Sono una ragazza di 30 anni e sono a richiedervi un parere circa quanto sto vivendo da circa 6 mesi.

26 risposte
Sono una ragazza di 30 anni e sono a richiedervi un parere circa quanto sto vivendo da circa 6 mesi. Ho iniziato ad avvertire un "groppo in fondo alla gola" e giorno dopo giorno sono iniziati i miei problemi di deglutizione. Mangiare è diventato straziante, il cibo viene masticato moltissime volte prima di "trovare il momento" giusto per intraprendere il processo di deglutizione...La lingua non aiuta, bensì continua a riportarmi il cibo in bocca. Ho fatto moltissime indagini : "disfagia", tutti mi parlano di questa patologia ma la causa rimane ancora sconosciuta. Sto male, ho sensazione di soffocamento anche quando non mangio, mangio solo liquidi e qualche biscotto, anche l'acqua è difficile da mandare giù, sento dei rigurgiti strani in gola...Mentre mangio ho tutto l'apparato digerente in tensione : collo, bocca, muscoli, sono un fascio di nervi. Nel frattempo, ho affrontato numerose visite tra cui :
- rx esofago contrasto con bario : tutto regolare
- breath test : negativo
- visita gastrointerologo + otorino + endoscopia : leggero reflusso esofageo
- ecografia tiroide: tutto regolare
- analisi del sangue : perfette
Inoltre ho effettuato un ricovero presso un clinica per accertamenti neurologici : nulla riscontrato
La neurologa mi ha prescritto mestinon ,ma non ho avuto alcun beneficio
Vi pongo questa domanda : una chiave di lettura psicologica può essere assoggettata al mio disturbo? Mi sto condizionando la vita,il lavoro... è diventato il mio pensiero fisso.

Grazie di cuore per la lettura che saprete darmi.
Salve,
da quanto si evince dalla storia riportata, il tuo disturbo sembra annoverarsi come un disagio di natura psichica. Probabilmente un percorso psicoterapico appare come la scelta più opportuna da perseguire in questo momento, ma preso atto dallo stato di distress in cui pari riversare, credo più vantaggioso per te accompagnare, al percorso psicoterapico, un intervento farmacologico, almeno in una fase iniziale.

