Sono una ragazza di 20 anni, frequento l’università ed è da due anni che ho intrapreso un percorso c
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Sono una ragazza di 20 anni, frequento l’università ed è da due anni che ho intrapreso un percorso con una psicologa. Questo percorso è iniziato perché mio padre si è ammalato e io non ero più me stessa, non riuscivo più a studiare nonostante fossi sempre stata una ragazza molto presa dalla scuola.
Una ventina di giorni dopo la maturità mio padre è venuto a mancare e da quel giorno ovviamente la mia vita è cambiata.
Ad oggi sono consapevole di essere cresciuta tanto e mi sento una ragazza consapevole delle mie capacità e qualità, tutto questo grazie alla mia psicologa, sono convita quando dico che il percorso con lei mi abbia salvato la vita. Ovviamente abbiamo parlato molto spesso della perdita di mio padre e di quello che ha causato all’interno mia famiglia, nonostante io pensi di essere abbastanza convita di aver affrontato questa situazione, io mi sento costantemente frustrata.
Mi da fastidio pensare che un giorno mi laureerò, conoscerò qualcuno, mi sposerò, diventerò mamma e mio padre non ci sarà mai.
Non mi sono mai sentita giudicata dalla mia dottoressa anzi, però mi sento in difetto a tornare a lamentarmi di questo tipo di malessere perché nonostante io stia male mi sento di aver fatto tanti passi avanti. Non so se “ricominciare” a parlare di questo tipo di malessere con lei, mi sembra di tornare indietro.
Una ventina di giorni dopo la maturità mio padre è venuto a mancare e da quel giorno ovviamente la mia vita è cambiata.
Ad oggi sono consapevole di essere cresciuta tanto e mi sento una ragazza consapevole delle mie capacità e qualità, tutto questo grazie alla mia psicologa, sono convita quando dico che il percorso con lei mi abbia salvato la vita. Ovviamente abbiamo parlato molto spesso della perdita di mio padre e di quello che ha causato all’interno mia famiglia, nonostante io pensi di essere abbastanza convita di aver affrontato questa situazione, io mi sento costantemente frustrata.
Mi da fastidio pensare che un giorno mi laureerò, conoscerò qualcuno, mi sposerò, diventerò mamma e mio padre non ci sarà mai.
Non mi sono mai sentita giudicata dalla mia dottoressa anzi, però mi sento in difetto a tornare a lamentarmi di questo tipo di malessere perché nonostante io stia male mi sento di aver fatto tanti passi avanti. Non so se “ricominciare” a parlare di questo tipo di malessere con lei, mi sembra di tornare indietro.
Carissima, grazie della condivisione. Arriva dalle tue parole il dolore per la scomparsa di papà e la serietà e l'impegno con cui ci hai lavorato in terapia. L'elaborazione di un lutto così importante ad una età giovanile come la tua, ha bisogno dei suoi spazi e dei suoi tempi per essere processata. Il dispiacere, la commozione per l'assenza di papà dureranno tutta la vita, ma con diversi livelli di esperienza e intensità. Quello che hai non è un tornare indietro, è un continuare ad andare avanti ad un altro livello di maturazione, di pensieri, di emozioni. Con serenità riprendi la psicoterapia, la tua psicologa ti conosce, andrete subito a lavorare sui nuovi punti di urgenza di una ragazza che sta maturando e crescendo. Ti auguro il meglio, un caro saluto dott.ssa Silvia Ragni
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Gentile utente, grazie per condiviso questa parte di sé così delicata. La invito a dedicarsi tutto il tempo e tutte le sedute che le servono per elaborare questo suo profondo lutto. La perdita di un genitore merita tutto lo spazio necessario per prendersi cura di tutti i sentimenti di tristezza, rabbia, frustrazione, anche ingiustizia. Nelle sue parole non leggo nessuna lamentela, anzi. Leggo le parole di una figlia giustamente devastata dalla prospettiva di costruire un futuro in cui è costretta a tener conto dell'assenza del suo papà. Una giovane donna che sta costruendo, un mattoncino per volta, la sua vita prendendosi cura della crepa che questo perdita ha lasciato. Con i miei migliori auguri, le porgo un caro saluto! Dott.ssa Federica Bertucci
Gentile,
comprendo quanto possa essere difficile per lei sentire la frustrazione legata alla mancanza di suo padre nei momenti futuri importanti della sua vita. È del tutto naturale che, nonostante i progressi fatti, queste emozioni riemergano. Il lutto non segue un percorso lineare, e parlarne non significa tornare indietro, ma permettersi di esplorare e rielaborare nuovi significati che le sue esperienze attuali possono evocare.
