Sono un* ragazz* di 25 anni e studio all'università da ormai 3 anni. A febbraio ho iniziato un per
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Sono un* ragazz* di 25 anni e studio all'università da ormai 3 anni.
A febbraio ho iniziato un percorso di psicoterapia; scelta dovuta a causa di un forte stress da studio universitario.
Ho mollato la psicologa dopo circa 7 sedute, da quando ho notato che il mio malessere si faceva sempre più intenso. Prima di mollare, ho scritto allo psicoterapeuta per comunicargli la mia scelta. Bene, non l'ha accettato, anzi, mi ha risposto dicendo di andare dal mio medico di base a farmi prescrivere "qualcosa di chimico"
Da quando ho iniziato il percorso con questa persona, ho iniziato ad avere attacchi di panico.
Da quella risposta che mi ha dato ho capito con chi ho avuto a che fare per oltre 3 mesi.
Ora ho paura a fare le cose che mi piacciono, tipo organizzare le vacanze estive o dare gli esami all'università.
Come dovrei procedere? Grazie
A febbraio ho iniziato un percorso di psicoterapia; scelta dovuta a causa di un forte stress da studio universitario.
Ho mollato la psicologa dopo circa 7 sedute, da quando ho notato che il mio malessere si faceva sempre più intenso. Prima di mollare, ho scritto allo psicoterapeuta per comunicargli la mia scelta. Bene, non l'ha accettato, anzi, mi ha risposto dicendo di andare dal mio medico di base a farmi prescrivere "qualcosa di chimico"
Da quando ho iniziato il percorso con questa persona, ho iniziato ad avere attacchi di panico.
Da quella risposta che mi ha dato ho capito con chi ho avuto a che fare per oltre 3 mesi.
Ora ho paura a fare le cose che mi piacciono, tipo organizzare le vacanze estive o dare gli esami all'università.
Come dovrei procedere? Grazie
Caro ragazzo
Forse non ho compreso: lei pensa che a causa della terapeuta è peggiorato il suo disturbo d'ansia? E perché? Perché non ne ha parlato prima di interrompere? Inoltre un aiuto farmacologico a volte può essere utile. Che cosa ha disturbato tanto la sua relazione di cura? Se vuole mi risponda. Buonasera
Forse non ho compreso: lei pensa che a causa della terapeuta è peggiorato il suo disturbo d'ansia? E perché? Perché non ne ha parlato prima di interrompere? Inoltre un aiuto farmacologico a volte può essere utile. Che cosa ha disturbato tanto la sua relazione di cura? Se vuole mi risponda. Buonasera
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Buonasera, mi spiace molto per la sua esperienza. Tuttavia le suggerisco di riprovare a rivolgersi ad un professionista per superare questo disagio che la sta bloccando e la sta facendo rinunciare a delle esperienze importanti. Un caro saluto
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa riprendere dei colloqui psicologici al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stess* utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stess* utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Caro ragazzo,
Perché non darsi un’ulteriore opportunità per lavorare sui suoi timori?
Resto a disposizione per eventuali dubbi
Cordiali saluti
Dott.ssa Daniela Chieppa
Perché non darsi un’ulteriore opportunità per lavorare sui suoi timori?
Resto a disposizione per eventuali dubbi
Cordiali saluti
Dott.ssa Daniela Chieppa
Gentilissimo, mi spiace per la situazione in cui si è venuto a trovare, per poter dare una risposta alla sua domanda sarebbe utile avere più informazioni. Ha spiegato al terapeuta cosa l'ha spinta a interrompere il percorso? Credo che dietro alla scelta ci siano emozioni e pensieri rigidi, di cui forse c'è poca consapevolezza e che avrebbero bisogno di esser identificati. Si dia comunque un'altra possibilità, è importante che lei trovi un professionista con il quale riuscire ad instaurare una buona relazione, basata su fiducia e chiarezza reciproca, e che la aiuti a ritrovare il benessere.
