Salve, vorrei raccontarvi la mia situazione attuale con il mio compagno perché vorrei capire una vol

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Salve, vorrei raccontarvi la mia situazione attuale con il mio compagno perché vorrei capire una volta per tutte qual’è il motivo del suo comportamento e come dovrei approcciarmi per farlo finire. Solitamente quando io e il mio compagno litighiamo, lui attua un silenzio nei miei confronti che dura diversi giorni, anche per banalità, è come se io fossi completamente inesistente e capita spesso che questo silenzio venga fuori all’improvviso senza che io ne capisca la motivazione, e devo intervenire per chiedere. Fino ad ora nella maggior parte dei casi sono sempre stata io quella che ha cercato un confronto e dialogo, ho spiegato tantissime volte che questo comportamento non va bene perché io sono la sua compagna, viviamo nella stessa casa, abbiamo una bambina, e non è normale trascorrere il tempo come se nessuno dei due esistesse, posso capire qualche ora, un giorno di arrabbiatura, ma addirittura sfiorare la settimana mi sembra eccessivo anche per cose stupide, ma nonostante io gli dica queste cose, lui puntualmente attua sempre lo stesso comportamento, al che nelle discussioni avute negli ultimi tempi ho deciso anch’io di fare come lui, perché non può essere che debba essere sempre io quella che manda il messaggio e cerca di parlare,raramente è stato lui a fare il primo passo, tra l’altro quando parliamo di ciò che accade se non la penso come lui non va bene perché non è in quel modo e quella che sbaglia sono io e il suo comportamento è causa mia. Questa cosa mi sta stancando, a maggior ragione perché lui sa che non mi piace ma nonostante ciò se ne frega, e mi sta causando del distacco… Questa situazione è in atto adesso, vi spiego come stanno andando le cose. Sabato sera, precisamente 6 giorni fa, eravamo tranquilli, ma prima di uscire il suo atteggiamento nei miei confronti è cambiato all’improvviso è diventato freddo e a malapena mi rivolgeva la parola, io l’ho notato ovviamente, ma ho continuato ad essere normale perché non ho detto o fatto niente nei suoi confronti a mio parere… durante la serata mentre facevamo un gioco con amici chiamato Nomi-cose-città ha scritto un nome di una persona per la quale varie volte abbiamo avuto discussioni, una sua ex ragazza… tra milioni di nomi possibili da scegliere ha scritto il suo, e io mi sono tanto infastidita, ma più che per il nome stesso, per il modo, perché è una persona per la quale abbiamo discusso più volte, sa benissimo che questo nome posso collegarlo a lei e può causarmi fastidio, ma nonostante ciò ho avvertito una mancanza di sensibilità e non ci ha pensato per niente, o forse era consapevole ma l’ha fatto di proposito… ovviamente dopo questa cosa mi sono infastidita e ho attuato anch’io freddezza nei suoi confronti, e fino ad oggi siamo così, senza parlarci, senza sentirci, nonostante viviamo nella stessa Casa, il bello è che lui sicuramente sa che c’è stato qualcosa che non mi è piaciuta, ma non ha proferito parola su ciò, come se niente fosse. Facendo alcune ricerche su Internet ho letto che questo silenzio può essere di natura punitiva, può essere così? Io nel frattempo mi sto comportando allo stesso modo, non sto cedendo sto resistendo a non fare dei passi perché io non sento di aver sbagliato in qualcosa, lui non parla io non parlo, non mi saluta pazienza, ma fino a che punto posso fare cosi? Secondo voi devo continuare? E se lui non molla?
Aspetto la vostra risposta, grazie mille in anticipo
Salve, mi dispiace per il malessere ed il disagio che le procura la sua relazione. Pensavo a quanto sia importante ascoltarsi e prendersi del tempo per se stessi per comprendere perché agiamo queste dinamiche e come riuscire a proteggersi da questa situazione che compromette sia il suo benessere che quello della vostra bambina.

