Soffro dall'adolescenza (anni ormai) di un disturbo ansioso, distimia, dpd e leggeri tratti borderli

19 risposte
Soffro dall'adolescenza (anni ormai) di un disturbo ansioso, distimia, dpd e leggeri tratti borderline (questa diagnosi è l'ultima e unica che mi è stata comunicata). Il mio problema principale è il lavoro non riesco manco a cercarlo. Ho fatto varie terapie, inconcludenti. Da 5 anni con i pochi soldi guadagnati seguo una terapia psicoanalitica con una terapeuta con cui mi trovo bene, ma che in 5 anni non ci sono state molte iniziative da parte mia a cambiare. Vivo con i miei genitori che sono parte del problema, ma essendo dipendente non riesco a staccarmi. Dopo anni ho deciso di prendere un farmaco per alleviare qualche sintomo. Ho deciso dal tempo del lockdown di prendermi una pausa di riflessione dalla terapia. Sto molto male. Ho letto parecchi articoli positivi sulla tcc, e già ai tempi volevo farla, ma avendo iniziato con il ssn non era possibile scegliere.
Non so se ricominciare perché l'impasse dura da mesi ma allo stesso modo se vado in terapia non ho poi la forza di trovarmi un lavoro o anche essere positiva. Cambiare terapia mi porterebbe a ricominciare tutto da capo r io non mi fido facilmente. Ho tante resistenze. In questo periodo più che ragionare ho i sintomi tipici della distimia e ansia a livelli molto alti segno che di una psicoterapia c'è bisogno.
Ma quale? Sono passati tanti anni eppure nulla cambiato davvero, ma la terapeuta è l'unica persona che mi è stata vicino in questi anni, visto che la mia famiglia non capisce la mia sofferenza.
Cosa posso fare?
Gentile utente, dalle sue parole traspare un momento di grande difficoltà emotiva ed esistenziale. Penso che sarebbe importante per lei poter elaborare insieme alla sua attuale terapeuta i motivi per cui ha deciso di interrompere la terapia, almeno temporaneamente. Dare un significato a questa interruzione, che sicuramente ha delle motivazioni per lei importanti, sarebbe molto rilevante. Penso sia inoltre possibile considerare insieme alla sua terapeuta, persona che lei sente molto vicina, quale sia la scelta migliore, anche in relazione a un eventuale invio da un altra collega.
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Gentile come già consigliato dalla mia collega, sarebbe utile per lei comunicare con la sua terapeuta ciò che ha condiviso qui con coi.
Credo le sia utile definire i suoi bisogni e i suoi obiettivi anche e soprattutto in terapia.
Riguardo la TCC risulta avere un alto livello di efficacia in diversi tipi di problematiche e in particolare con il disturbo borderline.
Può chiedere un consulto alla sua terapeuta in merito o un collega specializzato in TCC.

BUONA SERATA
dottssa Maria Lucia DIMAGLIE
Psicologa Psicoterapeuta Cognitivo Comportamentale

