Salve.. vorrei esporre qui una situazione per me molto importante . da quando ero piccola ogni q

17 risposte
Salve..
vorrei esporre qui una situazione per me molto importante .
da quando ero piccola ogni qual volta c'erano i miei parenti e si parlava tutti insieme , io ero solita girare vorticosamente su me stessa con un mini computer e delle cuffiette alle orecchie .
questa cosa mi provocava molto benessere a livello psichico e fisico anche in un certo senso . tutti parlavano e io mi escludevo mettendo le cuffiette ( come ho già detto ) e girando con delle immagini della famiglia reale d'inghilterra , oppure con le foto della famiglia del ragazzo che mi piaceva però ovviamente queste immagini erano immagine di unione , immagini di familiarità . io mentre giravo provavo molto pacere e godimento e fantasticavo .. questa cosa purtroppo me la porto tutt'oggi . Non capisco come mai, cerco a tutti i costi di controllarla ma non ci riesco, è più forte di me. Soffro di disturbi alimentari che sono iniziati intorno all'età di 6 anni..
ci tengo a precisare che oggi faccio questa cosa con immagini delle persone che stimo, che possono essere ex ragazzi con le loro famiglie, opp. gente che stimo etc..
non riesco a capire questa cosa da cosa dipende....
secondo voi cosa potrebbe essere ? io ho 23 anni e mi sento chiusa in una campana di vetro, ho l'ansia sociale e non porto gli obiettivi a termine ..
con la mia psicologa non sto affrontando tutto questo perchè con lei non mi trovo, domani ho la psicoterapia e le dirò che purtroppo io non me la sento più di continuare con lei la psicoterpia..
sono molto preoccupata per questa situazione .
Cara utente,
Posso comprendere quanto possa essere difficile e confuso affrontare questa situazione, ma è importante ricordare che ciò che stai vivendo non è insolito e può essere gestito con il giusto supporto. Il comportamento che descrivi, come girare su te stessa mentre ascolti musica e visualizzi immagini specifiche, potrebbe essere un meccanismo di coping che hai sviluppato per gestire lo stress o per trovare conforto in momenti emotivamente difficili.

Il "fantasticare" che menzioni potrebbe essere simile a un fenomeno noto come *shifting*, una pratica in cui la mente si sposta volontariamente o involontariamente in uno stato di immaginazione o fantasia, spesso per evadere da situazioni stressanti o per esplorare un mondo immaginario che offre un senso di sicurezza o piacere. Questo è un fenomeno comune e non è motivo di preoccupazione, ma può essere utile esplorarlo in terapia per comprendere meglio il suo ruolo nella tua vita e per trovare modi più equilibrati di gestire le tue emozioni.

Se senti che la terapia con la tua attuale psicologa non sta funzionando, è assolutamente legittimo cercare un altro professionista con cui ti senti più in sintonia. Una relazione terapeutica basata sulla fiducia è fondamentale per affrontare questi temi in modo efficace.

Il fatto che tu stia vivendo ansia sociale, difficoltà a raggiungere obiettivi, e disturbi alimentari indica che ci sono aspetti più profondi della tua esperienza emotiva che potrebbero necessitare di attenzione terapeutica. Ti incoraggio a parlare apertamente con la tua attuale psicologa riguardo alle tue preoccupazioni e a cercare un terapeuta con cui ti senti più a tuo agio, che possa aiutarti a esplorare queste dinamiche e a trovare strategie alternative per gestirle.

Non arrenderti e continua a cercare il supporto che meriti. Sono qui se hai altre domande o se vuoi parlare ulteriormente di questa situazione.

