sono una ragazza che da 1 anno va avanti con problemi con il cibo, prima c’erano abbuffate seguite d

19 risposte
sono una ragazza che da 1 anno va avanti con problemi con il cibo, prima c’erano abbuffate seguite da vomito, ma ora non succede più ho come paura del cibo cerco di limitare i pasti e di mangiare meno calorie possibili. quando ceno per esempio dopo vado a vomitare ma non so cosa possa essere questo. non ho il coraggio di chiedere aiuto e i miei genitori non mi capiscono anche se ho provato a parlarci
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo quanto possa essere difficile convivere con questa situazione riportata. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

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Gentile utente, da ciò che descrivi credo sia molto importante rivolgersi a un professionista, comprendo benissimo le tue paure e mi dispiace che nei tuoi genitori non riesca a trovare comprensione e supporto. Ti invito, tuttavia, a rivolgerti comunque a qualcuno di cui ti fidi: un amico, un insegnante, una figura di riferimento che possa supportarti nella richiesta di aiuto. E' una situazione da non sottovalutare, io sono a disposizione anche online, se serve.
Un caro saluto
Dott.ssa Erika Antonucci
Buongiorno, quello che lei descrive è un disturbo del comportamento alimentare a tutti gli effetti, con condotte restrittive alternate a condotte eliminatorie. Andrebbe valutata, in base alla frequenza e all'intensità di questi episodi, una diagnosi più precisa. Non si tratta di problematiche da sottovalutare, perché incidono pesantemente sulla qualità della vita della persona, rendendola triste, stanca, imbarazzata e ritirata socialmente, ma anche perché sono molto pericolose sul piano medico, in special modo il vomito auto-indotto. Quasi tutti tentano in un primo momento di farcela da soli e uscirne senza nessun tipo di aiuto professionale: ne comprendo bene le ragioni, che sono molteplici e vanno rispettate, tuttavia questo è l'errore più grave che si possa fare, purtroppo, in quanto queste patologie tendono a diventare più gravi e invalidanti man mano che il tempo passa. Le suggerisco di cominciare a rivolgersi ad uno psicologo che sia esperto in disturbi alimentari e di partire con il parlare di sé, per iniziare a comprendere le ragioni sottostanti che hanno fatto nascere e mantengono nel tempo questo grandissimo senso di sofferenza. Io sono disponibile e mi occupo di queste problematiche.
Le auguro tanto bene.
Cordialmente,
Dott.ssa Bagnoli
Buon pomeriggio gentilissima utente, sarebbe molto utile per lei richiedere un aiuto professionale, che l'aiuti a dare un nome al suo disagio e poi a comprenderne i meccanismi sottostanti. Inoltre provi a condividere, di nuovo, le sue ansie e preoccupazioni con i suoi genitori che potranno sostenerla nel cammino della psicoterapia. Per qualsiasi dubbio o curiosità può contattarci di nuovo.
Un forte abbraccio
Gentile utente, mi dispiace molto per la situazione che descrive e per le preoccupazioni e il disagio che le provoca. E' un peccato che non si senta capita dai suoi genitori, perché sarebbe importante davvero riuscire a chiedere aiuto e loro sarebbero potuti essere un valido supporto nell'aiutarla a farlo. Non ha mai pensato di iniziare chiedendo una consulenza online? Potrebbe essere un modo più discreto per iniziare ad esporsi e ad affrontare la situazione. Diversamente, riprovi a parlarne con i suoi, o con qualcuno di caro. Rimango a disposizione. Un caro saluto
Buonasera, ciò che riferisce sicuramente merita uno spazio di ascolto da parte di un professionista.
Se ha la possibilità, provi a condividere questo suo vissuto con un adulto significativo che possa sostenerla nel comunicare ai suoi genitori il suo urgente bisogno di ascolto e aiuto professionale.
In alternativa, si rivolga anche ad un professionista il quale può supportarla nel condividere e aiutare i suoi genitori a comprendere la difficile situazione che sta vivendo. Questo perchè immagino quanto possa esserle utile sentire di avere il sostegno affettivo da parte dei genitori nel suo eventuale percorso di cura.
In alternativa ci sono centri specializzati in Disturbi del Comportamento Alimentare.
Quando si soffre di Disturbi alimentari è spesso consigliata la presa in carico anche della famiglia, facendo un percorso in parallelo a quello psicoterapeutico della persona che ne soffre. Questo per sostenere la rete affettiva di riferimento, anche attraverso la psicoeducazione al fine di favorire la consapevolezza dei familiari rispetto al disturbo alimentare e supportarli affinché possano imparare a starle vicino in modo efficace nell'affrontare questa sofferenza.
Rimango a sua disposizione, anche online.
Un caro saluto. Dott.ssa Martina Orzi.
Carissima
Da ciò che racconta si potrebbe ipotizzare un disturbo del comportamento alimentare.
Comprendo tutta la sua sofferenza e per quanto lei abbia provato a parlarne ai suoi genitori dovrebbe forse cercare l’aiuto di un professionista della salute che potrebbe sostenerla in questo momento di difficoltà per comprendere anche quelle che sono le ragioni più profonde del suo malessere.
Rimango a sua disposizione anche on line.
Un caro saluto
Dott.ssa Claudia Margutti

