Salve, vorrei un parere dato che io non so come gestire la situazione. Ho 21 anni e il lavoro mi sta
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Salve, vorrei un parere dato che io non so come gestire la situazione. Ho 21 anni e il lavoro mi sta facendo impazzire, siamo obbligati a fare ore in più da contratto, dopo aver fatto 12 ore di lavoro e solo 30 minuti di pausa, sto letteralmente impazzendo. Lavoro in questo posto da 3 anni, ogni giorno se ne escondo con quale regola nuova inventata da loro, se richiedi di fare 8 ore da contratto, mi minacciano dicendomi che mi dimezzano lo stipendio, sono obbligata a sballottarli di qua e di là per i clienti, la sera prima di andare a letto e la mattina quando mi alzo non faccio che piangere per la pressione lavorativa, non ne posso davvero più o continui mal di testa atroci, fisicamente sono frastornata, e mentalmente sono a terra o meglio sotto terra ( ps: faccio la parrucchiera)
Salve. Mi dispiace per la situazione che stai vivendo, è evidente che le tue condizioni di lavoro stanno compromettendo sia la tua salute fisica che mentale. Da quanto descrivi, potrebbe esserci una violazione dei tuoi diritti lavorativi. Ti consiglio di informarti sul tuo contratto e valutare, anche con il supporto di un sindacato o consulente del lavoro, come agire. Nel frattempo, cerca momenti di pausa per te stessa e considera se ci sono alternative per tutelare il tuo benessere. Il tuo stato di salute è una priorità.
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Carissima, per prima cosa grazie per aver condiviso qui questa condizione per lei così difficile e dolorosa. È evidente come lei stia vivendo un momento estremamente pesante, sia a livello fisico che emotivo. Quello che arriva dalle sue parole è soprattutto un senso di oppressione e costrizione, la sensazione di essere in trappola.
Si evince chiaramente da quanto racconta anche la stanchezza che prova, sia nel corpo che nella mente. Quelle lunghe ore di lavoro, la mancanza di pause adeguate e le richieste arbitrarie e sempre più pressanti dei datori di lavoro sembrano aver prosciugato la sua energia. Si sente costretta a fare più di quello che il contratto richiederebbe attraverso minacce e pressioni che la fanno sentire impotente.
Il bisogno di piangere la sera prima di dormire e al mattino quando si alza è il canale con cui sembrano esprimersi tutta la frustrazione, la rabbia, il senso di impotenza e di ingiustizia che prova.
La sensazione di essere ‘a terra, o meglio sotto terra’, è un'immagine significativa che fa pensare alla difficoltà di vedere le sue risorse e gli strumenti che può mettere in campo per reagire e superare questo momento di grande fatica.
Credo che sarebbe importante per lei trovare uno spazio dove poter esprimere liberamente quello che sente, per esplorare le modalità con cui lei affronta abitualmente i problemi, e per trovare i mezzi di cui dispone dentro di sé su cui poter fare leva. Un professionista saprà certamente aiutarla. Le faccio i miei migliori auguri e le invio un caro saluto, Dott.ssa Alessandra Mascellani
Si evince chiaramente da quanto racconta anche la stanchezza che prova, sia nel corpo che nella mente. Quelle lunghe ore di lavoro, la mancanza di pause adeguate e le richieste arbitrarie e sempre più pressanti dei datori di lavoro sembrano aver prosciugato la sua energia. Si sente costretta a fare più di quello che il contratto richiederebbe attraverso minacce e pressioni che la fanno sentire impotente.
Il bisogno di piangere la sera prima di dormire e al mattino quando si alza è il canale con cui sembrano esprimersi tutta la frustrazione, la rabbia, il senso di impotenza e di ingiustizia che prova.
La sensazione di essere ‘a terra, o meglio sotto terra’, è un'immagine significativa che fa pensare alla difficoltà di vedere le sue risorse e gli strumenti che può mettere in campo per reagire e superare questo momento di grande fatica.
Credo che sarebbe importante per lei trovare uno spazio dove poter esprimere liberamente quello che sente, per esplorare le modalità con cui lei affronta abitualmente i problemi, e per trovare i mezzi di cui dispone dentro di sé su cui poter fare leva. Un professionista saprà certamente aiutarla. Le faccio i miei migliori auguri e le invio un caro saluto, Dott.ssa Alessandra Mascellani
Dott.ssa Maria Carla del Vaglio
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Santa Maria Capua Vetere
Salve,
mi dispiace leggere di quanto stia vivendo in questa situazione lavorativa così pesante e opprimente. Le sue parole esprimono chiaramente un malessere significativo, che si riflette sia a livello fisico che mentale. La pressione eccessiva, le minacce implicite e il carico di lavoro insostenibile che descrive possono avere effetti profondi sul suo benessere e portare a uno stato di stress cronico, se non a un esaurimento professionale, conosciuto come burnout.
La prima cosa importante è riconoscere che le sue emozioni e i sintomi che sta vivendo sono segnali che non devono essere ignorati. È necessario ascoltare il suo corpo e la sua mente che le stanno chiedendo aiuto. Nessun lavoro, per quanto importante, dovrebbe avere un impatto così devastante sulla salute.
Dal punto di vista pratico, sarebbe utile considerare alcune opzioni per gestire la situazione:
1. **Supporto legale e sindacale**: Se le condizioni lavorative non rispettano il suo contratto o i suoi diritti (come la durata massima delle ore lavorative giornaliere e le pause obbligatorie), potrebbe essere utile consultare un sindacato o un avvocato del lavoro per verificare se le regole imposte dal datore di lavoro siano legittime.
2. **Comunicazione**: Sebbene possa essere difficile, provare a discutere apertamente con il datore di lavoro, magari con un collega di supporto o attraverso rappresentanti sindacali, potrebbe essere un primo passo. Esprimere chiaramente i limiti e i disagi, con richieste concrete, potrebbe far emergere possibili soluzioni.
3. **Valutare alternative**: Se il contesto lavorativo attuale è così dannoso da compromettere seriamente la sua salute, potrebbe essere necessario iniziare a considerare altre opportunità professionali, anche se questo processo richiede tempo e preparazione.
Dal punto di vista emotivo, è essenziale prendersi cura di sé stessa. Dedicarsi momenti di pausa e attività che possano aiutarla a scaricare lo stress è fondamentale. La sua sofferenza merita di essere ascoltata, e potrebbe essere utile confrontarsi con uno psicologo per ricevere supporto nella gestione dello stress e nell'elaborazione delle sue emozioni. Non è una debolezza chiedere aiuto, ma un atto di grande forza e consapevolezza.
La invito a considerare prioritario il suo benessere. Se vuole, rimango a disposizione per ulteriori riflessioni o per indirizzarla verso risorse utili per affrontare questa situazione.
mi dispiace leggere di quanto stia vivendo in questa situazione lavorativa così pesante e opprimente. Le sue parole esprimono chiaramente un malessere significativo, che si riflette sia a livello fisico che mentale. La pressione eccessiva, le minacce implicite e il carico di lavoro insostenibile che descrive possono avere effetti profondi sul suo benessere e portare a uno stato di stress cronico, se non a un esaurimento professionale, conosciuto come burnout.
