Salve vorrei un confronto in quanto psicologo per capire mio padre .Prima della mia esistenza mi è s
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Salve vorrei un confronto in quanto psicologo per capire mio padre .Prima della mia esistenza mi è stato raccontato da molti e confermato da lui stesso che viziava da morire i miei cugini paterni .Io quando sono nata non ho avuto nulla di regalo nemmeno ai compleanni da nessuno dei parenti paterni nemmeno da mio padre stesso .Al punto che mia madre decide di festeggiare dal 2 compleanno in poi solo con le amiche che ho incontrato e incontrerò nella mia vita scolastica e ludica .Crescendo scopro che mia madre con i suoi sacrifici mantiene me ...Senza contare che da piccola dopo un percorso psicologico mio padre racconta di me alla psicologa che pretendo troppo da lui ,sono viziata e voleva obbligarmi a fare Scout .Per fortuna ribelle come sono ho vinto io sul fatto che Scout non mi piace come attività perché non mi rappresenta e lui si è infuriato ma per fortuna non ha insistito più di tanto...Ora mi chiedo perché tanto astio nei miei confronti...Tra l'altro non accetta tutt'ora le mie vere passioni danza e musica che con l'aiuto di mia madre sto coltivando ,non accetta che sono celiaca e nemmeno la mia personalità come mi vesto ,se mi trucco ...Vorrei sapere che problemi ha ?
Buona sera, è difficile rispondere alla tua domanda su eventuali problemi di personalità o di comportamenti di tuo padre. E' necessario comprendere la storia della tua famiglia, la storia della coppia e successivamente come genitori come si sono organizzati e cosa è successo, così come come si sono comportati i familiari sia da parte di tuo padre che da parte di tua madre. Mi sembra di comprendere che soffri per i comportamenti di tuo padre in questi anni e che hai delle difficoltà di comunicazione con lui .. forse se riesci a adottare delle modalità differenti di comunicazione e di comportamento, tuo padre potrebbe aprirsi e spiegare la motivazione delle sue azioni .. Se ha bisogno di ulteriori indicazioni, non esiti a contattarmi anche online. Saluti, Dott.ssa Letizia Muzi
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buonasera, mancano molti elementi per capire bene quali dinamiche si inneschino in questo rapporto, la prima cosa che appare lampante è che sia solo sua madre ad occuparsi di lei, sin dai 2 anni di età e dalle cose che scrive sembra che suo padre non l'abbia mai accettata.... mi chiedo se sia realmente così, suo padre la voleva una figlia? e lei ad oggi oltre a chiedersi che problemi ha lui nei suoi riguardi, mi chiedo, cosa prova nei suoi confronti? E' difficile "sentire" da delle sterili parole scritte, ma mi arriva dal modo in cui ha formulato le frasi, molto distacco nei confronti di suo padre... le importa davvero sapere "che problemi ha"? Ha mai provato a chiederglielo direttamente? una comunicazione aperta e diretta è la migliore delle soluzioni per far pace con i "non detti" che generano sempre incomprensioni e rancori.
Salve,
La sua richiesta di comprendere meglio la figura di suo padre è molto rispettabile e dimostra una grande consapevolezza nella sua storia personale. L’esperienza di sentirsi non valorizzata o accettata, specialmente da una figura così centrale nella vita, come un genitore, può lasciare un’impronta profonda e influenzare il modo in cui ci si relaziona con se stessi e con gli altri.
Il suo racconto suggerisce che ci siano divergenze marcate tra le aspettative di suo padre e la sua identità. Questa tensione può generare un forte conflitto emotivo. La mancanza di attenzione da parte sua, rispetto a quanto elargito ai suoi cugini, potrebbe essere vista come un segnale di come lui percepisca e gestisca l’amore e le relazioni familiari. Spesso, un genitore può riflettere le proprie insicurezze e aspettative su un figlio, creando uno spazio di involontario rifiuto.
Il fatto che suo padre non accetti le sue passioni e la sua personalità indica una difficoltà a riconoscere e apprezzare il suo individualismo. Questo tipo di reazione potrebbe derivare da aspettative rigide che lui stesso ha interiorizzato, perdendo di vista l’importanza di abbracciare l’unicità di ognuno, specialmente quella del proprio figlio. Il suo astio potrebbe non essere tanto verso di lei, quanto un’espressione delle sue stesse incertezze e delle sue difficoltà nel comunicare un affetto genuino.
La sua ribellione e il fatto di perseguire le sue passioni, come danza e musica, sono gesti di affermazione di sé che possono essere visti come una forma di autoaffermazione, anche se contrastano con le aspettative paterne. È fondamentale continuare a coltivare ciò che ama, perché questo contribuisce non solo al suo benessere, ma le permette anche di costruire la sua identità.
Riflettere su questi temi può essere un percorso difficile, ma necessario. Se desidera esplorare ulteriormente questi sentimenti e le dinamiche che esistono tra lei e suo padre, potrei suggerirle di considerare un sostegno psicologico, che le permetta di lavorare su queste relazioni e su come esse influenzano la sua vita.
Se ha bisogno di discutere ulteriormente di questi temi o di ricevere supporto, non esiti a contattarmi.