Spesso le persone confondono la psicoterapia con il sostegno psicologico, nella prima si avvia un percorso nel quale si concorda uno o più obiettivi terapeutici e, periodicamente, ci si confronta per verificare l'efficacia del percorso ed inserire eventuali "aggiustamenti" nella rotta che si sta seguendo. e che è chiara sia allo psicoterapeuta che al cliente.
La sua esperienza somiglia più ad una sorta di "navigazione a vista" nella quale, più si va avanti, più si consolida un senso di insicurezza che rischia di renderla dipendente dalla relazione terapeutica.
Personalmente, invito sempre i miei clienti fina dalla prima seduta ad esprimere qualsiasi dubbio o perplessità, altrimenti non sarà possibile promuovere un vero e proprio processo di empowerment (recupero del potere personale).
Pertanto la invito a parlare con la specialista che la segue e verificare se ci sono le condizioni per una ridefinizione del contratto terapeutico, al fine di creare le condizioni favorevoli per una prosecuzione del percorso terapeutico oppure definirne la conclusione.
Qualora decida si concludere la psicoterapia attualmente sospesa, non si tratta di iniziare da capo e di fidarsi completamente dal primo colloquio, ma al contrario, di partire dalla sua consapevolezza del "qui ed ora" e di costruire gradualmente un'alleanza terapeutica.
Con l'emergenza Covid 19, sono state attivate molte iniziative sia da parte degli Ordini professionali sia da parte di organizzazioni di volontariato, che offrono servizi di aiuto psicologico a condizioni agevolate.
Pertanto la invito a fare una ricerca nel suo territorio di residenza al fine di individuare eventuali alternative.
Gentile utente, i periodi di impasse possono presentarsi in terapia, ne discuta con la sua dottoressa e insieme valutarete cosa fare. Prima di iniziare un altro percorso, soprattutto visto che le è stata vicina e che lei dice di non fidarsi e affidarsi (immagino) facilmente credo che ciò che ho detto sia una tappa fondamentale nel suo percorso di cambiamento.
Dott.ssa Valeria Randisi
Sono d'accordo con la collega che le fa notare che il sostegno psicologico è ben diverso dalla psicoterapia, della quale ha necessità per agire il cambiamento. Si informi se nella sua città vi sono servizi anche di sanità pubblica che possano aiutarla a concretizzare un percorso terapeutico con obiettivi precisi e chiari. Non si faccia affossare dalle diagnosi, ciò che conta è altro. Non vi è nulla di male ad esplicitare alla sua attuale terapeuta i suoi dubbi, forse ora ha bisogno di percorrere altre vie per stare bene. Impari ad esprimere le sue esigenze, anche una terapia diversa potrebbe adattarsi meglio alla sua attuale consapevolezza dei suoi disturbi. Resto a disposizione, cordialmente, dr.ssa Daniela Benvenuti
Buonasera, parlarne con la sua terapeuta può essere utile. Avete concordato degli obbiettivi? Qualcuno è stato raggiunto? A volte cambiare terapeuta può essere utile perché ciascuno ha le sue capacità e competenze e con ciascun terapeuta si possono raggiungere risultati in parte non sovrapponibili, quindi una ipotesi da valutare, secondo il mio parere, è quella di prendersi il buono da questa terapia per poi considerare di cambiare. Anche io, come ha detto qualcuno prima di me, valuto molto spesso l'andamento della terapia per avere la possibilità di fare delle modifiche che possano massimizzare i risultati.
Visti i sintomi che lamenta, è senz'altro una buona idea fare una terapia e non lasciare che peggiorino senza trattamento o presso un servizio pubblico o privatamente.
Rispetto all'approccio, ne sceglierei uno diverso da quello che ha già provato per 5 anni.
Se vuole maggiori chiarimenti non esiti a contattarmi.
Cordiali saluti
Fabiana Fratello
Buonasera, lei nella sua domanda ci scrive molto chiaramente i suoi disturbi e che con la lunga terapia da lei fatta in 5 anni avrà avuto dei miglioramenti. Però in questi mesi ha dovuto sospenderla a causa del Covid 19, quindi ha avuto modo di riflettere e quindi forse cambiare l'indirizzo. Non sarebbe sbagliato dato che nonostante i miglioramenti non è riuscita a decidere di trovarsi un lavoro. Forse sarebbe il caso che lei ne parli con la sua psicoterapeuta e decidete insieme la conclusione della terapia, e provare un metodo diverso. Le auguro di trovare l'indirizzo giusto per lei in questo momento della sua vita, la saluto cordialmente, dott. Eugenia Cardilli.
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Buongiorno.. e’ possibile fare una terapia congiunta sopratutto se sono modalità di intervento differente. Parlando con la sua terapeuta può chiederle di aiutarla a mantenere la sua stabilità relazionale con lei e nel frattempo intervenire con modalità differenti e temporanee con un altro specialista.
La psicoterapia come scienza va sperimentata, propio per questo non esiste una cura unica e risolutiva ma va cercata una cura ad oc per il paziente.
Buona vita
Gentile Utente,
