Salve vorrei chiedere se è normale il mio atteggiamento quando ho gente a casa.Vivo in casa dei miei

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Salve vorrei chiedere se è normale il mio atteggiamento quando ho gente a casa.Vivo in casa dei miei genitori e quando viene qualcuno di estraneo o amici dei miei o anche i lettori dell ' acqua ecc vado in preda al panico,mi innervosisco inizio a sudare e mi viene un mal di testa e malessere generale mi bolle proprio il sangue, è capitato molte volte che ho fatto casino per non far entrare qualcuno a casa e ho dovuto litigare coi miei di brutto.Per fare un esempio è venuto un rappresentante dell' aspirapolvere a casa per fare la dimostrazione e per acquistare per mia sorella,mi sono chiuso in cameretta tutto il tempo fin quando non è andato via.Per di più mi ha dato fastidio che è andato tre volte in bagno e gli è stato offerto il caffè da mio padre,mi sento invaso nell' intimità e nella privacy della casa dove vivo.Inoltre non sopporto se devo mangiare avanti estranei o non appartenenti al nostro nucleo familiare,o ancora odio se viene qualcuno a dormire a casa ,mi sento proprio violato nella mia libertà e intimità e quando l ospite va via mi lamento con i miei facendo la predica in modo accesso,divento iracondo e mi esce la saliva dalla bocca quando parlo per il nervosismo e la cosa che mi fa più arrabbiare è che i miei non si interessano di come mi sento in quel momento ma dicono di farmi i fatti miei perché la casa non è mia e piuttosto dicono di andare io fuori di casa se non voglio stare con gli ospiti.Premetto che non sono asociale ,il non volere ospiti riguarda solo quando vengono in casa ma al di fuori mi piace molto stare con la gente,ho qualche problema? Io la vedo come una cosa normalissima come mi comporto ma tutti mi dicono di no
Gentilissimo, lei non specifica quanti anni ha, ma sicuramente è giovane. Da quanto si manifesta questo suo comportamento? C'è stato qualcosa che può averlo innescato? I suoi genitori da come dice, non lo considerano molto. Sicuramente per lei quello che le succede in casa è spiacevole, e fonte di malessere. Perchè non si rivolge ad un/una psicologa? Potrebbe aiutarla a comprendere meglio come mai le scatta questo comportamento e a come vivere meglio in casa anzichè chiudersi in cameretta o fare le prediche. Per il suo benessere più che per quello degli altri. Un cordiale saluto dott.Silvia Ragni
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Salve,
è evidente che la situazione che descrive le provoca malessere e sicuramente esprimere i propri vissuti in famiglia è importante, però mi sembra di capire che i suoi genitori non capiscano il suo punto di vista. Per poter avere una comunicazione efficace in casa forse potrebbe essere utile che lei stesso si interrogasse in primis su questo comportamento: se lei stesso avrà chiara la situazione in tutte le sue sfumature, allora anche i suoi genitori potranno capire al meglio il suo punto di vista. In questo caso, per potersi interrogare in modo costruttivo, le consiglio il supporto di uno psicologico con cui potrebbe affrontare alcuni temi come perchè si sente violato nella sua libertà ed intimità e che cosa intende per libertà ed intimità. Inoltre sarebbe utile anche interrogarsi se tale comportamento è sempre stato presente nella sua vita o se invece si è manifestato nell'ultimo periodo dopo aver vissuto magari un certo evento.
Rimango a disposizione
Un caro saluto
Dott.ssa Claudia Fontanella
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo quanto possa essere difficile convivere con questa situazione riportata. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Gentile utente, partendo dal presupposto che la normalità è un concetto soggettivo, immagino che lei intenda questo termine con norme condivise ovvero ciò che fa la maggior parte della popolazione. Se è così, allora le dico che in teoria no, non è normale perché, come dice lei stesso, mette in atto l'emozione della rabbia quindi non è in omeostasi. È probabile che ci sia qualcosa in lei che mette in atto nel momento in cui ha ospiti in casa e lo manifesta attraverso questi comportamenti che ha raccontato.
Le consiglio un percorso di supporto psicologico per andare a esplorare meglio ciò che ha descritto.
Se dovesse avere dei dubbi, può contattarmi premendo il tasto 'messaggio' sul mio profilo.
Resto a disposizione attraverso consulenze online.
