Sono colei che ha detto di vet paura di rifare sedut emdr sul lutto fraterno, dopo la 1 esperuenza c
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Sono colei che ha detto di vet paura di rifare sedut emdr sul lutto fraterno, dopo la 1 esperuenza che ha detonato paure, ben 8 mesi fa. Martedì mi si alza la paura di rivivere le paure panico, mercoledì vado a fare forse inutili test sulla valutazione deficit memoria, decisi in base alla paura di poter avere una demenza come ebbe mamma, sapevo che sarei tornata provata e che forse non era o così necessari ma ormai avevo l appuntamento. Ieri lo psicologo geriatra che lii ha fatti, sosteneva che non ne avessi bisogno, chela mia è più ansia. Che dietro la paura di morire gli avevo accennato alcune cose mie, vi è in realtà quella di vivere. E vabbe concordo. Tra chiacchiere e test 4h...e momenti di commozione, di memorie smosse perché ho rivisto mamma quando non poteva disegnare o fare cose che ai suoi test, poi definirono la sua demenza. Li per li mi è parso che ho contenuto. Poi il tragitto con uno che mi ha portata in auto, sia andata che ritorno, fatto di paureeeee di morire in un incidente, caldo atroce che peggiorava stato di ansia, consapevolezza che da mesi causa covid e pure post panico della prima seduta emdr, propri sul treno, non ho voglia di prendere mezzi. Senso di vertigine che credevo sarebbe passato appena tornata a casa. Macché... Peggio che mai. Da ieri pomeriggio mi sono sentuta dissociata, una me adulta che vile vivere e una me più fragile che ha avuto una ennesima paura, sono stanca di rivivere emozioni dolorose, spaventi, panico che viene dal passato. Non avevo voglia di mangiare, temevo che le vertigini fossero altro di brutto. Ora odio gli evitamenti, ma devo andare dallo psicoterapeuta oggi e prenderò un taxi.. Cosa che non faccio perché cammino. Oggi non riesco. Mi sento come se in me una parte non volesse alzarsi muoversi dallo spavento. Ok prendo un ansiolitico, non farò emdr glielo dico, ma io so che non voglio vivere così. Non voglio dissociarmi, né essere depressa, né diventare matta. Non vo fuori dal conflitto tra esercizio controllo e lasciarlo andare. Da Dentro vorrei vomitare tutto il dolore ma ho paura.... Sempre il termine paura. Maledizione
Gentilissima, dalle sue parole emerge un livello di malessere davvero notevole, come mai non ha pensato di parlarne con il terapeuta che la segue ? Se davvero è stato l’EMDR ha riaprire alcune ferite occorrerà fare ora un lavoro di ricucitura. La sua angoscia e il suo spaesamento esistenziale meritano un ascolto attento e partecipe da parte di un terapeuta in carne ed ossa. Forse un appello anonimo rivolto agli psicologi di un portale non potrà aiutarla come merita, o forse non è così ? Cosa ne pensa ? Un caro saluto, Marta Corradi
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Gentile signora, emerge dalle sue parole che sicuramente è in uno stato confusionale alto. Le consiglio di andare al più presto dal suo terapeuta che saprà sicuramente come aiutarla. Le sedute EMDR possono riaprire ferite, ma sono sempre inquadrate in un protocollo che scongiura derive simili. Sicuramente ha innescato un processo che deve proseguire. Le consiglio comunque di continuare e non lasciarsi spaventare da ciò che prova in questo momento. Spero di esserle stata utile. Un caro saluto.
Buonasera, penso che dato che lei è in terapia, debba elaborare ciò che ha provato con il suo terapeuta e lavorare profondamente sulle sue paure. La terapia EMDR è molto valida per elaborare tutti i sintomi che ha descritto nella sua domanda, soprattutto le sue paure. Ne parli apertamente con il suo psicoterapeuta deve avere fiducia in lui, vedrà che la saprà sostenere, cordiali saluti, dott. Eugenia Cardilli.
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Gent.ma,
traspare un profondo senso di smarrimento dalle sue parole. La terapia EMDR è molto valida, anche se inizialmente sembra disorientare.
