Salve, vorrei un consulto per trovare uno spunto di riflessione più approfondito. Ho 39 anni e due f

33 risposte
Salve, vorrei un consulto per trovare uno spunto di riflessione più approfondito. Ho 39 anni e due figli. Sia io che mio marito desideriamo un altro figlio, ma non riusciamo a prendere una decisione. Nel senso che c'è il desiderio ma l'incapacità di fare la scelta pratica. Questo maggiormente da parte mia. Da cosa potrebbe dipendere questa ambivalenza? Vi ringrazio.
Salve, grazie per aver condiviso una riflessione così importante e personale. L'ambivalenza che descrive potrebbe essere legata a diversi fattori, emotivi, pratici e forse anche inconsci. Da un lato, il desiderio di avere un altro figlio può essere alimentato da valori personali, affettivi o dal sogno di ampliare ulteriormente la vostra famiglia. Dall'altro lato, l'incapacità di concretizzare la decisione potrebbe riflettere preoccupazioni legate alla gestione delle responsabilità, al tempo, alle risorse economiche o alle implicazioni che questa scelta potrebbe avere sul vostro equilibrio familiare attuale.
A volte, questa ambivalenza nasce anche dal confronto tra ciò che desideriamo e le nostre paure: potrebbe temere, ad esempio, di non riuscire a bilanciare i bisogni dei figli già presenti con quelli di un eventuale nuovo arrivato, oppure sentire che le vostre energie e il vostro spazio personale rischiano di essere messi ulteriormente alla prova. È importante anche esplorare il ruolo del tempo e delle aspettative sociali o culturali che potrebbero influenzare la vostra percezione della decisione.
Per aiutarvi a riflettere in modo più approfondito, potrebbe essere utile chiedervi: Cosa cambierebbe, in positivo e in negativo, nella nostra vita con un altro figlio? Cosa ci spaventa di più e cosa ci entusiasma? Esprimere queste riflessioni insieme a suo marito potrebbe portare maggiore chiarezza e allineamento tra di voi.
Infine, se lo ritenete, un confronto con uno psicologo può offrirvi uno spazio sicuro per esplorare queste emozioni, individuare eventuali blocchi e chiarire le priorità, aiutandovi a sentirvi più sicuri nel prendere una decisione così significativa.

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Gentilissima,
è molto complesso poterle risponderle senza avere alcuna conoscenza della sua situazione, relazione, storia di vita. Sicuramente un colloquio con uno psicologo la potrà aiutare a trovare la risposta che cerca, a comprendere sé stessa e i propri desideri, comprendere le difficoltà che pensa di incontrare e analizzare quelle già incontrate come anche analizzare le strategie usate per far fronte a queste possibili difficoltà vissute. La relazione che si viene a creare col proprio psicologo è essenziale per potersi rispondere e comprendere meglio cosa si vive e come si reagisce a determinate scelte ed eventi di vita. Sicuramente la nascita di un figlio è un argomento che richiede una conoscenza della situazione e della persona. Spero di averti dato un po' più di chiarezza, per qualsiasi cosa non esitare a contattarmi. Dott.ssa Tommasini
Gentiliss. La scelta di avere dei figli comporta naturalmente delle considerazioni di tipo pratico ma anche delle attivazioni emotive . Le raccomando di contattare uno psicoterapeuta di coppia online o nella sua zona che possa aiutarvi ad analizzare i diversi punti.
Buongiorno, ho davvero pochi elementi per poter ipotizzare qualsiasi cosa. Provi a riflettere sul fatto che lei desideri davvero il terzo figlio, e una volta accertata di questo su quali possano essere gli ostacoli che impediscono di passare dal desiderio alla "pratica". Potrebbe trattarsi di qualche sua paura inconscia. Io rimango a disposizione per un percorso psicologico qualora lei volesse approfondire. Buona giornata. Dr.ssa Laura Raco
Buongiorno, mi dispiace per la situazione che sta vivendo. Le suggerisco di rivolgersi ad un professionista che la possa aiutare, con maggiori dettagli, ad esplorare i vissuti emotivi e ad elaborare i pensieri connessi a questo suo vissuto. Probabilmente potrebbe essere presente un vissuto emotivo che compromette un benessere psicologico.
Un cordiale saluto,
dr.ssa Francesca Volpi
Comprendo quanto questa ambivalenza possa essere fonte di riflessione e, forse, di inquietudine. Il desiderio di un figlio è profondamente radicato e coinvolge non solo aspetti emotivi, ma anche pratici, relazionali e persino identitari. L’incapacità di trasformare questo desiderio in una decisione concreta può dipendere da diversi fattori, spesso intrecciati tra loro.

