Salve, vi scrivo per avere un parere, un supporto. Ho 31 anni, sono sposata da 2 anni e da 4 vivo al

16 risposte
Salve, vi scrivo per avere un parere, un supporto. Ho 31 anni, sono sposata da 2 anni e da 4 vivo all'estero. Ho una bambina di 9 mesi e da poco piú di un mese mia madre è venuta a mancare a causa di un cancro che l'ha portata via in soli 10 mesi. Essendo io fisicamente lontana, ho vissuto la malattia, quasi prendendo le distanze da questa. Telefonavo mia madre anche diverse volte al giorno per svariate ore (anche 8-9 di fila), evitando peró il discorso malattia. Nonostante io sapessi quanto grave fosse la situazione, ero convinta di avere con mia madre molto più tempo.
Il problema principale però in questo momento é che io sono costretta dopo un mese e mezzo a dover tornare nel paese in cui vivo, ma non ho nessuna intenzione di farlo, al solo pensiero mi viene la nausea. In più sapere che mio fratello di 24 anni (che in passato ha sofferto di attacchi di panico), dovrá restare solo (in quanto mio padre lavora sempre in giro per il mondo), mi paralizza, mi spaventa. Da quando é morta mia madre, sono cosí impegnata ad occuparmi della casa dei miei, di mio fratello e della mia bambina che non ho avuto ancora tempo di piange per mia madre. Mi sento fuori da ogni contesto ed ho paura che appena mi renderò conto che lei non cé piú, per me sarà la fine. Non so più da dove iniziare e cosa fare, mi sento letteralmente paralizzata ed ho paura di ricadere anche io, di avere di nuovo attacchi di panico che al momento non ho da 14 anni. Ad aggravare la situazione ci si mette anche il rapporto catastrofico tra mio padre e mio fratello (che "lo odia" in quanto psdre assente che non solo manca per il lavoro ma anche a causa di qualche scappatella -cosa che sospetto anche io da diversi anni-). Ho paura che i due possano litigare pesantemente in quanto mia madre fungeva da paciere e da collante. Non so davvero più cosa fare. Cosa mi consigliate?
Quando si perde una persona importante come un genitore, nessuno può fuggire da un passaggio doloroso ma indispensabile per mantenere la salute mentale, il lutto.
Il processo di lutto è un vero lavoro psichico che parte dal riconoscere la perdita, l'assenza che non sarà più colmata da quella persona che non è più con noi.
Una volta accettata questa realtà si iniziano a vivere sentimenti diversi e contrastanti che comprendono oltre al dolore anche la rabbia, la colpa, il rancore e tanto ancora.
C'è un tempo fisiologico per il lutto, dopo di che il processo diventa patologico in quanto la persona non è stata in grado di tollerare la perdita e di rinvestire la sua libido, la sua energia nei rapporti affettivi presenti,
Non sempre tutti riescono ad affrontare il lavoro del lutto, sicuramente un terapeuta esperto può essere un grande e valido aiuto per accompagnare la persona verso l'accettazione della perdita.
Dottoressa Maria Grazia Antinori, Roma

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Cara utente, ahimè o per fortuna non si può sfuggire dal processo doloroso e straziante del lutto. La perdita va attraversata. Lei oggi si trova in un momento di grande fatica, teme di stare male come se questa fosse una conseguenza pericolosa e non gestibile. Fino ad oggi non si è concessa di vivere il suo lutto, ma il suo dolore a diretto di essere espresso, di avere una voce ed una forma. Le emozioni che non ascoltiamo troveranno il modo di emergere in qualche modo, anche in forma diversa. Sia dia la possibilità di vivere il dolore, non abbia paura di stare male poichè stare male per una perdita così importante è normale e fisiologico. Se sente che suo fratello potrebbe aver bisogno di lei ci sia per lui, ma rispettandosi e ascoltandosi. Rimango a sua disposizione Dott.ssa Alessia D'Angelo
Gentile utente, sembra che lei stessa si renda conto di dover ancora elaborare il lutto di sua madre. Lo stesso dovranno fare suo padre e suo fratello, che con i loro tempi e le loro modalità troveranno il modo di affrontare il lutto e soprattutto troveranno un nuovo modo di gestire le loro vite senza più il punto di riferimento che poteva rappresentare sua madre per loro e per tutti voi.
