Sono una ragazza di 22 anni. Non mi sono mai accettata e voluta bene, da sempre mi sento una nullità

17 risposte
Sono una ragazza di 22 anni. Non mi sono mai accettata e voluta bene, da sempre mi sento una nullità, ma questa non è la cosa più importante, ci sono vari episodi traumatici che mi inseguono da anni tra cui alcune molestie subite, io ho sempre subito in silenzio non condividendo le cose con nessuno per paura.
Ultimamente mi sento priva di sentimenti e sento la necessità di rivolgermi a uno specialista, ho provato a parlarne con i miei perché non sono completamente indipendente economicamente ma mi continuano a ripetere che ce la posso fare da sola e ignorano la mia richiesta d'aiuto non prendendola sul serio, loro non credono nella psicologia e pensano sempre che le cose vanno risolte con le proprie forze. Come posso convincerli senza condividere con loro gli eventi che mi turbano? Ho veramente bisogno di affrontare certi aspetti della mia vita, mi sento svuotata
Salve, mi spiace molto per la situazione ed il disagio espresso e comprendo quanto possa essere difficile per lei convivere con questa situazione riportata.
Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta possa aiutarla ad identificare pensieri rigidi e disfunzionali che impediscono il cambiamento desiderato e mantengono la sofferenza in atto.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale traumatico connesso alla genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

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Gentilissima,
intanto la ringrazio per aver condiviso con noi la sua profonda esperienza personale. Sono certa che dopo tanti anni portata dentro non sia stato facile buttar giù queste righe. Accolgo il suo atto e mi dispiaccio del fatto che non trovi nella sua famiglia la comprensione dovuta. A parte provare ad insistere ancora un po' nel tentativo di trasmettere ai suoi genitori l'importanza che avrebbe per lei un percorso di questo tipo, posso suggerirle anche di provare a rivolgersi a consultori o servizi pubblici di Salute Mentale presso gli enti pubblici del suo territorio. Questi ultimi mettono a disposizione dei pacchetti di incontri a prezzi accessibili. Spesso non sono lunghi ma permetterebbero intanto alla sua sofferenza di avere una prima accoglienza.
In ultima alternativa, ultimamente vi sono anche percorsi di terapia online che propongono prezzi agevolati. La invito a fare qualche ricerca a riguardo.
Un caro saluto,
Dr.ssa Noemi Carrieri - Firenze
Buongiorno,
La trasparenza la verità vincono sempre.
Le consiglio di spiegare ai suoi genitori la sua esigenza, vedrà che l'aiuteranno.
Cordiali saluti
Dott.ssa Laura Francesca Bambara
Gentilissima. Immagino che scrivere questa richiesta di aiuto non sia stato facile per Lei, se come ha detto ha fatto sempre un po' fatica a raccontare il suo dolore. A questo proposito mi domando se la sua reticenza nel condividere i traumi subiti e il suo sentirsi una "nullità", come lei ha detto, non derivino proprio dall'esperienza di due genitori che non la accolgono nelle sue richiesta di aiuto e di supporto, come è accaduto anche in questa situazione che ha riportato. Credo che se i suoi genitori sono contrari e resistenti alla possibilità che lei si faccia aiutare da uno specialista, un'idea potrebbe essere quella di rivolgersi al suo medico di base che la possa indirizzare ai servizi gratuiti sul territorio. Oltretutto se ne riscontra la necessità il suo medico potrà già iniziare a darle una terapia farmacologica in attesa dell'appuntamento con ulteriori specialisti. Un caro saluto
Buongiorno, grazie per la sua preziosa e certamente sudata condivisione. Esistono consultori o centri di salute mentale che erogano il servizio di psicoterapia tramite tiket. Oppure centri sul territorio convenzionati con prezzi calmierati. in oltre faccia attenzione al Bonus Psicologo che dovrebbe essere attivo a breve.
Prendere in mano la propria vita, trovando il modo di farsi aiutare, è tutt'altro che un atto compiuto da una "nullità". Ne raccoglierà tutti i frutti. un caro saluto.
Buongiorno,
Hai mai pensato ad un percorso all’interno del consultorio oppure di un centro territoriale per la salute mentale?
I percorsi spesso sono gratuiti.
Gentile utente, le risposte precedenti dei colleghi credo siano ragionevoli. Allo stato attuale delle cose probabilmente rivolgersi ad un servizio territoriale presso la sua asl di appartenenza potrebbe essere la soluzione più vantaggiosa ed indipendente da un punto di vista concreto del discorso. Ho come l'impressione però, ad un livello più profondo, che il dolore sofferto, in aggiunta e non trascurabile, sia relativo alla mancanza di fiducia da parte dei suoi genitori verso il dolore che patisce e propone. Credo che il primo atto terapeutico, comprensibilmente non esente dal coraggio, sia proprio comunicare ai suoi genitori il motivo per cui sta soffrendo. In altre parole, occorre un atto di fede nel senso lato del termine, per sè stessa e verso i genitori. E' proprio da qui che potrebbe partire. Coraggio e conservazione di fiducia, quanto basta a procedere. Augurandole il meglio, la saluto cordialmente. Dott. Alessandro Cazzato
Buongiorno, la ringrazio per aver condiviso questa profonda difficoltà e sofferenza, posso consigliarle di rivolgersi a dei consultori familiari che offrono il supporto psicologico gratuito in modo tale da potersi sentire autonoma nell'affrontare il suo disagio.
Resto a disposizione per qualsiasi altro chiarimento.
Cordiali saluti
Dott.ssa Maida Simona
Buongiorno,
il suo è un bisogno importante che andrebbe ascoltato.
Se discuterne in modo trasparente e chiaro con i suoi genitori dovesse comunque continuare a generare in loro resistenze, può esserle utile rivolgersi ai servizi territoriali, o al medico di base che può indirizzarla verso un servizio territoriale.
Cordialmente, EP
avverto nelle sue parole un profondo senso di smarrimento che potrebbe trovare accoglienza in uno spazio terapeutico. mi domando perchè cerca l' autorizzazione dei suoi genitori visto che lei è maggiorenne. forse perchè non ha un' autonomia economica? o c' è molto di più dietro? se fosse un problema esclusivamente economico può chiedere al suo medico di base di prescriverle delle sedute psicologiche nella sua asl di appartenenza...saluti.
Gentile utente
è fondamentale per lei avere uno spazio e un tempo terapeutico per dare una comprensione e un senso alla sua storia. Come scrivono i colleghi ci sono soluzioni gratuite presso CSM, Centro di Salute Mentale, e Consultori familiari. La invito a riflettere anche sull'idea di cercare un lavoro che le consenta di intraprendere la terapia presso uno specialista di sua scelta.
In questo modo si concede l'opportunità di prendersi cura di lei, e della sua storia, in una maniera più autonoma e meno vincolata.
Un caro saluto
Buongiorno e grazie della sua profonda condivisione. Credo che sia difficile sempre "convincere" dei genitori che fanno fatica a "credere" in un percorso terapeutico. Mi sento di consigliarle di parlare con i suoi genitori aiutandoli a capire che ha bisogno del loro appoggio, a prescindere dal loro crederci o non crederci, perchè questa probabilmente è una strada non utile per loro ma che lei vorrebbe percorrere perchè utile per sè.

