Salve, Vorrei avere maggiori informazioni riguardo una problematica che mi è sorta 1 anno e mezzo f

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Salve,
Vorrei avere maggiori informazioni riguardo una problematica che mi è sorta 1 anno e mezzo fa circa. Ci sono stati altri episodi come questo, ma attualmente non è più ricapitato, tuttavia mi piacerebbe capire di più cosa fosse successo. Al momento dell'evento avevo 15 anni (ora ne ho quasi 17) e non sapevo come comportarmi. Era sera, verso le nove, stavo sdraiata sul letto con il telefono in mano, ma ad un certo punto ho iniziato a sentire uno strano dolore al petto che aumentava piano piano. Inizialmente ho pensato che sarà stata solo una mia sensazione e che fosse un dolore "finto", ma dato che continuava mi sono iniziata a preoccupare. Ho iniziato a cercare addirittura su internet e ovviamente ho pensato al peggio (infarto, problemi di cuore, ecc...). Ho provato a distrarmi, così mi sono messa seduta al computer a guardare una serie TV, in modo da tranquillizzarmi ed il dolore andava e veniva a tratti. Ogni tanto riprendeva e poi si fermava. Dopo una certa ora sono andata a dormire, ma dopo qualche minuto che stavo cercando di addormentarmi mi riprende questo dolore. Non sapevo più che fare, era notte, i miei genitori dormivano entrambi, era da sola in camera e non sapevo minimamente cosa fosse questa sensazione che sentivo. Ho iniziato ad aver paura di star morendo, mi girava leggermente la testa, e sentivo sensazioni strade su mani, braccia, gambe ecc... Mi vergogno a dirlo, ma ero arrivata persino alla conclusione che se mi fosse addormentata il giorno dopo non mi sarei svegliata. Dopo un tempo che non saprei definire, sono letteralmente crollata nel sonno, ed il giorno dopo ero abbastanza scossa dalla situazione. Tutto ciò mi è ricapitato altre 2/3 volte, ma soprattutto le ultime le gestite leggermente meglio. Ci tengo anche a specificare che quando mi successe era fine agosto/inizio settembre, ma io durante i mesi estivi e parte della primavera avevo affrontato un periodo abbastanza difficile per me, ma pensavo di starlo superando, infatti questo è stato come un fulmine a ciel sereno. Con il passare dei mesi successivi, per piro caso scoprì che effettivamente poteva trattarsi di un attacco di panico, situazione che prima non avevo mai considerato perché non sapevo che potesse avere questa "forma" e arrivare improvvisamente in momento di calma. Come già detto, mi è aricaoitato qualche volta, ma soprattutto ultimamente lo ho gestito meglio, perché sapere che si potrebbe trattare di un attacco di panico mi tranquillizza leggermente, anche se non è facile razionalizzare. Ciò che vorrei approfondire è piuttosto, non solo che si può trattare di un attacco di panico, ma quelle sensazioni che ho provato le ore prima di avere il picco massimo, cosa possono essere? Un attacco di ansia? Le 2/3 ore più o meno ho avuto questi dolore al petto che andava e tornava e molta ansia quando lo sentivo, ma il panico vero penso sia arrivato la notte. Vi ringrazio e mi scuso per il tempo tolto nella lettura del testo.
Buona giornata
Buongiorno, grazie per aver condiviso la sua esperienza in modo così dettagliato e riflessivo. Posso immaginare quanto possa essere stato spaventoso vivere quegli episodi, soprattutto la prima volta, senza sapere cosa stesse succedendo e con la sensazione di essere da sola ad affrontarli. È davvero positivo che lei stia cercando di comprendere meglio ciò che è accaduto, perché la consapevolezza è un passo fondamentale per affrontare queste situazioni. Quello che descrive sembra effettivamente compatibile con un attacco di panico, che spesso può manifestarsi con sintomi fisici intensi come il dolore al petto, le sensazioni strane agli arti, la testa leggera e la paura di perdere il controllo o persino di morire. La caratteristica degli attacchi di panico è proprio questa intensità improvvisa che sembra arrivare "dal nulla", ma in realtà può essere il risultato di uno stato di ansia o stress sottostante, anche se non sempre evidente. Riguardo alle sensazioni che ha provato nelle ore precedenti al momento di massimo panico, queste potrebbero essere interpretate come segnali di ansia crescente. La mente e il corpo spesso ci inviano segnali quando siamo sotto pressione o stiamo affrontando emozioni difficili, anche se non ne siamo pienamente consapevoli. Ad esempio, il dolore al petto intermittente potrebbe essere stato una risposta somatica all'ansia (il corpo che "parla" attraverso tensioni muscolari o difficoltà respiratorie). Questo stato di ansia può poi evolvere in panico quando i sintomi si intensificano e la paura alimenta ulteriormente le sensazioni fisiche. Un elemento importante da sottolineare è il circolo vizioso che si può instaurare: si avverte un sintomo fisico, come il dolore al petto, che viene interpretato come un possibile segnale di pericolo (ad esempio, un problema cardiaco), e questa interpretazione aumenta l'ansia, amplificando i sintomi stessi. Questo circolo può culminare in un attacco di panico. Tuttavia, è significativo che lei abbia notato come, col tempo, il solo fatto di sapere che potrebbe trattarsi di un attacco di panico la aiuti a gestirlo meglio: questo dimostra che sta sviluppando strategie per rompere quel circolo vizioso. Per quanto riguarda il modo in cui affrontare queste sensazioni, le strategie cognitivo-comportamentali possono essere molto utili. Ad esempio, riconoscere e normalizzare le sensazioni fisiche può aiutarla a non interpretarle come segnali di pericolo imminente. Imparare a rallentare il respiro e focalizzarsi su una respirazione profonda e regolare può calmare il sistema nervoso e ridurre l'intensità delle sensazioni fisiche. Inoltre, identificare e affrontare i pensieri ansiogeni è un passaggio chiave: quando avverte i sintomi, può essere utile chiedersi "Che cosa sto pensando in questo momento che mi fa sentire così? È un pensiero realistico?" Spesso, sfidare i pensieri catastrofici può ridurre l'intensità del panico. Se desidera approfondire ulteriormente queste strategie o comprendere meglio come gestire queste situazioni, potrebbe considerare l'idea di confrontarsi con un professionista che la guidi in un percorso personalizzato. Inoltre, è importante ricordare che le sue emozioni e reazioni sono valide e non c'è nulla di cui vergognarsi: affrontare un attacco di panico è una sfida, ma con gli strumenti giusti si può imparare a gestirlo con maggiore serenità. Resto a disposizione per ulteriori domande o chiarimenti. Le auguro una buona giornata e un percorso di maggiore tranquillità. Dott. Andrea Boggero