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Salve, comprendo la sua sofferenza e credo che lei abbia bisogno fi farsi aiutare. Se non è soddisfatta di questa terapia , ne parli in seduta se riesce e cambi approccio e terapeuta. Ricordi però che in ogni terapia ci sono momenti di stallo e di incomprensione. Quanto a lei, ritengo che i suoi disturbi derivino da lontano, nel passato, e che scavare in esso, con cautela, anche se doloroso sia necessario. Un saluto
Cara utente, la sua consapevolezza su ciò che le accade sarà per lei una grande risorsa nella terapia. Non sempre ci si incastra la meglio con il terapeuta, perché il terapeuta perfetto non esiste. Ed è assolutamente legittimo e giusto che lei condivida tale vissuto con la sua terapeuta.
Parlando dei comportamenti che descrive potrebbe essere delle strategie che lei appreso e le sono state molto utile per gestire stati emotivi dolorosi e difficili. Oggi però forse non li vede e sente più così adatti e utili per lei. La nostra mente per fortuna è plastica, modificabile. Pertanto potrà insieme al gusto supporto trovare nuovi modi per gestire le sue emozioni.
Cordialmente Dott.ssa Alessia D'Angelo
Gentile utente, è sicuramente singolare quest'abitudine che aveva (e ha), di isolarsi dal contesto. Non è possibile parlarne in questa sede, ma ci sono tanti spunti da cui partire. Se con la sua psicologa non si trova, lo comunichi e intraprenda un'altra psicoterapia con una persona con cui si trova bene. Deve poter essere a suo agio per poter approfondire tematiche importanti.Ha già un certo livello di consapevolezza, e questo è molto positivo. Un cordiale saluto, rimango a disposizione, cordiali saluti dott.ssa silvia Ragni
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Salve, il suo sembra una sorta di stimming, per cui provi a cercare uno psicoterapeuta che la possa ben accogliere e trattare il problema che sta presentando.
Un saluto, dott.ssa Sandra Petralli
Buongiorno,
È importante che Lei si è accorta che il Suo comportamento non è normale.
Allo stesso tempo però risulta utile a Lei per allontanarsi da una situazione che Lei stessa valuta inaccettabile. Anche il disturbo alimentare è un altro sintomo in questa direzione: invece che con la mente fugge anche con il corpo.
Con il Modello Strutturale Integrato Lei scoprirà in che modo Lei sente, quali emozioni prova, quali fantasie accompagnano questo, e come valuta sentimenti emozioni e pensieri. Questa consapevolezza è il passaggio fondamentale per poter arrivare a delle strategie più funzionali verso una maggiore serenità.
Le faccio tanti auguri e rimango a disposizione per qualsiasi chiarimento.
Dottoressa Monika Elisabeth Ronge
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Buongiorno,

i temi che lei qui porta sono tutti molto importanti e andrebbero sviscerati in un contesto più ampio che solo la psicoterapia può fornirle. Non conosco i motivi per i quali vorrebbe interrompere la psicoterapia, credo però che valga la pena confrontarsi con la psicologa da cui sino ad oggi è stata seguita per capire meglio le sue profonde motivazioni a lasciare il trattamento.

Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Gentile utente, comprendo che per lei sia difficile comprendere il suo comportamento, che credo sia strettamente correlato al suo passato e alle sue radici. Non è facile poter dare una risposta concreta con poche informazioni, leggendo ciò che ha scritto mi verrebbe da dire che potrebbe essere una strategie utilizzata per gestire desideri e bisogni più profondi. Sicuramente chiedere aiuto è il primo e importante passo per poter elaborare e comprendere. Se non si trova bene in terapia è giusto affrontarlo in seduta, magari necessita di un altro orientamento o approccio, è importante che si trovi a suo agio per esplorare al meglio tematiche delicate. Intanto si porti con sé le risorse e la consapevolezza su cui avete lavorato fino ad ora! Cordiali saluti
Buonasera, la ringrazio della domanda e di aver esposto qui i suoi timori. Da quello che scrive mi sembra di intuire che abbia sviluppato un meccanismo per evadere da certe situazioni che le creano malessere. Un meccanismo in cui si ritrova in un altro posto con un'altra famiglia e in quel luogo lei sta bene. Provi ad esporre con la sua terapeuta questa sua difficoltà per poter esplorare insieme quali possano essere i motivi e le emozioni che sottostanno questo suo bisogno e che ruotano intorno il bisogno di evasione che sente. Spero di esserle stata di aiuto, per qualsiasi cosa mi tenga aggiornata e non esiti a contattarmi. Un cordiale saluto, dott.ssa Alessandra Notaro
Buongiorno, la situazione da cui è partita la sua spinta ad isolarsi ha delle particolarità che andrebbero interrogate:
Come reagivano i suoi parenti al suo isolamento? E lei cosa provava per la loro reazione?
Cosa,in particolare le generava/ genera godimento? Che effetto le faceva e le fa il fatto che altri provino piacere nell'incontro ,nel parlare?
Come mai la sua assenza ha assunto così tanta importanza?
Un caro saluto.
Daniela Bianchi