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Buongiorno gentile Utente, comprendo il dolore e la frustrazione che questa situazione le sta causando. Il silenzio prolungato, soprattutto in una relazione di coppia, può essere vissuto come una forma di chiusura emotiva che crea distanza e incomprensione. È possibile che il suo compagno utilizzi questo comportamento come una strategia per evitare il conflitto o come risposta a una difficoltà nel gestire le emozioni, ma ciò non toglie che, alla lunga, abbia un impatto negativo sulla relazione.

Il fatto che lui continui a comportarsi così, nonostante lei abbia già provato a spiegare quanto questo atteggiamento la faccia soffrire, è un segnale di una mancanza di ascolto e di volontà di affrontare insieme i problemi. È naturale che questa situazione la porti a sentirsi stanca e distaccata, perché la comunicazione è alla base di qualsiasi relazione sana, e quando manca, si rischia di entrare in un circolo vizioso di incomprensione reciproca.

Per affrontare questa situazione, sarebbe importante trovare un momento di calma per parlarne con lui, non quando siete nel pieno del conflitto. In quell’occasione, potrebbe spiegargli non solo come il suo silenzio prolungato la ferisca, ma anche quanto sia importante per lei trovare un modo per affrontare i conflitti insieme, senza ignorarsi. Il punto non è attribuire colpe, ma far capire come si sente e cosa desidera per il vostro rapporto.

Capisco anche che, dopo tante volte in cui è stata lei a fare il primo passo, ora si senta stanca di cercare sempre un confronto. Tuttavia, continuare con il silenzio reciproco potrebbe solo peggiorare la distanza tra voi. Se sente che non può cedere senza compromettere i suoi bisogni, potrebbe almeno cercare di aprire un piccolo spiraglio, proponendo di affrontare il problema insieme in un momento successivo.

Se questa dinamica si ripete nel tempo e non si riesce a risolverla, potrebbe essere utile considerare il supporto di un terapeuta di coppia. Un professionista potrebbe aiutarvi a comprendere meglio le motivazioni alla base di questi comportamenti e a trovare un modo più sano e rispettoso di comunicare. È fondamentale che entrambi vi impegniate per costruire una relazione più serena, soprattutto per il benessere di vostra figlia e della vostra vita familiare.

Dott. Luca Vocino
Il tuo compagno sembra adottare il "silent treatment" (trattamento del silenzio), un comportamento passivo-aggressivo che potrebbe servire a evitare il confronto o punirti. Questo atteggiamento rischia di logorare il rapporto, causando distacco emotivo e frustrazione. Continuare a rispondere al silenzio con il silenzio può amplificare il problema, creando un circolo vizioso.

Approccio consigliato:

