Sono single, ho 51 anni ed una vita sociale non felicissima.Da moltissimi anni vivo una situazione d

49 risposte
Sono single, ho 51 anni ed una vita sociale non felicissima.Da moltissimi anni vivo una situazione di grandissima pressione e stress derivati dal mio lavoro Ho "ereditato" mio malgrado una piccola ma nota azienda per la scomparsa improvvisa di mio padre con il quale avevo collaborato 20 anni per lo sviluppo ed il successo della stessa ma al quale avevo suggerito poco prima che venisse a mancare di venderla sia per il valore potemziale della stessa sia per la mia inadeguatezza nei rapporti interpersonali. Questa "scelta" di vendere in realtà era segretamente osteggiata da mia mamma ed in fondo credo che anche mio padre fosse contrario. Credo di aver vissuto un'infanzia critica, avendo assistito a liti furibonde tra i miei genitori e le lotte per i parenti di ognuno.Per mangiare o studiare c'era sempre mia mamma con la cinghia pronta a convincermi. Mi sono sempre sentito criticato da mia mamma. Ho sviluppato un carattere sensibile, generoso e audace (da giovane) , " forte" per le posizioni estreme che mi contraddistinguono nei rapporti ed una insicurezza di fondo, comune alle mie 2 sorelle, che ho sempre cercato di vincere con attività che mi mettessero in gioco come recitare su un palco o correre gare podistiche o arrampicare su una parete etc. Con la scomparsa di mio padre 12 anni fa il mio già gravoso e forzoso coinvogimento si è drammaticamente moltiplicato e da qualche tempo ho completamente perso il controllo della mia vita con comporamenti autodistruttivi in generale, offensivi, provocatori e aggressivi che forse inconsciamente il mio cervello incapace di arrendersi considera come l'unica via d'uscita al problema. Il lavoro ne sta pesantemente risentendo con perdita di clienti e di quasi tutti i già pochi collaboratori. Il mio io rifiuta di abbandonare la nave (chiudere), anche perchè vivrebbe ciò come l'ultima e più grave sconfitta. Per portare in porto la nave mi rendo conto che ho bisogno di assumere dei collaboratori e di valorizzarli ma sono terrorizzato dal fatto che non so controllarmi e forse sto cercando di fare qualcosa che probaabilmente va oltre la mia volontà e le miei energie . I soldi non sono il probema perchè anche chiudendo permetterebbero a me ed alle mie sorelle di vivere una vita agiata. A parte rari momenti vivo questa situaziooe con distacco come se non mi riguardasse, accettarla mi sembra quasi normale, ed in generale con rassegnazione come se ormai fosse troppo tardi per far qualcosa. Non so davvero cosa voglio nella vita ; forse il lavoro non è il motivo vero del mio malessere. Ricordo che da giovane volevo fare il missionario ed in generale mi sono sempre sentito di fare qualcosa di importante o di eroico, non mi sono mai visto come padre e/o marito. Credo di aver bisogno di aiuto . Grazie per i Vs consigli sulla figura ed il percorso da intraprendere.
Buongiorno,
sicuramente una psicoterapia è il percorso che le raccomando.

Dott.ssa Valeria Bersano

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Buongiorno,
la sua infanzia travagliata e poco serena, l’ambiente familiare umiliante e criticante (piuttosto che accudente) hanno indubbiamente lasciato delle ferite e degli aspetti irrisolti che, in condizioni di stress e tensione, emergono in modo incontrollato.

Ritengo che intraprendere una psicoterapia possa esserle molto utile per comprendere cosa innesca i suoi comportamenti aggressivi, provocatori e offensivi.

Posso ipotizzare che lei metta in atto questi atteggiamenti quando sente che l'altro la sta "umiliando" o "prendendo in giro" o, ancora, "criticando".

Comprendere cosa innesca i nostri comportamenti è un primo passo, molto importante, che ci permette di prendere consapevolezza del fatto che, le nostre reazioni, non sono "immotivate" e "incontrollate", ma il frutto di interpretazioni sbagliate dell’atteggiamento dell’altro.

Modificare le nostre condotte, gestire l’aggressività e le tensioni, sono obiettivi raggiungibili con un percorso psicoterapeutico.

