Salve, Volevo parlare di un problema che mi sta molto a cuore. Ho 16 anni ed ovviamente vivo ancora
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Salve,
Volevo parlare di un problema che mi sta molto a cuore. Ho 16 anni ed ovviamente vivo ancora con i miei genitori. Ho due fratelli maggiori che si sono entrambi trasferiti nelle loro case e sono rimasta sola in casa. I miei genitori all'apparenza sembrano una coppia normale, ma in realtà ci sono problemi molto profondi che si manifestano ogni tanto. Mia madre da giovane ha avuto problemi mentali legati soprattutto all'autostima che la portarono ad avere problematiche anche fisiche (non specifico per tutelare la sua privacy), legate sicuramente ad un rapporto con il padre veramente molto tossico e grave, invece mio padre ha avuto una storia particolare. Fino a quasi 30 anni è stato sempre in casa, da solo, a studiare, a causa dei suoi genitori particolarmente severi e "manipolatori" (questo è quello che dice lui). Entrambi, però, non si sono mai rivolti a degli specialisti della salute mentale e penso che molto loro problemi ci siano ancora. Queste sono questioni che riguardano solo loro, ma il mio disagio nasce dal momento in cui tutto ciò influisce sulla famiglia. Mio padre ha dei periodi in cui ha dei veri e proprio scatti di rabbia improvvisi ed imprevedibili, poi di solito non fa del male, ma urla, insulta, e, nei casi più gravi, rompe qualcosa. Mia madre invece cerca di rispondergli, per farsi valere, poi molte volte piange ed alla fine, molto spesso, lui vince nella discussione. Non litigano spesso in realtà, ma ci sono periodi in cui succede e che veramente mi fanno tremare le mani, accelerare il battito, venire nausea, ansia e preoccupazione seria. Mi è venuto in mente di scrivere proprio perché esattamente pochi minuti fa mio padre è esploso. Stavamo mangiano tranquilli a pranzo, ad un certo punto, lui inizia a dire che nella sua pasta c'è troppo olio, mia madre nega e lui si arrabbia ancora si più. Lei afferma di aver semplicemente sbagliato la dose, invece lui è convinto che lei addirittura glielo abbia messo apposta solo a lui e che così ingrasserà, oltre che a sprecare l'olio. La situazione poi degenera, perché lui inizia a dire che lei non è capace a fare niente, lei ribatte dicendo che ha sempre fatto di tutto per la famiglia e vanno avanti per ore. Una situazione stupida che se fosse successa a persone sane mentalmente si sarebbe risolta dopo neanche un minuto. Io, nel frattempo, ero a tavola ed ero pietrificata, continuavo a mangiare velocemente per andarmene il prima possibile, ma appena arrivo in camera mi sento male. Una volta iniziarono ad urlare pesantemente davanti a me e quando poi se ne andarono perché arrivò mio fratello, io mi sentì sovraccaricata emotivamente e piansi davanti a mio fratello (considerando che è stata la prima ed unica volta in cui piango davanti ad una persona). Io ovviamente non posso obbligarli ad andare in terapia o a provare a risolvere i loro problemi, d'altra parte non so come comportarmi. Non capisco se dovrei intervenire in queste liti, ma anche se dovessi non ci riuscirei. Non riesco a gestire questa situazione e penso che mi abbia abbastanza plasmata nella mia crescita, molto di più rispetto che ai miei fratelli. Con mio padre, infatti, non ci parlo per niente perché con lui mi sento sempre di dover camminare in punta di piedi. So che poi non ha mai fatto niente di grave, ma gli urli, e le liti dei miei genitori mi fanno troppa paura lo stesso. Non so come comportarmi davvero.
Grazie.
