Salve, vorrei sapere in cosa consistono la terapia cognitivo conportamentale e altri metodi, e le te
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Salve, vorrei sapere in cosa consistono la terapia cognitivo conportamentale e altri metodi, e le terapie per migliorare l'attenzione. Ho fatto 8 sedute con una pasicoterapeuta del pubblico ed oltre a parlare di me e guardarci in faccia (minuti e minuti di silenzio) non facevamo altro. Vorrei il vostro parere
Buongiorno, la terapia cognitivo comportamentale si ripropone di aiutare ad individuare i pensieri ricorrenti e gli schemi disfunzionali di ragionamento e d’interpretazione della realtà, onde sostituirli e/o integrarli con convinzioni più funzionali, e consente di affinare le capacità di trovare soluzioni, in modo tale di apprendere modalità di risposta alternative. Inoltre, mediante l’esposizione graduale alle situazioni temute, ha l'obiettivo di fronteggiare gli stati di disagio. La terapia cognitiva-comportamentale è scientificamente fondata, è orientata allo scopo, è pratica e concreta, è collaborativa ed è a breve termine.
Tra le terapie di ultima generazione all'interno della cornice cognitivo-comportamentale vi sono l'ACT (L’Acceptance and Commitment Therapy) e la Mindfulness. Ogni orientamento prevede approcci diversi, è più che probabile che la sua terapeuta non avesse tale approccio.
Un cordiale saluto.
Dott.ssa Marina Bonadeni
Tra le terapie di ultima generazione all'interno della cornice cognitivo-comportamentale vi sono l'ACT (L’Acceptance and Commitment Therapy) e la Mindfulness. Ogni orientamento prevede approcci diversi, è più che probabile che la sua terapeuta non avesse tale approccio.
Un cordiale saluto.
Dott.ssa Marina Bonadeni
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Gentile utente, aldilà dell'orientamento specifico lunghi e imbarazzanti minuti di silenzio potrebbero indicare una scarsa alleanza terapeutica o essere sentore di un percorso non del tutto funzionale. Le consiglio di non scoraggiarsi e provare con un altro professionista che potrà aiutarla. In bocca al lupo!
Dott.ssa Francesca De Angelis
Dott.ssa Francesca De Angelis
Gentile utente, come specificato sopra più che l'orientamento terapeutico ad essere curativo è l'alleanza con il terapeuta e la relazione che si crea. Questa ha bisogno di apertura, e per far aprire l'altro il silenzio è d'obbligo. Può capitare che venga percepito come chiusura o imbarazzo e in questi casi è bene affermare in seduta cosa in lei suscita tale silenzio.
Inoltre, mi permetta di azzardare un'ipotesi basata sulla mia esperienza clinica, a volte noi terapeuti rimaniamo in silenzio e in attesa che nel paziente maturi qualcosa di veramente importante che vorrebbe affrontare ma dall'altra parte avrebbe paura di affrontare. Insomma, spesso molte sedute girano intorno agli argomenti più disparati pur di non passare per il nodo centrale (ad esempio la fiducia nell'altro, ). Cordiali saluti. Dott. Samuele Bellagamba
Inoltre, mi permetta di azzardare un'ipotesi basata sulla mia esperienza clinica, a volte noi terapeuti rimaniamo in silenzio e in attesa che nel paziente maturi qualcosa di veramente importante che vorrebbe affrontare ma dall'altra parte avrebbe paura di affrontare. Insomma, spesso molte sedute girano intorno agli argomenti più disparati pur di non passare per il nodo centrale (ad esempio la fiducia nell'altro, ). Cordiali saluti. Dott. Samuele Bellagamba
Gentilissimo,
ci mancano un po' di dettagli circa il suo percorso: età, genere, motivi per cui ha intrapreso una terapia (l'ha richiesto la scuola, la famiglia, è stata una sua scelta?)