Cordialmente,
Dottoressa Laura Lanocita
La sua richiesta di comprendere meglio la figura di suo padre è molto rispettabile e dimostra una grande consapevolezza nella sua storia personale. L’esperienza di sentirsi non valorizzata o accettata, specialmente da una figura così centrale nella vita, come un genitore, può lasciare un’impronta profonda e influenzare il modo in cui ci si relaziona con se stessi e con gli altri.
Il suo racconto suggerisce che ci siano divergenze marcate tra le aspettative di suo padre e la sua identità. Questa tensione può generare un forte conflitto emotivo. La mancanza di attenzione da parte sua, rispetto a quanto elargito ai suoi cugini, potrebbe essere vista come un segnale di come lui percepisca e gestisca l’amore e le relazioni familiari. Spesso, un genitore può riflettere le proprie insicurezze e aspettative su un figlio, creando uno spazio di involontario rifiuto.
Il fatto che suo padre non accetti le sue passioni e la sua personalità indica una difficoltà a riconoscere e apprezzare il suo individualismo. Questo tipo di reazione potrebbe derivare da aspettative rigide che lui stesso ha interiorizzato, perdendo di vista l’importanza di abbracciare l’unicità di ognuno, specialmente quella del proprio figlio. Il suo astio potrebbe non essere tanto verso di lei, quanto un’espressione delle sue stesse incertezze e delle sue difficoltà nel comunicare un affetto genuino.
La sua ribellione e il fatto di perseguire le sue passioni, come danza e musica, sono gesti di affermazione di sé che possono essere visti come una forma di autoaffermazione, anche se contrastano con le aspettative paterne. È fondamentale continuare a coltivare ciò che ama, perché questo contribuisce non solo al suo benessere, ma le permette anche di costruire la sua identità.
Riflettere su questi temi può essere un percorso difficile, ma necessario. Se desidera esplorare ulteriormente questi sentimenti e le dinamiche che esistono tra lei e suo padre, potrei suggerirle di considerare un sostegno psicologico, che le permetta di lavorare su queste relazioni e su come esse influenzano la sua vita.
Se ha bisogno di discutere ulteriormente di questi temi o di ricevere supporto, non esiti a contattarmi.
Cordialmente,
Dottoressa Laura Lanocita
Salve, grazie per aver condiviso la sua esperienza, che comprendo essere motivo di riflessione e di fatica emotiva. È naturale cercare di capire cosa possa spingere una persona, soprattutto un genitore, a comportarsi in un certo modo. Tuttavia, è importante fare attenzione a non trascurare se stessi e l’effetto che questi comportamenti hanno avuto su di lei.
Nella vita, così come in psicoterapia, possiamo cercare di comprendere l’altro, ma non sempre possiamo cambiarlo. Spesso ciò che ci aiuta davvero è lavorare su di noi: elaborare ciò che abbiamo vissuto e modificare il nostro approccio mentale e le nostre azioni nei confronti dell’altro. Questo può permetterle di ritrovare una maggiore serenità e un senso di autonomia, anche in una relazione complessa come quella con suo padre.
Se desidera, sono disponibile sia per incontri in presenza che online.
Un saluto, Dott. Gianluca Pignatelli.
Nella vita, così come in psicoterapia, possiamo cercare di comprendere l’altro, ma non sempre possiamo cambiarlo. Spesso ciò che ci aiuta davvero è lavorare su di noi: elaborare ciò che abbiamo vissuto e modificare il nostro approccio mentale e le nostre azioni nei confronti dell’altro. Questo può permetterle di ritrovare una maggiore serenità e un senso di autonomia, anche in una relazione complessa come quella con suo padre.
Se desidera, sono disponibile sia per incontri in presenza che online.
Un saluto, Dott. Gianluca Pignatelli.
Sarebbe interessante sapere come suo padre si comportava con sua madre, da questo si potrebbe capire qual è il rapporto di suo padre col femminile. Altro scenario è invece la sua nascita. Suo padre, per ragioni che non sappiamo, potrebbe aver sofferto per la sua venuta al mondo. Non mi pare che lei dica se è la prima figlia, ad ogni modo la sua nascita potrebbe aver cambiato in qualche modo la vita di suo padre (diventare padre avrebbe riacceso un conflitto latente con la figura di suo padre, lo avrebbe legato indissolubilmente a sua madre... ecc.). Sono tutte ipotesi, badi bene, ma spero utili alla sua riflessione.
Ciao, capisco quanto possa essere doloroso e frustrante sentirsi poco accettati o valorizzati da un genitore, specialmente se hai osservato comportamenti diversi nei suoi confronti verso altri membri della famiglia, come i tuoi cugini.
Non è facile accettare che un genitore possa non offrire il sostegno che ci aspettiamo, ma è importante ricordare che non sei responsabile dei suoi comportamenti o dei suoi problemi. Tu hai tutto il diritto di essere chi sei e di vivere la vita che desideri, indipendentemente da quello che lui approva o non approva.
Se hai bisogno di ulteriori chiarimenti o supporto, sono qui per ascoltarti. Ti auguro di trovare serenità e forza nelle tue passioni e nelle relazioni positive che costruisci attorno a te.
