Sono una donna di quasi cinquanta anni, il mio problema è che sono grassa, peso 100 chili per un met

34 risposte
Sono una donna di quasi cinquanta anni, il mio problema è che sono grassa, peso 100 chili per un metro e sessanta di altezza.
Tutte le diete sono state inutili e mi hanno fatto solo guadagnare altri chili.
L'ultimo dietologo mi ha consigliato di rivolgermi ad uno psicoterapeuta. Ma come mi può aiutare?
Non sono una dietista o nutrizionista, non mi addentro negli aspetti fisiologici della dieta, per i quali bisogna attenersi a ciò che dice lo specialista di questo campo.
La mia intenzione è quella di cercare di darle una risposta dal punto di vista della psioterapia. Il piacere che il cibo ci dà può coprire altri piaceri che in questo momento non stiamo vivendo a livello delle nostre relazioni affettive tanto da non avere una vita che ci piace e nella quale stare comodi.
La psicoterapia può aiutarla a prendere coscienza di com'é il mondo degi affetti che la circonda. Quindi poi decidere di cambiare i comportamenti, con le persone più significative della sua vita, con l'intenzione di approfondire, far crescere le relazioni perchè siano sufficientemente soddisfacenti e possano aumentare la qualità della sua vita.
Le auguro una buona vita.
Se ha bisogno mi contatti pure ho lo studio a Ferrara.

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Buonasera le posso dire per esperienza perché mi occupo proprio di questo ambito che il sostegno di uno psicoterapeuta può essere di grande aiuto nei casi come il suo. Innanzi tutto perché è necessaria una forte motivazione soprattutto nei casi in cui si sono susseguite molte diete senza successo. Inoltre il comportamento alimentare è fortemente consizionato dagli aspetti psicologici (basti pensare alla fame emotiva) e cognitivi(reazione del nostro cervello di fronte ad alcuni alimenti, preconcetti..)
Esistono protocolli specifici di psicoalimentazione perciò il consiglio del medico è adeguato. Se desidera altre informazioni non esiti a contattarmi. Cordiali saluti. Dott. Esposito Malara Grazia.
scusi, ha effettuato controlli endocrinologici?? che età ha?? da quanto ha iniziatoa prendere peso così tanto??
certo la psicoterpia aiuta a motivare e scoprire le cause e curare..però ci vorree un quqdro clinico completo e conoscere la suas toria. cordiali saluti. io lavoroa torino
Buonasera. Oltre a quanto segnalato dai colleghi, mi viene da dirle che nell'area dei disturbi alimentari il trattamento di maggior successo, da evidenze scientifiche , risulta essere quello integrato. Oltre a tutti gli aspetti emotivi e relazionali, infatti, esistono specifiche componenti metaboliche e organiche, per cui la collaborazione in tempo reale delle varie figure (a volte sono presenti psichiatra, dietologo, psicoterapeuta) è fondamentale. Se presente in zona provi a valutare un Centro per i disturbi del comportamento alimentare.
Salve, nella sua domanda sarebbe stato utile che lei ci avesse spiegato se lei è stata su di peso fin dall'infanzia o è sopraggiunto da adulta. Infatti se la sua obesità risale ai primi anni di vita è "obesità di sviluppo" invece se sopraggiunge in età adulta è "obesità reattiva" cioè un reazione a degli avvenimenti importanti e dolorosi avvenuti nella nostra vita come: lutti, perdita di lavoro, aborti, perdita della casa, divorzi, etc. Possiamo dire che questo tipo di obesità si può anche risolvere nel momento in cui viene elaborato il dolore, il trauma oppure quando l'avvenimento si risolve. Comunque questo disturbo alimentare è multifattoriale e multidisciplinare, serve l'aiuto di un insieme di professionisti dal medico internista, dietologo, psicoterapeuta e psichiatra una equipe che deve lavorare insieme. E' fallimentare sia per il paziente che per il dietologo, fare solo la dieta quando non è accompagnata da un lavoro psicologico su di sè, il sovrappeso è soltanto un sintomo dietro al suo eccessivo peso c'è un mondo di sofferenza che molti non riescono a vedere ma notano solo il suo peso. Lavoro da anni con pazienti con disturbi alimentari, sono di Roma se vuole mi può contattare anche on-line, cordiali saluti, dott. Eugenia Cardilli.
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Salve. le suggerisco di effettuare uno screening delle sue condizioni mediche generali. In seconda battuta valutare la sua storia "dietologica" con uno psicoterapeuta. a volte dietro una modifica cosi' profonda del peso possono coesistere problematiche personali profonde. Cordiali Saluti
Una canzone famosa parla della donna cannone, come di una delicata fanciulla prigioniera del suo corpo.
Il grasso può trasformarsi in una corazza che copre e che nasconde il corpo togliendogli ogni riconoscimento sessuale e personale. La persona diventa il suo grasso e questo da una parte la imprigiona e dall'altra la protegge in un doloroso equilibrio che allontana dalla vita e dagli incontri.
Certamente l'obesità è un problema che va affrontato da un punto di vista organico ma è altrettanto importante è riconoscerne la componente emotiva e di comunicazione inconscia.
Buonasera,

