Soffro da quasi 2 anni di ansia e depressione ho perso mia madre per carcinoma polmonare il 26 agost

45 risposte
Soffro da quasi 2 anni di ansia e depressione ho perso mia madre per carcinoma polmonare il 26 agosto.
Sto andando per mia scelta da una psicologa vedere se riesco ad uscirne fuori.
Ho assunto zoloft 50 e xanax.
Ora non più da 1 anno
Sto usando control da 1 la sera per dormire.
Ora ho preso bronchite 1 mese fa e ancora non mi sono ripreso purtroppo vivo con la paura di avere la stessa cosa di mia madre.
In più sto soffrendo di fastidio alla testa e nausea e sento spesso pressione alle orecchie.
Sono credo ipocondriaco.
Ma non riesco a venirne fuori...vorrei solo stare bene e vivere sereno e felice.
Cosa devo fare?
Carissimo,
considerando un percorso già iniziato, Le consiglio di parlare apertamente di questi sintomi con la Sua terapeuta e proseguire il lavoro.
Cordialità
Daniela Fornari

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..curioso come lei si sia rivolto ad uno psicologo ma poi cerchi risposte "altrove"..rifletta su questo perché se non si fida e affida al professionista a cui si è rivolto..se non si trova bene,valuti il da farsi.
La situazione sembra delicata per cui da solo è difficile affrontarla e gestirla ma rifletta se aprirsi e fidarsi o se cambiare psicologo.
Non perda le speranze di poter star meglio..è possibile!
Buongiorno
la perdita della madre è un dolore grande che richiede tempi lunghi di elaborazione. Lei sta già andando da una psicologa e dovrebbe esporre con lei i suoi dubbi e valutare insieme come superare il suo malessere. Un sostegno farmacologico, opportunamente suggerito da uno psichiatra, potrebbe darle un miglioramento. Se desidera un ulteriore approfondimento, mi contatti privatamente. Cordiali saluti
Quello che le hanno già suggerito le mie colleghe è verissimo ad ogni modo, per accelerare il processo di elaborazione, potrebbe essere utile qualche seduta di Ipnosi.
Carissimo, concordo con la collega Zenari, il percorso di elaborazione di un lutto è faticoso ma soprattutto lungo, pur considerando che i tempi sono soggettivi. Un supporto farmacologico le gioverebbe senz'altro per poter lavorare sul suo dolore. Inoltre, vorrei farla riflettere sulla necessità di "stare" nel suo dolore per poterlo superare e per questo la sua terapeuta, sapendolo, non può che concederle tutto il tempo e lo spazio necessario e attendere che lei sia pronto per andare oltre. Il percorso psicoterapico infondo è come un lungo viaggio ed è solo lei che può decidere se e quando scendere dal treno o se andare avanti.
Un caro saluto,