La prima cosa importante è riconoscere che le sue emozioni e i sintomi che sta vivendo sono segnali che non devono essere ignorati. È necessario ascoltare il suo corpo e la sua mente che le stanno chiedendo aiuto. Nessun lavoro, per quanto importante, dovrebbe avere un impatto così devastante sulla salute.
Dal punto di vista pratico, sarebbe utile considerare alcune opzioni per gestire la situazione:
1. **Supporto legale e sindacale**: Se le condizioni lavorative non rispettano il suo contratto o i suoi diritti (come la durata massima delle ore lavorative giornaliere e le pause obbligatorie), potrebbe essere utile consultare un sindacato o un avvocato del lavoro per verificare se le regole imposte dal datore di lavoro siano legittime.
2. **Comunicazione**: Sebbene possa essere difficile, provare a discutere apertamente con il datore di lavoro, magari con un collega di supporto o attraverso rappresentanti sindacali, potrebbe essere un primo passo. Esprimere chiaramente i limiti e i disagi, con richieste concrete, potrebbe far emergere possibili soluzioni.
3. **Valutare alternative**: Se il contesto lavorativo attuale è così dannoso da compromettere seriamente la sua salute, potrebbe essere necessario iniziare a considerare altre opportunità professionali, anche se questo processo richiede tempo e preparazione.
Dal punto di vista emotivo, è essenziale prendersi cura di sé stessa. Dedicarsi momenti di pausa e attività che possano aiutarla a scaricare lo stress è fondamentale. La sua sofferenza merita di essere ascoltata, e potrebbe essere utile confrontarsi con uno psicologo per ricevere supporto nella gestione dello stress e nell'elaborazione delle sue emozioni. Non è una debolezza chiedere aiuto, ma un atto di grande forza e consapevolezza.
La invito a considerare prioritario il suo benessere. Se vuole, rimango a disposizione per ulteriori riflessioni o per indirizzarla verso risorse utili per affrontare questa situazione.
Salve, consiglio di essere più assertiva nel suo ruolo, lei ha formato un contratto e questi lo devono rispettare, perchè poi rischia di andare bourn out, consiglio un appoggio psicoterapico per incrementare l'assertività comunicativa
Gentile utente, sono molto dispiaciuta per la situazione che descrive e per il forte stress che sta provando in questo periodo. Da ciò che racconta sembra che la situazione sia diventata per lei insostenibile e che sia allo stesso tempo molto difficile avere un confronto costruttivo con i suoi datori di lavoro. Credo che il suo corpo le stia dando dei segnali importanti, potrebbe forse esserle utile da una parte confrontarsi con persone di cui lei si fida per ricevere consigli, dall'altra la possibilità di intraprendere un percorso psicologico per cercare di elaborare il periodo estremamente complicato che sta attraversando.
Un caro saluto, Dott. Marco Squarcini
Un caro saluto, Dott. Marco Squarcini
Buonasera,
Domanda che può apparire scontata e banale ma io la pongo ugualmente :ha valutato di cambiare posto di lavoro?
Se si, cosa la spinge a non cambiare? Se no, perché non valuta un cambiamento?
Domanda che può apparire scontata e banale ma io la pongo ugualmente :ha valutato di cambiare posto di lavoro?
Se si, cosa la spinge a non cambiare? Se no, perché non valuta un cambiamento?
Buongiorno. Condivido totalmente che a 21 anni non è possibile fare una vita come quella che descrive e, francamente, nemmeno a 42 anni o a chissà quale altra età.
Il lavoro è un impegno, senza dubbio, comporta sacrifici, ma non ne può andare di mezzo la salute fisica e psicologica della persona.
Esistono i sindacati, ma questo lei lo sa già. In un momento di difficoltà io sono stato aiutato dai sindacati, ma poi ho dovuto rimboccarmi le maniche e cercarmi un altro posto di lavoro.
In ogni modo se per lei può essere utile trovarsi un tempo per se stessa, per prendersi cura di se stessa, le propongo un colloquio conoscitivo online.
Il lavoro è un impegno, senza dubbio, comporta sacrifici, ma non ne può andare di mezzo la salute fisica e psicologica della persona.
Esistono i sindacati, ma questo lei lo sa già. In un momento di difficoltà io sono stato aiutato dai sindacati, ma poi ho dovuto rimboccarmi le maniche e cercarmi un altro posto di lavoro.
In ogni modo se per lei può essere utile trovarsi un tempo per se stessa, per prendersi cura di se stessa, le propongo un colloquio conoscitivo online.
Buongiorno,
innanzitutto la ringrazio per la condivisione; la situazione che lei descrive sembrerebbe rientrare nella sindrome da burnout in cui si possono sperimentare forti stati di ansia e senso di oppressione in un ambiente lavorativo, tali da poterne seguitare esiti più complessi (disturbi d'ansia e dell'umore). Come ogni condizione fisica che richiede spazio e cure adeguate per guarire, basti pensare alla tachipirina per la febbre o al gesso quando ci rompiamo un braccio, anche quando parliamo della nostra mente e di ciò che sentiamo è giusto dargli lo spazio e le cure di cui ha bisogno. La situazione descritta è sicuramente qualcosa che le sta provocando ansia ("sto letteralmente impazzendo"), le consiglio quindi di rivolgersi ad un professionista anche solo per un consulto, in modo da capire come poter alleviare questa fatica.
cordali saluti,
dott.ssa La Rocca
innanzitutto la ringrazio per la condivisione; la situazione che lei descrive sembrerebbe rientrare nella sindrome da burnout in cui si possono sperimentare forti stati di ansia e senso di oppressione in un ambiente lavorativo, tali da poterne seguitare esiti più complessi (disturbi d'ansia e dell'umore). Come ogni condizione fisica che richiede spazio e cure adeguate per guarire, basti pensare alla tachipirina per la febbre o al gesso quando ci rompiamo un braccio, anche quando parliamo della nostra mente e di ciò che sentiamo è giusto dargli lo spazio e le cure di cui ha bisogno. La situazione descritta è sicuramente qualcosa che le sta provocando ansia ("sto letteralmente impazzendo"), le consiglio quindi di rivolgersi ad un professionista anche solo per un consulto, in modo da capire come poter alleviare questa fatica.
cordali saluti,
dott.ssa La Rocca
Gentile utente, grazie per aver parlato della sua esperienza. Sicuramente quella che descrive non è una situazione lavorativa sana e quelli che lei sperimenta sembrano essere i sintomi del burnout. Il burnout non è altro che una forma di esaurimento dovuta a situazioni lavorative particolarmente stressanti, in cui si verificano scadenze molto pressanti e ravvicinate, mobbing (es. minacce di ridurre lo stipendio), richieste continue, lavoro extra orario pattuito. In questo caso il lavoro non è più fonte di soddisfazione, quanto di malessere e notevole sforzo cognitivo e fisico. Ciò che le posso consigliare è di valutare se questa è una situazione che intende mantenere a lungo e di valutare i costi/benefici in termini di salute/retribuzione. Faccia molta attenzione poichè potrà sicuramente trovare altre posizioni lavorative che la mettano in condizioni professionali e personali più sostenibili. Per qualsiasi necessità, sono a sua disposizione. Dott.ssa Desirèe Pesce.