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Buongiorno,

la sua esperienza è assolutamente comprensibile, e la descrizione che fa potrebbe effettivamente riferirsi a un attacco di panico. Quello che ha vissuto potrebbe essere stato un episodio di ansia anticipatoria che poi è sfociato in un attacco di panico vero e proprio. Il dolore al petto che descrive è comune durante gli attacchi di panico e può essere molto spaventoso, soprattutto se non si è mai avuto un'esperienza del genere. I sintomi fisici, come la sensazione di dolore al petto, vertigini, formicolio e paura di morire, sono frequentemente associati a questi episodi.

Quando parliamo di un attacco di panico, dobbiamo considerare che esistono due fasi: una fase di preoccupazione o ansia, che può durare diverse ore, e la fase acuta, che arriva improvvisamente e con un picco di intensità. Nella fase iniziale, il corpo è già in uno stato di allerta, anche se in maniera sottile, e la mente può cominciare a preoccuparsi per ciò che sta accadendo (in questo caso il dolore al petto). L'ansia che accompagna il dolore è una risposta normale a un percepito pericolo fisico, e questo può far aumentare ulteriormente la tensione e la paura. Quando si è poi innescato il panico, è come se l'ansia si fosse “accesa” e fosse esplosa, portando a tutti quei sintomi fisici che ha descritto.

La difficoltà nel riconoscere che si trattava di un attacco di panico inizialmente può essere normale, soprattutto perché gli attacchi possono arrivare in momenti di apparente calma, senza un motivo evidente, e questo li rende ancor più spaventosi. Essere consapevoli di cosa sta succedendo, come ha fatto nel tempo, è un passo fondamentale per gestire meglio questi episodi. Quando si è consapevoli che si tratta di una risposta fisica legata all'ansia, è possibile affrontarla con maggiore tranquillità, anche se non è facile razionalizzare in quei momenti.

