Sono in terapia da 6 anni per dei disturbi che ho e non riesco più a contenere l'affetto per la mia
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Sono in terapia da 6 anni per dei disturbi che ho e non riesco più a contenere l'affetto per la mia terapeuta. Ogni tanto mi ci “fisso” e penso che vorrei più vicinanza da lei, però sono consapevole che ha il suo ruolo con me... Questa cosa da una parte mi fa soffrire ma dall'altra mi tranquillizza. A volte vorrei poterla abbracciare ma da quel che ho capito non mi aiuterebbe terapeuticamente questa cosa. Mi trovo proprio bene con lei perché so che posso dirle tutto, solo che a volte quest'affetto è talmente forte che non riesco a gestirlo bene. Quando gliene parlo sembra che lei voglia sempre spostare l'attenzione sulle cose della mia vita... Mi dice spesso che devo concentrarmi sulle conoscenze che devo fare nella mia vita. Forse si tratta anche di transfert... A volte quest'affetto diventa quasi una dipendenza per me, ma lei cerca sempre di farmi sviluppare una mia autonomia.
Sono tanti sei anni di psicoterapia? Da molto tempo vado ogni due settimane, ma ci sono state anche pause più lunghe. Sto facendo molti progressi, anche grandi, però avendo un disturbo di personalità a volte ho i miei periodi no, per questo continuo ad andare.
Sono tanti sei anni di psicoterapia? Da molto tempo vado ogni due settimane, ma ci sono state anche pause più lunghe. Sto facendo molti progressi, anche grandi, però avendo un disturbo di personalità a volte ho i miei periodi no, per questo continuo ad andare.
Quando la terapia occupa un tempo considerevole e, in alcuni casi, un'intensità maggiore anche rispetto al numero di sedute settimanali, il legame che si crea tra paziente e terapeuta diventa intenso e terreno per un lavoro profondo, in quanto è proprio all'interno di una relazione in cui si possono rivivere alcune modalità affettive messe in campo con le persone più importanti della propria vita, che si possono ridiscutere aspetti radicati e difficili da esprimere in un altro contesto. Quello che prova ha un enorme valore dal punto di vista terapeutico, pertanto, l'invito è quello di condividere con la terapeuta quanto prova e lavorare insieme su questi aspetti affettivi.
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Mostra risultati Come funziona?Salve, grazie per aver condiviso la tua esperienza. È evidente che il tuo percorso di terapia, che dura da sei anni, ti ha portato a sviluppare un legame profondo e complesso con la tua terapeuta, che ora sta suscitando emozioni intense e talvolta difficili da gestire. Sentimenti come affetto, dipendenza e il desiderio di maggiore vicinanza sono reazioni comuni nel contesto terapeutico, e possono essere parte di quello che viene definito transfert. È un processo naturale, in cui si tende a proiettare sul terapeuta emozioni e bisogni che, spesso, originano da esperienze passate.
È comprensibile che tu senta un forte bisogno di vicinanza, al punto da desiderare un abbraccio, ma al tempo stesso sembri consapevole che il suo ruolo è quello di mantenere una certa distanza professionale per aiutarti a lavorare in modo più efficace su te stesso. Il fatto che questa situazione ti provochi una forma di sofferenza è comprensibile, ma è interessante notare come al contempo tu trovi sicurezza in questa struttura.
Riconosci anche i tuoi progressi e la stabilità raggiunta nel tempo, un risultato molto importante, soprattutto considerando il percorso impegnativo e i momenti difficili che hai attraversato. La tua terapeuta, invitandoti a focalizzarti su relazioni e conoscenze al di fuori della terapia, sta cercando di aiutarti a sviluppare una tua autonomia emotiva, proprio per evitare che questo affetto si trasformi in una dipendenza. Coltivare legami significativi al di fuori della terapia può infatti essere fondamentale per il tuo equilibrio.
Riguardo alla durata della terapia, non esiste un limite prestabilito per un percorso terapeutico; ogni persona ha i propri tempi e obiettivi. E' naturale che tu possa avere periodi di alti e bassi, e la continuità terapeutica può darti un supporto essenziale nei momenti di difficoltà.