Gentile utente,
grazie per la condivisione. Si percepisce il suo stato di stress accumulato dal lavoro. Il lavoro è una parte fondamentale della nostra quotidianità e che aiuta, non solo da un punto di vista economico, ma anche alla costruzione di una propria identità lavorativa. Chiaro è che lavorare in condizioni tali non le consente di avere uno stato di vita sereno ma sempre attivato dalla preoccupazione. Ha provato ad esporre questa difficoltà al suo titolare?
Ad ogni modo potrebbe iniziare un percorso con uno specialista per la gestione di questi stati di forte stress e anche per comprendere al meglio cosa non le permette di fare un passetto in più che possa farla sentire più serena.
Ad ogni modo, resto a sua disposizione
Un caloroso abbraccio
grazie per la condivisione. Si percepisce il suo stato di stress accumulato dal lavoro. Il lavoro è una parte fondamentale della nostra quotidianità e che aiuta, non solo da un punto di vista economico, ma anche alla costruzione di una propria identità lavorativa. Chiaro è che lavorare in condizioni tali non le consente di avere uno stato di vita sereno ma sempre attivato dalla preoccupazione. Ha provato ad esporre questa difficoltà al suo titolare?
Ad ogni modo potrebbe iniziare un percorso con uno specialista per la gestione di questi stati di forte stress e anche per comprendere al meglio cosa non le permette di fare un passetto in più che possa farla sentire più serena.
Ad ogni modo, resto a sua disposizione
Un caloroso abbraccio
Salve, dalle sue parole emerge chiaramente quanto questo periodo sia per lei fonte di grande affaticamento e stress. Posso immaginare quanto questa situazione la stia facendo soffrire. Forse potrebbe essere il momento di concedersi l’opportunità di ascoltarsi di più, dedicando attenzione ai suoi bisogni e dando spazio al suo benessere.
Provi a chiedersi cosa davvero sente di poter affrontare in questo momento e cosa invece potrebbe essere troppo. A volte, fare un passo indietro e prendersi cura di sé può fare la differenza.
Se desidera uno spazio in cui esplorare più a fondo le sue emozioni, i suoi pensieri e le sue difficoltà, sono qui per ascoltarla e accompagnarla verso un maggiore equilibrio e serenità.
Provi a chiedersi cosa davvero sente di poter affrontare in questo momento e cosa invece potrebbe essere troppo. A volte, fare un passo indietro e prendersi cura di sé può fare la differenza.
Se desidera uno spazio in cui esplorare più a fondo le sue emozioni, i suoi pensieri e le sue difficoltà, sono qui per ascoltarla e accompagnarla verso un maggiore equilibrio e serenità.
Buonasera, quello che descrive ha tutte le caratteristiche di un esaurimento da stress lavorativo chiamato anche "burnout", una condizione che si manifesta quando il carico emotivo, fisico e mentale supera la capacità del corpo e della mente di affrontarlo.
Cercherò di analizzare la situazione affrontando un punto alla volta: lavorare 12 ore al giorno con una pausa così breve è fisicamente e mentalmente insostenibile,superando quello che è considerato "sano" per la maggior parte delle persone, specialmente quando si prolunga nel tempo; la minaccia di tagli dello stipendio e le regole continuamente modificate sono chiari segnali di un ambiente di lavoro che non rispetta i diritti del dipendente e che può favorire uno stato di insicurezza e stress; il mal di testa, il pianto frequente, il senso di frastornamento e la sensazione di essere "sotto terra" sono segnali che il suo corpo e la sua mente stanno lanciando per dirle che la situazione è diventata insostenibile. Secondo la mia opinione dato che in Italia, i contratti di lavoro prevedono diritti precisi, e ciò che descrive (lavoro oltre le 8 ore senza compenso adeguato, minacce legate allo stipendio) potrebbe configurarsi come una violazione, potrebbe essere una buona idea andare ad un sindacato che può aiutarla a capire i suoi diritti e fornirle supporto legale. Inoltre, pur capendo che cambiare lavoro possa spaventare, soprattutto dopo tre anni nello stesso posto, è però fondamentale ed essenziale ricordare che la sua salute è prioritaria. Potrebbe iniziare a cercare alternative mentre valuta come affrontare la situazione attuale. Ultimo punto ma non meno importante, le consiglio di consultare un medico o uno psicologo/a. I sintomi che descrive non devono essere sottovalutati: uno/a psicologo/a può aiutarla ad elaborare meglio le sue emozioni e darle strumenti per affrontare lo stress. Un medico, invece, potrebbe verificare che non ci siano condizioni fisiche legate al grande sovraccarico di questo lungo periodo. Spero di averla aiutata. Buona serata
Cercherò di analizzare la situazione affrontando un punto alla volta: lavorare 12 ore al giorno con una pausa così breve è fisicamente e mentalmente insostenibile,superando quello che è considerato "sano" per la maggior parte delle persone, specialmente quando si prolunga nel tempo; la minaccia di tagli dello stipendio e le regole continuamente modificate sono chiari segnali di un ambiente di lavoro che non rispetta i diritti del dipendente e che può favorire uno stato di insicurezza e stress; il mal di testa, il pianto frequente, il senso di frastornamento e la sensazione di essere "sotto terra" sono segnali che il suo corpo e la sua mente stanno lanciando per dirle che la situazione è diventata insostenibile. Secondo la mia opinione dato che in Italia, i contratti di lavoro prevedono diritti precisi, e ciò che descrive (lavoro oltre le 8 ore senza compenso adeguato, minacce legate allo stipendio) potrebbe configurarsi come una violazione, potrebbe essere una buona idea andare ad un sindacato che può aiutarla a capire i suoi diritti e fornirle supporto legale. Inoltre, pur capendo che cambiare lavoro possa spaventare, soprattutto dopo tre anni nello stesso posto, è però fondamentale ed essenziale ricordare che la sua salute è prioritaria. Potrebbe iniziare a cercare alternative mentre valuta come affrontare la situazione attuale. Ultimo punto ma non meno importante, le consiglio di consultare un medico o uno psicologo/a. I sintomi che descrive non devono essere sottovalutati: uno/a psicologo/a può aiutarla ad elaborare meglio le sue emozioni e darle strumenti per affrontare lo stress. Un medico, invece, potrebbe verificare che non ci siano condizioni fisiche legate al grande sovraccarico di questo lungo periodo. Spero di averla aiutata. Buona serata
Quanto stai subendo sul posto di lavoro ha un nome, e si chiama sfruttamento, ad essere gentili. Mi piacerebbe conoscere meglio la tua storia per poterti offrire un parere il più circostanziato possibile, ma desidero comunque offrirti il mio pensiero sulla tua complicata situazione.