Possiede un’azienda a cui tiene molto, se acquisisce strategie più appropriate per gestire le relazioni interpersonali trarrà certamente maggiore soddisfazione dalla sua attività imprenditoriale e da se stesso come persona. Non è però un cambiamento che può avvenire da solo ma deve affidarsi a un professionista che sappia guidarla nella comprensione di alcune sue reazioni, individuare da dove hanno origine e ricucire le ferite del passato. “

Non mi resta che augurarle un buon lavoro su se stesso…

Gentile Signore, leggendo la sua storia non posso che raccomandarle un percorso di psicoterapia analitica junghiana. Penso sia indispensabile rivedere tutta la sua vita, riflettendo sull'atteggiamento che ha guidato le sue scelte, i conflitti che l'hanno condizionata e continuano ad ostacolarla. E' importante anche esplorare le potenzialità e le risorse che non hanno ancora avuto modo di diventare visibili e accessibili. Per saperne di più può cercare su internet alla voce psicologia analitica o contattarmi direttamente. Cordiali saluti
Buongiorno,
il suo scritto è all’insegna di una latente ricerca di se. I suoi tentativi di tenuta e controllo mi sembra abbiano ceduto e forse si ritrova a fare i conti con parti di se aggressive e autodistruttive. Avvaloro il suo pensiero di richiesta di aiuto credo ne avrebbe beneficio.
Un cordiale saluto
Elisabetta Ciaccia
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Buonasera. Vista la sua capacità di autoriflessione e la consapevolezza della complessità anche io le suggerisco un percorso di psicoterapia. Mi permetto, inoltre, di suggerire anche un consulto con un medico psichiatra, perché mi pare che il suo umore sia un po' oscillante, al punto da portare a scoppi della parte impulsiva. Come se lei tenesse, tenesse e tenesse fino a non trattenersi più. In tal modo anche il lavoro psicologico, che a volte puo' risultare frustrante se portato fino in fondo, trarrà maggiori traguardi
Buongiorno,
in accordo con i miei colleghi le consiglierei un percorso di psicoterapia, e se il professionista al quale si rivolgerà lo riterrà necessario anche ulteriori approfondimenti specialistici come ad es. visita psichiatrica.
Cordiali saluti
Dott. F. Lizzadro
Una bella attitudine al pensiero, propria di chi ha vissuto fortemente le proprie angosce. Se ne ha la possibilità cerchi uno psicoanalista nella sua zona e dedichi uno spazio strutturato a sé per recuperare stima e tranquillità che merita di avere.
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Buongiorno, la sua storia personale è indicativa di come, a volte, lo stress e l'ansia si possano trasformare in eccessi di rabbia e fastidio, è altresì chiaro che lei stia cercando un significato a ciò che le accade. Credo che sia indicato iniziare una lavoro psicoterapeutico su di sé.
Salve, come lei stesso scrive, ha sviluppato un carattere sensibile e allo stesso tempo "forte" in situazioni estreme (recitare in pubblico, arrampicarsi in parete), ma un'insicurezza di fondo è sempre presente. Tale insicurezza si manifesta soprattutto nelle relazioni sociali tanto da bloccarla nel prendere qualsiasi decisione e responsabilità.
Un'insicurezza di fondo paralizzante.
Ciò non le permette di trovare la giusta energia per vivere la sua quotidianità lavorativa e non.
Un percorso di psicoterapia può essere un valido supporto per uscire da questa situazione di blocco.
Un saluto
Lei riferisce molte consapevolezze già acquisite come se un percorso psicoterapeutico l'avesse già affrontato. Se così non è molto consigliabile affrontarlo per chiarire perchè tanta consapevolezza non le serva a nulla.
Non accenna a sua madre. E' in vita? Convive con lei?
Buongiorno caro signore!
Immagino sia molto difficile il periodo che sta vivendo: tanto stress, insicurezza, impulsività, senso di colpa.
L'analisi che ha effettuato su se stesso è davvero buona, ricca di consapevolezze su quello che sente e sulle dinamiche che maggiormente guidano il suo comportamento. E' già un ottimo punto di partenza!
Adesso si tratta soltanto di intraprendere un percorso di psicoterapia, come le suggerivano i colleghi, focalizzarsi sulle sue risorse, e puntare il timone della sua barca verso una vita che la renda soddisfatto di chi è!
Buon viaggio!
Gilda Schiavoni
Salve, dalla sua domanda trapela una grande insoddisfazione nel lavoro che ha condotto fin'ora, che è complessivamente insoddisfatto ed ha voglia di cambiare intraprendere una nuova strada. Non è mai troppo tardi realizzare i propri sogni, quindi sono d'accordo con i miei colleghi, lei dovrebbe eseguire un buon lavoro psicologico profondo, che la potrebbe aiutare a far chiarezza dentro di sè e sul suo futuro, cordiali saluti, dott. Eugenia Cardilli
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Buongiorno, in accordo con i miei colleghi le suggerirei un percorso di psicoterapia anche perché intravedo in lei un'ottima competenza introspettiva, una buona predisposizione al dialogo e un assetto motivazionale adeguato ad intraprendere un percorso importante e profondo come quello dell'analisi. Un caro saluto. Dott.ssa Compierchio
Buonasera,
rivolgersi ad uno psicoterapeuta è la chiave. Se lei fosse in zona Torino, mi farebbe piacere approfondire la sua situazione, penso di poterla aiutare.
dott Tealdi
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Buon giorno. Ha descritto la situazione in maniera precisa e accurata focalizzando il tema che può portarla a manifestare vissuti di malessere psicologico. Penso anche io, come i miei colleghi, che potrebbe essere opportuno iniziare un percorso di psicoterapia individuale allo scopo di conoscersi meglio e cercare assieme al suo terapeuta strategia adeguate atte a valorizzare le sue risorse interne. Cordialmente Gian Piero dott. Grandi.
Buongiorno,
in questa domanda porta già tantissimi temi. Un lavoro psicoterapico le permetterà di approfondire i diversi aspetti della sua vita che lei porta come critici per poi fare il punto in modo più chiaro su dove si trova adesso e che direzione vorrebbe dare alla sua vita.
Cordiali saluti
Dottssa Luisa Sale
Buongiorno, le consiglio di informarsi sui diversi tipi di approccio psicoterapeutico e fare una scelta che sente più vicina alle sue esigenze.
Ottime cose, Dott. Andrea De Simone
Buongiorno signore,
da quanto descrive, sin dall'infanzia, si è trovato ad affrontare numerosi conflitti e a mediare tra diverse istanze che non hanno reso semplice il suo percorso. La capacità che mostra oggi di sapersi narrare, sapersi porre delle domande e chiedere aiuto, mi porta a consigliarle vivamente di intraprendere un percorso di psicoterapia psicodinamicamente orientata volta proprio al riconoscimento e alla risoluzione dei conflitti interni che le impediscono di prendere decisioni importanti per la sua vita.
Spero di esserle stata utile, dott.ssa Gullone
Buongiorno. Non è sicuramente facile esprimere il proprio disagio e le proprie difficoltà, soprattutto quando invalidanti. Il passo successivo è sicuramente quello di prendere il fardello che qui ci ha mostrato è partarlo da uno specialista. Questo peso, diventando insostenibile, l'aiuterà a capire meglio quale strada percorrere per raggiungere un benessere che tanto sembra irraggiungibile, ma appunto sembra, perchè un primo passo l'ha compiuto, ora è il momento di completare il cammino con una approfondita esplorazione di sè.

