Sera, sono Monica e ho 48 anni, ho perso mia madre da 18 mesi. Ho un padre anziano invalido ma ancor

17 risposte
Sera, sono Monica e ho 48 anni, ho perso mia madre da 18 mesi. Ho un padre anziano invalido ma ancora con la testa ci sta, al contrario di mamma con Alzheimer che ho curato per anni. Ho perso pure una sorella di 42 anni undici anni fa. Figlia di madre ansiosa, per quanto abbia cercato di affrancarnene, l imprinting c'è e dopo anni di caregiver ed eventi passati dolorosi io in questi mesi e a periodi con crisi, ho un malessere esistenziale. Lo chiamo così perché non è solo ansia o nucleo depressivo, tristezza, ma un conflitto che mi divide in due. Da un lato vorrei vivere. Cosa? Una relazione di coppia sana, un lavoro che ora non ho causa anni di caregiver, un mio spazio che non sia la casa di tutta la vita che detesto. Penso che pochi al mondo abbiano vissuto 49 anni nello stesso posto.. Dall'altro sento il terrore di un cambiamento che penso di non saper gestire, un compagno giusto non si trova, e ho rabbia verso gli uomini. Un lavoro non si trova e lo cerco. Una casa mi spaventa come se fosse un altro lutto. Di cambiamenti pur non volendolo, li ho subiti, ora mi sento smarrita senza bussola, vedo un passato da cui non mi libero, un futuro che non vedo o vedo nero, ed un presente angosciante. Ed ecco le crisi forti, di chi non sa chi è più, non lo ha mai forse saputo, e non sa cosa voglia o possa essere. Non ho parenti su cui contare, se andasse via papà, sola sarei, solo stata combattiva ma non ce la faccio più, perché sono sfiduciata e mi sento di non avere mai vissuto la mia vita. Mi sento le catene nell anima, le chiamo così. Ho provato degli approcci ma non giusti che forse hanno acuito i problemi, dandomi sfiducia ulteriore. Io non voglio soccombere ad ansia o depressione, io ho fame di vita ma non so dove andare, e cosa voglia davvero mangiare. Da 18 mesi ho grossi malesseri di questo tipo. Insomma a 49 anni, non so dove sia il mio posto nel mondo e vedo il tempo correre. Mentre termino questa mia, l angoscia bussa. Ho speranze di poter risolvere tutto ciò o sono destinata a star male sempre?
Gentile Monica, ci dice tante cose di se’ in questo suo ampio, e anche toccante, messaggio. Si coglie un’analisi attenta della sua storia, del suo vissuto e del suo sentire. Non so perché i percorsi terapeutici fin ora intrapresi non abbiano dato i risultati sperati. Quel che posso dirle però è che si’, c’e speranza di risolvere tutto cio’ e di iniziare a stare bene come mai e’ stata, ma che quella speranza c’e solo se saprà trovarla in se’, solo così un percorso terapeutico potrà aprirla alla vita. Ci sono tante cose belle che l’aspettano, deve solo decidere che vuole iniziare a vederle: e volere questo è l’unico vero ingrediente necessario per una terapia efficace. Credo che, data la sua evidente curiosità introspettiva, un percorso psicoanaliticamente orientato sia per lei la strada elettiva da intraprendere. Se ha dubbi in merito sono a disposizione. Un caro saluto, Marta Corradi.

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Salve Monica,
per riuscire a sciogliere le "catene dell'anima" c'è bisogno di attivare cambiamenti importanti, cambiamenti che potrà scegliere e decidere solo lei lavorando su quelli che sono realmente i suoi bisogni.
A volte trovare la bussola è molto difficile perchè ci si scontra con richieste, obblighi o mandati familiari che vengono dall'esterno che confondono riguardo alla percezione dei propri bisogni. Per questo motivo le consiglio, come primo motore di cambiamento, di affrontare un percorso di psicoterapia. Un approccio di tipo sistemico relazionale potrebbe esserle molto utile per affrontare le difficoltà legate alle relazioni familiari ma anche alla possibilità di "svincolarsi" da queste e poter creare una sua famiglia.
Saluti
Monica mi spiace molto per la sua situazione! Si, speranze ce ne sono per lei di vivere davvero, di capire cosa vuole, di prendere un cammino e goderne, finalmente! Il mio consiglio è quello di recarsi presso la sua asl ed imparare a prendersi cura della piccola Monica che dentro di lei bussa perchè vuole che lei la guardi e che le insegni a percorrere strade solo vostre! Le auguro il meglio!