Una prima chiave di lettura potrebbe essere legata alle implicazioni pratiche e alle responsabilità che la nascita di un terzo figlio comporterebbe. Il pensiero di dover gestire un equilibrio già delicato tra i bisogni dei vostri due figli, le esigenze della coppia, il lavoro e la vostra sfera personale potrebbe generare esitazione. Anche il timore di modificare una stabilità raggiunta può essere un freno, nonostante il desiderio sia presente.

Un altro elemento da considerare è l’aspetto emotivo e identitario. La maternità è un’esperienza trasformativa, e l’idea di un nuovo figlio potrebbe risvegliare interrogativi su come questo influirà sul vostro senso di sé, sulla coppia e sulla famiglia nel suo complesso. Potrebbe esserci anche una paura latente rispetto a eventuali difficoltà, come la gestione delle dinamiche familiari o la capacità di essere "all’altezza" di un nuovo percorso genitoriale.

Non meno importante è l’influenza del contesto sociale e culturale, che spesso genera aspettative e pressioni su ciò che significa "completare" una famiglia o su quale sia il momento "giusto" per fare certe scelte. Queste pressioni possono rendere più complesso distinguere tra desiderio autentico e timori indotti.

Esplorare questa ambivalenza in modo più profondo potrebbe aiutarla a comprendere meglio quali siano le sue priorità, i suoi timori e i suoi desideri più autentici. In un percorso psicologico, anche breve, potrebbe trovare lo spazio per dare voce a queste riflessioni e individuare cosa significhi per lei e per la vostra famiglia questa possibile nuova maternità.

Se lo desidera, posso essere disponibile per approfondire insieme questi temi, esplorandoli con delicatezza e attenzione.
Salve, la sua domanda rivela un desiderio profondo di comprensione e riflessione e questo è già un passo importante per affrontare l’ambivalenza che ha descritto. Il desiderio di avere un altro figlio e la difficoltà di tradurlo in una scelta pratica possono essere espressione di un dialogo interiore complesso che va esplorato. Momenti di indecisione come questo, a volte, nascono dal confronto tra parti di noi che hanno bisogni o paure differenti. Potremmo esplorare insieme quali pensieri o emozioni emergono di fronte all’idea di avere un altro figlio. Potrebbero esserci aspettative, timori o convinzioni che entrano in conflitto, anche a livello inconscio. Come sente il suo ruolo e il suo spazio personale in questo momento della vita? Nel mio approccio, ad esempio, si lavora sul concetto di “confine di contatto” che rappresenta il punto in cui incontriamo gli altri, ma anche il nostro bisogno di proteggerci. Forse una parte di lei desidera allargare la famiglia, mentre un’altra si interroga su come questo potrebbe influire sul suo equilibrio.
L’ambivalenza e la difficoltà nel prendere una decisione, anche se a volte possono sembrare paralizzanti, in realtà possono rappresentare un segnale prezioso che indica un bisogno di ascoltare con maggiore attenzione le proprie emozioni e desideri più profondi. In un percorso psicologico, potremmo creare uno spazio sicuro per esplorare tutti questi aspetti, dando voce a un dialogo autentico e favorire una decisione che lei possa sentire davvero “sua”. Se desidera approfondire, sono a disposizione per accompagnarla in queste riflessioni.
Salve, grazie per aver condiviso la sua riflessione. L’ambivalenza che descrive, ossia il desiderio di un altro figlio da un lato e l'incapacità di prendere una decisione pratica dall’altro, è un’esperienza che può dipendere da diversi fattori. La decisione di espandere la famiglia non riguarda solo il singolo individuo, ma è il risultato di una rete di relazioni e di equilibri che si stabiliscono all'interno della famiglia. Ogni membro, inclusi i figli, contribuisce, anche senza esserne consapevole, a influenzare le scelte degli altri, creando una dinamica complessa. L’ambivalenza che sente potrebbe dipendere pertanto da diversi fattori, tra cui: un equilibrio familiare attuale, paure o incertezze legate al cambiamento, dinamiche relazionali con il partner o ancora da aspettative sociali e personali.
Il conflitto tra desiderio e incertezza è una dinamica, quindi, che può essere influenzata da una serie di fattori legati al passato, al presente e alle aspettative per il futuro. Per affrontare questa ambivalenza, può essere utile esplorare più a fondo i suoi/vostri timori, le risorse, e le dinamiche familiari con un professionista che possa aiutarla/vi a dare voce a queste emozioni, senza giudizio, ma con l’intenzione di trovare un equilibrio che le/vi permetta di fare una scelta consapevole.
Gentile utente, grazie per aver condiviso la sua situazione. La sua riflessione mette in luce una dimensione importante: il contrasto tra il desiderio di avere un altro figlio e l’incapacità di tradurlo in una decisione concreta. Questa ambivalenza potrebbe dipendere da diversi fattori, sia emotivi che pratici, ed è assolutamente normale provare sentimenti contrastanti di fronte a scelte di vita così significative.