cos'altro è il nostro corpo, se non il palcoscenico di ciò che abbiamo dentro?
Le nostre emozioni, la nostra storia, le nostre relazioni, ci segnano dentro e fuori, a partire dalla nostra pelle: Anzieu parla di un "Io-pelle" ad intendere una pelle abitata e come tale rappresentante anche il confine e l'incontro tra noi e l'altro.
Ecco dunque che il corpo può voler comunicare molte cose, quando acquisisce peso, quando lo perde, quando esprime sofferenza in qualsiasi modo o forma.
Quello che sicuramente è importante fare, come hanno suggerito anche i colleghi, è escludere qualsiasi forma di patologia organica, dopo di che direi che un percorso di psicoterapia potrebbe essere un ottimo modo per ampliare la consapevolezza di sè e dunque anche del suo corpo con le sue "ferite".

Un caro saluto.
Dott.ssa Elisabetta Giuli
Salve signora, non mi stupisce che le diete le siano risultate in gran parte fallimentari. È abbastanza comune in alcune circostanze come ad esempio nel suo caso. Credo che il suggerimento di rivolgersi ad uno psicoterapeuta sia più che adeguato rispetto alla sua problematica, in quanto il cibo e tutto quello ad esso collegato sono in stretta relazione con l’aspetto psicologico emotivo e anche cognitivo. Mi occupo di disturbi del comportamento alimentare e di psico educazione quindi conosco bene questo ambito e comprendo il suo malessere. Provi a rivolgersi ad uno psicoterapeuta, ha già provato diverse diete, provare anche questo che male può farle? Per qualsiasi informazione, domanda o chiarimento resto a sua disposizione. Buona giornata
Dott.ssa Sidari
Gentile signora,
uno psicoterapeuta può aiutarla a comprendere qual è il motivo per cui si trova nella situazione che descrive, di un problema che non ha trovato un suo spazio di cambiamento. Lo stile di alimentazione e il rapporto con il proprio corpo sono strettamente intrecciati con le questioni più affettive, emotive e relazionali che spesso incidono più di quanto si possa pensare. Le strategie che si usano per gestire e regolare la propria vita emotiva diventano non di rado abitudini cristallizzate che poi sono la stessa fonte di sofferenza, in una sorta di cortocircuito. Come lei stessa riporta, spesso le diete si rivelano inutili se non dannose poiché non viene affrontata la questione problematica alla base di un disagio con l'alimentazione, che è chiaramente specifico di ogni singola persona. Un percorso integrato di entrambe le figure, dietista e psicoterapeuta, è la direzione più indicata in questi casi. Sono specializzata nel campo del disagio legato all'alimentazione e ai disturbi alimentari, e referente di un centro multidisciplinare a Firenze che se ne occupa in modo specifico. Sono a disposizione per fornirLe informazioni in merito.
Cordialmente,
Dott.ssa Veronica Rinaldo
Cara signora, il suo dietologo le ha dato un ottimo consiglio. Molto spesso le cure alimentari riescono ad essere efficaci solo se affiancate da un adeguato percorso terapeutico. Il perché lo ha in qualche modo espresso già lei, dicendo” tutte le diete sono state inutili”, perché ciò che la spinge a mangiare, ha una matrice psicologica. Cosa le procura il cibo in termini emotivi?
Se vuole parlarne sono qua.
Cordiali saluti
L'ipnositerapia può essere un valido supporto
Gentile utente uno psicoterapeuta può aiutarla perché può farla entare in contatto con le motivazioni sottostanti al bisogno di mangiare in quantità eccessive che, spesso, le persone che soffromo di obesità hanno. Mangiare è nutrisrsi anche in senso lato (psicologico) immagini, pertanto, la psicoterapia come una forma di nutrimento sano.
Rimango a disposizione per qualsiasi chiarimento
D.ssa Gemma Bosco
Salve, la psicoterapia può aiutarla sia nella gestione del “sintomo” obesità che, soprattutto, nel comprenderne le cause, così come nel capire come mai le diete falliscono.
Marta Calderaro
Salve, il consiglio che le ha detto il suo medico è importante e da prendere in considerazione la psicoterapia. La ricerca del cibo è correlata ad aspetti psicologi e cognitivi, potrà aiutarla a comprendere ed elaborare i suoi bisogni, le sue emozioni. Dott.ssa Troisi
Buonasera, segua il consiglio, una psicoterapia potrebbe davvero aiutarla molto.
Ottime cose, Dott. Andrea De Simone
Salve, molto spesso, l'incremento ponderale, è dovuto ad un' alimentazione sbagliata o eccessiva che viene messa in atto per compensare carenze affettive o insoddisfazioni personali che spesso non si palesano in modo chiaro attraverso un percorso terapeutico è possibile comprendere quali siano tali contenuti ed affrontarli in terapia. Cari saluti, Dott.ssa domenica Lipari
