Salve volevo sapere una domanda essendo che rimasi preoccupato perché una psicoterapeuta una volta m
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Salve volevo sapere una domanda essendo che rimasi preoccupato perché una psicoterapeuta una volta mi disse che i disturbi psicopatologici ci sono casi molto gravi e (rari) dove debellare completamente i sintomi non è possibile cioè non è possibile guarire completamente e i sintomi persistono mi potete spiegare come mai? Perché io ho sempre sentito che con una buona psicoterapia dai disturbi psicologici comuni di oggi dice che si guarisce al 100% e i sintomi scompaiono del tutto, ma una psicologa una volta mi disse ci sono le statistiche che dicono che una piccolissima percentuale di persone neanche con i giusti trattamenti guarisce ne migliora e a me mi mise tantissima preoccupazione però lei mi disse che in quei casi detti molto gravi rari in qui i sintomi persistono lei ha detto che non è assolutamente frutto del caso o della sfortuna ma ci sono diversi fattori che possono influenzare la cura di una psicopatologia "disturbo" non permettendo la completa guarigione mi potete spiegare quali sono questi fattori di quei rarissimi casi di persone che non guariscono da dei disturbi nonostante i trattamenti? A me hanno detto che dipende con quanta tempestività si interviene indipendentemente dalla gravità si sente che anche persone con problemi molto gravi sono guarite e rinate con una psicoterapia. Ma se le cause all'origine non vengono prese in tempo ci sta che un disturbo possa trasformarsi in tragedia inguaribile mi dissero, potete spiegarmi quali fattori possono esserci all'origine di quei casi rari dove non si guarisce del. Tutto da dei problemi psicologici? Grazie
Salve,
ho letto molto attentamente ciò che lei ha scritto e ho colto grande preoccupazione. Mi risulta molto difficile poterle rispondere in quanto non vengono specificati i "disturbi" che la inquietano.
Comunque, come per ogni tipo di sofferenza, il percorso verso la guarigione totale o, comunque, verso un netto miglioramento è soggettivo. Tra i fattori che possono agevolare od ostacolare c'è proprio il rapporto fra il terapeuta e il paziente, luogo in cui possono nascere fraintendimenti e paure.
Le consiglierei di rivolgersi ad uno specialista in grado di rassicurarla, rispondendo adeguatamente ai suoi dubbi inerenti la psicoterapia e i suoi campi di applicazione.
Resto a disposizione anche per colloqui online,
Cordialmente,
Dott.ssa Elena Rolfo
ho letto molto attentamente ciò che lei ha scritto e ho colto grande preoccupazione. Mi risulta molto difficile poterle rispondere in quanto non vengono specificati i "disturbi" che la inquietano.
Comunque, come per ogni tipo di sofferenza, il percorso verso la guarigione totale o, comunque, verso un netto miglioramento è soggettivo. Tra i fattori che possono agevolare od ostacolare c'è proprio il rapporto fra il terapeuta e il paziente, luogo in cui possono nascere fraintendimenti e paure.
Le consiglierei di rivolgersi ad uno specialista in grado di rassicurarla, rispondendo adeguatamente ai suoi dubbi inerenti la psicoterapia e i suoi campi di applicazione.
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Buongiorno. La sua domanda è molto complessa e articolata e non pretendo di darle una risposta esaustiva.
Dal momento che ho un approccio ad orientamento analitico, dove si utilizza molto la relazione terapeutica (il transfert e il controtransfert) come strumenti di lavoro, volevo darle una restituzione basata su ciò che ha suscitato in me leggere la sua domanda.
Sento una forte preoccupazione legata al sintomo e mi domando perché per lei la sintomatologia sia così importante; dal mio punto di vista questo potrebbe essere un primo tema su cui lavorare in un eventuale percorso. Ritengo, inoltre, che il sintomo rappresenti la punta di un iceberg e quindi sia solo l'occasione che in qualche modo ci stiamo dando per iniziare a prendere consapevolezza che qualcosa nella nostra vita ci fa soffrire e in conseguenza, forse, a prenderci cura di noi stessi. Dico forse perchè esiste anche un vantaggio secondario della malattia ed è ciò che talvolta ci tiene ancorati al sintomo che per alcuni aspetti ci fa soffrire, ma per altri ci tiene lontani da un processo di cambiamento che può spaventare più del sintomo stesso.