Infatti questa incertezza potrebbero riguardare aspetti emotivi e personali, nel senso che potrebbe esserci una componente legata a timori inconsci (es. il cambiamento di equilibrio familiare, la gestione di un nuovo arrivo) o a bisogni personali di spazio e tempo per sé stessa.
Anche la responsabilità di crescere un altro figlio, le risorse economiche, o la possibilità di gestire la quotidianità con tre figli potrebbero pesare sulla decisione.
Forse c’è un bisogno di elaborare ciò che questo passo significherebbe per lei, per suo marito e per la famiglia nel suo insieme.

Questa ambivalenza è un’opportunità per fermarsi e ascoltare più a fondo i suoi desideri, le sue paure e ciò che potrebbe darle maggiore sicurezza nella decisione. Potrebbe essere utile esplorare insieme a suo marito cosa significa davvero questo desiderio per entrambi, cosa temete o sperate da un nuovo arrivo, e quali passi potrebbero aiutarvi a chiarire la strada.
Un supporto psicologico potrebbe rappresentare uno spazio sicuro per approfondire questi temi e trovare una maggiore consapevolezza rispetto a ciò che desidera davvero, senza pressioni o giudizi.
Rimango a disposizione e le auguro il meglio per questa importante scelta.
Sono disponibile anche online
Cordialmente
Dott. Tiziana Vecchiarini
Carissima, per quanto già abbiate un figlio, la gravidanza e la presenza di un nuovo esserino potrebbe portare a riflettere molto se fare la scelta di riprovarci o meno. E' comprensibile avere dei momenti in cui si voglia riflettere un pò di più, forse più per le donne che per gli uomini. un altro bimbo inevitabilmente porterà un ulteriore cambiamento nella vostra vita e dovrete avere la capacità di affrontarlo.
Buongiorno,
la domanda che pone mette in luce come non sempre si sia consapevoli delle motivazioni che dirigono le proprie scelte, talvolta infatti esiste la possibilità che ad esprimersi in contemporanea ci siano due spinte contrapposte. Riconoscere e comprendere queste spinte motivazionali è un passo importante per comprendere come orientare le proprie azioni. Per questa finalità potrebbe essere indicata sia una terapia individuale, sia una di coppia, a seconda di come lei e suo marito ritenete più giusto per voi. Siete già genitori da quanto scrive, come ha vissuto la maternità? Come è cambiata la vostra vita a seguito dell'arrivo del/dei primo/i figlio/i? Queste e molte altre domande meritano uno spazio adeguato di riflessione. Se sarà suo interesse potremo tentare di rispondervi insieme, resto a disposizione.
Buongiorno, sicuramente è un aspetto molto più complesso di quello che può trasparire, può dipendere da tanti aspetti come il periodo che sta vivendo, il vostro equilibrio, la vostra quotidianità e via dicendo. Avete provato a sviscerare questo aspetto insieme?
Salve, l'ambivalenza è un elemento molto frequente nell'essere umano. Ci possono essere diverse motivazioni che danno origine all'ambivalenza e queste sono specifiche per ogni essere umano. Ogni pro e contro delle diverse opzioni ha una sua "importanza emotiva" e questa è spesso legata al significato che hanno per noi i diversi pro e contro. Comprendere tutti questi elementi può aiutare a scegliere di prendere una direzione o un'altra.
Resto a disposizione!