Ci domanda qualcosa sulle terapie per migliorare l'attenzione: credo siano esercizi che alle volte si fanno fare a ragazzi con diagnosi di ADHD
Provi a riformularci il quesito con qualche dettaglio in più: riproveremo a risponderle in maniera più dettagliata!
Cordialmente,
Dr. E. Nola
ci mancano un po' di dettagli circa il suo percorso: età, genere, motivi per cui ha intrapreso una terapia (l'ha richiesto la scuola, la famiglia, è stata una sua scelta?)
Ci domanda qualcosa sulle terapie per migliorare l'attenzione: credo siano esercizi che alle volte si fanno fare a ragazzi con diagnosi di ADHD
Provi a riformularci il quesito con qualche dettaglio in più: riproveremo a risponderle in maniera più dettagliata!
Cordialmente,
Dr. E. Nola
Gentile utente, evidentemente il percorso scelto non è stato adeguato rispetto alla sua richiesta di aiuto. Potrebbe scegliere, qualora ne avesse la possibilità, di rivolgersi ad un Psicoterapeuta privato ad indirizzo cognitivo-comportamentale (già spiegato dai colleghi), che potrebbe fornirle quei metodi e strumenti che chiede per poter far fronte alla disattenzione. Cordialmente, Dott.ssa Antonella Cramarossa
La domanda è un pò vaga, più che altro sembra che lei avesse aspettative diverse rispetto al colloquio psicologico o al lavoro con lo psicoterapeuta. Se uno ha un problema di cui parlare difficilmente rimane in silenzio, soprattutto all'inizio della terapia. Più avanti i silenzi possono assumere ulteriori significa, come blocco, difesa, distacco o scarso coinvolgimento nella terapia. Noi aiutiamo le persone rispetto alle situazioni problematiche/conflittuali che stanno vivendo, però devono potercele raccontare. Poi ognuno ha il suo metodo, ecco eviti la psicoanalisi classica perchè li il terapeuta non parla (quasi) mai.
Momenti di silenzio durante una seduta di psicoterapia possono esserci, e possono avere diversi significati. Come ha vissuto quei momenti di silenzio, sono stati un elemento di disturbo o sono stati significativi per il suo percorso? Forse è importante che parli con la sua terapeuta, sicuramente risponderà alle sue domande.
Dott.ssa Nicoletta Gentile
Dott.ssa Nicoletta Gentile
Salve, la terapia cognitivo-comportamentale (TCC) è un approccio terapeutico che si concentra sulla relazione tra pensieri, emozioni e comportamenti. L’obiettivo è aiutare i pazienti a riconoscere e modificare pensieri e comportamenti disfunzionali.
Per quanto riguarda le terapie per migliorare l’attenzione, esistono diverse strategie, ma andrebbe prima di tutto inquadrata la tua richiesta attraverso un momento di consulenza per orientare il percorso verso l'esigenza di cui sei effettivamente portatore, se rimaniamo all'interno di un ambito psicoterapeutico e non meramente educativo, o, per esempio, neuropsichiatrico.
Riguardo alla tua esperienza con la psicoterapeuta, ogni terapeuta ha un approccio diverso. Se senti che non stai ottenendo il supporto di cui hai bisogno, potrebbe essere utile discuterne con il terapeuta o cercare un secondo parere. Ricorda, la terapia dovrebbe essere un luogo dove ti senti ascoltato e supportato.
Per quanto riguarda le terapie per migliorare l’attenzione, esistono diverse strategie, ma andrebbe prima di tutto inquadrata la tua richiesta attraverso un momento di consulenza per orientare il percorso verso l'esigenza di cui sei effettivamente portatore, se rimaniamo all'interno di un ambito psicoterapeutico e non meramente educativo, o, per esempio, neuropsichiatrico.
Riguardo alla tua esperienza con la psicoterapeuta, ogni terapeuta ha un approccio diverso. Se senti che non stai ottenendo il supporto di cui hai bisogno, potrebbe essere utile discuterne con il terapeuta o cercare un secondo parere. Ricorda, la terapia dovrebbe essere un luogo dove ti senti ascoltato e supportato.