la scelta dell'approccio terapeutico è molto soggettiva, e l'incastro avviene più con lo stile relazionale del terapeuta che con le sue tecniche. E in questo lei e la sua terapeuta avete fatto un buon lavoro negli ultimi 5 anni. Sente però che ci sono obiettivi verso i quali non si sta muovendo e questo deve essere riportato nella relazione, perché nel correre in direzioni diverse e non concordate si annida il pericolo di una frattura. Ne parli con fiducia con la sua terapeuta, ed eventualmente pensate ad un cambio di rotta oppure ai motivi che rendono difficile anche solo parlarne. Un caro augurio di buona fortuna
Buongiorno. Credo sia importante trovare il senso delle sue parole all'interno della relazione terapeutica. Sicuramente cambiare psicoterapia oppure raddrizzare la vela di quella attuale sono entrambe possibilita' che però vanno sentite come frutto di un pensiero fatto insieme
Gentile utente i momenti di difficoltà e di attrito avvengono in tutti i rapporti come anche in quelli terapeutici. E' importante, in ogni caso, analizzarli e parlarne perché il più delle volte si rivelano la chiave di svolta e la possibilità di creare e/o ricreare nuove vie comunicative attraverso le quali raggiungere un chiarimento e quindi un rinnovato incontro insieme. Non farlo potrebbe lasciarle qualcosa di irrisolto, un'esperienza che nel bene e nel male, non si é mai chiusa e rischierebbe che i suoi pensieri ciclicamente tornerebbero lì. Buona fortuna.
Gentile utente, io partirei proprio dalla sua scelta di prendersi una pausa dalla terapia. 5 anni non sono pochi e se proprio in questa fase è riuscita a scegliere, dovrebbe chiedersi: perché ora? Cosa è cambiato? Sicuramente il suo malessere è qualcosa che deve affrontare e magari in questo momento le occorre un nuovo modo per farlo, una strada diversa, più adatta a lei. Le auguro di trovarla.
Dott.ssa Federica Leonardi
Gentile utente, i suoi pensieri e le sue sensazioni in merito alla pausa dal suo percorso terapeutico hanno sicuramente un significato. Dopo 5 anni sono legittimi, il mio consiglio è di confrontarsi con la sua terapeuta e fare un bilancio del percorso fatto insieme. Cosa si è portata a casa finora? Cosa ha capito di se stessa? Cosa ancora non le è chiaro e le causa sofferenza? Le auguro di trovare presto un nuovo equilibrio. Un caro saluto
Buon giorno,
Dato che sta seguendo un percorso da 5 anni con una psicoterapeuta con cui dice di trovarsi bene e che le è stata vicina le suggerirei di condividere prima di tutto con lei queste perplessità. Se pur senza apparenti risultati una terapia portata avanti per così tanto tempo è segno che si è creato un rapporto importante e solido, e forse anche solo questo è un risultato. Per tale motivo, proprio in virtù della forza del suo rapporto con la terapeuta e nel rispetto del lavoro che avete fatto fin qui ne parli con lei e discutete insieme le varie possibilità.
Saluti
Gentile utente, le suggerisco di parlarne con la sua terapeuta.
Le sue difficoltà e le perplessità espresse rispetto al percorso, se analizzate con la sua terapeuta, potrebbero infatti rivelarsi un passaggio importante nel suo percorso terapeutico.
buon lavoro
Salve,
le suggerisco di cercare un terapeuta che le ispiri e dal quale si sente aiutata a cambiare la sua vita per come la vorrebbe. Lasci da parte le teorie di riferimento, tanto dietro c'è sempre la persona. Si faccia guidare dal sesto senso. Se ora sente di avere bisogno di una pausa dalla sua terapista, se la prenda e cerchi qualcuno che sia adatto a lei in questo momento. Non dovrà ricominciare tutto da capo, ma esattamente da dove è ora.
Un grande in bocca al lupo!
Dott.ssa Silvia Polizzi Andreeff
Buongiorno, parli apertamente con la sua terapeuta, le affidi le sue ansie e perplessità. Insieme affronterete questo momento di empasse e sicuramente la terapeuta, che la conosce ormai da tempo, la aiuterà a trovare il percorso migliore per la sua serenità.
Cordialmente Dott.ssa Giovanna Carboni
Confidi alla sua terapeuta ciò che qui ha descritto ed ella troverà il modo per esserle di aiuto a conoscersi e ad assumere un atteggiamento maggiormente introspettivo. Coraggio
Gentile utente,

La psicoterapia funziona nella misura in cui il paziente é motivato a farsi aiutare nel vedere le cose di cui non era consapevole, e dunque a poter guardare i diversi aspetti della propria vita anche da altre prospettive.
Ma sopratutto, dopo una prima fase di rilettura della propria esistenza e della propria modalitá di entrare in relazione con gli altri, se si é realmente disposti ad attivare dei cambianti nel proprio modo di stare nel modo per il quale é richiesto uno sforzo notevole e grande dose di coraggio.
In assenza di quanto sopra descritto nessuna relazione terapeutica può assumere una matrice evolutiva che possa determinare la guarigione del paziente.....guarigione intesa come modo di star al mondo in termini adatti e sani.
Rifletta sulla propria psicoterapia, sul suo reale impegno, sulla sua reale motivazione al cambiamento con il suo psicoterapeuta potrebbe essere molto importante e utile.

Cordiali Saluti

Dott. Diego Ferrara

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