La paura e le preoccupazioni sia rispetto agli attacchi di panico che al resto sono legittime, ma prendersi cura di sé è determinate per poterci poi prendere davvero cura degli altri.
Trovare degli spazi per elaborare ciò che è successo e per prendersi cura delle sue varie parti (Figlia, Donna, Madre, Moglie, ecc) credo sia fondamentale in questo momento.
Rimango a disposizione anche online per un colloquio psicologico che permetta di fare chiarezza e individuare questi spazi di elaborazione e ascolto di sé.
Un caro saluto, Dott.ssa Annastella Garritano
Salve, mi spiace per la pesante situazione da lei descritta. Non c'è nessuno che possa ascoltarla ed aiutarla? Scrive che non ha ancora avuto il tempo di piangere sua madre e che è continuamente impegnata ad occuparsi degli altri. E lei? C'è qualcuno che lei senta vicino?
Lei descrive bene il timore di doversi fermare per elaborare la perdita. Mi sento solo di dirle che sarà sì molto doloroso, ma non sarà la fine. Comprendo i timori per suo padre e suo fratello, ma non può farsi carico lei di tutto. Credo sia tempo che lei si rivolga a se stessa, per prendersi cura di sé e della sua bimba.
Se le è possibile, cerchi qualcuno per farsi aiutare. Auguro un buon futuro a lei e alla sua bambina.
Gentile utente, mi dispiace molto per la sua perdita e per le difficoltà che sta attraversando. Grazie per essersi aperta raccontandosi. Chiedere aiuto è il primo passo verso la cura di se stessi e dei propri vissuti emozionali. Fondamentale per un processo di elaborazione del lutto è proprio quella di attraversare le emozioni che caratterizzano questo evento naturale della vita e allo stesso tempo molto sofferto. Per superare questa prima fase del rifiuto ed arrivare alla fase dell'accettazione è necessario infatti attraversare la rabbia, il dolore e la depressione. Questo è qualcosa che sicuramente potrebbe fare con il supporto di un terapeuta qualora ne sentisse il bisogno. Diverso è quanto accade nel rapporto tra suo padre e suo fratello. Ci piacerebbe tanto poter risolvere i problemi delle persone che amiamo ed evitare che essi soffrano, purtroppo non è proprio così. Noi possiamo dare la nostra disponibilità all'ascolto e al supporto, promuovere un dialogo e invitando alla riflessione, probabilmente proprio come faceva sua madre, non possiamo però intervenire sul comportamento degli altri poichè ciascuno è libero di prendere le proprie decisioni. Sicuramente, invece, possiamo lavorare su noi stessi e sul nostro modo di rispondere ed agire a ciò che ci accade. Le auguro una buona vita. Dr.ssa Francesca Rufino
Gentilissima, leggendola mi ha colpito molto la sua capacità di analizzare con dovizia di dettagli la sua specifica reazione alla perdita di sua madre che appare, al momento, centrata sulla fatica di prendere coscienza di quanto accaduto. Non si preoccupi, fa parte di un processo fisiologico che la accomuna a tutti coloro che affrontano un lutto così significativo e, nel suo caso, la distanza non aiuta a fare i conti con le conseguenze concrete dell’assenza di sua madre. Se vogliamo, sembra proteggerla e schermarla. Al contempo però, lei è consapevole di cosa sta accadendo e questo mi creda significa moltissimo. Adesso, le sue origini e la sua terra la stanno “richiamando” e lei normalmente sperimenta come una negazione nel fare i conti con il dolore che sta proprio lì, dietro la porta. Quel dolore la attende ma questo non deve apparirle minaccioso bensì necessario. Si faccia supportare ad affrontare tutto questo, nel trasformare il legame con sua madre in modo più adattivo rispetto alla sua assenza, ivi comprese le preoccupazioni per suo fratello, e vedrà che sarà tutto più sostenibile, viste le sue tangibili risorse. Le auguro davvero ogni bene, MP
Gentilissima utente, mi spiace molto per la sua mamma.