Dott. Luca Rochdi
Buongiorno, mi spiace che non si senta capito ed ascoltato dalla sua famiglia e che viva una situazione per lei molto dura. Innanzitutto, sarebbe utile sapere quanti anni ha. Tuttavia, a prescindere dall’età, si potrebbe fare una riflessione generale sul significato simbolico della casa: psichicamente la casa è (anche) un luogo nel quale ci si sente al sicuro, nel quale non c’è invasione dall’esterno, un luogo in cui si può essere come realmente si è, un luogo nel quale ci si può nascondere. Pensi anche a quanto è importante la tana per gli animali, anche in natura l’invasione della “casa” è qualcosa di terribile. Il punto sta proprio qui: perché vive la presenza in casa delle persone a lei estranee come un'invasione? eppure sono state invitate ad entrare, non hanno forzato la porta. Tante parole che ha utilizzato per descrivere la sua situazione mi fanno pensare che quando entrano persone estranee in casa lei si senta violato, come se perdesse la sicurezza e se non bastassero più le mura a proteggere, come dice lei, la sua intimità e la sua privacy. Comprendo che lei veda questa situazione come normalissima, perché evidentemente è qualcosa che si porta dietro lungo tutto la sua storia, tuttavia, nel momento in cui un vissuto/comportamento diventa limitante e/o disfunzionale sarebbe bene approfondirlo attraverso una consulenza psicologica. Da come scrive, sembra che ci siano delle reali limitazioni nella sua quotidianità: è stressatissimo quando vengono estranei in casa e arriva ad un livello di rabbia che sembra molto impattante. Se vorrà intraprendere un percorso psicologico sono a disposizione, anche online. Dott.ssa Eloisa Dasara
Buongiorno,
deve essere una grande sofferenza da come la descrive, mi spiace.
Dalle informazioni che lei mi da capisco che lei voglia risolvere questo disagio per il quale non possiamo parlare di normale o meno, ma bisogna esplorarlo. Se vuole sono disponibile per un percorso psicologico.
Buona giornata
Dott.ssa Grazia Chianetta
Salve gentilissimo, percepisco la sua sofferenza dalla descrizione delle esperienze vissute. Non è facile condividere i propri spazi, il proprio ambiente con gli altri e non permettere all'altro di accedere al proprio spazio personale può generare stati d'animo angoscianti e frustranti, soprattutto se lei stesso si definisce non asociale, è probabile che ci sia un blocco che le impedisce di accogliere l'altro. Tuttavia ritengo che ci sia bisogno di maggiori approfondimenti per analizzare pienamente la sua situazione e fornirle l'aiuto di cui ha bisogno. Resto a sua disposizione, le auguro una serena giornata, dott.ssa Erika Di Pietro
Ciao,
l’esperienza di sentirsi a disagio quando estranei varcano la soglia della propria casa è abbastanza comune. Tuttavia, la chiave risiede nell’intensità di queste emozioni. Se il fastidio che provi diventa così intenso da compromettere le tue azioni quotidiane, portandoti a litigare con i tuoi familiari e a sperimentare stati di panico o malessere fisico, potrebbe essere indicativo di dinamiche più profonde da esplorare.
È interessante notare che non hai specificato da quanto tempo stai sperimentando queste sensazioni, e il fatto che tu le consideri “una cosa normalissima” nonostante il tuo malessere, potrebbe suggerire una radice antica di questa esperienza, forse ne sei talmente abituato che ormai è diventata la tua normalità. Potrebbe essere utile riflettere sulla tua relazione con i confini personali e sulle parole che hai utilizzato come "violazione" e "invasione" che danno la misura di quanto forte possa essere il disagio che sperimenti quando qualcun altro entra nel tuo spazio.
Sembra che la tua casa rappresenti non solo un rifugio, ma anche un luogo sacro e intoccabile, e forse la rabbia e il malessere che avverti potrebbero essere legati anche all’idea che gli estranei possano "sporcare" questo spazio. Inoltre, noto che non menzioni esperienze con amici tuoi, ma solo con quelli dei tuoi genitori. Ti invito a riflettere: hai mai ospitato un tuo amico in casa? E se sì, qual è stata la tua reazione in quel caso? Questo potrebbe offrirci ulteriori spunti di analisi.
Se ti va di esplorare queste emozioni e trovare modi più efficaci per gestirle io sono disponibile.