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Buongiorno, dai dati da lei forniti sembra che si tratti di un "disturbo" psicologico, quindi la causa si annovera in un disagio di natura psichica. la scelta migliore sarebbe quella di rivolgersi ad uno specialista per iniziare al più presto un percorso. Nel frattempo potrebbe cominciare a riflettere su alcune domande, come per esempio:
quando è iniziato il disturbi?
cosa è successo in quel periodo?
le capita sempre o soltanto in alcune circostanze?
Inizi al più presto un percorso in modo da poter tornare a vivere serenamente.
buona giornata
Buongiorno,
vista la mole di esami fatta, tutti ad esito negativo, le consiglio di intraprendere un percorso psicoterapeutico, possibilmente di natura cognitivo comportamentale. In fase inizia si potrebbe anche pensare ad una farmacologia di supporto, magari miorilassante (ma ne parli con il medico e che non sia sostitutiva della psicoterapia).
Rimango a disposizione.
dott Tealdi
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Buongiorno a lei,
immagino che questi sei mesi siano stati veramente difficili per lei, sia per la mole di accertamenti fatti (tutti con esito negativo, per fortuna), sia per la tensione psicologica costante. Come i colleghi, credo anche io che possa esservi una origine psichica ai suoi sintomi. Si interroghi in specifico sull'esordio del "groppo in gola": quando ha iniziato ad avvertirlo? In concomitanza di che situazioni di vita? Le consiglio di rivolgersi quanto prima ad uno psicoterapeuta, con il quale fare una valutazione preliminare in cui lavorare sul sintomo e sulla domanda di cura. Valuti inoltre assieme al terapeuta se sia indicato affiancare un supporto farmacologico. Non aspetti a domandare aiuto, un caro saluto, dottoressa Margherita Maggioni.
Buongiorno, gli accertamenti di natura medica che lei ha effettuato le danno la possibilità di aver già la diagnosi che non si tratta di una malattia di origine organica. L’ideale sarebbe poter iniziare una psicoterapia ad indirizzo psicodinamico accompagnato da un intervento farmacologico mirato.
Sono d’accordo con i colleghi e confido che lei possa accettare il nostro consiglio a prendersi cura di se stessa da un punto di vista psicologico, non aspettando ulteriormente! Le faccio un gran in bocca al lupo!
Dott.ssa Federica Serafini Psicologa Psicoterapeuta
Salve, sarebbe importante sapere che cosa stava succedendo nella sua vita prima che iniziasse il suo disturbo. Il suo sintomo potrebbe essere la conseguenza di un trauma accaduto in quel periodo, lei lo ha somatizzato nel modo come ce l'ha descritto. Inizialmente potrebbe fare una visita psichiatrica per farsi aiutare con dei farmaci, contemporaneamente potrebbe iniziare un lavoro psicologico su di sè, per capire cosa copre il suo sintomo, la saluto cordialmente, dott. Eugenia Cardilli.
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Consiglio di valutare se intraprendere, inizialmente, un training di mindfulness e poi vedere se intraprendere un percorso di psicoterapia, consiglio ad indirizzo cognitivo comportamentale.
Un saluto.
Buongiorno. Viene da chiederle se lei sia una persona 'ansiosa'. Se trova un cambiamento di vita insorto di recente e varie altre domande che chiaramente è bene siano viste con un colloquio vis a' vis. Dalla descrizione che lei fa potrebbe trattarsi di una questione psicologica, sebbene il reflusso le è stato comunque riscontrato
Salve. Si, possono essere presenti componenti psicologiche nel disturbo da lei descritto.
Buongiorno, l'inndagine medica da lei effettuata fa pensare proprio ad un sintomo psicosomatico. Consulti al più presto uno psicoterapeuta per comprendere il significato di questo messaggio che il suo corpo manifesta.
Un percorso terapeutico potrà aiutarla a elaborare e superare questo disturbo.
Cordiali saluti Enza Marangella
Salve,
avendo escluso cause di natura organica rispetto alla sintomatologia riportata, sarà il caso di indagare meglio la natura psicologica di tali somatizzazioni.
Quelli che lei descrive, potrebbero essere sintomi di ansia somatizzata, tuttavia per una comprensione più adeguata e certa del quadro sintomatologico, è importante contestualizzarlo al momento di vita attuale che sta attraversando e quindi avere maggiori informazioni.
Le consiglio di intraprendere un percorso di psicoterapia per comprendere ciò che le sta accadendo, elaborare i suoi vissuti personali e migliorare la qualità di vita.
Cordiali saluti, P. C.
Salve, sì, questa è una sintomatologia spesso legata a componenti psicologiche. Il disturbo sta diventando molto fastidioso, a quanto lei dice, forse è il caso di occuparsene con una valutazione psicologica e/o psichiatrica.
Saluti
Marta Calderaro
Salve,
Da quello che evinco dal suo scritto, dall’esclusione di una base organica di questo disturbo e dalla sofferenza che le sta portando, concordo con i colleghi nel considerare un percorso psicoterapeutico che la possa aiutare. È importante per lei non continuare a “‘masticare” ancora una tale decisione, ma portarla a compimento (ingoiare), in quanto fare questo passo per lei ora, equivarrebbe ad un’azione relazione che può fare da incipit per un cambiamento più profondo per la sua sofferenza. Le auguro di trovare il coraggio che le serve.
Un cordiale saluto. MF
Buonasera. In presenza di sintomatologia somatica è necessario escludere una causa organica. Gli esami da Lei effettuati sembrano andare in questa direzione, dando credito all'ipotesi psicologica. Se da mesi ormai sta indagando senza soluzione, è opportuno provare un consulto psicoterapeutico. Il "groppo in gola" è un sintomo tipicamente ansioso, e la disfagia che descrive come emersa in seguito ad esso può essere legata ad esso - soprattutto in concomitanza di determinati modi di mantenere il senso di stabilità personale, ancora tutti da indagare nel Suo caso specifico. Il consulto psicoterapeutico si terrà allo scopo di comprendere Chi Lei era nel momento dell'esordio sintomatologico (quale storia di vita, e quale progetto/orizzonte d'attesa) e quali sono le modalità con le quali incontra il mondo, il corpo e l'Altro, al fine di comprendere i Suoi modi di emozionarsi e declinarli nello specifico del contesto e del sintomo. Solo personalizzando questa analisi con i dati che derivano da un approfondito primo colloquio sarà possibile ritrovare il senso del Suo malessere. E' opportuno che contatti un terapeuta e provi quanto prima a dare un significato a quanto Le accade, visto e considerato l'alto impatto che ha sulla Sua vita e la giovane età. Cordialmente, DMP

