Sono una mamma distrutta a causa del problema che ho creato a mio figlio,da piccolo non è sceso il t

16 risposte
Sono una mamma distrutta a causa del problema che ho creato a mio figlio,da piccolo non è sceso il testicolo destro ed io non mi sono mai accorta ,solo a 15anni lui me lo ha detto si e operato per mettere la protesi ma a causa di un infezione gli è stata rimossa io piango notte e giorno e lui e' sempre triste ora proveremo di nuovo con uno specialista ma fino a quel momento io vivo solo di angoscia come devo fare per risollevare mio figlio che grazie a Dio e fecondo e può procrea perché fecondo con laltro testicolo sano .ditemi le parole giuste da dirgli per fsrgli riacquistare fiducia perché si vergogna con l'approccio con la ragazza che ha lasciato lui.
Buongiorno signora, comprendo il suo dolore e la sua preoccupazione ma provi a ricordare a se stessa che non è possibile prevedere tutto e avere sempre ogni cosa sotto il nostro controllo (anche se si tratta dei propri figli). Quello che è successo a suo figlio quindi non dipende da lei, anche se le viene da incolparsi per non essersi accorta di nulla quando era ancora piccolo.
Mi verrebbe anche da dire che non può occuparsi lei di tutta la sofferenza di suo figlio; può stargli vicino certo, ma è importante riconoscere quando c’è bisogno di un aiuto esterno. Per questo la invito a riflettere se sia il caso di rivolgervi a un* psicolog* per potervi supportare in questo momento delicato. Spero di essere le stata utile, un caro saluto

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Cara signora, sono cose che succedono e tra l'altro se ne sarebbe dovuto accorgere il pediatra quando lo visitava da piccolo. Ma ormai è successo, prendersi le colpe non serve a niente, anzi peggiora la situazione. Suo foglio è giovanissimo, ha comunque un testicolo che gli permetterà di procreare. Guardi i fatti positivi e concreti. Si scuota da questa disperazione che fa male anche a suo figlio. Suo figlio sta bene, questo è importante. Se lei sarà serena e positiva vicino a lui, anche lui potrà sdrammatizzare e dedicarsi alla sua vita. Ricordi, i sensi di colpa non servono a niente di buono. Ipotizziamo degli scenari: lei riesce a riprendersi, magari anche distraendosi e vedendo amiche, continua ad osservare suo figlio e vede come sta. Se anche lui si è ripreso e fa una vita normale, ok. Se lei non si riprende, consulti uno psicoterapeuta e si faccia aiutare a superare questa situazione della quale è solo parzialmente responsabile. Non se la tiri dietro tutta la vita. é passata e suo figlio sta bene. Questo conta. La saluto cordialmente, se ha bisogno sono a sua disposizione, dott.ssa Silvia Ragni
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Cara mamma, incolparsi della problematica di suo figlio è un vicolo cieco. Quando si è accorta del problema si è subito attivata e mi pare dal suo racconto faccia il possibile per aiutare suo figlio, questo è ciò che conta veramente. Comprendo il disagio e anche la sofferenza di un ragazzo adolescente che affronta una questione che riguarda un presunto "difetto" del suo corpo. Potrebbe essere utile un supporto psicologico qualora lo vedesse molto sofferente in merito. Avere un supporto "esterno" può essere utile proprio perché è uno spazio neutro dove potersi aprire senza imbarazzi o paure (cosa che con i genitori proprio per il vincolo affettivo può essere più difficile).
Inoltre se la sua disperazione è invalidante e permane cerchi anche lei un supporto per capire come mai si ritiene responsabile a tal punto.
Resto a disposizione.
Dott.ssa Camilla Ballerini
Salve signora, i sensi di colpa sono un aspetto della nostra personalità che aimè crea molto malessere e che bisogna confinare affinchè non prendano il sopravvento sul nostro benessere. Più che cosa dire a suo figlio ritengo sia importante lavorare in psicoterapia per alleggerirsi da questo senso di colpa e acquisire le giuste forze per stare nel presente e allora le risposte da dare a suo figlio saranno pienamente spontanee e già dentro di se.