Deve essere stato proprio doloroso per lei diventare a sua volta mamma e prendersi cura di sua figlia piccola e di una nuova vita mentre le si affacciava davanti lo scenario della malattia e della perdita di sua madre. Probabilmente "evitare il discorso malattia", come ha scritto, è stato il modo migliore che ha trovato per proteggersi in quel momento. Può darsi che essendo stata lontana dalla sua famiglia d'origine durante la malattia, stia cercando ora di sentire vicina sua madre facendosi carico del ruolo di "collante" che lei aveva in casa? Scrive che è così impegnata a occuparsi di tutti che non ha avuto ancora il tempo di piangere e che teme gli attacchi di panico....
Qual è il suo rapporto con la tristezza e con il dolore? Quando ha imparato che bisogna tenersi tutto dentro?
Credo che sarebbe prezioso per lei darsi lo spazio per prendersi cura di sé, accogliere il suo dolore e le sue emozioni per lasciarle fluire e imparare a gestirle.
Suo padre e suo fratello troveranno modi propri di elaborare il lutto e di riorganizzare il loro rapporto forse proprio partendo dal fatto che non c'è più sua mamma a fare da collante.
Resto a sua disposizione.
Un caro saluto
Dott.ssa Serena Pugliatti
Gentile utente, dalle sue parole emerge una forte stanchezza e delle emozioni da processare..la perdita di sua madre implica un cambiamento e un nuovo assetto dove lei deve ricentrarsi e ritrovarsi, cercando di dare spazio al suo dolore ma anche a una rinarrazione della relazione con sua madre che può dare spunti importanti alla sua crescita. Essendo una mamma è importante che lei faccia un lavoro su se stessa anche per lei. Le auguro il meglio.
Dott.ssa Flaminia Iafolla
Gentilissima ... Per la perdita di una mamma non si è mai pronti, che si tratti di un lutto improvviso o che sia dovuto a malattia e quindi prevedibile. Lei ha cercato di tenere distante la malattia di sua madre perché le faceva troppo male e quel male non può svanire all'improvviso. Il lutto è un processo che avviene per 'tappe' che devono essere vissute per poterne uscire. E' un processo difficile e doloroso, le consiglio di farsi supportare da un terapeuta che l'aiuti a individuare emozioni e pensieri che stanno alla base del suo dolore e a individuare le strategie più adatte per poterlo affrontare. Si prenda cura di se stessa, non può risolvere lei i conflitti tra suo fratello e suo padre anche se lei ci sarà sempre per tutti e due.
Qualora lo volesse resto a sua disposizione.
I miei migliori auguri
dott.ssa Miculian
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo quanto possa essere difficile convivere con questa situazione riportata. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Gentile utente, mi dispiace tantissimo per il momento doloroso che sta attraversando. Di quello che scrive mi colpisce la chiarezza con cui sa vedere le cose, e la consapevolezza che questo "fare" la tiene lontana dallo stare con il dolore della perdita che arriva in un momento particolare della sua vita (è diventata mamma da poco). Credo che scrivere qui sia un primo passo per chiedere aiuto. Un caro saluto Sara Genny Chinnici
Buongiorno, penso di potere affrontare insieme a lei questa problematica.
Mi farebbe piacere incontrarla per un colloquio.