Continua a esplorare e condividere queste sensazioni in seduta, poiché la tua terapeuta può offrirti spunti per comprendere meglio la radice di questo affetto intenso. La terapia può essere uno spazio sicuro in cui esplorare queste emozioni senza paura di giudizio e, nel tempo, potrebbe portarti a scoprire nuove modalità per gestire i tuoi sentimenti e a sentirti sempre più forte e autonomo.
Ti auguro un proseguimento sereno nel tuo percorso di crescita e benessere. Un saluto, Dott. Giuseppe Saracino
Salve, la situazione che descrive è molto comune durante una psicoterapia, specialmente quando si protrae per molti anni. Il comportamento della sua terapeuta è volto a promuovere l’autonomia e a evitare una sua dipendenza dalla relazione terapeutica. Il suo ruolo è quello di supportarla, ma mantenendo sempre dei confini chiari per favorire la sua crescita personale ed indipendenza emotiva. Se, tuttavia, sente che il tema dell'affetto non viene affrontato come vorrebbe, è importante continuare a parlarne con la sua terapeuta. Potrebbe esprimere il suo desiderio di esplorare più a fondo questi sentimenti e come influenzano la sua autonomia e le sue relazioni al di fuori del contesto di cura.
Credo sia utile provare a capire cosa si ritrova a replicare del suo mondo familiare nella sua vita attuale compreso nel rapporto con la terapeuta. C’è un riattivare uno sconfinamento, una difficoltà a capire come essere nel contatto con l’altro, e proprio quello che accade tra terapeuta e paziente da difficoltà può diventare risorsa se lo si fa diventare oggetto della terapia. un caro saluto
Gentile Utente,
ho letto con molto coinvolgimento le sue parole, e penso di poter capire quanto possa essere delicata la situazione che sta attraversando. La relazione terapeutica è un qualcosa di unico, potente e profondo, e ritengo sia assolutamente umano provare dell'affetto, tuttavia ritengo sia sano e utile discutere apertamente di questo proprio con la Sua Terapeuta. Credo di poter immaginare cosa spinga ogni volta la Sua Terapeuta a „deviare“ l'attenzione su altro; in fin dei conti siamo persone anche noi, e alcune situazioni, specie se delicate, ci possono mettere in difficoltà. Cionostante ritengo che tematizzare in seduta con chiarezza e naturelezza questo affetto che ha sviluppato nei confronti della Sua Terapeuta potrebbe rappresentare un grande punto di crescita e su cui vale la pena lavorare.
Le faccio i miei migliori auguri
Un caro saluto
Mauro Fadda
ho letto con molto coinvolgimento le sue parole, e penso di poter capire quanto possa essere delicata la situazione che sta attraversando. La relazione terapeutica è un qualcosa di unico, potente e profondo, e ritengo sia assolutamente umano provare dell'affetto, tuttavia ritengo sia sano e utile discutere apertamente di questo proprio con la Sua Terapeuta. Credo di poter immaginare cosa spinga ogni volta la Sua Terapeuta a „deviare“ l'attenzione su altro; in fin dei conti siamo persone anche noi, e alcune situazioni, specie se delicate, ci possono mettere in difficoltà. Cionostante ritengo che tematizzare in seduta con chiarezza e naturelezza questo affetto che ha sviluppato nei confronti della Sua Terapeuta potrebbe rappresentare un grande punto di crescita e su cui vale la pena lavorare.
Le faccio i miei migliori auguri
Un caro saluto
Mauro Fadda
Capisco quanto possa essere intenso il legame che hai sviluppato con la tua terapeuta. Questi sentimenti, che descrivi come un misto di affetto e dipendenza, sono comuni in terapia, specialmente quando si lavora con costanza e profondità. L'affetto che provi può certamente essere una forma di transfert, in cui emergono bisogni emotivi e relazionali significativi, che possono essere molto intensi e a volte difficili da gestire.
La tua terapeuta, cercando di riportare l'attenzione sulle tue relazioni e sulla tua autonomia, sembra volerti aiutare a coltivare una capacità di connessione con gli altri fuori dal setting terapeutico. Questo non sminuisce il legame speciale che avete, ma piuttosto evidenzia l’importanza di utilizzare questo rapporto come una base sicura da cui sviluppare altre relazioni significative e indipendenti.