Salve, grazie per la sua condivisione. È evidente che la questione che pone è per lei molto significativa, e il fatto che senta il desiderio di esplorarla più a fondo è un segnale di grande consapevolezza e sensibilità verso i propri vissuti. L’ambivalenza che descrive potrebbe avere diverse origini. Da un lato, potrebbe essere legata a preoccupazioni pratiche: il pensiero delle responsabilità che un nuovo figlio comporterebbe, i cambiamenti che potrebbe portare nell’equilibrio familiare già consolidato, o magari dubbi sulla capacità di gestire le nuove esigenze che si presenterebbero. Queste riflessioni sono assolutamente naturali e comprensibili, soprattutto quando si tiene molto al benessere dei propri figli e alla qualità della vita familiare. Dall’altro lato, questa ambivalenza potrebbe essere influenzata da aspetti più emotivi e personali. Spesso, quando ci troviamo di fronte a una decisione che comporta un cambiamento significativo, possono emergere interrogativi sul nostro percorso personale. Potrebbe esserci una parte di lei che si chiede se sia pronta per affrontare un nuovo equilibrio, o se questa scelta sia in sintonia con le sue priorità e il suo senso di identità. A volte, il desiderio di fare un passo avanti si accompagna a timori più profondi legati all’ignoto, o al bisogno di proteggere ciò che già si ha. Potrebbe essere utile, in questa fase, prendersi del tempo per esplorare questi sentimenti con calma, magari riflettendo su ciò che la spinge verso il desiderio di un altro figlio e, allo stesso tempo, su ciò che la trattiene dal tradurre quel desiderio in una decisione concreta. Anche confrontarsi apertamente con suo marito può essere molto utile. Avere uno spazio di dialogo sincero, in cui entrambi possiate esprimere sia le vostre speranze che le vostre paure, può aiutare a creare maggiore chiarezza e un senso di unione nella scelta. Voglio anche sottolineare che questa ambivalenza non è un ostacolo, ma un elemento prezioso del processo decisionale. Significa che sta affrontando questa scelta con grande serietà e rispetto per la complessità delle sue emozioni. Qualunque decisione prenderà, sarà frutto di una riflessione profonda e consapevole. Se dovesse sentirsi sopraffatta da questi pensieri, non esiti a cercare un sostegno, perché a volte parlare con qualcuno di esterno può offrire prospettive nuove e aiutare a sciogliere i nodi emotivi. Le auguro di trovare il percorso che sente più vicino al suo cuore, e resto a disposizione se desidera approfondire ulteriormente. Dott. Andrea Boggero
Ciao, grazie per aver condiviso questa riflessione così intima e delicata. Capisco che questa situazione stia creando un "conflitto" interiore per te, per voi, e credo che sia importante riconoscere che l'ambivalenza che provate sia perfettamente normale, soprattutto in un contesto così significativo come la possibile nascita di un altro bambino.
Può capitare, quando ci troviamo di fronte a scelte che toccano aspetti così profondi della nostra vita, di sperimentare una sorta di "paralisi" emotiva. Da un lato c'è il desiderio di avere un altro figlio, dall'altro ci sono anche (giustamente) paure, dubbi, e preoccupazioni che possono influenzare il nostro modo di affrontare la decisione. Forse temi che un altro bambino possa stravolgere gli equilibri che avete creato nella vostra vita.
