Sto affrontando una separazione aime molto dolorosa con sviluppo di depressione reattiva ho intrapre

37 risposte
Sto affrontando una separazione aime molto dolorosa con sviluppo di depressione reattiva ho intrapreso un percorso terapeutico di psicoanalisisono ormai 5 mesi in più prendo cipralex da 2 mesi benefici lievi ma cmq i sintomi ci sono giornate si e altre no cosa mi consigliate la psicoanalisi o cognitiva comportamentale?
Buonasera, non esiste una scuola psicoterapeutica migliore di un'altra. La letteratura ci evidenzia infatti come insuccessi e remissioni siano comuni a tutti gli approcci e in percentuali sovrapponibili. Allora capisce che ciò che veramente è importante, al di là delle tecniche proprie di un approccio o di un altro, è la relazione stessa che lei instaura con il terapeuta. Dopodichè sta a lei decidere quale corrente si addice maggiormente alla sua persona e dunque quello con cui si sente maggiormente in sintonia.

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Buongiorno. La letteratura evidenza solidamente che il fattore che più influisce sulla riuscita del trattamento è la qualità della relazione e dell'alleanza col proprio terapeuta. Il tipo di approccio terapeutico teorico invece non incide, hanno tutti pari efficacia. Il suggerimento potrebbe essere quello di condividere con il suo terapeuta come si esprime la sua sintomatologia o il suo vissuto rispetto a ciò. E' anche utile sottolineare che l'andamento dei progressi della terapia può essere fluttuante soprattutto all'inizio del percorso ma tende a migliorare e a stabilizzarsi nelle fasi avanzate del lavoro.
Auguro buon proseguimento
Buon giorno,
Le suggerisco di discutere con il suo o la sua terapeuta per capire a che punto del percorso lei sia ed esporre i suoi dubbi.
In bocca al lupo
Buongiorno. L'orientamento è un modo differente di concepire e trattare uno stesso problema. Tutti vanno bene. So confronti con il suo terapeuta sulla strada percorsa insieme e valuti costi/benefici, a quel punto avrà una visione più chiara.

Cordialità

MT
Salve, concordo in pieno con i miei colleghi, non esiste una terapia migliore dell'altra. Inoltre, ogni professionista è diverso dall'altro, quindi valuti eventualmente altre cose.
Buona giornata.
Dott. Fiori
Le consiglio di proseguire nel suo percorso psicanalitico.
Un saluto,
MG
Gentile Utente,
da quello che scrive si comprende bene il dolore che sta attraversando: una separazione è tra gli eventi più stressanti che possiamo incontrare nelle nostre vite, ed è comprensibile che sia depresso, triste e confuso.
In questo contesto una psicoterapia ha soprattutto l'obiettivo di ritrovare il filo del significato in quello che ci sta accadendo. non si tratta quindi di quale "scuola" sia migliore, ma di quanto, con il suo terapeuta, riesce a rielaborare e ritrovare il significato - anche doloroso - di ciò che le accade.
Parli con il terapeuta dei suoi dubbi, quini. E abbia fiducia: siamo in grado di reggere la sfiducia del paziente, che in realtà è una grande opportunità di comprensione e di miglioramento.