Carissima, scrivendo qui è già un piccolo passo per chiedere aiuto. È sulla strada giusta perchè è consapevole e vorrebbe farsi aiutare. Capisco il loop in cui si trova e che non vuole dare ulteriore preoccupazione ai suoi genitori, in più si sente incompresa nel momento in cui loro non prendono seriamente la cosa. Ovviamente dipende dalla sua età (non so se è maggiorenne) e dalla sua disponibilità economica. Le consiglio indubbiamente di intraprendere un percorso psicologico accompagnato da un nutrizionista. Non so da quale città scrive, ma ci sono sicuramente centri specializzati anche convenzionati per giovani come lei che hanno questo tipo di relazione con il cibo. Le auguro il meglio, cari saluti, Dott.ssa Roberta Evangelista
Salve,
Mi dispiace molto per la situazione che sta vivendo. Penso però che già questa è una richiesta di aiuto molto forte e non è facile chiedere aiuto, nemmeno qui. Il cibo è un simbolo di qualcosa che è più profondo, più suo. Bisogna capire cosa le vuole dire la vita, e quale "cibo" (psichico) vuole mangiare, quale no.
Ritengo che un professionista può darle una mano in tal senso, per poi osservare insieme cosa si può fare e come chiedere aiuto anche alla famiglia.
Se vuole ci sono anche online.
Dott. Salvucci Matteo
Buongiorno utente, da come ha descritto lei soffre di disturbi alimentari. So che può essere difficile chiedere aiuto, ma nel suo caso le consiglierei di rivolgersi ad uno specialista che si occupa di questo tipo di problemi. Non deve aver paura, si tratta della sua salute sia fisica che mentale. Provi a parlarne ancora con i suoi genitori, spiegando loro come si sente quando mangia e quando ha finito di mangiare. Provi ad analizzare le sue emozioni e i pensieri che scatenano le sue abbuffate e le sue condotte di eliminazione (vomito).
Cordiali saluti, dott.ssa Kravos Kerol
Ciao,

Mi dispiace sentire che stai attraversando un periodo difficile, soprattutto riguardo il tuo rapporto con il cibo. Da quello che descrivi, sembra che tu stia sperimentando delle difficoltà che possono essere associate a disturbi dell'alimentazione. Questi disturbi possono manifestarsi in modi diversi e possono avere un impatto significativo sulla salute fisica e mentale.

Comprendo quanto possa essere difficile parlare di questi problemi, soprattutto se senti di non essere compresa da chi ti sta attorno. Però, è importante che tu sappia che non sei sola in questo e che ci sono professionisti specializzati che possono aiutarti a capire e gestire meglio queste dinamiche.

Il primo passo può essere trovare qualcuno di fiducia con cui condividere le tue preoccupazioni e le tue sensazioni. Può essere un amico, un insegnante, o un medico di famiglia. Questa persona potrebbe aiutarti a trovare il supporto di uno specialista, come uno psicoterapeuta o un nutrizionista, che possa accompagnarti nel tuo percorso di guarigione.

