Salve, Vi scrivo perché mi sono accorto che provo rabbia prima che un evento sia successo. Provo a
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Salve,
Vi scrivo perché mi sono accorto che provo rabbia prima che un evento sia successo.
Provo a spiegarmi con un esempio..
Vorrei chiedere al mio datore di lavoro dei giorni di ferie, ma già immagino che non mi saranno concesse creandomi vari fim mentali in riferimento a questa situazione provando così tanta rabbia.
Oppure vorrei chiedere dei soldi ai miei genitori per andare a vivere da solo ma già penso che le mie richieste non saranno accolte creandomi vari film mentali che descrivono un ipotetico futuro.
In passato sono andato da un psicoterapeuta dove mi è stato diagnosticato un principio depressivo, disturbo ipocondriaco, un disturbo di ansia-ossessivo compulsivo.
questi pensieri dove provo rabbia fanno parte del disturbo ansioso oppure no? Sono un pò pensieroso al riguardo.
Grazie a chi risponderà.
Vi scrivo perché mi sono accorto che provo rabbia prima che un evento sia successo.
Provo a spiegarmi con un esempio..
Vorrei chiedere al mio datore di lavoro dei giorni di ferie, ma già immagino che non mi saranno concesse creandomi vari fim mentali in riferimento a questa situazione provando così tanta rabbia.
Oppure vorrei chiedere dei soldi ai miei genitori per andare a vivere da solo ma già penso che le mie richieste non saranno accolte creandomi vari film mentali che descrivono un ipotetico futuro.
In passato sono andato da un psicoterapeuta dove mi è stato diagnosticato un principio depressivo, disturbo ipocondriaco, un disturbo di ansia-ossessivo compulsivo.
questi pensieri dove provo rabbia fanno parte del disturbo ansioso oppure no? Sono un pò pensieroso al riguardo.
Grazie a chi risponderà.
Buonasera,
grazie della sua testimonianza.
I pensieri ossessivi compulsivi sono sicuramente una forma d'ansia.
I pensieri intrusivi sono molto fastidiosi, anche se razionalmente sappiamo che sono solo pensieri e NON SONO LA REALTA'.
Con il suo psicoterapeuta in passato ha lavorato su questo?
I sintomi che lei descrive sono la punta di un Iceberg; se si va a lavorare a fondo, ad esempio attraverso una psicoterapia sistemico relazionale che indaga la famiglia nelle 3 generazioni potrebbe riuscire ad avere nuove consapevolezze e a capire da dove deriva tutta questa rabbia e questo disagio.
Ha pensato che potrebbe ricominciare un nuovo percorso personale?
Buona presa di cura di sé!
In bocca al lupo!
grazie della sua testimonianza.
I pensieri ossessivi compulsivi sono sicuramente una forma d'ansia.
I pensieri intrusivi sono molto fastidiosi, anche se razionalmente sappiamo che sono solo pensieri e NON SONO LA REALTA'.
Con il suo psicoterapeuta in passato ha lavorato su questo?
I sintomi che lei descrive sono la punta di un Iceberg; se si va a lavorare a fondo, ad esempio attraverso una psicoterapia sistemico relazionale che indaga la famiglia nelle 3 generazioni potrebbe riuscire ad avere nuove consapevolezze e a capire da dove deriva tutta questa rabbia e questo disagio.
Ha pensato che potrebbe ricominciare un nuovo percorso personale?