Sono abbastanza sicuro che se avessi maggiore serenità economica avresti mandato letteralmente tutti al diavolo senza “pensarci due volte”, ma immagino che la tua attuale condizione non te lo permetta. Ho vissuto in prima persona una situazione molto simile anche se in un settore diverso, e comprendo perfettamente il senso di svuotamento e la sensazione delle viscere che impazziscono al mattino al solo pensiero di iniziare in salone.
Quanto stai provando è segno che sei un essere umano e che la tua umanità, amor proprio e serenità sono a dir poco schiacciati da una situazione che ti fa sentire inerme e intrappolata. “Purtroppo”, la risoluzione di questi problemi passa necessariamente per l’abbandono di quel salone con annessa denuncia all’ispettorato del lavoro e di qualunque irregolarità sanitaria sia a conoscenza, ma sono certo che ci abbia già pensato da sola.
In aggiunta bisognerebbe fare un lavoro di ricerca attivo delle opzioni che, in relazione alla tua esperienza e qualifica, hai a tua disposizione. So che non sto offrendo nulla che non abbia già valutato in autonomia o che un amica o familiare non abbia certamente già portato alla tua attenzione.
Quello che invece, puoi fare con me, è lavorare sulla tua capacità di resilienza (affrontare e gestire situazioni avverse restando psicologicamente integra), imparare a gestire i comportamenti vessatori dei superiori, massimizzare le tue risorse e metterle a servizio del miglioramento delle qualità dell’ambiente di lavoro; il tutto imparando a non farti disumanizzare e impedendo che questa disastrosa, ma momentanea situazione, non vinca sulla tua umanità.
Salve, grazie per aver condiviso la sua situazione, che capisco essere estremamente difficile e pesante. È evidente che il suo lavoro, che in teoria potrebbe anche essere una fonte di soddisfazione e realizzazione personale, si è trasformato in una fonte di forte disagio fisico ed emotivo. Ciò che mi racconta descrive una condizione di stress lavorativo molto intenso, quasi ai limiti del sopportabile, e non è sorprendente che il suo corpo e la sua mente stiano manifestando segnali chiari di sovraccarico. Mi colpisce il fatto che, nonostante questa sofferenza, lei trovi la forza di esprimere come si sente e di cercare aiuto. Questo è un passo importante e mostra il suo desiderio di prendersi cura di sé, nonostante la pressione. Quando ci si trova in situazioni lavorative così opprimenti, è normale sentirsi frustrati, impotenti e persino in colpa per non riuscire a sopportare ciò che sembra essere una condizione "imposta". Tuttavia, ciò che sta attraversando non è colpa sua. Le condizioni che descrive – turni eccessivi, regole arbitrarie, minacce – non sono rispettose né del suo benessere né dei suoi diritti come lavoratrice e come persona. Le consiglio di ascoltare i segnali che il suo corpo e la sua mente stanno cercando di inviarle: il pianto frequente, il senso di sopraffazione, i mal di testa e il senso di stordimento sono campanelli d'allarme che non dovrebbero essere ignorati. Sono il suo sistema interno che le dice che sta oltrepassando i suoi limiti. È comprensibile che, in una situazione così difficile, lei si senta intrappolata. Tuttavia, potrebbe essere utile cominciare a costruire uno spazio di riflessione su due fronti: uno a breve termine, per affrontare l’immediata pressione emotiva, e uno a medio-lungo termine, per valutare possibili vie d’uscita da un contesto lavorativo che la sta danneggiando. Per il breve termine, sarebbe importante dedicare anche solo piccoli momenti della giornata a sé stessa. So che sembra impossibile, con le ore di lavoro che affronta, ma anche un semplice respiro profondo, un esercizio di rilassamento guidato o una passeggiata di pochi minuti possono essere un primo passo per ricollegarsi con sé stessa e alleviare, anche solo leggermente, la tensione. A lungo termine, potrebbe essere utile considerare la possibilità di confrontarsi con una figura di supporto, come uno psicologo, per esplorare insieme strategie per gestire il carico emotivo e trovare soluzioni pratiche. Inoltre, potrebbe essere opportuno cercare consulenza su temi legati ai diritti dei lavoratori; spesso, solo avere una maggiore chiarezza sulla propria situazione contrattuale può far sentire più forti e meno sole. Infine, mi permetta di sottolineare che ciò che sta vivendo non definisce il suo valore come persona. Lei merita rispetto, comprensione e un ambiente in cui possa sentirsi serena. Non è sbagliato volere di più per sé stessa, e prendersi cura di sé è un atto di coraggio. Se sente il bisogno di continuare a parlarne, sono qui per ascoltarla. Un caro saluto. Dott. Andrea Boggero
Gentile utente, intanto grazie per aver condiviso la sua situazione.
Lo stress lavorativo può essere la causa del suo attuale malessere psico-fisico; in queste situazioni sarebbe utile affidarsi ad una/un professionista che la supporti e che l'aiuti a superare questo momento di fatica. Le consiglierei altresì di inviare qualche CV: la sua figura lavorativa è molto richiesta, penso che non farà tanta fatica a trovare un nuovo posto di lavoro che magari le permetterà di ottenere maggiore serenità e gratificazione.
Spero le Ns parole le siano state d'aiuto.
Rimango a disposizione.
Un caro saluto
Dott.ssa Furno' Cristina
Lo stress lavorativo può essere la causa del suo attuale malessere psico-fisico; in queste situazioni sarebbe utile affidarsi ad una/un professionista che la supporti e che l'aiuti a superare questo momento di fatica. Le consiglierei altresì di inviare qualche CV: la sua figura lavorativa è molto richiesta, penso che non farà tanta fatica a trovare un nuovo posto di lavoro che magari le permetterà di ottenere maggiore serenità e gratificazione.
Spero le Ns parole le siano state d'aiuto.
Rimango a disposizione.
Un caro saluto
Dott.ssa Furno' Cristina
Carissima, grazie mille per la tua condivisione che leggo con molto interesse. Comprendo perfettamente il tuo stato d'essere. Comprendo che il lavoro sia un aspetto importante e che, oggi, abbia raggiunto ritmi ai limiti della possibilità umana. Il lavoro è prima di tutto un diritto, e ciò dovrebbe comportare anche dei benefit psicoemotivi che sovente vengono trascurati. La situazione che descrivi, purtroppo, lascia intendere le basi per un burnout. Questo si manifesta anche con elementi di malessere che hai descritto, oltre ad altri aspetti che magari già avverti ma che non ha inserito. Posso dirti che dalla tua parta gioca la giovane età: hai tutta la possibilità di cambiare lavoro. Questo non vuol dire che sia facile, lo comprendo appieno, ma se questo posto risulta dannoso per te puoi sempre investire quel che ti rimane del tuo tempo libero nella ricerca di un nuovo impiego che abbia dei ritmi più sostenibili, in modo tale che tu non smarrisca totalmente le tue risorse. Per qualsiasi chiarimento o aiuto rimango a disposizione e non esitare a contattarmi. Dott.ssa Silvia Suppa.