Rompi il ciclo senza sottometterti: Inizia un dialogo neutrale per capire il suo punto di vista, mantenendo fermezza nel comunicare che il silenzio ti ferisce.
Es.: "Ho notato che non parliamo da giorni, mi fa stare male e vorrei capire cosa succede."
Definisci limiti chiari: Spiega che il dialogo è essenziale nella coppia e che non accetti il silenzio come metodo di gestione dei conflitti.
Proposta terapeutica: La Psicoterapia Breve Strategica (TBS) potrebbe essere utile per affrontare queste dinamiche. Questa terapia si focalizza su schemi comportamentali disfunzionali (come il silenzio punitivo) e mira a modificarli in tempi brevi, migliorando la comunicazione e la gestione dei conflitti nella coppia. Può aiutarti a interrompere il ciclo e promuovere un cambiamento efficace.
Gentile utente, da quanto tempo stai insieme con il tuo attuale compagno?
Comprendo bene quanto sia svilente questo tipo di modalità relazionale, ed è molto probabile che quello che hai letto, che riguarda il silenzio punitivo, sia attinente al tuo attuale vissuto con lui. Solitamente questo tipo di comportamento viene adottato da alcune personalità narcisisticamente orientate, che, nella loro modalità "disturbata" cercano di fare leva su sensi di colpa per ottenere un determinato comportamento da parte di chi hanno davanti. Non conosco bene la sua situazione al punto da poter dire di più, però in certi casi conoscere il fenomeno potrebbe aiutare te a definire meglio i comportamenti del tuo compagno e a trovare la giusta modalità per non farti agganciare da queste provocazioni.
Buonasera, il silenzio potrebbe avere più funzioni all'interno della relazione con l'altro. Ad esempio, una di queste potrebbe essere la punizione. A seguito di una discussione e/o un litigio il silenzio potrebbe essere utilizzato per colpevolizzare e responsabilizzare l'altro. Ogni situazione è diversa, così come ogni relazione ed anche l'uso del silenzio potrebbe esserlo. Sicuramente, è necessario esserne consapevoli dell'utilizzo che ne facciamo del silenzio e di quale sia per noi la sua funzione. Questo è possibile attraverso un lavoro su se stessi, che si pone l'obbiettivo di poter esplicitare ciò che si è pensato e/o provato senza ricorrere al silenzio. Talvolta potrebbe essere molto funzionale fare un percorso di coppia, che, grazie alla figura di un mediatore, consente di aprirsi all'altro attraverso una comunicazione sana ed efficace.
Buona sera, grazie mille per aver parlato di una questione così intima
Comprendo la sua preoccupazione per la vostra coppia e la sua rabbia per non essere rispettata dal suo compagno. In questa fase di stallo probabilmente lei è pronta per una terapia. Se riusciste a fare una terapia di coppia sarebbe l'ideale. Questo comporta avere obiettivi comuni e voglia di comprendere cosa vi porta ad assumere questi comportamenti.
Forza e coraggio!
Gentile utente, capisco quanto sia frustrante e doloroso vivere una situazione del genere. Il comportamento del tuo compagno sembra essere una forma di silenzio punitivo, che può essere una strategia difensiva per evitare il conflitto o per cercare di esercitare un controllo sulla situazione. Questo tipo di comportamento, purtroppo, mina la comunicazione e la connessione emotiva tra i partner.
Il fatto che tu senta di dover sempre fare il primo passo e che lui non prenda l'iniziativa per risolvere i conflitti, nonostante le tue richieste, è problematico. La comunicazione in una coppia deve essere reciproca, non unilaterale. Il silenzio prolungato può generare distacco e frustrazione, creando un divario emotivo che può indebolire il rapporto.
Ti consiglio di riflettere su cosa desideri davvero dalla relazione e di esprimere chiaramente come ti senti. Un confronto diretto potrebbe aiutare, ma se lui continua a ignorare le tue necessità, potrebbe essere il caso di considerare la terapia di coppia. Le relazioni si basano sulla reciprocità, e se questa viene a mancare, la relazione rischia di non essere sana e soddisfacente.
Buona giornata.
Dott. Paolo Cavallin
Buonasera, intanto la ringrazio per la condivisione. Da quello che lei descrive sembrerebbe trattarsi di silenzio punitivo. Il silenzio punitivo è una forma di trattamento passivo-aggressiva abbastanza comune che genera nella persona che la riceve frustrazione e disagio emotivo. Inoltre, è una forma sottile di abuso psicologico utilizzato per punire la persona cui si rivolge, che si ritrova in uno stato di confusione e disorientamento, di non comprensione del motivo per cui viene ignorata, o del perché ha sbagliato generando sensi di colpa spesso infondati e il sentirsi in dovere di risolvere e di rimediare.

Riconoscendo che si tratta di un atteggiamento disfunzionale, l'importante è non cadere nella trappola del meccanismo e avere consapevolezza che una relazione si dovrebbe basare su stima e rispetto reciproco.