dott.ssa Vincenza Lomartire
Buongiorno, potrebbe essere utile esplorare tali sintomi in termini di significati, paure e timori rispetto anche all'esperienza pregressa vissuta con sua madre. Probabilmente gestire ed elaborare quello che è successo e come l'ha vissuta potrebbe aiutarla a stare meglio e affrontare serenamente quello che può succedere. Un percorso psicologico/psicoterapeutico potrebbe rappresentare una buona via per fare ciò.
Buongiorno caro, certamente un episodio così traumatico l'ha sensibilizzato al tema della malattia/tumore... x questo come dice lei "vive nella paura di avere quello che ebbe sua madre". Questo é molto comune. Praticamente ora, oltre alla normale tristezza per la perdita della madre, ha sviluppato un disturbo a parte. Da affrontare. Immagino sia sempre attento ai sintomi del suo corpo, che li controlli quasi costantemente: é esattamente quello che non deve fare. Le consiglio la Psicoterapia Cognitivo Comportamentale, efficacissima x questo tipo di problema. Mi creda. Un grosso in bocca al lupo di cuore
La perdita di un genitore è sempre un trauma da superare, spesso attiva lontani ricordi momentaneamente rimossi che riaffiorano sotto forma di sintomi vari. Le sue fobie riguardo al poter contrarre la malattia per la quale è morta sua mamma sono più che normali. Si dia il tempo di rielaborare insieme alla sua psicologa la morte di sua mamma.
Il lutto è un processo importante e lei lo sta affrontando con i suoi tempi e il supporto di uno specialista. In aggiunta ai suggerimenti dei colleghi, mi sento di proporle di condividere la sua esperienza anche in gruppi di auto mutuo aiuto orientati proprio al lutto nella malattia oncologica. Spesso sono gratuiti ma ricchi di persone pronte a sostenersi. Non so in quale città vive, ma se dovesse trovarsi nella mia regione non esiti a contattarmi per indicazioni al riguardo. In bocca al lupo!
La morte di un genitore molto spesso è dolorosa, elaborare il lutto richiede tempo e coraggio nell'affrontare il dolore fino in fondo. Mi sembra che Lei abbia già iniziato un percorso per cercare di stare meglio, è legittimo desiderare che questo accada a breve ( a nessuno piace soffrire). Quel che mi sento di dirLe è parli apertamente con la terapeuta dei suoi desideri/obiettivi e anche delle sue perplessità. Cordiali saluti dott.ssa Carmen Scantamburlo
Salve,
colpisce la sua domanda considerando che sta facendo un percorso con una psicoterapeuta. Bisogna capire l'esordio della sua sofferenza e non affidarsi solo ai farmaci, per questo è opportuno continuare la psicoterapia e darsi tempo per elaborare il lutto. Ma la fiducia nel proprio terapeuta o analista è fondamentale, in caso contrario il lavoro che si sta facendo viene penalizzato. Il suo posto, il posto della parola, dovrebbe essere nelle sue sedute, rifletta su questo.
Cordialmente, Daniela Russo
gentile utente,
la psicoterapia dovrebbe essere in grado di farla uscire dallo stato che ha descritto. In particolare la terapia breve non dovrebbe impiegarci molte sedute perchè in genere è molto efficace contro i disturbi d'ansia o ansioso-depressivi. L'ipocondria è un disturbo d'ansia, la bronchite potrebbe correlarsi a ridotte difese immunitarie e risentire di uno stato depressivo: Per tutto ciò che riguarda i farmaci deve rivolgersi al medico specialista o di base. Solitamente con il procedere della terapia psicologica, che le consiglio di effettuare con uno psicologo/a, i farmaci vengono ridotti ed eliminati.
Buongiorno, se i suoi disturbi sono emersi subito dopo la perdita della madre è importante elaborare il lutto. Poi, sua madre ha avuto il cancro e da lì l'attenzione "ipocondriaca" verso sintomi di eventuali malattie. E' importante capire il rapporto che aveva con sua madre, come Lei (scrivente) ha reagito alla notizia della malattia, come ha vissuto la malattia di sua madre e se l'ha assistita personalmente e quanto. Sono a disposizione, cordialmente AMR Masin
Buonasera, come i miei colleghi hanno già ben detto, l'elaborazione del lutto richiede dei tempi variabili da persona a persona, ma è sicuramente un percorso di accettazione non semplice. E' normale avere paure, dubbi, paure di morte o di malattia. La terapia medica è un alleato prezioso anche nel poter far funzionare ancora meglio la terapia che sta seguendo. Le consiglio di provare a parlarne con lo specialista che la sta seguendo in modo aperto e sincero, perchè quello è il luogo giusto nel quale aprire il cuore tirando fuori tutto il dolore che è comprensibilmente in lei.
Resto a disposizione per domande in caso lo ritenesse utile. La saluto cordialmente, permettendomi di ricordarle che anche se sembra impossibile, lo stesso dolore che oggi la tormenta piano piano si ridurrà, lasciando il posto ai ricordi belli del vostro rapporto.