Mi incuriosisce, inoltre, l'accento posto sulla guarigione: che cosa vuol dire guarire? Io preferisco parlare di prendersi cura e credo che un percorso terapeutico possa essere così descritto: "Un vero viaggio di scoperta non è cercare nuove terre, ma avere nuovi occhi"; in questo viaggio non è fondamentale il raggiungimento della meta, ma tutte le terre attraversate e gli incontri fatti durante questo percorso (magari parti di me che non avevo mai incontrato, che avevo ignorato, deriso, svalutato, odiato). Dunque, per me fondamentale non è guarire ma imparare a prendersi cura di sè, partendo dal qui e ora, dando valore al sintomo e al significato che quel sintomo ha per me in questo particolare momento della mia vita; un sintomo può offrire la possibilità di intraprendere un viaggio di conoscenza di sè.
Le auguro che il suo viaggio di scoperta di sè sia ricco e appagante.
Dott.ssa Margherita Toscano
Dal momento che ho un approccio ad orientamento analitico, dove si utilizza molto la relazione terapeutica (il transfert e il controtransfert) come strumenti di lavoro, volevo darle una restituzione basata su ciò che ha suscitato in me leggere la sua domanda.
Sento una forte preoccupazione legata al sintomo e mi domando perché per lei la sintomatologia sia così importante; dal mio punto di vista questo potrebbe essere un primo tema su cui lavorare in un eventuale percorso. Ritengo, inoltre, che il sintomo rappresenti la punta di un iceberg e quindi sia solo l'occasione che in qualche modo ci stiamo dando per iniziare a prendere consapevolezza che qualcosa nella nostra vita ci fa soffrire e in conseguenza, forse, a prenderci cura di noi stessi. Dico forse perchè esiste anche un vantaggio secondario della malattia ed è ciò che talvolta ci tiene ancorati al sintomo che per alcuni aspetti ci fa soffrire, ma per altri ci tiene lontani da un processo di cambiamento che può spaventare più del sintomo stesso.
Mi incuriosisce, inoltre, l'accento posto sulla guarigione: che cosa vuol dire guarire? Io preferisco parlare di prendersi cura e credo che un percorso terapeutico possa essere così descritto: "Un vero viaggio di scoperta non è cercare nuove terre, ma avere nuovi occhi"; in questo viaggio non è fondamentale il raggiungimento della meta, ma tutte le terre attraversate e gli incontri fatti durante questo percorso (magari parti di me che non avevo mai incontrato, che avevo ignorato, deriso, svalutato, odiato). Dunque, per me fondamentale non è guarire ma imparare a prendersi cura di sè, partendo dal qui e ora, dando valore al sintomo e al significato che quel sintomo ha per me in questo particolare momento della mia vita; un sintomo può offrire la possibilità di intraprendere un viaggio di conoscenza di sè.
Le auguro che il suo viaggio di scoperta di sè sia ricco e appagante.
Dott.ssa Margherita Toscano
caro utente,
percepisco dalle sue parole una certa preoccupazione. E' difficile rispondere alla sua domanda, e l'affermazione della sua terapeuta andrebbe contestualizzata. Posso solo dirle che tutto ciò che riguarda la psiche non può essere ridotto ad un mero processo di "guarigione"....è qualcosa di un po' più articolato e complesso rispetto ad una patologia più organica, come può essere un'influenza, o una distorsione ecc ecc.
Tutto ciò che riguarda la psiche racchiude in sè più variabili, le quali connesse insieme permettono un processo di crescita interiore incentivato dalla voglia di prendersi cura di sè. e proprio perchè le variabili sono molte, e noi esseri umani così tutti diversi, questo processo può agire in ognuno di noi in modo differente, con tempi differenti ed esiti differenti. Ciò che davvero importa è comunque il rapporto di reciproca fiducia che si instaura tra terapeuta e paziente e che permette la danza del processo terpeutico, in qualunque caso.
