuti
Cara ragazza,

quando si è in terapia, le pause tra una seduta e l'altra sono molto importanti e sono anche esse parte della terapia. Non riuscire ad attendere la seduta per poter affrontare determinate riflessioni che si attivano durante la settimana possono far pensare ad un malessere molto grande difficile da gestire da parte del paziente al punto da poter far pensare anche ad un trattamento farmacologico. La smania di scrivere puo esser intesa come una manifestazione di agitazione che in autonomia non riesce a controllare. Parli di questo aspetto con lo specialista cui si è rivolta, risulterebbe rilevante come elemento, anche per potersi far aiutare nel migliore dei modi.
In alcuni casi, la psicoterapia può funzionare se accompaganta anche da un trattamento farmacologico, soprattutto se l'agitazione ed il malessere risultano occupare l'intero raggio d'azione.

Cordiali Saluti
Dottor Diego Ferrara
Buonasera,
Da quanto narra, mi pare di capire che sia necessario comprendere come mai avverta questo bisogno di raccontare che, però, sembra non trovare lo spazio di cui lei necessita.
Quindi, è comprensibile che le sembri di "impazzire", e, dalla mia esperienza clinica, credo che questa sua inclinazione a raccontare debba essere attentamente valutata. Per fare questa valutazione può esserle utile, richiedere una consulenza psichiatrica che possa escludere o confermare un possibile stile ossessivo di personalità che, qualora fosse effettivamente presente e diagnosticato, può essere ampiamente gestito mediante un piano farmacologico ad hoc.
Attraverso una terapia farmacologica adeguata, infatti, il flusso dei suoi pensieri ritroverà il suo spazio ottimale e le consentirà di affrontare con calma e lucidità le difficoltà che intende risolvere con la sua terapeuta, senza invadere i suoi spazi.
Salve, piacere di "conoscerla". Anche io credo che non sia una questione di "funzionare male": ognuno di noi "funziona" in qualche modo in ogni relazione importante e la psicoterapia è innanzitutto una relazione tra due persone. In questo incontro è naturale che emergano gli stessi meccanismi relazionali che mettiamo in atto fuori dalla terapia. Ha provato a chiedersi se il bisogno che sente con la sua terapeuta lo ha già provato per qualcun'altro in qualche altra situazione della sua vita? Ecco, io credo che ciò che le accade, può essere per lei una preziosa occasione di trasformazione di questi vissuti; l'importante è che lei si senta libera di parlarne con la sua terapeuta. Magari può ricevere una risposta diversa da quella precedente.
Inoltre, se ha così tanto bisogno di parlare, immagino che abbia bisogno di essere ascoltata; per questo può essere utile che lei per prima si chieda quanto riesce ad ascoltare davvero se stessa e a dare il giusto valore a ciò che sente mentre esprime ciò che vuole. A volte il grande bisogno di parlare non ci permette di ascoltare realmente le nostre parole, le sensazioni che proviamo mentre le pronunciamo, l’effetto che fanno all’altro e le risposte che ci arrivano e questo può essere uno dei motivi che non ci fa sentire mai appagati davvero: paradossalmente, dopo tante parole, è come se non avessimo detto niente e, se questo accade, vuol dire forse che noi per primi non ci siamo ascoltati e non abbiamo dato valore a noi stessi.
Per concludere, mi sento di dirle che ad esempio qui in molti l’abbiamo ascoltata e le abbiamo risposto. Adesso può avere modo, se vuole, di respirare e di rileggere con calma ogni risposta ricevuta per accoglierla dentro di sé e magari parlare di tutto questo con la sua terapeuta che conoscendola di persona, credo possa aiutarla più concretamente.
Un saluto sincero.
Francesca Giovannelli
Buongiorno,
lei è una persona privilegiata afflitta dal demons della scrittura, non lo perda. Trovi modo di dare forma, per iscritto a tutto quel che di ricco è già presente in lei. Forse una terapia narrativa potrebbe fare al caso suo.
Un saluto cordiale
dott.ssa Marzia Sellini
Salve. Si chieda se questo bisogno di scrivere, parlare, chiedere attenzioni le permette di fuggire da sé. A volte parlare, parlare, scrivere, scrivere dei problemi è un modo geniale per non affrontarli. La psicoterapia aiuta a comprendere le cause, a stare a contatto con se stessi, a stimolare la fiducia in se stessi stando nelle emozioni. Fermarsi, stare a contatto, permette di innescare un processo di autonomia, dandosi delle attenzioni, soffermandosi su di sé. Continuare a scrivere, parlare, non aiuta questo processo, perché si attiva all'esterno il meccanismo che dovrebbe attivarsi all'interno. Chiede continuamente all'esterno quell'attenzione, comprensione che potrebbe darsi lei. Il tutto, probabilmente, per tenere a bada ansia e angoscia. Tutto ciò può scatenare un meccanismo di dipendenza. Ne parli con la sua psicoterapeuta e analizzi questo suo bisogno di esternare continuamente, forse potrà trasformare la scrittura in un piacere di cui riempirsi. Distinti saluti
Buongiorno,