Non c’è nulla di sbagliato nel tornare a parlare di questo con la sua psicologa. Anzi, condividere con lei queste preoccupazioni può aiutarla a trovare nuovi strumenti per affrontare il dolore che ancora sente. Ogni fase della vita può portare a rielaborare il lutto in modi diversi, e dare voce a questo malessere può essere un passo avanti nella sua crescita personale.
Le auguro di trovare la serenità nel suo percorso.
Dott.ssa Pinella Chionna
comprendo quanto possa essere difficile per lei sentire la frustrazione legata alla mancanza di suo padre nei momenti futuri importanti della sua vita. È del tutto naturale che, nonostante i progressi fatti, queste emozioni riemergano. Il lutto non segue un percorso lineare, e parlarne non significa tornare indietro, ma permettersi di esplorare e rielaborare nuovi significati che le sue esperienze attuali possono evocare.
Non c’è nulla di sbagliato nel tornare a parlare di questo con la sua psicologa. Anzi, condividere con lei queste preoccupazioni può aiutarla a trovare nuovi strumenti per affrontare il dolore che ancora sente. Ogni fase della vita può portare a rielaborare il lutto in modi diversi, e dare voce a questo malessere può essere un passo avanti nella sua crescita personale.
Le auguro di trovare la serenità nel suo percorso.
Dott.ssa Pinella Chionna
La terapia è un percorso e ogni percorso è fatto di momenti di salita ripida e momenti di discesa vertiginosa, l’importante è continuare a camminare. Il mio consiglio è continuare ad avere fiducia della sua psicologa e affrontare insieme, anche innumerevoli volte, le difficoltà che le si presentano sul percorso.
E' proprio un passo avanti, anche se può sembrare paradossale.
La ringrazio per la sua testimonianza circa l'efficacia del percorso psicologico, che appunto resta una base di riferimento a cui poter tornare adesso che emergono nuovi bisogni, nuovi sguardi che lei giustamente sente di voler esprimere sulla sua stessa vita.
Lei sta andando avanti e sta mettendo a fuoco altri aspetti della sua vita sui quali ha necessità di riflettere per dare loro una specifica collocazione.
Un saluto a lei e alla sua brava psicologa.
La ringrazio per la sua testimonianza circa l'efficacia del percorso psicologico, che appunto resta una base di riferimento a cui poter tornare adesso che emergono nuovi bisogni, nuovi sguardi che lei giustamente sente di voler esprimere sulla sua stessa vita.
Lei sta andando avanti e sta mettendo a fuoco altri aspetti della sua vita sui quali ha necessità di riflettere per dare loro una specifica collocazione.
Un saluto a lei e alla sua brava psicologa.
Capisco il tuo disagio. È naturale che, nonostante i tuoi progressi, il pensiero di un futuro senza tuo padre possa essere doloroso. Anche se il lutto può evolversi, parlarne ancora non significa tornare indietro, ma continuare a elaborarlo. Riaprire questo tema con la tua terapeuta e porle gli stessi pensieri potrebbe aiutarti a integrare meglio questa esperienza nella tua vita presente e nei tuoi progetti futuri, permettendoti di crescere ulteriormente. Un cordiale saluto e grazie della condivisione.
Gentile utente, è comprensibile che tu ti senta frustrata e in conflitto riguardo alle tue emozioni. La perdita di un genitore è un evento profondamente traumatico e le emozioni collegate possono continuare a emergere anche dopo aver fatto progressi significativi nel tuo percorso di crescita personale. È importante riconoscere che il dolore per la perdita di tuo padre non scompare semplicemente perché hai fatto progressi. Ogni volta che raggiungi un nuovo traguardo nella vita, è normale che riemergano pensieri e sentimenti legati alla sua assenza. Questo non significa che tu stia tornando indietro, significa che stai affrontando la realtà della tua vita in un modo che può essere doloroso, ma anche molto umano e prezioso. Tornare a parlare di questo malessere con la tua psicologa non significa ricominciare da capo, ma piuttosto continuare a elaborare e integrare la tua esperienza di perdita nella tua vita attuale. La tua psicologa è lì per supportarti in tutti i tuoi stati d’animo, e condividere queste frustrazioni potrebbe offrirti una nuova prospettiva o un ulteriore spazio per elaborare ciò che stai provando. Noi lavoriamo insieme a voi e se c'è necessità, si sta di nuovo insieme nel dolore per poi proseguire. Sarebbe interessante lavorare anche sul perché tu ti senta in difetto nonostante sia uno spazio dedicato a te.