Non è facile accettare che un genitore possa non offrire il sostegno che ci aspettiamo, ma è importante ricordare che non sei responsabile dei suoi comportamenti o dei suoi problemi. Tu hai tutto il diritto di essere chi sei e di vivere la vita che desideri, indipendentemente da quello che lui approva o non approva.
Se hai bisogno di ulteriori chiarimenti o supporto, sono qui per ascoltarti. Ti auguro di trovare serenità e forza nelle tue passioni e nelle relazioni positive che costruisci attorno a te.
Buongiorno,
la relazione con suo padre deve essere fonte di grande malessere. A volte è difficile attribuire dei significati ad alcuni comportamenti che ci fanno soffrire. Credo possa meglio esplorare la situazione qui riportata all' interno di uno spazio di ascolto più ampio che solo una psicoterapia potrebbe fornirle. Nel caso, sarei disponibile ad accogliere la sua richiesta di aiuto, ricevo anche on-line.
Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
la relazione con suo padre deve essere fonte di grande malessere. A volte è difficile attribuire dei significati ad alcuni comportamenti che ci fanno soffrire. Credo possa meglio esplorare la situazione qui riportata all' interno di uno spazio di ascolto più ampio che solo una psicoterapia potrebbe fornirle. Nel caso, sarei disponibile ad accogliere la sua richiesta di aiuto, ricevo anche on-line.
Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
Salve,
comprendo quanto possa essere difficile cercare di capire il comportamento di suo padre, soprattutto quando le sue scelte e il suo atteggiamento sembrano distanti o in contrasto con i suoi bisogni e desideri. La relazione tra genitori e figli è complessa e spesso influenzata da una serie di fattori personali, storici e relazionali. Cercherò di offrirle alcune prospettive utili.
L'atteggiamento che descrive, ovvero il confronto tra il suo coinvolgimento affettuoso con i cugini e la sua distanza emotiva nei suoi confronti, potrebbe riflettere una difficoltà di suo padre nell'elaborare il cambiamento di ruolo o responsabilità che la nascita di un figlio comporta. Non è raro che alcuni genitori abbiano aspettative molto rigide o ideali su come "dovrebbe essere" un figlio, e quando la realtà non corrisponde a queste aspettative, possono emergere frustrazione, difficoltà di accettazione o atteggiamenti distaccati.
Il suo racconto evidenzia anche una tendenza di suo padre a cercare il controllo o a imporre le sue preferenze (come nel caso degli Scout), che potrebbe essere una strategia per compensare un senso di insicurezza o un desiderio di "modellare" la sua personalità in base a standard che lui ritiene più adeguati. Questo comportamento può diventare particolarmente problematico se, come nel suo caso, il figlio ha un'identità forte e desidera seguire le proprie passioni e inclinazioni.
L'assenza di supporto emotivo o materiale che ha sperimentato potrebbe essere interpretata come una difficoltà di suo padre nell'esprimere amore in modo diretto, che talvolta si collega a modelli familiari rigidi o a esperienze personali passate di carenza affettiva. Questo non giustifica il suo comportamento, ma può offrire un contesto per comprenderlo.
È importante riconoscere che ciò che ha vissuto non è colpa sua. Le sue passioni, il suo stile, la sua identità e perfino la sua condizione di salute, come la celiachia, non dovrebbero mai essere motivo di rifiuto o svalutazione da parte di un genitore. È naturale che lei si chieda perché ci sia "astio", ma è importante ricordare che spesso queste difficoltà riflettono i limiti personali del genitore e non il valore o le azioni del figlio.
Per affrontare questa situazione, potrebbe essere utile:
Esprimere con calma e chiarezza ciò che prova, cercando di aprire un dialogo con suo padre. Spesso, il confronto diretto può portare alla luce dinamiche nascoste.
Continuare a coltivare il supporto di sua madre e delle persone che la incoraggiano e valorizzano. Circondarsi di relazioni positive è fondamentale per il suo benessere.
Considerare di esplorare con un terapeuta il modo in cui questa relazione l'ha influenzata, per capire come proteggerla dal senso di inadeguatezza o di rabbia che potrebbe suscitare.
Se desidera approfondire o lavorare su questi temi, rimango a disposizione per supportarla. Merita di essere apprezzata per ciò che è e di vivere con serenità le sue passioni e la sua identità.
Un caro saluto
comprendo quanto possa essere difficile cercare di capire il comportamento di suo padre, soprattutto quando le sue scelte e il suo atteggiamento sembrano distanti o in contrasto con i suoi bisogni e desideri. La relazione tra genitori e figli è complessa e spesso influenzata da una serie di fattori personali, storici e relazionali. Cercherò di offrirle alcune prospettive utili.
L'atteggiamento che descrive, ovvero il confronto tra il suo coinvolgimento affettuoso con i cugini e la sua distanza emotiva nei suoi confronti, potrebbe riflettere una difficoltà di suo padre nell'elaborare il cambiamento di ruolo o responsabilità che la nascita di un figlio comporta. Non è raro che alcuni genitori abbiano aspettative molto rigide o ideali su come "dovrebbe essere" un figlio, e quando la realtà non corrisponde a queste aspettative, possono emergere frustrazione, difficoltà di accettazione o atteggiamenti distaccati.