Un augurio per il suo percorso
dr Povolo
Buonasera signora, vorrei provare a risponderle come psicologa, come madre e anche come figlia. Lei non si accorse del problema, e nemmeno il pediatra se ne accorse (come giustamente ricorda un collega in una precedente risposta). Questa serie di coincidenze io la chiamo Destino. ciascuno di noi ne ha uno, cioè ciascuno di noi troverà nella sua vita sfide e difficoltà da superare, oltre alle cose belle e facili. Per una madre è difficile accettare il destino dei propri figli, ma non lasci che la sua preoccupazione le impedisca di essere felice con suo figlio. In questo momento, a quanto scrive, suo figlio ha bisogno di essere sostenuto, ma questo bisogno dipende solo in parte dal problema fisico. Anche se non conosco l'età di suo figlio, lui sta affrontando la sfida di diventare un adulto sicuro di sé, si sta confrontando con la sua identità, con i suoi pregi e con i suoi difetti. Anche senza quel problema avrebbe affrontato le stesse tematiche, anche senza quel guaio avrebbe sofferto per amore..
Gli dica che lui non è il suo problema, lui ha avuto un problema e moltissime persone ne hanno uno, ma sono degne di essere amate. Se lui non si sente amabile, se sente di essere disprezzabile, ciò dipende pochissimo dal piccolo guaio fisico (e mi perdoni se mi permetto di definirlo piccolo, so bene che per lui è un guaio grande), perciò credo che la cosa migliore per lui sarebbe poter parlare con un collega che supporti lui e possa liberare lei da questo peso che si porta nel cuore.
Accettare il destino di un figlio non significa lasciarlo solo. Significa piuttosto saper tenere una lucina accesa quando lui è nel buio. E suggerirgli dove andare per ritrovare la propria luce interiore.
Saluti
Buonasera, intanto mi sento di tranquillizzarla, lei non ha creato nessun problema, se un testicolo non scende è per vari motivi e non è detto che un genitore abbia le competenze per capire cosa sta succedendo, peraltro compito del pediatra che vede il bambino nelle visite periodiche.
Quanto a suo figlio, è opportuno che segua un percorso di psicoterapia per comprendere meglio le sue paure e poter cosi iniziare una normale vita sessuale.
Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Buongiorno, percepisco la sofferenza che sta vivendo per suo figlio. Ciò che posso notare da quanto scritto sono intense emozioni di tristezza e dolore per suo figlio, legittime e provenienti da una madre amorevole; tuttavia percepisco anche del senso di colpa da parte sua, come se dentro di sè si ritenesse responsabile del problema di suo figlio, quando in realtà non è così. Le emozioni sono parte di noi, ma quando troppo intense possono portare ad interpretare i pensieri in maniera scorretta. Ritengo che ci sia bisogno di un lavoro di elaborazione e gestione delle emozioni, di ristrutturazione cognitiva e di rimodulazione di sistemi di credenze e pensieri intrusivi negativi, al fine di trovare un equilibrio sano dentro di lei. Può essere necessario un intervento terapeutico per suo figlio, riguardante consapevolezza e accettazione di sè, ristrutturando una rappresentazione di sè e del mondo sana, senza sentirsi "diverso", riacquistando potere e controllo della sua vita, anche lui per vivere serenamente senza sentirsi "diverso".
Se ha bisogno, resto a disposizione.
Un caro saluto,
Dott.ssa Chiara Lo Re
Psicologa Psicoterapeuta
Torino e Asti
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Salve,
grazie per aver portato questo quesito. Dato quanto scrive sarebbe utile uno spazio Suo per poter dare una differente prospettiva al senso di responsabilità che pare vivere e uno per il figlio in modo da indagare e lavorare sul suo di vissuto rispetto alla situazione in essere.
Buon pomeriggio
Gentile signora,
il ruolo di genitore può essere molto fragile e impreparato soprattutto se emergono problematiche che non conosciamo affatto e che di fatto sono fuori dalle nostra competenze e possibilità . Essere genitori non significa saper fare tutto ciò che serve nel processo evolutivo dei nostri figli ma semplicemente sostenerli e accoglierli, stare al loro fianco sempre e lottare insieme quando è necessario.