Per quanto riguarda le ore che precedono l'attacco di panico, quelle sensazioni fisiche e la crescente ansia potrebbero essere parte di una “fase di pre-ansia” che prepara il corpo e la mente al picco del panico. Questo non è raro: il corpo reagisce in anticipo a una sensazione di pericolo e il dolore fisico può essere un sintomo di quella tensione che cresce in modo graduale. La percezione che il dolore fosse "finto" all'inizio potrebbe essere legata proprio al tentativo della mente di minimizzare il disagio, ma con il crescere della paura, l'ansia si intensifica, dando vita al vero e proprio attacco di panico.

Infine, sebbene il fatto che gli episodi siano diventati meno frequenti e più gestibili con il tempo sia positivo, è sempre utile parlare con un professionista per esplorare strategie che possano aiutare a prevenire questi attacchi e a gestire meglio l'ansia in generale.

Sono a disposizione se desidera approfondire ulteriormente o esplorare possibili percorsi di supporto.

Un caro saluto.
Carissima, la tua descrizione è molto accurata e ora provo a risponderti.
Gli episodi acuti che ti hanno fatto credere di poter morire erano attacchi o crisi di panico e si verificano quando l'ansia è talmente intensa da organizzarsi in un insieme di sintomatologie estremamente destabilizzanti. Solitamente chi soffre di attacchi di panico soffre anche di ansia e la notte è il momento del giorno in cui statisticamente è più facile avvengano. Ti consiglio di rivolgerti a uno psichiatra affinchè possa prescriverti una eventuale terapia per tenere sotto controllo ansia e crisi di panico, e parallelamente intraprendere un percorso psicologico per trovare un modo più funzionale per esprimere i tuoi vissuti, dato che sembri possederne le potenziali risorse. In bocca al lupo!
Gentile utente, la ringrazio per aver condiviso su questa piattaforma questo momento complesso che sta vivendo. Dalle sue parole, escludendo cause di natura organica, immagino che si sia trattato di un attacco di panico, che solitamente arriva proprio all'improvviso come lei ha descritto. Solitamente questi episodi durano dai 5 ai 20 minuti, tuttavia, la durata può variare notevolmente a causa delle forti reazioni emotive (solitamente paura) che i sintomi comportano, aumentandone l'intensità percepita. Possiamo quindi immaginare che, nell'episodio da lei descritto, inizialmente si sia trattato di un pò di ansia somatizzata e che questi sintomi l'abbiano spaventata a tal punto da sfociare nel "panico". Le consiglierei di valutare la possibilità di intraprendere un percorso con un professionista se questi episodi continuano, al fine di poter comprendere cosa cerca di dirle la sua ansia, oltre il riuscire a gestirla.
Dott.ssa Anna Asia Forino
Buonasera, si, potrebbe trattarsi di attacchi di panico ma, innanzi tutto, le consiglio di rivolgersi al suo medico curante per escludere le cause fisiche, dopodiché, consultare uno psicologo. Cordiali saluti.
Buonasera, non è raro che attacchi di panico insorgano, delle volte, in momenti apparentemente inaspettati. Il mio consiglio per fugare ogni dubbio è sempre quello di sottoporsi inizialmente a un esame medico per escludere ogni tipo di variabile. Se effettivamente si tratta di attacchi di panico, devi sapere che l'ansia ne è una componente preponderante e che la paura che questi ritornino non fa altro che alimentarla.
Non conoscendo i particolari di quel periodo difficile che hai vissuto prima dell'estate, mi sento di suggerirti di parlarne con qualche persona di fiducia e valutare l'idea di rivolgerti a un professionista, così da agire sulle reali cause del tuo problema (di cui tante volte non siamo consapevoli!). Sembra una banalità, ma condividere le proprie difficoltà con qualcuno dà già un piccolo aiuto.
buongiorno, dalla sua accurata descrizione potrebbe trattarsi, si, di episodi di attacchi di panico, ma per poterlo accertare e rispondere anche alla sua domanda su cosa possa essere la sensazione che ha provato nelle ore precedenti è necessario fare una anamnesi più approfondita ed una diagnosi differenziale rispetto ad altre possibili cause. Lei è molto giovane e ha fatto bene a voler capire e scoprire a cosa corrispondano questi sintomi. Gli attacchi di panico, qualora sia questa la situazione, sono di origine psicologica e si trattano con la psicoterapia individuale prevalentemente, associata laddove necessario con una mirata terapia farmacologica; ma data la sua giovane età e la frequenza degli episodi nel tempo, sarebbe preferibile evitare l'utilizzo di ansiolitici.
Le consiglierei, però, in primis e se non lo ha già fatto, di parlarne con i suoi genitori o comunque, qualora non volesse raccontare degli attacchi nello specifico, di renderli partecipi del fatto che vorrebbe parlare con uno/una psicoterapeuta specialista. Questo è determinante poiché, essendo lei minorenne, per svolgere dei colloqui medico/sanitari di qualunque natura è necessario il consenso di entrambi i suoi genitori.
Poterne parlare con qualcuno la aiuterà a definire e capire meglio cosa le è accaduto e perché durante gli episodi passati e, cosa non secondaria, non le farà affrontare da sola la situazione qualora dovesse riviverne altri.
Saluti
Buongiorno,
come ha già anticipato lei, potrebbe essere stato un attacco d'ansia prolungato, quindi dolori dovuti ad una attivazione del suo sistema simpatico. Succede quando la sua mente si sente "minacciata" e non per forza da qualcosa di reale e concreto, ma anche un pensiero, un'emozione, un ricordo ecc. L'attacco d'ansia, seguito poi come nel suo caso da un attacco di panico, avviene spesso nei momenti di calma. E' come se la mente le dicesse "ok, ora che sei fermo e calmo mando un segnale d'allarme così lo puoi notare". Sarebbe opportuno capire la funzione di questa ansia, il messaggio che vuole mandare, attraverso magari un percorso psicologico. Cosa ti vogliono dire la tua mente e il tuo corpo? Coraggio, potrebbe rivelarsi un'occasione di crescita personale!