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Gentilissimo, come mai vuol sapere a quale area si riferiscono questi pensieri? Le può essere utile a qualcosa saperlo o potrebbe essere più utile "farci qualcosa"? Da come ci scrive c'è già un sufficiente elenco di diagnosi. A volte si rischia di "incastrarsi troppo" dentro le etichette e così da dinamica, cioè vissuta da quella specifica persona, con una determinata storia, la situazione si trasforma in una fotografia, un'immagine statica difficile da cambiare. Questa rabbia anticipatoria che lei prova e che descrive così bene, lei la autoproduce con la sua mente, figurandosi già l'esito (ovviamente negativo per lei). Immagino siano un cocktail di emozioni, fatte di paura, ansia, aspettativa, conflitto, ecc) che sfociano in rabbia. Ci sarebbe tantissimo da dire, e questa non può essere la sede. C'è uno studioso che chiama queste situazioni "la profezia che si autoadempie". Tanto penso che una mia richiesta andrà male, che mi predispongo ed attuo esattamente quello che temevo. Dietro queste situazioni ci sono tanti vissuti interni (dovuti anche alla propria storia), di autosvalutazione , solo per dirne uno. Potrebbe prendere in considerazione di fare una nuova psicoterapia che lavori su questi aspetti in modo gentile ed empatico con lei? Che le suggerisca delle modalità per affrontare queste problematiche? Sicuramente sarebbe un investimento per la sua vita. Rimango a disposizione, la saluto cordialmente, dott.ssa Silvia ragni
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Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Salve, questa sua dimensione anticipatoria con soluzione frustrante fa pensare che spesso le siano stati negati dei diritti fondamentali.
Considerando che queste ruminazioni sono intrusione e disturbanti sarebbe opportuno un buon percorso di psicoterapia per apprendere come affrontare, ridurre e vivere quindi meglio la sua carica emotiva così densa di rabbia e aggressività.
Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
Considerando che queste ruminazioni sono intrusione e disturbanti sarebbe opportuno un buon percorso di psicoterapia per apprendere come affrontare, ridurre e vivere quindi meglio la sua carica emotiva così densa di rabbia e aggressività.
Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
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Buonasera la rabbia potrebbe essere collegata ad un aspetto ansioso. Da quello che scrive sembra vivere in un mondo immaginario piuttosto che nella realtà. Le consiglio di intraprendere un percorso di psicoterapia per capire cosa si nasconde dietro questa rabbia. Cari saluti Rossella Chiusolo
Buongiorno gentile utente, grazie per la Sua condivisione.
Sembra che la Sua rabbia abbia a che fare con la paura retrostante di un eventuale confronto con l'Altro, dal quale Lei immagina, con estrema certezza e senza scampo, di uscirne sconfitto. Di questo processo Lei però sente direttamente il risultato ipotetico, ossia la rabbia scaturita dall'eventuale scontro fallimentare, in merito alla mancata accoglienza delle sue proposte. Tali pensieri ovviamente La mettono in scacco rispetto ad ogni possibilità di concreto movimento, ma ancora prima di aver davvero ricevuto un reale feedback dall'altro. Un lavoro terapeutico che esplori e accolga tali emozioni in un processo di progressiva individuazione, sono certa possa aiutarLa a stare meglio.
Cordialmente,
Dr.ssa Carabellò
Sembra che la Sua rabbia abbia a che fare con la paura retrostante di un eventuale confronto con l'Altro, dal quale Lei immagina, con estrema certezza e senza scampo, di uscirne sconfitto. Di questo processo Lei però sente direttamente il risultato ipotetico, ossia la rabbia scaturita dall'eventuale scontro fallimentare, in merito alla mancata accoglienza delle sue proposte. Tali pensieri ovviamente La mettono in scacco rispetto ad ogni possibilità di concreto movimento, ma ancora prima di aver davvero ricevuto un reale feedback dall'altro. Un lavoro terapeutico che esplori e accolga tali emozioni in un processo di progressiva individuazione, sono certa possa aiutarLa a stare meglio.