A disposizione per qualsiasi chiarimento, anche online.
I miei migliori auguri
Dott.ssa Miculian
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I miei migliori auguri
Dott.ssa Miculian
Gentilissimo,
Non sempre i percorsi danno effetti immediati, alcune volte accade ma altre volte no. Ad ogni modo, considerato che i sintomi si sono accentuati, le consiglierei di non abbandonare l'idea di un percorso terapeutico.
Un caro saluto
D.ssa Simona Torrente -Torino
Non sempre i percorsi danno effetti immediati, alcune volte accade ma altre volte no. Ad ogni modo, considerato che i sintomi si sono accentuati, le consiglierei di non abbandonare l'idea di un percorso terapeutico.
Un caro saluto
D.ssa Simona Torrente -Torino
Gentile ragazz*, mi spiace per la brutta esperienza. Mi sento di suggerirle di iniziare un altro percorso di terapia personale, di ricercare l'approccio terapeutico ed il professionista più vicino al suo sentire tenendo a mente comunque che nella relazione si costruisce la terapia personale. Un caro saluto e a disposizione anche on line. Maria dr. Zaupa
Buongiorno, mi dispiace per la sua esperienza. A volte si tratta di avere un po' di pazienza, i risultati spesso richiedono tempo. E' importante però che senta di potersi fidare della sua terapeuta, anche portando a lei i dubbi che ha rispetto alla terapia per discuterli insieme. Se così non fosse può valutare di cambiare professionista, le auguro di trovare la persona giusta per lei!
Salve. Una buona psicoterapia si basa sull'alleanza terapeutica. Non con tutti si riesce ad attivare. Se non ci si sente compresi, accolti, l'alleanza terapeutica non può attivarsi. Probabilmente la sua esperienza non è andata in quella direzione. Non si precluda la possibilità di darsi altre opportunità, cercando la persona con la quale possa crearsi quell'alleanza terapeutica che può aiutarla nell'affrontare il suo problema.
Comunque l'ansia e gli attacchi di panico vanno compresi, va verificato cosa stanno comunicando, se siamo in una dimensione di rispetto di noi stessi o se stiamo tradendo noi stessi in funzione di altro, ecc. Nella mia lunga esperienza di psicoterapeuta corporea, verifico che le fragilità, o quelle che riteniamo tali, sono fondamentali per attivare la fiducia in se stessi, rivelandosi come i punti di forza nella nostra vita. Il contatto con le sensazioni, emozioni, la percezione di se stessi nel lavoro psicocorporeo, aiutano a centrarsi su di sé e a vivere la realtà senza esserne sopraffatti. Sono disponibile per approfondimenti. Distinti saluti
Comunque l'ansia e gli attacchi di panico vanno compresi, va verificato cosa stanno comunicando, se siamo in una dimensione di rispetto di noi stessi o se stiamo tradendo noi stessi in funzione di altro, ecc. Nella mia lunga esperienza di psicoterapeuta corporea, verifico che le fragilità, o quelle che riteniamo tali, sono fondamentali per attivare la fiducia in se stessi, rivelandosi come i punti di forza nella nostra vita. Il contatto con le sensazioni, emozioni, la percezione di se stessi nel lavoro psicocorporeo, aiutano a centrarsi su di sé e a vivere la realtà senza esserne sopraffatti. Sono disponibile per approfondimenti. Distinti saluti
Gentile utente, comprendo l'urgenza di voler stare meglio una volta avviato un percorso psicologico, purtroppo questa aspettativa non può trovare riscontro empirico perché quando si lavora da un punto di vista psicologico non si può ottenere subito un cambiamento. Capisco che ora non ha molta voglia di ricominciare un percorso di terapia, ma a mio avviso è l'unica strada per risolvere le difficoltà e i sintomi ansiosi. La terapia farmacologica non può essere l'unico metodo perché dopo un certo lasso di tempo entra in gioco l'assuefazione al farmaco. Al contrario la psicoterapia porta a dei cambiamenti nelle abitudini negative anche a lungo termine.