Buona giornata
Volevo parlare di un problema che mi sta molto a cuore. Ho 16 anni ed ovviamente vivo ancora con i miei genitori. Ho due fratelli maggiori che si sono entrambi trasferiti nelle loro case e sono rimasta sola in casa. I miei genitori all'apparenza sembrano una coppia normale, ma in realtà ci sono problemi molto profondi che si manifestano ogni tanto. Mia madre da giovane ha avuto problemi mentali legati soprattutto all'autostima che la portarono ad avere problematiche anche fisiche (non specifico per tutelare la sua privacy), legate sicuramente ad un rapporto con il padre veramente molto tossico e grave, invece mio padre ha avuto una storia particolare. Fino a quasi 30 anni è stato sempre in casa, da solo, a studiare, a causa dei suoi genitori particolarmente severi e "manipolatori" (questo è quello che dice lui). Entrambi, però, non si sono mai rivolti a degli specialisti della salute mentale e penso che molto loro problemi ci siano ancora. Queste sono questioni che riguardano solo loro, ma il mio disagio nasce dal momento in cui tutto ciò influisce sulla famiglia. Mio padre ha dei periodi in cui ha dei veri e proprio scatti di rabbia improvvisi ed imprevedibili, poi di solito non fa del male, ma urla, insulta, e, nei casi più gravi, rompe qualcosa. Mia madre invece cerca di rispondergli, per farsi valere, poi molte volte piange ed alla fine, molto spesso, lui vince nella discussione. Non litigano spesso in realtà, ma ci sono periodi in cui succede e che veramente mi fanno tremare le mani, accelerare il battito, venire nausea, ansia e preoccupazione seria. Mi è venuto in mente di scrivere proprio perché esattamente pochi minuti fa mio padre è esploso. Stavamo mangiano tranquilli a pranzo, ad un certo punto, lui inizia a dire che nella sua pasta c'è troppo olio, mia madre nega e lui si arrabbia ancora si più. Lei afferma di aver semplicemente sbagliato la dose, invece lui è convinto che lei addirittura glielo abbia messo apposta solo a lui e che così ingrasserà, oltre che a sprecare l'olio. La situazione poi degenera, perché lui inizia a dire che lei non è capace a fare niente, lei ribatte dicendo che ha sempre fatto di tutto per la famiglia e vanno avanti per ore. Una situazione stupida che se fosse successa a persone sane mentalmente si sarebbe risolta dopo neanche un minuto. Io, nel frattempo, ero a tavola ed ero pietrificata, continuavo a mangiare velocemente per andarmene il prima possibile, ma appena arrivo in camera mi sento male. Una volta iniziarono ad urlare pesantemente davanti a me e quando poi se ne andarono perché arrivò mio fratello, io mi sentì sovraccaricata emotivamente e piansi davanti a mio fratello (considerando che è stata la prima ed unica volta in cui piango davanti ad una persona). Io ovviamente non posso obbligarli ad andare in terapia o a provare a risolvere i loro problemi, d'altra parte non so come comportarmi. Non capisco se dovrei intervenire in queste liti, ma anche se dovessi non ci riuscirei. Non riesco a gestire questa situazione e penso che mi abbia abbastanza plasmata nella mia crescita, molto di più rispetto che ai miei fratelli. Con mio padre, infatti, non ci parlo per niente perché con lui mi sento sempre di dover camminare in punta di piedi. So che poi non ha mai fatto niente di grave, ma gli urli, e le liti dei miei genitori mi fanno troppa paura lo stesso. Non so come comportarmi davvero.
Grazie.
Buona giornata
Salve, anzitutto mi stupisce la tua (ti do del tu perchè sei giovanissima) capacità analitica transgenerazionale a questa giovane età, BRAVA!! Detto ciò ti consiglio vivamente di iniziare un percorso, come hai ben esposto tu i tuoi genitori hanno sicuramente degli schemi disfunzionali a causa di retaggi familiari anch'essi non funzionali. Tu in questo hai veramente poco potere, nel senso che non puoi risolvere i loro problemi, l'unica cosa che puoi fare per tutelare il tuo futuro e per regalarti una vita emotiva serena e quella di spezzare questi schemi che come hai ben evidenziato tu i tuoi non hanno mai interrotto non prendendosi cura della loro vita emozionale e psichica. ci vuole coraggio e molto impegno per farlo, devi essere preparata, Vedrai cose che non vuoi vedere, avrai resistenze ma tutto ciò si supererà in terapia ed in seguito sarà tutto in discesa, te lo prometto. Spero davvero tu possa aiutarti, per qualsiasi cosa io sono qui, non so dove abiti ma io ho degli studi a Trieste quindi se ti serve qualsiasi cosa son qui. Anche solo una consulenza gratuita( che di solito non faccio), ma capisco il disagio e la confusione, perciò mi farebbe davvero piacere poterti essere di aiuto. Un caro abbraccio.
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Buongiorno, mi dispiace molto per quello che sta passando ma è assolutamente legittimo data la situazione. Come dice lei questa situazione l'ha sicuramente plasmata, ora che ha 16 anni riesce a "vedere" che quanto succede tra i suoi genitori è disfunzionale ma quando era più piccola lei "subiva" le urla del papà e sicuramente queste la spaventavano molto perchè pur non essendoci violenza fisica, lei percepiva una violenza e aggressività verbale molto marcata. Forse potrebbe parlare con i suoi genitori in un momento di calma e dire quanto la facciano star male le loro litigate e quanto la spaventino le urla di papà, forse loro non se ne rendono conto.
Buongiorno,
Capisco quanto sia difficile affrontare un contesto familiare così carico di tensioni e quanto possa risultare pesante assistere a dinamiche così dolorose tra i propri genitori. Lei si trova in una situazione complicata, in cui l’amore e la preoccupazione per i suoi familiari si intrecciano con il desiderio di serenità e stabilità, che ogni adolescente dovrebbe avere. Le sue reazioni, come il tremore, la nausea, l’ansia, sono comprensibili: gli scontri in famiglia, soprattutto quelli ripetuti e intensi, possono attivare una risposta emotiva molto forte e creare sensazioni di impotenza o di disagio profondi.
Non deve sentirsi in colpa per non riuscire a intervenire nelle discussioni; è del tutto naturale che, in questi casi, desideri solo allontanarsi per proteggersi emotivamente. Intervenire potrebbe essere non solo complesso, ma anche inefficace, poiché i problemi che racconta non sembrano essere nati da circostanze semplici e richiederebbero l’aiuto di un esperto. Lei non può farsi carico della responsabilità di risolverli, né dovrebbe sentirsi in dovere di farlo. Tuttavia, le sue emozioni e il suo benessere sono altrettanto importanti, e anche per lei potrebbe essere molto utile trovare un supporto esterno che la aiuti a elaborare queste esperienze e a gestire l’ansia e il disagio che ne derivano.