Mi sento di dirle di non aver paura di vomitare tutto il suo dolore, perchè l'organismo - ed in questo la Gestalt potrebbe costituire l'approccio più indicato per lei - ha anzi proprio bisogno di vomitare un peso che non può più sopportare. Spesso pensiamo che le emozioni siano pericolose perchè una volta avviate, una volta aperto un varco, una frana ci finirebbe addosso. In realtà l'organismo è più che abituato, dopo millenni di sopravvivenza, ad utilizzare le emozioni per indirizzare la persona verso i propri bisogni.
Perciò non abbia paura di provare quello che prova, anzi vedrà che una volta lasciate defluire, le emozioni che prima erano bloccate la aiuteranno a riprendersi in mano una qualità di vita a lei più funzionale.
traspare un profondo senso di smarrimento dalle sue parole. La terapia EMDR è molto valida, anche se inizialmente sembra disorientare.
Mi sento di dirle di non aver paura di vomitare tutto il suo dolore, perchè l'organismo - ed in questo la Gestalt potrebbe costituire l'approccio più indicato per lei - ha anzi proprio bisogno di vomitare un peso che non può più sopportare. Spesso pensiamo che le emozioni siano pericolose perchè una volta avviate, una volta aperto un varco, una frana ci finirebbe addosso. In realtà l'organismo è più che abituato, dopo millenni di sopravvivenza, ad utilizzare le emozioni per indirizzare la persona verso i propri bisogni.
Perciò non abbia paura di provare quello che prova, anzi vedrà che una volta lasciate defluire, le emozioni che prima erano bloccate la aiuteranno a riprendersi in mano una qualità di vita a lei più funzionale.
Buongiorno, la sua storia continua ad essere segnata da dolorosi eventi, quotidiani, che le fanno percepire questo senso di distacco e smarrimento. Una confusione che dovrebbe trovare una collocazione nella relazione con il suo terapeuta. Provi a portare nello spazio relazionale questi importanti contributi e se sente la necessità di un supporto maggiore provi a discutere la frequenza delle sedute, troverete insieme un modo per arginare, intanto, il suo senso di dispersione. Un cordiale saluto Dott.ssa Elisa Galantini
Gentile Utente,
mettere mano ad un passato doloroso come il suo è maledettamente faticoso, ed è comprensibile la tensione tra proseguire e fermarsi che vive, e ci racconta. Si sta proteggendo, ma è importante comprendere che questa protezione non è gratis, perché ci solleva al momento dal problema, ma non libera. L'EMDR ha spalancato una finestra sul suo dolore, che ora deve essere gestito assolutamente in sinergia con il suo terapeuta. Non è un compito del quale deve farsi carico da sola, perché è troppo gravoso, deve essere accompagnata. Non demorda, per quanto viverle ci possa spaventare, le emozioni non sono pericolose e se diamo loro modo di fluire si regolano spontaneamente in un lasso di tempo così breve che se ne stupirebbe. Porti questi intensi sentimenti di paura al suo terapeuta ed insieme ricominciate a disegnare il percorso verso un benessere che con gradualità verrà ripristinato. Coraggio. Un caro augurio di buona fortuna
mettere mano ad un passato doloroso come il suo è maledettamente faticoso, ed è comprensibile la tensione tra proseguire e fermarsi che vive, e ci racconta. Si sta proteggendo, ma è importante comprendere che questa protezione non è gratis, perché ci solleva al momento dal problema, ma non libera. L'EMDR ha spalancato una finestra sul suo dolore, che ora deve essere gestito assolutamente in sinergia con il suo terapeuta. Non è un compito del quale deve farsi carico da sola, perché è troppo gravoso, deve essere accompagnata. Non demorda, per quanto viverle ci possa spaventare, le emozioni non sono pericolose e se diamo loro modo di fluire si regolano spontaneamente in un lasso di tempo così breve che se ne stupirebbe. Porti questi intensi sentimenti di paura al suo terapeuta ed insieme ricominciate a disegnare il percorso verso un benessere che con gradualità verrà ripristinato. Coraggio. Un caro augurio di buona fortuna
Salve,
dalla sua scrittura è palese in questo momento un grande malessere ed una profonda confusione.
Le consiglio di parlare con il suo psicoterapeuta di quanto sta accadendo al fine di poter trovare insieme con lui gli strumenti con cui poter pian piano ridimensionare il suo stato attuale.
Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
dalla sua scrittura è palese in questo momento un grande malessere ed una profonda confusione.