Il suo racconto evidenzia anche una tendenza di suo padre a cercare il controllo o a imporre le sue preferenze (come nel caso degli Scout), che potrebbe essere una strategia per compensare un senso di insicurezza o un desiderio di "modellare" la sua personalità in base a standard che lui ritiene più adeguati. Questo comportamento può diventare particolarmente problematico se, come nel suo caso, il figlio ha un'identità forte e desidera seguire le proprie passioni e inclinazioni.
L'assenza di supporto emotivo o materiale che ha sperimentato potrebbe essere interpretata come una difficoltà di suo padre nell'esprimere amore in modo diretto, che talvolta si collega a modelli familiari rigidi o a esperienze personali passate di carenza affettiva. Questo non giustifica il suo comportamento, ma può offrire un contesto per comprenderlo.
È importante riconoscere che ciò che ha vissuto non è colpa sua. Le sue passioni, il suo stile, la sua identità e perfino la sua condizione di salute, come la celiachia, non dovrebbero mai essere motivo di rifiuto o svalutazione da parte di un genitore. È naturale che lei si chieda perché ci sia "astio", ma è importante ricordare che spesso queste difficoltà riflettono i limiti personali del genitore e non il valore o le azioni del figlio.
Per affrontare questa situazione, potrebbe essere utile:
Esprimere con calma e chiarezza ciò che prova, cercando di aprire un dialogo con suo padre. Spesso, il confronto diretto può portare alla luce dinamiche nascoste.
Continuare a coltivare il supporto di sua madre e delle persone che la incoraggiano e valorizzano. Circondarsi di relazioni positive è fondamentale per il suo benessere.
Considerare di esplorare con un terapeuta il modo in cui questa relazione l'ha influenzata, per capire come proteggerla dal senso di inadeguatezza o di rabbia che potrebbe suscitare.
Se desidera approfondire o lavorare su questi temi, rimango a disposizione per supportarla. Merita di essere apprezzata per ciò che è e di vivere con serenità le sue passioni e la sua identità.
Un caro saluto
Gentile utente, non credo sia possibile fare una valutazione corretta ed accurata di suo padre con così poche informazioni e sensa conoscere la sua storia a pieno. Quello che mi colpisce però è il suo bisogno di dare un senso a tutto questo, trovare delle spiegazioni che possano rendere il suo comportamento per lei, forse, più sensato. Cosa vorrebbe sentirsi dire? Cosa si aspetta che gli altri le dicano?
Se ribaltassimo la questione su di sé, ma a fronte di questo papà così, lei cosa vorrebbe? Di cosa ha bisogno? Cosa le manca? Cosa è così difficile da comprendere?
Spostare l'attenzione su di noi, è importante poiché spesso capiterà lungo la vita, di incappare in dinamiche che non possiamo cambiare ma possiamo decidere come vogliamo viverle. Rimango a sua disposizione Dott.ssa Alessia D'Angelo
Se ribaltassimo la questione su di sé, ma a fronte di questo papà così, lei cosa vorrebbe? Di cosa ha bisogno? Cosa le manca? Cosa è così difficile da comprendere?
Spostare l'attenzione su di noi, è importante poiché spesso capiterà lungo la vita, di incappare in dinamiche che non possiamo cambiare ma possiamo decidere come vogliamo viverle. Rimango a sua disposizione Dott.ssa Alessia D'Angelo
Buongiorno gentile Utente, comprendo quanto possa essere difficile vivere in una situazione in cui si percepisce distanza o incomprensione da parte di una figura genitoriale così importante come il padre. Lei sta cercando di dare un senso a queste esperienze e a capire il comportamento di suo padre, e questa è una domanda complessa ma importante.
Il comportamento che descrive potrebbe avere diverse radici, e senza poter parlare direttamente con lui, è possibile solo ipotizzare. Provo a offrirle alcune chiavi di lettura che potrebbero aiutarla a riflettere.
Da quello che racconta, suo padre sembra avere un approccio molto diverso nei confronti dei suoi cugini rispetto a quello che ha avuto con lei. Questo potrebbe derivare da una varietà di motivi, come il modo in cui percepiva il suo ruolo all’interno della famiglia, le aspettative che aveva nei confronti della genitorialità o addirittura il modo in cui si relazionava con la figura di sua madre. Per esempio, a volte alcune persone fanno fatica a conciliare il proprio ruolo di genitore con altre dinamiche familiari preesistenti e finiscono per comportarsi in modi che possono sembrare incoerenti o ingiusti.
Il fatto che lei percepisca una mancanza di accettazione nei confronti delle sue passioni, della sua personalità o del suo stile di vita potrebbe indicare che suo padre fatica ad accettare le differenze o che ha delle aspettative rigide su cosa significhi essere sua figlia. Questo non giustifica il suo atteggiamento, ma potrebbe aiutarla a capire che la sua difficoltà nell’accettare è più legata a lui che a lei. Potrebbe essere una persona con una visione del mondo molto strutturata, che fatica a vedere valore o importanza in ciò che non rispecchia il suo modo di pensare.