La terapia cognitivo-comportamentale si concentra sulla comprensione dei pensieri e dei comportamenti che contribuiscono ai sintomi psicologici. Si basa sull'idea che i nostri pensieri influenzano i nostri sentimenti e comportamenti, e cambiandoli possiamo migliorare la salute mentale.
Buongiorno, la terapia cognitivo-comportamentale (TCC) è una forma di terapia che si concentra sul cambiamento dei modelli di pensiero e dei comportamenti che causano o contribuiscono ai problemi psicologici. Altri approcci terapeutici partono da diversi assunti teorici. Se il suo problema è così specifico, potrebbe esserle più utile individuare uno specialista che abbia una formazione ad hoc come la terapia cognitiva basata sull'attenzione (TCBA). Altre terapie possono includere l'allenamento alla mindfulness e la terapia occupazionale. Consiglio una buona analisi della domanda e un approfondimento delle aspettative.
A disposizione
A disposizione
Buongiorno, come in ogni percorso di salute è importante instaurare un'alleanza con il terapeuta e per far ciò è necessario tempo e costanza, la invito quindi a non demordere e continuare il percorso, magari potrebbe riportare l'analisi della richiesta iniziale o rivedere i vostri accordi.
A disposizione.
A disposizione.
Buongiorno gentile utente e grazie per la condivisione. Solo i psicoterapeuti hanno varie specializzazioni, il mio approccio è fenomenologico, ma la cosa importante è avere la giusta sintonia con il proprio terapeuta, altrimenti il percorso non porta a risolvere i problemi. Valuti più l'intesa con il dottore che la sua specializzazione. Resto a disposizione per qualsiasi chiarimento, sono disponibile anche per terapie online, un caro saluto, d.ssa Cristina Sinno
Gentile utente di mio dottore,
gli interventi terapeutici devono adattarsi alle caratteristiche individuali di ogni singolo paziente, ai suoi tempi di attenzione, ai suoi livelli motivazionali e di autostima prefiggendosi sempre obiettivi chiari e realistici. È inoltre altrettanto importante attuare in modo sistematico e duraturo i metodi terapeutici che sono consigliati dagli esperti.
Generalmente si riscontrano buoni risultati nelle problematiche legate all'attenzione con la terapia cognitivo-comportamentale, mediante la quale il paziente può imparare determinate tecniche di gestione del proprio comportamento con un'attenzione particolare alla capacità di autocontrollo e alla regolazione più adeguata e consapevole delle proprie emozioni, soprattutto di quelle negative. I paziente con diagnosi di ADHD sono infatti deficitari nel coordinamento e nella pianificazione delle attività cognitive e comportamentali, in particolare nell'inibizione delle funzioni esecutive (quelle, ad esempio, che permettono di prefiggersi degli obiettivi superando le distrazioni ambientali).
L'obiettivo che si persegue utilizzando queste strategie è di migliorare l'autoregolazione del comportamento del soggetto e il suo livello di attenzione aumentando a cascata anche il suo livello di motivazione e di autostima. Per questo motivo, è utile favorire e sostenere l'apprendimento di regole sociali attraverso l'utilizzo di rinforzi positivi, eliminando atteggiamenti punitivi e ansiogeni.. In questo modo si potrà ottenere un cambiamento duraturo nell'atteggiamento e nel comportamento del paziente.
Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
gli interventi terapeutici devono adattarsi alle caratteristiche individuali di ogni singolo paziente, ai suoi tempi di attenzione, ai suoi livelli motivazionali e di autostima prefiggendosi sempre obiettivi chiari e realistici. È inoltre altrettanto importante attuare in modo sistematico e duraturo i metodi terapeutici che sono consigliati dagli esperti.
