Soffro di iperidrosi ascellare e plantare causata appunto dall'ansia dello stare con le altre person

17 risposte
Soffro di iperidrosi ascellare e plantare causata appunto dall'ansia dello stare con le altre persone, oltre alla sudorazione spesso, sempre a causa dell'ansia, si manifesta anche la bromidrosi. Ora provate a mettervi nei miei panni e cercate di capirmi quando dico che per me stare vicino a qualcuno è estremamente imbarazzante.
Ho seguito per un lungo periodo una psicoterapia e quando parlavo appunto di questi sintomi (per me è difficile persino parlarne), l'unica "soluzione" era quella di accettarli...
Dire che sono rimasta fortemente delusa è poco, non pensavo di spendere tanti soldi per sentirmi dire una frase così semplice e sbrigativa.
È per questo che mi trovo a scrivere qui, a chi devo rivolgermi?
Chi posso contattare per il mio problema?
Rimango speranzosa e vi ringrazio già da adesso.
Gentile Signora le soluzioni che sono valide da un punto di vista scientifico per le situazioni di tipo ansioso sono fondamentalmente due una di tipo farmacologico e uno di tipo psicologico. In merito alla prima la rimando ad un medico. In merito alla seconda gli approcci di tipo psicoterapeutico sono molti. Fra questi alcuni, considerati scientificamente validi, teorizzano che il sintomo ovvero "la sudorazione" sia la soluzione ad un conflitto e che lavorando sulle ragioni di questo si può modificare l'intera situazione e quindi anche il sintomo. Esistono comunque anche delle tecniche che sono maggiormente mirate sul sintomo ma non sono molto diffuse e non hanno più quell'importanza scientifica che hanno avuto in passato anche perchè le conoscenze moderne hanno messo in crisi alcuni modelli teorici. In merito alla sua richiesta di chi può contattare sicuramente, su questo sito può trovare uno specialista abilitato alla psicoterapia e quindi in grado di fornire le necessarie garanzie con cui lavorare. Un cordiale saluto

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Salve, comprendo la delusione e mi dispiace per la situazione che si è venuta a creare.
Comunque, sono d'accordo con il collega, non demorda e cerchi di contattare uno psicoterapeuta per trovare le risposte che cerca.
Buona giornata.
Dott. Fiori
Caro utente, direi di non scoraggiarsi proprio per nulla, sarebbe utile una visita intanto da uno psichiatra che con un farmaco di nuova generazione già potrebbe aiutarla poi con il mio approccio che è quello cognitivo comportamentale di solito si raggiungono buoni risultati. La saluto cordialmente Roberta Falcini
Salve. Comprendo la sua difficoltà e l'imbarazzo. Ha indagato sulle cause dell'ansia che le crea i sintomi?
Come vive le sue emozioni?
È capace di esprimerle o tende a reprimerle? I sintomi vanno compresi all'interno di un contesto più ampio di vissuto emotivo e di modalità di relazionarsi alla vita, vogliono dire qualcosa che non è chiaramente comprensibile. È nella comprensione globale e nell'integrazione con gli aspetti emotivi che il problema può pian piano regredire. Distinti saluti
Buongiorno, le consiglierei di portare avanti in parallelo un'approfondimento di tipo medico per capire se esiste anche una spiegazione "organica" alle sue problematiche. Poi, considerato che ha individuato nell'ansia la causa scatenante dei sintomi la inviterei a rivalutare l'idea di cercare un altro/a terapeuta per andare a fondo di questa e poter stare meglio.