Provi a condividere questa sua paura col suo professionista, potrebbe ssere utile mateiale di lavoro.
Cordialmente.
Dr.ssa Noemi Carrieri - Firenze
percepisco dalle sue parole una certa preoccupazione. E' difficile rispondere alla sua domanda, e l'affermazione della sua terapeuta andrebbe contestualizzata. Posso solo dirle che tutto ciò che riguarda la psiche non può essere ridotto ad un mero processo di "guarigione"....è qualcosa di un po' più articolato e complesso rispetto ad una patologia più organica, come può essere un'influenza, o una distorsione ecc ecc.
Tutto ciò che riguarda la psiche racchiude in sè più variabili, le quali connesse insieme permettono un processo di crescita interiore incentivato dalla voglia di prendersi cura di sè. e proprio perchè le variabili sono molte, e noi esseri umani così tutti diversi, questo processo può agire in ognuno di noi in modo differente, con tempi differenti ed esiti differenti. Ciò che davvero importa è comunque il rapporto di reciproca fiducia che si instaura tra terapeuta e paziente e che permette la danza del processo terpeutico, in qualunque caso.
Provi a condividere questa sua paura col suo professionista, potrebbe ssere utile mateiale di lavoro.
Cordialmente.
Dr.ssa Noemi Carrieri - Firenze
Buongiorno, la prima cosa che deve fare una persona che ha disagi di ordine psicologico è quella di intraprendere un percorso psicologico con un professionista con il quale è semplice instaurare un rapporto di fiducia e di sostegno. In altre parole la persona deve prendersi cura di sè e con l'aiuto di un esperto comprendere e affrontare le cause del suo malessere. La "guarigione" è il contrario di "aggravamento" perciò si può affermare che quando si comincia a stare meglio ci si avvia su un percorso di remissione cioè attenuazione del sintomo. Ogni percorso terapeutico ha una storia personale non paragonabile ad altre storie, la cosa più importante è affidarsi a chi ci può aiutare. Auguri
Gentilissimo, quando si inizia un percorso terapeutico è importante essere motivati a farlo e instaurare un rapporto di fiducia con il professionista. Se ciò si realizza, man mano che si va avanti con il percorso si ha una visione più chiara di ciò che ha scatenato dei sintomi e si impara a gestirli, a ridurli per arrivare, nei migliori dei casi, ad eliminarli. Ma una certa fragilità può ricomparire in concomitanza con eventi esterni .... è una cosa individuale per la quale non c'è risposta ....
Fossi in lei cercherei di approfondire con un professionista il perché di questa sua paura, mi sembra di aver capito che la cosa la preoccupi molto e, inevitabilmente, non la fa star bene. Sarà un passo importante per riprendere in mano la sua vita e guardare al futuro in modo più sereno.
Qualora lo volesse, resto a disposizione, anche online.
Cordialmente
dott.ssa Miculian
Fossi in lei cercherei di approfondire con un professionista il perché di questa sua paura, mi sembra di aver capito che la cosa la preoccupi molto e, inevitabilmente, non la fa star bene. Sarà un passo importante per riprendere in mano la sua vita e guardare al futuro in modo più sereno.
Qualora lo volesse, resto a disposizione, anche online.
Cordialmente
dott.ssa Miculian
Nella cura dei disturbi psicopatologici intervengono diversi fattori. Sicuramente più l'origine del disturbo si annida nei primi anni di vita, più è difficile modificare dei tratti di personalità che predispongono o sono parte integrante del disturbo stesso. Un altro fattore può essere costituito dai farmaci assunti che possono creare dipendenza. Inoltre la psicoterapia può non risultare efficace per errori del terapeuta o per mancata collaborazione da parte del paziente.
È molto interessante quanto scrive. Sono d'accordo con tutte le colleghe che hanno già risposto e, se nota, tutte non hanno potuto non notare l'entità della sua preoccupazione.
Mi viene il dubbio che ci sia stato un problema di comunicazione fra lei e il/la professionista e che, come già detto, la frase decontestualuzzata possa alimentare la sua preoccupazione.