Rimango a disposizione, un caro saluto.
Dott.ssa Alessandra Arena
La descrizione che fai dei sintomi che hai esperito è molto aderente a quella di un attacco di panico da manuale. Più ci si concentra su un fastidio più quello si amplifica fino ad arrivare a pensare di avere un infarto o sensazioni così sgradevoli da pensare di essere vicini alla morte. Se si focalizza l'attenzione su altre parti del corpo si potrebbe sentire fastidio anche a quelle. Il trattamento per un disturbo di attacchi di panico esiste, assolutamente. Tra le terapie di elezione vi è quella cognitiva e comportamentale. Sono terapie brevi, soprattutto in casi come il tuo il cui esordio è recente. Il disturbo di attacchi di panico è molto frequente e si manifesta di solito in periodi ad alto stress; una terapia potrebbe anche aiutarti a gestire questi eventi con più leggerezza. In bocca al lupo
Buongiorno e grazie per la sua condivisione. Da quanto descrive, l'esperienza che ha vissuto potrebbe effettivamente essere compatibile con un attacco di panico. È comune che questi episodi si manifestino con sintomi fisici intensi, che a volte possono essere scambiati per problemi di salute più gravi.
Queste sensazioni potrebbero rientrare in un quadro di ansia anticipatoria, in cui il corpo inizia a reagire a pensieri o emozioni sottostanti, anche se non immediatamente riconosciute. È importante sapere che gli attacchi di panico possono manifestarsi anche in momenti di apparente calma, specialmente se in precedenza si sono affrontati periodi di stress emotivo significativo.
La consapevolezza che si tratti di un attacco di panico è già un passo importante, ma approfondire la comprensione dei fattori scatenanti e sviluppare strategie di gestione più efficaci potrebbe aiutarla a vivere questi episodi con maggiore serenità. Le suggerisco di considerare un percorso di supporto con uno psicologo o uno psicoterapeuta, che potrà aiutarla a esplorare le cause profonde di questa reazione e a gestire al meglio l'ansia e il panico, prevenendo episodi futuri.
Non esiti a chiedere aiuto: si può lavorare insieme per ripristinare un senso di controllo e benessere.
Buongiorno, la prima cosa che farei, sarebbe quella di parlarne con i suoi genitori e fare uno screening per capire se la sua sensazione è una sensazione psicologica o fisiologica. Penso che data la sua giovane età, il periodo difficile che ha dovuto affrontare, come lei stessa dice potrebbe trattarsi di attacchi di panico. Non deve spaventarsi se le consiglio di fare lo screening ma quando si hanno dei sintomi bisogna comunque trovare delle risposte adeguate anche perché solo cosi i suoi dubbi verranno eliminati. Quando si sara accertata di avere attacchi di panico uno psicologo attraverso un percorso le insegnerà a gestirli e a non spaventarsi, a comprenderne il perché . Perché gli attacchi di panico sono destabilizzanti, sia la sensazione di morire, di avere il cuore in gola, il tremore alle gambe, la mancanza di respiro ecc. Per cui le consiglio un percorso che la aiuterà a stare bene a riconoscere i sintomi, a gestire l'ansia cosi da non aver paura
Salve,
la situazione che ha descritto, se ha già escluso possibili cause fisiche, potrebbe appunto essere un attacco di panico. Gli attacchi di panico arrivano tipicamente in momenti di calma (dopo un periodo stressante) e iniziano con delle sensazioni fisiche sgradevoli, che possono essere scambiate per problemi al cuore. Tali sensazioni possono comprendere tachicardia, difficoltà a respirare, dolore e/o senso di pesantezza al petto, nausea, capogiri, sudori freddi, formicolii e senso di svenimento. Tutto questo è dovuto a due cause che si alimentano a vicenda: la prima è l'ansia, che può manifestarsi con alcuni di questi sintomi fisici e la seconda è il fatto che durante l'attacco di panico si inizia a respirare troppo velocemente e si accumula troppo ossigeno nel sangue con i conseguenti sintomi sopraelencati. Questi sintomi alimentano ancora di più l'ansia e la paura in un circolo vizioso che va avanti alimentandosi sempre di più finché la persona non arriva a pensare di star avendo un infarto o comunque di stare per morire (quindi questo pensiero di cui si vergogna in realtà è normale e assolutamente comprensibile in questa situazione). Molte persone in vita loro sperimentano degli attacchi di panico, anche isolati o per brevi periodi, magari in un momento di particolare stress e poi non ne hanno più. Tuttavia, se dovesse ricapitarle per gestire la crisi le consiglio di concentrarsi sul respiro, tenendo a mente la necessità di respirare lentamente e in profondità e di distogliere l'attenzione dai sintomi fisici che alimentano l'ansia, per esempio concentrandosi su qualcosa che c'è nella stanza o anche guardando una serie TV, come ha provato a fare, purché sia qualcosa di leggero, che non le metta ulteriore ansia.
Buongiorno gentile Utente, la situazione che descrive sembra effettivamente ricondursi a un’esperienza di ansia intensa culminata in un attacco di panico. Ciò che descrive come un dolore al petto che andava e veniva, accompagnato da una crescente preoccupazione, potrebbe rappresentare i sintomi iniziali di un’attivazione ansiosa, che in alcuni casi può evolvere in un attacco di panico vero e proprio. È interessante che abbia osservato un aumento graduale della sua ansia durante quelle ore, fino a raggiungere un picco massimo durante la notte. Questa progressione è comune: spesso un attacco di panico è preceduto da una fase di ansia che si intensifica nel tempo.

