Sono un ragazzo di 32anni e ho difficoltà nel contatto fisico con le persone e questo mi impedisce d
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Sono un ragazzo di 32anni e ho difficoltà nel contatto fisico con le persone e questo mi impedisce di costruire relazioni con ragazze di cui sono attratto in quanto non riesco ad approcciare fisicamente l'altra persona, nel senso che mi blocco in quanto non mi viene affatto naturale il contatto fisico. Il massimo che rieco a fare è una stretta di mano con amici. Inoltre, non sono mai stato a mio agio con nessuna attività corporea, ad esempio non mi viene naturale né il ballo né l'attività sportiva.
Di che tipo di problema si tratta e che tipo di lavoro posso fare per uscire da questa condizione frustrante?
Di che tipo di problema si tratta e che tipo di lavoro posso fare per uscire da questa condizione frustrante?
Gentilissimo buonasera, diventa difficile dare un nome al suo problema con la sola descrizione del comportamento. Per aiutarla sarebbe necessario capire da dove nasce questa difficoltà (paura di essere contagiato da malattie? timidezza esasperata? timore del giudizio?) come vede la descrizione del comportamento non esaurisce il fenomeno. Per questo motivo diventa difficile anche suggerirle una soluzione . Se avesse piacere di approfondire la questione resto a sua disposizione. Un saluto cordiale, dott.ssa Manuela Leonessa
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Buonasera, capisco che viva questa situazione con frustrazione. Le difficoltà nel contatto fisico e il disagio nelle attività corporee potrebbero essere indicativi di un "disturbo d'ansia" o di una più ampia difficoltà relazionale. Con una terapia cognitivo comportamentale, si potrebbero esplorare le sue esperienze passate e attuali per identificare eventuali schemi di pensiero negativi o credenze limitanti legate al contatto fisico e alle relazioni.
Il trattamento potrebbe coinvolgere la modifica di pensieri distorti, l'esposizione graduale al contatto fisico per ridurre l'ansia e lo sviluppo di abilità sociali. Inoltre, potrebbero esplorare le radici di queste difficoltà per capire se ci sono esperienze passate o convinzioni profonde che contribuiscono al problema.
Un percorso terapeutico personalizzato potrebbe essere un passo positivo per affrontare queste sfide e costruire progressivamente una maggiore comfortabilità con il contatto fisico e le relazioni interpersonali.
Un approccio complementare potrebbe coinvolgere l'esplorazione delle sue emozioni e la pratica di tecniche di gestione dello stress. Imparare a riconoscere e gestire l'ansia associata al contatto fisico potrebbe contribuire a liberare tensioni e favorire una maggiore apertura nelle interazioni sociali.
Inoltre, potrebbe lavorare sulla costruzione graduale di abilità sociali, concentrandosi su situazioni meno stressanti inizialmente, per poi progredire verso esperienze più impegnative. L'obiettivo della terapia sarà sviluppare la sua fiducia nelle interazioni sociali e nel contatto fisico in modo progressivo e sostenibile.
La terapia cognitivo-comportamentale offre strumenti pratici e strategie concrete per affrontare queste sfide che potrebbero aiutarla a superare le difficoltà attuali e a costruire relazioni più appaganti.
Il trattamento potrebbe coinvolgere la modifica di pensieri distorti, l'esposizione graduale al contatto fisico per ridurre l'ansia e lo sviluppo di abilità sociali. Inoltre, potrebbero esplorare le radici di queste difficoltà per capire se ci sono esperienze passate o convinzioni profonde che contribuiscono al problema.
Un percorso terapeutico personalizzato potrebbe essere un passo positivo per affrontare queste sfide e costruire progressivamente una maggiore comfortabilità con il contatto fisico e le relazioni interpersonali.
Un approccio complementare potrebbe coinvolgere l'esplorazione delle sue emozioni e la pratica di tecniche di gestione dello stress. Imparare a riconoscere e gestire l'ansia associata al contatto fisico potrebbe contribuire a liberare tensioni e favorire una maggiore apertura nelle interazioni sociali.