In linea generale e teorica NON è possibile affermare che una cura di qualsiasi natura funzioni al 100%, si tratterebbe di un'affermazione antiscientifica e scorretta; volendo si potrebbe rispondere che "finora tutti i casi noti hanno avuto successo" ma si rende conto che nel momento stesso in cui lo si dice da qualche parte del mondo potrebbe esserci un altro caso che invece non ha avuto successo.... è su questo che si base il progresso scientifico anche delle strategie psicoterapeutiche.
Dovessi azzardare una riformulazione dell'affermazione della collega, in modo più rassicurante potrei dire " le probabilità di guarigione sono per lei estremamente favorevoli" oppure "statisticamente è altamente probabile che la terapia con lei funzioni".... ma dare una garanzia al 100% è appunto come ho detto scorretto... diffidi da chi le promette il contrario ( che avrà notato di solito sono maghi e maghetti!).
Buona fortuna
EM
Mi viene il dubbio che ci sia stato un problema di comunicazione fra lei e il/la professionista e che, come già detto, la frase decontestualuzzata possa alimentare la sua preoccupazione.
In linea generale e teorica NON è possibile affermare che una cura di qualsiasi natura funzioni al 100%, si tratterebbe di un'affermazione antiscientifica e scorretta; volendo si potrebbe rispondere che "finora tutti i casi noti hanno avuto successo" ma si rende conto che nel momento stesso in cui lo si dice da qualche parte del mondo potrebbe esserci un altro caso che invece non ha avuto successo.... è su questo che si base il progresso scientifico anche delle strategie psicoterapeutiche.
Dovessi azzardare una riformulazione dell'affermazione della collega, in modo più rassicurante potrei dire " le probabilità di guarigione sono per lei estremamente favorevoli" oppure "statisticamente è altamente probabile che la terapia con lei funzioni".... ma dare una garanzia al 100% è appunto come ho detto scorretto... diffidi da chi le promette il contrario ( che avrà notato di solito sono maghi e maghetti!).
Buona fortuna
EM
Buongiorno, dalle sue parole colgo molta preoccupazione ed ansia. La domanda è complessa e concerne da una parte la natura/durata del disturbo/i di cui si sta parlando e dall'altra, e soprattutto, come si sviluppa la relazione terapeutica. A me colpisce la sua angoscia al riguardo e le suggerisco di prendersene cura in uno spazio protetto e accogliente come la relazione psicoterapica può disporre. Un caro saluto e a disposizione anche on line. Maria dr Zaupa
Gentile utente, pur avvertendo la sua preoccupazione, non posso darle una risposta certa e rassicurante, semplicemente perchè sarebbe generica, riferita ad una domanda generica. La psicoterapia si rivolge alla singola persona ed ogni persona è un unica, indipendentemente dalle diagnosi o dalle etichette che possono esserle state attribuite. Le rispondo, quindi, semplicemente che tutto dipende dal paziente specifico che pur manifestando un insieme di sintomi riconducibili ad una categoria diagnostica, rimane un caso unico, suscettibile di cambiamenti. Rimango a disposizione per ulteriori informazioni dott.ssa Nadja Pagliaro
Buonasera, mi dispiace.per questa sentenza lapidaria! Non ho capito se ha seguito un percorso psicoterapeutico, non ho capito neanche quale sia la sua "psicopatologia". Noi siamo qui proprio per aiutare a superare le difficoltà di chi chiede aiuto....
Le consiglio di intraprendere un percorso terapeutico, difficilmente riceverà quel tipo di risposta.
Le auguro davvero di trovare il/la giusta terapeuta
Resto a disposizione
Un saluto
Claudia m
Le consiglio di intraprendere un percorso terapeutico, difficilmente riceverà quel tipo di risposta.
Le auguro davvero di trovare il/la giusta terapeuta
Resto a disposizione
Un saluto
Claudia m
Buongiorno,
Colgo una certa preoccupazione nella sua domanda, che sicuramente avrebbe bisogno di essere analizzata nelle cause e nel quadro della sua situazione.