Ti invito a prendere in considerazione la possibilità di cercare aiuto professionale. Le tue emozioni e le tue preoccupazioni sono valide, e tu meriti di ricevere il supporto e le cure di cui hai bisogno.

Sei una persona forte per aver condiviso qui la tua storia. Non esitare a chiedere aiuto quando ne senti la necessità.

Ti mando un forte abbraccio,
Ilaria.
Devi trovare il modo di chiedere aiuto ad un professionista! Parlane con i tuoi genitori, o con un amico o amica, con il medico di base, con qualcuno che possa aiutarti a trovare un professionista specializzato in disturbi alimentari. Non si capisce se tua sia maggiorenne o meno ma ci sono diverse strutture a cui puoi rivolgerti e che possono aiutarti. Non rimanere in silenzio: già scrivendo qui hai fatto un passo importante, ora fai quello decisivo per risolvere il tuo problema. Puoi tornare a stare bene, ma DEVI FARTI AIUTARE! Un saluto!
Buongiorno
Prima di tutto vorrei dire che stai dimostrando forza nel fare questo primo passo. Infatti, stai prendendo atto che c'è qualcosa che ti fa stare male e stai iniziando a chiedere aiuto, questa è una cosa molto difficile, ma molto importante.
Da quello che stai descrivendo (anche se non si può fare diagnosi online) mi sembra che il tuo problema riguardi un disturbo dell'alimentazione. E' un problema per cui serve il supporto di uno specialista, perchè non riguarda mai solamente il cibo.
E' il segnale di una sofferenza che sta cercando di uscire in qualche modo, possiamo dire che il tuo corpo e la tua mente stanno cercando di farti capire che ci sono delle cose che non vanno.
Immagino che la situazione con i genitori sia difficile per te , mi spiace. Ti consiglierei di provare a fargli leggere le risposte che sono state date in questo forum, forse così capiranno meglio la situazione. A volte anche per i genitori è difficile prendere atto che loro figlio/a stia male, perchè si sentono di aver sbagliato qualcosa, come se fosse colpa loro. Tuttavia, sentendo la tua storia ed eventualmente leggendo le opinioni degli specialisti forse decideranno di prendere atto della situazione. Il loro consenso al trattamento è importante se sei minorenne.
I migliori auguri per tutto, se ne volessi parlare sai dove trovarmi.
Carissima utente, buongiorno.
Il rapporto che noi instauriamo con il cibo rappresenta come noi stiamo emozionalmente e anche che tipo di rapporti abbiamo con persone esterne a noi ( genitori e o amici). Da quanto presenta questi sintomi ? Perché da come ha scritto sembra che abbia passato un periodo riconducibile alla bulimia e adesso tende alla restrizione alimentare, quindi riconducibile all’anoressia.
Parli seriamente con i suoi genitori e cerchi di far capire che prova tantissimo disagio e dolore. Credo che necessiti di un consulto e di un eventuale somministrazione di test specifici per i DCA.
Io sono specializzata e sono a disposizione
Cordialmente
Dott.ssa Silvia Marcelletti
Ciao cara utente, ti ringrazio per la tua condivisione e mi dispiace per quello che stai passando. Quanti anni hai? Se il problema sono le risorse economiche per sostenere il percorso poiché non vuoi condividere con i tuoi genitori quello che stai attraversando, puoi rivolgerti al consultorio della tua zona.
In ogni caso, i disturbi alimentari vanno assolutamente trattati e dunque ti consiglio in ogni caso di intraprendere un percorso di psicoterapia, anche a costo di doverlo comunicare ai tuoi genitori.
Per qualsiasi dubbio o domanda rimango a disposizione, ti auguro una buona giornata
Dott.ssa Beatrice Taveggia
Gentile Utente,
mi dispiace molto per la difficile situazione che si trova ad affrontare. La decisione di condividere la sua storia è un segno di grande coraggio. I sintomi che descrive potrebbero essere associati ad un disturbo dell'alimentazione. Un passo importante potrebbe essere quello di condividere le sue preoccupazioni con una persona di fiducia (es. un amico/a, un parente, un insegnante, il suo medico di base). Questa persona potrebbe aiutarla a individuare uno specialista adeguato, come uno psicologo o uno psicoterapeuta specializzato in disturbi alimentari, o un nutrizionista.
Inoltre, potrebbe essere utile considerare il consultorio familiare della sua zona come una possibile risorsa. Questi servizi spesso offrono supporto professionale a tariffe calmierate.
Spero sinceramente che lei possa trovare il supporto e l’aiuto di cui ha bisogno per affrontare questa situazione in modo efficace.
Rimango a disposizione per qualsiasi chiarimento.
Un caro saluto.