Carissima,
con tutta probabilità il sintomo da lei descritto è di natura psicologica, e più specificatamente trattasi di ansia.

Ansia deriva dal latino “angere”, che significa opprimere, chiudere alla gola: ecco il sintomo di quando ci si sente soffocare, un nodo alla gola che blocca il passaggio di quel ponte tra le nostre risorse profonde e la testa, rinchiudendoci nella prigione del mentale. L’ansia ci fa soffrire ma ci vuole anche riportare a contatto con noi stessi, a rompere gli schemi. Vuole spingere l’individuo alla ricerca dell’equilibrio tra le richieste dell’ambiente esterno e le risorse del mondo interno.

Un buon percorso terapeutico le permetterà di scoprire che dietro l’ansia è nascosta la vita...

Un caro saluto.
Roberto Lucchetta
Salve,
dal momento che le analisi effettuate escludono qualsiasi causa di natura organica, credo che l'origine sia di natura psicologica, quindi si rivolga ad uno psicoterapeuta in modo da comprendere cosa il suo corpo le sta comunicando in questo momento.
Saluti.
Gentile ragazza, capisco che sentirsi un nodo alla gola sia molto fastidioso, e più ci pensa e più la sensazione si amplifica, aumentando l'ansia di non riuscire a tornare come prima. Tutte le indagini che lei ha fatto non hanno riscontrato nulla , se non un leggero reflusso che sicuramente ha influito a mantenere questa sensazione ( non prenderei alla leggera questa diagnosi). Le consiglio quindi di lavorare su due fronti, da un lato cercherei di risolvere questa infiammazione esofagea (l'alimentazione è fondamentale in questi casi), e poi inizierei a lavorare sul versante psicologico che sta cronicizzando questa sensazione. A volte il sintomo somatico può essere la spia di un disagio psichico. Concentrarsi troppo sul sintomo, lo rafforza invece di diminuirlo, e l'ansia che ne consegue lo rende un'idea fissa. La chiave di lettura che lei cerca la può trovare solo in un rapporto terapeutico. In bocca lupo!
Buongiorno, immagino quanto questo suo disturbo possa condizionare tutta la sua vita. Inoltre non deve essere stato per nulla facile fare tutti gli accertamenti medici che ha fatto, compreso un ricovero, senza successo, visto l’esito negativo che è stato riscontrato per ogni esame. E, proprio questo esito negativo, porta a considerare la possibilità che questa difficoltà a deglutire, con tutti gli aspetti che ne conseguono, come la tensione che riporta ad esempio, dia “voce” a una sofferenza di tipo psichico. Perciò credo sia proprio utile per lei rivolgersi a un professionista con il quale poter iniziare un percorso psicoterapeutico, valutando anche la necessità o meno di accompagnarlo, almeno all’inizio, ad un percorso farmacologico.
Nel frattempo la invito a riflettere sul momento in cui è comparso questo disturbo. Cosa accadeva nella sua vita in quel momento? Che “periodo” stava vivendo? E come stava?
Un saluto,
Dott.ssa Giulia Bigozzi
Certamente una lettura psicologica ed esistenziale ai suoi disturbi è assolutamente legittima e plausibile. Ma prime di accedere ad una vera e propria psicoterapia le consiglierei una metodologia curativa efficace e globale. La NeuroRiflessoTerapia Personalizzata che si caratterizza per la sua completezza, brevità e stabilità di risultati nel tempo. Sono a sua disposizione telefonicamente per maggiori informazioni. Cordiali saluti.
Buongiorno, vista la grande quantità di esami medici negativi è molto probabile che la causa del suo disturbo possa essere di origine psichica e quindi portare con sè un senso, una logica dietro l’impossibilità di deglutire. L’indicazione senza dubbio è quella di una psicoterapia. Un saluto
Salve, il suo sembra essere un disturbo psicosomatico, dato l'esito negativo di tutte le analisi. Prenda in considerazione l'idea di iniziare un percorso psicoterapeutico.
Saluti
Gentile utente, mi trova d’accordo con i colleghi e spero che lei accetti il consiglio di prendersi cura di se stessa da un punto di vista psicologico.
cordiali saluti
AV
Salve, escludendo cause di natura organica rispetto alla sintomatologia è il caso di indagare sulla natura psicologica di tali somatizzazioni. Le esperienze negative lasciano cicatrici profonde, i ricordi rischiano di inquinare il bello che c'è stato e che ci sarà. E' importante comprendere la necessità di fermarsi e chiedere aiuto, i bisogni cambiano, cambiamo noi. E' utile soffermarsi sul malessere poiché ci sta comunicando qualcosa ci sta comunicando che c'è un tempo anche per la cura di se stessi.
Buongiorno,