Poter parlare con uno psicoterapeuta le offrirebbe uno spazio sicuro per condividere ciò che vive e per ottenere strategie utili ad affrontare le emozioni che questi episodi le suscitano. Consideri anche di confidarsi con i suoi fratelli maggiori, che possono comprendere in parte ciò che sta vivendo e forse darle il sostegno emotivo di cui ha bisogno. Resto disponibile per ulteriori chiarimenti e le auguro che questo percorso le porti serenità e stabilità.
Capisco quanto sia difficile affrontare un contesto familiare così carico di tensioni e quanto possa risultare pesante assistere a dinamiche così dolorose tra i propri genitori. Lei si trova in una situazione complicata, in cui l’amore e la preoccupazione per i suoi familiari si intrecciano con il desiderio di serenità e stabilità, che ogni adolescente dovrebbe avere. Le sue reazioni, come il tremore, la nausea, l’ansia, sono comprensibili: gli scontri in famiglia, soprattutto quelli ripetuti e intensi, possono attivare una risposta emotiva molto forte e creare sensazioni di impotenza o di disagio profondi.
Non deve sentirsi in colpa per non riuscire a intervenire nelle discussioni; è del tutto naturale che, in questi casi, desideri solo allontanarsi per proteggersi emotivamente. Intervenire potrebbe essere non solo complesso, ma anche inefficace, poiché i problemi che racconta non sembrano essere nati da circostanze semplici e richiederebbero l’aiuto di un esperto. Lei non può farsi carico della responsabilità di risolverli, né dovrebbe sentirsi in dovere di farlo. Tuttavia, le sue emozioni e il suo benessere sono altrettanto importanti, e anche per lei potrebbe essere molto utile trovare un supporto esterno che la aiuti a elaborare queste esperienze e a gestire l’ansia e il disagio che ne derivano.
Poter parlare con uno psicoterapeuta le offrirebbe uno spazio sicuro per condividere ciò che vive e per ottenere strategie utili ad affrontare le emozioni che questi episodi le suscitano. Consideri anche di confidarsi con i suoi fratelli maggiori, che possono comprendere in parte ciò che sta vivendo e forse darle il sostegno emotivo di cui ha bisogno. Resto disponibile per ulteriori chiarimenti e le auguro che questo percorso le porti serenità e stabilità.
Dispiace tanto leggere di quanta sofferenza stai dovendo affrontare. Hai ragione quando scrivi che non puoi fare nulla per mandare i tuoi genitori in terapia. Hai mai detto loro della tua sofferenza quando loro litigano? Pensi sia possibile chiedere a loro di essere supportata quanto meno tu in un percorso psicologico in cui potresti essere sostenuta nella gestione emotiva di questa situazione?
Hai condiviso una situazione molto difficile e complessa riguardo alla tua vita familiare. A 16 anni, affrontare conflitti tra i tuoi genitori può essere estremamente stressante, specialmente quando le loro dinamiche hanno radici profonde e non risolte. I tuoi genitori hanno esperienze passate significative che influenzano il loro comportamento attuale, creando un ambiente teso in casa, con scatti di rabbia da parte di tuo padre e il tentativo di tua madre di rispondere in modo assertivo, ma che spesso culmina in discussioni prolungate e stressanti per te.
È comprensibile che tu ti senta sopraffatta e spaventata durante queste situazioni, e il fatto che tu ti senta come se dovessi camminare "in punta di piedi" attorno a tuo padre è un segnale di quanto questa situazione ti influisca emotivamente. È importante, prima di tutto, che tu possa trovare un modo per proteggere il tuo benessere. Una possibile strategia potrebbe essere cercare supporto esterno, come un terapeuta, che possa offrirti uno spazio sicuro per esplorare i tuoi sentimenti e imparare tecniche di gestione dello stress.
Inoltre, potresti considerare di comunicare con i tuoi genitori in un momento calmo riguardo a come ti senti quando assisti ai loro conflitti. È fondamentale ricordare che non sei responsabile per i loro problemi e che è legittimo prendersi cura di te stessa in questa situazione. La terapia breve strategica potrebbe aiutarti a identificare strategie pratiche per affrontare l'ansia e per comunicare in modo efficace, oltre a suggerirti modi per stabilire confini emotivi con i tuoi genitori. La cosa più importante è non perdere di vista le tue esigenze e il tuo benessere mentre navigi in questa difficile realtà familiare.
È comprensibile che tu ti senta sopraffatta e spaventata durante queste situazioni, e il fatto che tu ti senta come se dovessi camminare "in punta di piedi" attorno a tuo padre è un segnale di quanto questa situazione ti influisca emotivamente. È importante, prima di tutto, che tu possa trovare un modo per proteggere il tuo benessere. Una possibile strategia potrebbe essere cercare supporto esterno, come un terapeuta, che possa offrirti uno spazio sicuro per esplorare i tuoi sentimenti e imparare tecniche di gestione dello stress.