Le sensazioni che ha provato prima del "picco massimo", come il dolore al petto e la preoccupazione costante, potrebbero essere legate alla somatizzazione dell'ansia. Quando siamo ansiosi, il corpo reagisce attivando il sistema nervoso autonomo, il che può portare a sintomi fisici come tensione muscolare, difficoltà respiratorie, dolori al petto, vertigini o sensazioni di formicolio. È molto comune che queste sensazioni generino ulteriori preoccupazioni, come il timore di avere problemi cardiaci, peggiorando il ciclo ansioso.

La differenza tra un attacco di ansia e un attacco di panico sta spesso nell’intensità dei sintomi e nella loro improvvisa escalation. Durante un attacco di panico, si sperimenta un’ondata improvvisa di paura o disagio, accompagnata da sintomi fisici intensi, come quelli che ha descritto: giramenti di testa, sensazioni strane nel corpo, e la paura di morire o perdere il controllo. È importante notare che questi sintomi, sebbene spaventosi, non sono pericolosi per la salute fisica.

È significativo che, col passare del tempo, lei abbia imparato a gestire meglio queste esperienze. La consapevolezza che si tratta di una manifestazione ansiosa e non di un problema medico grave è un passo fondamentale per ridurre la paura e spezzare il ciclo dell'ansia. Tuttavia, ciò non rende queste esperienze meno spiacevoli, ed è comprensibile che lei voglia approfondire per capire meglio cosa succede.