Non esistono indicazioni universali e assolute che possono a tutti gli effetti dare piena risposta al suo quesito, perché andrebbe approfondito il caso specifico. In linea generale l'indicazione che si può dare è cercare di non sforzare la comunicazione, perché probabilmente non funzionerà (come detto anche da lei) e si rischia di cadere nel circolo vizioso dei sensi di colpa e della frustrazione.
Ignorare questa dinamica, come sta facendo, potrebbe portare a lungo andare a far desistere il partner dall'attuarla, ma non rispecchia una comunicazione che si possa definire matura e costruttiva, oltre al fatto che può rivelarsi logorante da sostenere.

Quello che si può fare è stabilire dei limiti per mettere lei stessa in protezione, dichiarando al partner che questo atteggiamento non è accettabile, che non porterà ad un miglioramento della relazione o delle dinamiche di coppia.

Se la situazione persiste, sarebbe consigliabile una terapia di coppia, che fornisca ad entrambi gli strumenti necessari per affrontare la comunicazione nella relazione in modo efficace.
Se dall'altra parte non dovesse esserci la volontà, potrebbe essere utile comunque un percorso individuale.
Buongiorno, sembra che parli di una persona che fatica a mettersi in discussione, e se è così, difficilmente lo farà semplicemente perchè viene richiesto. Probabilmente è necessario aprire una fase di chiarificazione che potrebbe anche passare attraverso una terapia di coppia. Credo che adattarsi in un modo o nell'altro non cambi di molto le cose.
Il comportamento del tuo compagno sembra essere un modo per evitare il confronto. Il silenzio prolungato rischia di allontanarvi ulteriormente e creare malintesi. È comprensibile che tu ti senta stanca di dover sempre fare il primo passo. Se questa situazione continua, ti consiglio di riflettere su quanto ti stia influenzando e se è qualcosa che puoi continuare a tollerare. Parlare in modo chiaro e onesto su ciò che non accetti più potrebbe essere fondamentale, ma se lui non riconosce il problema, dovrai chiederti se questa dinamica sia davvero sostenibile nel tempo. Un percorso di psicoterapia o di sostegno psicologico potrebbe aiutarti a esplorare più a fondo questi aspetti, comprendere meglio le tue emozioni e prendere decisioni più consapevoli per il tuo benessere.