Inoltre, potrebbe lavorare sulla costruzione graduale di abilità sociali, concentrandosi su situazioni meno stressanti inizialmente, per poi progredire verso esperienze più impegnative. L'obiettivo della terapia sarà sviluppare la sua fiducia nelle interazioni sociali e nel contatto fisico in modo progressivo e sostenibile.
La terapia cognitivo-comportamentale offre strumenti pratici e strategie concrete per affrontare queste sfide che potrebbero aiutarla a superare le difficoltà attuali e a costruire relazioni più appaganti.
Gentile utente buonasera.
Capisco che la situazione che sta vivendo al mette profondamente a disagio, soprattutto a livello sociale.
E' importante stabilire se questo blocco è circoscritto al solo contatto fisico, oppure se si può generalizzare alle relazioni sociali in toto. Inoltre, è importante capire quali conseguenze produce l'eventuale contatto con altre persone: se si genera ansia, repulsione, paura, se la cosa si riferisce all'igiene, ad esempio, oppure se si verifica in certi ambienti piuttosto che in altri (famiglia, amici, università, lavoro).
La frustrazione che avverte, però, evidenzia la sua spinta motivazionale a compensare a questa mancanza e a cercare di risolvere la sua situazione.
Certamente questa spinta va assecondata e il modo migliore per farlo è chiedere un sostegno psicologico.
Con l'aiuto di uno psicologo potrà comprendere meglio la sua difficoltà al contatto fisico e cominciare a elaborare nuove strategie comportamentali per migliorare gradualmente nelle relazioni personali.
Spesso, questo disagio nasconde aspetti caratteriali che sono da ostacolo proprio nel relazionarsi: per esempio una scarsa autostima, esperienze traumatiche precedenti, timore del giudizio altrui, eccetera. Attraverso l'intervento psicologico toccherà anche questi argomenti e avrà modo di scoprire il suo vero potenziale come persona, migliorando di conseguenze le dinamiche comportamentali e di relazione con gli altri.
Il mio consiglio è di seguire un approccio basato sulla Psicologia Positiva e sulla Mindfulness. Se lo desidera sarei lieto di fornirle maggiori informazioni a riguardo, anche tramite consulenza online e senza impegno.
Un caro saluto,
Dott. Antonio Cortese
Capisco che la situazione che sta vivendo al mette profondamente a disagio, soprattutto a livello sociale.
E' importante stabilire se questo blocco è circoscritto al solo contatto fisico, oppure se si può generalizzare alle relazioni sociali in toto. Inoltre, è importante capire quali conseguenze produce l'eventuale contatto con altre persone: se si genera ansia, repulsione, paura, se la cosa si riferisce all'igiene, ad esempio, oppure se si verifica in certi ambienti piuttosto che in altri (famiglia, amici, università, lavoro).
La frustrazione che avverte, però, evidenzia la sua spinta motivazionale a compensare a questa mancanza e a cercare di risolvere la sua situazione.
Certamente questa spinta va assecondata e il modo migliore per farlo è chiedere un sostegno psicologico.
Con l'aiuto di uno psicologo potrà comprendere meglio la sua difficoltà al contatto fisico e cominciare a elaborare nuove strategie comportamentali per migliorare gradualmente nelle relazioni personali.
Spesso, questo disagio nasconde aspetti caratteriali che sono da ostacolo proprio nel relazionarsi: per esempio una scarsa autostima, esperienze traumatiche precedenti, timore del giudizio altrui, eccetera. Attraverso l'intervento psicologico toccherà anche questi argomenti e avrà modo di scoprire il suo vero potenziale come persona, migliorando di conseguenze le dinamiche comportamentali e di relazione con gli altri.
Il mio consiglio è di seguire un approccio basato sulla Psicologia Positiva e sulla Mindfulness. Se lo desidera sarei lieto di fornirle maggiori informazioni a riguardo, anche tramite consulenza online e senza impegno.