Ad ogni modo, per tentare di risponderle, sebbene non possa che farlo in maniera generica vista la scarsità di informazioni, posso dirle che esiste una grande varietà di disturbi, in primis. Solitamente si parla di un continuum di gravità ai due estremi del quale si possono trovare o i classici conflitti risolvibili con una psicoterapia (come quella breve) o (all'altro estremo) disturbi che si definiscono "da deficit" quindi spesso si parla in quest'ultimo caso di disturbi psichiatrici. In quest'ultimo caso, effettivamente è possibile dire che, data anche la grande varietà di fattori eziologici coinvolti (una grande importanza ha qui la genetica), la cura è pressoché infinita e mai completamente definitiva, in quanto si tratta di patologie che necessitano una cura farmacologica che spesso assume connotazione di mantenimento piuttosto che di guarigione. Detto ciò, parlando di disturbi di questo tipo, preciso che si parla di disturbi psichiatrici gravi, di persone che necessitano un'assistenza costante nella quotidianità, dunque non della maggioranza delle persone che cercano un percorso di psicoterapia e che, nella maggior parte dei casi (molto dipende qui anche dalla giusta alleanza che si viene a creare tra professionista e paziente) porta al ristabilire l'equilibrio personale del paziente.
Sperando di esserle stata d'aiuto,
Dott.ssa Elisa Folliero
Colgo una certa preoccupazione nella sua domanda, che sicuramente avrebbe bisogno di essere analizzata nelle cause e nel quadro della sua situazione.
Ad ogni modo, per tentare di risponderle, sebbene non possa che farlo in maniera generica vista la scarsità di informazioni, posso dirle che esiste una grande varietà di disturbi, in primis. Solitamente si parla di un continuum di gravità ai due estremi del quale si possono trovare o i classici conflitti risolvibili con una psicoterapia (come quella breve) o (all'altro estremo) disturbi che si definiscono "da deficit" quindi spesso si parla in quest'ultimo caso di disturbi psichiatrici. In quest'ultimo caso, effettivamente è possibile dire che, data anche la grande varietà di fattori eziologici coinvolti (una grande importanza ha qui la genetica), la cura è pressoché infinita e mai completamente definitiva, in quanto si tratta di patologie che necessitano una cura farmacologica che spesso assume connotazione di mantenimento piuttosto che di guarigione. Detto ciò, parlando di disturbi di questo tipo, preciso che si parla di disturbi psichiatrici gravi, di persone che necessitano un'assistenza costante nella quotidianità, dunque non della maggioranza delle persone che cercano un percorso di psicoterapia e che, nella maggior parte dei casi (molto dipende qui anche dalla giusta alleanza che si viene a creare tra professionista e paziente) porta al ristabilire l'equilibrio personale del paziente.
Sperando di esserle stata d'aiuto,
Dott.ssa Elisa Folliero
buongiorno, capisco la sua preoccupazione, tal volta è importante considerare ciò che ci viene detto solo da una prospettiva, vivendola in tutta la sua negatività, in questo caso lei l'ha letta nel suo significato letterale, vivendola male, non so cosa intendesse il collega una frase del genere associata ad un disturbo o una patologia va letta come; hai un disturbo, puoi imparare a gestire i sintomi o debellare alcuni comportamenti ma il disturbo permane ma puoi gestirlo, è importante scegliere la prospettiva di lettura più motivante possibile per poter affrontare al meglio i propri limiti.