La durata del percorso terapeutico è diversa per ognuno, soprattutto quando si lavora su temi complessi come quelli che stai affrontando. Sei anni possono sembrare tanti, ma il fatto che tu stia facendo progressi e affrontando periodi difficili con un sostegno stabile è un segno positivo. Il tuo percorso sta andando avanti nella direzione di una maggiore autonomia emotiva, anche se a volte è normale desiderare un legame più stretto. Forse, potresti continuare a esplorare questi sentimenti in terapia, poiché il tuo desiderio di vicinanza può fornire spunti importanti per la tua crescita personale.
Un saluto,
Dott. Marco Di Campli, psicologo psicoterapeuta
La tua terapeuta, cercando di riportare l'attenzione sulle tue relazioni e sulla tua autonomia, sembra volerti aiutare a coltivare una capacità di connessione con gli altri fuori dal setting terapeutico. Questo non sminuisce il legame speciale che avete, ma piuttosto evidenzia l’importanza di utilizzare questo rapporto come una base sicura da cui sviluppare altre relazioni significative e indipendenti.
La durata del percorso terapeutico è diversa per ognuno, soprattutto quando si lavora su temi complessi come quelli che stai affrontando. Sei anni possono sembrare tanti, ma il fatto che tu stia facendo progressi e affrontando periodi difficili con un sostegno stabile è un segno positivo. Il tuo percorso sta andando avanti nella direzione di una maggiore autonomia emotiva, anche se a volte è normale desiderare un legame più stretto. Forse, potresti continuare a esplorare questi sentimenti in terapia, poiché il tuo desiderio di vicinanza può fornire spunti importanti per la tua crescita personale.
Un saluto,
Dott. Marco Di Campli, psicologo psicoterapeuta
Buonasera, grazie per aver condiviso la sua esperienza. Al di là degli anni di psicoterapia (ogni approccio ha una visione), il punto forse è chiedersi quanto ci si sente cambiati in questi sei anni, quanto si sente di aver lavorato su modalità relazionali e modi di essere che possono bloccarci alle volte nell'esistenza. La rovina di qualunque psicoterapia è quando si trasforma in dipendenza, poiché perde ogni potenziale generativo e di cambiamento. Riflettere su questa modalità relazionale può certamente giovare, ma contestualizzarla alla luce di un cambiamento effettivo è ciò che genera movimento. Un caro saluto.
Salve, la sua terapeuta avrà modo di elaborare questi suoi vissuti affettivi .. lavorerà su questo tema e sarà capace di stare nel confine della relazione senza negare queste sue "fisse".
cordialmente
Carlo Benedetti Michelangeli
cordialmente
Carlo Benedetti Michelangeli
Gentile utente la psicoterapia non si misura in anni, per come lavoro io preferisco sia sempre il paziente a decidere il termine di una psicoterapia. Per quanto riguarda il mio approccio consiste in una prima call gratuita telefonica dove viene fatta una prima raccolta anamnestica e viene circoscritta la problematica a cui far seguire un percorso terapeutico in presenza oppure online. Per ulteriori delucidazioni non esiti a contattarmi. Cordialità dott. Gaetano Marino
Salve, da quanto scrive, la sua terapeuta sta facendo un bel lavoro con lei. L'affetto che prova a volte è inevitabile, ma bisogna ricondurlo al tipo di relazione, tra terapeuta e paziente. Il fatto di sentirsi capito in modo profondo da un altro essere umano, comporta l'attivazione del Sistema Motivazionale di Attaccamento, ossia il bisogno dell'altro, ma questo non significa che l'accudimento che la sua terapeuta le offre, sia da ricondursi alla sfera sentimentale. Complimenti per i progressi. Un cordiale saluto
Dott.ssa Marina Bonadeni
Dott.ssa Marina Bonadeni
Buonasera, ciò che prova è parte di un transfert e parte di una relazione che si è instaurata e grazie alla quale sono possibili i progressi che lei sta notando. Il lavoro sta andando bene e questo è l'aspetto più importante. Se lo desidera, parli con la sua terapeuta dei dubbi in merito a questi sentimenti, così come ha scritto qui.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Buonasera, il legame affettivo che prova per la sua terapeuta è molto comune in terapia, soprattutto quando si è lavorato insieme per molti anni e ci si sente compresi in profondità. Questa esperienza è spesso riconducibile al transfert, un fenomeno per cui i sentimenti verso una persona significativa del passato o del presente vengono "trasferiti" sulla figura del terapeuta.