Buongiorno,
comprendo il suo momento di crisi pieno di dubbi perplessità in cui sembra che nulla funziona, la terapia che sta facendo ha comunque mosso dei nodi cruciali della sua vita tra i quali il lutto per la perdita della madre, un dolore che ha bisogno di un tempo che è solo suo diverso da un'altra persona. Le consiglio di parlarne con la sua terapeuta e resto a disposizione per domande in caso lo ritenesse utile. I miei migliori saluti. dott.ssa Monica Bertolini
Posso solo immaginare lo stato d'animo in cui si trova. La perdita di un familiare per un tumore innesca in molte persone il timore di ammalarsi a propria volta. E' umano e comprensibile, come lo è non riuscire a dormire. Ma in lei c'è già una buona risorsa: voler stare bene e attivarsi per raggiungerlo. Rispetto ai suoi dubbi, ne ha parlato con la sua psicologa? Se non l'ha fatto, provi a capire cosa la sta frenando. Resto a disposizione, se avesse ancora bisogno. Le faccio i miei auguri, Dott.ssa Colucci
Gentile utente, da quello che racconta è evidente la sua situazione di sofferenza, ed è normale che possa esserci in relazione ad eventi come quello di un lutto per una persona cara, che lei stesso ricollega al suo stato d'animo e ai suoi sintomi. Il suggerimento più utile e naturale è di continuare il percorso di supporto che ha scelto di fare, e di confrontarsi apertamente con il/la collega che la segue su questi aspetti. Certamente saprà ascoltarla e capirla, accompagnandola nella ricerca di soluzioni che possano farle trovare la serenità che desidera.
Un saluto cordiale,
Dott.ssa Sara Loffredo
Salve,
i sintomi che descrive (nausea, fastidio alla testa, pressione alle orecchie) sembrano essere proprio l'espressione della sua paura di ammalarsi come sua mamma.
Il trauma subito sia per la perdita di sua madre, sia per il modo in cui se ne è andata è stato molto forte e doloroso e non ancora superato.
Ci vuole tempo!
Per stare bene e vivere serenamente la sua vita è indispensabile un equilibrio tra mente e corpo.
Dopo l'esperienza vissuta è naturale avere paura, ma ancora la blocca. E' troppo forte in lei.
Pian piano imparerà, con il supporto della psicologa a cui ha chiesto aiuto, a ridimensionare la sua paura e a trasformarla da paralizzante a sana.
Un saluto
Gentile utente, sono state numerose le risposte che ha ricevute dai miei colleghi ma vorrei contribuire anche io con un breve messaggio. La perdita di un genitore è sicuramente un grande trauma e vederlo soffrire sarà stato tremendo. I sintomi che descrive evidenziano come la sofferenza di sua madre l'abbia sconvolto tanto da "bloccarlo" facendolo vivere con la paura di avere lo stesso male, io le scrivo che nel suo dolore lei ha dimostrato coraggio rialzandosi e chiedendo aiuto; le consiglio però di avere più fiducia nella psicoterapia che sta facendo, il lutto è una ferita profonda che ha bisogno di tempo per cicatrizzare; inoltre potrebbe fare, di questa richiesta scritta a noi, il tema da proporre nella prossima seduta con la sua terapeuta. Buon lavoro, cordialmente
Gentilissimo utente
Continuare con la psicoterapia cognitiva comportamentale
Buongiorno,vorrei aggiungere che mal di testa e nausea potrebbero non essere sintomi ipocondriaci nel suo caso.Le consiglio di parlare con chi le ha prescritto i farmaci per verificare se la terapia non sia da rivedere.La situazine emotiva che sta attraversando a causa della malattia di sua madre richiede "un tempo" che è individuale di elaborazione che la possa mettere in grado di affrontarla,e questo necessita spesso ,del sostegno di uno specialista.Sono a sua disposizione se volesse parlarne.Saluti vivissimi.
Buongiorno,
credo che la scelta di unire alla terapia farmacologica un percorso di psicoterapia possa essere d'aiuto, con una lente particolare sul trauma e sugli effetti delle memorie psico-fisiche dello stesso.
L’EMDR è un metodo psicoterapico strutturato che facilita il trattamento di diverse psicopatologie e problemi legati sia ad eventi traumatici, che a esperienze più comuni ma emotivamente stressanti.
Alcune persone continuano a soffrire per un evento traumatico anche a distanza di molto tempo dall’evento stesso. Spesso riportano di provare le stesse sensazioni angosciose e di non riuscire per questo motivo a condurre una vita soddisfacente dal punto di vista lavorativo e relazionale. In questi casi, quindi, il passato è presente e si riattiva in situazioni che richiamano l'evento traumatico stesso.
L’obiettivo dell’EMDR è quello di ripristinare il naturale processo di elaborazione dei traumi.

