salvi. mio figlio ha 18 anni ha un ritardo intellettivo lieve con compromissione comportamentale e d

7 risposte
salvi. mio figlio ha 18 anni ha un ritardo intellettivo lieve con compromissione comportamentale e disturbo d ansia generalizzato.e ha crisi epilettiche in trattamento farmacologico in quadro polimicrogiria frontale bilaterale. si agita moltissimo e non riesce a controllare la sua rabia e si fa del male a se stesso e delle volte anche a noi .e la mia paura e quella che va a peggiorare.a che posso rivolgermi per aiutarlo a controllare la sua rabbia e l ansia, e come devo comportarmi quando ha questi disturbi grazie. aspetto una vostra risposta

Salve,

Considerata la complessità della situazione di suo figlio, le consiglio di avvalersi di una terapia psicologica breve strategica, che può essere molto efficace nel gestire ansia e comportamento impulsivo. Questo tipo di terapia offre strumenti pratici per affrontare e modificare comportamenti disfunzionali e migliorare il controllo delle emozioni. È importante anche collaborare con uno specialista in psicologia infantile o adolescenziale che possa lavorare specificamente con i giovani con ritardo intellettivo e disturbi comportamentali.

Cordiali saluti,
Dott. Michele Scala
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Buonasera Gentile Signora, è dura ..... un genitore ha, nei suoi pensieri quotidiani, la preoccupazione, oltre che dell'oggi, del dopo,
il bisogno di sapere che i nostri figli sono e saranno al sicuro, anche dopo di noi.
Più che un consiglio professionale, voglio comunicarle la mia ammirazione verso un'accudimento complicato ma che, sono certa, restituisce un'amore infinito.
Grazie per il suo impegno nel provare a trovare tutti i giorni la migliore soluzione verso suo figlio.
Francesca Chiara Ignoni
Salve, mi spiace per la situazione che sta vivendo, non deve essere facile.
In questi casi io consiglierei di affidarsi alla ASL del suo distretto, per far partire tutto l'iter che permetterà a a lei e suo figlio di essere seguiti da una equipe multidisciplinare, lo può fare anche da privata ma le spese sarebbero cospicue e la comunicazione tra colleghi spesso non è buona come ci si auspica. perciò riferendosi alla sia ASL; al suo CSM o al suo Consultorio per capire bene come poter supportare suo figlio. Spero le cose diventino più semplici. un caro abbraccio.
Buongiorno,

Capisco quanto sia difficile e preoccupante la situazione di suo figlio, soprattutto considerando la complessità della sua condizione. La polimicrogiria frontale bilaterale, unita al ritardo intellettivo e al disturbo d'ansia generalizzato, rende particolarmente complicata la gestione delle sue emozioni e dei comportamenti, specialmente durante gli episodi di rabbia e agitazione.

Ci sono diversi approcci che potrebbero aiutarvi. Innanzitutto, sarebbe importante continuare a collaborare con un neuropsichiatra infantile o un neurologo per monitorare la terapia farmacologica che sta seguendo. Potrebbe essere necessario rivedere i farmaci o aggiustarne le dosi per migliorare la gestione delle crisi epilettiche e dell’ansia.

Oltre al supporto medico, potrebbe essere utile affiancare un intervento terapeutico, magari con un terapeuta specializzato in disturbi comportamentali e disabilità intellettiva, per insegnare a suo figlio tecniche per gestire meglio la rabbia e l'ansia, sviluppando strumenti di autoregolazione emotiva.

In parallelo, ci sono anche terapie basate sull'integrazione sensoriale, che potrebbero aiutare suo figlio a gestire meglio gli stimoli ambientali che contribuiscono alla sua agitazione. Un terapista occupazionale specializzato in questo approccio potrebbe lavorare con lui per ridurre i momenti di ansia intensa.

Infine, è essenziale che anche voi come famiglia riceviate supporto. Conoscere tecniche di gestione della rabbia e di de-escalation può aiutarvi a intervenire durante le crisi in modo sicuro ed efficace, sia per proteggere lui che voi stessi.

Quando si trova in uno stato di rabbia o ansia forte, provate a mantenere la calma. So che è molto difficile, ma il vostro atteggiamento tranquillo può aiutarlo a non agitarsi ulteriormente, inoltre, cercate di creare un ambiente sicuro, allontanando oggetti che potrebbero essere pericolosi. In alcuni casi, distrarre suo figlio con qualcosa che gli è familiare o che gli piace può ridurre l'intensità dell'episodio.

Stabilire una routine prevedibile e regolare può inoltre aiutarlo a sentirsi più sicuro e ridurre alcuni dei momenti di agitazione.