Se ha bisogno di ricevere altre risposte, mi può contattare anche online.
In bocca al lupo!
Buona giornata
Dott.ssa Melania Filograna
Se ha bisogno di ricevere altre risposte, mi può contattare anche online.
In bocca al lupo!
Buona giornata
Dott.ssa Melania Filograna
Buongiorno, mi spiace leggere della tua esperienza. A volte capita, all'inizio di un percorso ed iniziando a vedere il proprio malessere, che si accentuino alcuni sintomi. Quando il malessere si fa intenso, a volte può essere utile affiancare, al percorso psicoterapeutico, anche un supporto farmacologico. Tale supporto non è definitivo o per sempre, può essere temporaneo. Il mio suggerimento è di riprendere un percorso con un nuovo professionista e di esprimere da subito i tuoi dubbi e le perplessità, in modo da poterci lavorare. Accogliere il supporto farmacologico non è semplice, per quanto i riguarda tendo sempre a spiegare e motivare la ma proposta. In seguito accompagno la persona ad una scelta autonoma in merito a questo.
Buongiorno, gli attacchi di panico sono un'esperienza molto pesante, capisco che in questo momento si trovi in una situazione di forte difficoltà. Lei riferisce di aver "scritto" al suo terapeuta per informarlo di quanto le stava succedendo. Non so perché non ci sia stata l'occasione di un confronto più diretto, e non ho elementi sufficienti per formulate ipotesi circa i fattori che possano aver scatenato il suo disturbo. Il percorso terapeutico non è privo di momenti di difficoltà, alcune volte è possibile che sia necessario avvalersi anche di strumenti farmacologici. Non si scoraggi, valuti con calma la possibilità di approfondire ulteriormente con il suo terapeuta i problemi che si sono presentati,
poi, se davvero sente di non poter proseguire il percorso iniziato con la stessa persona, le suggerisco di provare ad interpellare un altro professionista. Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti, anche online. Un cordiale saluto. Dott.ssa Claudia Cenni
poi, se davvero sente di non poter proseguire il percorso iniziato con la stessa persona, le suggerisco di provare ad interpellare un altro professionista. Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti, anche online. Un cordiale saluto. Dott.ssa Claudia Cenni
Gentile utente, può succedere che durante il percorso terapeutico si smantellino delle difese disfunzionali del paziente, per poi cercare delle modalità di funzionamento più evolute. In quel periodo di transizione ci si sente un po' scoperti, fragili. Quindi per questo possono aumentare le ansie e le paure. E' un processo piuttosto frequente, ed è un segnale che qualcosa sta cambiando.
Non posso entrare nel merito della dinamica relazionale con la sua terapeuta, ma le dico che, avendo interrotto la sua terapia in modo così brusco, è come se fosse scappato dalla sala operatoria con le ferite aperte.
Per questo, come hanno fatto i miei colleghi, le suggerisco di interpellare un altro professionista per ricostruire una relazione di fiducia, nella quale si senta a suo agio, per riprendere il lavoro che è stato interrotto.
Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti.
Cordiali saluti
Dottoressa Lorena Menoncello
Non posso entrare nel merito della dinamica relazionale con la sua terapeuta, ma le dico che, avendo interrotto la sua terapia in modo così brusco, è come se fosse scappato dalla sala operatoria con le ferite aperte.
Per questo, come hanno fatto i miei colleghi, le suggerisco di interpellare un altro professionista per ricostruire una relazione di fiducia, nella quale si senta a suo agio, per riprendere il lavoro che è stato interrotto.
Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti.