Dott.ssa Stefania Usai
Dott.ssa Stefania Usai
Buongiorno! La sua preoccupazione è palpabile, ma le certezze sono cosa quanto mai rara, quando ci si confronta con la dimensione umana, con il dolore mentale. Una psicoterapia sufficientemente buona non si propone di cancellare tutti i "sintomi", ogni traccia della sua unicità è umanità. Se le cose funzionassero come devono, alcuni sintomi si risolverebbe, altri diventerebbero meno assordanti e altri ancora accettabili. Il risultato? Lei vivrebbe più sereno, meno angosciato e in pieno contatto con tutti gli aspetti che La caratterizzano. Mi spaventerebbe la possibilità che qualcuno mi trasformasse, facesse sparire il 100% di alcuni aspetti di me. Potrebbe, in fondo, essere anche una Sua legittima paura? Buon lavoro
Caro utente, la sua domanda fa eco a molte riflessioni di tutti noi psicologi su questo tema importante. E' una domanda complessa cui cercherò semplicemente di offrire un punto di vista diverso: a mio avviso non esiste nessuna psicopatologia inguaribile. Tutto dipende da cosa intendiamo per guarigione: il senso più profondo della parola fa riferimento a qualcosa di più ampio e sottile che ad una semplice scomparsa del quadro sintomatologico. Guarire significa prima di tutto fare pace col proprio disagio, riuscire a includerlo nel proprio quotidiano e riuscire a scorgere il lato positivo, le risorse, i doni e le capacità personali che inevitabilmente ogni "malattia", anche psichica, porta con sé. I sintomi non sono nostri nemici, ma messaggeri, talvolta scomodi, che arrivano nelle nostre vite per spronarci a tirar fuori da noi qualità che senza quella situazione non avremmo mai saputo di possedere. Fatta questa premessa, bisogna aggiungere che talvolta sintomi e psicopatologia scompaiono totalmente, altre volte si dissolvono più o meno intensamente, ed infine altre persistono nel tempo, seppur in modo certo più sostenibile proprio grazie alla psicoterapia e ad eventuali rimedi farmacologi più adatti. Mi piacerebbe molto aiutarla a smussare la sua preoccupazione con una consulenza on line, ed avere un'occasione più per approfondire i concetti che le ho accennato con queste parole.
Ci sono casi in cui i disturbi psicologici, pur migliorando, non guariscono completamente se non dopo molto tempo, anche quando la terapia è conclusa. Il tutto dipende da vari fattori, dall'alleanza costruita con il proprio terapeuta, da circostanze esterne, dal fatto che il disturbo si sia ormai incistato come tratto di personalità. Tuttavia le psicoterapie sono utili e in tutti i casi migliorano la situazione di vita del paziente.
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Salve, dalle sue parole arriva la sua preoccupazione, non esplicita invece il motivo per cui ha questa preoccupazione. Nel campo della psiche, ma meglio dire in campo umano, visto che corpo e psiche non sono separati, non ci sono verità assolute. Ci sono studi, statistiche, che analizzano dei dati, li confrontano e mettono insieme delle informazioni che danno un'idea di come si manifestano i fenomeni nel loro insieme. poi nel campo della soggettività, dell' uniicità della persona non c'è regola. La psicoterapia può curare, a volte guarire.Sicuramente si prende cura e questo non è mai perdente. Eventi della prima infanzia, quando si era dipendenti e con strutture psichiche non ancora totalmente sviluppate possono incidere fortemente sulla personalità e avere quindi una forte ripercussione sulla costruzione della realtà della persona. A volte non si può guarire nè curare ma imparare a gestire e prendersi cura sì. Non è tanto il "cosa" c'è ma il "come" lo vivo e lo gestisco nel mondo. Spero di esserle stata utile, cordiali saluti dott.ssa Silvia Ragni
Buonasera,
Capisco la sua preoccupazione e cercherò di spiegare il più chiaramente possibile. È vero che, nella maggior parte dei casi, una buona psicoterapia e il giusto supporto possono portare a significativi miglioramenti, e spesso alla remissione completa dei sintomi. Tuttavia, ci sono alcune situazioni in cui la guarigione completa non è sempre possibile, e questo può dipendere da diversi fattori:
Gravità e Cronologia del Disturbo: Alcuni disturbi, se lasciati non trattati per lungo tempo, possono diventare più radicati e difficili da trattare. Ad esempio, disturbi complessi che durano per decenni possono diventare più resistenti rispetto a quelli trattati tempestivamente.
Fattori Biologici e Genetici: Alcune persone possono avere una predisposizione genetica o una componente biologica che rende più difficile il trattamento. Questo può includere un funzionamento diverso di alcuni neurotrasmettitori o altre anomalie fisiologiche che rendono il disturbo più resistente.