Se queste sensazioni persistono o se l’ansia continua a influenzare la sua qualità di vita, potrebbe essere utile parlare con uno psicologo per esplorare più a fondo le cause e lavorare su strategie di gestione dell'ansia. Tecniche come la respirazione profonda, il rilassamento muscolare progressivo e la mindfulness possono essere molto utili nel prevenire o affrontare questi episodi.

Riconoscere che ha attraversato un periodo difficile prima dell’evento è anche importante: l’ansia e gli attacchi di panico possono essere una risposta a un carico emotivo accumulato, anche se in apparenza si sente di star meglio. Uno psicologo potrebbe aiutarla a elaborare quelle esperienze e a rafforzare la sua resilienza emotiva.

Non si scusi per aver condiviso la sua storia: è un passo coraggioso e importante. La invito a prendersi cura di sé e a considerare che, con il giusto supporto, è possibile trovare maggiore serenità e comprendere appieno queste esperienze.

Dott. Luca Vocino
Salve,
grazie per aver condiviso la sua esperienza, comprendo quanto possa essere stato difficile e spaventoso affrontare questi episodi, specialmente da sola. Quello che descrive potrebbe effettivamente essere legato a un episodio di ansia culminato in un attacco di panico, ma per una valutazione accurata sarebbe importante approfondire con un professionista.

L’ansia può manifestarsi in modi molto variabili e le sensazioni che descrive prima del picco (come il dolore al petto e l’agitazione) possono rappresentare una fase di attivazione ansiosa o una "soglia" che poi si intensifica in un attacco di panico. Durante queste fasi, il corpo può reagire a una percezione di minaccia (anche se non reale) aumentando la tensione muscolare, la frequenza cardiaca e la respirazione, causando sintomi fisici come quelli da lei riportati.

La consapevolezza che si potrebbe trattare di ansia è un ottimo punto di partenza, perché le permette di razionalizzare e gestire meglio l’episodio, come ha già dimostrato di saper fare. Tuttavia, è importante andare a fondo per capire cosa abbia scatenato questi episodi e lavorare sulle cause sottostanti. Spesso, periodi di stress o difficoltà emotive possono contribuire a questi stati di malessere, anche se apparentemente sembrano superati.

Le consiglio di valutare la possibilità di intraprendere un percorso con uno psicologo o psicoterapeuta. Questo le permetterà di comprendere meglio le dinamiche che stanno alla base delle sue esperienze e di apprendere strategie specifiche per gestire ansia e attacchi di panico. Gli approcci come la terapia cognitivo-comportamentale, ad esempio, sono particolarmente efficaci per lavorare su questi temi.

Se questi episodi dovessero ripresentarsi, potrebbe essere utile anche parlare con il suo medico di base per escludere eventuali cause fisiche, così da avere maggiore tranquillità e concentrarsi con serenità sugli aspetti psicologici.

Le auguro di trovare presto sollievo e serenità e di trovare la motivazione a cercare un supporto adeguato, così da vivere con maggiore tranquillità.

Un caro saluto
Carissima
Potrebbe risultare utile approfondire la situazione... Partiamo da questo...cosa è accaduto un anno e mezzo fa? Quale situazione, per quanto apparentemente possa sembrare minima, si verifica prima dell'insorgere dei sintomi? Il consiglio è di non minimizzare le situazioni... Bisogna fermarsi, focalizzare, risolvere e lasciar andare...e avvolte dobbiamo avvalerci dell'aiuto di qualcuno per poterlo fare... Questo perché spesso inseriamo un pilota automatico e non diamo abbastanza attenzione al momento presente.. Il benessere psicologico, una buona gestione emotiva, apprendere la consapevolezza e riconoscere i campanelli di allarme..sono cose importanti.. Prenda in mano la sua vita e agisca per stare al meglio!

Un caro saluto,
Dr.ssa Federica Meloni
Gentile ragazza, quello che potresti fare è, innanzitutto, rivolgerti al tuo medico generico.
Lui/lei conosce la tua situazione di salute, potrebbe farti delle domande mirate ed, eventualmente, prescriverti dei controlli. E' importante escludere qualsiasi tipo di malattia organica.
Se il medico non riscontra nessun tipo di problema fisico potrebbe allora essere una sintomatologia legata a una sofferenza di natura psicologica.
A questo punto potrebbe prescriverti un farmaco per abbassare i livelli d'ansia.
Quello che ti consiglio io è di prendere un appuntamento per una consulenza psicologica: questo tipo di professionista è in grado di fare una diagnosi, darti dei consigli utili e mostrarti le possibili strade di cura.
Da quello che scrivi, infatti, non è stato un episodio di forte angoscia (conseguente un periodo particolarmente difficile emotivamente) ma la manifestazione di un disagio che è ancora in atto e che sarebbe salutare per te prendere in considerazione.
Ti abbraccio
Ciao,

Grazie per aver condiviso la tua esperienza. Innanzitutto, mi prenderei il permesso di darti del tu, data la tua giovane età, spero non ti dia fastidio.