Considera che la crescita personale è un processo non lineare. È normale avere momenti di vulnerabilità, anche dopo aver fatto progressi. Parlare delle tue preoccupazioni e dei tuoi sentimenti potrebbe aiutarti a trovare un modo per integrare la tua esperienza di perdita nella tua vita futura, senza sentirti in difetto. Se ti senti pronta, prova a esprimere queste emozioni e pensieri alla tua psicologa. Potresti scoprire che questo ti aiuta a sentirti più leggera e più in sintonia con te stessa. Non sei sola in questo percorso, e permetterti di esprimere il tuo dolore è un segno di forza, non di debolezza.
Resto a disposizione. Dott.ssa Anna Consalvo
Considera che la crescita personale è un processo non lineare. È normale avere momenti di vulnerabilità, anche dopo aver fatto progressi. Parlare delle tue preoccupazioni e dei tuoi sentimenti potrebbe aiutarti a trovare un modo per integrare la tua esperienza di perdita nella tua vita futura, senza sentirti in difetto. Se ti senti pronta, prova a esprimere queste emozioni e pensieri alla tua psicologa. Potresti scoprire che questo ti aiuta a sentirti più leggera e più in sintonia con te stessa. Non sei sola in questo percorso, e permetterti di esprimere il tuo dolore è un segno di forza, non di debolezza.
Resto a disposizione. Dott.ssa Anna Consalvo
Buona sera, grazie mille per questa condivisione. Deve essere stato molto doloroso affrontare la perdita di suo padre! Se lei sente che la sua psicologa l'ha accolta e ascoltata , non esiti a ricontattarla. In fondo la conosce e conosce la sua storia. Se ha voglia di intraprendere un nuovo percorso, di contro, è un'ottima spinta a farlo magari considerando un altro tipo di orientamento psicologico del professionista. Forza e coraggio!
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Buonasera. È comprensibile che, nonostante i progressi fatti, la perdita di tuo padre continua a suscitare emozioni intense, soprattutto pensando ai momenti futuri importanti in cui senti la sua assenza. La crescita e il miglioramento non significano necessariamente lasciare completamente dietro le spalle certe sofferenze, specialmente quando si tratta di lutti così significativi.
Non dovresti sentirti in difetto nel riprendere questi temi con la tua psicologa: parlare nuovamente di questo dolore non significa tornare indietro, ma piuttosto è parte del processo continuo di elaborazione e accettazione.
Condividere queste emozioni ti permetterà di affrontarle con consapevolezza e di integrare questa esperienza nel tuo percorso.
È importante sentirsi liberi di esprimere le proprie emozioni, anche quelle che sembrano "ripetitive". La psicoterapia è un percorso fatto di alti e bassi, e ogni volta che torni su un argomento che ti sta a cuore, non stai tornando indietro, ma approfondendo.
Resto a disposizione per qualsiasi altra riflessione. Un caro saluto, dott.ssa Raileanu
Non dovresti sentirti in difetto nel riprendere questi temi con la tua psicologa: parlare nuovamente di questo dolore non significa tornare indietro, ma piuttosto è parte del processo continuo di elaborazione e accettazione.
Condividere queste emozioni ti permetterà di affrontarle con consapevolezza e di integrare questa esperienza nel tuo percorso.
È importante sentirsi liberi di esprimere le proprie emozioni, anche quelle che sembrano "ripetitive". La psicoterapia è un percorso fatto di alti e bassi, e ogni volta che torni su un argomento che ti sta a cuore, non stai tornando indietro, ma approfondendo.
Resto a disposizione per qualsiasi altra riflessione. Un caro saluto, dott.ssa Raileanu
Parlare di nuovo della perdita di tuo padre con la tua psicologa non è affatto un passo indietro. Anche se hai fatto molti progressi, il dolore legato a una perdita così significativa può riaffiorare in diversi momenti della vita, soprattutto quando ti immagini in tappe importanti come la laurea o altre esperienze future. È naturale sentire una frustrazione profonda, poiché questi sono momenti che avresti voluto condividere con tuo padre.