Un caro saluto,
Dott. Antonio Cortese
Buonasera, è difficile fare diagnosi con così pochi elementi. Le farei una serie di domande per escludere o meno alcune ipotesi diagnostiche. Nel caso venissero escluse possibili diagnosi più strutturali, allora le chiederei della sua relazione di attaccamento con le figure di riferimento. In ogni caso, la sede opportuna in cui trattare l'argomento è quella della seduta psicoterapeutica. Rimango disponibile per un eventuale consulto. Un cordiale saluto. Dott.ssa Marina Bonadeni
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Buongiorno, il rapporto difficile che ha con la sua dimensione corporea è una tematica che andrebbe approfondita con un collega. Questo "problema" non è una malattia ma un qualcosa che ci dice di come funzioni il suo mondo interno e questo mondo interno andrebbe esplorato per capirne le ragioni.
Dott. Marco Cenci
Dott. Marco Cenci
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Gentile utente, grazie per aver condiviso le sue difficoltà con sincerità. Purtroppo dalla sua descrizione e per motivi di correttezza deontologica non è possibile porre una diagnosi rispetto al suo problema. Ciononostante, mi sembra importante riflettere su quanto ha riportato. Il corpo è il mezzo attraverso il quale affrontiamo il mondo, ci permette di conoscere meglio noi stessi ed entrare in relazione con l’Altro. Lei stesso parla di un “blocco”, di un problema, che quindi immagino le generi disagio.
Per riuscire a stare meglio penso che sarebbe importante approfondire le ragioni di questo blocco, i contesti in cui si presenta e le conseguenze che comporta nella sua vita quotidiana: in altre parole perché questo disagio si manifesta secondo queste modalità specifiche, cosa il sintomo sta cercando di comunicarle. In questo senso, un percorso di supporto psicologico o psicoterapeutico con un professionista potrebbe aiutarla ad esplorare meglio tali aspetti per vivere meglio la relazione con sé stesso e con l’Altro.
Resto a disposizione. Un caro saluto, dr.ssa Pamela D’Angelo
Per riuscire a stare meglio penso che sarebbe importante approfondire le ragioni di questo blocco, i contesti in cui si presenta e le conseguenze che comporta nella sua vita quotidiana: in altre parole perché questo disagio si manifesta secondo queste modalità specifiche, cosa il sintomo sta cercando di comunicarle. In questo senso, un percorso di supporto psicologico o psicoterapeutico con un professionista potrebbe aiutarla ad esplorare meglio tali aspetti per vivere meglio la relazione con sé stesso e con l’Altro.
Resto a disposizione. Un caro saluto, dr.ssa Pamela D’Angelo
Buonasera, se ora ha deciso di affrontare questo blocco, se sente che le è di intralcio emotivamente e sessualmente, probabilmente è il momento giusto per rivolgersi ad uno/a psicoterapeuta per un percorso di terapia personale. Solo attraverso e successivamente a dei colloqui di approfondimento è possibile fare una restituzione, condividere gli aspetti del problema emersi e decidere insieme il tipo di percorso/intervento terapeutico. Un caro saluto e a disposizione anche on line. Maria dr. Zaupa
Caro utente, la sua consapevolezza rispetto a cosa la mette in difficoltà le sarà molto utile qualora vorrà intraprendere un percorso di psicoterapia. Ciò che mi sento di dirle è che le ragioni sottostanti al suo malessere potrebbero essere molteplici e svolgere un'adeguata diagnosi richiede tempo. Valuti la possibilità di raitarglisi uno spazio solo suo dove possa insieme ad un professionista comprendere cosa le accade e dare un senso ed un significato al suo malessere e alla sua fatica. Rimango a sua disposizione Dott.ssa Alessia D'Angelo
Buongiorno, le sue difficoltà nel contatto fisico con le persone, il conseguente blocco nel costruire relazioni nonché il blocco da lei riportati possono significare molte cose e dire molto di lei. Possono derivare dal suo passato, essere connessi alla sua storia, o all'educazione ricevuta.