Resto a sua disposizione per ulteriori informazioni.

Cordialmente
Salve. Lei sta facendo già tutto quello che serve per risolvere la sua situazione! Forse deve solo dare tempo e fiducia alla cura terapeutica e col tempo si sistemerà ogni cosa. Cordiali saluti Dottor Emanuele Grilli
Salve, sicuramente la perdita della mamma l'ha traumatizzata, quindi sarebbe bene che elabori il trauma, con la terapia EMDR il trauma viene trattato come un trauma di serie T maiuscolo. Tramite questa terapia viene elaborato come un evento molto importante, se lei sta scrivendo a noi vuol dire che non lo sta elaborando nella maniera giusta con la sua psicoterapia. Dovrebbe parlarne apertamente e trovare insieme con la sua psicoterapeuta una soluzione, perchè molto probabilmente non le sembra di stare facendo un percorso giusto per lei, la saluto cordialmente, dott. Eugenia Cardilli.
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Buongiorno, continui con il percorso intrapreso e sollevi i suoi dubbi alla collega, vedrá che le cose miglioreranno.
Cordiali saluti, Dott. Andrea De Simone
Gentile utente, ansia e depressione sono modalità di sentirsi situati e di incontrare il
Mondo che ben spiegano la Sua sensazione di mancanza di possibilità di progettualità e di paura rispetto a una serie di possibili malattie (a seguito di un arousal fisico che Lei non riconfigura in modo contestualizzato e identitario). La psicoterapia è il passo fondamentale per riuscire a uscire da questa situazione: ha fatto bene a iniziarla e deve tenere duro (se non si trova bene valuti al massimo di provare un altro professionista, ma non abbandoni la strada del supporto psicologico). Sicuramente la perdita della mamma ha ulteriormente complicato il quadro gettandoLa in una apertura di mondo spaventosa, minacciosa, in cui sviluppare una malattia mortale è una possibilità che Lei percepisce molto più alla portata di tante altre (ad es, la possibilità di stare bene). Fare esperienza in una simile apertura di mondo ben spiega perché Lei sia così attento a ogni sintomi fisico e la difficoltà a sentir-si comporta la riconfigurazione dello stesso secondo il tema della malattia (coerente con gli aspetti di Medesimezza depressivi: sto male, starò male, succederà qualcosa di brutto ecc....). Dovrà fare un lungo lavoro di ricontestualizzazione e risignificazione dell'arousal corporeo alla luce di esperienze di vita in cui cogliere la possibilità di essere altrimenti. Tutto ciò è l'obiettivo del lavoro terapeutico. Ecco perché è così importante che lo prosegua con motivazione e fiducia. In bocca al lupo! Cordialità, DMP
Buon giorno,
dal momento che aveva già seguito un percorso terapeutico per la perdita di sua madre, continui ad affidarsi allo stesso specialista, continuando a lavorare su aspetti che in momenti "critici-di stress" possono far riemergere contenuti emotivi profondi, a cui dare ancora spazio ed ascolto