Cordialità

Massimiliano Trossello
Gentilissimo, in accordo con i miei colleghi le suggerisco di iniziare quanto prima un percorso di psicoterapia. La psicoterapia a orientamento psicodinamico richiede più tempo ma le permette di fare un lavoro su di se molto profondo.
In alternativa può rivolgersi ad un terapeuta ad orientamento cognitivo-comportamentale.
Buongiorno, come i colleghi penso che un percorso psicoterapeutico con uno/a professionista possa esserle utile. Insieme avrete modo di rileggere la sua vita e ri-narrarla con minor sofferenza. Saluti.
Buongiorno,

da quanto leggo nella sua descrizione il suo dilemma sembra riassumibile in: "Se abbandono il mandato familiare che finora ha condotto le mie scelte chi sono io? Cosa definirà la mia identità?"

Dopo molti anni a rincorrere una meta professionale e personale definita da altri e aver lasciato ben dietro di sé le sue fantasie, le sue propensioni, i suoi desideri sembra essere arrivato al momento in cui sente un palpabile vuoto di significato.

Ebbene per ritrovare un significato, o forse nel suo caso per trovarlo, la direzione che può perseguire è quella di conoscere in una relazione terapeutica le sue fantasie, propensioni e i suoi desideri in modo che possano essere questi a condurla nel resto della sua vita, uscendo così dal solco che la sua famiglia aveva preparato e che sempre più sembra da lei sentito come non confacente al suo benessere personale.

Le consiglio di iniziare un percorso di Psicoterapia Psicoanalitica.