Le consiglio di parlare con il suo psicoterapeuta di quanto sta accadendo al fine di poter trovare insieme con lui gli strumenti con cui poter pian piano ridimensionare il suo stato attuale.
Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Buongiorno, dalle sue parole emerge un grande dolore, tanta paura e vari tentativi di soluzione/spiegazione. Le consiglio vivamente di portare questo suo stato di malessere al suo terapeuta così che insieme possiate ridefinire il percorso ed eventualmente valutare se utilizzare o meno una tecnica specifica. Un caro saluto, Enza C.
Gentile utente, nel leggerla traspare tutto il suo dolore, la difficoltà ad attraversare i momenti difficili che una terapia comporta e soprattutto uno stato confusionale che deve essere affrontato. Parli con il suo terapeuta e decida come proseguire e cosa le può essere più utile in momenti come questo. Ha pensato, insieme a chi la segue, a rivedere il trattamento farmacologico?
Dott.ssa Valeria Randisi
Dott.ssa Valeria Randisi
Gent.ma,
sono uno psicoterapeuta specialista in neuropsicologia e mi confronto spesso con altre persone come lei che hanno vissuto la demenza di un genitore. La paura di poter sviluppare la patologia è comprensibile e fisiologica. Una valutazione testistica in assenza di sintomi, in effetti, non può dare risposte in merito alla possibilità futura di sviluppare la malattia ma (dato che l'ha fatta) può comunque offrirle una "fotografia" della sua cognitività attuale e servirle da confronto in futuro. Alcuni deficit cognitivi (ad esempio diminuzione della memoria o della concentrazione) possono anche essere causati da una situazione depressiva e migliorare poi con la remissione di tale condizione.
Il fatto di avere familiarità per il decadimento cognitivo (parlo in generale non sapendo di quale tipo di demenza ha sofferto la sua mamma) è un fattore di rischio, ma questo non significa affatto che lei sicuramente svilupperà tale patologia, così come non è detto che chi non ha mai avuto casi in famiglia non la svilupperà affatto. Mi sento quindi di tranquillizzarla su questo aspetto e rimango a disposizione.
sono uno psicoterapeuta specialista in neuropsicologia e mi confronto spesso con altre persone come lei che hanno vissuto la demenza di un genitore. La paura di poter sviluppare la patologia è comprensibile e fisiologica. Una valutazione testistica in assenza di sintomi, in effetti, non può dare risposte in merito alla possibilità futura di sviluppare la malattia ma (dato che l'ha fatta) può comunque offrirle una "fotografia" della sua cognitività attuale e servirle da confronto in futuro. Alcuni deficit cognitivi (ad esempio diminuzione della memoria o della concentrazione) possono anche essere causati da una situazione depressiva e migliorare poi con la remissione di tale condizione.
Il fatto di avere familiarità per il decadimento cognitivo (parlo in generale non sapendo di quale tipo di demenza ha sofferto la sua mamma) è un fattore di rischio, ma questo non significa affatto che lei sicuramente svilupperà tale patologia, così come non è detto che chi non ha mai avuto casi in famiglia non la svilupperà affatto. Mi sento quindi di tranquillizzarla su questo aspetto e rimango a disposizione.
Gentile signora vedo che ha scritto diverse volte sul portale in merito alla sua situazione.
Se c'è un problema di fiducia con il suo terapeuta questa cosa va assolutamente affrontata e risolta. E necessario che tra terapeuta e paziente ci sia fiducia reciproca e che ci si senta a proprio agio, e a volte anche le caratteristiche personali in questo fanno gioco positivo o negativo. Una vita che avrà risolto questo problema potrà affrontare la questione sul metodo, per capire se quello utilizzato e per lei il più adatto o no. Troppi consigli alla fine finiscono per confondere. Sì faccia coraggio e prenda in mano la situazione, e si ricordi che e importante anche avere fiducia in se stessi e nelle proprie impressioni.
Se c'è un problema di fiducia con il suo terapeuta questa cosa va assolutamente affrontata e risolta. E necessario che tra terapeuta e paziente ci sia fiducia reciproca e che ci si senta a proprio agio, e a volte anche le caratteristiche personali in questo fanno gioco positivo o negativo. Una vita che avrà risolto questo problema potrà affrontare la questione sul metodo, per capire se quello utilizzato e per lei il più adatto o no. Troppi consigli alla fine finiscono per confondere. Sì faccia coraggio e prenda in mano la situazione, e si ricordi che e importante anche avere fiducia in se stessi e nelle proprie impressioni.