Dott.ssa Valeria Venturini
Caro Utente, innanzitutto vorrei ringraziarla per aver condiviso con noi la sua storia e la sua sofferenza. Quando si tratta di questioni, argomenti psicologici (che si tratti di rapporti sociali, disagi personali, o dei disturbi, autostima, motivazione etc..) dare risposte con così poche informazioni su di una piattaforma web, è difficile. Ognuno di noi è diverso e per comprenderlo fino in fondo bisogna ascoltarlo attentamente e porre le giuste domande.
Detto questo, le consiglio di rivolgersi a uno psicologo con il quale riesca ad entrare in sintonia e intraprendere un percorso di sostegno o supporto psicologico così da poter indagare a fondo le sue emozioni, i suoi pensieri e il suo modo di percepire sé stesso e il mondo circostante. In questo modo è possibile raggiungere quel benessere che ognuno di noi si merita.
Rimango in attesa per eventuali chiarimenti.
Dott.ssa Linda Trogi
Mi dispiace sentire che stai lottando con un disturbo alimentare. È importante trovare il coraggio di chiedere aiuto. Parla con un professionista della salute mentale specializzato nei disturbi alimentari che possa offrirti il sostegno e il trattamento adeguato. Può essere utile coinvolgere i tuoi genitori e spiegare loro l'importanza di comprendere la tua situazione. Rimango a disposizione per ulteriori informazioni. Dott.ssa Francesca Gottofredi.
Ciao,
Mi dispiace molto che tu stia attraversando questo momento, e apprezzo il coraggio che hai dimostrato nel condividere ciò che stai vivendo. Da un punto di vista cognitivo-comportamentale, posso dirti che i comportamenti alimentari che descrivi, come l'abbuffarsi e poi il vomitare, così come il controllo restrittivo sull'alimentazione, possono essere associati a pensieri e convinzioni disfunzionali riguardo al cibo o meno, e al controllo. Questi pensieri possono alimentare ansia e sensi di colpa, portandoti a cercare di gestire il disagio attraverso questi comportamenti. Il ciclo che descrivi (paura del cibo, restrizione calorica e vomito dopo i pasti) può essere un modo per affrontare emozioni difficili, ansia o paura di perdere il controllo, ma alla lunga, rischia di rinforzare queste emozioni negative e mantenere un circolo vizioso. L'idea di "limitare i pasti" e il bisogno di controllo potrebbero essere legati a credenze distorte sul valore personale associato al corpo o all'alimentazione. La strada da seguire è proprio quella di lavorare su questi pensieri disfunzionali, individuando i tuoi pensieri disfunzionali e ristrutturandoli in modo più realistico e funzionale. Inoltre, è importante imparare nuove modalità per affrontare le emozioni negative, senza dover ricorrere al controllo del cibo o al vomito. Capisco che possa essere difficile chiedere aiuto, soprattutto se senti che i tuoi genitori non riescono a comprendere appieno ciò che stai vivendo. Chiedere supporto è un passo fondamentale per rompere questo ciclo. Puoi pensare di rivolgerti a un professionista, come uno psicologo specializzato in disturbi alimentari, che può offrirti uno spazio sicuro e non giudicante per affrontare questi pensieri e comportamenti. Il cambiamento è possibile, e non devi affrontare tutto da sola. L'aiuto è a portata di mano, e il primo passo può essere proprio quello di cercare un sostegno esterno, che potrebbe aiutarti a comprendere meglio ciò che stai vivendo e a trovare nuove strategie per affrontarlo. Dott. Andrea Boggero

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