Dott. Iacopo Curzi
Buongiorno, posso capire quanto questa situazione possa essere dolorosa e frustrante. La dinamica che descrive, caratterizzata da periodi di silenzio prolungato dopo una discussione o un malinteso, può avere un impatto significativo non solo sulla relazione, ma anche sul benessere personale. Vivere nella stessa casa e sentirsi invisibili, ignorati, può alimentare un senso di solitudine e impotenza. Dal punto di vista dell’approccio cognitivo-comportamentale, il "silenzio punitivo" che ha menzionato può effettivamente essere una modalità di comunicazione disfunzionale. Quando il partner utilizza il silenzio in risposta a un conflitto, spesso lo fa come meccanismo di difesa o come tentativo di controllo della situazione. Non necessariamente è un comportamento calcolato o consapevole, ma il risultato è quello di far sentire l’altro respinto e svalutato, creando ulteriore distanza emotiva. Lei ha evidenziato un aspetto molto importante: *è spesso la prima a fare un passo per cercare un dialogo e risolvere la situazione*. Quando però decide di rispondere con lo stesso comportamento, come sta facendo ora, si crea un “braccio di ferro” che rischia di irrigidire ancora di più la comunicazione. Questa reazione è del tutto comprensibile, perché, dopo tante esperienze simili, viene naturale pensare: “perché devo essere sempre io a cedere?”. Eppure, il silenzio prolungato, da entrambe le parti, può alimentare un circolo vizioso che allontana sempre di più anziché avvicinare. Una strategia che potrebbe essere utile è quella di affrontare la situazione al di fuori del momento di conflitto, quando entrambi siete più calmi. Il momento attuale, con giorni di silenzio accumulato, probabilmente non è ideale per avviare un dialogo costruttivo, perché entrambi siete "trincerati" nelle vostre posizioni. Tuttavia, in un momento di maggiore serenità, potrebbe provare a spiegare al suo compagno come si sente davvero quando si verifica questo comportamento. Nella comunicazione assertiva, è utile partire dalle proprie emozioni, evitando toni accusatori. Ad esempio: “Quando succede che non ci parliamo per giorni, io mi sento ignorata, sola e mi sembra che la nostra relazione soffra. Non voglio che accada più, perché per me è importante sentirci uniti anche quando discutiamo. Come possiamo fare per affrontare le cose diversamente la prossima volta?”. In questo modo, esprime i suoi bisogni e le sue emozioni senza giudicare o incolpare direttamente, creando lo spazio per una risposta più aperta da parte sua. Un altro aspetto su cui potrebbe riflettere è quello delle sue emozioni durante questi periodi di silenzio. Come sta affrontando il suo malessere? Cosa le fa pensare questo comportamento? A volte, il partner che utilizza il silenzio può generare sensazioni di insicurezza o di dubbio sul proprio valore, facendo emergere pensieri negativi come: “non sono abbastanza”, “non mi rispetta”. È importante riconoscere questi pensieri e metterli in discussione, cercando di capire se derivano dalla situazione presente o da esperienze passate. Lavorare su questo aspetto può aiutarla a sentirsi più forte e meno influenzata da queste dinamiche. Detto ciò, è naturale che questo comportamento le stia causando un distacco emotivo. Quando si prova ripetutamente a comunicare e a trovare un punto di incontro senza successo, è normale sentirsi stanchi e demotivati. Per il bene suo e della relazione, è importante capire se il suo compagno è disposto a lavorare su questa dinamica insieme a lei. Se lui continua a ignorare le sue richieste di cambiamento, la questione non riguarda più soltanto il silenzio in sé, ma anche il rispetto dei bisogni di entrambi all’interno della relazione. Non esiti a considerare un supporto esterno se la situazione dovesse persistere, magari attraverso una consulenza di coppia, che può offrire strumenti pratici per migliorare la comunicazione e affrontare i conflitti in modo più sano. Nel frattempo, si concentri su ciò che può controllare: il modo in cui gestisce le sue emozioni e i suoi bisogni. Merita di sentirsi ascoltata e valorizzata, soprattutto all’interno della sua relazione. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Salve,
decisamente difficile vivere così, oltretutto con una bambina che vede e vive questi comportamenti.
Il mutismo del suo compagno è una risposta aggressiva e conflittuale, poco sana.
Per ciò sarebbe meglio che non lo attuasse anche lei, d'altronde "ripagare con la stessa moneta" in questi casi non serve, non lo capirebbe.
Sarebbe opportuno andare a capire insieme, in un percorso di terapia valido cosa stia accadendo nella sua vita e perché.
Un caro saluto
Lavinia
Buongiorno, il comportamento del suo compagno sembra effettivamente un modo per attaccare la relazione, tramite una modalità passivo-aggressiva, volta a suscitare sensi di colpa in lei. Ne è la conferma il fatto di avere scritto il nome della sua ex, che per quanto ci si sforzi di pensare che sia stato casuale, c'era palesemente un'intenzione (cosciente o non) di infastidirla. Questo dice molto di lui, di alcune sue difficoltà emotive e frustrazioni. Non possiamo sapere, non conoscendo la persona, quale sia l'origine di questi suoi comportamenti ma è certo che fanno stare male la compagna, cioè lei. Valuti quanto possa essere possibile sopportare una situazione del genere, mettendo al primo posto il suo benessere. Provi a tentare di intraprendere una terapia di coppia, dove chiaramente anche lui dovrà fornire il suo consenso, ma in caso positivo, sarà un'aiuto prezioso per comprendere a fondo le dinamiche della coppia e capire se c'è ancora un'intenzione, da entrambe le parti, di stare insieme. Dr.ssa Laura Raco
Salve,

comprendo quanto questa situazione sia frustrante e logorante per lei, soprattutto considerando la presenza di una bambina e il desiderio di costruire una relazione basata su rispetto e comunicazione. Il comportamento del suo compagno, che potrebbe essere interpretato come trattamento del silenzio punitivo, può avere diverse cause e motivazioni psicologiche, e sta chiaramente avendo un impatto negativo sia su di lei sia sulla vostra relazione.