Cordialmente,
Dr.ssa Carabellò
Buongiorno, la rabbia che prova è, da come descrive, legata al rifiuto delle sue richieste. Lei immagina che i suoi bisogni verranno negati. La rabbia perciò potrebbe essere più una reazione, una forza da canalizzare per realizzare qualcosa di diverso. I pensieri intrusivi avranno un legame con la sua storia e andrebbero indagati nel setting terapeutico. Non basta mettere un'etichetta diagnostica a ciò che le succede ma scoprire e lavorare i sentimenti sottostanti che influenzano le percezioni degli eventi attuali e futuri. Le suggerisco di continuare o riprendere il percorso, attendere non serve a nulla.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Gentile utente, tutti noi tendiamo a fare dei pensieri automatici sulle situazioni che portano con se delle emozioni e dei comportamenti, ma che spesso sono ricchi di distorsioni cognitive, comunemente detti "errori di pensiero". I motivi per cui tendiamo a commettere alcuni errori di pensiero sono vari, ma il punto è che trasformano una situazione di per se neutra, in una situazione negativa perchè portano con se delle emozioni che ci fanno stare male. Ma cosa racconta di lei questa rabbia? perchè tende a darsi delle risposte che fanno parte del futuro e di cui non è certo? sono domande su cui si può lavorare, così come si può imparare a riconoscere le distorsioni cognitive e riformulare il pensiero in maniera corretta. Fare questo lavoro significa imparare ad entrare in contatto con delle parti di se che ora sembrano essersi mescolate. Inoltre penso che anche tentare con delle tecniche come il training autogeno, o la mindfullness per imparare a stare nel qui ed ora, possa essere utile. Gestire le emozioni per le quali sentiamo un dolore non è facile, ma ogni emozione è positiva e porta con se l'espressione di qualcosa che è dentro di noi e che ci aiuta a sopravvivere. Il problema nasce quando è troppo e quando intaccano la nostra quotidianità.
Purtroppo in questo breve spazio non è possibile fare di più
spero di esserle stata utile, un caro saluto dott.ssa Carmen Tedeschi
Purtroppo in questo breve spazio non è possibile fare di più
spero di esserle stata utile, un caro saluto dott.ssa Carmen Tedeschi
Salve,
io credo che lei debba fare un'esperienza di drammatizzazione con l'altra parte di sé, quella negativa, che tira sempre indietro.
MI spiego meglio, lei prova rabbia perchè non riesce a comportarsi come sa che dovrebbe (ad esempio ha rabbia verso di sé perchè non ha il coraggio di parlare col datore di lavoro o con i genitori).
Lei sa benissimo che dovrebbe "tirare fuori" gli attributi e semplicemente dire agli altri quello che ritiene giusto. Ma ecco che viene fuori l'altra parte di sè, il famoso sabotatore interno, che le sussurra magari che non è giusto, non è rispettoso, che non ce la farà mai, che l'altro è più grande, è più intelligente, mentre lei è ANCORA (!) piccolo, che può aspettare, che non lo merita.
Queste due parti di sé vanno fatte parlare insieme, vanno fatte discutere, bisogna che si affrontino; e fintanto che lei non farà accadere questo dialogo (che può essere interno, ma è più facile se esplicitato), lei sentirà che qualcosa non va.
Ad alcuni poi vengono certi sintomi, lei invece prova rabbia.
Mi faccia sapere se sono stato chiaro, oppure mi può contattare.
Auguri
io credo che lei debba fare un'esperienza di drammatizzazione con l'altra parte di sé, quella negativa, che tira sempre indietro.
MI spiego meglio, lei prova rabbia perchè non riesce a comportarsi come sa che dovrebbe (ad esempio ha rabbia verso di sé perchè non ha il coraggio di parlare col datore di lavoro o con i genitori).
Lei sa benissimo che dovrebbe "tirare fuori" gli attributi e semplicemente dire agli altri quello che ritiene giusto. Ma ecco che viene fuori l'altra parte di sè, il famoso sabotatore interno, che le sussurra magari che non è giusto, non è rispettoso, che non ce la farà mai, che l'altro è più grande, è più intelligente, mentre lei è ANCORA (!) piccolo, che può aspettare, che non lo merita.
Queste due parti di sé vanno fatte parlare insieme, vanno fatte discutere, bisogna che si affrontino; e fintanto che lei non farà accadere questo dialogo (che può essere interno, ma è più facile se esplicitato), lei sentirà che qualcosa non va.
Ad alcuni poi vengono certi sintomi, lei invece prova rabbia.
Mi faccia sapere se sono stato chiaro, oppure mi può contattare.
Auguri
Buongiorno,
credo dovrebbe continuare il percorso psicoterapico interrotto, e magari valutare insieme con lo specialista la possibilità di esser sostenuto anche farmacologicamente.