Per quanto riguarda il rifiuto della sua condizione di salute, come la celiachia, questo potrebbe indicare un problema più ampio di negazione o difficoltà nell’accettare le realtà che esulano dal suo controllo. Alcune persone reagiscono in questo modo alle sfide perché sentirsi impotenti le fa sentire vulnerabili.
Infine, il fatto che da bambina lei sia stata descritta come “viziata” o che suo padre abbia tentato di forzarla verso attività che non la rappresentavano, come gli scout, potrebbe riflettere il suo tentativo di “disciplinarla” secondo i suoi standard o le sue idee di ciò che fosse “giusto”. Questo atteggiamento può essere il risultato di sue convinzioni rigide su come crescere un figlio o di un suo modo di affrontare le proprie insicurezze e paure come genitore.
Cosa può fare lei per affrontare questa situazione?
1. Riconoscere i propri bisogni e i propri successi: sta coltivando con coraggio le sue passioni, come la danza e la musica, e sembra avere il supporto di sua madre in questo. È importante riconoscere che il suo percorso è valido e che ciò che la rende felice ha valore, indipendentemente dall’approvazione paterna.
2. Se lo ritiene possibile, potrebbe cercare un momento tranquillo per condividere con suo padre come si sente rispetto al suo comportamento. Non si tratta necessariamente di “chiarire” o “risolvere” tutto, ma di esprimere con calma e rispetto il suo punto di vista e vedere se questo apre la possibilità di un confronto costruttivo.
3. È importante tenere a mente che non possiamo sempre cambiare gli altri, nemmeno quando si tratta dei nostri genitori. Tuttavia, possiamo lavorare sulla nostra reazione a ciò che ci ferisce, cercando di costruire un rapporto basato sui limiti che ci fanno stare meglio.
4. Se sente che questa situazione continua a influire sul suo benessere emotivo, potrebbe essere utile continuare o iniziare un percorso psicologico che la aiuti a esplorare e affrontare le sue emozioni.
Ricordi che ciò che è importante per lei ha valore, e non è necessario che tutti, nemmeno suo padre, approvino ogni sua scelta. Sta già dimostrando forza e autonomia nel coltivare ciò che ama, e questo è un grande passo verso la costruzione di una vita autentica e soddisfacente.
Dott. Luca Vocino
Il comportamento che descrive potrebbe avere diverse radici, e senza poter parlare direttamente con lui, è possibile solo ipotizzare. Provo a offrirle alcune chiavi di lettura che potrebbero aiutarla a riflettere.
Da quello che racconta, suo padre sembra avere un approccio molto diverso nei confronti dei suoi cugini rispetto a quello che ha avuto con lei. Questo potrebbe derivare da una varietà di motivi, come il modo in cui percepiva il suo ruolo all’interno della famiglia, le aspettative che aveva nei confronti della genitorialità o addirittura il modo in cui si relazionava con la figura di sua madre. Per esempio, a volte alcune persone fanno fatica a conciliare il proprio ruolo di genitore con altre dinamiche familiari preesistenti e finiscono per comportarsi in modi che possono sembrare incoerenti o ingiusti.
Il fatto che lei percepisca una mancanza di accettazione nei confronti delle sue passioni, della sua personalità o del suo stile di vita potrebbe indicare che suo padre fatica ad accettare le differenze o che ha delle aspettative rigide su cosa significhi essere sua figlia. Questo non giustifica il suo atteggiamento, ma potrebbe aiutarla a capire che la sua difficoltà nell’accettare è più legata a lui che a lei. Potrebbe essere una persona con una visione del mondo molto strutturata, che fatica a vedere valore o importanza in ciò che non rispecchia il suo modo di pensare.
Per quanto riguarda il rifiuto della sua condizione di salute, come la celiachia, questo potrebbe indicare un problema più ampio di negazione o difficoltà nell’accettare le realtà che esulano dal suo controllo. Alcune persone reagiscono in questo modo alle sfide perché sentirsi impotenti le fa sentire vulnerabili.
Infine, il fatto che da bambina lei sia stata descritta come “viziata” o che suo padre abbia tentato di forzarla verso attività che non la rappresentavano, come gli scout, potrebbe riflettere il suo tentativo di “disciplinarla” secondo i suoi standard o le sue idee di ciò che fosse “giusto”. Questo atteggiamento può essere il risultato di sue convinzioni rigide su come crescere un figlio o di un suo modo di affrontare le proprie insicurezze e paure come genitore.
Cosa può fare lei per affrontare questa situazione?
1. Riconoscere i propri bisogni e i propri successi: sta coltivando con coraggio le sue passioni, come la danza e la musica, e sembra avere il supporto di sua madre in questo. È importante riconoscere che il suo percorso è valido e che ciò che la rende felice ha valore, indipendentemente dall’approvazione paterna.
2. Se lo ritiene possibile, potrebbe cercare un momento tranquillo per condividere con suo padre come si sente rispetto al suo comportamento. Non si tratta necessariamente di “chiarire” o “risolvere” tutto, ma di esprimere con calma e rispetto il suo punto di vista e vedere se questo apre la possibilità di un confronto costruttivo.