Tornare a esplorare questi sentimenti non significa che tu non abbia fatto progressi, ma che stai affrontando nuove sfide emotive legate alla sua assenza. La tua psicologa ti ha già aiutato molto, e continuare ad affrontare il tuo dolore può rafforzare ulteriormente il tuo percorso di guarigione.
Non esitare a esprimere questi sentimenti. Il percorso terapeutico è uno spazio per elaborare tutto ciò che senti, anche se riguarda temi già affrontati in passato.
Tornare a esplorare questi sentimenti non significa che tu non abbia fatto progressi, ma che stai affrontando nuove sfide emotive legate alla sua assenza. La tua psicologa ti ha già aiutato molto, e continuare ad affrontare il tuo dolore può rafforzare ulteriormente il tuo percorso di guarigione.
Non esitare a esprimere questi sentimenti. Il percorso terapeutico è uno spazio per elaborare tutto ciò che senti, anche se riguarda temi già affrontati in passato.
Buongiorno,
magari il suo è solo il bisogno di fare un altro po' di strada all' interno di un percorso di crescita fatto ed avviato. Ritorni dalla sua psicologa e ne parli con lei di questi aspetti connessi ancora alla non accettazione di tale perdita, vedrà che potrà fare ulteriori passi in avanti e tornare a guardare al suo futuro con fiducia.
Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
magari il suo è solo il bisogno di fare un altro po' di strada all' interno di un percorso di crescita fatto ed avviato. Ritorni dalla sua psicologa e ne parli con lei di questi aspetti connessi ancora alla non accettazione di tale perdita, vedrà che potrà fare ulteriori passi in avanti e tornare a guardare al suo futuro con fiducia.
Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo quanto possa essere difficile convivere con questa situazione riportata. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Esiste un libro che spiega come elaborare i traumi (compresi i lutti) con la scrittura, anche se, ovviamente, sarebbe meglio con la guida di un terapeuta. Si chiama La mente ferita, di Giorgio Nardone.
In ogni caso credo che faresti bene a parlarne con la psicologa che tanto ti ha aiutato e anche di questa tua ritrosia. Come hai detto non è lei che ti giudica, sei tu che hai paura di diventare "una paziente meno brava". Ma non è la scuola e non ci sono voti. Lei è lì per te.
In ogni caso credo che faresti bene a parlarne con la psicologa che tanto ti ha aiutato e anche di questa tua ritrosia. Come hai detto non è lei che ti giudica, sei tu che hai paura di diventare "una paziente meno brava". Ma non è la scuola e non ci sono voti. Lei è lì per te.
Cara utente,
grazie per aver condiviso la tua esperienza. È comprensibile che tu possa sentirti confusa e frustrata riguardo alle tue emozioni e al desiderio di non voler più parlare del malessere che hai vissuto, nonostante il tuo percorso terapeutico ti abbia aiutata tanto. A volte, anche dopo un periodo di crescita e di miglioramento, ci sono delle situazioni o dei sentimenti che possono riemergere, facendoci sentire quasi come se stessimo “tornando indietro”. Tuttavia, questo non significa che il tuo percorso sia fallito, ma piuttosto che ci sono ancora aspetti emotivi che meritano attenzione.
Essere cresciuta e consapevole delle tue capacità è un grande traguardo, e forse ora senti il bisogno di concentrarti maggiormente su ciò che ti aspetta in futuro, come la laurea, il lavoro e la costruzione di una vita indipendente. Tuttavia, le emozioni legate al passato possono ancora influenzare il tuo presente, anche se pensi di averle superate. Non è raro che ciò accada, e proprio per questo potrebbe essere utile tornare ad affrontare con la tua psicologa questi sentimenti di frustrazione e il desiderio di non voler più “lamentarti”. La terapia non è solo uno spazio per lavorare sul dolore, ma anche per capire come convivere con le emozioni passate e utilizzarle per rafforzare il tuo futuro.
Se ti senti pronta, potrebbe essere il momento di esplorare questi nuovi sentimenti e di scoprire come affrontare questa fase della tua vita con serenità, senza sentire che tornare a parlare del passato sia un passo indietro. La terapia può offrirti strumenti per trovare un equilibrio tra ciò che hai vissuto e ciò che desideri costruire nel futuro.