Saluti,
Dott.ssa Barbara Assaiante

Buongiorno, continui i colloqui con la collega psicologa, le racconti nel dettaglio i sintomi e provi ad aumentare la frequenza degli incontri. Saluti.
Il lutto è un processo lungo e doloroso e necessita di uno specialista. Parli dei suoi dubbi e perplessità con la psicologa che la segue e sia dia ancora del tempo, sono certa che troverete insieme una soluzione. Resto a sua disposizione.Cordiali Saluti. Dott.ssa Barbara Gizzi
Gentile utente, la perdita di una persona cara è un'esperienza traumatica che richiede tempo e che può aggravare difficoltà già preesistenti. Nella sofferenza che si prova e nella risoluzione dello stesso lutto, ha un peso rilevante anche la modalità e la causa della perdita.
Temere di avere la stessa malattia di sua madre attiva paure comprensibili. Ha fatto bene a chiedere aiuto. La relazione terapeutica con la sua psicologa è un valido sostegno. Ripercorra con lei questi momenti seppur dolorosi, le confidi tutti i suoi timori.
Un caro saluto
Dr.ssa Patrizia De Sanctis
Salve, per l'utilizzo di farmaci la invito sempre ad ascoltare il suo medico curante, nel caso in cui non veda miglioramenti nella terapia può provare a parlarne con la professionista da lei scelta, per cambiare approccio o magari aumentare il numero di incontri.
MMM
Buonasera, penso che al momento attuale, rivolgersi ad uno psicologo potrebbe esserle di aiuto. Un saluto, Dott. Alessandro D'Agostini
Gentile utente, perdere un genitore è un evento di grande impatto e di difficile elaborazione, spesso si riattivano eventi rimossi che riaffiorano sotto forma di sintomi di diverso tipo. È più che comprensibile la sua paura di contrarre la medesima malattia di sua madre, ma vedrà che continuando con fiducia il percorso con la sua psicologa riuscirà a rielaborare questa bruttissima situazione.

Un caro saluto

Dottor Mauro Vargiu
Gentile signore, certamente è importante che Lei parli con la sua psicoterapeuta di quello che sente per poter comprendere se, come scrive, i suoi problemi di salute sono frutto di ipocondria o se invece ci sono dei disturbi per i quali è importante un approfondimento diagnostico. Anche la terapia con psicofarmaci è sempre importante che venga monitorata dallo psichiatra che è lo specialista che più di tutti può prescriverle farmaci e dosaggi adeguati alla sua sindrome ansioso-depressiva. La perdita di un genitore, avvenuta recentemente da quello che intuisco, rappresenta un lutto doloroso che richiede tempo per cui certamente in questo momento ha un certo peso sulla sua sofferenza. Infine, credo sia importante, quando ci sono disturbi organici è sempre importante fare ciò che in gergo si definisce diagnosi differenziale e pertanto parli con il suo medico di base, oltre che con gli specialisti che la seguono, per valutare se è il caso di fare qualche controllo in più. Prendersi cura di se è un percorso che una volta intrapreso, anche se richieste fatica, piano piano da i suoi frutti, si affidi ai professionisti che la seguono e compia il suo percorso. Dott.ssa Ajovalasit
Gentilissimo, grazie per la condivisione. Comprendo le fatiche che descrive e riporta, e mi dispiace molto per la sua perdita. Credo che, data la sintomatologia fisica e le fatiche riportate, per lei potrebbe essere importante parlare con un terapeuta, in modo da esplorare ed elaborare le cause del suo malessere.

Resto a disposizione
AV
Buongiorno, mi dispiace molto per il suo stato di disagio e preoccupazione. La scelta di iniziare un percorso di terapia è sicuramente corretta anche se tale percorso richiede pazienza e impegno. È importante lavorare con la sua terapeuta sull'origine della sua preoccupazione e dei sintomi somatici che ha riferito in modo da comprendere quali strategie mettere in atto per affrontarli in modo efficace.
Buongiorno, mi dispiace sentire che sta affrontando ansia, depressione e la recente perdita di sua madre. È positivo che abbia deciso di cercare l'aiuto di una psicologa, poiché può essere un passo importante per affrontare e superare questi problemi emotivi.

È importante continuare a seguire il percorso terapeutico con la psicologa, in modo da poter esplorare le cause e le dinamiche sottostanti alla sua ansia e alla sua ipocondria. La terapia può fornirle strumenti e strategie per affrontare le sue paure e le preoccupazioni legate alla salute. Sarà utile parlare apertamente con la sua psicologa delle sue paure riguardanti la possibilità di sviluppare la stessa malattia di sua madre, in modo che possano essere esplorate e affrontate in un ambiente di supporto.