Inoltre, la difficoltà a prendere una decisione pratica potrebbe essere legata anche alla paura di fare un passo che, pur desiderato, potrebbe comportare un cambiamento significativo nella vostra routine, nel tempo personale di ognuno, nel rapporto tra di voi sia come coppia che famiglia già esistente.Ti/vi invito a prenderti/vi il ​​tempo necessario per riflettere su cosa vi spaventa realmente in questa decisione e cosa vi motiva profondamente.
A volte parlare con qualcuno, magari con un professionista, di queste emozioni può aiutare a chiarire i pensieri ed emozioni; non ci sono risposte giuste o sbagliate ma una presa di consapevolezza rispetto sia alle proprie insicurezze che ai propri desideri.
Rimango a disposizione.
Un caro saluto Dott.ssa Lorena Ghiotto Psicoterapeuta e Psicodrammatista
Gentilissima, grazie per la sua condivisione. Cosa intende con: "Incapacità di fare la scelta pratica?". Potrebbe essere importante partire da questo spunto per comprendere la difficoltà di agire nell'esaudire un desiderio. Potrebbe approfondire la questione con uno specialista con cui potrebbe confrontarsi su un aspetto sicuramente così delicato.
Rimango a sua disposizione per maggiori approfondimenti.
Dott.ssa Carla Trovato
Buongiorno,
Grazie per la sua condivisione. Personalmente (e professionalmente) ritengo difficoltoso, per non dire riduttivo, fornire delle spiegazioni "assolute" per rispondere alla sua domanda. Mi spiego meglio: non esiste una spiegazione che vale semplicemente per tutti, ma esiste la SUA risposta, legata alla sua e vostra storia di vita. Fornire delle spiegazioni teoriche prescindendo dalla vostra storia personale sarebbe, a mio parere, errato nonché poco utile. Per questo le consiglio di intraprendere un percorso personale, così da poter andare a fondo su questa questione in modo proprio personale e unico come è ogni persona. è solo con lei e a partire da lei che si può trovare una risposta. ogni terapia è come un abito su misura, differente e specifico per ciascuna persona. Cordialmente
Carissima, servirebbero più informazioni per poter offrire un contributo di senso; mi limito a dire che potrebbero esserci delle preoccupazioni e dei blocchi che agiscono più a livello inconscio. Se il problema è più suo potrebbe essere utile avviare un percorso psicologico individuale finalizzato a comprendere meglio di che tipo di blocchi si tratta. Resto a disposizione per qualsiasi cosa, anche da remoto, qualora lei lo ritenesse opportuno. Cordiali saluti. Dottor Montanaro
Gentile utente, scegliere di fare un figlio significa sempre prevedere uno stravolgimento della propria esistenza, singola, di coppia e familiare. Spesso il desiderio "ideale", legato a pensieri, immagini, sogni, va a scontrarsi con una pragmatica legata invece alle complessità che, chiaramente, già conoscete. Quello che probabilmente è da fare è riportarsi sull'esperienza e chiedersi quale sia il proprio vero progetto. Nella quotidianità di tutti i giorni può essere difficile dedicare un tempo a questo: potreste pensare, in coppia o singolarmente, di rivolgervi ad uno psicologo che possa aiutarvi a capire quale sia per voi la scelta più identitaria. Qualora voleste, io ricevo anche online. Resto a disposizione, cordialmente, Dott.ssa Sara Torregrossa
Salve, sarebbe utile capire quali resistenze emotive ed affettive non fanno portare avanti la vostra scelta di diventare genitori per la terza volta. Per quanto riguarda quello de descrivi come ambivalenza andrebbe preso in mano con un professionista, e lavorato con un supporto psicologico in presenza oppure online.