3. È importante tenere a mente che non possiamo sempre cambiare gli altri, nemmeno quando si tratta dei nostri genitori. Tuttavia, possiamo lavorare sulla nostra reazione a ciò che ci ferisce, cercando di costruire un rapporto basato sui limiti che ci fanno stare meglio.
4. Se sente che questa situazione continua a influire sul suo benessere emotivo, potrebbe essere utile continuare o iniziare un percorso psicologico che la aiuti a esplorare e affrontare le sue emozioni.
Ricordi che ciò che è importante per lei ha valore, e non è necessario che tutti, nemmeno suo padre, approvino ogni sua scelta. Sta già dimostrando forza e autonomia nel coltivare ciò che ama, e questo è un grande passo verso la costruzione di una vita autentica e soddisfacente.
Dott. Luca Vocino
Gentile,
comprendo quanto possa essere difficile vivere con la sensazione di un rapporto conflittuale e distante con suo padre. Da ciò che racconta, sembra che ci sia una mancanza di riconoscimento delle sue passioni, dei suoi bisogni e della sua identità personale, che ha probabilmente generato in lei un profondo senso di incomprensione e, forse, di rifiuto.
La terapia breve strategica può aiutarla a lavorare su questa situazione, non tanto per cambiare suo padre, quanto per modificare la sua modalità di risposta e gestione di questo rapporto. Spesso, cercare spiegazioni razionali o emotive per il comportamento di un genitore può risultare frustrante e non portare a una reale soluzione. L’approccio strategico, invece, si concentra su come lei possa interagire con suo padre in modo da ridurre il conflitto e preservare al contempo le sue passioni e la sua identità.
Attraverso tecniche pratiche e mirate, potrebbe esplorare modalità per sentirsi meno condizionata da questo astio e trovare un equilibrio che le consenta di proseguire il suo percorso personale senza farsi bloccare da queste dinamiche familiari. Se lo desidera, possiamo iniziare a lavorare insieme su queste difficoltà.
Cordiali saluti,
Dott. Michele Scala
comprendo quanto possa essere difficile vivere con la sensazione di un rapporto conflittuale e distante con suo padre. Da ciò che racconta, sembra che ci sia una mancanza di riconoscimento delle sue passioni, dei suoi bisogni e della sua identità personale, che ha probabilmente generato in lei un profondo senso di incomprensione e, forse, di rifiuto.
La terapia breve strategica può aiutarla a lavorare su questa situazione, non tanto per cambiare suo padre, quanto per modificare la sua modalità di risposta e gestione di questo rapporto. Spesso, cercare spiegazioni razionali o emotive per il comportamento di un genitore può risultare frustrante e non portare a una reale soluzione. L’approccio strategico, invece, si concentra su come lei possa interagire con suo padre in modo da ridurre il conflitto e preservare al contempo le sue passioni e la sua identità.
Attraverso tecniche pratiche e mirate, potrebbe esplorare modalità per sentirsi meno condizionata da questo astio e trovare un equilibrio che le consenta di proseguire il suo percorso personale senza farsi bloccare da queste dinamiche familiari. Se lo desidera, possiamo iniziare a lavorare insieme su queste difficoltà.
Cordiali saluti,
Dott. Michele Scala
Buongiorno, capisco il desiderio di voler sapere di più di suo padre e del suo rapporto con lei ma purtroppo nessun professionista potrà rispondere a questa domanda. Quello che invece si può fare è dar spazio e comprendere meglio la sua rabbia e la sua sofferenza nel non sentirsi accettata da suo padre e nella relazione con lui. Un caro saluto
Buongiorno, servirebbe un maggiore approfondimento riguardo la sua storia personale e di suo padre. Per maggiori chiarimenti può prenotare con me una visita on-line e valutare se vuole approfondire questa situazione da lei narrata. La ringrazio per la condivisione.
Cordialmente,
Dottoressa Bellini
Cordialmente,
Dottoressa Bellini
Gentile Utente, ricordi che lei non è responsabile del comportamento di suo padre. Potrebbe esserle di aiuto rendersi conto che cosa la tiene in scacco e svincolarsi attraverso un percorso psicoterapico. Non smetta di coltivare le sue passioni e di lottare per la sua felicità. Dott.ssa Angela Pistilli
Carissima utente, dire che "problemi" abbia tua padre, oltre che poco professionale sarebbe poco realistico alla luce di effettive poche informazioni rispetto alla sua storia. Sicuramente, invece, la tua parla di un'emotività che si è formata con il rifiuto o comunque il distacco da parte di un'importante figura di riferimento, e sicuramente questo ti avrà fatto effetto in qualche modo. Chiedersi i perchè è lecito, ma difficilmente porterà a soluzioni su di lui. Quello che invece è possibile è lavorare su come queste modalità impattino su di te, sulle emozioni che provocano e come e se incidano sulla tua quotidianità. Qualora ti andasse di esplorare queste traiettorie io sono disponibile anche per colloqui online che puoi prenotare direttamente qua. A disposizione, Dott.ssa Sara Torregrossa
Salve, dai quesiti che pone, penso le sarebbe utile un percorso, anche breve di psicoterapia cognitivo-comportamentale per accettare ciò che è stato il rapporto con suo padre nel passato e forse poter cambiare la prospettiva attuale. Un cordiale saluto
Dott.ssa Marina Bonadeni
Dott.ssa Marina Bonadeni
Buongiorno, grazie per aver condiviso la tua storia. Da quanto descrivi, sembra che tuo padre abbia avuto un modo di relazionarsi con te che potrebbe essere influenzato da modelli familiari, aspettative personali o difficoltà emotive non risolte. Il fatto che viziava i tuoi cugini, ma non abbia mostrato lo stesso atteggiamento nei tuoi confronti, potrebbe riflettere un contrasto nelle sue aspettative o modalità di relazione con te. Il suo comportamento potrebbe derivare da una serie di fattori: dalle sue esperienze personali, da un'incapacità di comprendere o accettare la tua individualità, o forse da un senso di frustrazione o inadeguatezza. Il fatto che non accetta le tue passioni, il tuo aspetto e la tua salute potrebbe essere legato a difficoltà nell'accettare chi sei veramente, forse per paura che tu non segua il percorso che lui aveva immaginato per te o perché non riesce a comprendere le tue esigenze.