Eventi Stressanti e Fattori Ambientali: Fattori esterni, come traumi continui, stress cronico o un ambiente non supportivo, possono complicare il percorso di guarigione. Se una persona continua a vivere in un contesto che alimenta i sintomi, la guarigione può risultare molto più difficile.
Comorbilità con Altri Disturbi: La presenza di più disturbi contemporaneamente (come ansia, depressione, dipendenze) può rendere la terapia più complessa. L'interazione tra diversi sintomi può ostacolare il miglioramento.
Motivazione e Adesione alla Terapia: La motivazione del paziente e la sua capacità di aderire al trattamento giocano un ruolo cruciale. In alcuni casi, la persona potrebbe non essere pronta o non sentirsi abbastanza motivata per lavorare attivamente sui propri problemi.
Fattori Relazionali e di Sostegno: La presenza di una rete di supporto è fondamentale per il successo della terapia. Se una persona vive in un ambiente in cui manca sostegno o addirittura è circondata da relazioni tossiche, questo può ostacolare il processo di guarigione.
È importante sapere che anche in casi più complessi, la psicoterapia può comunque migliorare significativamente la qualità della vita e ridurre i sintomi, anche se non sempre li elimina del tutto. L'approccio migliore è quello di lavorare insieme al terapeuta per trovare le strategie più efficaci per la situazione specifica.
Se ha bisogno di approfondire questi aspetti o di iniziare un percorso che possa aiutarla, sono qui per offrirle supporto.
Un saluto.
D.ssa Raileanu
Capisco la sua preoccupazione e cercherò di spiegare il più chiaramente possibile. È vero che, nella maggior parte dei casi, una buona psicoterapia e il giusto supporto possono portare a significativi miglioramenti, e spesso alla remissione completa dei sintomi. Tuttavia, ci sono alcune situazioni in cui la guarigione completa non è sempre possibile, e questo può dipendere da diversi fattori:
Gravità e Cronologia del Disturbo: Alcuni disturbi, se lasciati non trattati per lungo tempo, possono diventare più radicati e difficili da trattare. Ad esempio, disturbi complessi che durano per decenni possono diventare più resistenti rispetto a quelli trattati tempestivamente.
Fattori Biologici e Genetici: Alcune persone possono avere una predisposizione genetica o una componente biologica che rende più difficile il trattamento. Questo può includere un funzionamento diverso di alcuni neurotrasmettitori o altre anomalie fisiologiche che rendono il disturbo più resistente.
Eventi Stressanti e Fattori Ambientali: Fattori esterni, come traumi continui, stress cronico o un ambiente non supportivo, possono complicare il percorso di guarigione. Se una persona continua a vivere in un contesto che alimenta i sintomi, la guarigione può risultare molto più difficile.
Comorbilità con Altri Disturbi: La presenza di più disturbi contemporaneamente (come ansia, depressione, dipendenze) può rendere la terapia più complessa. L'interazione tra diversi sintomi può ostacolare il miglioramento.
Motivazione e Adesione alla Terapia: La motivazione del paziente e la sua capacità di aderire al trattamento giocano un ruolo cruciale. In alcuni casi, la persona potrebbe non essere pronta o non sentirsi abbastanza motivata per lavorare attivamente sui propri problemi.
Fattori Relazionali e di Sostegno: La presenza di una rete di supporto è fondamentale per il successo della terapia. Se una persona vive in un ambiente in cui manca sostegno o addirittura è circondata da relazioni tossiche, questo può ostacolare il processo di guarigione.
È importante sapere che anche in casi più complessi, la psicoterapia può comunque migliorare significativamente la qualità della vita e ridurre i sintomi, anche se non sempre li elimina del tutto. L'approccio migliore è quello di lavorare insieme al terapeuta per trovare le strategie più efficaci per la situazione specifica.
Se ha bisogno di approfondire questi aspetti o di iniziare un percorso che possa aiutarla, sono qui per offrirle supporto.
Un saluto.
D.ssa Raileanu
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