Cordialmente,
Dott.ssa Arianna Sala
Cernusco sul Naviglio
Buon giorno a lei. Spiace percepire in lei comprensibile delusione. Come affermato dai colleghi ci sono cause mediche che possono richiedere intervento per esempio di un dermatologo e cause psicologiche legate all ansia. Non basta dire che bisogna accettare ma capire come agire e cercare una soluzione adatta al raggiungimento del benessere. Cordialmente Gian Piero dott Grandi
Salve. Se l'ansia è, grazie alla terapia, diminuita o comunque ha imparato ad autoregolarsi e il sintomo della sudorazione è rimasto, allora forse la sudorazione non era connessa al sintomo ansiogeno, bensì solo lievemente associato. Ma se i sintomi dell'ansia non sono migliorati con la psicoterapia, e solo di conseguenza neanche la sudorazione, allora significherebbe che la psicoterapia non è andata a buon fine. Questo potrebbe essere anche dipeso da un tempo troppo breve o semplicemente dalla mancanza di una buona relazione terapeutica con il professionista. Sicuramente non tutti gli psicoterapeuti son bravi in tutti i disturbi e neanche tutte le personalità degli psicoterapeuti sono atte a stringere una buona relazione terapeutica con tutte le diverse tipologie di personalità. Questo non è perchè solo dipende dalla bravura, ma proprio perchè, se nelle altre arti mediche ciò che cura è lo strumento medico quale che sia esso, medicina o intervento, nella psicoterapia il principale strumento di cura è la persona del terapeuta. Per questo sarebbe la psicoterapia degli psicoterapeuti un obbligo, a mio parere. Sarebbe importante quindi non "fermarsi" nella terapia, laddove non sussiste una buona relazione di fiducia o dove non si vedono risultati in tempi discreti -che non sono due mesi di terapia, per intenderci- bensì cambiare terapeuta, l'ideale sarebbe se possibile con l'aiuto dello psicoterapeuta da cui si va in quel momento, facendosi indicare e consigliare. Ciò, quindi, nulla togliendo al terapeuta che Lei ha visto, poiché questa è una situazione che a mio parere riguarda tutti noi professionisti e che può capitare a chiunque. Detto questo, ci sono indirizzi più o meno consigliati a seconda dei disturbi. E' certo che io consiglierò il mio, avendolo scelto io stessa nella mia formazione, cioè quello psicocorporeo, visti anche i sintomi corporei della sudorazione. Ma non è indispensabile. Quello che serve è: - innanzitutto, un terapeuta con cui Lei si senta "presa in cura", cioè a suo agio, fiduciosa; è consigliabile che questi abbia esperienza nel campo di cui lei ha bisogno; e per finire ma non per ultimo, le consiglierei l'approccio cognitivo comportamentale, soprattutto se associato a tecniche di respirazione e rilassamento, poiché risultato più efficace rispetto ad altri nella cura dei disturbi d'ansia. In bocca al lupo e non perda la speranza. Per finire un'ultima cosa: Le consiglierei di valutare anche un'ultima possibilità: una psicoterapia di gruppo, poiché lì avrebbe soprattutto l'occasione di confrontarsi anche con altri sulle dimensioni realistiche del sintomo di cui Lei lamenta e cercare grazie all'altro, come specchio di Sè, di comprendere la situazione e abbracciarla "a più mani": un affascinante modo di fare terapia. Cordiali saluti Francesca Baldini
Salve, innanzitutto si tratta forse di verificare se sussistono delle implicazioni dal punto di vista medico. La sua frustrazione è comprensibile, ma si tratta di capire se quello che lei lamenta è una forma di somatizzazione. In quel caso si potrebbe poi passare ad approfondire gli eventuali fattori scatenati e le connessioni, capire ad esempio se le accade più o meno in determinati momenti. In un percorso mirato si potrebbe andare oltre l'accettazione, occorre tempo e un lavoro dedicato per raggiungere i risultati sperati. Non demorda e provi ad interrogarsi maggiormente su se stessa, al di là del suo sintomo fisico. Vedrà che ne gioverà anche da quel punto di vista. Un saluto, Marina Montuori
Dalle sue parole sembra attraversare un momento davvero particolare che meriterebbe di essere condiviso. I suoi vissuti, anch'essi così importanti e delicati, necessiterebbero di essere ascoltati e approfonditi in un contesto terapeutico, certamente un percorso psicologico la aiuterebbe a fare chiarezza e ad affrontare questo momento. La psicoterapia è prima di tutto un viaggio, un'esplorazione di noi stessi con la compagnia di qualcuno a cui affidarsi e su cui poter contare che può aiutarci a conoscerci meglio, a sondare parti di noi emozioni, pensieri, prospettive ancora sconosciuti che è arrivato il momento di incontrare. Le suggerisco di valutare l'inizio di un percorso di terapia con la compagnia di qualcuno che si sintonizzi al meglio con le sue necessità e aspettative, in caso mi trova disponibile ad riceverla (attraverso la video-consulenza online) e, se mi permette, la invito con piacere a ritagliarsi qualche minuto per leggere la mia descrizione presente su questa piattaforma e farsi una prima idea di me del mio approccio; se la lettura le piacerà e se la motiverà a mettersi in gioco (scegliere di affrontare il nostro dolore è una scelta molto coraggiosa e una scommessa su noi stessi!), mi troverà felice di accoglierla. Resto a sua disposizione e, se vuole, la aspetto. Un gentile saluto
Il nostro corpo è sempre un alleato, pronto a difenderci e a proteggerci dal pericolo. Se il suo corpo reagisce così, non lo fa perché è 'rotto' ma in reazione a qualcosa che ha imparato essere pericoloso : la vicinanza agli altri, l'affidarsi agli altri, o semplicemente l'altro vissuto come 'cattivo'. La vicinanza ci ricorda le nostre vulnerabilità e il corpo ci avverte che meglio non fidarsi.