Inoltre, potresti considerare di comunicare con i tuoi genitori in un momento calmo riguardo a come ti senti quando assisti ai loro conflitti. È fondamentale ricordare che non sei responsabile per i loro problemi e che è legittimo prendersi cura di te stessa in questa situazione. La terapia breve strategica potrebbe aiutarti a identificare strategie pratiche per affrontare l'ansia e per comunicare in modo efficace, oltre a suggerirti modi per stabilire confini emotivi con i tuoi genitori. La cosa più importante è non perdere di vista le tue esigenze e il tuo benessere mentre navigi in questa difficile realtà familiare.
Nelle famiglie, capita purtroppo molte volte, che i figli siano testimoni della conflittualità tra genitori su recriminazioni reciproche e quotidiane. Queste dinamiche, a lungo andare, producono effetti significativi sulla percezione del benessere emotivo di tutti i membri che ne sono coinvolti, anche se si partecipa solo in veste di spettatore. Gli effetti negativi sui figli si riflettono sull'emotività, sullo sviluppo sociale e relazionale, sui risultati scolastici, sulla salute psicofisica. Cosa fare?
Ecco alcuni suggerimenti per proteggerti:
1) Neutralità: evita di schierarti con uno dei due genitori;
2) Allontanamento: allontanati fisicamente dal contesto in cui si svolge il conflitto;
3) Dialogo: scrivi ciò che provi per parlarne successivamente con loro;
4) Sportello di ascolto scolastico: chiedi ai tuoi professori quali sono le procedure per accedere allo sportello di ascolto nella tua scuola e parlane con un professionista della salute mentale. Potrà darti indicazioni e chiarimenti in merito.
Ti saluto con affetto e ti auguro di ritrovare quella serenità di cui hanno diritto i ragazzi della tua età.
Dott.ssa Chiara Lagi
Ecco alcuni suggerimenti per proteggerti:
1) Neutralità: evita di schierarti con uno dei due genitori;
2) Allontanamento: allontanati fisicamente dal contesto in cui si svolge il conflitto;
3) Dialogo: scrivi ciò che provi per parlarne successivamente con loro;
4) Sportello di ascolto scolastico: chiedi ai tuoi professori quali sono le procedure per accedere allo sportello di ascolto nella tua scuola e parlane con un professionista della salute mentale. Potrà darti indicazioni e chiarimenti in merito.
Ti saluto con affetto e ti auguro di ritrovare quella serenità di cui hanno diritto i ragazzi della tua età.
Dott.ssa Chiara Lagi
Carissima, complimenti per cercare di fare qualcosa per te. Non è scontato alla tua età. Hai condiviso con i tuoi fratelli di questa situazione familiare (che loro conosceranno benissimo).? Averli vicino, almeno affettivamente potrebbe rendere più tollerabile la situazione per te.
Sicuramente è importante che eviti di entrare nelle discussioni, dei tuoi ti mantieni neutrale e ti allontani quando litigano. Circondati di amici/che. Per loro puoi fare ben poco, ma per te sì. Se a scuola c'è un sportello psicologico prova a parlare con lo psicologo. Se non c'è parla con il genitore con cui hai più confidenza e dille che vuoi fare un percorso psicologico. Essendo minorenne è necessario il loro consenso. Tieni duro, sei molto consapevole e questo è un ottimo punto di partenza! Un carissimo saluto, io ci sono, dott.ssa Silvia Ragni
Sicuramente è importante che eviti di entrare nelle discussioni, dei tuoi ti mantieni neutrale e ti allontani quando litigano. Circondati di amici/che. Per loro puoi fare ben poco, ma per te sì. Se a scuola c'è un sportello psicologico prova a parlare con lo psicologo. Se non c'è parla con il genitore con cui hai più confidenza e dille che vuoi fare un percorso psicologico. Essendo minorenne è necessario il loro consenso. Tieni duro, sei molto consapevole e questo è un ottimo punto di partenza! Un carissimo saluto, io ci sono, dott.ssa Silvia Ragni
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo quanto possa essere difficile convivere con questa situazione riportata. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Buona giornata a te.
È certamente comprensibile la tua paura, il senso di impotenza e anche di solitudine, rispetto a questi fratelli che hanno preso la loro strada fuori di casa e rispetto a quanto accade dentro casa. Non c’è però nulla che tu debba "gestire" per risolvere le loro sofferenze di cui sei molto esperta! Sei anche molto protettiva nei loro confronti e questo non deve rischiare di farti perdere di vista il tuo sentire.
Difatti Stai chiedendo un supporto, dei pareri, in un momento della tua vita in cui lo sguardo dovrebbe essere rivolto verso la cura, la crescita, lo sviluppo e la protezione della tua persona. Questo fa intendere quante risorse hai a disposizione per poter trovare una chiave diversa nello stare all’interno di un sistema familiare certamente complesso e doloroso. Ti sei concessa di piangere con uno dei tuoi fratelli, mi sembra un ottimo di inizio per comunicare la tua sofferenza e trovare alleati e figure a cui appoggiarti.