Comprendo quanto questa situazione possa essere frustrante e angosciante per lei, soprattutto dopo aver affrontato numerosi esami senza una risposta chiara. Il fatto che tutte le indagini mediche siano risultate nella norma è sicuramente rassicurante dal punto di vista fisico, ma non diminuisce il disagio che sta vivendo.

Il suo sintomo di disfagia (difficoltà a deglutire) può, in alcuni casi, avere una componente psicologica, soprattutto quando le cause organiche non sono evidenti. Spesso, disturbi come quelli che descrive possono essere collegati a stress, ansia o tensioni emotive che si manifestano nel corpo, in particolare in aree come la gola, che è strettamente legata alla capacità di esprimersi e di "lasciare andare".

La sensazione di "groppo in gola" o la difficoltà a deglutire potrebbe essere associata a uno stato di ansia o stress cronico. Quando l'ansia si manifesta fisicamente, può creare una sorta di circolo vizioso: il sintomo fisico alimenta la preoccupazione, e la preoccupazione amplifica il sintomo. È possibile che il suo corpo stia rispondendo a un carico emotivo o a una tensione non completamente elaborata, trasformando il disagio psicologico in sintomi fisici.

Dato che sta vivendo questa situazione da molto tempo ed è diventata un pensiero fisso, potrebbe essere utile esplorare più a fondo la dimensione emotiva di questo problema. Il corpo e la mente sono strettamente collegati, e quando il corpo manifesta disagio, potrebbe essere un segnale che qualcosa a livello emotivo o psicologico necessita di attenzione.

Le consiglio di considerare la possibilità di esplorare questi aspetti emotivi con un professionista che possa aiutarla a comprendere meglio se vi è una componente psicologica legata ai suoi sintomi. Questo potrebbe aiutarla a ridurre l'impatto del disturbo sulla sua vita quotidiana e a trovare un maggiore equilibrio.

Un cordiale saluto e un incoraggiamento per tutto!
Massimo Martucci, Psicologo a Milano, Psicoterapeuta, Ipnoterapeuta e Neurotrainer
Buongiorno,
una volta escluse tutte le cause organiche, si può pensare ad una sofferenza psicologica che entra sulla scena del mondo attraverso il corpo. Il cibo è strettamente connesso alla relazione e dalle sue parole potrebbe esserci qualcosa che "non riesce a buttare giù". Certamente mettere in parola il suo vissuto attraverso un percorso psicoterapeutico può essere un valido mezzo attraverso cui scollare dal corpo la sofferenza psichica.
Ogni sintomo è soggettivo e non si può dare una lettura generale, ma la dignità della parola può generare la remissione del sintomo stesso.
Resto a sua disposizione qualora le possa essere di aiuto.
DE

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