Resto a disposizione per qualsiasi cosa e le auguro una buona giornata
Salve, coinvolga qualcuno molto vicino a lei, parenti o amici, chiedendogli di parlare con i suoi genitori della sua esigenza. Non deve scendere nel dettaglio se non la sente ma sottolinei quanto bisogno di una terapia lei abbia. Comprendo che il costo può essere motivo di stress e preoccupazione per la sua famiglia e non conoscendo le vostre possibilità non posso spingerla più di tanto. Nel caso fosse impossibile rivolgersi a un privato può chiedere al suo medico curante di indicarle un centro di ascolto gratuito per iniziare ad affrontare le cose che la turbano. Spesso il coinvolgimento di terzi nel colloquio con i genitori ottiene grandi risultati. Cordiali saluti. Professor Antonio Popolizio
Gentile Utente, 'farcela' significa anche saper ricercare i giusti aiuti. Prendersi cura di sé è sempre una buona scelta, per cui non demorda. Cerchi aiuto nei servizi pubblici se non riesce a farlo comprendere ai suoi genitori o, in alternativa, può pensare a un lavoretto che possa permetterle di sostenere la spesa nel privato.
Un caro saluto, Dott.ssa Ramona Borla
Salve, mi dispiace per ciò che sta vivendo. Come già è stato suggerito dai colleghi precedentemente, c'è sempre la possibilità di rivolgersi a servizi territoriali come il Centro di Salute mentale e Consultori. Potrebbe parlarne con il suo medico di base in modo da indirizzarla nel migliore dei modi. Un caro saluto, Dott.ssa Di Gennaro Laura
Salve, difficilmente i suoi genitori potrebbero capire cosa la affligge, troppi fatti non raccontati e, come sembra dal suo racconto, anche fosse non avrebbero gli strumenti per poterla adeguatamente supportare.
In primis provi a rivolgersi ai servizi dedicati. Se invece è ancora una studentessa la sua scuola potrebbe avere un servizio attivo, si informi.
Esistono anche dei gruppi di teatro terapia, in cui si accede a lavori di gruppo e personali a costi calmierati.
Si guardi intorno.
Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
Buonasera, per quanto il sostegno per intraprendere percorsi importanti possa sembrare necessario mi sento di dirle, che l'approvazione dei suoi amici per la scelta di intraprendere un percorso di psicoterapia è poco rilevante rispetto al beneficio che ne trarrà, soprattutto per le problematiche che ha accennato. Uno spazio personale in cui lavorare sugli eventi traumatici subiti è un luogo dove imparare ad accogliere se stessi, ascoltarsi e liberarsi di una sofferenza che col tempo può diventare sempre piu' limitante.

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