Un caro saluto, Valeria Colangelo
È certamente comprensibile la tua paura, il senso di impotenza e anche di solitudine, rispetto a questi fratelli che hanno preso la loro strada fuori di casa e rispetto a quanto accade dentro casa. Non c’è però nulla che tu debba "gestire" per risolvere le loro sofferenze di cui sei molto esperta! Sei anche molto protettiva nei loro confronti e questo non deve rischiare di farti perdere di vista il tuo sentire.
Difatti Stai chiedendo un supporto, dei pareri, in un momento della tua vita in cui lo sguardo dovrebbe essere rivolto verso la cura, la crescita, lo sviluppo e la protezione della tua persona. Questo fa intendere quante risorse hai a disposizione per poter trovare una chiave diversa nello stare all’interno di un sistema familiare certamente complesso e doloroso. Ti sei concessa di piangere con uno dei tuoi fratelli, mi sembra un ottimo di inizio per comunicare la tua sofferenza e trovare alleati e figure a cui appoggiarti.
Un caro saluto, Valeria Colangelo
Gentile utente, grazie per aver condiviso questa situazione difficile da gestire. Le relazioni familiari sono molto complesse e ricche di sfumature, come tu stessa scrivi sono costellate da litigi che possono sfociare a dei veri e propri conflitti impossibili da tollerare.
La salute mentale dei tuoi genitori, come hai specificato, è delicata e può avere un ruolo attivo in questi comportamenti disfunzionali.
Essendo l’unica figlia in casa è comprensibile che tu venga investita in pieno da queste dinamiche aggressive con conseguente sovraccarico emotivo.
Intervenire in un conflitto genitoriale di certo non è semplice e a volte non è utile, se fino ad ora non hai ritenuto buono per te intervenire sicuramente un motivo ci sarà: quando si prendono delle decisioni, anche il non prendere parte come in questo caso, avvengono dei processi decisionali in noi che hanno come obiettivo la nostra sicurezza.
Tutto ciò, però, ti provoca un’enorme sofferenza e uno stato di disagio che sarebbe utile non trascurare. Come hai ben scritto, non si può assolutamente obbligare i genitori ad andare in terapia, ma questo non significa che tu non possa intraprenderne uno per poter essere sostenuta ed accompagnata in una fase delicata della tua vita in un contesto familiare che suscita in te difficoltà e sofferenza.
Iniziare un percorso di terapia, inoltre, potrebbe esserti inutile per indagare la relazione con tuo padre in modo da raggiungere una maggiore consapevolezza nel vostro rapporto e trovare delle strategie che possano esservi d’aiuto.
Un caro saluto, Dott.ssa Federica Tilotta
La salute mentale dei tuoi genitori, come hai specificato, è delicata e può avere un ruolo attivo in questi comportamenti disfunzionali.
Essendo l’unica figlia in casa è comprensibile che tu venga investita in pieno da queste dinamiche aggressive con conseguente sovraccarico emotivo.
Intervenire in un conflitto genitoriale di certo non è semplice e a volte non è utile, se fino ad ora non hai ritenuto buono per te intervenire sicuramente un motivo ci sarà: quando si prendono delle decisioni, anche il non prendere parte come in questo caso, avvengono dei processi decisionali in noi che hanno come obiettivo la nostra sicurezza.
Tutto ciò, però, ti provoca un’enorme sofferenza e uno stato di disagio che sarebbe utile non trascurare. Come hai ben scritto, non si può assolutamente obbligare i genitori ad andare in terapia, ma questo non significa che tu non possa intraprenderne uno per poter essere sostenuta ed accompagnata in una fase delicata della tua vita in un contesto familiare che suscita in te difficoltà e sofferenza.
Iniziare un percorso di terapia, inoltre, potrebbe esserti inutile per indagare la relazione con tuo padre in modo da raggiungere una maggiore consapevolezza nel vostro rapporto e trovare delle strategie che possano esservi d’aiuto.
Un caro saluto, Dott.ssa Federica Tilotta
Buongiorno gentile Utente, mi sembra che lei stia vivendo una situazione davvero difficile e dolorosa. Da quanto racconta, appare evidente quanto le dinamiche tra i suoi genitori siano fonte di stress per lei e di forte disagio. Le manifestazioni di rabbia di suo padre, così come le reazioni di sua madre, le provocano ansia, tensione e, come ha descritto, una profonda paura. È normale sentirsi sopraffatti quando ci si trova in casa in un contesto così carico emotivamente e pieno di tensione. A 16 anni, dovrebbe essere protetta da queste dinamiche, eppure si ritrova, suo malgrado, a vivere in prima persona queste situazioni che, come ha giustamente notato, non può né controllare né cambiare.
In questi momenti, è molto comune provare il desiderio di intervenire o fare qualcosa per riportare la pace, ma allo stesso tempo sentirsi impotenti. Intervenire direttamente nelle liti, peraltro, non è il suo compito e, come ha percepito, potrebbe essere molto difficile e rischiare di peggiorare il proprio stato di stress. Inoltre, non è affatto sua responsabilità gestire questi conflitti. Purtroppo, quando ci si trova in contesti come questo, è facile sentire il peso della situazione e sperimentare il desiderio di trovare una soluzione per tutti. Tuttavia, è importante ricordare che il benessere della famiglia è una responsabilità dei suoi genitori, che sono gli adulti.
