Sono un paziente psichiatrico bipolare di tipo 2 , adhd e vari comorbidita psichiatriche ,tra cui il

17 risposte
Sono un paziente psichiatrico bipolare di tipo 2 , adhd e vari comorbidita psichiatriche ,tra cui il disturbo autoimposto e in maschilista istrionico. Non sono mai riuscito ad ottenere quello che voglio .e vi chiedevo tra ,cognitivo comportamentale ,psicodinamica e analisi transazionale sarebbero meglio per me .inoltre ero curioso se il deniban che aumenta la dopamina nel cervello può aiutarmi .purtroppo il mrtilmrdinato mi ha provocato una crisi epilettica .vi prego aiutatemi non so cosa fare anche dopo aver cambiato farmaci che mj hanno fatto danni .grazue
Buongiorno, quello che descrive è una serie di diagnosi che lasciano sullo sfondo la persona, non facendo intravedere nulla di lei. Lei sarà anche altro che queste categorie diagnostiche. Immagino comunque i forti malesseri che ha e il desiderio di stare meglio. Per quanto riguarda i farmaci non so risponderle, è di competenza psichiatrica ed è bene che siano loro ad esprimersi. Per quanto riguarda l'orientamento di psicoterapia, lei non dice se ha già fatto terapia in precedenza e quale. Mi sento di dirle, senza parteggiare per nessuna, che a parte l'orientamento conta la persona con cui lei si incontra per fare un cammino psicoterapeutico, che è un cammino di vita. Mi sentirei di dirle di fare dei colloqui (max tre), con più terapeuti di orientamenti diversi e sentire come si trova, che effetto le fa stare lì con quella persona parlando di sè. Le tecniche sono efficaci quando c'è un certo tipo di umanità dietro e soprattutto la collaborazione del paziente che è in prima persona chi fa il lavoro, sostenuto dal terapeuta. Cordiali saluti e auguri, dott.ssa Silvia Ragni
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Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo quanto possa essere difficile convivere con questa situazione riportata. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Buonasera, innanzitutto è sicuramente importante che lei abbia il riferimento di un collega psichiatra. Inoltre per quanto riguarda la psicoterapia io seguo un approccio psicodinamico per cui ritengo che sia utile nel suo caso ma ovviamente colleghi di altri approcci le diranno il contrario. Per cui ritengo che piuttosto che l'approccio in generale lei debba scegliere un professionista in base a come si trova lei stesso. Un caro saluto
Salve. Innanzitutto lei non è una diagnosi ma una persona. Deve cercare un supporto psichiatrico adeguato e accompagnarlo ad una psicoterapia di tipo cognitivo comportamentale. Abbia fiducia nei professionisti scelti e vedrà che i risultati arriveranno poco alla volta. Resto a disposizione per qualsiasi chiarimento. Dott.ssa Lorena Assunta De Pari
Gentile utente di mio dottore,
il disturbo bipolare va trattato attraverso l' ausilio integrato della farmacoterapia e della psicoterapia. In merito ai farmaci la inviterei a chiedere tutte le informazioni del caso al medico prescrivente, figura più indicata ad accogliere ed orientare le sue domande. Per quanto concerne la psicoterapia, non è importante l' approccio del terapista quanto piuttosto l' alleanza terapeutica che viene a crearsi tra paziente e specialista. In bocca al lupo per il futuro delle sue cure.
Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
Buongiorno, mi unisco ai colleghi nel dirle che più che scegliere un approccio a priori sarà importante l'alleanza terapeutica. Tuttavia è pur vero che ognuno potrebbe avere preferenze, e lavorare meglio, con un approccio terapeutico piuttosto che un altro. Quindi più che indicarle l'approccio più indicato per il suo disturbo le suggerirei di approfondire leggendo qualche descrizione in modo che possa scegliere lei quello che sente più indicato.
Buongiorno, io le suggerirei di evitare di giocare con la chimica del cervello, anche se si trattasse di farmaci naturali o, peggio ancora, chimici. Questi devono essere prescritti da uno psichiatra dopo una valutazione dei suoi pensieri, sentimenti e della sua storia. Per quanto riguarda tutto il resto, se ha qualche difficoltà o vuole migliorare la sua vita è opportuno richiedere un intervento specialistico. Prenoti una visita con uno psicoterapeuta. L'indirizzo ha relativa importanza, conta molto di più quanto lei si senta a suo agio con il professionista in questione. Dopo una valutazione, sarà il dottore stesso a suggerirle cosa e chi la può meglio aiutare.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Salve, come mai lei si presenta con una sfilza di diagnosi infilate luna dietro l'altra?
Così sembra che siano una maschera che lei porta per dire al mondo chi è.
Cerchi piuttosto un terapeuta che sia in grado di accogliere lei in terapia e la sappia accompagnare nel processo di cambiamento piuttosto che uno schema risolutivo.
Per i farmaci invece si deve riferire allo psichiatra che eventualmente la segue.
Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
Gentile utente, alla luce di cui che riferisce mi pare opportuno che lei si confronti con uno psichiatra prima di tutto. Cordialmente, giada di Veroli
Gentile utente, mi spiace per la complessità percepita circa la sua situazione.Penso che comunque un lavoro di rete pubblico o privato tra terapeuta e psichiatria possa gestire al meglio la situazione.
Riguardo la psicoterapia penso che è necessario intersecare metodi e tecniche di correnti diverse.
Resto disponibile per eventuali chiarimenti. cordiali saluti dottoressa Silvana Zito
Buongiorno! Capisco che non sia semplice orientarsi per scegliere un tipo di psicoterapia, ma provi seguendo dei criteri anche molto pratici, come la vicinanza a casa o l'economicità, poi valuti come si trova e se le sembra di trovare benessere. E se non è così, non si arrenda, ma continui a cercare. Per la terapia, è competenza di uno psichiatra: magari sarà il terapeuta stesso a consigliarla in proposito.
Salve, ci sono tanti approcci che potrebberoesserle utili. Senza badare ai farmaci che finora non le sono stati utili, guardi alla persona del professionista che ha davanti. Ne provi più di uno e vedrà che troverà la persona che fa per lei.Tanti auguri
Salve,