Buonasera, come già evidenziato dai colleghi nella contingenza reale di dover dare seguito ad una scelta così importante si muovono aspetti molto profondi e su dimensioni non solo logiche.
L'essere umano è spesso in questa "conflittualità", tra ciò che desidera e ciò che teme.
Attraverso un percorso è possibile esplorare il "quadro" in cui si manifesta questa importante questione.
È da considerare anche il vissuto con la famiglia di origine (sua e di suo marito) poiché questo possibile scenario futuro potrebbe realizzare un "eco" di dinamiche già vissute e influire sul suo desiderio.
Quanto detto fuori dall'incontro con un professionista rimangono,chiaramente, solo suggestioni e non hanno alcuna validità clinica o diagnostica.

Le auguro di trovare qualcuno di fiducia con cui intraprendere, se lo desidera, questo viaggio verso la chiarezza.

Rimango a disposizione,
Cordialmente
Dott.ssa Francesca Francese
Unica cosa che mi sento di dirle è che l'ambivalenza è una dimensione molto umana.
Per il resto ritengo che sia meglio prendere un appuntamento e approfondire, altrimenti non possiamo comunicare seriamente.
Gentile utente, grazie della sua condivisione. Si è mai chiesta cosa significherebbe per lei, sia a livello pratico che emotivo, il mettere al mondo un altro figlio? Quali sarebbero i pro e i contro? Come impatterebbe questo nuovo arrivo sulla sua vita, la sua routine, le sue relazioni? Ci sarebbero molti temi interessanti da approfondire. Nel caso in cui avesse bisogno di uno spazio sicuro in cui poter esprimere ed elaborare i suoi pensieri ed emozioni, sono a sua disposizione. Un caro saluto! Dott.ssa Federica Bertucci
Seguo una situazione simile. Stiamo scoprendo che forse, prima di diventare genitori, hanno ancora un pò bisogno di crescere come individui e come coppia. Non dico che il motivo sia il medesimo ma che, anzi, possano essere tantissimi. Intraprendere un percorso insieme può aiutare a comprendersi meglio.
Gentilissima utente, la ringrazio per la sua domanda e per essersi esposta con un tema delicato legato al diventare genitori poiché è spesso accompagnato da condizionamenti culturali, giudizi e sensi di colpa. Quello che ho compreso dalle sue parole è la presenza di un'ambivalenza rispetto al diventare nuovamente mamma: da una parte desidera l'arrivo di un figlio, dall'altra non sente le risorse e le capacità per affrontare questo nuovo viaggio. L'ambivalenza dei vissuti è una caratteristica presente in tutte le relazioni d'amore, anche quella tra un genitore ed un figlio, e soprattutto è presente nel modo in cui ogni persona si vive la propria genitorialità, attuale e futura. Se da una parte si sente il desiderio, l'appagamento e la soddisfazione dell'essere genitori, dall'altra è necessario fare i conti con i cambiamenti che ne derivano, così come con i sentimenti difficili, come il rifiuto, il senso di impotenza e la rabbia. Questa ambivalenza è legittima e necessaria, il percorso difficoltoso è riconoscere ed accettare la co-esistenza di entrambe queste parti di sé, comprendere a pieno le motivazioni della loro esistenza, conoscendo e attraversando nel profondo le emozioni che le caratterizzano, e solo in seguito cercare di integrare queste due visioni per sentire qual è la risposta più coerente con l'idea che si ha di se stessi e del partner. Potrebbe esserle utile un percorso di consulenza psicologica o psicoterapia per trovare dentro di lei la risposta alla domanda che pone, non esiste una risposta universale perché questa dipende dalla propria storia ed esperienza.
La saluto cordialmente.
Gentile utente, le consiglio di intraprendere un percorso di supporto psicologico per esplorare ciò che ha descritto.
Sarei felice di accompagnarla in questo percorso.
Se dovesse avere dei dubbi, può contattarmi premendo il tasto 'messaggio' sul mio profilo.
Resto a disposizione attraverso consulenze online.
Dott. Luca Rochdi
Buongiorno gentile Utente, grazie per aver condiviso la sua riflessione, che tocca una dimensione molto profonda e personale. L’ambivalenza che sta vivendo, ossia il desiderio di avere un altro figlio accompagnato dall’incapacità di prendere una decisione concreta, è più comune di quanto si possa pensare in situazioni come la sua.