Mi sembra anche molto significativo ciò che dice rispetto alla sua crescita e alla sensazione che questa situazione possa averla segnata più profondamente rispetto ai suoi fratelli. Questo potrebbe essere vero e, dato che lei si trova in un’età particolarmente delicata per la formazione della propria identità e autostima, l’influenza di un clima familiare così teso può essere effettivamente impattante.
Alcuni passi potrebbero aiutarla a gestire questa situazione e a trovare un po' di respiro:
1. Può essere utile cercare e ritagliarsi momenti e luoghi in cui sente di potersi rilassare, dove può fare attività che la aiutano a staccare mentalmente, sia all'interno che fuori casa, se possibile. Questo può includere passare del tempo con amici, dedicarsi a uno sport, alla lettura o a un’attività creativa che le piaccia.
2. Ha già fatto un passo importante aprendo il suo cuore qui e parlando con suo fratello in quel momento di particolare dolore. Se ci sono altre persone nella sua vita (amici, insegnanti, altri parenti) con cui si sente a suo agio, potrebbe essere molto utile parlare di ciò che vive. Questo potrebbe aiutarla a sentirsi meno sola e a ricevere supporto e conforto.
3. Data l’intensità delle emozioni che prova e il peso che queste situazioni hanno su di lei, potrebbe essere utile parlare con uno psicologo o una psicologa. Avere uno spazio neutro, in cui potersi esprimere liberamente e in cui sentirsi ascoltata, può fare una grande differenza. Uno specialista potrebbe anche aiutarla a sviluppare strategie pratiche per affrontare l'ansia e la paura che prova in questi momenti di tensione familiare.
4. Nonostante le dinamiche tra i suoi genitori siano molto coinvolgenti, ricordare a sé stessa che questi sono problemi che appartengono a loro può essere di grande aiuto. Imparare a riconoscere che il loro malessere e le loro tensioni non dipendono da lei né sono sotto il suo controllo è fondamentale per evitare che il loro conflitto intacchi troppo il suo benessere personale. Questo distacco emotivo richiede tempo, ma uno psicologo potrebbe aiutarla a costruirlo progressivamente.
Vorrei anche dirle che la paura e il disagio che prova di fronte agli scoppi di rabbia di suo padre sono comprensibili e validi, e non è necessario che lei “giustifichi” o minimizzi ciò che prova. La sua risposta di ansia e paura è una reazione naturale alla tensione e agli scoppi d’ira, anche quando non vi è un pericolo fisico. Le emozioni che vive non sono “esagerate” o “sbagliate”: sono segnali che la sua mente e il suo corpo le inviano per farle capire che questa situazione è per lei difficile da sostenere.
Le consiglio di proseguire su questa strada di apertura e di attenzione verso sé stessa. Se desidera parlare con un professionista, potrebbe trovare uno spazio per esplorare a fondo le sue emozioni e affrontare meglio questa situazione. Ha fatto un passo importante nel riconoscere e nel raccontare il proprio malessere, e questo è già un primo segnale di grande forza interiore.
Se dovesse avere bisogno di ulteriori consigli o di una consulenza resto a disposizione. Augurandole di superare al più presto questo momento di difficoltà le porgo cordiali saluti.
Dott. Luca Vocino
In questi momenti, è molto comune provare il desiderio di intervenire o fare qualcosa per riportare la pace, ma allo stesso tempo sentirsi impotenti. Intervenire direttamente nelle liti, peraltro, non è il suo compito e, come ha percepito, potrebbe essere molto difficile e rischiare di peggiorare il proprio stato di stress. Inoltre, non è affatto sua responsabilità gestire questi conflitti. Purtroppo, quando ci si trova in contesti come questo, è facile sentire il peso della situazione e sperimentare il desiderio di trovare una soluzione per tutti. Tuttavia, è importante ricordare che il benessere della famiglia è una responsabilità dei suoi genitori, che sono gli adulti.
Mi sembra anche molto significativo ciò che dice rispetto alla sua crescita e alla sensazione che questa situazione possa averla segnata più profondamente rispetto ai suoi fratelli. Questo potrebbe essere vero e, dato che lei si trova in un’età particolarmente delicata per la formazione della propria identità e autostima, l’influenza di un clima familiare così teso può essere effettivamente impattante.
Alcuni passi potrebbero aiutarla a gestire questa situazione e a trovare un po' di respiro:
1. Può essere utile cercare e ritagliarsi momenti e luoghi in cui sente di potersi rilassare, dove può fare attività che la aiutano a staccare mentalmente, sia all'interno che fuori casa, se possibile. Questo può includere passare del tempo con amici, dedicarsi a uno sport, alla lettura o a un’attività creativa che le piaccia.
2. Ha già fatto un passo importante aprendo il suo cuore qui e parlando con suo fratello in quel momento di particolare dolore. Se ci sono altre persone nella sua vita (amici, insegnanti, altri parenti) con cui si sente a suo agio, potrebbe essere molto utile parlare di ciò che vive. Questo potrebbe aiutarla a sentirsi meno sola e a ricevere supporto e conforto.