Un caro saluto,
dott.ssa Riccadonna
grazie per aver condiviso la tua esperienza. È comprensibile che tu possa sentirti confusa e frustrata riguardo alle tue emozioni e al desiderio di non voler più parlare del malessere che hai vissuto, nonostante il tuo percorso terapeutico ti abbia aiutata tanto. A volte, anche dopo un periodo di crescita e di miglioramento, ci sono delle situazioni o dei sentimenti che possono riemergere, facendoci sentire quasi come se stessimo “tornando indietro”. Tuttavia, questo non significa che il tuo percorso sia fallito, ma piuttosto che ci sono ancora aspetti emotivi che meritano attenzione.
Essere cresciuta e consapevole delle tue capacità è un grande traguardo, e forse ora senti il bisogno di concentrarti maggiormente su ciò che ti aspetta in futuro, come la laurea, il lavoro e la costruzione di una vita indipendente. Tuttavia, le emozioni legate al passato possono ancora influenzare il tuo presente, anche se pensi di averle superate. Non è raro che ciò accada, e proprio per questo potrebbe essere utile tornare ad affrontare con la tua psicologa questi sentimenti di frustrazione e il desiderio di non voler più “lamentarti”. La terapia non è solo uno spazio per lavorare sul dolore, ma anche per capire come convivere con le emozioni passate e utilizzarle per rafforzare il tuo futuro.
Se ti senti pronta, potrebbe essere il momento di esplorare questi nuovi sentimenti e di scoprire come affrontare questa fase della tua vita con serenità, senza sentire che tornare a parlare del passato sia un passo indietro. La terapia può offrirti strumenti per trovare un equilibrio tra ciò che hai vissuto e ciò che desideri costruire nel futuro.
Un caro saluto,
dott.ssa Riccadonna
Buongiorno, le suggerisco di affrontare con la sua psicologa propria questa questione che sta mettendo in empasse la cura ovvero il suo timore di lamentarsi con l’altro.
Gentile utente, non si senta in difetto e non giudichi il suo cercare aiuto come un "lamentarsi". Se si è trovata bene con la sua psicologa, non esiti a contattarla per questa nuova esigenza: sono sicuro che sarà disponibile ad aiutarla. Dott. Giacomo Bonetti
Gentilissima grazie per la sua condivisione. Credo che la sua domanda e il suo sentire siano importanti e che caratterizzino spesso il vissuto dei pazienti. Lo spazio terapeutico è uno spazio di accoglienza e crescita: ogni cambiamento e movimento evolutivo, soprattutto quelli critici (come un lutto), non prevedono un percorso lineare ma la circolarità di un processo complesso. E' fisiologico che un dolore tanto profondo abbia bisogno di un tempo, per cui non si raggiunge un obiettivo e un traguardo unico, ma una serie di piccoli passi per procedere in un crescendo rispetto all'esperienza emotiva vissuta. Credo sia importante che lei continui il suo percorso guardando al suo sentire con più tenerezza e concedendosi di riavvicinarsi a questo dolore ogni volta che ne sento il bisogno, soprattutto in uno spazio sicuro come quello della terapia.
Un caro saluto!
Un caro saluto!
Buongiorno gentile Utente, quello che descrive è un percorso molto intenso e doloroso, che ha richiesto tanto coraggio e forza interiore. La perdita di una figura importante come un genitore, specie in un periodo della vita già pieno di cambiamenti come la fine dell’adolescenza e l’inizio dell’età adulta, può lasciare segni profondi. Nonostante i progressi che ha fatto, è del tutto normale che la mancanza di suo padre continui a farle provare un senso di frustrazione, e che il pensiero di eventi futuri in cui lui non sarà presente riemerga di tanto in tanto. Il dolore legato alla perdita non scompare del tutto, anche quando ci sembra di averlo affrontato e superato.
Il fatto che senta questo malessere non significa che lei stia "tornando indietro", ma potrebbe indicare che ci sono aspetti della sua sofferenza che continuano a richiedere attenzione. Il lutto, specialmente quando coinvolge una persona tanto vicina come un genitore, è un processo che evolve con il tempo, e ogni nuova fase della vita può riaprire ferite o far emergere nuove emozioni che prima non erano così evidenti. Perciò non deve sentirsi in colpa o in difetto nel tornare a parlare di questo con la sua psicologa.