Capisco quanto possa essere difficile navigare tra le varie opzioni terapeutiche e farmacologiche. La psicoterapia interazionista si concentra sulle dinamiche relazionali e sui modelli di comunicazione che influenzano il tuo comportamento e il tuo benessere. Questo approccio può aiutarti a comprendere meglio come le tue interazioni con gli altri e con te stesso contribuiscono ai tuoi sintomi e alle tue difficoltà.

Per quanto riguarda il Deniban, è fondamentale discuterne con il tuo psichiatra, considerando la tua storia di crisi epilettiche. Ogni cambiamento farmacologico deve essere attentamente monitorato da un professionista per garantire la tua sicurezza e il tuo benessere.

Ti incoraggio a continuare a cercare il supporto di cui hai bisogno e a non perdere la speranza. La strada può essere difficile, ma con il giusto supporto, è possibile trovare un equilibrio.


Dott. Marco Di Campli, psicologo psicoterapeuta
Salve, in casi di disturbo bipolare in comorbilità con altri disturbi è fondamentale affiancare la psicoterapia con la farmacoterapia. Personalmente sono una psicoterapeuta cognitivo-comportamentale e con pazienti con un funzionamento bipolare utilizzo delle specifiche tecniche cognitive e comportamentali in modo tale che la persona possa riuscire nel tempo a gestire i cambiamenti umorali dell' episodio depressivo maggiore, maniacale, ipomaniacale e misto.
Dott.ssa Melania Filograna
Gentile utente grazie per aver condiviso il suo disagio. Visti i farmaci e le diagnosi a cui fa riferimento immagino sia già seguito da uno psichiatra. Per uscire fuori da queste diagnosi e sentirsi una persona al di là delle etichette non è importante l' approccio ma l' alleanza che riuscirà a costruire col suo terapeuta. Io stesso, pur essendo un' analista rransazionale, spesso collaboro con colleghi sistemici e reputo molto arricchente queste collaborazioni. Un abbraccio. Dott. Gaetano Marino
Buongiorno, mi dispiace per la situazione che sta descrivendo e che comprendo estremamente gravosa. E' importante che il monitoraggio dei farmaci sia puntuale e periodico e che si affidi ad uno psichiatra competente, a cui riportare ogni effetto indesiderato. sempre più si va nella direzione delle terapie personalizzate e sono sicura che potrà trovare un equilibrio tra benefici e svantaggi.
Aldilà di questo il supporto psicoterapeutico resta uno strumento cardine, anche per gestire al meglio le crisi riconoscendole ai primi segnali. Lei non è portatore di diagnosi o disturbi: è una persona con un mondo di relazioni e un mondo interiore tutto da scoprire ed apprezzare. Disponibile per un eventuale consulto, anche online. Cordiali saluti. B.C.
Salve, capisco e comprendo l'urgenza di un intervento ma l'aiuto più valido prima di tutto è quello di fare una visita psichiatrica. Per quanto riguarda l'approccio non credo che faccia la differenza, tutti gli approcci psicoterapeutici hanno come fine comune il benessere della persona e, più o meno, anche le tecniche (se pure chiamate con diversi nomi) sono le stesse. Le auguro di trovare presto la sua strada. In bocca al lupo. Dott.ssa Simona Annunziata

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