3. Data l’intensità delle emozioni che prova e il peso che queste situazioni hanno su di lei, potrebbe essere utile parlare con uno psicologo o una psicologa. Avere uno spazio neutro, in cui potersi esprimere liberamente e in cui sentirsi ascoltata, può fare una grande differenza. Uno specialista potrebbe anche aiutarla a sviluppare strategie pratiche per affrontare l'ansia e la paura che prova in questi momenti di tensione familiare.
4. Nonostante le dinamiche tra i suoi genitori siano molto coinvolgenti, ricordare a sé stessa che questi sono problemi che appartengono a loro può essere di grande aiuto. Imparare a riconoscere che il loro malessere e le loro tensioni non dipendono da lei né sono sotto il suo controllo è fondamentale per evitare che il loro conflitto intacchi troppo il suo benessere personale. Questo distacco emotivo richiede tempo, ma uno psicologo potrebbe aiutarla a costruirlo progressivamente.
Vorrei anche dirle che la paura e il disagio che prova di fronte agli scoppi di rabbia di suo padre sono comprensibili e validi, e non è necessario che lei “giustifichi” o minimizzi ciò che prova. La sua risposta di ansia e paura è una reazione naturale alla tensione e agli scoppi d’ira, anche quando non vi è un pericolo fisico. Le emozioni che vive non sono “esagerate” o “sbagliate”: sono segnali che la sua mente e il suo corpo le inviano per farle capire che questa situazione è per lei difficile da sostenere.
Le consiglio di proseguire su questa strada di apertura e di attenzione verso sé stessa. Se desidera parlare con un professionista, potrebbe trovare uno spazio per esplorare a fondo le sue emozioni e affrontare meglio questa situazione. Ha fatto un passo importante nel riconoscere e nel raccontare il proprio malessere, e questo è già un primo segnale di grande forza interiore.
Se dovesse avere bisogno di ulteriori consigli o di una consulenza resto a disposizione. Augurandole di superare al più presto questo momento di difficoltà le porgo cordiali saluti.
Dott. Luca Vocino
Buongiorno, mi dispiace molto per la delicata situazione familiare che descrive e le sono vicina. Da ciò che leggo, mi sembra di capire che la sfera familiare le sia molto a cuore e che tuttavia queste liti la pietrificano in una difficoltà d’azione. I suoi stati d’animo sono perfettamente comprensibili, dal momento che una serenità familiare è fortemente desiderata e che si trova investita da forti emozioni che le arrecano disagio. La invito ad un colloquio insieme se vorrà, così da poter esplorare più approfonditamente la situazione, le emozioni e i pensieri che ne derivano e per poter sviluppare delle strategie d’azione efficaci al raggiungimento del suo benessere. Resto a disposizione e le auguro una serena giornata. Un caro saluto,
Dott.ssa Claudia Cristiano.
Dott.ssa Claudia Cristiano.
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Buon pomeriggio, capisco la sua paura e il suo stato d'animo nell'assistere a queste discussioni, purtroppo come ha anticipato non può obbligarli a intraprendere un percorso. Quello che posso consigliarle è di intraprendere lei un percorso per indagare come la situazione ha plasmato lei, essendo minorenne necessita dell'autorizzazione da parte dei suoi genitori. So che anche questo è un grande scoglio ma se deciderà di farlo e parlarne con loro potrebbe anche aiutarli a comprendere che per alcune cose è necessario rivolgersi a chi può aiutarli. Resto a disposizione, buona giornata
La tua è sicuramente una situazione difficile e capisco perfettamente la paura e la preoccupazione che provi quando si verificano queste liti. Penso che tu faccia bene a non intrometterti ed evitare di finire in mezzo alla bufera. Non puoi obbligarli ad andare in terapia, ma tu hai mai pensato di rivolgerti a uno psicologo per aiutarti a gestire il sovraccarico emotivo di cui parli? Ovviamente in quel caso occorrerebbe il consenso dei tuoi genitori poiché sei minorenne. Un caro saluto
Ciao cara, innanzitutto grazie per aver condiviso tutto questo, arriva tutto il peso che senti di queste tensioni in casa. È normale che ti senta ansiosa e spaventata quando i tuoi genitori litigano, soprattutto se queste discussioni diventano così intense, e trovarsi nel mezzo senza sapere cosa fare è faticoso. Vorrei dirti una cosa importante: non è tua responsabilità risolvere i problemi dei tuoi genitori, né dovresti sentire di dover intervenire per sistemare tutto. Spesso, quando in famiglia ci sono dinamiche complesse, è normale sentire di dover camminare “in punta di piedi” per evitare di fare arrabbiare qualcuno, ma anche questo può essere molto stressante e pesante da gestire. Parlare con qualcuno di esterno come una/o psicologa/o potrebbe darti uno spazio solo tuo, dove esplorare come ti senti e trovare delle strategie per affrontare queste situazioni senza sentirti così sopraffatta. A volte, confrontarsi con qualcuno che sa ascoltare e aiutare a fare chiarezza può fare una grande differenza.