Dott. Secciani
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Buongiorno. Una terapia sistemico- relazionale può aiutarla ad affrontare e far evolvere la dinamica tra sviluppo di sé e i legami con il suo mondo relazionale (familiare, lavorativo, ecc.). Mi sembra che questo sia un nodo importante da sciogliere. Buon percorso. Luana Ceccarini
Buongiorno,
grazie per aver condiviso questo pezzo di sofferenza, ci vuole sempre una buona dose di coraggio per mettersi in gioco così!
In linea con i colleghi le suggerisco un percorso psicoterapico.
E' complicato capire quale sia l'orientamento su cui propendere, e quello che mi sento di consigliarle è di provare ad andare da una professionista e vedere come si sente, la relazione che si instaura e il sentirsi a proprio agio sono i fattori che più influenzano la riuscita di un percorso!
Un caro saluto, Dott.ssa Tanja Di Piano
Salve, la psicoterapia potrebbe esserle di aiuto, abbia coraggio e dia fiducia al professionista che l'affiancherà, sicuramente troverà le risposte che sta cercando.
MMM
Buongiorno,
da quanto scrive si scorge una grande fatica.
Le consiglio di parlarne con un bravo terapeuta: una psicoterapia potrà supportarla in un momento così delicato per lei!

Cordialmente
Dott. ssa Stefania Romananelli
Buonasera, penso che al momento attuale, rivolgersi ad uno psicologo potrebbe esserle di aiuto per fare chiarezza e avere maggiore comprensione del periodo che sta attraversando. Un saluto, Dott. Alessandro D'Agostini
Buongiorno, dal punto di vista lavorativo, potrebbe valutare l'ipotesi di un percorso nell'ambito della psicologia del lavoro, che accomunerebbe inevitabilmente anche qualche passaggio introspettivo sulla storia personale. Così potrà includere anche gli aspetti organizzativi che coinvolgono necessariamente la vita interiore. Cristina Donati Marello
Buongiorno
La sua lettera mi ha colpito per il dolore e il senso di solitudine che emrgono dalle parole. Nonostante le apparenze, io credo che lei abbia avuto una vita difficile, una vita forse di cui lei non si è mai sentito protagonista. Non è mai tardi per ricominciare e la vita, se sappiamo accoglierla, ci può riservare delle grandi sorprese.
Io le suggerisco di intraprendere un viaggio con uno psicoterapeuta di cui lei sente di potersi finalmente fidare.
Un cordiale saluto
Dott.ssa Laura Tavano
Buongiorno,
La ringrazio per averci contattato.
Mi dispiace sapere delle difficoltà che sta vivendo in questo momento.
Alle volte quando ci sentiamo costretti in un ruolo con delle responsabilità che non abbiamo scelto, possiamo sentirci frustrati, affaticati.
Condividere i suoi pensieri con un professionista, può aiutarla a recuperare la lucidità e la serenità per fare delle buone scelte.
Mi contatti per informazioni in merito.
Un cordiale saluto
Dott.ssa C. Maddalena
Gentile utente, sicuramente ci vuole un intervento ben strutturato,
le consiglio quindi di documentarsi sui differenti approcci (analisi, cognitivo comportamentale, ecc...) e scegliere quindi il terapeuta che più la convince per competenze e "sintonia", non sempre il primo psicologo è quello "giusto", qualora non si trovasse bene cambi subito.


Cordialmente

Dottor Mauro Vargiu
Caro utente, la ringrazio per aver condiviso il suo vissuto e la sua esperienza. Come ha detto lei sembra che il lavoro non sia il problema ma una manifestazione di dinamiche che l'hanno condotta fino a qui adesso. Un percorso terapeutico le permetterebbe di arrivare ad una consapevolezza di tali dinamiche interne oltre che di quelle esterne delle quali ha già una lettura molto accurata. Potrebbe anche favorire un riallaccio col tono emotivo e con le competenze relazionali. Di certo per quello per quello che riguarda il lavoro su di sé non è troppo tardi per far qualcosa. Le auguro buona fortuna, Dott.ssa Eleonora Donatelli
Gentile 51nne,