Di se ha notato anche il fatto di non essere mai stato a suo agio con nessuna attività corporea; sembra che abbia individuato il suo nucleo di indagine nel corpo. Le suggerirei di valutare la possibilità di intraprendere un percorso terapeutico per comprendere cosa le comunica il suo corpo e cosa può fare per acquisire il contatto fisico e trovare una situazione di benessere. Sono a disposizione per avviare un percorso online. Dott.ssa Anastasia Giangrande
Di se ha notato anche il fatto di non essere mai stato a suo agio con nessuna attività corporea; sembra che abbia individuato il suo nucleo di indagine nel corpo. Le suggerirei di valutare la possibilità di intraprendere un percorso terapeutico per comprendere cosa le comunica il suo corpo e cosa può fare per acquisire il contatto fisico e trovare una situazione di benessere. Sono a disposizione per avviare un percorso online. Dott.ssa Anastasia Giangrande
È evidente che stai affrontando delle difficoltà significative nel gestire il contatto fisico e nel costruire relazioni intime. Prima di tutto, vorrei sottolineare che è positivo che tu stia cercando aiuto e che ti stia ponendo queste domande. Ciò dimostra una consapevolezza importante e il desiderio di migliorare la tua situazione.
Quanto descrivi potrebbe riflettere un disagio legato all'aspetto fisico delle relazioni, e questo può avere diverse cause. Potrebbe essere utile esplorare più a fondo le tue esperienze passate e attuali, cercando di capire se ci sono eventi o situazioni che potrebbero aver contribuito a questa difficoltà. Potrebbe trattarsi di fattori legati all'autostima, a esperienze passate, o a paure specifiche legate al contatto fisico.
Inoltre, potrebbe essere utile considerare l'idea di coinvolgere uno psicoterapeuta specializzato in terapia corporea o terapia di gruppo. La terapia corporea può aiutarti ad esplorare le tue sensazioni fisiche e ad aumentare la consapevolezza del tuo corpo. Inoltre, la terapia di gruppo potrebbe offrirti un ambiente sicuro per praticare il contatto fisico graduale con il supporto di altri che affrontano situazioni simili.
È importante ricordare che ogni persona è unica e che la terapia può essere un processo personale. Un professionista della salute mentale può aiutarti a esplorare più a fondo queste difficoltà, lavorare sulle tue emozioni e fornirti strumenti pratici per affrontare la tua paura o disagio nel contatto fisico.
Sarà un processo graduale, ma con impegno e supporto adeguato, è possibile apportare cambiamenti significativi nella tua relazione con il contatto fisico e, di conseguenza, migliorare la qualità delle tue relazioni intime.
gentile utente, l'inibizione al contatto fisico non per forza deve far riferimento ad un disturbo conclamato o ad un'etichetta diagnostica. Quanto riporta potrebbe essere letto come sintomo di una più ampia difficoltà relazionale, ma servono più informazioni per capire la cornice soggettiva in cui la sua questione si organizza. Sicuramente potrebbe essere utile interrogare altri aspetti e ambiti della sua vita per aprire un discorso in merito a questo suo modo di relazionarsi "a distanza". Credo che un percorso psicoterapeutico potrebbe aiutarla ad esplorare sé stesso a partire da ciò che la fa soffrire attualmente. Resto a disposizione. Un saluto, Dott. Francesco Conti
Buongiorno, posso capire bene il tuo disagio al contatto fisico, ti proporrei una terapia psico-corporea, per iniziare ad avere contatto con il tuo corpo e darti la possibilità di scoprire il motivo della tua difficoltà.