Il fatto che la sua terapeuta la riporti a concentrarsi su relazioni e interessi nella sua vita quotidiana suggerisce che sta cercando di aiutarla a sviluppare una maggiore indipendenza emotiva e ad approfondire le sue connessioni personali al di fuori del setting terapeutico. Questo approccio è proprio volto a stimolare la sua autonomia, sostenendola a fare progressi concreti verso un sostegno interno, che potrebbe darle più sicurezza anche fuori dalla terapia.
Sei anni possono sembrare tanti, ma nelle terapie a lungo termine, in particolare con disturbo di personalità, una durata simile non è insolita, soprattutto quando si lavora sulla costruzione di una base solida per affrontare in autonomia le sfide emotive. Continuare ogni due settimane, con qualche pausa, sembra proprio un modo per consolidare il suo percorso mantenendo un legame saldo ma non troppo vincolante.
Le consiglio di continuare a esplorare questi sentimenti con lei, anche se il discorso viene orientato verso la sua vita esterna, perché parlarne può aiutarla a trovare il giusto equilibrio tra affetto e autonomia.
Il fatto che la sua terapeuta la riporti a concentrarsi su relazioni e interessi nella sua vita quotidiana suggerisce che sta cercando di aiutarla a sviluppare una maggiore indipendenza emotiva e ad approfondire le sue connessioni personali al di fuori del setting terapeutico. Questo approccio è proprio volto a stimolare la sua autonomia, sostenendola a fare progressi concreti verso un sostegno interno, che potrebbe darle più sicurezza anche fuori dalla terapia.
Sei anni possono sembrare tanti, ma nelle terapie a lungo termine, in particolare con disturbo di personalità, una durata simile non è insolita, soprattutto quando si lavora sulla costruzione di una base solida per affrontare in autonomia le sfide emotive. Continuare ogni due settimane, con qualche pausa, sembra proprio un modo per consolidare il suo percorso mantenendo un legame saldo ma non troppo vincolante.
Le consiglio di continuare a esplorare questi sentimenti con lei, anche se il discorso viene orientato verso la sua vita esterna, perché parlarne può aiutarla a trovare il giusto equilibrio tra affetto e autonomia.
Buongiorno, non dice la sua età, la sua situazione sentimentale, amicale, lavorativa, familiare... mi chiedo e le chiedo, dato che sei anni non sono pochi: al di là del suo attaccamento per questa terapeuta, quanto la terapia la sta aiutando a sviluppare dei rapporti con altre donne, là fuori? Quanto (e se) questi sono cambiati, evoluti? Se mi scriverà la leggerò e risponderò con piacere.
Ho letto con attenzione le sue parole e comprendo la profondità dei sentimenti che sta provando nel rapporto con la sua terapeuta. Il cammino che sta percorrendo è lungo e complesso, e la forza dell’affetto che descrive è comprensibile, soprattutto considerando quanto la terapia possa diventare uno spazio intimo e sicuro per esplorare se stessi e le proprie emozioni.
Ciò che descrive potrebbe essere legato al transfert, un fenomeno naturale e frequente nel processo terapeutico. L’affetto e il desiderio di vicinanza che prova verso la sua terapeuta riflettono non solo l’importanza che lei ha nella sua vita, ma anche il bisogno di sicurezza e comprensione che porta dentro di sé. Questa relazione, proprio per la sua intensità, può diventare una base preziosa per esplorare altre dinamiche affettive e lavorare sullo sviluppo della sua autonomia.
Il fatto che la sua terapeuta la incoraggi a concentrarsi sulle relazioni e le conoscenze al di fuori del contesto terapeutico, puntando alla sua crescita e indipendenza, dimostra quanto sia impegnata a sostenerla nel cammino verso una piena realizzazione personale. Questo lavoro di distacco progressivo è una parte essenziale della terapia, anche se a volte può comportare una certa fatica.