Ti mando un abbraccio e resto a disposizione.
Ti mando un abbraccio e resto a disposizione.
Ciao, grazie per aver condiviso ciò che stai vivendo. Da quello che scrivi, emerge chiaramente che hai una buona capacità di distacco e di comprensione. Sai riconoscere che le tensioni tra i tuoi genitori non dipendono da te, ma capisco che, essendo in casa, tu ne risenta comunque.
Essendo in un'età in cui cresce il bisogno di distaccarsi dalla famiglia e di trovare la propria identità, un percorso psicologico potrebbe aiutarti a capire come gestire meglio queste dinamiche familiari e, soprattutto, come sentirti bene con te stesso/a.
Il mio approccio è di tipo sistemico-relazionale: parte dall'idea che il benessere psicologico sia strettamente legato alle relazioni che abbiamo. In altre parole, il cambiamento non riguarda solo l'individuo, ma anche le dinamiche all'interno delle relazioni. Credo che questo possa essere utile per approfondire le questioni che hai sollevato.
Se pensi che possa esserti d’aiuto, possiamo organizzare delle sedute online, così possiamo lavorare insieme ovunque ti trovi. Sono qui per qualsiasi chiarimento o per iniziare un confronto.
Un caro saluto,
Dott.ssa Ginevra Pieri
Essendo in un'età in cui cresce il bisogno di distaccarsi dalla famiglia e di trovare la propria identità, un percorso psicologico potrebbe aiutarti a capire come gestire meglio queste dinamiche familiari e, soprattutto, come sentirti bene con te stesso/a.
Il mio approccio è di tipo sistemico-relazionale: parte dall'idea che il benessere psicologico sia strettamente legato alle relazioni che abbiamo. In altre parole, il cambiamento non riguarda solo l'individuo, ma anche le dinamiche all'interno delle relazioni. Credo che questo possa essere utile per approfondire le questioni che hai sollevato.
Se pensi che possa esserti d’aiuto, possiamo organizzare delle sedute online, così possiamo lavorare insieme ovunque ti trovi. Sono qui per qualsiasi chiarimento o per iniziare un confronto.
Un caro saluto,
Dott.ssa Ginevra Pieri
Ciao cara utente, ho letto e riletto con attenzione ciò che hai scritto e ad un certo punto ho avvertito la tua paura, il tuo disorientamento e la tua solitudine. Purtroppo come tu stessa scrivi, non si può obbligare qualcuno ad andare in terapia se non lo vuole ma si può cercare di ragionare insieme. Hai due fratelli più grandi che potrebbero essere la tua spalla e penso che dovresti confidarti e aprirti con loro, anche piangendo se ne senti il bisogno. Anche se loro non abitano più con voi non hanno smesso di far parte della famiglia e come tali è giusto che intervengano in tuo aiuto. Ti auguro di poter presto risolvere questa situazione spiacevole e se dovessi aver bisogno potrai contattarmi. un abbraccio
Mi dispiace molto per la sua situazione familiare, non deve essere facile gestire tutto questo. Come dice lei, non credo che possa essere molto funzionale intromettersi nelle litigate dei genitori, però quello che potrebbe fare è chiedere un sostegno per sé stessa a un professionista. Data la sua età, potrebbe avere accesso gratuito ad un consultorio familiare o per adolescenti, tra i servizi offerti da queste strutture pubbliche c’è anche il sostegno psicologico. In questo modo, potrebbe trovare uno spazio sicuro in cui essere ascoltata e sostenuta in questo periodo delicato. La figura con cui avrebbe a che fare potrebbe ascoltare le sue domande e i suoi dubbi riguardo a questa situazione.
Le auguro il meglio, se ha dubbi rimango a disposizione.
Le auguro il meglio, se ha dubbi rimango a disposizione.
Salve, è molto comprensibile che provi disagio e paura in queste situazioni che descrivi, hai provato a parlarne con i tuoi genitori in un momento di calma dicendo loro come ti senti?
Sembri consapevole dell'influenza che le loro storie personali e familiari hanno sui tuoi genitori ancora oggi, forse potrebbe giovare a tutti chiedere aiuto a un/a professionista che si occupa di famiglie e che possa aiutare loro a gestire meglio i conflitti e te a stare meglio
Sembri consapevole dell'influenza che le loro storie personali e familiari hanno sui tuoi genitori ancora oggi, forse potrebbe giovare a tutti chiedere aiuto a un/a professionista che si occupa di famiglie e che possa aiutare loro a gestire meglio i conflitti e te a stare meglio
Buongiorno , leggo della situazione difficile in famiglia, di una situazione relazionale tra i suoi genitori carica di nervosismo , rancori e tensioni, ma come scrive, lei non ha responsabilità, nè il potere di fare granché per loro. Ha solo la chance di proteggere se stessa. A 16 anni si è molto vulnerabili. Se vuole può chiedere ai genitori un aiuto economico per una consulenza psicologica che la metta in grado di sostenere ed elaborare lo stress di questa situazione, oppure può chiedere al medico di base di prescriverle colloqui con uno psicologo presso il servizio pubblico. Un saluto. Maria Teresa Fiorentino
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