Un abbraccio
Un abbraccio
Gent.mo, dal suo breve racconto sembra descrivere un'importante sofferenza relativa all’esperienza del corpo, che evidentemente condiziona il rapporto con le persone, la possibilità di provare piacere e di vivere serenamente. Però, per capire meglio di cosa si tratta e quale aiuto poterle prospettare sarebbe opportuno un approfondimento clinico. SG
Gentile utente, immagino che il suo disagio psicologico sia frustrante e ostativo per vivere a pieno le relazioni sociali. E' importante capire in cosa consiste questo blocco, se si tratta di ansia oppure di un altro tipo di emozione negativa. Un percorso di psicoterapia potrà approfondire la situazione e darle i giusti strumenti per superare questa difficoltà. Nella mia pratica utilizzo l' approccio cognitivo-comportamentale (CBT) che aiuta i pazienti a comprendere in cosa consiste il problema specifico per poi utilizzare gli strumenti appresi in terapia alla vita di tutti i giorni.
Se ha bisogno di ulteriori informazioni mi può contattare anche online, sarà mia premura risponderle.
Buona giornata
Dott.ssa Melania Filograna
Se ha bisogno di ulteriori informazioni mi può contattare anche online, sarà mia premura risponderle.
Buona giornata
Dott.ssa Melania Filograna
Caro utente, grazie per la condivisione.
Le sento di consigliarle, come già hanno detto i colleghi, di pensare a un percorso di psicoterapia al fine di comprendere meglio le dinamiche che brevemente ci riporta. Le auguro il meglio. Dott.ssa Elena Sonsino
Le sento di consigliarle, come già hanno detto i colleghi, di pensare a un percorso di psicoterapia al fine di comprendere meglio le dinamiche che brevemente ci riporta. Le auguro il meglio. Dott.ssa Elena Sonsino
Gentile utente, immagino che il tuo disagio sia difficile da gestire. E' difficile riuscire a comprenderne le cause per una diagnosi dato i pochi elementi che abbiamo però una cosa mi risalta è la tua voglia di affrontare il problema, mi pare di capire che ti crei sofferenza e che tu voglia imparare a gestirla e questo, secondo me è un ottimo punto di partenza, qualunque cosa si tratti. Anche io mi accodo ai colleghi sul consigliarti una psicoterapia, sicuramente potrà aiutarti a trovare sia una spiegazione che una soluzione quindi in bocca al lupo per il tuo percorso! Nunzia Giustiniani
Caro utente, comprendo la sua necessità di approfondire le motivazioni sottostanti alla situazione che ha descritto. Trovo molto significativo il suo bisogno di comprendere le ragioni, oltre alla definizione, della sua difficoltà al fine di poter costruire e vivere le relazioni in modo appagante e disinvolto: è il segno che vi è una spinta evolutiva, in lei, che la attrae verso un cambiamento che non solo sembra anelare ma appare anche davvero necessario. Purtroppo, questa sede rende difficile rispondere puntualmente alla sua richiesta, comprenderà infatti che sono necessarie altre informazioni per poter capire come sia arrivato a impostare un confine così "spesso" tra lei e gli altri. Certamente, vi è una ragione che, in questo momento, solo il suo corpo "conosce" mentre la sua mente "ignora". Sarebbe davvero importante, tra le altre cose, conoscere la sua "educazione" al contatto fisico, che sovente è un qualcosa di appreso all'interno delle nostre relazioni affettive primarie. Una consulenza psicologica, ed eventuale psicoterapia successiva, potrebbe davvero aiutarla molto. Un caro saluto
Caro utente, si percepisce la sua tensione e frustrazione rispetto la problematica che vive e soprattutto la motivazione nel voler affrontare la situazione. Già che ha chiesto qui è molto. Quello che sento di dirle è di non restare su una diagnosi quanto piuttosto considerare questo sintomo per poter andare ad indagare da dove viene, qual è il blocco relazionale e la paura associata. Contattare per una consulenza psicologica ed iniziare un eventuale percorso potrebbe aiutarla a gestire questo suo limite.
Dott.ssa Anna Russo
Dott.ssa Anna Russo
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