con i migliori auguri,
dr. Ventura
Buongiorno, da quanto descrive, il percorso che sta affrontando sembra essere il più approfondito in quanto i segnali di disagio che Lei riporta sono da esplorare bene attraverso un approccio psicoanalitico. Cordiali saluti Dr.ssa Claudia Sposini
Gentile, non esiste una scuola migliore di un altra, esiste il modello con cui lei si sente a suo agio ed esiste ancor di più il terapeuta o la terapeuta con la quale si sente a suo agio. Inoltre per uscir fuori da un disturbo come lei lo descrive, in ogni modello, ci vuole tempo e pazienza. Anche per far 'funzionare' gli stessi farmaci sono necessarie alle volte dalle 3 alle sei settimane di trattamento. La mente, il cervello, le sue emozioni non sono macchine da riparare, ma qualcosa di molto delicato e complesso. Nel percorso di guarigione è del tutto normale avere dei momenti che sono più facili in cui pare di star meglio e dei momenti in cui si ricade giù. Ne parli con il suo terapeuta di questi dubbi e di questi alti e bassi. Saluti.
Salve,
Spesso ricordo ai miei pz L il m portanza della relazione con il proprio terapeuta di fiducia. Gli approcci terapeutici sono infiniti e tutti mirati al benessere psicofisico del paziente che è in cura, non ha senso pensare che ci sia una tecnica migliore di un’ altra piuttosto sentire empatia col proprio terapeuta è fondamentale. Se il suo dubbio di quale approccio sia meglio rispetto ad un altro, la invito a riflettere sul terapeuta e nell ‘ eventualità di approfondire L argomento con lui /lei e valutare . Cordialmente dr.ssa Parmeggiani
Buongiorno, ne parli con il suo terapeuta prima di tutto. Poi, eventualmente, provi una terapia cognitivo-comportamentale.
dott Tealdi
Gentile utente affrontare la sofferenza data da una separazione richiede tempo
Sta seguendo un percorso che ritengo ottimale pur ribadendo il concetto già espresso dai colleghi sull'importanza della relazione terapeutica rispetto al modello
Da cosa nasce il suo interesse per la terapia cognitivo comportamentale? Ne ha già parlato con il suo terapeuta?
Un cordiale saluto
Dr.ssa Patrizia De Sanctis
Salve,
secondo il verdetto di Dodo non esiste una terapia migliore dell'altra.
Tuttavia esiste la relazione che si crea con il professionista, e questa non è quantificabile.
Si affidi al suo giudizio.
Un saluto,
MMM
Buonasera, ha giustamente inziato ad affrontare il dolore legato alla situazione che sta vivendo. Le serve tempo e soprattutto, come detto dai miei colleghi, una buona alleanza terapeutica. Ne parli con lui dei suoi dubbi: anche questo aiuta l'alleanza e così il proseguo positivo del suo percorso. Non pensi all'approccio, ma ad aprirsi al massimo e condividere tutte le emozioni che sta vivendo.
Un caro saluto, dott.ssa Paola De Martino
Cara utente, sono 2 modi di lavorare in psicoterapia molto diversi! Certamente la cognitivo comportamentale è più concreta e focalizzata sul presente. Valuti i suoi bisogni, ne parli con il suo terapeuta e decida. Un caro in bocca al lupo.
Salve, innanzitutto mi dispiace per la sua separazione e per il vissuto emotivo di cui racconta. In relazione alla sua domanda esistono differenti correnti di pensiero all'interno della psicologia: alcuni si rifanno al già citato "verdetto di Dodo" per cui l'approccio terapeutico non ha influenza sull'efficacia della terapia, tuttavia esiste un'altrettanto solida letteratura scientifica che indica come alcuni protocolli e approcci siano più o meno efficaci per specifici disturbi.
L'approccio cognitivo-comportamentale, si focalizza in un primo momento sul "qui e ora": tramite anche l'assegnazione di compiti mirati, punta alla riduzione della sintomatologia per restituire una migliore qualità di vita. In un secondo momento è possibile indagare insieme elementi più profondi e strutturali per capire l'origine di tale sintomatologia.
In ambito psicologico l'alleanza terapeutica è di fondamentale importanza. Le consiglio, dunque, di condividere i suoi dubbi con il collega con cui ha già intrapreso la terapia e, in caso continui a non vedere risultati, a provare un differente approccio.
dott. De Rosa Saccone
Salve, ritengo che entrambi gli approcci sono validi, lo scopo a cui vogliono tendere è essenzialmente lo stesso ma cambiano modalità di "attacco" al problema e strumenti terapeutici. Pur essendo di stampo cognitivo-comportamentale ed essendo quest'ultimo un modello di efficacia evidence based, non credo che la psicoanalisi possa definirsi un approccio di qualità "inferiore". Fondamentali sono piuttosto lo stile del terapeuta e la motivazione della persona.
Cordialmente, dott. FDL
Salve, suggerisco di parlare di queste perplessità con il collega che la sue attualmente. Lui/lei potrà consigliarle il percorso migliore.
Saluti
Buonasera, mi spiace molto per la sua situazione.
Il miglior modo per prenderci cura di noi stessi è dedicarci del tempo e imparare ad attendere. Sono sicura che la sua terapia le darà i risultati che cerca.
E' come dimagrire: se perdiamo chili troppo in fretta, li riprendiamo subito; per avere risultati duraturi, allora serve tempo.
Che dire, buon tempo!
Cordiali saluti
Buonasera,
Immagino la difficoltà del momento che sta vivendo. La letteratura non evidenzia differenze di efficacia del trattamento in base all'orientamento che si sceglie. Ciò che davvero più aiutarla a superare questo momento è la relazione terapeutica che si instaura col professionista che la segue. Affidarsi e condividere insieme alla professionalità ed empatia del collega creerà il giusto mix di ingredienti per affrontare questo momento e ritrovare il suo benessere. Un caro saluto.
Buongiorno, ne parli con il suo terapeuta prima di tutto. E' fondamentale.
Poi, eventualmente, provi una terapia cognitivo-comportamentale.
Auguri
Salve,
Credo che non esista un metodo migliore di un altro, ma quello più adatto a lei per le sue caratteristiche e il momento di vita che sta passando.
La cosa importante, al di là del metodo, credo sia trovare un professionista con cui ci si sente a proprio agio, con cui ci sentiamo accolti e sostenuti. Se sente di non stare facendo progressi, ne parli col suo psicoterapeuta, è sempre un feedback molto utile.
Buonasera, penso che al momento attuale, rivolgersi ad uno psicologo potrebbe esserle di aiuto per fare chiarezza e avere maggiore comprensione del periodo che sta attraversando. Un saluto, Dott. Alessandro D'Agostini
Buongiorno, le consiglio di parlarne con il suo psicoterapeuta. La letteratura evidenzia come non sia importante il tipo di approccio, ma la relazione terapeutica che si instaura con il proprio terapeuta. Per cui, se si trova bene con lui, si fidi e si lasci guidare. Cordialmente Dott.ssa Valentina Maccioni
Salve, quello che che rende la terapia veramente capace di funzionare è la relazione con il terapeuta, se in qualche modo questa relazione non dovesse funzionare è giusto che lei ne parli e che si confronti con il/la collega.
Saluti.
Gentile utente, le consiglio di confidarsi con il suo psicologo per comprendere meglio i suoi dubbi, chi meglio di lui che la sta seguendo potrà rispondere in modo corretto alla sua domanda?