Cordiali saluti
Dottoressa Lorena Menoncello
Buonasera. Il suo scritto sembrerebbe rivelare molta confusione, che non può essere certamente trattata attraverso questo mezzo di comunicazione. Se desidera riprovare a capire ciò che le succede, contatti un altro professionista così che sia possibile valutare meglio la situazione che concretamente vive, i tentativi di cura svolti fino ad ora e ipotizzare una prospettiva terapeutica appropriata. SG
Carissimo/a, grazie anzitutto per aver condiviso con noi...
La relazione terapeutica è anzitutto una relazione umana: se il terapeuta è sufficientemente bravo, dovrebbe saper gestire anche i cosiddetti "drop out", in una maniera professionale.
E' un diritto del paziente poter interrompere un percorso, ed è un diritto del terapeuta poter far notare al paziente che forse non è la scelta migliore da fare al momento (pur lasciando all'altro la piena libertà di decisione).
Sulla frase "farmacologica", potrei magari immaginare che è stata una provocazione del suo terapeuta (ogni terapeuta ha una sua personalità, modo di essere ecc, che può o non può attecchire con il nostro carattere, modo di essere ecc...).
Se tutta questa situazione le crea ancora disagio, le consiglierei di parlare con lui (anche tramite un msg): gli spieghi i suoi dubbi, anche il suo eventuale fastidio circa la modalità con cui vi siete lasciati: sono sicura, che qualcosa si potrà così sbloccare, attraverso un canale comunicativo aperto.
Spero di averle dato uno spunto.
In bocca al lupo!
Dr. E. Nola
La relazione terapeutica è anzitutto una relazione umana: se il terapeuta è sufficientemente bravo, dovrebbe saper gestire anche i cosiddetti "drop out", in una maniera professionale.
E' un diritto del paziente poter interrompere un percorso, ed è un diritto del terapeuta poter far notare al paziente che forse non è la scelta migliore da fare al momento (pur lasciando all'altro la piena libertà di decisione).
Sulla frase "farmacologica", potrei magari immaginare che è stata una provocazione del suo terapeuta (ogni terapeuta ha una sua personalità, modo di essere ecc, che può o non può attecchire con il nostro carattere, modo di essere ecc...).
Se tutta questa situazione le crea ancora disagio, le consiglierei di parlare con lui (anche tramite un msg): gli spieghi i suoi dubbi, anche il suo eventuale fastidio circa la modalità con cui vi siete lasciati: sono sicura, che qualcosa si potrà così sbloccare, attraverso un canale comunicativo aperto.
Spero di averle dato uno spunto.
In bocca al lupo!
Dr. E. Nola
Salve, non so cosa dirle relativamente alla sua terapeuta, ma la invito a ritentare un percorso alternativo.
A volte non troviamo una soluzione idonea a noi al primo colpo, per cui è necessario esplorare.
Sono sicura che là fuori c’è qualcuno che fa per lei, per cui prenda almeno un paio di appuntamenti e si permetta di scegliere.
Rimango a disposizione.
Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
A volte non troviamo una soluzione idonea a noi al primo colpo, per cui è necessario esplorare.
Sono sicura che là fuori c’è qualcuno che fa per lei, per cui prenda almeno un paio di appuntamenti e si permetta di scegliere.
Rimango a disposizione.
Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
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Salve, non si scoraggi. Se un'esperienza è andata a male, non vuol dire che un'altra non possa funzionare. Le suggerisco di riprovare. Non è tanto l'orientamento che conta, quanto la persona che sceglie. Il nostro lavoro è fondato sulla relazione, è quindi fondamentale che al di là di tecniche e metodi, lei abbia di fronte una persona che l'ascolta con empatia, le ispiri fiducia e sappia sostenerla. Io le consiglio di individuare 2/3 psicoterapeuti di orientamento diverso, (non di più per non confondersi), fare un colloquio di conoscenza con ognuno e optare per quello con cui si è sentito meglio, accolta e non giudicata. Spero di esserle stata utile, sono a disposizione, cordiali saluti dott.ssa Silvia Ragni
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