Il fatto che provi a evitare di riportare questo malessere in terapia potrebbe indicare che una parte di lei teme di apparire come "ferma" su questo punto, quando in realtà affrontare nuovamente queste emozioni non significa affatto tornare indietro. Al contrario, potrebbe essere un'opportunità per esplorare nuove sfaccettature di ciò che prova, per approfondire come la perdita di suo padre si intreccia con i suoi progetti di vita futuri e le emozioni legate alla loro assenza.
La terapia è uno spazio sicuro proprio per questo: per tornare a toccare le questioni che ci fanno soffrire, anche se pensiamo di averle già affrontate. Non c’è un tempo limite per elaborare un lutto, e le emozioni che prova meritano di essere ascoltate e capite. Parlare con la sua psicologa del timore di "tornare indietro" potrebbe già essere un ottimo spunto per esplorare insieme il significato di queste nuove emozioni, senza che lei si senta giudicata o bloccata nel suo percorso di crescita.
Ritorni sui suoi passi, se sente che queste emozioni la tormentano ancora, e si dia il permesso di affrontare il dolore e la frustrazione che sente. Ha già fatto tanta strada, e questo non è un passo indietro, ma parte del cammino verso una guarigione sempre più profonda e consapevole.
Se dovesse avere bisogno di ulteriori consigli o di una consulenza resto a disposizione. Augurandole di superare al più presto questo momento di difficoltà le porgo cordiali saluti.
Dott. Luca Vocino
Il fatto che senta questo malessere non significa che lei stia "tornando indietro", ma potrebbe indicare che ci sono aspetti della sua sofferenza che continuano a richiedere attenzione. Il lutto, specialmente quando coinvolge una persona tanto vicina come un genitore, è un processo che evolve con il tempo, e ogni nuova fase della vita può riaprire ferite o far emergere nuove emozioni che prima non erano così evidenti. Perciò non deve sentirsi in colpa o in difetto nel tornare a parlare di questo con la sua psicologa.
Il fatto che provi a evitare di riportare questo malessere in terapia potrebbe indicare che una parte di lei teme di apparire come "ferma" su questo punto, quando in realtà affrontare nuovamente queste emozioni non significa affatto tornare indietro. Al contrario, potrebbe essere un'opportunità per esplorare nuove sfaccettature di ciò che prova, per approfondire come la perdita di suo padre si intreccia con i suoi progetti di vita futuri e le emozioni legate alla loro assenza.
La terapia è uno spazio sicuro proprio per questo: per tornare a toccare le questioni che ci fanno soffrire, anche se pensiamo di averle già affrontate. Non c’è un tempo limite per elaborare un lutto, e le emozioni che prova meritano di essere ascoltate e capite. Parlare con la sua psicologa del timore di "tornare indietro" potrebbe già essere un ottimo spunto per esplorare insieme il significato di queste nuove emozioni, senza che lei si senta giudicata o bloccata nel suo percorso di crescita.
Ritorni sui suoi passi, se sente che queste emozioni la tormentano ancora, e si dia il permesso di affrontare il dolore e la frustrazione che sente. Ha già fatto tanta strada, e questo non è un passo indietro, ma parte del cammino verso una guarigione sempre più profonda e consapevole.
Se dovesse avere bisogno di ulteriori consigli o di una consulenza resto a disposizione. Augurandole di superare al più presto questo momento di difficoltà le porgo cordiali saluti.
Dott. Luca Vocino
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Buongiorno
Consideri che per la sua terapeuta è molto importante sapere quello che lei sta provando in questo periodo, qualunque cosa sia. Il vostro lavoro diventa più utile se lei in primis accetta e valida le sue emozioni e preoccupazioni, e le comunica alla sua terapeuta.
Consideri che per la sua terapeuta è molto importante sapere quello che lei sta provando in questo periodo, qualunque cosa sia. Il vostro lavoro diventa più utile se lei in primis accetta e valida le sue emozioni e preoccupazioni, e le comunica alla sua terapeuta.
Il cammino di crescita è fatto di passi avanti e passi indietro.
Le suggerisco di condividere con la sua terapeuta non solo i suoi sentimenti ma anche la paura di portarli in seduta, oltre al dubbio circa i progressi fatti in terapia.
Per qualsiasi cosa, resto a disposizione
Le suggerisco di condividere con la sua terapeuta non solo i suoi sentimenti ma anche la paura di portarli in seduta, oltre al dubbio circa i progressi fatti in terapia.