Cordialmente

Dottor Mauro Vargiu
Gentilissimo, il mio consiglio è di continuare con il percorso intrapreso, magari parlando di questi dubbi e perplessità proprio con il suo terapeuta.
Cordialmente,
AV
Gentile utente, dalla letteratura emerge che Il tipo di approccio terapeutico teorico non incide sulla riuscita del trattamento, ciò che, invece, influisce maggiormente, è la qualità della relazione e dell'alleanza con il terapeuta.
Le consiglio di condividere con il suo terapeuta la sintomatologia che presenta.
Resto a disposizione e le auguro una buona giornata
Dott.ssa Beatrice Taveggia
Gentile utente, la base fondamentale per la riuscita di un percorso psicoterapeutico è la relazione che si instaura tra paziente e terapeuta e l'approccio o l'orientamento non influisce su di essa .
Certo ci sono approcci di tipo diverso ( dal breve strategico, al sistemico relazionale , al cognitivo comportamentale ecc..) ma l'alleanza terapeutica rappresenta l'elemento fondamentale,se non il più importante, per incontrare e supportare l'altro .
Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti o se vorrà contattarmi per un incontro.
Un abbraccio.
Dr. Luca Russo.
Gentile utente, condivido quello che hanno anticipato i miei colleghi; non esiste un approccio terapeutico migliore di un altro. Quello che è realmente importante è la relazione che si instaura tra paziente e terapeuta. Nella terapia (di qualsiasi approccio) il paziente deve sentirsi ascoltato e compreso. Il compito del terapeuta è, infatti, quello di accogliere le parole del paziente, senza dare giudizi o lasciarsi trasportare dai pregiudizi. Resto a disposizione per qualsiasi altro dubbio, anche online. Cordiali saluti Dott.ssa Federica
Belluccio
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Gentile utente, il periodo che sta affrontando è complesso e difficile. Quando ci si trova ad affrontare momenti così emotivamente impattanti è giusto informarsi nell'ottica di fare le scelte migliori. La scelta della terapia da intraprendere però è molto personale, e dipende da lei. è importante trovare uno specialista con il quale Lei si senta in grado di creare un'alleanza terapeutica, ovvero un setting dove riesce ad aprirsi e si sente compres*, supportat* e capit*, e questo clima pone le basi per creare delle strategie per risolvere la situazione.
Se le sembra che il percorso che sta già intraprendendo non sia in linea con questo, può provare a parlarne con il suo terapeuta, e valutare un cambio di approccio o di specialista. Consideri comunque che alla terapia serve del tempo per funzionare: senz'altro fare diversi primi colloqui e valutare con quale terapeuta si sente più a suo agio a primo impatto ha una forte importanza, ma deve poi dare il tempo alla terapia di smuovere quei contenuti emotivi che servono per farle superare al meglio la situazione. Non esiste, inoltre, "lo psicologo più bravo", così come non c'è "l'approccio migliore". Esiste lo specialista che in un determinato momento fa al caso nostro, e l'approccio che per una determinata situazione ci dà gli strumenti per stare meglio. Spero di esserle stata utile, rimango a disposizioni per eventuali chiarimenti più precisi in caso di necessità. Dott.ssa De Bona
Buongiorno, mi spiace sentire che sta affrontando un periodo così difficile. Entrambi gli approcci terapeutici, psicoanalisi e cognitivo-comportamentale, hanno i loro meriti: la psicoanalisi può approfondire le radici dei suoi sentimenti, mentre la terapia cognitivo-comportamentale potrebbe fornire strumenti pratici per gestire la depressione. Consiglierei di discutere queste opzioni con il suo/la sua terapeuta attuale per valutare quale approccio potrebbe essere più adatto alle sue esigenze specifiche. Cordialmente, dott.ssa Camilla Persico
Buongiorno, non ci sono evidenze scientifiche che permettono di stabilire se un approccio psicologico sia migliore o più efficace di un altro. E' vero però che ogni persona può avere una preferenza personale verso una modalità di lavoro, o verso una/o specifico/a professionista. Per questo le suggerirei di confrontarsi con la/o psicologa/o che la segue in questo momento sui suoi eventuali dubbi in merito al percorso che state portando avanti, al fine di valutare insieme l'eventualità di una scelta diversa. Un saluto cordiale

