Sono di continuo preda di pensieri che mi angosciano. Sarei in cura per presunto doc incentrato sull

19 risposte
Sono di continuo preda di pensieri che mi angosciano. Sarei in cura per presunto doc incentrato sulla paura del suicidio, ma ad esso è sopraggiunto uno stato depressivo che mi preoccupa per le sue tremende ripercussioni possibili. Finora credevo che a salvarmi dal compiere un gesto inconsulto fosse il rigetto quasi fisico che provo di fronte all'idea di non essere più. La mia terapeuta mi esorta a cercarmi degli interessi, a uscire, a condividere un aperitivo con qualcuno, ma io non provo piacere ormai nel fare nessuna cosa, non trovo motivazioni per aderire a nessuna iniziativa vitale (anche perché l'impotenza sessuale in cui verso, a seguito della terapia con SSRI, mi ha tolto ogni ragione di interagire col gentil sesso...), per cui in certi momenti valuto il concetto di esser vivo. Cosa mi consigliate?
Buongiorno. Dovrebbe specificare quando è iniziato il tutto e dovrei capire in che momenti della giornata si manifestano questi pensieri. Ci sono delle situazioni specifiche? E in più: riguardo questi pensieri, tende a cercare di controllarli o lascia che fluiscano? Potrei aiutarla.

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Salve, mi spiace molto per la situazione ed il disagio espresso e comprendo quanto possa essere difficile per lei convivere con questa situazione riportata.
Ritengo fondamentale che lei prosegua il percorso psicologico per indagare cause origini e fattori di mantenimento dei suoi sintomi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che il lavoro con la terapeuta possa aiutarla ad identificare pensieri rigidi e disfunzionali che impediscono il cambiamento desiderato e mantengono la sofferenza in atto.
'cordialmente, dott FDL
Gentile utente, traspare dalla sua richiesta di aiuto, il profondo stato di disagio che sta attraversando. Le patologie che elenca sono tutt’altro che banali e proprio per questo ritengo che il percorso di cura che ha intrapreso sia adeguato al suo caso. Il lavoro di concerto tra psicologo e psichiatra consente di affrontare il problema su più fonti e verosimilmente questo potrà dare esiti favorevoli. Continui.
Le porgo i miei Saluti.
Dottoressa Elisa Taverniti
Buonasera ,cerchi di non confondere il pensiero ossessivo sul suicidio da un vero desiderio di suicidarsi Comprendo il suo malessere ,ma non si scoraggia e prosegua il suo percorso psicoterapico e la terapia farmacologica.Un caro augurio Dottoressa Luciana Harari
Buonasera. Mi dispiace per la sofferenza che sta vivendo. Il mio suggerimento è di non arrendersi e di continuare ad impegnarsi nel suo percorso psicoterapeutico, condividendo i suoi vissuti e i suoi pensieri con la sua terapeuta, oltre a continuare a seguire la terapia farmacologica, avendo fiducia nella concreta possibilità che gradualmente possa riuscire a ritrovare il piacere nella relazione con sé stesso e nella relazione con gli altri. In bocca al lupo e un saluto, Dott. Felice Schettini
Gentile utente,
ci sembra di capire che è seguito sia psicologicamente sia con il supporto farmacologico. Cerchi di affidarsi al percorso che sta facendo, siamo certi che aprendo le sue mani, riuscirà a prendere ciò che di buono già sta facendo. Restiamo a sua disposizione per qualsiasi chiarimento.
Saluti, Dottore Diego Ferrara Dott.ssa Sonia Simeoli
Buonasera, mi pare che il percorso di farmaci e psicoterapia che ha deciso di intraprendere sia quello giusto. Dovrebbe provare a parlare con la sua psicoterapeuta delle angosce che prova più che focalizzarsi sull'effetto cioè la mancanza di voglia di fare.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Buonasera Gentile Utente, mi dispiace per la situazione che sta vivendo. Visto il peggioramento della sintomatologia, credo sia importante una visita psichiatrica per valutare un cambiamento della cura farmacologica. Provi a parlarne anche con la sua terapeuta ed esprima a lei tutte le sue perplessità. Probabilmente in questo momento vede tutto nero e fatica a trovare la motivazione per fare qualsiasi cosa. Deve sapere però che questo è solo un momento. Si fidi della terapia e tornerà a stare meglio. Cordialmente, dott. Simeoni.
Buonasera, mi spiace leggere che è nel peggior momento della sua situazione. Unica parola magica che mi sento di darle è affidarsi, tiri il meglio che può dai suoi dottori e forte troverà la strada. Già il fatto che sta trovando ulteriore conforto scrivendo qui mi fa intendere grande speranza di ripresa. Forte se ha bisogno, io ci anno! Saluti dott.ssa Maria Lombardo
Buongiorno, rispetto questi pensieri quanto le costa continuare a controllarli in termini di energia psi?