Ciao, innanzitutto voglio dirti che è comprensibile sentirsi sopraffatti in una situazione lavorativa così stressante e difficile. È chiaro che stai affrontando una pressione enorme e che le condizioni di lavoro non sono sostenibili per te.
Ecco alcuni punti su cui riflettere e che potrebbero aiutarti a gestire questa situazione:
-Riconosci le tue emozioni: È importante riconoscere e validare ciò che stai provando. Sentirsi stressati, ansiosi o sopraffatti è normale in situazioni come quella che stai vivendo.
-Parla con qualcuno: Se hai un amico fidato o un familiare, condividere i tuoi sentimenti può aiutarti a sentirti meno sola. A volte, semplicemente esprimere ciò che proviamo può alleviare un po' la pressione.
-Valuta la situazione: Prenditi del tempo per riflettere su ciò che vuoi fare. È importante considerare se questa situazione è sostenibile a lungo termine. Se le condizioni non migliorano, potrebbe essere il momento di esplorare altre opzioni lavorative.
-Cerca supporto professionale: Parlarne con uno psicologo o un counselor può fornirti strumenti e strategie per affrontare lo stress e la pressione. Possono anche aiutarti a esplorare le tue opzioni in modo più chiaro.
-Stabilisci dei limiti: Se possibile, cerca di stabilire dei limiti chiari tra lavoro e vita personale. Dedica del tempo a te stessa, anche solo per fare una passeggiata, meditare o praticare un hobby. È fondamentale prendersi cura della propria salute mentale e fisica.
-Informati sui tuoi diritti**: Se ti senti sfruttata o minacciata, informati sui tuoi diritti come lavoratrice. Potresti contattare un sindacato o un'associazione che possa offrirti supporto legale e pratico.
-Pratica tecniche di rilassamento: Tecniche come la meditazione, la respirazione profonda o lo yoga possono aiutarti a gestire lo stress e l'ansia.
Ricorda che la tua salute e il tuo benessere vengono prima di tutto. Non esitare a cercare l'aiuto di cui hai bisogno per affrontare questa situazione. Non sei sola, e ci sono persone pronte ad aiutarti.
Rimango a completa disposizione. Un caloroso saluto.
Dott. Michele Basigli
Ecco alcuni punti su cui riflettere e che potrebbero aiutarti a gestire questa situazione:
-Riconosci le tue emozioni: È importante riconoscere e validare ciò che stai provando. Sentirsi stressati, ansiosi o sopraffatti è normale in situazioni come quella che stai vivendo.
-Parla con qualcuno: Se hai un amico fidato o un familiare, condividere i tuoi sentimenti può aiutarti a sentirti meno sola. A volte, semplicemente esprimere ciò che proviamo può alleviare un po' la pressione.
-Valuta la situazione: Prenditi del tempo per riflettere su ciò che vuoi fare. È importante considerare se questa situazione è sostenibile a lungo termine. Se le condizioni non migliorano, potrebbe essere il momento di esplorare altre opzioni lavorative.
-Cerca supporto professionale: Parlarne con uno psicologo o un counselor può fornirti strumenti e strategie per affrontare lo stress e la pressione. Possono anche aiutarti a esplorare le tue opzioni in modo più chiaro.
-Stabilisci dei limiti: Se possibile, cerca di stabilire dei limiti chiari tra lavoro e vita personale. Dedica del tempo a te stessa, anche solo per fare una passeggiata, meditare o praticare un hobby. È fondamentale prendersi cura della propria salute mentale e fisica.
-Informati sui tuoi diritti**: Se ti senti sfruttata o minacciata, informati sui tuoi diritti come lavoratrice. Potresti contattare un sindacato o un'associazione che possa offrirti supporto legale e pratico.
-Pratica tecniche di rilassamento: Tecniche come la meditazione, la respirazione profonda o lo yoga possono aiutarti a gestire lo stress e l'ansia.
Ricorda che la tua salute e il tuo benessere vengono prima di tutto. Non esitare a cercare l'aiuto di cui hai bisogno per affrontare questa situazione. Non sei sola, e ci sono persone pronte ad aiutarti.
Rimango a completa disposizione. Un caloroso saluto.
Dott. Michele Basigli
Gentile utente, capisco quanto questa situazione possa essere davvero difficile e capisco perfettamente quando parla di come la pressione del lavoro la stia consumando fisicamente e mentalmente. Lavorare in un ambiente così stressante, con orari estenuanti e nessuna possibilità di riposo adeguato può anche compromettere la sua salute a lungo termine. In queste circostanze la salute andrebbe tutelata prima di ogni cosa. Se sta sperimentando mal di testa intensi e pianti costanti, è importante cercare un supporto psicologico che possa aiutarla a gestire lo stress e a trovare soluzioni per affrontare le sue emozioni. Sarebbe importante anche riflettere sui pro e i contro del rimanere in questo ambiente di lavoro; chiedersi: "quali sono i vantaggi e gli svantaggi del posto di lavoro?" ,"Come mi vedo tra tre anni se rimango in questo posto di lavoro?", "e se dovessi cercare un'altra prospettiva, come mi vedo?". A volte un confronto con uno psicologo può davvero fare la differenza. Anche se il suo lavoro la sta mettendo alla prova, il supporto esterno può aiutarla a vedere le cose da una prospettiva diversa e a trovare modi per affrontare la situazione.
Se ha dubbi e o/ desidera chiedere altre informazioni, sono a disposizione.
Cordialmente
Dr.ssa Margherita Raffaelli
Se ha dubbi e o/ desidera chiedere altre informazioni, sono a disposizione.
Cordialmente
Dr.ssa Margherita Raffaelli
Gentile utente,
la sua frustrazione e lo stress che sta affrontando sono palpabili dalla sue parole.
Sicuramente, lavorare è una cosa che nobilita la persona e avere, a soli 21 anni, la tenacia per affrontare giornate così impegnative, è da lodare. Deve sentirsi orgogliosa.
Ciò, però, non giustifica in alcun modo che lei debba ricavare malessere dalla sua esperienza lavorativa, anzi il lavoro seppur impegnativo dovrebbe essere sempre una fonte di soddisfazione e di appagamento. Per lei sembra essere una cosa diametralmente opposta.
Innanzitutto, se esistono norme contrattuali firmate e controfirmate, non deve transigere sul rispetto delle stesse. In caso contrario, si chiama mobbing, ed è un reato legalmente perseguibile. In secondo luogo, le conseguenze fisiche e mentali di questo lavoro così stressante sono un segnale da non sottovalutare affatto perché potrebbero generare, ben presto, un fenomeno di burnout. Il burnout è un accumulo di stress così importante da percepire l'assoluta incapacità di reagire e l'assenza delle energie sufficienti a svolgere il proprio lavoro. Non solo, viene meno la motivazione intrinseca nel lavorare e la conseguente decisione di mollare tutto.