Spero di risentirla!
dr.ssa Boggio
Mi dispiace davvero tanto, cara utente. Quello che lei descrive è un quadro di profondo sconforto e preoccupazione per ciò che verrà. Spesso, quando un genitore si ammala, il dolore è talmente grande che mettiamo in atto dei veri e propri meccanismi di evitamento. E' lo stesso che mette in atto un bambino che soffre per la partenza di un genitore, ma che all'apparenza esprime totale disinteresse per lo stesso. Lei non ha avuto il tempo di realizzare a pieno cosa stava accadendo a sua mamma, e fino alla fine covava in cuor suo la speranza che tutto sarebbe andato a buon fine. La scomparsa di sua mamma l'ha messa di fronte alla dura realtà ma, invece che elaborare il lutto, si è lasciata risucchiare da tante incombenze ed "emergenze" che hanno avuto il solo scopo di distrarla dal dolore. Se lei si lasciasse andare al dolore, sarebbe troppo da sopportare, almeno questo è ciò che la sua psiche teme. Il primo consignlio che posso darle è quello di farsi accompagnare in questo percorso. Non affronti questo lutto da sola. Essere adulti non ci protegge dal dolore di perdere un genitore. Questo vuoto va elaborato e vissuto completamente ed in presenza di un professionista, si può avere lo spazio ed il permesso per fare ciò. Un caro saluto.
Suo fratello non è così piccolo da non potersela cavare da solo o iniziare a farlo e lei d'altra parte ha creato un nuovo nucleo familiare che la richiede. Forse sono in causa dei sensi di colpa per la sua assenza durante la malattia? A prescindere da ciò comunque, la psicoterapia della Gestalt potrebbe aiutarla moltissimo a gestire al meglio le relazioni con suo padre e suo fratello. Ciò presumibilmente la solleverebbe da preoccupazioni eccessive e potrebbe migliorare anche i rapporti tra padre e figlio. Le sedute possono svolgersi anche on line con pari efficacia e la invito a prenotare un colloquio per sperimentarle
Salve, non sia severa con se stessa perché sta attraversando un momento molto difficile. Inoltre il lutto non ha regole universali ma va vissuto personalmente, con emozioni, modalità e tempo necessari. La perdita di una madre è un momento impattante per qualsiasi persona e ha conseguenze importanti. Non carichi la sua mente di eccessive responsabilità pensando a suo fratello e suo padre perché in questo momento anche lei ha bisogno di supporto e aiuto, Se avverte che il carico emotivo è troppo pesante le consiglio vivamente un colloquio con uno psicologo al fine di acquisire gli strumenti necessari per affrontare al meglio il difficile passaggio. Cordiali saluti. Professor Antonio Popolizio
Carissima, mi dispiace molto per la perdita di sua madre. Capisco.E' una legge di natura alla quale non si sfugge, salvo morire prima. Un mese di tempo passato non è nulla per il mondo degli affetti e delle emozioni. Si dia del tempo e prenda quello che viene. Sostituisca il tempo che passava al telefono con sua madre con qualcosa che le faccia bene, aspetti rituali nei quali concentrare il lutto. Lei ha una bambina molto piccola, che ha bisogno del suo amore e della sua gioia, che in questo momento non può essere al massimo. Si concentri sull'inversione di ruoli. Non è più figlia, ma è madre a sua volta. Si percepisce molto affanno rispetto alla relazione di suo padre e suo fratello. Le cose cambiano per tutti e non possiamo correre a "riparare" situazioni a tutti i costi. Troveranno loro un modo o un non modo di relazionarsi, è il loro rapporto e non può essere lei a mettersi in mezzo. Lei è giovane, ha una famiglia e la sua vita a cui pensare. Può stare vicino a suo fratello, invitarlo, comunicarci per sostenerlo. ma a lei chi la sostiene in questo momento? Il mio suggerimento è che lei faccia un percorso di elaborazione del lutto, anche on line. Un contesto nel quale può esprimere le sue emozioni, dare un senso a quello che vive, elaborare una perdita così significativa. E' un percorso da cui trarranno vantaggi anche le persone che ha intorno, perchè lei, avendo un luogo suo dove elaborare, potrà essere più disponibile. Le mando un forte abbraccio, rimango a disposizione. Cordialmente dott.ssa Silvia Ragni
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