Sebbene sia comprensibile essere preoccupati per la propria salute, è importante ricordare che l'ansia e l'ipocondria possono amplificare le preoccupazioni e creare sintomi fisici. Il coinvolgimento del suo medico di fiducia potrebbe essere utile per valutare i suoi sintomi fisici e determinare se ci sono condizioni mediche che richiedono attenzione.

Inoltre, è importante adottare uno stile di vita sano che possa contribuire al benessere generale. Ciò include una dieta equilibrata, l'esercizio fisico regolare, il mantenimento di una routine del sonno adeguata e il coinvolgimento in attività che le piacciono e le portano gioia. Trovare modi per rilassarsi e gestire lo stress, come la pratica di tecniche di respirazione, meditazione o yoga, potrebbe anche essere d'aiuto.

Ricordi che il processo di guarigione richiede tempo e pazienza. Continui a lavorare con la sua psicologa e consideri l'opzione di coinvolgere anche il suo medico di fiducia per una valutazione completa. Spero che troverà il supporto e le risorse necessarie per affrontare le sue sfide attuali e raggiungere uno stato di benessere mentale e fisico.
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I sintomi affettivi rabbia, ansia e depressione sono tentativi di adattamento alla realtà, rappresentano il tentativo sano da parte dell'organismo di reagire ad un ambiente ostile.
In particolare, l’ansia mobilita la persona a concentrarsi sulla minaccia ed a trovare un modo efficace per reagire a questa. Le difese depressive sono passive ma facilitano l’evitamento e riducono al minimo il proprio valore di minaccia per l’altro (fingersi morti), cosa che può portare a deattivare il predatore.
Tuttavia, l’ansia rimane attiva fino a quando non si trova una soluzione alla minaccia e mantiene la persona in un costante stato di allerta provocandole molto disagio. La depressione è la percezione di essere sopraffatti senza appello dalla minaccia e comporta la rinuncia, il ritiro, il nascondersi, il disconoscimento di sé.
Sia nel caso della difesa ansiosa che di quella depressiva è necessario perciò individuare la minaccia e disattivarla, renderla innocua nonché fortificarsi attraverso la consapevolezza di sé.
Inizi un percorso terapeutico, la aiuterà moltissimo!
Mi dispiace sentire che stai affrontando l'ansia, la depressione e la perdita di tua madre. È un momento difficile e comprendo il desiderio di cercare aiuto per affrontare queste sfide.

È positivo che tu stia cercando supporto da una psicologa. La terapia può fornire un ambiente sicuro in cui esplorare e affrontare i tuoi pensieri, le tue emozioni e i tuoi vissuti legati alla perdita e alla tua condizione attuale. Un professionista esperto può lavorare con te per sviluppare strategie di coping, migliorare il benessere emotivo e fornirti il sostegno necessario per superare questa fase difficile.

Riguardo ai farmaci che hai assunto in passato, come lo Zoloft e lo Xanax, è importante discutere della tua situazione attuale con il tuo medico o psichiatra, in modo da valutare se ci sono eventuali aggiustamenti o alternative da considerare. Saranno loro a poterti fornire le indicazioni e le informazioni specifiche sulle opzioni farmacologiche più appropriate per te.

Relativamente alla tua preoccupazione di sviluppare la stessa malattia di tua madre, è comprensibile che questa paura sia presente. Tuttavia, è importante ricordare che l'ansia e l'ipocondria possono amplificare le preoccupazioni e creare un ciclo di pensieri negativi. È consigliabile discutere le tue preoccupazioni con un professionista della salute, che potrà aiutarti a gestire l'ansia e ad affrontare queste paure in modo adeguato.

Infine, per raggiungere il tuo obiettivo di stare bene, sereno e felice, è fondamentale perseguire una visione olistica del benessere. Oltre alla terapia, potresti considerare l'adozione di uno stile di vita sano, che includa una dieta equilibrata, attività fisica regolare e tecniche di rilassamento come la meditazione o la respirazione profonda. Inoltre, cercare il sostegno di amici e familiari di fiducia può essere molto benefico durante questo percorso.