Saluti

MT
Buongiorno, i sintomi che esprime sono certo indicazione di grande sofferenza, che sta mettendo a dura prova la sua tenuta, nonostante le certezze. Il percorso intrapreso, sia farmacologico che psicoterapeutico, le saranno importanti compagni di viaggio, tuttavia la invito a coltivare al più possibile - quando il pensiero ossessivo lo consente - la sua interiorità: i suoi convincimenti sono senza dubbio indicazione della presenza, in lei, di una connessione con un livello profondo di consapevolezza che potrebbe aiutarla tanto in questo frangente. Le cose possono cambiare anche in poco tempo, talvolta.
Buon pomeriggio, pensi che ad ogni cosa esiste un rimedio. Non si concentri sulle negatività, ma su ciò che le fa piacere e lo fa sentire bene.
Cerchi di mettere in pratica ciò che le consiglia la sua terapeuta.
Sono disponibile per ulteriori informazioni.
Cordiali saluti
Dott.ssa Laura Francesca Bambara
Buon pomeriggio, io credo che a questo punto della terapia da lei intrapresa dovrebbe studiare e lasciar che la sua terapeuta soprattutto studi le problematiche soggiacenti tale disagio, in forma di rivisitazione del passato e delle relazioni importanti della sua vita.
Buona giornata e se ha bisogno io lavoro anche online.
Dr.ssa Cristina Mitola
Salve, difficile darle una risposta precisa senza conoscere con cura il suo problema. Se la sua terapeuta le ha diagnosticato un DOC sarà sicuramente così e deve condividere con lei le sue paure e preoccupazioni in modo tale da acquisire gli strumenti necessari per affrontare il disagio. Approvo la scelta di affiancare un percorso farmacologico per sostenerla che sarà provvisorio, quindi non si preoccupi delle controindcazioni di cui ci ha parlato perché passeranno quando interromperà l'assunzione dei medicinali. Non si scoraggi e vedrà che col tempo risolverà. Cordilai saluti. Professor Antonio Popolizio-
Il rischio non è tanto rappresentato dal DOC quanto dallo stato depressivo. Non sono uno psichiatra ma so che in caso di DOC è difficile trovare un equilibrio con l'SSRI rispetto all'effetto anti-ruminazione e l'effetto antidepressivo. La cosa strana, come giustamente sottolinea, è che comunque non c'è stato un miglioramento dell'umore. Io cercherei di valutare col suo psichiatra l'inserimento di un ulterioriore apporto antidepressivo, e valuterei anche il farmaco che sta già prendendo. Se avesse poco o nullo effetto sul DOC vuol dire che su di lei non ha praticamente effetto e si potrebbe sostituire con antidepressivo di altro tipo. Tutto questo serve da cuscinetto e permette più lucidità nella psicoterapia, che rimane parte fondamentale del trattamento
Buongiorno e grazie per la condivisione, posso immaginare quanto sia spiacevole vivere la situazione che descrive. Ha provato a parlare con la sua terapeuta del fatto che, a quanto scrive, non sembra che negli ultimi tempi ci siano stati miglioramenti? Forse un cambio di metodologia potrebbe aiutarla ad affrontare questo momento e confido che la sua terapeuta sarebbe aperta a vagliare nuove strade da percorrere.
Resto in ogni caso a disposizione per ulteriori domande o chiarimenti e le auguro una buona giornata,
Dott.ssa Giulia Voghera.
Buongiorno e grazie per aver parlato con noi della sua situazione che mi pare di comprendere essere molto densa. E' difficile poterle dare un consiglio, se non quello di continuare a parlare con la sua psicologa della sua situazione e provare a trovare insieme a lei la soluzione e la via migliore per poter uscire da questo momento complicato. Resto a sua disposizione, cordialmente, dott. Andrea Brumana
Buonasera, mi dispiace molto della situazione.
Ha provato a parlarne con la sua terapeuta? Se no, come mai? E le ha parlato che non trova motivazioni ad aderire a iniziative? Parlarne con lei potrebbe essere importante. Prima di tutto questo cosa provava piacere a fare?
Saluti
Elisabetta