Il "silenzio punitivo" è una strategia che alcune persone utilizzano inconsciamente o consapevolmente per esercitare un controllo sulla situazione, evitare il confronto o esprimere il proprio malcontento senza doverlo verbalizzare. Questo comportamento può derivare da una difficoltà a comunicare le proprie emozioni in modo diretto o da un'abitudine appresa nel tempo. Tuttavia, indipendentemente dalle motivazioni, non è un comportamento sano, soprattutto all'interno di una relazione di coppia, poiché crea distacco emotivo e accentua le tensioni.

Nel suo caso, è importante valutare alcune strategie per affrontare la situazione:

Riflettere sulle sue emozioni e priorità: È evidente che questa dinamica sta causando in lei un crescente senso di distacco emotivo e stanchezza. Si chieda quali sono le sue priorità nella relazione e cosa desidera davvero costruire con il suo compagno. Questo la aiuterà a capire se vale la pena insistere per un cambiamento.

Interrompere il circolo del silenzio: Rispondere al suo silenzio con un atteggiamento analogo può sembrare un modo per non cedere, ma rischia di prolungare il conflitto e amplificare la distanza tra voi. Potrebbe essere utile affrontare direttamente il problema con calma e senza accusare, scegliendo un momento neutro per parlare.

Usare un approccio assertivo: Esponga ciò che sente con frasi che iniziano con "Io", come ad esempio: "Io mi sento ignorata e ferita quando non parliamo per giorni dopo un litigio. Per me è importante trovare una soluzione insieme". Questo tipo di comunicazione tende a essere meno percepito come accusatorio e può facilitare un dialogo.

Osservare la sua disponibilità al cambiamento: Un aspetto cruciale è capire se il suo compagno è disposto a lavorare sulla comunicazione e a modificare questo comportamento. Se, nonostante i suoi sforzi, lui continua a ignorare le sue esigenze e a mantenere atteggiamenti dannosi, potrebbe essere utile considerare il supporto di un terapeuta di coppia o riflettere su ciò che è sostenibile per lei a lungo termine.

Ricordi che la base di una relazione sana è il rispetto reciproco, e questo include la disponibilità a confrontarsi e a risolvere insieme i problemi. Se lui non è disposto a fare il primo passo, si chieda fino a che punto è disposta a tollerare una situazione che le causa dolore e senso di abbandono. Se ha bisogno di ulteriore supporto o di uno spazio per approfondire queste riflessioni, resto a sua disposizione.
Buonasera, dalla sua domanda traspare la sofferenza e la frustrazione che questo periodo sicuramente porta con sé...
Nessun professionista può dirle di continuare o di smettere, non sarebbe professionale o utile a se stessa e al suo percorso di vita, che rimarrebbe senza un'elaborazione di tutto ciò che sta accadendo.
Sicuramente però mi soffermerei sul modo in cui lei stessa ha posto la domanda: "Fino a che punto posso fare così?"... La sua stanchezza e voglia di cambiamento è comprensibile, e in quest'ottica la inviterei a prendersi degli spazi per sé e per il proprio benessere, chiedendo un supporto che la possa accogliere ed ascoltare.
Un percorso psicologico potrebbe rappresentare un piccolo grande passo per raccogliere le idee, ritagliarsi un momento sicuro per lei e per comprendere come agire.
Le auguro il meglio,
Dott.ssa Lara De Feo.
Salve, la situazione che descrive tra lei e il suo compagno deve essere molto pesante e immagino che la metta a dura prova. Potremmo fare molte ipotesi sul motivo del silenzio del suo compagno ma se, come dice lei, ha già provato a parlare con lui e a mettere in dialogo quanto la sua modalità le dia fastidio, temo che scoprire il motivo non le sarà granché d'aiuto. Quello che potrebbe fare, a mio parere, è ragionare sul suo posizionamento all'interno di questa dinamica: è sempre stato così? Come reagiva prima e come reagisce adesso, se qualcosa è cambiato?...
Inoltre, la inviterei a tenere in considerazione la possibilità di un supporto per lei se questo vissuto le causa malessere e difficoltà.
Salve, si sta parlando di "silenzio punitivo", è un meccanismo che usano i soggetti per punire l'altro senza proferire parola. Questi soggetti sono consapevoli del danno che arrecano all'altro, è un modo che usano per essere al centro dell'attenzione tenendo l'altro in pugno. Nella sua situazione vi è di mezzo una bambina, quindi è importante, discutere con suo marito, perchè i figli sono lo specchio dei genitori.
Cara utente ,