Lei deve provare a comprendere, se è nelle sue possibilità oggettive, intervenire per migliorare la situazione: prima di tutto, se ha la resilienza per sopportare umanamente i carichi di lavoro, se ha le risorse caratteriali e la determinazione per fissare dei limiti al suo trattamento lavorativo da parte dei datori, se crede ancora di poter lavorare in quello specifico contesto, oppure cominciare a valutare altre opzioni.
Senza dubbio, ci sono dei vantaggi che lei può individuare nel fare questo lavoro: imparare un mestiere importante e bello come quello della parrucchiera, avere un'indipendenza economica, rapportarsi con le persone, e altro. Quindi, sarà importante fare un bilancio anche degli aspetti positivi, prima di prendere decisioni in merito al da farsi.
Valuti, con serenità ma attenzione, la possibilità di rivolgersi a uno psicologo/a per superare questa fase importante di stress. Un percorso psicologico mirato le faciliterebbe la gestione emotiva e l'elaborazione delle decisioni. Inoltre, avrebbe modo di riflettere sui suoi obiettivi, sul percorso di crescita personale che intende fare e su quali altri aspetti della vita saper rivolgere lo sguardo, per alleggerire i pesi dell'attività lavorativa.
Qualora desiderasse altre informazioni in merito ad un percorso di questo tipo, può contattarmi, anche tramite consulenza online. Sarò lieto di aiutarla.
Un caro saluto, Dott. Antonio Cortese
la sua frustrazione e lo stress che sta affrontando sono palpabili dalla sue parole.
Sicuramente, lavorare è una cosa che nobilita la persona e avere, a soli 21 anni, la tenacia per affrontare giornate così impegnative, è da lodare. Deve sentirsi orgogliosa.
Ciò, però, non giustifica in alcun modo che lei debba ricavare malessere dalla sua esperienza lavorativa, anzi il lavoro seppur impegnativo dovrebbe essere sempre una fonte di soddisfazione e di appagamento. Per lei sembra essere una cosa diametralmente opposta.
Innanzitutto, se esistono norme contrattuali firmate e controfirmate, non deve transigere sul rispetto delle stesse. In caso contrario, si chiama mobbing, ed è un reato legalmente perseguibile. In secondo luogo, le conseguenze fisiche e mentali di questo lavoro così stressante sono un segnale da non sottovalutare affatto perché potrebbero generare, ben presto, un fenomeno di burnout. Il burnout è un accumulo di stress così importante da percepire l'assoluta incapacità di reagire e l'assenza delle energie sufficienti a svolgere il proprio lavoro. Non solo, viene meno la motivazione intrinseca nel lavorare e la conseguente decisione di mollare tutto.
Lei deve provare a comprendere, se è nelle sue possibilità oggettive, intervenire per migliorare la situazione: prima di tutto, se ha la resilienza per sopportare umanamente i carichi di lavoro, se ha le risorse caratteriali e la determinazione per fissare dei limiti al suo trattamento lavorativo da parte dei datori, se crede ancora di poter lavorare in quello specifico contesto, oppure cominciare a valutare altre opzioni.
Senza dubbio, ci sono dei vantaggi che lei può individuare nel fare questo lavoro: imparare un mestiere importante e bello come quello della parrucchiera, avere un'indipendenza economica, rapportarsi con le persone, e altro. Quindi, sarà importante fare un bilancio anche degli aspetti positivi, prima di prendere decisioni in merito al da farsi.
Valuti, con serenità ma attenzione, la possibilità di rivolgersi a uno psicologo/a per superare questa fase importante di stress. Un percorso psicologico mirato le faciliterebbe la gestione emotiva e l'elaborazione delle decisioni. Inoltre, avrebbe modo di riflettere sui suoi obiettivi, sul percorso di crescita personale che intende fare e su quali altri aspetti della vita saper rivolgere lo sguardo, per alleggerire i pesi dell'attività lavorativa.
Qualora desiderasse altre informazioni in merito ad un percorso di questo tipo, può contattarmi, anche tramite consulenza online. Sarò lieto di aiutarla.
Un caro saluto, Dott. Antonio Cortese
Buongiorno, grazie per la sua domanda che porta un tema molto importante all’interno di questo forum, quello del lavoro. Non è l’unica a lamentarsi di contesti di lavoro poco umani, molto richiedenti e stressanti dove non avere una relazione di scambio e di crescita con i propri colleghi e con il proprio superiore. Lei è molto giovane: si chieda se quel luogo di lavoro le corrisponde e soprattutto non smetta mai di pensare che non ci sono altri modi per gestire gli ambienti lavorativi. Il contesto di lavoro lo creano i lavoratori. Ci tenga aggiornat*. Cordiali saluti,
Buongiorno, e grazie per la sua condivisione. Mi dispiace molto leggere della sua situazione così difficile, sia fisicamente che mentalmente. Ciò che descrive è un chiaro segnale di esaurimento da stress lavorativo che richiede attenzione immediata. La pressione che sta vivendo non è sostenibile, e il fatto che il suo benessere ne stia risentendo così gravemente significa che è necessario intervenire per tutelarsi.
Dal punto di vista legale, è importante sapere che il suo contratto dovrebbe garantirle condizioni di lavoro conformi alle normative vigenti. La legge italiana stabilisce limiti per le ore di lavoro giornaliere e settimanali e impone pause obbligatorie durante turni lunghi. Inoltre, qualsiasi minaccia di riduzione dello stipendio per chi rispetta le proprie ore contrattuali è illegale e inaccettabile. Potrebbe essere utile raccogliere prove di queste pressioni, come messaggi o email, e rivolgersi a un sindacato per avere supporto concreto. I sindacati sono preparati per affrontare situazioni come la sua e potrebbero guidarla nel fare eventuali segnalazioni all’Ispettorato del Lavoro.
Dal punto di vista personale, i sintomi che descrive – pianto frequente, mal di testa, stordimento – indicano che il suo corpo e la sua mente stanno cercando di dirle che ha bisogno di una pausa. Questo può essere certificato dal suo medico di base o da uno specialista, che potrebbe anche consigliarle di rivolgersi a uno psicologo per gestire lo stress e rafforzare la capacità di affrontare questa pressione.
Sul piano lavorativo, per quanto sia comprensibile che cambiare lavoro possa spaventare, potrebbe riflettere su alternative che le offrano un ambiente più sano. La sua professione è versatile, e potrebbe aprirle opportunità in contesti più rispettosi, come saloni più piccoli o franchising, oppure in futuro anche come lavoratrice autonoma.