il quadro che Lei descrive è piuttosto critico, prendere in mano il proprio destino è l'esito di ogni buona psicoterapia.
Potrebbe essere il primo passo verso la Suo Autorealizzazione.
Pensi ad un albero le cui radici spaccano il cemento, pur di crescere.
Meglio tardi che mai.
Cordiali saluti.
Buongiorno, immagino il senso di smarrimento e di confusione che stia vivendo e comprendo il malessere che ne deriva. Uno sguardo al passato è certamente fondamentale, ma l'attenzione dovrebbe essere posta, a mio parere, sul momento presente e su ciò che per lei è davvero importante: le scelte di vita affrontate fino ad oggi sono state per lo più affrontate in sua vece da terze persone, forse tenendo poco in considerazione ciò che lei sentiva realmente vicino ai propri interessi e valori. Potrebbe essere interessante e costruttivo individuare quali sono le sue vere "colonne portanti", i valori che rappresentano per lei i "binari" certi e sicuri da seguire, in modo da definire poi quali azioni concrete ed efficaci mettere in atto per andare verso la persona che lei è realmente.
La invito a proseguire questo percorso di conoscenza di sé.
Cordiali saluti
Dott.ssa Passet Gros Marta
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Gentile utente, ciò che in noi si muove in maniera più o meno consapevole gioca una parte importante nelle scelte della vita quotidiana. E' possibile che "i sospesi" che sente nella relazione con la sua famiglia non le consenta di prendere scelte oculate nei confronti dell'azienda. Un percorso di psicoterapia potrebbe essere indicato per renderla più libera e consapevole nelle sue scelte.
Buonasera.
Dice di avere una vita sociale "non felicissima" e che da ragazzo avrebbe voluto andare lontano per realizzare ciò che realmente desiderava.
La fuga che molti ragazzi sognano a volte nasconde il malessere che si vive intorno e che, nel suo caso, rappresenta anche l'eredità dell'azienda che le ha lasciato la sua famiglia.
Le potrei consigliare di iniziare a fare qualcosa di "Eroico" ora (non è tardi assolutamente), ci sono tante attività/occasioni di volontariato che potrebbe svolgere non lontano dalla sua città nel tempo libero e che potrebbero aiutarla a conoscere nuove persone con cui condividere qualcosa di positivo, per ricominciare a sentirsi meglio e "più vicino" a quelli che erano i suoi progetti da ragazzo.
Un percorso di psicoterapia Sistemica che l'aiuterebbe ad elaborare i conflitti e le relazioni complesse (passate e presenti) con i suoi familiari potrebbe esserle utile, potrebbe anche aiutarla a comprendere il motivo dei suoi comportamenti autodistruttivi e perché teme di non riuscire a gestire rapporti positivi con nuovi collaboratori. Cerchi un terapeuta nella sua città e non perda la fiducia.
Dott.ssa Maria Di Toro
Buongiorno,
le sue parole descrivono bene una grande sofferenza e la sua necessità di fare luce su alcune dinamiche che con il tempo si stanno mostrando disfunzionali. Le sue parole mostrano la consapevolezza che occorre finalmente dare voce al suo malessere, trovare uno spazio di ascolto e accoglienza al suo dolore.
Condivido la sua necessità di rivolgersi a un/a professionista con cui iniziare un percorso di psicoterapia.
Rimango a disposizione per ogni dubbio.
Dr.ssa Loredana Beligni
Buongiorno, credo che riuscire a mettere per iscritto questi pensieri, questi vissuti sia stato un buon passo.
Avere consapevolezza di quelli che sono i propri limiti, paure, debolezze ci mette di norma nelle condizioni di iniziare un piccolo dialogo con noi stessi.
Non sempre è un dialogo facile perché ci mette davanti allo specchio e guardarsi non è qualcosa di semplice. Ci mette di fronte alla parte più viva, autentica di noi (anche con alcuni elementi che definiamo “scomode brutture”). Il tempo del dialogo non può essere definito a priori; ognuno di noi ha il suo passo e la sua “bussola”. Cercare aiuto, trovare uno spazio in cui ci si senta ascoltati e supportarti è un’azione concreta di presa in carico verso se stessi.
Il ripercorrere alcuni episodi del passato, riflettere su cosa i legami più stretti ci hanno lasciato, ci permette di ampliare la visione del mondo che oggi stiamo vivendo. Può consentire un nostro rilancio ed ipotizzare nuovi scenari futuri.
Potrebbe essere interessante prevedere un incontro anche con le altre componenti della sua famiglia per condividere vissuti ed emozioni, per cercare insieme aiuti e risorse nel medessimo tessuto familiare.
Mi dispiace sentire che sta attraversando un periodo così difficile. È coraggioso da parte sua cercare aiuto e considerare un percorso per migliorare la sua situazione. In questo contesto potrei darle alcuni suggerimenti generali che potrebbero essere utili.

1. Cerchi supporto professionale: Consiglierei di consultare uno psicologo o uno psicoterapeuta. Un professionista qualificato può aiutarla ad esplorare i suoi sentimenti, comprendere le sue esperienze passate e trovare modi per affrontare lo stress e la pressione che sta vivendo attualmente. Potrebbe anche prendere in considerazione un supporto terapeutico specifico come la terapia cognitivo-comportamentale (TCC) o l'approccio sistemico familiare, dato il suo background familiare complesso, ruolo per il quale mi candido.