grazie per aver condiviso la tua situazione con tanta chiarezza. Ciò che descrivi sembra essere una dinamica relazionale complessa e dolorosa, che inevitabilmente crea tensioni e distanze. Voglio rassicurarti sul fatto che i tuoi sentimenti sono validi e comprensibili, così come il tuo desiderio di capire e affrontare questa situazione.

Il silenzio come forma di comunicazione

Il comportamento del tuo compagno può essere interpretato come una forma di comunicazione indiretta, spesso utilizzata per esprimere insoddisfazione, rabbia o frustrazione senza affrontare il problema apertamente. È possibile che utilizzi il silenzio come “punizione” o per evitare il confronto diretto, ma questo atteggiamento finisce per diventare una forma di muro che blocca il dialogo e alimenta la distanza emotiva.

Gli effetti del silenzio punitivo

Questo tipo di comportamento può essere molto frustrante, perché ti fa sentire invisibile e ignorata. Quando tu sei costretta a prendere sempre l’iniziativa per ristabilire il dialogo, rischi di sentirti responsabile di risolvere qualcosa che, invece, dovrebbe essere affrontato insieme. Inoltre, rispondere al suo silenzio con lo stesso atteggiamento, anche se comprensibile, può creare un circolo vizioso, aumentando il senso di separazione.

Come approcciarti alla situazione

È importante considerare un approccio diverso per interrompere questa dinamica, senza però rinunciare ai tuoi bisogni o accettare comportamenti che ti fanno stare male. Ti propongo alcune strategie:
1. Affrontare il momento di calma
Prova a scegliere un momento neutrale, lontano da litigi o situazioni tese, per esprimere ciò che senti. Usa un tono calmo e non accusatorio, spiegando il tuo disagio. Ad esempio:
“Mi fa male quando smettiamo di parlarci per giorni. Ho bisogno che affrontiamo insieme i problemi, perché voglio che la nostra relazione sia basata sul dialogo.”
2. Parlare del modello, non del singolo episodio
Piuttosto che concentrarti sull’episodio del gioco, prova a portare l’attenzione sulla dinamica generale del silenzio. Questo ti aiuterà a non rimanere bloccata nel conflitto specifico e a guardare il quadro più ampio.
3. Esprimere i tuoi bisogni
Fai sapere al tuo compagno che hai bisogno di sentirti considerata e ascoltata, soprattutto in momenti di difficoltà. Potresti dire:
“Quando restiamo in silenzio per giorni, mi sento ignorata e non amata. Per me è importante che troviamo un modo per parlarci anche quando siamo arrabbiati.”
4. Definire i limiti
Se il comportamento persiste nonostante i tuoi tentativi di comunicare, potresti riflettere su quali limiti vuoi porre nella relazione. Il silenzio punitivo non è un comportamento sano o costruttivo, e non dovresti sentirti obbligata a tollerarlo indefinitamente.