Per qualsiasi cosa, resto a disposizione
Gentile, grazie per avere condiviso la sua esperienza. La perdita di una persona cara non rappresenta mai un andamento di guarigione regolare e porta sempre con sè delle proiezioni future su quelli che sarebbero potuti essere degli eventi di vita significativi, con accanto quella persona. Per questa ragione, per quanto possa essere un tema già molto trattato all'interno della sua terapia, non c'è motivo per non tornare a parlarne. Vedrà che la sua terapeuta sarà ben felice di accogliere questo suo malessere, per comprendere come ancora si attivi. Anche la terapia di per sè non ha una traiettoria lineare e sempre definita; non si autoimponga delle aspettative sui suoi vissuti e i suoi sentimenti. Ogni percorso è unico e come tale merita il giusto spazio di condivisione con chi è disposto ad aiutarla.
In bocca al lupo per il suo percorso. Dott.ssa Desirèe Pesce
In bocca al lupo per il suo percorso. Dott.ssa Desirèe Pesce
Salve. È comprensibile sentirsi frustrati e in conflitto rispetto al proprio percorso di elaborazione del lutto. La perdita di una figura così importante come un genitore segna profondamente le tappe significative della vita, e la sua assenza in momenti come la laurea, il matrimonio o la maternità è una realtà dolorosa con cui fare i conti. È importante ricordare che il lutto è un processo complesso e non lineare; è perfettamente normale avere momenti in cui si avverte il bisogno di rivisitare il dolore e le emozioni legate a quella perdita, anche dopo aver fatto progressi.
Ritornare a parlare con la sua psicologa di questi sentimenti non significa necessariamente tornare indietro, ma piuttosto può rappresentare un'opportunità per integrare e rielaborare il dolore in un contesto di crescita. La sua psicologa è lì per supportarla, non per giudicarla, e discutere di ciò che prova potrebbe aiutarla a capire meglio come queste emozioni influenzano la sua vita attuale e futura.
La frustrazione che prova può anche derivare dalla pressione di dover "andare avanti" o "essere forte". Permettersi di esprimere la tristezza e il dolore può essere liberatorio e può portare a una maggiore comprensione di sé stessa e del suo percorso di vita. Potrebbe considerare di parlarne con la sua psicologa in modo aperto, esprimendo le sue preoccupazioni riguardo al fatto di "tornare indietro". Potrebbe scoprire che c'è spazio per affrontare nuovamente il suo dolore in modo che possa vivere i momenti futuri con maggiore serenità, onorando al contempo la memoria di suo padre.
Le auguro il meglio nel suo percorso e sono qui se desidera continuare a parlarne.
Dott.ssa Camilla Persico
Ritornare a parlare con la sua psicologa di questi sentimenti non significa necessariamente tornare indietro, ma piuttosto può rappresentare un'opportunità per integrare e rielaborare il dolore in un contesto di crescita. La sua psicologa è lì per supportarla, non per giudicarla, e discutere di ciò che prova potrebbe aiutarla a capire meglio come queste emozioni influenzano la sua vita attuale e futura.
La frustrazione che prova può anche derivare dalla pressione di dover "andare avanti" o "essere forte". Permettersi di esprimere la tristezza e il dolore può essere liberatorio e può portare a una maggiore comprensione di sé stessa e del suo percorso di vita. Potrebbe considerare di parlarne con la sua psicologa in modo aperto, esprimendo le sue preoccupazioni riguardo al fatto di "tornare indietro". Potrebbe scoprire che c'è spazio per affrontare nuovamente il suo dolore in modo che possa vivere i momenti futuri con maggiore serenità, onorando al contempo la memoria di suo padre.
Le auguro il meglio nel suo percorso e sono qui se desidera continuare a parlarne.
Dott.ssa Camilla Persico
Gentile utente, la ringrazio della sua condivisione e mi dispiace molto della situazione che sta attraversando.
Perdere una persona così importante è molto doloroso e spesso non si supera tutto subito, quindi se sente l'esigenza di tornare a parlare di questo con la sua psicologa, lo faccia anche raccontando quello che ha detto qui...che pensa che si stia lamentando, che le sembra di fare passi indietro, che prova frustrazione e fastidio. Magari scoprirà cose nuove e capirà come mai nonostante il percorso che ha fatto è riemerso.