Il fatto rifugiarsi in un mondo fantastico è piuttosto frequente in età adolescenziale.
Affrontare la vita reale può spaventare, ma un passaggio necessario per vivere a tutto tondo e intensamente la nostra esistenza.
Credo che sia fondamentale per lei indagare da che cosa rifugge, quali sono siano i suoi desideri e cosa ne sta facendo e che rapporto ha con l'altro.
Un caro saluto dottoressa Cristina Villa

Buonasera, non è possibile dire con certezza cosa rappresenti questo comportamento, va collocato all'interno di un contesto dettagliato. A me sembra che possa avere una valenza compensativa, di distacco in un mondo fantastico in cui ci si sente al sicuro. Se non si trova con la professionista che ha in carico è giusto che ne parli e che cambi. Sicuramente un disturbo alimentare di origine così antica (dall'età di 6 anni) va trattato con specialisti che si occupano di disturbi di questo tipo. Le auguro il meglio e si ricordi che guarire è possibile.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Buongiorno,
la sua capacità di introspezione sarà per lei una grande risorsa nella terapia. Non sempre si trova la sintonia con il terapeuta, a volte ci vuole tempo, anche tanto. E' importante sentirci accolti, compresi e a proprio agio. Quindi può essere utile comunicare quanto prova al suo terapeuta per comprendere meglio le motivazioni che la stanno portando ad interrompere la terapia.
Quanto riportato potrebbe essere un insieme di strategie che lei ha appreso nell'infanzia e che le sono state molto utile in passato, ma non nel presente. Per fortuna, grazie ad un valido supporto possiamo trovare nuovi modi per gestire le emozioni e trovare nuovi modi di camminare. Un caro saluto.
Salve, la terapia è fatta da esseri umani, e.non esiste garanzia di successo.
Mi auguro che non si scoraggi, e che trovi un professionista di cui si fidi.
Resto a disposizione
Gentile utente la ringrazio per la condivisione di questo suo disagio. Da anni mi occupo di disturbi del comportamento alimentare. Quali sono le motivazioni per cui non si trova bene con la sua terapeuta attuale? Ha già pensato di riprendere un percorso con un nuovo terapeuta? Cordialità dott. Gaetano Marino
Buongiorno,

la ringrazio per aver condiviso con noi una parte così personale e importante della sua vita. Capisco quanto possa essere preoccupante affrontare una situazione che si trascina da così tanto tempo e che sente di non riuscire a controllare.

Da quello che descrive, sembra che questo comportamento, iniziato durante l'infanzia, possa essere stato una sorta di rifugio, un modo per distanziarsi dalle situazioni esterne e creare una sensazione di sicurezza e conforto, magari in risposta a emozioni difficili o a un senso di isolamento. Le immagini di unione e familiarità potrebbero rappresentare un bisogno di connessione emotiva, di sentirsi parte di qualcosa di stabile e sicuro.

La sua preoccupazione è del tutto comprensibile, soprattutto perché questo comportamento è ancora presente oggi, e immagino quanto possa essere frustrante cercare di controllarlo senza riuscirci. A volte, quando non riusciamo a trovare risposte chiare, può essere segno che è arrivato il momento di approfondire queste dinamiche con un professionista che possa aiutarla a esplorarne le radici.

Riguardo alla decisione di interrompere la terapia con la sua attuale psicologa, comprendo la sua scelta. È fondamentale sentirsi a proprio agio e compresi nel percorso terapeutico. Parlare di questa parte di sé, che sembra avere radici profonde, con un nuovo professionista potrebbe offrirle un'opportunità per fare luce su ciò che sta vivendo.

Il fatto che si stia ponendo domande su ciò che accade e che stia cercando di affrontare tutto questo è già un passo importante. Non si senta in colpa per voler cambiare terapeuta o per cercare risposte diverse: è il suo percorso, e merita di trovare il supporto giusto per lei. Ne parli apertamente con la sua psicoterapeuta, sicuramente comprenderà e le darà delle delucidazioni sul vostro percorso di cura.

Se ha bisogno di ulteriori consigli o di confrontarsi ancora, sono qui per ascoltarla e supportarla.

Le auguro di trovare la chiarezza e il sollievo che cerca.

Un caro saluto,
D.ssa Raileanu

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