Dott.ssa Federica Serafini Psicologa Psicoterapeuta
Gentile Monica, la ringrazio per aver condiviso in modo così accurato e profondo quanto le sta accadendo. La prima cosa che mi verrebbe da chiederle è: quali approcci psicoterapeutici ha affrontato in passato? Qual è stato il motivo per cui ha deciso di interrompere tali percorsi? In un momento di vita come quello attuale, e che perdura oramai da tempo, sicuramente potrebbe trarre beneficio da un percorso psicologico. L'obiettivo della psicoterapia, infatti, è la trasformazione di sé e dei propri modi di fare esperienza e l'apertura di nuovi orizzonti futuri. Fissare un primo appuntamento con uno specialista costituirebbe sicuramente un passo importante verso la responsabilizzazione e l’ascolto del proprio stato di malessere. Infine, in merito alla scelta del nuovo professionista, conoscere cosa non ha funzionato negli interventi precedenti potrebbe rivelarsi fondamentale. Un caro saluto, Ilaria Sartori
Con grande capacità introspettiva ci ha fatto partecipi della sua testimonianza di vita. Ne emerge una donna sensibile ed intelligente che finora si è caricata di responsabilità verso la famiglia annullando i suoi bisogni e desideri, anzi senza nemmeno chiedersi quali sono. Giustamente lei rivendica una vita sua, non è tardi, mi creda, ma i cambiamenti devono partire dal profondo, forse nelle terapie già fatte vi erano muri di resistenza e sensi di colpa impropri da elaborare. Credo che farsi supportare in questa sua giusta ma sofferta presa di coscienza da un terapeuta che la guidi in questo percorso sia indispensabile, cerchi una persona con cui stabilire una buona alleanza terapeutica e il resto verrà, senza fretta e con pazienza. Un carissimo saluto. Dr.ssa Daniela Benvenuti
Gentile Monica, questa toccante descrizione che lei ci ha offerto mi sembra possa testimoniare la motivazione a cercare una soluzione, la qual cosa è determinante per trovare la soluzione stessa. Il fatto che lei abbia scritto significa che non si è arresa; ora bisogna fare il passo successivo e trovare un/una psicoterapeuta. Anch'io, come ha già scritto una collega, propongo un percorso a orientamento psicodinamico (o psicoanalitico), per la sua capacità di approfondire le cose. La fiducia nella relazione terapeutica e la pazienza faranno il resto. Un caro saluto.
Carissima Monica, la vita periodicamente ci presenta pesanti eventi esistenziali che ci mettono duramente alla prova. Dalle sue accorate parole traspaiono lucidità di pensiero, un animo sensibile e altruista e anche il vivo desiderio che le cose possano cambiare in meglio. Sono tutte risorse che , se capite e valorizzate, l’aiuteranno a superare questa crisi esistenziale, questa “buia notte dell’anima”. Una crisi non è cosa semplice da tollerare, ma ogni crisi va considerata anche come un’opportunità di cambiamento e di rinascita. Può diventare un’importante occasione di conoscenza e di evoluzione. Attraverso un cammino di piccole, ma determinanti scelte quotidiane arriverà il cambiamento. Imparerà a conoscere le parti disfunzionali che creano il conflitto, imparerà a gestirle e a trasformarle. Nella pratica dello yoga si dice che “Quando l'allievo è pronto, il maestro appare.” Le auguro di trovare una persona o un bravo terapeuta che la possa aiutare e guidare nel percorso di conoscenza di se’ e di realizzazione del suo potenziale umano. Il resto verrà da se’ , perché i nostri pensieri e i nostri desideri profondi, se sostenuti da una ferma volontà, hanno il potere di dare forma alla realtà che ci circonda. Tanti auguri di buona vita. marinellopsicologa.it
Salve, il suo messaggio suggerisce una persona sensibile ed in grado di guardarsi dentro. Certo che fa paura, a volte anche i cambiamenti positivi spaventano, ma non si lasci andare alle sue “catene” e stavolta sia combattiva per se stessa.
In bocca al lupo di cuore,
Marta Calderaro
Buonasera. Certamente non mi permetto di darle alcun consiglio e men che meno un giudizio. Immagino che ad oggi il lutto e lo stress del caregiver (chi assiste un malato di Alzheimer lo sa) siano ancora ferite aperte. Ad oggi la sua vita sembrerebbe sia stata un sacrificio d'amore per gli altri e probabilmente queste catene sono in realtà dei legami, forti legami con le origini. Fuori di casa ci sono anche altre persone, che hanno ugualmente sofferto come lei nel percorso di assistenza ai genitori. Non so se frequentare qualche associazione per familiari sia stata un'esperienza fatta e bocciata, oppure varrebbe la pena provare a interfacciarsi. A volte dividere i pesi ce li fa sentire più leggeri
Cara Monica, non è mai tardi nella vita per scoprire, creare cambiamento, cercare nuove strade! ... lei cerca di esprimere se stessa ... finalmente... cerchi un professionista che sente per lei valido e che le infondendole fiducia la sostenga in questa sua ricerca... vedra’ che Scoprirà di avere ancora molto tempo per creare e vivere! Tante buone esperienze di vita!