Rivaluti la sua posizione e prenda tutte le sue energie per fare la sua parte e sia serena che suo figlio sentirà tutto il bene che prova per lui.
Cordiali saluti
Dott.ssa Aida Faraone
Cara signora,
si percepisce molto l' angoscia dalle sue parole, posso solo immaginare come questo possa provocarle sofferenza. È significativo come esordisce nel suo messaggio infatti, dicendo che ha provocato lei il problema a suo figlio. Si sente la responsabilità che prova ed è necessario ridimensionare questa sensazione per il suo benessere psicologico, in quanto non ha oggettivamente nessuna colpa in merito. Per questo motivo le suggerisco di intraprendere un percorso psicologico che possa supportarla in questo periodo. In merito a suo figlio probabilmente il più grande aiuto che può dargli in questo momento è di proporre anche a lui di intraprendere un percorso psicologico, in modo tale che lei possa starle vicino come mamma e che un professionista possa prendersi, invece, cura del suo disagio.
Le auguro una buona giornata
Gentile utente, credo che la prima cosa da dirle è che lei non ha creato nessun problema. Certo ci sono state delle complessità nella vita di suo figlio. Ma lei non è un medico, ne il pediatra di suo figlio. Ha fatto quello che riteneva giusto in quel momento. La colpa è un sentimento normale, ma lei non voleva fare del male a suo figlio quindi, provi a perdonarsi. Inoltre non c'è la fra perfetta da dire ad un figlio. Le sti vicino nel qui ed ora. Lo accompagni in questo processo della sua vita. Esserci alle volte è l'unica cosa che possiamo fare per qualcuno che amiamo che sta soffrendo. Potreste inoltre affrontare dei percorsi psicologici individuali. Rimango a sua disposizione Dott.ssa Alessia D'Angelo
gentile signora l'intensità delle relazioni non dipende dai genitali esterni, ne parli con suo figlio, si lasci un tempo per sè e per voi due per approfondire il tema dell'amore e della sessualità
A disposizione
Dott.ssa Sara vignali
Buongiorno! Tranquillizzarla, toglierle il senso di colpa e la preoccupazione che sta provando non è possibile tramite una risposta: ha bisogno di rivolgersi ad uno specialista che l'aiuterà ad affrontare questi vissuti. La serenità che acquisirà sarà sicuramente d'aiuto a suo figlio, insieme ad un lavoro psicologico, se lui non riuscisse a superare da solo la situazione che sta vivendo
Cara mamma,
comprendo il disagio suo e di suo figlio, ma davvero è importante guardare con più serenità le cose perché non è una situazione irrisolvibile, anzi, per quel che riguarda la possibilità di procreare, non vi sono problemi.
Forse ora suo figlio è in difficoltà perché deve accettare e superare la situazione a livello psicologico .
Un aiuto con qualche colloquio psicologico con un professionista può essere di supporto per elaborare i vissuti di imbarazzo, vergogna, anche accentuati dall'età adolescenziale.
Un caro saluto.
dott.ssa Monia Battarra
Cara signora, comprendo il suo rammarico e il senso di colpa, ma contemporaneamente la esorto a spostare la sua attenzione dai sensi di colpa ai fatti oggettivi. Suo figlio è sano, fertile ed è un ragazzo a cui mi pare sia stato dato amore ed attenzioni, non pensa che questo sia grazie a lei che gli è stata vicina e lo ha accudito nei momenti di bisogno? Capisco la tristezza del ragazzo, ma la esorto a riflettere anche sul fatto che in adolescenza molti ragazzi hanno bisogno di maggiore supporto poiché patiscono emotivamente i loro cambiamenti fisici e devono ritrovarsi nella loro nuova immagine. Suo figlio ha bisogno di vedersi per quello che è: un figlio amato e in salute e non per quello che pensa di non avere (conosce la storia di Bebe Vio?). La lascio con una riflessione/provocazione: magari, in tutti questi cambiamenti di suo figlio, non è che è lei ad avere bisogno di un piccolo sostegno che le permetta una diversa ridefinizione del ruolo di madre poiché suo figlio non è più un bambino, ma sta diventando un uomo? L'abbraccio virtualmente e le auguro con tutto il cuore di trovare un pò di leggerezza.

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