Cara signora, se il dietologo Le ha consigliato un percorso psicologico, probabilmente ha valutato che: 1) non ci sono disfunzioni organiche che giustifichino l'aumento ponderale o la mancata perdita di peso; 2) esistono modalità di relazione con il cibo che non possono essere risolte da una semplice educazione alimentare, perché funzionali a sostenerLa a livello emotivo o psicologico (senza necessariamente che Lei ne sia consapevole). Laddove la componente organica sia stata esclusa, valuti di seguire il consiglio, soprattutto laddove si accorga che mangia compulsivamente, fuori pasto, per "nervoso", o che nel farlo è come se si "sganciasse" da ciò che sta facendo (ad esempio non accorgendosi di quanto ha mangiato, non sente il sapore, è distratta, ecc..). Inoltre, la stessa psicoterapia La aiuterà a gestire i sentimenti connessi a un aspetto che, mi pare di capire (dato che ha provato a modificarlo) non Le piaccia. Lavorando su entrambi i fronti arriverà a risultati: comprendere il significato che assumono il cibo e l'alimentazione poco controllata, Lei comprenderà i Suoi modi di essere nel mondo e i Suoi modi di fare fronte a problemi e sentimenti negativi, trovandone di più adatti e funzionali alla Sua salute e al Suo benessere. Provi a seguire il consiglio! Ormai, operiamo anche online.A disposizione, cordialità. DP
Cara
Comprendo il disagio che si cela dietro la sua definizione di “100kg sono il mio problema”
E del resto comprendo anche come ora si stia chiedendo “che c’entra uno psicoterapeuta con tutto questo?”.
Penso che nel suo percorso di educazione alimentare abbia vissuto la frustrazione di sentirsi come sbilanciata, di sentirsi in quella condizione comune nella quale non si riesce a mantenere o raggiungere il peso prefissato. Può aver sperimentato di perdere peso velocemente, soprattutto nella prima fase di dieta, poi si riprende tutto (spesso con gli interessi) e si ripete il processo ancora e ancora: ecco l’effetto yo-yo tanto dannoso per la salute fisica e psicologica.
La presenza di uno psicoterapeuta nel percorso di educazione alimentare ha lo scopo di accompagnarla a comprendere e a scoprire che “la diminuzione del peso” non è l’obiettivo per stare bene ma è la conseguenza che “il suo sentirsi bene con se stessa” avrà anche l’effetto di dimagrire.
Le auguro buona giornata!
Salve,
io ho lavorato per molti anni in un centro per i disturbi del comportamento alimentare e le posso dire che sicuramente l'approccio integrato cioè dietologico - medico e psicologico ha maggiori benefici del solo approccio medico /dietologico ; si utilizzano sia dei protocolli comportamentali molto utili per la gestione del problema e un approccio più profondo per comprendere quali dinamiche sono alla base per il mantenimento del sovrappeso . Chiaramente sarebbe necessario avere più informazioni in proposito per poterla aiutare in maniera più precisa Resto disponibile per qualsiasi ulteriore chiarimento
dott.ssa Marina Pisetzky
Le consiglio una terapia che intervenga su tutte le componenti PsicoNeuroEndocrinoImmunoSomatologiche (PNEIS): si tratta della NeuroRiflessoTerapia Personalizzata. Le diete senza un riequilibrio globale dell'organismo diventano "torture" inutili e dannose
Buonasera, se l'acquisizione di peso è legata anche a difficoltà nel controllo alimentare, la dimensione psicologica non va certamente trascurata. Può esserle utile uno spazio in cui elaborare i suoi stati emotivi e le sue difficoltá.
Gentile utente,
nei casi come il suo è importante farsi seguire da una equipe (psichiatra, psicologo, nutrizionista e medico internista) così come indicato dalle linee guida dei disturbi del comportamento alimentare. è importante inoltre che queste figure condividano la stessa idea di cura e che lavorino sinergicamente verso lo stesso obiettivo.
A volte capita che il cibo non assolve più solamente la funzione di sfamarci ma gli si attribuiscono inconsciamente altre funzioni, come la regolazione emotiva. Uno psicoterapeuta potrebbe aiutarla proprio in questo senso, cioè a riconoscere e comprendere quali sono i vissuti emotivi che cerca di gestire attraverso il ricorso al cibo.
La terapia più efficace nel suo caso è quella ad approccio cognitivo-comportamentale. Vedrà che con un po' di impegno e pazienza riuscirà a modificare il suo rapporto con il cibo, perdere peso ed essere più consapevole di sé, dei suoi bisogni e delle sue esigenze ma anche del rapporto con gli altri.