Dottssa Guzzino
Gentile Signora, buongiorno. sono molto colpito dalla sua storia, anche perché non mi è nuovo l'argomento, visto che me ne sono occupato per anni. sua madre è morta, il lutto è in fase di elaborazione avanzata e ora sente il vuoto di una presenza totalizzante come può essere l'Alzheimer, c'è chi parla di "un giorno di 36 ore" per poterli assistere adeguatamente. ora sente il bisogno di una svolta, di riappropriarsi della sua vita, pur rendendosi conto della pesante eredità che porta e che la condiziona. il percorso psicoterapico la può aiutare ad ambientarsi ed orientarsi meglio a questa nuova realtà, piena di obbiettivi importanti, come una maggiore autonomia, il lavoro, una vita di coppia. Le faccio i miei migliori auguri e, ripeto, non c'è nulla di male a farsi aiutare in questo momento così delicato ed importante per la sua nuova vita. Enrico Piccinini.
Salve Monica.Una persona che sa analizzare in modo a dir poco poetico il suo lucido dolore non è destinata a soccombere. Usando parole non mie...”nessuno si salva da solo”. Riponga la sua fiducia in persone professionali e meritevoli.
Cara Monica, Lei ha risorse e capacità introspettiva tali da pensare a una risposta assolutamente positiva alla Sua domanda. La Sua descrizione della situazione è puntuale e a mio parere molto acuta. Lei si è mantenuta per anni su un ruolo, quello di caregiver, che se da un lato Le ha tolto altre possibilità, che Lei ora giustamente sente mancare, dall'altro Le ha permesso di stare in piedi in quanto totalizzante, estremamente definente, assolutamente ingombrante in termini di tempo, spazio, identità. Nel venire meno il ruolo Lei ha perso ciò che identitariamente la sosteneva. Si ritrova, pertanto, a non sapere chi è: noi siamo la nostra storia di vita per il nostro futuro, e Lei al momento si trova con una storia che non può più continuare, perché è venuto meno il ruolo su cui si manteneva, e con un futuro che ad oggi non vede, perché il progetto è tutto da impostare daccapo, con tutte le difficoltà Contestuali che Lei giustamente Sottolinea. C'è tutta la possibilità di riprogettarsi, però: pur nelle difficoltà del caso, Lei ha tutte le carte per poter vivere possibilità d'azione e di esistenza autentica che devono essere aperte tramite un percorso con un professionista. Si rivolga con fiducia a un collega: ne uscirà. In bocca al lupo! Cordialmente, DMP
Buonasera Monica,
mi spiace molto per la situazione che sta vivendo e capisco bene che non sia facile portarsi dietro tutto questo peso. Nella sua situazione è più che indicata una psicoterapia di supporto e di cambiamento, affiché lei possa alzare la sua qualità di vita e godersi al meglio gli anni a venire. Non aspetti ulteriormente!
dott Tealdi
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Buona sera Monica, molto le è già stato scritto da colleghi e colleghi.
Posso dire che leggendo le sue parole sono rimasta colpita dalla sua capacità di leggersi dentro, e questo è secondo me un ottimo punto di partenza per riuscire a trovare il proprio posto nel mondo.
C'è speranza? Io dico sempre che i semi continuano a germogliare anche sotto il terreno gelato, anche quando siamo stanchi e sfiduciati e non li vediamo. Guardandosi dentro, e io immagino accompagnata da un professionista che crei insieme con lei un luogo di fiducia e speranza, io credo proprio che quella voglia di vita che emerge tra le sue parole possa trovare la strada per sbocciare.
Buonasera Monica,
mi dispiace molto per i suoi lutti e la sua sofferenza del momento. Mi sembra come se lei non riesca mai ad avere il tempo per poter elaborare nella maniera adeguata il dolore legata alla perdita di sua madre ora e di sua sorella nel passato e il rimanere l'unica figlia e punto di riferimento per i suoi genitori l'ha quasi incatenata in delle vesti che le iniziano a stare strette perchè si rende conto di non avere una vita sua.
Non pensi però che sia troppo tardi per poter fare qualcosa per se stessa. Questo non vuol dire non prendersi cura di suo padre, oramai anziano, ma di prendersi cura oltre che di suo padre anche di lei.
Un ottimo suggerimento che le hanno già dato è quello di rivolgersi a delle associazioni, potrebbe essere un buon punto di partenza, un posto dove troverebbe delle persone in grado di aiutarla e di motivarla a ricostruirsi. Pensi a cosa le piace, o le piacerebbe fare ed essere.
So benissimo che non è facile rialzarsi e muovere il primo passo verso il cambiamento, ma siamo essere sociali e sono proprio le relazioni e le reti sociali che ci supportano e ci rafforzano.
Le auguro di trovare la forza di volersi bene.
La saluto con affetto, dott.ssa Cristina Polizzi
Buongiorno Monica, in questo suo toccante, messaggio, si coglie un’analisi attenta della sua storia, del suo vissuto e anche delle sue speranze e potenzialità. Non sono in grado di dire come mai i percorsi terapeutici fin ora intrapresi non abbiano dato i risultati sperati, ciò che posso dirle però è che tutti possono trovare la strada per stare meglio. Per la mia esperienza credo che per lei sia utile un percorso affiancato da Ipnoterapia e autoipnosie. Per chiarimenti sono a disposizione. Un caro saluto, Antonella.

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