la scelta di scrivere e tenere un diario rispetto a ciò che sente necessario tirare fuori per "alleggerire il carico" può essere una buona strategia, se poi in terapia riesce a condividere con chi la segue i concetti che la fanno soffrire.
E' comprensibile la sua frustrazione nel non sentire di sfogarsi abbastanza trasmettendo le informazioni necessarie, ma c'è anche da tenere presente che è piuttosto difficile avere tempo e risorse sufficienti per affrontare tutto. Sarebbe preferibile avere in mente una scaletta di punti da volere affrontare come obiettivi terapeutici.
Trovare una giusta misura quando ci si sente molto in difficoltà non è semplice, ma avere dei confini non è un limite, piuttosto l'opportunità di riferimenti sicuri all'interno dei quali muoversi ed esplorare.

Un caro saluto
Dr.ssa Micol Loppo
Psicologa Psicoteraspeuta

Salve, io non credo che lei sia fatta male, bensì che stia esprimendo un suo bisogno. Quello che mi chiedo è che funzione abbia scrivere per lei. È un modo per continuare il suo dialogo interno nella pausa tra un colloquio e l'altro? È un modo per condividere quanto emerge dopo la seduta? Mi chiedo se lei si aspetta una risposta dalla sua terapeuta ad ogni messaggio o semplicemente se vuole tenere quei messaggi come spunto per il prossimo colloquio. In ogni caso credo che analizzare il suo bisogno sia molto importante per il suo percorso di crescita. Si senta libera di condividere questi suoi pensieri con la sua terapeuta. Buona giornata
Dott. Ssa Jennifer Carafa
Salve penso che lei ci abbia già scritto e questa volta è stata più chiara sul suo senso di colpa verso la precedente psicoterapeuta.
Provi a proporle un accordo, potrebbe chiederle di scriverle quanto vuole, mia che quei messaggi li leggerete assieme durante l'incontro
Saluti cordiali dott.ssa Tiziana Vecchiarini
Provi a scrivere dello stato d'animo che la spinge in modo irresistibile a voler contattare la sua terapeuta e poi provi a condividere il materiale raccolto con la sua terapeuta naturalmente
Salve,

Capisco quanto possa essere doloroso sentire questo bisogno di condividere continuamente e la frustrazione di non riuscire a “svuotare” del tutto quei pensieri, anche dopo la seduta. Questo forte desiderio di scrivere o parlare, come se le parole non bastassero mai, è del tutto comprensibile. Non significa che “funzioni male,” ma forse che hai trovato nella condivisione una via per alleviare il peso che senti dentro.

Potresti portare questa sensazione direttamente in terapia, parlandone con la tua attuale psicoterapeuta. Affrontare insieme questo bisogno di contatto e il peso che senti tra una seduta e l’altra potrebbe offrirti uno spazio sicuro per capire meglio cosa sta dietro questa urgenza e come gestirla. Ricorda, il fatto stesso che tu stia cercando di capire questo bisogno è già un passo importante.

Un saluto,
Dott. Marco Di Campli, psicologo psicoterapeuta

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