Cordiali saluti

Dott.ssa Sara De Laurentiis
Salve, non è per mancanza di volontà che si ingrassa dopo una dieta. Di volontà se ne ha anche troppa. E' per quei momenti difficili, di vuoto ed agitazione che si placano solo quando ci si sente totalmente sazie. Di questi momenti, di queste emozioni si parla delicatamente in una terapia. Sperando di aver risposto alle sue domande, le auguro una buona giornata, Giovanna Silvestri
Buongiorno! Il rapporto col cibo è strettamente correlato alle nostre emozioni. Possiamo abbuffarci o, al contrario, smettere di alimentarci, per rabbia, noia, tristezza, ed anche per gioia, legata ad esempio a momenti di convivialità. Ci sono poi delle cattive abitudini alimentari che si acquisiscono sin da piccoli o in particolari momenti di vita. Su tutto questo lavora lo psicoterapeuta, rendendola maggiormente consapevole delle emozioni che sono dietro il suo comportamento alimentare e aiutandola ad acquisire nuove abitudini più salutari. Spero di essere stato utile! Cordiali saluti! Dott. Roberti
Cara Signora, immagino quanta frustrazione deve aver provato nell'intraprendere percorsi alimentari che non sono finiti in successi, o benessere per lei. Chiede giustamente come uno Psicoterapeuta possa aiutarla, domanda più che lecita. Intanto escludendo che ci siano motivi di salute che le impediscono di scendere di peso, e patologie organiche, i problemi alimentari sono un Disturbo psicologico che attraverso il corpo si fa sentire. Quello che lei ora sente come un problema, il suo peso, è un segnale di qualcosa di diverso. E' come un iceberg, dove il peso è la parte visibile, quella che emerge dall'acqua in superficie, ma è solo una parte, sicuramente scomoda, conosciuta, conscia, dolorosa, ma non è il tutto. Il nostro corpo spesso ci manda segnali, ci dice in termini di sofferenza che qualcosa non sta funzionando come prima, oppure che qualcosa non ci fa star bene. La mente, la psiche usa, senza che ce ne rendiamo conto, i sintomi, espressione di un malessere, ma che non sono il malessere vero, ma solo quello visibile. Se desidera un aiuto non esiti a contattarmi sono disponibile anche per terapie online. Un caro saluto. Dott.ssa Francesca Romana Manni
Lei che idea si è fatta? Sarebbe utile partire da qui. Di solito al cibo son legate tante questioni anche emotive, magari lei può scoprire le sue questioni!
Gentile utente, spesso dietro un rapporto con il cibo e con il corpo difficile c'è un aspetto psichico da attenzionare poiché impedisce in qualche modo i cambiamenti che desidera esponendola a grande frustrazione. Un percorso psichico per comprendere meglio la funzione che il cibo ha per lei potrebbe aiutarla. Un caro saluto.
Salve,
Sono una psicoterapeuta specializzata nella cura e nel trattamento dei disturbi del comportamento alimentare. Le consiglio vivamente una consulenza per poter meglio comprendere la sua situazione e vedere come poterla affrontare. Il peso e il comportamento alimentare sono molto legati agli aspetti emotivi, per questo è utile affrontare la situazione da un punto di vista psicoterapeutico. Se vuole resto a disposizione,
Cordiali saluti
Dott.ssa Di Giovanni
Gentile utente, la psicoterapia può sicuramente aiutarla a gestire meglio le emozioni connesse alla fame e quindi a saper modulare meglio le sue risposte a determinati stimoli.
Cordialmente
Dottor Mauro Vargiu
La può aiutare a capire perchè questa fame affettiva si catapulta sul cibo e continua a farla girare in tono senza poter mai vedere una via di uscita.
Buon pomeriggio, se il quadro medico è stato già analizzato nella sua completezza, è il momento per indagare la parte psicologica. i due percorsi vanno generalmente di pari passo.
saluti
GV
Salve, si rivolga ad un collega specializzato nel trattamento dei disturbi alimentari che la possa aiutare nel recupero.
Come la potrà aiutare lo scoprirà in corsa, questo dipende da diversi fattori.
Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo quanto possa essere difficile convivere con questa situazione riportata. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

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