La psicoterapia e l' aiuto di uno psichiatra potrebbero aiutarla ad uscire dalla morsa della sua rabbia e di questi pensieri.
Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
credo dovrebbe continuare il percorso psicoterapico interrotto, e magari valutare insieme con lo specialista la possibilità di esser sostenuto anche farmacologicamente.
La psicoterapia e l' aiuto di uno psichiatra potrebbero aiutarla ad uscire dalla morsa della sua rabbia e di questi pensieri.
Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
Mi colpisce il finale del suo messaggio. "pensieroso", ma solo un po'.
Descrive una situazione molto comune ma molto limitante: essere preda dei propri pensieri negativi.
Al di là delle etichette che qualcuno le ha dato, la invito a chiedersi quanto pensa che questo modo di vivere la sua vita la stia limitando, o favorendo.
Se pensa di trovarsi in gabbia, si ricordi che esiste via d'uscita, ma va cercata una chiave, e spesso da soli non ci si riesce.
Resto a disposizione
Descrive una situazione molto comune ma molto limitante: essere preda dei propri pensieri negativi.
Al di là delle etichette che qualcuno le ha dato, la invito a chiedersi quanto pensa che questo modo di vivere la sua vita la stia limitando, o favorendo.
Se pensa di trovarsi in gabbia, si ricordi che esiste via d'uscita, ma va cercata una chiave, e spesso da soli non ci si riesce.
Resto a disposizione
Buonasera,
La Sua reazione di rabbia anticipatoria e non adatta, ha la funzione di coprire la Sua paura che Lei non vuole vedere e con la quale sta in conflitto.
Una terapia con il Modello Strutturale Integrato Le permette di capire innanzitutto quale convinzione La hanno portata a questa reazione di rabbia, a cosa Le serve, e in secondo luogo, trovare un equilibrio funzionale tra rabbia e paura, che Le permetta di essere assertivo anche verso il Suo datore di lavoro con rispetto per lui ma soprattutto per se stesso.
Le faccio i miei migliori auguri.
Cordialmente
Dottoressa Monika Elisabeth Ronge
La Sua reazione di rabbia anticipatoria e non adatta, ha la funzione di coprire la Sua paura che Lei non vuole vedere e con la quale sta in conflitto.
Una terapia con il Modello Strutturale Integrato Le permette di capire innanzitutto quale convinzione La hanno portata a questa reazione di rabbia, a cosa Le serve, e in secondo luogo, trovare un equilibrio funzionale tra rabbia e paura, che Le permetta di essere assertivo anche verso il Suo datore di lavoro con rispetto per lui ma soprattutto per se stesso.
Le faccio i miei migliori auguri.
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Salve, sicuramente i pensieri non voluti sono disturbanti per la persona e possono rientrare in un quadro ansioso. Cerchi nuovamente aiuto in un collega per lavorare a fondo sulla sua personalità e liberarsi dalle forme d'ansia. Vedrà che, data la sua giovane età, la psicoterapia avrà successo. Un saluto.
Caro utente, è un passo importante quello di essere consapevole delle sue emozioni, a quali eventi sono legati e che tipo di azioni comporta. I pensieri ossessivi a cui si riferisce sembrano parte di una forma d'ansia anticipatoria che pare impedirle di vivere davvero nel momento presente e di vedere realmente che conseguenze potrebbero avere le sue richieste o esigenze. Non mi focalizzerei troppo sulle diagnosi che le sono state attribuite, piuttosto le consiglierei di intraprendere un percorso che possa focalizzarsi sull'esplorazione della rabbia e delle altre emozioni, che approfondisca il suo passato in relazione alla famiglia di origine e ai rapporti extrafamiliari per scoprirne le origini. Cordiali saluti
Buongiorno, immagino e comprendo la difficoltà che sta vivendo.