Se il comportamento non cambia

Se dopo aver provato a comunicare apertamente il tuo compagno non mostra alcuna volontà di affrontare il problema, potrebbe essere utile considerare un supporto esterno, come una terapia di coppia. Un professionista può aiutarvi a individuare i motivi sottostanti a questo comportamento e a costruire modalità più sane di comunicazione.

Conclusione

Ricorda che una relazione sana si basa su rispetto reciproco, dialogo e capacità di affrontare i conflitti insieme. Non è giusto che tu ti senta costretta a sopportare un comportamento che ti ferisce o che mina il vostro legame. Cerca di dare priorità ai tuoi bisogni emotivi e alla tua serenità, e non esitare a cercare supporto se senti che da sola non riesci a gestire la situazione.

Ti auguro il meglio e spero che tu possa trovare una soluzione che porti maggiore equilibrio e serenità nella tua relazione.

Con affetto,
Il tuo psicologo
Gentile utente, la ringrazio per aver condiviso la sua esperienza.
Quella che lei descrive è una dinamica di coppia disfunzionale, in cui la comunicazione e il confronto vengono del tutto a mancare. Certamente le modalità tramite cui il suo compagno affronta gli screzi non sono funzionali al fine di chiarire e di risolvere una determinata situazione. L'imporre il silenzio e la freddezza all'altra persona può avere senso in una prima fase impulsiva legata alla rabbia, che in quanto emozione calda e istantanea, può giustificare un certo allontanamento. Contrariamente, se il silenzio e l'ignorare l'altro perdurano, non si tratta più di un comportamento reattivo, quanto di un vero e proprio comportamento premeditato, che potrebbe avere lo scopo di essere punitivo. Allo stesso tempo rispondere con la stessa moneta sicuramente non porterà a generare un cambiamento o un inversione di rotta; porterà solo a rinforzare un atteggiamento che invece va bloccato. La relazione di coppia per funzionare deve basarsi sulla comunicazione empatica, sincera e aperta, all'interno della quale vanno espressi i propri sentimenti (positivi o negativi che siano), i propri dubbi e anche i motivi di gelosia o di fastidio. Non è auspicabile ragionare unicamente su chi fa il primo passo e chi invece no. La invito a riflettere sulla possibilità che lei possa essere una persona naturalmente più intelligente da un punto di vista emotivo rispetto al suo compagno, che invece, conosce l'evitamento come unica modalità di risoluzione ( o perdurare passivo-aggressivo mi verrebbe da dire) del conflitto. Pertanto, lei potrebbe avere maggiori strumenti per risolvere la situazione al meglio.
Se avesse bisogno di ulteriori chiarimenti, sono a sua disposizione. Dott.ssa Desirèe Pesce.
Gentile utente, la ringrazio per aver condiviso su questa piattaforma i suoi dubbi. Dal suo racconto mi sembra che lei e il suo compagno abbiate difficoltà a confrontarvi circa le vostre difficoltà di coppia. Immagino che fino ad ora la vostra modalità di litigare e fare pace abbia "funzionato"; lui restava in silenzio fino a che lei non decideva di parlare e chiarire il tutto. Comprendo che ad un certo punto questo l'abbia stufata. In questo momento immagino si sia rotto il "vostro equilibrio" e abbiate iniziato a giocare allo stesso gioco per vedere chi resiste di più, chi è il più forte, un pò come fanno i bambini. Viste le sue perplessità mi sembra che lei non abbia voglia nè di continuare a giocare nè di tornare alla vecchia modalità. La inviterei a valutare la possibilità di intraprendere un percorso di coppia con il suo compagno, al fine di imparare insieme come gestire i vostri litigi con modalità più funzionali e adulte.
Dott.ssa Anna Asia Forino

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