Una buona psicoterapia esplora le ragioni che stanno dietro le paure di vulnerabilità e lavora in collaborazione con il corpo per rivedere la fiducia verso gli altri e costruire delle migliori di strategie di relazione.
Buongiorno, posso comprendere il suo malessere e la sua frustrazione rispetto al suo problema e al fatto di non avere ancora trovato una soluzione. La invito comunque a non scoraggiarsi cercando uno psicoterapeuta che possa aiutarla attraverso l'utilizzo di alcune tecniche corporeee per la gestione dell'ansia.
Cordiali Saluti
Salve, è chiaramente un grande problema relazionale, questa tipologia di espressione dell' ansia ha bisogno di maturare e trovare una modalità di espressione che sia relazionale emotiva. Le consiglierei le terapie dinamico esperienziali come ISTDP, PBDE o AFECTPHOBIA therapy. Se vuole una mano a trovare professionisti nella sua zona non esiti a contattarmi.
Salve,
comprendo il suo disagio e la delusione. Purtroppo già la parola ansia crea dei problemi in quanto troppo generica e non indica nulla di specifico. L’iperidrosi di cui soffre è un sintomo che coinvolge la pelle con iperattività delle ghiandole sudoripare. Ciò vuol dire che in psicoterapia se non si lavora sul conflitto di relazione (pelle) tra dipendenza e indipendenza, sulla ferita dell’abbandono , quindi sulla paura della solitudine, difficilmente si potrà arrivare a comprendere profondamente tale disagio. Le consiglio quindi di rivolgersi ad un esperto di psicosomatica.
Un saluto
Gentile utente, comprendo la delusione che ha provato nel non essersi sentita supportata. Si può trovare la soluzione per raggiungere l'equilibrio che cerca, Le consiglio di intraprendere nuovamente un percorso con il professionista più adatto alle sue esigenze e con il quale instaurare un rapporto di fiducia per condividere e risolvere la sua problematica. Valuti sul mio profilo se posso essere d'aiuto con una consulenza on line. La saluto cordialmente Dott.ssa Serena Sciortino
Gent.ma utente, il disagio che sperimenta è comprensibile. In base a quanto riportato sembrerebbe molto importante intervenire sui sintomi dell'ansia e sulle sue cause, per provare a diminuire la sintomatologia. Provi a rivolgersi ad un collega psicoterapeuta cognitivo-comportamentale che utilizzi anche un approccio bottom-up ovvero centrato sul corpo (terza ondata cognitivista). Cordialmente.
Gentile utente,
Nei casi in cui il corpo e la mente sono coinvolti nell'espressione di un disagio sarebbe opportuno occuparsi di entrambi gli aspetti. Pertanto qualora non l'avesse già fatto le consiglio di approfondire l'aspetto medico per individuare le cause fisiche ed eventuali terapie che possano ridurre i sintomi. Oltre a questo sarebbe opportuno affiancare un percorso psicoterapico per individuare le origini del sintomo e dell'ansia che sperimenta nelle situazioni relazionali e il loro significato all'interno della sua storia personale. Un intervento che potrebbe esserle di aiuto a mio avviso potrebbe essere un percorso EMDR grazie alla sua attenzione anche agli aspetti corporei connessi alle esperienze disturbanti. In ultimo sarebbe importante capire cosa non ha funzionato nel precedente percorso e se è possibile che i vissuti di incomprensione e sfiducia che ha provato le rievochino anche altre esperienze. Un caro saluto
Cara, grazie per aver condiviso la sua esperienza, immagino la difficoltà. In psicoterapia avete affrontato l'ansia nello stare con le persone? Intendo, ne avete compreso i motivi, i significati, come si manifesta oltre alla sintomatologia che descrive nella domanda. Da un punto di vista "fisico-organico" può forse rivolgersi ad un medico endocrinologo per controlli, se già non l'ha fatto: magari può dare una soluzione più di tipo farmacologico. Per quanto riguarda, l'aspetto più psicologico vale quello che dicevo sopra. Un percorso dovrebbe andare in quella direzione. Rimango a disposizione, un caro saluto.

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