È positivo che tu abbia intrapreso un percorso terapeutico per affrontare la tua depressione reattiva dopo la separazione. Entrambi i tipi di terapia, sia la psicoanalisi che la terapia cognitivo-comportamentale (TCC), hanno dimostrato di essere efficaci nel trattamento della depressione.

La psicoanalisi si concentra sull'esplorazione delle radici inconsce dei tuoi pensieri e comportamenti, cercando di comprendere e risolvere i conflitti interiori che possono contribuire alla tua depressione. È un approccio che richiede tempo e dedizione, ma può portare a cambiamenti significativi nel modo in cui affronti la tua situazione.

D'altra parte, la terapia cognitivo-comportamentale si concentra sui modelli di pensiero e comportamento negativi che possono contribuire alla depressione. Attraverso la TCC, impareresti a riconoscere e a modificare i pensieri distorti e dannosi, nonché ad adottare comportamenti più sani e ad affrontare attivamente i problemi.

La scelta tra psicoanalisi e terapia cognitivo-comportamentale dipende dalle tue preferenze personali, dalla tua situazione individuale e dalle raccomandazioni del tuo terapeuta. Potresti anche considerare di combinare entrambi gli approcci, se possibile, per ottenere il massimo beneficio dalla terapia.

Ti consiglio di discutere con il tuo terapeuta riguardo ai tuoi progressi e alle tue preoccupazioni, e insieme potrete valutare quale approccio terapeutico potrebbe essere più adatto per te in questo momento della tua vita. L'importante è continuare a impegnarti nel processo terapeutico e ad essere aperto alle possibilità di cambiamento e guarigione.
Gentilissima utente, mi dispiace sentire che stai affrontando un momento così difficile. Entrambe le terapie psicoanalitica e cognitivo-comportamentale possono essere efficaci nel trattamento della depressione reattiva; quindi, potresti valutare l'opzione migliore per te in base alle tue esigenze e preferenze personali.
La psicoanalisi tende ad approfondire e analizzare le cause radicate dei tuoi sintomi, mentre la terapia cognitivo-comportamentale tende ad essere più focalizzata sul cambiamento dei pensieri e dei comportamenti negativi che contribuiscono alla tua depressione.
Ti consiglierei di parlare con il tuo terapeuta o psichiatra per discutere delle opzioni e vedere quale approccio potrebbe essere più adatto per te. Potresti anche considerare la possibilità di un approccio integrato che combina elementi di entrambe le tecniche.
Ricorda che è importante essere pazienti e continuare a seguire il percorso terapeutico per vedere progressi nel lungo termine. Spero che tu possa trovare il supporto di cui hai bisogno per superare questo momento difficile. Rimango a sua disposizione per un eventuale colloquio conoscitivo.
Dott. Cordoba
Buon pomeriggio,
Non esiste una scuola di specializzazione o orientamento migliore di un altro. Credo che la differenza la faccia la sintonia e la relazione di fiducia che va a instaurarsi con lo psicologo o psicoterapeuta di riferimento.

Qualora effettivamente il problema fosse una depressione reattiva e Lei non si trovasse in sintonia con il/la sua terapeuta, le suggerisco di affrontare il problema considerando la possibilità di confrontarsi con degli altri specialisti, che più si confanno ai suoi bisogni.

Un caro saluto, Dott. Daniele Morandin
Gentile utente, faccio seguito a quanto suggerito dai colleghi rispetto all'esplicitare questo dubbio con il suo/a terapeuta. Ad ogni modo, le Linee Guida Internazionali (NICE) suggeriscono che un approccio CBT (cognitivo-comportamentale) sia tra i più indicati in termini di efficacia nel rispondere ad una sintomatologia depressiva. Rimango a disposizione per un consulto - anche online - o per qualche ulteriore informazione. Saluti Dr.ssa Oliveri

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