Capire i motivi profondi dietro il suo comportamento richiede una riflessione anche sulla sua storia personale, sulle sue emozioni e su come si è relazionato con te in base alla sua visione del mondo. Se desideri un confronto, potresti considerare l'idea di iniziare un dialogo aperto con lui, ma anche di parlare con uno psicoterapeuta per esplorare meglio le dinamiche familiari e capire come puoi affrontare la situazione.
A questo riguardo rimango a disposizione.
Un caro saluto Dott.ssa Lorena Ghiotto Psicologa e Psicoterapeuta
Capire i motivi profondi dietro il suo comportamento richiede una riflessione anche sulla sua storia personale, sulle sue emozioni e su come si è relazionato con te in base alla sua visione del mondo. Se desideri un confronto, potresti considerare l'idea di iniziare un dialogo aperto con lui, ma anche di parlare con uno psicoterapeuta per esplorare meglio le dinamiche familiari e capire come puoi affrontare la situazione.
A questo riguardo rimango a disposizione.
Un caro saluto Dott.ssa Lorena Ghiotto Psicologa e Psicoterapeuta
Gentile ,
Comprendo la complessità della sua situazione e il desiderio di capire meglio suo padre. La sua narrazione evidenzia una serie di dinamiche familiari che possono essere influenzate da numerosi fattori, tra cui le aspettative personali, le esperienze passate e le modalità di comunicazione all'interno della famiglia. La percezione di astio o di rifiuto da parte di un genitore è una questione dolorosa e merita un'attenzione profonda e rispettosa.
Raccontare la sua esperienza permette di mettere in luce i contrasti e le difficoltà che ha vissuto e che continua a vivere. Questo è un primo passo importante per comprendere le radici dei conflitti e delle incomprensioni. La sua resilienza nel coltivare le sue passioni e nel cercare di affermare la sua identità nonostante le difficoltà è ammirevole.
Le auguro che possa trovare risposte e chiarimenti attraverso un confronto aperto e sincero con il supporto di un professionista.
Un caro saluto, Dott.ssa Gloria Giacomin.
Comprendo la complessità della sua situazione e il desiderio di capire meglio suo padre. La sua narrazione evidenzia una serie di dinamiche familiari che possono essere influenzate da numerosi fattori, tra cui le aspettative personali, le esperienze passate e le modalità di comunicazione all'interno della famiglia. La percezione di astio o di rifiuto da parte di un genitore è una questione dolorosa e merita un'attenzione profonda e rispettosa.
Raccontare la sua esperienza permette di mettere in luce i contrasti e le difficoltà che ha vissuto e che continua a vivere. Questo è un primo passo importante per comprendere le radici dei conflitti e delle incomprensioni. La sua resilienza nel coltivare le sue passioni e nel cercare di affermare la sua identità nonostante le difficoltà è ammirevole.
Le auguro che possa trovare risposte e chiarimenti attraverso un confronto aperto e sincero con il supporto di un professionista.
Un caro saluto, Dott.ssa Gloria Giacomin.
Grazie per aver condiviso una parte così significativa della tua storia. Da ciò che racconti, emerge il desiderio di comprendere meglio la relazione con tuo padre, che sembra essere stata una fonte di conflitto ed incomprensione per te. È normale sentirsi confusi o feriti quando una figura genitoriale non accoglie o supporta le nostre passioni, i nostri bisogni e la nostra identità.
Le dinamiche che descrivi possono essere il risultato di tanti fattori, che includono le esperienze personali di tuo padre, il contesto familiare e i modelli educativi con cui è cresciuto. A volte, i genitori si relazionano ai figli in modi che riflettono le loro difficoltà emotive o esperienze irrisolte, senza essere consapevoli di come queste possano influire sui loro figli.
Si potrebbero esplorare questi aspetti, cercando di comprendere meglio tuo padre e le motivazioni che potrebbero aver guidato i suoi comportamenti. Allo stesso tempo, è importante dare spazio alle tue emozioni, ai bisogni che senti non essere stati accolti e a come questa relazione ha influito sulla tua autostima, sulle tue scelte e sul tuo modo di relazionarti con gli altri.