2. Prendersi cura di sé: È fondamentale dedicare del tempo a se stesso e alla sua salute fisica e mentale. Cerchi di incorporare nella sua routine quotidiana attività che la rilassano e l'aiutano a ricaricare le energie, come l'esercizio fisico regolare, la meditazione o il tempo trascorso nella natura. Faccia attenzione anche alla sua alimentazione e al suo riposo.

3. Esplori le sue passioni e interessi: Riconsideri ciò che le appassiona e le dà un senso di realizzazione. Potrebbe dedicare del tempo a praticare hobby o attività che le interessano. Esplori anche nuove possibilità e scopra cosa potrebbe darle soddisfazione nella vita, al di là del lavoro.

4. Coltivi relazioni significative: Cerchi di stabilire connessioni sociali positive con persone che la supportano e la comprendono. Questo può includere amici, familiari o gruppi di supporto. Condividere le sue esperienze con gli altri e sentirsi compresa può aiutarla ad affrontare le sfide con maggior resilienza.

5. Prenda in considerazione una consulenza aziendale: Se la sua azienda sta attraversando difficoltà a causa dei suoi comportamenti o dello stress che sta vivendo, potrebbe valutare la possibilità di consultare un esperto in consulenza aziendale. Questo potrebbe aiutarla a sviluppare strategie per migliorare l'efficienza e la gestione del suo business, nonché ad affrontare le dinamiche interne.

Ricordi che ogni persona è unica e che queste sono solo linee guida generali. Un professionista qualificato sarà in grado di fornirle un supporto personalizzato in base alle sue esigenze specifiche. Spero che possa trovare il supporto e l'assistenza necessari per affrontare le sfide che sta vivendo e trovare un senso di benessere e realizzazione nella sua vita.
Nel suo caso specifico, è necessario adotterebbe un approccio personalizzato in base alle sue esigenze e alle sue sfide specifiche. Tuttavia, posso suggerirle alcune possibili aree di lavoro che potrebbero essere considerate:
1. Esplorazione del tuo passato e della tua famiglia: potrei aiutarla ad esplorare le sue esperienze passate, in particolare quelle legate alla sua infanzia e alla dinamica familiare. Potrebbe essere utile comprendere come le lotte e le dinamiche familiari abbiano influenzato la sua percezione di se stesso e le sue abilità relazionali. Questa esplorazione può fornire una maggiore consapevolezza delle sue dinamiche interne e può essere un punto di partenza per la crescita personale.
2. Gestione dello stress e delle emozioni: lavorerò con lei per sviluppare strategie di coping più efficaci per gestire lo stress e le emozioni intense. L'obiettivo è aiutarla a ridurre i comportamenti autodistruttivi e a sviluppare una maggiore resilienza emotiva.

3. Esplorazione dell'identità e dei valori personali: esploreremo la sua identità e i suoi valori personali. Potrebbe riflettere su ciò che la appassiona e su cosa la fa sentire veramente realizzata nella vita. Questa esplorazione può aiutarla a trovare un senso di direzione e a identificare nuovi obiettivi o scopi che siano più allineati con ciò che desideri veramente.

4. Sviluppo di abilità relazionali e comunicative: Date le difficoltà che ha descritto nei rapporti interpersonali, sarà necessario lavorare con lei per sviluppare abilità relazionali e comunicative più efficaci. Questo potrebbe includere l'apprendimento di strategie di ascolto attivo, di gestione dei conflitti e di assertività. L'obiettivo è aiutarla a costruire relazioni più sane e soddisfacenti con gli altri.