Questa sensazione potrebbe derivare da diversi fattori. Da una parte, il desiderio rappresenta una spinta emozionale importante, legata a ciò che un altro figlio significherebbe per la sua famiglia: l’ampliamento del nucleo familiare, l’opportunità di vivere nuovamente l’esperienza della maternità e ciò che essa comporta. Dall’altra parte, la difficoltà nel tradurre questo desiderio in una scelta pratica potrebbe essere connessa a vari timori o riflessioni razionali, che spesso emergono in modo meno esplicito ma pesano sulla decisione.
Ad esempio, potrebbe esserci la preoccupazione per le implicazioni pratiche di crescere un altro figlio: come cambierebbe la gestione del tempo, delle energie e delle risorse economiche? Oppure, potrebbero esserci dubbi legati a come un nuovo bambino influirebbe sull’equilibrio familiare attuale e sul rapporto con i figli che ha già. Questi pensieri non negano il desiderio, ma possono rallentare il passaggio all’azione, generando la sensazione di “blocco”.
Inoltre, è possibile che questa ambivalenza nasca da un bisogno di chiarezza interiore rispetto al perché desidera un altro figlio. A volte, può essere utile chiedersi se questo desiderio proviene da un bisogno autentico e profondo o, in parte, da aspettative sociali, familiari o personali. Domandarsi: “Cosa significherebbe per me, per la mia coppia e per i miei figli questa scelta?” potrebbe aiutarla a fare chiarezza.
Un’altra riflessione utile potrebbe riguardare il suo rapporto con il cambiamento. Decidere di avere un altro figlio è una scelta che apre la porta a nuove sfide e trasformazioni, e affrontarle può richiedere un tempo di maturazione per sentirsi davvero pronti, anche emotivamente.
Non c’è una risposta unica o giusta, ma provare a esplorare con calma e onestà ciò che sente, e magari condividere queste riflessioni con suo marito, potrebbe aiutarvi a sbloccare questo momento di indecisione. È normale prendersi il tempo necessario per valutare cosa sia meglio per sé e per la propria famiglia, senza pressione o urgenza.
Se dovesse sentire il bisogno di un supporto più approfondito, parlare con uno specialista potrebbe offrirle uno spazio sicuro per esplorare in modo più dettagliato le emozioni e i pensieri che stanno dietro a questa ambivalenza.
Se dovesse avere bisogno di ulteriori consigli o di una consulenza resto a disposizione. Le auguro di trovare la chiarezza che cerca per compiere la scelta più in linea con i suoi desideri e i suoi valori.
Un caro saluto.
Dott. Luca Vocino
Buona sera, solo in dei colloqui mirati e ad hoc sarà possibile aiutarla a capire meglio se stesso e il perché di questa (comprensibile e normale) ambivalenza, e eventualmente superarla in un senso o nell'altro. Spero mi scriverà per poterne parlare.
Gentile,
L'ambivalenza è una componente di molte delle scelte che facciamo, in particolare per una scelta cosi importante.
Cosa le/vi impedisce di passare dal desiderio alla scelta pratica? C'è qualche pensiero o vissuto in particolare? Cosa significherebbe per lei/voi avere il terzo figlio? Ragionare su queste domande potrebbe esserle/esservi utile a favorire altre riflessioni.
Buongiorno, da ciò che ha scritto non riesco a capire bene la sua richiesta. Ipotizzo: lei e suo marito avreste condiviso di fare un altro figlio ma non trovate l'occasione? oppure mi sembra di capire che uno dei due non è del tutto convinto? Penso che per dare una risposta corretta e calzata su di voi, sarebbe il caso di capire quali sono le vere intenzioni, le circostanza che state vivendo sia individualmente che di coppia. Anche perché non è il primo figlio, quindi cosa la sta bloccando? Spero di non aver creato più confusione, per ogni dubbio non esiti a contattarmi. Saluti Dott.ssa Bava Claudia
Buongiorno, è molto difficile risponderle basandosi su poche righe. La invito a contattare un professionista che incontri la sua necessità di comprensione rispetto il conflitto interno che sembra vivere in questo momento. Un saluto
Cara utente,
le ragioni possibili dietro all'ambivalenza di questa scelta possono essere di diversa natura, soprattutto personale. Anche solo per una consulenza potrebbe provare a parlare con un professionista in modo che possa aiutarla a capire se sia necessario un percorso di consapevolezza e conoscenza di sé stessa oppure se le serva solo una chiacchierata chiarificatrice.
Un caro saluto
Dott.ss Claudia Fontanella
Gentile utente,

condivido in larga parte quanto espresso dai colleghi, poiché le loro osservazioni riflettono un approccio rispettoso e professionale verso il tema da lei sollevato.

Cordialmente
Dottor Mauro Vargiu

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