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Mi dispiace davvero per l’angoscia che stai vivendo, e capisco quanto possa essere difficile affrontare questi pensieri, specialmente con la sensazione che anche le cose che ti venivano proposte come soluzioni non riescano a darti sollievo. La lotta con il DOC e la depressione, specialmente quando sfiducia e apatia sembrano togliere energia per ogni azione, può davvero sembrare estenuante e scoraggiante. È chiaro però che nonostante tutto stai cercando di reagire, stai continuando a confrontarti con i tuoi pensieri, e stai anche cercando delle risposte – è un segnale che, nonostante tutto, dentro di te c’è una volontà di miglioramento e di chiarezza.

Gli SSRI, come sai, possono avere degli effetti collaterali debilitanti sul piano fisico e mentale, e quello che stai sperimentando è molto comune; a volte, questi effetti fisici possono ridurre ulteriormente la motivazione e alimentare i pensieri negativi. Potresti considerare con il tuo terapeuta e il medico curante se valutare un aggiustamento del dosaggio o un cambio di terapia farmacologica; molti antidepressivi hanno alternative che possono meglio rispondere alle esigenze specifiche senza impattare eccessivamente sulla sfera sessuale.

Per quanto riguarda le strategie che ti ha proposto la tua terapeuta, è comprensibile che in questo momento ti sembri impossibile "forzarti" a seguire suggerimenti che richiedono energie e motivazione. In situazioni di depressione, spesso non è il piacere o la motivazione a guidare le azioni, ma micro-abitudini che possono gradualmente stimolare un senso di calma o alleviare il peso della giornata. In questo, a volte funziona meglio mirare a piccolissimi obiettivi, anche uno alla volta, senza preoccuparti troppo della quantità o della frequenza. Alcuni esempi potrebbero essere:

Focalizzati su attività di calma: Piuttosto che uscire per interazioni sociali o cercare di “distrarti” subito, prova a concederti attività che abbiano il solo obiettivo di lenire l’ansia, come pratiche di respirazione profonda, meditazione guidata o semplici passeggiate. Anche solo dieci minuti al giorno possono avere un effetto calmante che, se fatto con costanza, può contribuire a migliorare il tuo stato di base.

Scrittura libera: Anche solo prendere qualche minuto ogni giorno per scrivere in modo libero, senza censura, tutto ciò che senti e pensi può aiutare a esternare questi pensieri ossessivi. Si tratta di una forma di scarico che non ti richiede di “fare qualcosa” oltre che mettere su carta ciò che già hai dentro, ma può darti un piccolo senso di sollievo nel tempo.

Usare una visione “più ampia”: Prova a ricordarti che il DOC e la depressione sono condizioni che spesso portano a perdere di vista una visione più ampia e piena della vita. Questi stati tendono a restringere il nostro sguardo solo sugli aspetti negativi o dolorosi. Ricordare che si tratta di distorsioni, e che la tua percezione attuale non è tutta la realtà, può offrire un piccolo ma importante distacco. Non devi “convincerti” di nulla, ma anche solo accettare l’idea che il tuo stato attuale possa non essere definitivo o l’unica verità può dare un senso di maggiore apertura.

Fatti affiancare per la gestione dei farmaci: Spesso il passaggio a una terapia più compatibile può davvero fare la differenza, ma a volte servono più tentativi o periodi di adattamento. Con il supporto di uno psichiatra che ascolti i tuoi sintomi, potresti ottenere un regime terapeutico che ti aiuti a ridurre i sintomi senza compromettere eccessivamente la tua vita intima.

Micro-impegni sociali: Se l’idea di uscite o aperitivi ti sembra troppo pesante, potresti iniziare con impegni “sociali” ancora più piccoli e non necessariamente focalizzati sul contatto umano. Anche una telefonata, una breve visita a un parente, o anche solo un saluto ad un vicino possono portare a piccole interazioni che non richiedono grande sforzo emotivo. Questo può aiutare a riprendere un senso di connessione senza obblighi o aspettative.

Infine, ricorda che non c’è una linea temporale fissa per uscire da una depressione, specialmente quando accompagnata dal DOC. Ogni passo, anche piccolo, è una conquista. Tu non sei ridotto ai pensieri intrusivi o ai momenti di sconforto, e con tempo e pazienza, insieme alla tua terapeuta e con il supporto farmacologico più adeguato, ci sono buone possibilità che tu riesca a trovare un equilibrio e una serenità di base.

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