Potrebbe essere utile rivolgersi a un centro di neuropsichiatria infantile o a un servizio territoriale per ricevere assistenza su misura. Ci sono anche associazioni che supportano le famiglie di persone con disabilità intellettiva e che potrebbero offrirvi sostegno e consigli utili.

Resto a disposizione per ulteriori domande o se desidera maggiori informazioni.

Un caro saluto,
Dott.ssa Camilla Persico
Salve. Immagino possa diventare molto difficile affrontare queste difficoltà quando si presentano, in particolare quando sono coinvolti diversi aspetti neuropsicologici, comportamentali ed emotivi che hanno implicazioni sulla salute di suo figlio e quella di chi lo circonda. In questo caso potrebbe essere utile cercare interventi che tengano conto di queste condizioni che ha descritto e che pongano l’attenzione sia su di lui, sia sulle persone che lo sostengono e lo aiutano, in casa e nell’ambiente esterno. Sono diverse le figure professionali che potrebbero fornirvi aiuto, come neurologi, neuropsicologi, psicoterapeuti, educatori domiciliari e terapisti occupazionali. Non so quale sia la vostra esperienza pregressa ma in situazioni come questa è importante che i professionisti coinvolti facciano rete e collaborino al fine di garantire un approccio individualizzato e multidisciplinare. Per quanto riguarda la domanda su come comportarsi in famiglia, avviare un percorso psicologico adeguatamente adattato ed approfondire insieme le situazioni da fronteggiare, potrebbe aiutare sia suo figlio che voi a riconoscere, prevenire e affrontare le situazioni in cui insorge questa agitazione.

Spero nel tempo possiate trovare soluzioni adatte a voi.
Un caro saluto, dott.ssa Eugenia Magnani
Gentile Signora,
La situazione descritta riguarda un quadro complesso che richiede un approccio multidisciplinare. Credo che suo figlio sia già in cura da un neurologo per le crisi epilettiche. Ma, per affrontare i problemi comportamentali come l’aggressività, l’autolesionismo e l’ansia, è fondamentale un intervento integrato che comprenda diversi aspetti, tra cui:
- Approccio neuropsicologico: una valutazione neuropsicologica aiuta a identificare le difficoltà cognitive e comportamentali specifiche e a definire un programma terapeutico personalizzato per migliorare l’autoregolazione;
- Trattamento psicoterapeutico. Nel Suo caso potrebbe valere la pena rivolgersi ad uno psicoterapeuta neuropsicologo che abbia anche la conoscenza delle possibili compromissioni comportamentali e del lieve ritardo da lei descritto. Il lavoro potrebbe essere orientato verso l'implementazione della gestione delle emozioni, la riduzione dell’ansia ed il miglioramento dell’autocontrollo;
- Supporto farmacologico: è possibile valutare l'introduzione di altri farmaci specifici per ridurre l’aggressività e l’ansia possono essere utili, ma devono essere prescritti e monitorati da uno psichiatra o neurologo con esperienza con le disabilità;
- Supporto familiare: è importante che anche i familiari ricevano supporto psicologico, partecipando a sedute familiari o consulenze individuali, per imparare a gestire lo stress e le difficoltà quotidiane.

Durante le crisi, il consiglio è di mantenere la calma, usare tecniche di de-escalation e garantire un ambiente sicuro. Il monitoraggio e l’adattamento dei trattamenti per le crisi epilettiche sono fondamentali, quindi è importante continuare a seguire il Suo figlio con il neuropsichiatra/neurologo.

Resto a disposizione per ogni ulteriore chiarimento.

Cordiali saluti, Laura Manzini
Buongiorno, la situazione di suo figlio è complessa e richiede un approccio multidisciplinare, ovvero un intervento che coinvolga più professionisti. È positivo che lei stia cercando aiuto per supportarlo nella gestione della rabbia, dell’ansia e dei comportamenti auto- o etero-aggressivi.
Le consiglio di rivolgersi a uno psicologo o psicoterapeuta specializzato, un professionista esperto in disabilità intellettiva e disturbi comportamentali, che può aiutare a identificare strategie per gestire le emozioni e promuovere comportamenti alternativi. Inoltre, un terapista occupazionale può essere utile per sviluppare tecniche volte a migliorare il controllo degli impulsi e ridurre l’agitazione attraverso attività strutturate e personalizzate.
Affidarsi a un team di professionisti le permetterà di ricevere un piano di intervento personalizzato per migliorare la qualità di vita di suo figlio e della sua famiglia. Non è sola in questo percorso: chiedere aiuto è il primo passo per costruire un ambiente più sereno e sicuro.

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