È importante ricordare che queste sono solo possibili aree di lavoro e che sarà necessario personalizzare il percorso in base alle sue specifiche esigenze e obiettivi. Il processo terapeutico richiederà tempo, impegno e apertura da parte sua, ma può offrire un ambiente sicuro e di supporto per affrontare le tue difficoltà e cercare un benessere personale più profondo.
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Gentile utente, innanzitutto la ringrazio per aver condiviso con noi la sua esperienza. Mi spiace molto per la situazione che descrive e posso immaginare il disagio connesso non solo alla sua situazione lavorativa, ma soprattutto a sue caratteristiche personali che sembrano dal suo racconto ostacolarla.
Le suggerirei di valutare un consulto psicologico al fine di rielaborare il suo vissuto e le emozioni connesse, sviluppando insieme al professionista strategie utili per una comunicazione più efficace e, soprattutto, per dare voce alla sua parte più sensibile che sembra trovare al momento poco spazio nella sua quotidianità.
Nella speranza che questo confronto possa esserle utile, resto a disposizione anche online.
Un caro saluto.
Dott.ssa Elena Sinistrero
Buongiorno, immagino sia molto difficile per lei vivere tutto ciò che ha condiviso in questo messaggio. Rivolgersi ad un professionista potrebbe aiutarla a fare chiarezza rispetto ai suoi bisogni e obiettivi, a prendersi uno spazio per sè dove rileggere la sua storia di vita e sviluppare insieme risorse e strumenti che possano aiutarla a stare meglio.
Dott.ssa Cristina Viglietti
Buonasera, oltre a "portare in porto la nave" forse sta anche portando addosso un bel carico di aspettative e desideri (suoi o altrui?) che le sono piovuti addosso tempo addietro.
Posso comprendere quanto sia stato difficile allora, e quanto lo sia adesso. Riconoscere di aver bisogno di aiuto non è semplice, ma Lei lo ha già fatto. Le auguro correnti favorevoli, magari affidandosi a un/a professionista che possa fungere da bravo/a marinaio/a.
Resto a disposizione.
V.B.
Buongiorno, un percorso di sostegno psicologico, eventualmente proseguibile in psicoterapia, potrebbe aiutarla a mettere maggiormente a fuoco la sua ambivalenza affettiva e aiutarla a trovare soluzioni a lei idonee per una migliore gestione emotiva. Un caro saluto B.Gaboardi
Immagino non stia vivendo un periodo semplice, ma anzi di profonda incertezza e questo può spaventare, scoraggiare, demotivare.
E' evidente che il suo inconscio ci restituisce un indizio: in "cantiere" c'è qualcosa di diverso da quello che le arriva alla consapevolezza e perciò bisognerebbe che qualcuno la aiuti a dialogare con quella parte profonda che nella sfera sessuale viene a galla, restituendole una certa "impossibilità" alla realizzazione.
Quando sale la nebbia nel percorso, anche e soprattutto a seguito di un disagio significativo e compromettente, diventa difficile persino il passo più semplice e ci sentiamo disorientati. E' proprio questo momento di crisi che può trasformarsi nell'opportunità di crescita e di comprensione di se stessi, purché si abbia una guida che ci accompagni in questo viaggio di comprensione di sè: ogni Dante ha diritto al suo Virgilio, come ogni Arianna ha diritto al suo filo rosso... Insomma, anche lei può avere l'opportunità di non essere solo in questo viaggio alla ricerca della sua chiarezza interiore. Le consiglio un percorso di psicoterapia che possa restituirle quella vitalità che va cercando.
Buongiorno. Dal suo racconto, emergono in primis dei bisogni di autonomia ed esplorazione che vengono tuttavia soffocati da un senso del dovere e un obbligo morale nei confronti della famiglia: portare avanti ciò che è stato costruito da suo padre. L'esplorazione e l'autonomia sono delle spinte motivazionali che fanno parte di noi esseri umani: abbiamo bisogno di sentirci liberi di compiere scelte coerenti con i nostri desideri. Il senso del dovere può derivare invece da una spinta motivazionale nel cercare di soddisfare i bisogni degli altri (come i nostri cari), per vari motivi: ottenere così da loro apprezzamento e amore e/o proteggerli e dar loro conforto. Il problema nasce quando queste due spinte motivazionali non sono equilibrate. Basandomi su quanto ha scritto, infatti, sembra come se la sua libertà fosse ostacolata da un'eccessiva responsabilizzazione, e che ciò le abbia provocato una grande frustrazione emotiva. Per fronteggiare il dolore noi utilizziamo i cosiddetti "meccanismi di coping", atti a proteggerci. Quando disregolati, però, possono darci una sensazione di benessere solo momentanea, non eliminando il dolore ma rendendolo più forte. Una sua possibile strategia di protezione potrebbe essere quella di dare sempre il massimo, sfidando quasi se stesso (ha scritto che si sente di base insicuro e che per affrontare ciò ha partecipato a gare, ecc.) per mostrarsi e mostrare agli altri quanto vale e non venire criticato, come faceva sua madre. Ricordo che le nostre condizioni affettive e cognitive sono l'eco di esperienze dolorose avvenute nel passato. Il problema è che i meccanismi di coping possono divenire un ostacolo alla soddisfazione dei suoi bisogni reali. Uno di questi lo ha espresso narrando la sua situazione: il desiderio di essere aiutato, senza essere considerato, per ciò, una persona vulnerabile o incapace come, magari, si è sentito quando veniva criticato o caricato di aspettative. Il reagire con aggressività o il sentirsi distaccato sono delle risposte di difesa a situazioni che le provocano malessere: evidentemente, le sue strategie di coping non hanno retto. Sarebbe necessario un percorso psicoterapeutico per fare emergere le sue risorse, le sue parti sane, i suoi reali bisogni, ricostruendo un nuovo schema interno, funzionale e adattivo, che le possa permettere di trovare equilibrio e serenità emotiva. Cordialmente, Chiara Lo Re