Generalmente si riscontrano buoni risultati nelle problematiche legate all'attenzione con la terapia cognitivo-comportamentale, mediante la quale il paziente può imparare determinate tecniche di gestione del proprio comportamento con un'attenzione particolare alla capacità di autocontrollo e alla regolazione più adeguata e consapevole delle proprie emozioni, soprattutto di quelle negative. I paziente con diagnosi di ADHD sono infatti deficitari nel coordinamento e nella pianificazione delle attività cognitive e comportamentali, in particolare nell'inibizione delle funzioni esecutive (quelle, ad esempio, che permettono di prefiggersi degli obiettivi superando le distrazioni ambientali).
L'obiettivo che si persegue utilizzando queste strategie è di migliorare l'autoregolazione del comportamento del soggetto e il suo livello di attenzione aumentando a cascata anche il suo livello di motivazione e di autostima. Per questo motivo, è utile favorire e sostenere l'apprendimento di regole sociali attraverso l'utilizzo di rinforzi positivi, eliminando atteggiamenti punitivi e ansiogeni.. In questo modo si potrà ottenere un cambiamento duraturo nell'atteggiamento e nel comportamento del paziente.
Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Per quanto mi riguarda posso fornirle una mia analisi e feedback sul modello che io applico, cognitivo-comportamentale (CBT). La CBT è un approccio che postula una complessa relazione tra emozioni, pensieri e comportamenti evidenziando come i problemi (o sintomi) siano in gran parte il prodotto di credenze disfunzionali che si mantengono nel tempo, a dispetto della sofferenza che la persona sperimenta e delle possibilità ed opportunità di cambiarle, a causa dei meccanismi di mantenimento (comportamento). Per quanto riguarda il tema dell' "attenzione" in realtà è molto generale. Questo spazia da disturbi attentivi, a difficoltà di concentrazione ad ADHD etc. In più l'approccio e l'intervento cambia anche a seconda dell'età. L’attenzione è una funzione cognitiva che influisce su molte attività quotidiane, come la concentrazione, la risoluzione dei problemi, la guida sicura, etc. Quando l’attenzione è compromessa, può essere difficile mantenere il focus sul compito o essere facilmente distratti da stimoli esterni. La CBT può aiutare a migliorare l’attenzione attraverso l’uso di strategie mirate e alla consapevolizzazione dei meccanismi eventuali di mantenimento
Gentile utente,
per rispondere alla sua domanda bisogna capire qual è il problema che porta. Poi ogni approccio ha le sue tecniche, e ci sono temi che possono essersi attivati nella relazione con il terapeuta.
La terapia cognitivo-comportamentale parte da un'analisi della situazione per comprendere quali sono i pensieri, le emozioni e i comportamenti che entrano in gioco; a seconda del problema, dell'obiettivo che si concorda tra terapeuta e paziente si possono usare diverse tecniche di intervento ma bisogna capire a monte qual è il problema che le genera sofferenza e cos'è successo nella relazione con il/la collega.
A presto
per rispondere alla sua domanda bisogna capire qual è il problema che porta. Poi ogni approccio ha le sue tecniche, e ci sono temi che possono essersi attivati nella relazione con il terapeuta.
La terapia cognitivo-comportamentale parte da un'analisi della situazione per comprendere quali sono i pensieri, le emozioni e i comportamenti che entrano in gioco; a seconda del problema, dell'obiettivo che si concorda tra terapeuta e paziente si possono usare diverse tecniche di intervento ma bisogna capire a monte qual è il problema che le genera sofferenza e cos'è successo nella relazione con il/la collega.
A presto
Salve. Il suo obiettivo è migliorare solo l'attenzione? Mi faccia sapere
Ci sono molte modalità per incrementare i processi attentivi.
La mindfulness è una di questi.
Per cui dipende dalla sua attitudine scegliere il metodo che le è più congeniale. Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
La mindfulness è una di questi.
Per cui dipende dalla sua attitudine scegliere il metodo che le è più congeniale. Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
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