Salve, volevo chiedere un consulto su una cosa accadutami quando avevo circa 10/11 anni. Frequentavo

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Salve, volevo chiedere un consulto su una cosa accadutami quando avevo circa 10/11 anni. Frequentavo lezioni di karate insieme a un amico di paese. Durante un allenamento mi ricordo che mi estraniai da ciò che ci veniva detto di fare, ovvero ripetere una sequenza di movimenti muovendoci nella palestra. Andai verso il muro e prima ci appoggiai la testa (con lo sguardo rivolto verso di esso) e poi iniziai a tirarci delle testate leggere. Mi ricordo che lo feci perché ne sentivo un forte bisogno e perché in quel momento ero convinto che così facendo innescassi un meccanismo che avrebbe risolto un qualche problema che avevo immaginato. In generale era un periodo in cui avevo molte fisse (ad esempio ero ossessionato da alcuni puntini rossi che la mia mano mostrava sotto sforzo), oppure in alcuni momenti sbattevo forte gli occhi perché ne sentivo il bisogno. In generale avevo anche moltissima difficoltà a livello sociale, la avevo sempre avuta e perdurò a livello intenso almeno fino ai 14 anni. Mi chiedo se posso essere segnali di autismo o altro (Tourette), questo perché ho sempre avuto l'impressione di essere diverso dai miei coetanei appunto per questi atteggiamenti. Con il crescere la cosa è rimasta in sottofondo e meno invalidante per cui non mi sono mai rivolto a qualcuno per chiedere informazioni. Sono seguito sia da una psicoterapeuta che da uno psichiatra per un disturbo ossessivo compulsivo con ciclotimia, ma appunto non ho mai menzionato queste cose perché solo negli ultimi mesi mi stanno tornando alla mente. Mi scuso per la lunghezza, ho cercato di sintetizzare al massimo. Ringrazio anticipatamente per eventuali risposte. Saluti
Ciao, cedo che questi comportamenti che hai elencato siano legati al disturbo ossessivo-complusivo (come sopra citato) , piuttosto fai presente di questi comportamenti ai professionisti che ti stano seguendo proprio per dare una cronologia temporale(inizio 10/11 anni) al disturbo , niente autismo! tranquillo!

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Buonasera, sembra che quei comportamenti, vissuti in età infantile, potrebbero essere stati espressione di una particolare modalità di gestione delle emozioni, dell’ansia o di un bisogno di autoregolazione sensoriale. È difficile trarre conclusioni definitive a distanza di anni, ma il fatto che questi ricordi le stiano tornando alla mente e suscitino domande è importante.

Gli aspetti che descrive — la necessità di compiere gesti ripetitivi, alcune fissazioni e le difficoltà sociali — possono rientrare in un ampio spettro di manifestazioni comportamentali che possono essere legate a diverse condizioni, tra cui tratti del disturbo ossessivo-compulsivo, caratteristiche neurodivergenti (come il disturbo dello spettro autistico) o anche semplicemente peculiarità individuali che non necessitano di una diagnosi specifica.

Il fatto che oggi sia seguito da una psicoterapeuta e uno psichiatra è un’ottima base per approfondire queste riflessioni. Potrebbe essere utile condividere questi ricordi con i suoi terapeuti: non solo per chiarire eventuali dubbi diagnostici, ma anche per esplorare come questi elementi del passato possano essere connessi alle sue esperienze attuali.

Ricordi come quelli che ha descritto, anche se tornano alla mente dopo molti anni, possono offrire nuove chiavi di lettura sul proprio percorso. È importante affrontarli con curiosità e senza giudizio verso di sé, affidandosi al supporto dei professionisti che la seguono, i quali potranno aiutarla a trovare risposte e, se necessario, strategie per affrontare eventuali implicazioni.

Un caro saluto.
Buongiorno,
il fatto che questi ricordi e queste domande stiano emergendo ora può essere indice di qualcosa che necessita di essere chiarito e di farne parola con chi la sta seguendo.
Ha la possibilità di affrontarlo sia in psicoterapia che con lo psichiatra... non perda l'occasione di farlo! Può essere più esaustivo in inquadramento del suo funzionamento e della sua persona rispetto ad una semplice risposta legata ad una presunta diagnosi.
Salve.
Mi dispiace per quei momenti che ha vissuto.
Le suggerisco come prima cosa di parlarne al suo psicoterapeuta, l'approfondimento di questi vissuti le permetterà di comprendersi meglio.
Buon giorno e grazie per aver condiviso un frammento della sua storia. Sarebbe superficiale attribuire una diagnosi alla descrizione di questi comportamenti, piuttosto la invito a riportarle in psicoterapia e a indagare l'origine che possa averli scatenati. Ad ogni nostro atteggiamento vi è un vissuto emotivo che lo antecede. Diventa importante "scoperchiare" e analizzare cosa stesse comunicando con quell'azione. L'aver rielaborato alcuni vissuti potrebbe essere indice di un buon lavoro terapeutico.
Resto a disposizione, i miei cari saluti.
Salve,

Grazie per aver condiviso la sua esperienza con tanta accuratezza e sincerità. È evidente che queste riflessioni, anche se legate a ricordi d'infanzia, sono per lei importanti e stanno riemergendo in un momento in cui sta lavorando su di sé.

Gli episodi che descrive – le testate al muro, i movimenti ripetuti, la sensazione di dover soddisfare un bisogno interno con determinati comportamenti – potrebbero avere molte spiegazioni. Da un lato, potrebbero essere stati una modalità di autoregolazione emotiva o una risposta a un disagio interno. Dall’altro, i "rituali" e le "fisse" che menziona potrebbero essere correlati a elementi ossessivi o a un bisogno di controllo che è emerso precocemente.