Le suggerisco di parlare del suo malessere al terapeuta che l'ha seguita e di trovare insieme la modalità per proseguire il suo percorso. Pazienza e costanza sono essenziali in questo tipo di lavoro
Bentrovata,
non credo che lei stia impazzendo, descrive un quadro molto delicato, dove gli eventi hanno creato un forte investimento emotivo. Queste grandi paure che ha sono generate dal dolore, quindi magari trovare il coraggio di affidarsi ad un esperto competente e preparato potrebbe darle la possibilità di tramutarle in consapevolezze, il dolore si amplifica se non viene compreso.
Cordialmente
non credo che lei stia impazzendo, descrive un quadro molto delicato, dove gli eventi hanno creato un forte investimento emotivo. Queste grandi paure che ha sono generate dal dolore, quindi magari trovare il coraggio di affidarsi ad un esperto competente e preparato potrebbe darle la possibilità di tramutarle in consapevolezze, il dolore si amplifica se non viene compreso.
Cordialmente
Gent.ma signora, l'EMDR è una tecnica che a volte può favorire il ritorno di memorie traumatiche e rivissuti. Essendo una tecnica non è detto che debba per forza essere utilizzata per lavorare su memorie traumatiche o perlomeno utilizzata in questo momento, soprattutto se le causa alcuni sintomi tra cui, mi sembra di capire, alcuni collegati a stati dissociati. Ne parli col suo terapeuta, vedrà che adatterà la terapia alle sue esigenze. Cordialmente.
Salve signora, ha nel frattempo effettuato la seduta? dalle sue parole si coglie molto bene il suo smarrimento. Ha però avuto il coraggio di mettersi in gioco e fare un percorso di Psicoterapia. Si affidi al suo terapeuta e si permetta di accogliere la sua sofferenza e suoi timori. Potrà cogliere l'occasione di questi timori per confrontarsi con il suo terapeuta e scoprire altre cose di sé. un saluto. Dott.ssa Cinzia Borrello
Buona sera, in situazioni di forte disagio nonchè durature nel tempo sarebbe importante rivolgersi ad uno specialista per poter meglio comprendere ed elaborare questa sua problemtica. Preferibilmente le consiglierei di rivolgersi ad uno psicologo psicoterapeuta così che possa intraprendere un percorso di terapia anche in videochiamata WhatsApp. Cordiali saluti, Dott.ssa Beatrice Planas. Psicologa psicoterapeuta per consulenze online
Gentile signora, mi dispiace per il suo malessere. Comprendo la paura che sente al solo pensiero di contattare il dolore. Non credo ci sia un'alternativa a questo . Entrare in contatto col proprio dolore è l'unica via per elaborarlo, per dare dignità a quella parte di noi che sta soffrendo e che merita di essere ascoltata. Lei stessa dice di "voler vomitare tutto il dolore". In genere quando vomitiamo poi stiamo meglio, abbiamo quella sensazione di benessere difficile da raggiungere se tratteniamo ciò che ci sta disturbando..
La depressione e la follia, mi creda, non derivano dall'entità del dolore ma da tutti gli sforzi che facciamo per evitarlo.
Mi auguro che il percorso che ha iniziato possa aiutarla.
Un saluto,
Rosella Pettinari
La depressione e la follia, mi creda, non derivano dall'entità del dolore ma da tutti gli sforzi che facciamo per evitarlo.
Mi auguro che il percorso che ha iniziato possa aiutarla.
Un saluto,
Rosella Pettinari
Salve, parla di sedute EMDR, ma erano inserite all'interno di un percorso psicoterapeutico? L'EMDR è una tecnica molto valida nell'elaborazione dei traumi, ma prima di affrontare dolore e paure è fondamentale ancorare e emozioni e risorse personali positive. Se ha fiducia nello psicoterapeuta con cui ha lavorato può confrontarsi su questo con lui, altrimenti le consiglio di affidarsi ad un percorso che preveda lo stabilirsi di una salda alleanza terapeutica prima di lavorare su traumi e sofferenze. Un caro saluto, dottoressa Chiucini
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