Le sue emozioni – l’esaurimento, il senso di stordimento e il pianto – sono segnali importanti da ascoltare. Non deve ignorarli né sentirsi in colpa per essi: sono il modo in cui il suo corpo e la sua mente le stanno dicendo che c’è bisogno di un cambiamento. Nessun lavoro dovrebbe portarla a sentirsi "sotto terra" come descrive. Parlare con persone di fiducia, familiari o amici, e appoggiarsi a risorse esterne come medici e specialisti della salute mentale, può aiutarla a costruire un piano per uscire da questa situazione e ritrovare un equilibrio.
Ricordi che la sua salute viene prima di tutto, e merita di essere rispettata e tutelata, sia sul lavoro che nella vita. Cambiare non sarà facile, ma è possibile, e ogni piccolo passo che farà verso il suo benessere sarà importante.
Dal punto di vista legale, è importante sapere che il suo contratto dovrebbe garantirle condizioni di lavoro conformi alle normative vigenti. La legge italiana stabilisce limiti per le ore di lavoro giornaliere e settimanali e impone pause obbligatorie durante turni lunghi. Inoltre, qualsiasi minaccia di riduzione dello stipendio per chi rispetta le proprie ore contrattuali è illegale e inaccettabile. Potrebbe essere utile raccogliere prove di queste pressioni, come messaggi o email, e rivolgersi a un sindacato per avere supporto concreto. I sindacati sono preparati per affrontare situazioni come la sua e potrebbero guidarla nel fare eventuali segnalazioni all’Ispettorato del Lavoro.
Dal punto di vista personale, i sintomi che descrive – pianto frequente, mal di testa, stordimento – indicano che il suo corpo e la sua mente stanno cercando di dirle che ha bisogno di una pausa. Questo può essere certificato dal suo medico di base o da uno specialista, che potrebbe anche consigliarle di rivolgersi a uno psicologo per gestire lo stress e rafforzare la capacità di affrontare questa pressione.
Sul piano lavorativo, per quanto sia comprensibile che cambiare lavoro possa spaventare, potrebbe riflettere su alternative che le offrano un ambiente più sano. La sua professione è versatile, e potrebbe aprirle opportunità in contesti più rispettosi, come saloni più piccoli o franchising, oppure in futuro anche come lavoratrice autonoma.
Le sue emozioni – l’esaurimento, il senso di stordimento e il pianto – sono segnali importanti da ascoltare. Non deve ignorarli né sentirsi in colpa per essi: sono il modo in cui il suo corpo e la sua mente le stanno dicendo che c’è bisogno di un cambiamento. Nessun lavoro dovrebbe portarla a sentirsi "sotto terra" come descrive. Parlare con persone di fiducia, familiari o amici, e appoggiarsi a risorse esterne come medici e specialisti della salute mentale, può aiutarla a costruire un piano per uscire da questa situazione e ritrovare un equilibrio.
Ricordi che la sua salute viene prima di tutto, e merita di essere rispettata e tutelata, sia sul lavoro che nella vita. Cambiare non sarà facile, ma è possibile, e ogni piccolo passo che farà verso il suo benessere sarà importante.
Cara utente,
quello che sta vivendo sembra un periodo di forte stress lavorativo che si percuote anche sulla sua salute fisica e non solo psicologica. Immagino che il suo sia un lavoro pesante, in cui spesso risulta difficile rispettare l'orario di lavoro senza fare ore straordinarie, soprattutto in un periodo come questo in cui ci si avvicina alle feste natalizie. Nonostante ciò, credo che sia importante per lei ascoltare il suo corpo e la sua mente che gli stanno mandando un segnale di allarme per far si che possa essere messo in evidenza una dinamica che le crea malessere. Potrebbe essere utile quindi ritagliarsi un po' di tempo per parlare con un professionista, in modo da mettere in luce questi aspetti, sfogarli ed insieme capire come gestire in futuro la sua professione in modo che il lavoro non la tenga così sotto pressione.
Un caro saluto
Dott.ssa Claudia Fontanella
quello che sta vivendo sembra un periodo di forte stress lavorativo che si percuote anche sulla sua salute fisica e non solo psicologica. Immagino che il suo sia un lavoro pesante, in cui spesso risulta difficile rispettare l'orario di lavoro senza fare ore straordinarie, soprattutto in un periodo come questo in cui ci si avvicina alle feste natalizie. Nonostante ciò, credo che sia importante per lei ascoltare il suo corpo e la sua mente che gli stanno mandando un segnale di allarme per far si che possa essere messo in evidenza una dinamica che le crea malessere. Potrebbe essere utile quindi ritagliarsi un po' di tempo per parlare con un professionista, in modo da mettere in luce questi aspetti, sfogarli ed insieme capire come gestire in futuro la sua professione in modo che il lavoro non la tenga così sotto pressione.
Un caro saluto
Dott.ssa Claudia Fontanella
Buonasera, da quello che scrive sembrerebbe un vero e proprio caso di mobbing lavorativo. In tal caso credo che il primo passo da fare potrebbe essere, a livello concreto, andare da un sindacato per capire quali diritti non stanno rispettando e se può in qualche modo farli valere senza avere eventuali ritorsioni. In questo modo potrebbe anche avere una situazione più chiara ed eventualmente comprendere meglio quali sono le sue possibilità. E' una ragazza molto giovane, se questa fosse una delle sue prime esperienze lavorative è bene che sia un'esperienza più serena possibile. Mi pare evidente che questa situazione le sta procurando sintomi fisici e psicologici importanti. Si fermi un attimo e provi a capire se può trovare alternative in cui le viene portato il rispetto che merita!
Buonasera gentile Utente, mi dispiace molto sapere che sta vivendo una situazione lavorativa così difficile e comprendo quanto possa essere pesante affrontare ogni giorno con una tale pressione. I segnali che descrive, come il pianto frequente, i mal di testa e la sensazione di essere sopraffatta, indicano chiaramente che il suo benessere sta subendo un forte impatto negativo. È essenziale prendersi cura di sé stessa e affrontare questa situazione prima che diventi ancora più difficile da gestire.
Le suggerirei, innanzitutto, di riflettere su quanto questo lavoro sia realmente sostenibile per lei, non solo dal punto di vista economico, ma anche in termini di qualità della vita. È importante chiedersi se ciò che sta affrontando vale il costo che sta pagando in termini di salute e serenità. Se si trova in un contesto dove le regole cambiano continuamente e il contratto non viene rispettato, potrebbe essere utile informarsi meglio sui suoi diritti. Rivolgersi a un sindacato o a un consulente del lavoro potrebbe darle maggiore consapevolezza e sicurezza nel gestire questa situazione.
Imparare a mettere dei limiti, per quanto difficile possa sembrare, è un passo importante. Quando si lavora in un ambiente che sembra chiedere sempre di più, è naturale sentirsi sotto pressione, ma è anche fondamentale proteggere il proprio tempo e la propria energia. Anche piccoli cambiamenti, come rifiutare ore straordinarie che non è in grado di sostenere, potrebbero fare una grande differenza per il suo benessere.