Un caro saluto
Dott.ssa Simona Di Napoli
Carissimo, ho letto con interesse ciò che ha raccontato e mi spiace per questo disagio che vive. Immagino che questa sua condizione in famiglia sia motivo di conflitti e malumori. Si descrive bene nelle sua manifestazioni di ira e difficoltà di controllo quando sente di essere invaso, violato e depredato dei suoi spazi. Parla di estranei che entrano in casa ma sarebbe utile approfondire le sue emozioni e reazioni quando entrano in casa amici e parenti. In ogni caso è importante che lei si faccia supportare da un esperto per elaborare e gestire questi disagi prima che divengano cronici. Per la sua famiglia deve essere molto sacrificante assecondare le sue limitazioni. La prego di non sottovalutare questo aspetto. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Verrino
Buongiorno, evidentemente questa domanda avrebbe bisogno di essere incastonata in un contesto più ampio: da quanto succede questo? Cos'è che teme esattamente? Cosa/Chi la infastidisce di più? Quante volte avvengono queste visite e quanto durano? In quali situazioni e quali persone la infastidiscono di più o di meno? E molte altre cose come la sua età e occupazione, la composizione del nucleo familiare, i suoi rapporti con gli altri in generale, ecc. A parte questo, più lei continuerà a voler evitare queste visite più questo evitamento prenderà una piega che la imprigionerà sempre di più. Anche se le sembrerà poco gradito, ritengo che i suoi genitori facciano bene a non accondiscendere alle sue richieste, perché ciò non aiuterebbe lei in primo luogo. Ciò detto, bisognerebbe indagare il contesto in modo più chiaro e più ampio.
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Buongiorno, posso solo immaginare il disagio vissuto e la sofferenza per non essere capito dai suoi genitori. Tenga presente che la normalità varia in base a contesti e situazioni. Detto questo bisognerebbe capire meglio da dove deriva la sensazione di essere “invaso nell’intimità e nella privacy” per migliorare la sua qualità di vita.

Cordialmente
Dott.ssa Martina Gallo
Salve, mi sembra che il suo disagio sia ben circoscritto alle mura domestiche e che coinvolga i suoi familiari in una sorta di "tradimento" nell'accogliere gli ospiti, di qualsiasi tipologia essi siano. Potrebbe sia trattarsi sia di un conflitto di tipo territoriale, ma anche di un funzionamento maladattivo delle relazione che lega lei ai suoi familiari. Mancando però informazioni più dettagliate poco si può desumere. La invito ad un percorso di psicoterapia che la possa aiutare a sciogliere i nodi che la legano a questi schemi e le possano permettere di vivere più serenamente la sua vita all'interno delle stesse mura domestiche. Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
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Comprendo il tuo disagio e desidero assicurarti che le tue reazioni sono comprensibili. Ognuno di noi ha una soglia diversa di tolleranza per la condivisione del proprio spazio personale. Tuttavia, quando queste sensazioni diventano così opprimenti da causare un impatto negativo sulla tua vita, è importante affrontarle. Permettimi di darti alcuni spunti e consigli che potresti trovare utili:

-Stabilisci dei confini: parla con i tuoi genitori e cerca di stabilire delle regole di base per le visite in casa, in modo che tu possa prepararti mentalmente quando ci sono ospiti.
-Crea uno spazio sicuro: identifica un’area della casa dove puoi ritirarti e sentirsi al sicuro quando hai bisogno di un momento di solitudine.
-Pratica tecniche di rilassamento per gestire l’ansia in situazioni stressanti (esistono veri e propri protocolli, contatta un professionista per approfondire questo aspetto).
-Esplora le cause: considera di parlare con un professionista della salute mentale per esplorare le radici del tuo disagio e sviluppare strategie personalizzate per affrontarlo.
-Incrementa gradualmente l’esposizione: prova a trascorrere brevi periodi di tempo con gli ospiti, aumentando gradualmente la durata, per abituarti alla loro presenza.
Ricorda, non sei solo in questo. Molti trovano difficile gestire situazioni simili, e cercare aiuto è un segno di forza, non di debolezza. Riuscirai a lavorare per migliorare il comfort e benessere all’interno della tua casa.
Dott. Andrea Boggero
Buongiorno la situazione di disagio che lei descrive sembrerebbe circoscritta tuttavia compromette la serenità della sua vita quotidiana. Le consiglio di rivolgersi ad un terapeuta per poter superare questa difficoltà e a comprenderne meglio le cause.
Un caro saluto.