Iniziare una terapia non significa "risolvere un problema" come si fa con un'equazione, ma iniziare un percorso che ti permetta di trovare chiarezza, forza e nuove strategie per vivere meglio la relazione con tuo padre e, soprattutto, con te stessa.
Le dinamiche che descrivi possono essere il risultato di tanti fattori, che includono le esperienze personali di tuo padre, il contesto familiare e i modelli educativi con cui è cresciuto. A volte, i genitori si relazionano ai figli in modi che riflettono le loro difficoltà emotive o esperienze irrisolte, senza essere consapevoli di come queste possano influire sui loro figli.
Si potrebbero esplorare questi aspetti, cercando di comprendere meglio tuo padre e le motivazioni che potrebbero aver guidato i suoi comportamenti. Allo stesso tempo, è importante dare spazio alle tue emozioni, ai bisogni che senti non essere stati accolti e a come questa relazione ha influito sulla tua autostima, sulle tue scelte e sul tuo modo di relazionarti con gli altri.
Iniziare una terapia non significa "risolvere un problema" come si fa con un'equazione, ma iniziare un percorso che ti permetta di trovare chiarezza, forza e nuove strategie per vivere meglio la relazione con tuo padre e, soprattutto, con te stessa.
Può essere che suo padre avesse già un progetto o delle idee su di lei e su come sarebbe dovuta essere. Ora che non sono state rispettate fatica ad accettarlo e a rinunciarci per vedere chi lei è veramente. Ma sono solo ipotesi. Lei si consoca e si autodetermini non in contrapposizione a quello che vuole suo padre, ma in accordo a quello che lei desidera. Più che ribelle a lui, viva libera!
Ciao, grazie per aver condiviso una parte così importante e complessa della tua vita. Posso immaginare quanto possa essere frustrante e doloroso crescere sentendo che c’è una distanza emotiva tra te e tuo padre, soprattutto se il confronto con il modo in cui si è comportato con altri familiari, come i tuoi cugini, rende ancora più evidente questa differenza. È chiaro che desideri capire il suo comportamento e, al tempo stesso, proteggere il tuo diritto di essere te stessa. Da quello che racconti, tuo padre sembra avere difficoltà ad accettare alcune parti della tua individualità e delle tue scelte, e questo può farti sentire come se tu fossi "sbagliata" ai suoi occhi. Voglio dirti una cosa importante: tu non sei sbagliata. Sei una persona con passioni, desideri e un’identità che merita di essere rispettata. Il fatto che tua madre ti abbia sostenuta in questo percorso è un segnale forte che ci sono persone nella tua vita che vedono e valorizzano chi sei. Per quanto riguarda tuo padre, cerchiamo di fare un passo indietro per osservare la situazione con un po’ di distanza. Non posso dirti con certezza "quali problemi ha" tuo padre, perché le sue azioni e i suoi atteggiamenti dipendono da una serie di fattori che probabilmente risalgono al suo vissuto personale, al modo in cui è stato educato, e a come interpreta il ruolo di genitore. Forse ha delle aspettative rigide su come “dovrebbe” essere una figlia, o fatica a gestire l’idea che tu abbia gusti e scelte diverse dalle sue. Questo non giustifica il suo comportamento, ma può aiutarti a capire che, a volte, le persone proiettano i propri limiti o le proprie insicurezze sugli altri, anche senza volerlo consapevolmente. Il fatto che ti abbia descritto come "viziata" alla psicologa o che abbia cercato di obbligarti a fare attività che non ti rappresentano potrebbe essere legato alla sua difficoltà a comprendere che ogni persona (anche un figlio) è unica e ha il diritto di esprimere la propria individualità. Questo, però, non significa che le tue passioni o i tuoi bisogni siano meno validi. Anzi, il modo in cui hai continuato a coltivare danza e musica, e a difendere la tua personalità, dimostra una forza straordinaria. Provo a mettermi nei tuoi panni: sentirsi non accettati da una figura importante come un genitore può far nascere rabbia, tristezza e confusione. Ma voglio dirti una cosa: il suo comportamento non definisce il tuo valore. Le sue difficoltà nell’accettarti non significano che tu stia facendo qualcosa di sbagliato. Sei tu che hai la responsabilità (e il diritto) di vivere una vita che ti rispecchi, anche se questo significa andare contro il suo modo di vedere le cose. Se può esserti utile, ti suggerirei di concentrarti su come vorresti gestire la relazione con lui ora. Forse puoi trovare modi per esprimere ciò che senti in modo chiaro ma non conflittuale, spiegandogli cosa è importante per te senza aspettarti necessariamente che cambi subito. Non è detto che riuscirai a ottenere la comprensione che desideri da lui, ma potrebbe essere un modo per affermare chi sei e rafforzare il tuo senso di autonomia. Ti invito a riflettere su quanto sei già riuscita a costruire, nonostante le difficoltà. La tua resilienza, la tua determinazione e il supporto che trovi in te stessa e in chi ti circonda (come tua madre) sono la prova che sei in grado di affrontare queste sfide. Se senti che il peso emotivo di questa relazione è troppo grande, potresti considerare di parlarne con un professionista per esplorare ancora più a fondo i tuoi sentimenti e trovare strategie per vivere meglio questa situazione. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
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