Se sente che il bisogno di vicinanza diventa troppo intenso o difficile da gestire, è importante che continui a parlarne con lei, come sta già facendo. Attraverso il dialogo e la condivisione aperta di queste emozioni, potrà dare loro un significato più profondo e scoprire come trasformarle in una risorsa per la sua autonomia.
Ha già percorso un lungo cammino, e i progressi di cui parla sono la testimonianza del suo impegno e della sua forza. Sappia che questi sentimenti sono parte del processo e che, continuando con costanza, troverà sempre più stabilità nel rapporto con se stessa.
Saluti,
Antonella D’Orlando
Ciò che descrive potrebbe essere legato al transfert, un fenomeno naturale e frequente nel processo terapeutico. L’affetto e il desiderio di vicinanza che prova verso la sua terapeuta riflettono non solo l’importanza che lei ha nella sua vita, ma anche il bisogno di sicurezza e comprensione che porta dentro di sé. Questa relazione, proprio per la sua intensità, può diventare una base preziosa per esplorare altre dinamiche affettive e lavorare sullo sviluppo della sua autonomia.
Il fatto che la sua terapeuta la incoraggi a concentrarsi sulle relazioni e le conoscenze al di fuori del contesto terapeutico, puntando alla sua crescita e indipendenza, dimostra quanto sia impegnata a sostenerla nel cammino verso una piena realizzazione personale. Questo lavoro di distacco progressivo è una parte essenziale della terapia, anche se a volte può comportare una certa fatica.
Se sente che il bisogno di vicinanza diventa troppo intenso o difficile da gestire, è importante che continui a parlarne con lei, come sta già facendo. Attraverso il dialogo e la condivisione aperta di queste emozioni, potrà dare loro un significato più profondo e scoprire come trasformarle in una risorsa per la sua autonomia.
Ha già percorso un lungo cammino, e i progressi di cui parla sono la testimonianza del suo impegno e della sua forza. Sappia che questi sentimenti sono parte del processo e che, continuando con costanza, troverà sempre più stabilità nel rapporto con se stessa.
Saluti,
Antonella D’Orlando
Gentile utente di mio dottore,
sarebbe opportuno portasse questi suoi dubbi in terapia. Potrebbero essere un importante spunto di riflessione su cui soffermarsi e da cui ripartire. Non perda la fiducia verso ciò che sta facendo.
Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
sarebbe opportuno portasse questi suoi dubbi in terapia. Potrebbero essere un importante spunto di riflessione su cui soffermarsi e da cui ripartire. Non perda la fiducia verso ciò che sta facendo.
Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
Ciao, il tranfert che hai nei confronti della terapeuta non determina un risvolto positivo per il lavoro di crescita ed autonomia che la dottoressa sta cercando di farti maturare, la tua dipendenza diventa una coazione a ripetere anche nell'ambito terapeutico, per cui riproduci sempre gli stessi schemi di bisogni, senza poterne uscire.
Gentile Amica o Amico,
è molto bello che lei sia così in contatto con le sue emozioni! Ha lavorato bene, evidentemente. Che provi quest'affetto per la sua terapeuta è comprensibile, e forse ora il "compito" potrebbe essere proprio imparare a vivere l'affetto e ad esprimerlo in un contesto come la terapia, attraverso cui sta imparando tanto su se stessa/o. La sua terapeuta potrà aiutarla in questo, se ne parlerà con lei.
con i migliori auguri,
dr. Ventura
è molto bello che lei sia così in contatto con le sue emozioni! Ha lavorato bene, evidentemente. Che provi quest'affetto per la sua terapeuta è comprensibile, e forse ora il "compito" potrebbe essere proprio imparare a vivere l'affetto e ad esprimerlo in un contesto come la terapia, attraverso cui sta imparando tanto su se stessa/o. La sua terapeuta potrà aiutarla in questo, se ne parlerà con lei.
con i migliori auguri,
dr. Ventura
A meno che non si tratti di psicoanalisi, sei anni sono veramente tanti. Come la farebbe sentire l'idea di concludere la terapia?
Resto a disposizione
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Gentile scrivente, la relazione terapetuica è una relazione molto importante e nel momento in cui sente questo forte affetto nei confronti del/della terapeuta è importante affrontarlo, poichè il terreno può essere fertile per far emergere contenuti profondi.
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