Guarda, quello che hai vissuto sembra essere stato davvero spaventoso e comprendo quanto possa essere stato confuso, soprattutto perché non sapevi cosa stava accadendo. Non c'è nulla di cui vergognarsi, anzi, è importante che tu abbia cercato di capire meglio cosa potesse essere successo, per cui bravissima!
Quello che descrivi potrebbe effettivamente essere un attacco di panico, ma anche un attacco di ansia molto forte. La sensazione di dolore al petto, la difficoltà a respirare, il senso di vertigini e la paura di morire sono tutti sintomi comuni di un attacco di panico. In effetti, molte persone che lo vivono per la prima volta non sanno cosa sia e, come nel tuo caso, tendono a preoccuparsi subito di qualcosa di grave, come un infarto. Ma la buona notizia è che gli attacchi di panico, anche se molto spaventosi, non sono pericolosi per la salute fisica. La sensazione di ansia che precede l'attacco vero e proprio potrebbe essere proprio una forma di "preparazione" del corpo al panico, che inizia ad accumularsi senza che tu ne sia pienamente consapevole.
Capisco che ora che sai di più sull'attacco di panico, riesci a gestirlo meglio. Sapere che non stai rischiando nulla può sicuramente aiutarti a tranquillizzarti un po', ma è vero che razionalizzare durante un attacco non è mai facile. Il fatto che tu stia imparando a riconoscere questi momenti è già un grande passo!
Un'altra cosa importante è che il periodo che stavi attraversando prima degli episodi potrebbe aver contribuito ad aumentare la tua ansia, e questo è un aspetto che vale la pena approfondire, magari parlando con qualcuno di fiducia o con un esperto, se ti va. L'importante è non ignorare quello che senti, ma darti il tempo per capire meglio come gestire questi momenti.
Spero che le informazioni ti siano state utili, e non preoccuparti per il tempo che hai preso per scrivere. È davvero importante che tu cerchi di capire meglio cosa ti sta succedendo, e parlare con qualcuno può fare davvero la differenza.
Io son disponibile per consulenze, anche online.

Ti mando un caro saluto e ti auguro una buona giornata!

Dr. Giorgio De Giorgi
Buongiorno,
Tra le diverse cause di dolore al petto, la più innocua e frequente è che possa trattarsi di reflusso, che dà un dolore che effettivamente può far pensare ad un attacco di cuore. Sicuramente come conseguenza del dolore può essersi instaurato uno stato ansioso che, oltre eventualmente ad amplificare ulteriormente il dolore, può causare gli altri sintomi che riporta, come le parestesie, ovvero quelle "sensazioni strane" a mani, braccia e gambe, e che a volte può sfociare in un attacco di panico vero e proprio.
Le consiglio prima di tutto di escludere le cause organiche con gli opportuni accertamenti e parallelamente considerare di rivolgersi a uno psicologo, che può aiutarla a gestire e far rientrare lo stato ansioso che si è instaurato.
Buongiorno, la ringrazio per aver condiviso questa esperienza che comprendo possa averla scossa. Nonostante i sintomi che riporta siano riconducibili ad un attacco di panico, la cosa migliore è approfondire per comprendere meglio cosa sia successo. Oltre ciò, la invito a dedicare un tempo ed uno spazio a questi pensieri ed emozioni poiché certamente meritano di essere approfondite maggiormente. Se volesse approfondire o fissare un appuntamento, rimango a disposizione.
Dott. Giacomo Cresta
Buongiorno,
per prima cosa è necessario escludere, con accertamenti medici, motivi di natura fisica; solo dopo aver fatto ciò potrebbe essere ragionevole pensare che come dice lei "quelle sensazioni che ha provato prima del picco massimo" possano essere attacchi parziali, elementi di fluttuazione dei parametri caridiorespiratori che precedono l'evento acuto e che solo i soggetti più sensibili percepiscono in qualità di fattori premonitori.

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