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Leggendo la sua storia, emergono chiaramente anni di pressioni e stress derivanti dal suo coinvolgimento forzato nel sistema di famiglia, una situazione che ha ereditato dopo la scomparsa improvvisa di suo padre. Questo carico aggiuntivo ha intensificato il senso di perdita di controllo sulla sua vita e ha portato a comportamenti autodistruttivi o aggressivi, probabilmente come tentativo disperato di gestire il dolore interiore.
È evidente che la sua infanzia è stata segnata da un ambiente tumultuoso, con genitori che hanno lottato tra loro e con lei stesso, creando un contesto in cui hai sviluppato una sensibilità profonda e una ricerca costante di validazione attraverso attività specifiche. Nonostante i successi e la resilienza, ora si trova in una fase in cui sente che la situazione sta sfuggendo al suo controllo e che non sa più cosa desidera veramente.
Si sente bloccato in un ciclo di comportamenti che, sebbene offrano un sollievo temporaneo, in realtà peggiorano la situazione a lungo termine. È importante riconoscere che questi comportamenti sono stati adottati come meccanismi di coping per affrontare il trauma e la perdita di controllo, ma ora stanno impedendo il suo benessere generale e il successo dell'azienda stessa.
La sua consapevolezza della necessità di un cambiamento è un passo fondamentale. È positivo che lei stia cercando aiuto e che sia aperto a esplorare modelli di comportamento più sani. Trovare un terapeuta con esperienza nel trauma e nella gestione dello stress potrebbe essere cruciale per lei. Un supporto professionale può aiutarla a esplorare le radici del suo dolore e a sviluppare strategie più efficaci per gestire il lavoro e le relazioni personali.
Non è solo nella sua lotta, e cercare aiuto è un segno di forza, non di debolezza. È importante anche considerare il sostegno delle sue sorelle, alleviando così parte del peso che sente di portare da solo.
Ricordi che il percorso verso il recupero è un processo graduale e che ogni passo verso il cambiamento positivo merita riconoscimento. Non è mai troppo tardi per fare qualcosa di significativo nella sua vita, che sia nel lavoro, nelle relazioni personali o nel trovare un senso di realizzazione personale.
Le auguro il meglio nel suo cammino verso il benessere e la guarigione. è sulla strada giusta cercando supporto e identificando il bisogno di cambiamento. Fiducioso che troverà la forza e la guida necessarie per affrontare le sfide che ha descritto con coraggio e determinazione.
Salve la sua rabbia implica che le sue ferite sono tutte aperte e fanno male.
La invito ad un percorso di rieducazione emotiva, in modo che possa apprendere nuovi schemi di rielaborazione della rabbia stessa. In questo modo potrà modulare le sue risposte non solo nei confronti delle persone che la circondano, ma anche dando affetto a se stesso e alle sue emozioni.
Saluti, dott.ssaSandra Petralli
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Buongiorno gentile utente,
Comprendo benissimo la sua sofferenza e ritengo sia normale che queste difficoltà stiano emergendo in modo accentuato proprio dopo la morte di suo padre. Il dolore e l'umiliazione trattenute per molto tempo potrebbero averle procurato una ferita emotiva profonda che ora in qualche modo cerca di manifestarsi. Esiste dentro di lei una parte di rabbia profonda che andrebbe elaborata, capita e accolta per poter ritrovare quella serenità e quell'equilibrio tanto desiderato. Se volesse lavorare sul suo vissuto famigliare e relazionale potremmo intraprendere un percorso terapeutico.
Se avesse piacere provi a contattarmi,

Cordiali saluti
Dott.ssa Francesca Savoia
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Buongiorno, mi dispiace per la situazione che sta vivendo. Dal suo racconto sembra sentirsi da un lato 'incastrato' in una vita che non le piace e non avrebbe voluto scegliere, dall'altro è come se non potesse pensare di poter cambiare, per cui porta avanti giornate apparentemente normali, intercalate da esplosioni rabbiose incontrollabili che la portano poi a sentirsi confuso e spaventato. Ciò che consiglio è di cercare un professionista psicoterapeuta, attraverso il quale trovare uno spazio di parola all'interno del quale poter portare i pensieri, le emozioni senza timore di essere giudicato.
Cordialmente dott.ssa Gabriella Pringigallo

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