Le difficoltà sociali che riporta, insieme alla sensazione di diversità rispetto ai coetanei, possono richiamare alcune caratteristiche presenti nello spettro autistico. Tuttavia, queste difficoltà potrebbero essere spiegate anche da altri fattori, come l’ansia sociale o la presenza di tratti ossessivi fin dalla giovane età.

Per quanto riguarda la sindrome di Tourette, ciò che descrive – come sbattere gli occhi o le testate leggere – potrebbe in effetti essere associato a tic motori, ma non è sufficiente per arrivare a una diagnosi. Anche i tic possono essere collegati ad ansia, stress o altre condizioni neurologiche o psicologiche.

Il fatto che oggi queste difficoltà siano meno evidenti è positivo, ma è altrettanto importante esplorare queste esperienze, soprattutto ora che si stanno ripresentando alla sua mente. Potrebbero essere rilevanti per comprendere meglio la sua storia personale e come queste dinamiche si siano evolute nel tempo.

Le consiglio di parlarne con la sua psicoterapeuta e il suo psichiatra: entrambi possono aiutarla a contestualizzare questi vissuti e, se necessario, a valutare ulteriormente questi aspetti. Il lavoro che sta già svolgendo sulla ciclotimia e sul disturbo ossessivo compulsivo potrebbe fornire una cornice utile per approfondire queste riflessioni in modo costruttivo e senza giudizio.

Non è mai troppo tardi per esplorare il proprio passato e integrare le proprie esperienze per trovare un maggiore senso di sé.

Un caro saluto,
Dott. Marco Di Campli, psicologo psicoterapeuta
Buongiorno
Ok la diagnosi nosografica fatta dallo psichiatra... spero che il collega che la segue stia indagando la sua famiglia perché sicuramente gli episodi riportati dell'infanzia mi portano a supporre a traumi evolutivi vissuti da bambino e non ad autismo o altre patologie.
Cari saluti
Dott.ssa Manuela Santini
Gentile utente, essendo lei già seguito la cosa migliore che può fare è condividere in modo dettagliato tutti questi elementi. I professionista che conoscono il sui percorso, la sua storia di vita sapranno indagare meglio e darle le risposte che cerca. Cordialmente Dott.ssa Alessia D'Angelo
Gentile utente,
il fatto che questi ricordi siano riemersi ora potrebbe indicare un momento significativo del suo percorso personale, in cui sente il bisogno di ricollegarsi a parti della sua storia. Le “fisse” e i comportamenti ripetitivi che descrive, vissuti nell’infanzia, possono essere stati strategie di autoregolazione, comuni a molte persone in fasi di sviluppo o in momenti di stress.
Esplorare questi ricordi con la sua terapeuta potrebbe aiutarla a comprendere meglio come queste esperienze abbiano influenzato il suo presente, ma anche come abbia sviluppato meccanismi di coping che le hanno permesso di affrontare le difficoltà e crescere. Il fatto che queste difficoltà siano diventate meno invalidanti è un segnale della sua capacità di evolvere.
Resto a disposizione per ulteriori riflessioni.
Un caro saluto, Dott. Fabio di Guglielmo
Buongiorno, la invito ad aprirsi e parlarne con lo psichiatra in quanto questi dati sono molto importanti per una diagnosi corretta. Distinti saluti. Dott.ssa Marianna Zanardi
Salve,
il disturbo ossessivo compulsivo e l'autismo condividono alcune manifestazioni cliniche, e la diagnosi differenziale può essere difficile in alcuni casi. Il punto più importante da considerare è la capacità di rappresentare efficacemente le intenzioni dei nostri interlocutori, ossia se possiamo comprendere efficacemente la loro "mente".
Se ha un dubbio, può rivolgersi ai molti centri per la diagnosi di autismo.

con i migliori auguri,
dr. Ventura
Gentile utente di mio dottore,

la inviterei a parlare di questi suoi dubbi agli specialisti da cui è già preso in carico. Gli elementi che riporta potrebbero esser un importante input ai fini di una valutazione più competa.

Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Buongiorno, ho letto attentamente il suo quesito. A quanto mi sembra quello che lei descrive è stato un unico episodio sporadico determinato da un periodo di forte stress. Deve considerare che la fascia di età 11-14 anni è molto critica per noi tutti, si vivono dei grandi cambiamenti di natura fisiologica e psicologica che preparano all’età adolescenziale. In ogni caso, per essere più specifica, le sue descrizioni non mi sembrano riconducibili ad una sindrome di Tourette, ma sicuramente dovrebbe approfondire con gli specialisti da cui è seguito le difficoltà a livello sociale, cercando di capire se sono ancora così presenti oppure se si sono attutite. Il fatto che questi episodi siano nuovamente portati in luce può essere il risultato del lavoro che sta svolgendo con i professionisti da cui è seguito. Le consiglierei, dunque, di parlarne più approfonditamente con loro. Sciogliere questi nodi, esplorando le emozioni che questi ricordi le suscitano l’aiuterà a raggiungere migliori risultati. Cordiali saluti

Buonasera, per rispondere alle sue domande sarebbe necessario conoscerla in modo approfondito e svolgere valutazioni diagnostiche che possano dare risposte certe. Le consiglio di comunicare quanto raccontato ai professionisti che la seguono, in quanto figure indicate ad aiutarla a comprendere meglio questi eventi.
Un saluto!
Buonasera,
Per quello che racconta personalmente ritengo che il quadro da lei descritto sia in armonia con il disturbo ossessivo compulsivo diagnosticato dai colleghi. E anche la sensazione sgradevole che prova oggi ripensando a quegli eventi ritengo possa appartenere sempre a questa area.
Ne parli con i suoi terapeuti, vedrà che la sapranno rassicurare molto di più.
Saluti
Dottoressa Eva Bettini

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