Ricorda che ogni percorso di guarigione è unico e richiede tempo. Continua a lavorare con i professionisti che ti stanno assistendo e sii paziente con te stesso. Il supporto adeguato e l'impegno personale possono aiutarti ad affrontare l'ansia, la depressione e a trovare il benessere emotivo che desideri.

Ti auguro il meglio nel tuo percorso di guarigione e nel raggiungimento della serenità e della felicità che cerchi.
Gentilissimo,
mi dispiace tanto per la sua perdita. Da quello che leggo sta operando per la giusta strada. Parli apertamente con la sua psicologa delle sue difficoltà e vedrà che la collega saprà darle un adeguato supporto. Resto a disposizione qualora avesse ulteriore bisogno.
Salve,
credo fermamente che i "fatti" del corpo delle persone che amiamo debbano in qualche misura coinvolgere la nostra mente/corpo senza considerarsi patologicamente ipocondria. E' come se fosse un passaggio obbligato per la trasformazione della relazione che, ormai purtroppo, non può più riguardare la realtà di questo mondo, così profondamente coinvolto fino a qualche mese fa. E' una forma transitoria di legame che presto, grazie ad un aiuto qualificato, lascerà spazio ad un più forte e saldo legame "interno".
Buonasera, mi dispiace molto per il suo lutto. Non vi è soluzione per una perdita così importante se non quella di cercare di ritrovare sé stessi attraverso l'aiuto di un professionista e credo che lei sia sulla strada giusta per farlo... l'aver intrapreso un percorso psicologico è un buon punto di partenza per poter affrontare un momento così difficile. Credo però che lei debba valutare attentamente se in questa relazione terapeutica si sente veramente a suo agio, dato che tali domande nascondono, a mio avviso, una difficoltà nell'affidarsi alla sua terapeuta che è la prima persona che dovrebbe venire a conoscenza di tutte le sue perplessità. Mi permetto di consigliarle di parlarne apertamente con la sua psicologa ed eventualmente di valutare la possibilità di rivolgersi ad un altro professionista. Le auguro di superare presto questo momento di difficoltà. Resto a sua disposizione, Dott.ssa Cristiana Danese
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Carissimo,
oltre che parlarne di questi sintomi con il suo terapeuta si accerti che il collega sia uno psicoterapeuta e non solamente psicologo o psichiatra. Le consiglio, se non lo sta già facendo, una psicoterapia cognitivo-comportamentale per queste problematiche.
Salve, non è possibile avere la bacchetta magica per questi problemi, per quanto sono importanti richiedono appunto un tempo corretto di risoluzione.
Occorre tempo e pazienza, continui il suo lavoro in terapia.
Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
La malattia e la morte di qualcuno che amiamo sono eventi destabilizzanti che mettono in crisi quello che è stato il nostro mondo fino a quel momento. Eventi stressanti, momenti di crisi in cui il nostro corpo ci chiede talvolta ci impone di fermarci e ascoltare
L’identità è identità corporea. La fisicità è tuttaltro dalla corporeità Il corpo va inteso come luogo del simbolico, del possibile, del soggetto, del soggetto in divenire diverso dagli altri e anche continuamente diverso da sé. Con Husserl si può dire che noi siamo sempre il nostro corpo che costituisce la nostra apertura al mondo. Attraverso l’ esperienza della morte della più importante donna della tua vita, diventa possibile per te ri-guardare aspetti della tua identità identificatoria. ipotizzo che tua madre ti rimandasse un’immagine di te che oggi fatichi a vedere senza il suo aiuto. Ma se fatica, in latino <<fatigo, rammenta fatisco ,e fatisco significa aprirsi>> faticare può significare aprire una crepa dentro a quelli che fino ad ora sono stati i tuoi limiti, e significa farlo in questo dolore che muove. Nel momento in cui mi separo le relazioni con quelle persone che hanno dato forma alla mia identità, quegli stessi aspetti identitari, trasformandosi, trasformeranno il mio mondo. scoprire la prodigiosa dimensione dell' "orfananza" regala, insieme alla mancanza, spazi nuovi, grandi, tutti da esplorare

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