Un altro aspetto da considerare è il supporto psicologico. Le emozioni che sta vivendo e il senso di sopraffazione che descrive potrebbero trarre beneficio da uno spazio sicuro dove poterle esplorare e affrontare. Un percorso con un professionista potrebbe aiutarla a comprendere meglio i suoi bisogni, a gestire lo stress e, eventualmente, a valutare altre scelte che possano migliorare la sua qualità di vita.
Non sottovaluti, inoltre, il sostegno delle persone a lei vicine. Condividere il suo vissuto con amici o familiari di fiducia potrebbe aiutarla a sentirsi meno sola e a trovare nuove prospettive. Spesso, chi ci vuole bene può offrirci un supporto concreto o anche solo un ascolto prezioso.
Ricordi che la sua salute, sia fisica che mentale, è una priorità assoluta. Nessun lavoro dovrebbe costarle il benessere. Se sente che questa situazione è diventata insostenibile, potrebbe essere utile iniziare a guardarsi intorno per cercare altre opportunità che rispettino di più i suoi bisogni e il suo equilibrio.
Se desidera approfondire o ricevere ulteriori indicazioni, resto a sua disposizione.
Dott. Luca Vocino
Le suggerirei, innanzitutto, di riflettere su quanto questo lavoro sia realmente sostenibile per lei, non solo dal punto di vista economico, ma anche in termini di qualità della vita. È importante chiedersi se ciò che sta affrontando vale il costo che sta pagando in termini di salute e serenità. Se si trova in un contesto dove le regole cambiano continuamente e il contratto non viene rispettato, potrebbe essere utile informarsi meglio sui suoi diritti. Rivolgersi a un sindacato o a un consulente del lavoro potrebbe darle maggiore consapevolezza e sicurezza nel gestire questa situazione.
Imparare a mettere dei limiti, per quanto difficile possa sembrare, è un passo importante. Quando si lavora in un ambiente che sembra chiedere sempre di più, è naturale sentirsi sotto pressione, ma è anche fondamentale proteggere il proprio tempo e la propria energia. Anche piccoli cambiamenti, come rifiutare ore straordinarie che non è in grado di sostenere, potrebbero fare una grande differenza per il suo benessere.
Un altro aspetto da considerare è il supporto psicologico. Le emozioni che sta vivendo e il senso di sopraffazione che descrive potrebbero trarre beneficio da uno spazio sicuro dove poterle esplorare e affrontare. Un percorso con un professionista potrebbe aiutarla a comprendere meglio i suoi bisogni, a gestire lo stress e, eventualmente, a valutare altre scelte che possano migliorare la sua qualità di vita.
Non sottovaluti, inoltre, il sostegno delle persone a lei vicine. Condividere il suo vissuto con amici o familiari di fiducia potrebbe aiutarla a sentirsi meno sola e a trovare nuove prospettive. Spesso, chi ci vuole bene può offrirci un supporto concreto o anche solo un ascolto prezioso.
Ricordi che la sua salute, sia fisica che mentale, è una priorità assoluta. Nessun lavoro dovrebbe costarle il benessere. Se sente che questa situazione è diventata insostenibile, potrebbe essere utile iniziare a guardarsi intorno per cercare altre opportunità che rispettino di più i suoi bisogni e il suo equilibrio.
Se desidera approfondire o ricevere ulteriori indicazioni, resto a sua disposizione.
Dott. Luca Vocino
Mi dispiace sentire della tua situazione, sembra davvero difficile e stressante. Ecco alcune riflessioni che potrebbero aiutarti a gestirla meglio:
Riconoscere i limiti fisici e psicologici: La tua salute mentale e fisica è fondamentale. I mal di testa e l’agitazione che provi sono segnali di un sovraccarico che va preso sul serio. Se il lavoro sta influenzando in modo negativo il tuo benessere, è importante che tu lo riconosca e che ti prenda il tempo per fermarti a riflettere sulla tua situazione.
Gestire lo stress e le emozioni: La psicoterapia breve strategica può essere utile per trovare soluzioni immediate ai tuoi disagi. Ti aiuterebbe a concentrarti su come affrontare concretamente la pressione, identificando le azioni che ti permettono di gestire meglio la situazione, come imparare a porre dei limiti rispetto a richieste irragionevoli.
Comunicare con i superiori: Se possibile, prova a parlare apertamente con i tuoi superiori riguardo alla tua situazione. Se le ore extra sono troppo gravose, potresti cercare di trovare un compromesso. Se non è possibile, potrebbero esserci altre soluzioni, come la ricerca di un altro posto di lavoro che ti permetta di avere un miglior equilibrio tra lavoro e vita privata.
Considerare la possibilità di un cambiamento: Potresti valutare la possibilità di cercare un altro lavoro o un’altra attività che ti permetta di sentirti meno sotto pressione, considerando anche le tue esigenze di benessere e salute mentale.
Cercare supporto professionale: Parla con un terapeuta per affrontare lo stress, l'ansia e la frustrazione che stai vivendo. La terapia può aiutarti a trovare soluzioni pratiche per affrontare la situazione lavorativa in modo più sereno.
La psicoterapia breve strategica potrebbe aiutarti a intervenire rapidamente sui tuoi pensieri e emozioni, riducendo il senso di frustrazione e permettendoti di agire in modo più assertivo e pragmatico.
Riconoscere i limiti fisici e psicologici: La tua salute mentale e fisica è fondamentale. I mal di testa e l’agitazione che provi sono segnali di un sovraccarico che va preso sul serio. Se il lavoro sta influenzando in modo negativo il tuo benessere, è importante che tu lo riconosca e che ti prenda il tempo per fermarti a riflettere sulla tua situazione.
Gestire lo stress e le emozioni: La psicoterapia breve strategica può essere utile per trovare soluzioni immediate ai tuoi disagi. Ti aiuterebbe a concentrarti su come affrontare concretamente la pressione, identificando le azioni che ti permettono di gestire meglio la situazione, come imparare a porre dei limiti rispetto a richieste irragionevoli.
Comunicare con i superiori: Se possibile, prova a parlare apertamente con i tuoi superiori riguardo alla tua situazione. Se le ore extra sono troppo gravose, potresti cercare di trovare un compromesso. Se non è possibile, potrebbero esserci altre soluzioni, come la ricerca di un altro posto di lavoro che ti permetta di avere un miglior equilibrio tra lavoro e vita privata.
Considerare la possibilità di un cambiamento: Potresti valutare la possibilità di cercare un altro lavoro o un’altra attività che ti permetta di sentirti meno sotto pressione, considerando anche le tue esigenze di benessere e salute mentale.
Cercare supporto professionale: Parla con un terapeuta per affrontare lo stress, l'ansia e la frustrazione che stai vivendo. La terapia può aiutarti a trovare soluzioni pratiche per affrontare la situazione lavorativa in modo più sereno.
La psicoterapia breve strategica potrebbe aiutarti a intervenire rapidamente sui tuoi pensieri e emozioni, riducendo il senso di frustrazione e permettendoti di agire in modo più assertivo e pragmatico.
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