Dott.ssa Silvia Giolitto
Buongiorno, grazie per aver condiviso la sue esperienza e le difficoltà ad essa legate. Personalmente non amo parlare di normale o anormale, penso valga la pena riflettere invece sul grado di problematicità che questa situazione ha per lei, sul modo in cui la vive, sulla sofferenza che riferisce. In base a ciò che racconta questa problematica sembra avere un impatto importante e sembra inoltre che sia una situazione non evitabile anche in futuro, ecco che le consiglierei di rivolgersi ad uno specialista per poter esplorare questi vissuti, i sentimenti legati, il suo personale significato di senso di privacy e violazione di esso. Un caro saluto, Dott. Marco Squarcini
Buongiorno, grazie di aver condiviso la sua esperienza. Le consiglierei un supporto psicologico per comprendere meglio cosa le dia fastidio con precisione e come mai in modo da poter tornare ad essere serena. Rimango a sua disposizione
Dott.ssa Irene Ragaini
Gentile utente, la ringrazio per aver condiviso i suoi dubbi con noi. Comprendo le sue difficoltà e le sue preoccupazioni, e mi dispiace per i vissuti negativi che queste le provocano. Qualora dovesse ritenerlo opportuno o necessario, mi rendo disponibile a cominciare con lei un percorso , che potrebbe tornarle utile per esplorare ed approfondire le sue emozioni, esperienze e valori al fine di trovare una strada percorribile e ritrovare la serenità.
Tenga a mente che il benessere mentale è una priorità, e trovare il professionista giusto può fare la differenza.
Qualora dovesse avere dubbi, domande, o perplessità riguardo al mio lavoro non esiti a contattarmi.
Un caro saluto, dott. Daniele D’Amico
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Gentilissimo,
l'anormalità delle reazioni dipende molto dal grado di invalidità che esse ti provocano, ovvero quanto queste reazioni ti impediscono di stare bene e di vivere la tua quotidianità. Questo spesso è legato all'intensità della reazione e anche alla sua frequenza (succede spesso? succede una volta su cinque? succede tutte le volte?). Il punto fondamentale è comprendere la causa di questa reazione. E' importante comprenderla e analizzarla prima ancora che una reazione che crea malessere diventi talmente intensa e persistente da creare una disfunzionalità (cioè, nel tuo caso, da comportarsi e/o sentirsi talmente tanto infastiditi da impedirti di fare cose quando vi è gente a casa, di uscire, di mangiare etc). Se queste 'intrusioni' ti creano un forte disagio, a prescindere dal fatto che siano considerate normali o meno dagli altri, necessitano di essere comprese con l'aiuto di un professionista psicologo. In questo modo potrai sia capire se per te siano normali o meno, sia capire come mai siano presenti e sia capendo come gestirle per vivere meno il disagio e stare meglio quando questi incontri avvengano.
Spero di averti dato un po' più di chiarezza, per qualsiasi cosa non esitare a contattarmi. Dott.ssa Tommasini
Gentile utente, prima di tutto ti ringrazio per aver condiviso il tuo vissuto. Comprendo come la situazione che hai descritto sia per te motivo di disagio. In una certa misura, il bisogno di difendere la propria intimità e i propri spazi è sicuramente comprensibile e sacrosanta. Mi pare di capire però che, nel tuo caso, ogni minima intrusione nel tuo spazio genera forte disagio emotivo. In tal caso sarebbe utile indagarne le ragioni e valutare se puoi trarre beneficio da un percorso psicoterapico. Non tanto per una questione di "essere normale", punto di vista sterile e poco proficuo (cosa è 'normale', dopotutto? e chi si può davvero definire tale?). Piuttosto, in una prospettiva di benessere, ovvero di migliorare il modo in cui affronti queste situazioni disagevoli e, in generale, come ti senti nella tua quotidianità. Spero di averti dato una risposta utile e, se lo desideri, puoi scrivermi per pormi ulteriori domande o per prenotare un primo colloquio gratuito. Un caro saluto, Dott. Alessandro Pittari
Buongiorno, mi dispiace molto per la situazione che sta vivendo. La casa dovrebbe essere un luogo di sicurezza e tranquillità, ma quando questo equilibrio viene meno, è normale provare emozioni intense come rabbia e frustrazione, che però possono generare tensioni all'interno della famiglia.

Quello che descrive non è solo significativo dal punto di vista del dolore che sta provando, ma solleva anche domande importanti: questo comportamento le sta causando disagio? Sente il bisogno di comprendere meglio da dove nascono queste emozioni?

Un passo importante potrebbe essere aprire un dialogo con i suoi familiari, cercando di esprimere, in un momento di calma, ciò che prova quando degli estranei si trovano in casa. Successivamente, potrebbe essere utile considerare un percorso di psicoterapia, che l’aiuterebbe a gestire in modo più sereno le relazioni con gli altri, il rapporto con la sua casa e, soprattutto, con la sua famiglia.
Un caro saluto, Dott.ssa Federica Tilotta

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