Un caro saluto
Elisabetta
Perdere una persona così importante è molto doloroso e spesso non si supera tutto subito, quindi se sente l'esigenza di tornare a parlare di questo con la sua psicologa, lo faccia anche raccontando quello che ha detto qui...che pensa che si stia lamentando, che le sembra di fare passi indietro, che prova frustrazione e fastidio. Magari scoprirà cose nuove e capirà come mai nonostante il percorso che ha fatto è riemerso.
Un caro saluto
Elisabetta
Salve.
Prima di tutto, voglio dirti che il tuo desiderio di condividere le tue emozioni è un segno di forza e consapevolezza.
È importante riconoscere che il lutto è un processo complesso e non lineare. Anche quando sentiamo di aver fatto dei progressi, ci possono essere momenti in cui il dolore riemerge, in particolare in occasioni significative come la laurea o altri eventi importanti della vita.
La frustrazione che provi è completamente comprensibile. La tua vita sta evolvendo e, nonostante i tuoi successi e i progressi che hai fatto, la mancanza di tuo padre può sembrare ancora un vuoto incolmabile. È normale sentirsi in conflitto tra la gratitudine per i passi avanti compiuti e il dolore per la perdita.
Non c’è nulla di sbagliato nel tornare a parlare del tuo lutto con la tua psicologa. Anzi, può essere estremamente utile.
È possibile che ci siano aspetti delle tue emozioni e della tua esperienza di lutto che non hai esplorato completamente e che meritano attenzione. Ricorda che ogni volta che torni su un tema del genere, puoi anche scoprire nuove sfumature del tuo processo di elaborazione, e la tua psicologa sarà lì per supportarti.
Puoi avvicinarti a questo tema con la tua dottoressa aprendo una conversazione onesta su ciò che senti. Potresti dire qualcosa del tipo: "Sento di aver fatto dei progressi, ma ci sono ancora momenti in cui mi sento frustrata per la mancanza di mio padre e vorrei discutere di questi sentimenti". Questo può permetterti di mantenere un dialogo aperto e costruttivo.
Non dimenticare che il tuo percorso non è lineare e che va bene avere momenti di vulnerabilità. Parlarne non significa tornare indietro, ma piuttosto continuare a crescere e trovare nuovi modi per integrare il tuo dolore nella tua vita.
Sei più forte di quanto pensi, e affrontare questi sentimenti è parte della tua crescita.
Rimango a completa disposizione. Un caloroso saluto.
Dott. Michele Basigli
Prima di tutto, voglio dirti che il tuo desiderio di condividere le tue emozioni è un segno di forza e consapevolezza.
È importante riconoscere che il lutto è un processo complesso e non lineare. Anche quando sentiamo di aver fatto dei progressi, ci possono essere momenti in cui il dolore riemerge, in particolare in occasioni significative come la laurea o altri eventi importanti della vita.
La frustrazione che provi è completamente comprensibile. La tua vita sta evolvendo e, nonostante i tuoi successi e i progressi che hai fatto, la mancanza di tuo padre può sembrare ancora un vuoto incolmabile. È normale sentirsi in conflitto tra la gratitudine per i passi avanti compiuti e il dolore per la perdita.
Non c’è nulla di sbagliato nel tornare a parlare del tuo lutto con la tua psicologa. Anzi, può essere estremamente utile.
È possibile che ci siano aspetti delle tue emozioni e della tua esperienza di lutto che non hai esplorato completamente e che meritano attenzione. Ricorda che ogni volta che torni su un tema del genere, puoi anche scoprire nuove sfumature del tuo processo di elaborazione, e la tua psicologa sarà lì per supportarti.
Puoi avvicinarti a questo tema con la tua dottoressa aprendo una conversazione onesta su ciò che senti. Potresti dire qualcosa del tipo: "Sento di aver fatto dei progressi, ma ci sono ancora momenti in cui mi sento frustrata per la mancanza di mio padre e vorrei discutere di questi sentimenti". Questo può permetterti di mantenere un dialogo aperto e costruttivo.
Non dimenticare che il tuo percorso non è lineare e che va bene avere momenti di vulnerabilità. Parlarne non significa tornare indietro, ma piuttosto continuare a crescere e trovare nuovi modi per integrare il tuo dolore nella tua vita.
Sei più forte di quanto pensi, e affrontare questi sentimenti è parte della tua crescita.
Rimango a completa disposizione. Un caloroso saluto.
Dott. Michele Basigli
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