I pensieri ossessivi compulsivi sono sicuramente una forma d'ansia e la rabbia che prova, anticipatoria, è legata probabilmente al fatto che lei immagina che i suoi bisogni non saranno soddisfatti. Sono certa che troverebbe beneficio nell'iniziare nuovamente una psicoterapia per esplorare maggiormente i suoi vissuti e le sue emozioni. A questa potrebbe affiancare la pratica della Mindfulness che l'aiuterebbe a coltivare la sua capacità di stare nel qui e ora e le offrirebbe strumenti validi per gestire i momenti di ansia e di rabbia.
Un saluto.
I pensieri ossessivi compulsivi sono sicuramente una forma d'ansia e la rabbia che prova, anticipatoria, è legata probabilmente al fatto che lei immagina che i suoi bisogni non saranno soddisfatti. Sono certa che troverebbe beneficio nell'iniziare nuovamente una psicoterapia per esplorare maggiormente i suoi vissuti e le sue emozioni. A questa potrebbe affiancare la pratica della Mindfulness che l'aiuterebbe a coltivare la sua capacità di stare nel qui e ora e le offrirebbe strumenti validi per gestire i momenti di ansia e di rabbia.
Un saluto.
Gentile utente grazie per la condivisione di questo disagio. Se provassimo a fare una metafora del suo racconto si potrebbe anche ipotizzare che separarsi dalla sua famiglia è fonte di rabbia perché dipenderebbe ancora da loro economicamente parlando? Le consiglio di riprendere un percorso terapeutico dove affrontare ed esplicitare questa dinamica di separazione. Cordialità dott. Gaetano Marino
carissimo
penso che ogni tipo di pensiero sia un messaggio in codice di ciò che desideriamo o temiamo
per cui invece di stare a combattere con i nostri pensieri o "film" e di intrappolarli in qualche categoria patologica, essi vanno decodificati al fine di leggere e capire il messaggio segreto che celano.
questo lavoro libera il cuore, la mente e le scelte, ma si può fare solo attraverso un percorso di psicoterapia
le auguro buon tutto
penso che ogni tipo di pensiero sia un messaggio in codice di ciò che desideriamo o temiamo
per cui invece di stare a combattere con i nostri pensieri o "film" e di intrappolarli in qualche categoria patologica, essi vanno decodificati al fine di leggere e capire il messaggio segreto che celano.
questo lavoro libera il cuore, la mente e le scelte, ma si può fare solo attraverso un percorso di psicoterapia
le auguro buon tutto
Le emozioni che proviamo relativamente a ciò che desideriamo o temiamo, sono determinate da ciò che pensiamo su di noi, sugli altri e sulle relazioni. A loro volta le emozioni indirizzano i nostri comportamenti e le nostre scelte. Faccio un’ipotesi (lasciando a lei il compito di verificarne la correttezza) sui suoi possibili “passaggi” interiori. Ha un bisogno/desiderio (ad esempio vorrebbe chiedere al suo datore di lavoro dei giorni di ferie) a cui immediatamente segue una previsione negativa sulla risposta dell’ambiente (e infatti già immagina che non gli saranno concessi), ciò genera una ulteriore costruzione della realtà coerente con quella previsione facendole creare vari film mentali in riferimento a questa situazione; da ciò scaturire la risposta emotiva del provare “così tanta rabbia”. E’ molto probabile che questa concatenazione la porti a non provare nemmeno a chiedere creandosi un’incrollabile fiducia sul fatto che tanto la risposta sarebbe negativa. Credo che la preoccupazione sulla sua rabbia la distolga dal vero focus della questione: evitare di chiedere vuol dire evitare l’interazione e in questo senso si, questa è una strategia ansiosa. La diagnosi però serve soprattutto allo psicoterapeuta per orientarsi sul lavoro da fare insieme e non è in alcun modo una soluzione per il paziente. Quella rabbia che lei considera eccessiva in realtà è coerente con la frustrazione di pensare di non riuscire a far valere i suoi diritti ad a essere ascoltato e compreso, e ciò probabilmente la conduce proprio a non chiedere, evitando di conseguenza i possibili no da parte degli altri. Le consiglio quindi di ascoltare quel disagio e quegli interrogativi che le procura la sua rabbia, non tanto perché sia “pericolosa” in sé ma perché le indicano di riprendere con fiducia la psicoterapia
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